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LE ORIGINI

La rivoluzione industriale e le sue conseguenze sulla citt e sul territorio


La rivoluzione industriale un fenomeno che nasce in Inghilterra intorno alla met del XVIII secolo e solo successivamente, a distanza di tempo talvolta notevole e con caratteristiche non sempre uguali, si sviluppa anche negli altri paesi europei e in America1. Tale evento comporta un totale capovolgimento nel modo di intendere la produzione. Alla figura dellartigiano, per esempio, che da sempre programmava il suo lavoro e lo controllava in tutte le fasi della realizzazione, viene ad essere sostituita in maniera sempre pi massiccia quella delloperaio il quale fornisce, nella fabbrica, una prestazione che lo relega per lo pi ad un ruolo di passivo ripetitore di gesti sempre uguali in un ciclo produttivo dominato dal ritmo della macchina2. Naturalmente, oltre a questa, cos chiaramente paradigmatica e per tanti versi fondamentale, sono praticamente infinite le conseguenze pi o meno dirette e, certo, non sempre in s negative che la rivoluzione industriale ha prodotto sulla condizione umana. Il territorio e la citt ne sono stati praticamente sconvolti. Il fenomeno dellurbanesimo, cio il passaggio di grandi masse di lavoratori dalla campagna alla citt, comporta, accanto allabbandono e di conseguenza, spesso, alla definitiva scomparsa di antichi borghi rurali, lespansione caotica o la nascita ex novo, ma pur sempre disordinata, di citt estremamente squallide dominate dalle centinaia di ciminiere fumanti delle fabbriche.

In Inghilterra la concentrazione degli opifici in grossi centri si ha soprattutto a partire dal 1830, quando inizia lo sviluppo, che diverr in breve frenetico, delle prime reti ferroviarie. La ferrovia era a quel tempo lelemento di cui si teneva maggior- mente conto nel dare un volto alla citt; o, meglio, la citt assumeva un suo volto sempre pi anonimo e apparentemente casuale in conseguenza delle esigenze della ferrovia3.

Per quanto riguarda lItalia si pu cominciare a parlare di rivoluzione industriale soltanto intorno alla fine dellOttocento allorch la grande depressione rese... evidente quanto precario fosse il potere di controllo sociale dei vecchi ceti agrari nelle campagne e dimostr in pari tempo che lagricoltura, date le condizioni del suolo, della produttivit e del carico demografico, non avrebbe potuto garantire da sola il reddito necessario per lavvenire. V. CASTRONOVO, Il caso italiano di rivoluzione industriale, sta in: Storia dItalia, Torino 1975, vol. IV, tomo I; pag. 103. 2 Se il capitalismo tendeva... a trasformare ogni parte della citt in un prodotto commerciabile, il passaggio dallartigianato urbano organizzato alla produzione di fabbrica su vasta scala trasform la citt industriale in bui alveari, affaccendati a sbuffare, cigolare, stridere ed emettere fumo per dodici o quattordici ore al giorno, o addirittura senza interruzione. Lesistenza da schiavi delle miniere, concepita in origine come punizione per i criminali, divenne la vita normale del nuovo operaio dellindustria. L. MUMFORD, La citt nella storia, (1961), trad. it.: Milano 1963; pag. 557. 3 A suo modo, lapplicazione del vapore ai mezzi di trasporto era stata una rivoluzione assai pi travolgente della meccanizzazione della filatura del cotone, anche se non sempre la sua portata e la sua influenza espansiva sono state pienamente intese dalla letteratura storiografica. V. CASTRONOVO, La rivoluzione industriale, Firenze 1973; pag. 63.

Come giustamente mette in rilievo il Mumford, gli altri due elementi che caratterizzano la citt industriale sono le fabbriche e gli slum, cio i miserabili quartieri operai. Scrive, infatti, lurbanista e sociologo americano, riferendosi alla triade ferrovia, fabbrica e slum: Erano essi a comporre la citt industriale: unespressione per designare semplicemente il fatto che almeno duemila persone erano concentrate in un territorio che poteva essere indicato con un unico nome proprio. Questi grumi urbani potevano ingrandirsi cento volte e alcuni effettivamente si ingrandirono senza per questo acquistare qualcosa di pi che unapparenza delle istituzioni che caratterizzano una citt nellaccezione sociologica del termine, di luogo in cui si concentra uneredit sociale e in cui la possibilit di continui rapporti e di reciproche influenze eleva a un potenziale pi alto le complesse attivit delluomo4. La citt, quindi, perde ogni elemento caratterizzante e diviene il libero campo di intervento della grossa speculazione edilizia la quale satura con la costruzione di miseri tuguri ogni spazio disponibile nel centro e, poi, allarga a macchia dolio il perimetro urbano creando enormi, squallide periferie in cui le case operaie si ammassano caoticamente attorno alle fabbriche. Charles Dickens, nel suo romanzo Tempi difficili del 1854, descrive cos Coketown, una citt che, pur essendo frutto della sua fantasia, riflette in pieno laspetto di un qualsiasi centro industriale dellInghilterra di quel tempo. Era una citt di mattoni rossi, o meglio di mattoni che sarebbero stati rossi se il fumo e la cenere lo avessero permesso; ma, cos come stavano le cose, era una citt di un rosso e nero innaturale come la faccia dipinta di un selvaggio. Era una citt di macchine e di alte ciminiere dalle quali uscivano senza soluzione di continuit interminabili serpenti di fumo... Aveva molte strade larghe, tutte eguali una allaltra e molte viuzze ancor pi simili una allaltra, abitate da persone egualmente simili le une alle altre, che uscivano e entravano tutte alla stessa ora, con lo stesso scalpiccio sugli stessi selciati, per fare lo stesso lavoro, persone per le quali ogni giorno era eguale al giorno precedente e allindomani, ogni anno il duplicato dellanno trascorso e dellanno a venire5. Ma non si creda che questa situazione fosse una prerogativa delle citt inglesi. Anche se, come si detto, il fenomeno si sviluppa con molto anticipo in Inghilterra, pian piano anche la maggior parte delle citt europee si trasformano obbedendo alle ferree leggi della rivoluzione industriale. Lattuale Parigi non ha... alcuna fisionomia generale..., scrive Victor Hugo nel 1832, La capitale non si accresce che di case, e di che case!... I monumenti vi diventano sempre pi rari, e sembra di vederli sprofondare a poco a poco, inghiottiti dalle case 6.

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L. MUMFORD, La citt nella storia cit.; pag. 571. C. DICKENS, Tempi difficili, (1854), trad. it.: Milano 1951; pag. 28. 6 V. HUGO, Notre-Dame di Parigi, (1832), trad. it.: Milano 1951; pag. 152.

Ma le descrizioni dei romanzieri, i quali certo con leccezione di Dickens per lo pi mostrano di limitare il campo delle loro proteste alla decadenza estetica della citt, vengono largamente superate, anche nella crudezza delle immagini, dai resoconti e dalle inchieste dei politici e dei polemisti, i quali riescono a penetrare ben pi in profondit nelle loro indagini. Ecco come Engels descrive, nel 1845, i quartieri operai delle maggiori citt inglesi. Ogni grande citt ha uno o pi quartieri brutti , nei quali si ammassa la classe operaia. vero che spesso la miseria abita in vicoletti nascosti dietro i palazzi dei ricchi; ma in generale le si assegnata una zona a parte, nella quale essa, bandita dalla vista delle classi pi fortunate, deve cavarsela da s, in un modo qualunque. Questi quartieri brutti in Inghilterra sono fatti pi o meno alla stessa maniera in tutte le citt: le case peggiori nella zona peggiore della citt; per lo pi lunghe file di costruzioni in mattoni a uno o due piani, possibilmente con cantine abitate, e quasi sempre disposte irregolarmente... Quanto alle strade, di solito non sono lastricate, ma piene di buche, sporche, cosparse di rifiuti vegetali e animali, senza canali di scarico o fogne, ma provviste di fetide pozzanghere stagnanti. Oltre a ci la ventilazione resa pi difficile dalla struttura pessima e irregolare di tutto il quartiere, e poich qui molti uomini vivono in uno spazio ristretto, facile immaginare quale aria regni in questi quartieri operai 7.

Il rifiuto della citt industriale e il rifugio nellutopia


La massiccia presenza di fattori negativi nella struttura della citt industriale provoca in alcuni tra gli individui pi pronti a comprendere la gravit dei problemi un sentimento di rifiuto che, pur se suscitato da motivi volta per volta anche assai diversi (dalla bruttezza formale della citt allorganizzazione sociale che la regola), non perde tuttavia di vista la matrice comune che rappresentata dallavvento di unera completamente nuova, lEra della Macchina. La diffusione generale delle industrie in un paese genera un nuovo carattere nei suoi abitanti... Il sistema industriale si gi talmente esteso nellimpero britannico, da provocare un cambiamento essenziale nel carattere generale della massa del popolo. Questa trasformazione ancora in rapido progresso e, entro breve tempo, la semplicit relativamente felice del contadino andr del tutto perduta tra noi. Gi adesso difficile trovarla se non mista a quelle abitudini che sono il prodotto dellindustria, degli affari e del commercio8. Queste parole furono scritte nel 1815 dal padre del socialismo inglese: Robert Owen. in lui che si individua il pi significativo rappresentante di quella corrente di pensatori (Fourier, Cabet, Buckingham ecc.) i quali, per la loro repulsione nei confronti della societ in cui vivono e per la conseguente proposta di un mondo diverso non pi dominato dallegoismo individuale, ma retto da principi comunitari, vengono comunemente detti utopisti9.
F. ENGELS, La situazione della classe operaia in Inghilterra, (1845), trad. it.: Roma 1973; pag. 66. R. OWEN, Observations on the Effect of the Manufacturing System, (1815), cit. in: R. WILLIAMS, Cultura e rivoluzione industriale, (1961), trad. it.: Torino 1968; pag. 51. 9 La fuga dalla realt, quale componente del pensiero dei socialisti utopisti, fu criticata dai socialisti scientifici. Per Engels non si deve rifiutare e combattere la rivoluzione industriale in s, bens il modo in cui il sistema capita! ;stico sfrutta le possibilit offerte
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Owen, che a dieci anni era commesso in un negozio londinese, grazie alla sua tenacia e alla sua non comune intelligenza, divenne, a ventisette, proprietario delle filande di New Lanark, in Scozia. Da questo momento (1798) comincia concretamente il suo impegno sociale nei confronti dei lavoratori. Pur introducendo una serie di innovazioni che fanno delle sue filande una fabbrica-modello (tra laltro, riduzione degli orari di lavoro, miglioramenti salariali e costruzione di abitazioni e servizi per gli operai), Owen non fallisce; anzi, i suoi guadagni addirittura aumentano. Egli dimostra, in tal modo, che, operando con intelligenza, si possono migliorare le condizioni di vita dei lavoratori senza che per questo debbano diminuire i profitti delle imprese. Ma non ancora contento. Egli capisce che la sua una esperienza difficilmente ripetibile in un mondo cos totalmente soggetto alle esigenze della macchina e allottusit o, meglio, alla mancanza di sensibilit della classe politica. Propone pertanto un cambiamento radicale: lagricoltura deve riconquistare il primato che la industria le ha tolto e questultima dovr sussistere solo come fattore secondario delleconomia inglese. Come conseguenza di questa nuova seppur teorica rivoluzione, Owen prefigura un modello di vita comunitaria basato sulla non accettazione della societ industriale, origine di tutti i mali, e sulla creazione di insediamenti autosufficienti comprendenti, ciascuno, 1200 abitanti circa. Owen, pienamente fiducioso nella possibilit di realizzare le sue piccole citt nuove, ne espone minuziosamente le caratteristiche. Ho disegnato una pianta su cui si distingue un insieme di quadrati costituiti da edifici. Ogni quadrato pu ospitare milleduecento persone ed circondato da un terreno che va dai 1000 ai 1500 acri. Allinterno dei quadrati si trovano gli edifici pubblici... Ledificio centrale contiene una cucina pubblica, refettori e tutto quanto pu contribuire a una alimentazione e-conomica e gradevole. A destra di questo edificio centrale una costruzione il cui pianterreno sar occupato dallasilo, il primo piano da un salone per conferenze e una stanza destinata al culto. A sinistra si trova un edificio che comprende, al pianterreno, una scuola per i bambini pi grandi e un salone per i comitati; al primo piano, una biblioteca e una sala di riunione per gli adulti. Lo spazio libero allinterno dei quadrati destinato allesercizio e al tempo libero, ed alberato. Tre lati di questi quadrati sono costituiti da abitazioni, destinate soprattutto alle persone sposate. Ogni casa contiene quattro appartamenti, di cui ciascuno sar abbastanza grande per ospitare un uomo, sua moglie e due bambini. Il quarto lato verr occupato dai dormitori che ospiteranno tutti i bambini in pi dei due ammessi per ciascuna famiglia, cos come... i bambini che hanno pi di tre anni. Nel centro di questo quarto lato si trovano gli appartamenti dei sorveglianti dei dormitori. A una delle estremit situata linfermeria, e allaltra, una specie di ostello per gli ospiti. Al centro dei due primi lati, si trovano gli appartamenti dei sovrintendenti, pastori, maestri di scuola, il medico, mentre nel centro del terzo sono stati collocati i depositi. Allo esterno, dietro alle case, intorno ai quadrati, si trovano dei giardini circondati da strade. Subito dietro ai giardini ci sono, da un lato gli edifici consacrati alle attivit meccaniche e industriali, il mattatoio, le stalle ecc.. ugualmente separati dalledifcio collettivo da spazi alberati. Dallaltra parte si trovano dei locali destinati al bucato e alla tintoria. Ancora pi in l, si trovano insediamenti agricoli... 10.

Questa solo la parte che interessa la distribuzione delle funzioni allinterno di questa sorta di comune e la conseguente organizzazione spaziale. Ma Owen nella sua analisi prende in considerazione molti altri elementi che aveva individuati come indispensabili per far s che la sua intuizione potesse concretarsi. Giustamente il Benevolo afferma: Questa proposta di Owen il primo piano urbanistico moderno sviluppato in ogni sua parte, dalle premesse politico-economiche al programma edilizio e al preventivo finanziario 11. Owen, nonostante le difficolt, tent con ostinazione di realizzare il suo piano, fondando almeno una delle piccole

dallEra della Macchina. Non v dubbio, tuttavia, che egli, come del resto Marx, riconosca la grande validit dellimpegno sociale di Owen, soprattutto per. quanto concerne laspetto pi propriamente pratico. 10 Il brano citato in: F. CHOAY, La citt, Utopie e realt, (1965), trad. it.: Torino 1973; pagg. 89-91. 11 L. BENEVOLO, Le origini dellurbanistica moderna, Bari 1964; pag. 74.

citt nuove12. Deluso dal disinteresse di chi lo aveva appoggiato fino ad allora, nel 1825 si trasfer, con un gruppo di seguaci, in America dove acquist un villaggio cui dette il nome di New Harmony e che organizz secondo il suo programma. Ma lesperienza dur solo tre anni ed ebbe un esito disastroso. Scrive Bertrand Russell: Tutto and male, come in genere succede in esperimenti simili. Owen ci rimise 40.000 sterline e ne usc povero. Tuttavia, i suoi figli, recatisi con lui a New Harmony, conservarono una parte della terra, e alla fine diventarono ricchi cittadini americani 13. Tutto questo non inficia naturalmente limportanza e il significato della teoria owenita la quale costituir il punto di partenza della maggior parte delle esperienze urbanistiche e di pianificazione territoriale nei paesi anglosassoni. Contemporaneo di Owen il filosofo francese Charles Fourier, il quale, partendo da unuguale condanna della societ individualista, sviluppa una complessa e, per certi versi, bizzarra teoria secondo cui lumanit destinata a giungere, attraverso vari stadi, a quella che egli chiama lArmonia Universale. Fourier, nei suoi scritti ironici e mordaci, spazia in tutti i campi dellattivit umana, dai pi sublimi ai pi banali 14; e forse questo suo impegno, vasto e generoso, ha nuociuto allorganicit del suo lavoro 15, nel senso che, troppo spesso, pi che nella sua interezza, lo si assunto per parti, enucleando dal contesto gli argomenti che, volta per volta, potevano costituire oggetto di interesse in studi di carattere specifico. Ci accaduto anche nel campo dellurbanistica dove Fourier divenuto famoso per essere stato lideatore dei Falansteri, grandi edifici adibiti alla vita comunitaria di circa 1600 persone. A questo proposito scrive Italo Calvino: Sebbene Fourier resti, per i pi, quello dei Falansteri , il termine si incontra poche volte nei dodici tomi della sua opera completa16. E prosegue. Tra i tanti quadri in cui lo spirito visionario e minuzioso di Fourier anticip le opere e i giorni dellArmonia, un posto poco pi che marginale occupa la descrizione delledificio, o insieme di edifici, abitato dalla Falange, il Phalanstre, che concentra nel bel mezzo di un paesaggio campestre gli agi della vita metropolitana, escludendone gli inconvenienti esecrati dal nostro autore in modo quasi ossessivo: il fango, le immondizie, il puzzo, i rumori 17. Non pare, quindi opportuno, diversamente da quanto hanno fatto in genere gli storici dellurbanistica, analizzare nel dettaglio il progetto architettonico fourieriano. Sar invece molto pi interessante vedere in che modo uno dei seguaci del filosofo francese, il Godin, abbia realizzato qualche cosa di simile ad un Falansterio. Jean-Baptiste Godin, industriale francese di cui, per il rapporto con Fourier, trattiamo in questo paragrafo, ma che, certo, non da considerare un utopista , costruisce, tra il 1859 e 1 80, una serie di attrezzature (asilo, scuole, teatro, lavanderia ecc.) dominate da un grande edificio, composto di tre blocchi, chiamato Familisterio o Palazzo Sociale. Questo organismo ospitava gli operai della fabbrica di Godin con le loro famiglie. importante notare (e da qui si comprende perch ledificio fu chiamato Familisterio) che ogni nucleo familiare viveva in un proprio appartamento e non collettivamente come nel Falansterio previsto dalla teoria fourieriana. I servizi erano, invece, comuni. In un suo scritto del 1874 Godin dichiara: Nel Familisterio 1500 persone possono vedersi, scambiarsi visite, badare alle loro occupazioni domestiche, riunirsi nei luoghi pubblici e fare le loro provviste sotto gallerie coperte, senza preoccuparsi di che tempo fa, e senza avere mai pi di 600 metri da percorrere. Labitante delle case del villaggio deve spesso percorrere parecchi chilometri per recarsi negli stessi luoghi, senza che nulla lo garantisca contro le intemperie, e perde cos il proprio tempo in unattivit quasi sempre infruttuosa. Il Palazzo Sociale, al contrario, richiama i suoi abitanti alla vita pratica perch la loro attivit risulta direttamente produttiva.

Lespressione di Owen. In un saggio in francese del 1848, Courte exposition dun systrne social rationnel, scrive: Ciascuna di queste piccole citt nuove sarebbe un modello per il modo in cui si governerebbe da s, educherebbe e occuperebbe tutti i suoi membri Cit. in: F. CHOAY, La citt. Utopie e realt cit.; pag. 89. 13 B. RUSSELL, Storia delle idee del secolo XIX, (1934), trad. it.: Milano 1968; pag. 243. C una evidente nota ironica in questa frase di Russell. Nella sfortunata impresa del generoso fondatore del socialismo inglese non manca un sia pur piccolo successo: i figli di Owen lasciano che il padre se ne torni sconfitto in Inghilterra, restano negli Stati Uniti e diventano ricchi cittadini americani. 14 Basta per questo scorrere i titoli di alcuni capitoli degli scritti del Fourier: Dubbio assoluto, gli animali geroglifici, le infelicit del matrimonio, le corna, le Maggiorenni amorose, splendore delle Scienze e delle Arti, progetto di citt, specie variet e et dei formaggi, il trionfo dei polli coriacei, le Damigelle e i Damigelli, la Quadriglia poligama, gli oroscopi metodici . 15 Qualche perplessit sulla reale validit del pensiero del filosofo francese, almeno in certe parti, sembra manifestarla anche il Mumford. Ci che ci colpisce quando mettiamo insieme i frammenti della utopia di Fourier, come si potrebbe fare con i pezzi di un gioco di pazienza, il fatto che egli affronta la variet e gli squilibri della natura umana... Fourier... tenta di fondare una societ che dia uno sfogo regolare ai diversi impulsi e che impedisca loro di diffondersi in maniera nociva per la societ. Nella maniera di proporre questo fine vi sono molte debolezze ed assurdit e confesso che molto difficile prendere sul serio questo patetico ometto; ma una volta entrati nel discorso di Fourier si scopre che c qualche cosa da salvare. L. MUMFORD, Storia dellutopia, (1962), trad. it.: Bologna 1969; pag. 82. 16 I. CALVINO, Introduzione a: C. FOURIER, Teoria dei Quattro Movimenti, (1808), trad. it.: Torino 1971; pag. VII. 17 I. CALVINO, op. cit.; pag. VII.

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Questa facilit di rapporti contribuisce a fare del Palazzo Sociale labitazione pi adatta per elevare il livello morale ed intellettuale delle popolazioni;... togliendo alloperaio il sovrappi di fatiche che il vivere isolato comporta, gli lasciano pi tempo libero per iniziarsi al progresso ed alla vita sociale con la lettura dei giornali e dei libri che una biblioteca, facilmente organizzabile, rende accessibile a tutta quanta la popolazione... Nel Palazzo Sociale la luce deve penetrare ovunque in abbondanza: nessun gabinetto buio e nessun luogo oscuro; la luce e lo spazio sono le prime condizioni per la pulizia e ligiene. Per questo tutto nel Familisterio abbondantemente illuminato cos come tutto largamente provvisto di aria e di acqua. Lo spazio dedicato agli usi comuni, lampiezza dei cortili, i giardini e i sentieri che circondano questo palazzo, tutto concorre a far penetrare ovunque aria e luce 18. Alla sua morte Godin lasci la fabbrica e il Familisterio agli operai, i quali proseguirono nella gestione di tipo cooperativo che gi lindustriale da qualche anno aveva istituito. indubbio che lesperienza di Godin nella quale, daltra parte, si possono scorgere numerosi elementi che caratterizzeranno il concetto lecorbusieriano di Unit dabitazione, tuttaltra cosa rispetto alla proposta di Fourier. Essa ha avuto successo soprattutto in conseguenza di fattori particolari e non facilmente ripetibili, primi fra tutti lintelligenza e limpegno sociale del suo creatore. Egli, bench affascinato dalle teorie del Fourier, seppe rinunciare a taluni aspetti che qualificavano anche fortemente il concetto di Falansterio (ad esempio, lannullamento dellidea di famiglia), in modo da render pi concreta e, perci, accettabile la proposta. Non va poi dimenticato che il Familisterio direttamente collegato ad una produzione di carattere industriale e non agricolo, contrariamente a quanto avevano prefigurato Owen e lo stesso Fourier: la realt e lutopia fanno pur sempre parte di due mondi diversi, ma luna e laltra mantengono un loro proprio ruolo per lavvenire dellurbanistica.

I primi interventi a carattere sociale e linizio della moderna legislazione urbanistica


Dalle descrizioni di Engels e da tutto quanto si detto riguardo al fenomeno dellurbanesimo in Inghilterra si comprende facilmente che le condizioni in cui si trovavano le citt industriali, se erano cattive sotto molti aspetti, erano addirittura pessime dal punto di vista igienico. Non diversa si presentava la situazione in Francia. Nel 1848 Victor Considrant, seguace di Fourier, scrive: Tutte le finestre, tutte le porte, tutte le aperture sono altrettante bocche che chiedono di respirare; e al di sopra di tutto ci potete vedere, quando non c vento, unatmosfera di piombo, pesante, grigia... Parigi unimmensa officina in putrefazione, dove la miseria, la peste, le malattie lavorano insieme, dove aria e sole quasi non penetrano. Parigi un brutto posto, dove le piante si intisichiscono e muoiono, dove ogni anno su sette bambini ne muoiono quattro19. Daltra parte lo stesso Godin e lo si visto descrivendo il Familisterio, mette particolarmente in evidenza quegli elementi che contribuiscono a farne un luogo salubre e parla con insistenza di aria, di acqua, di spazio e di luce. proprio partendo dalla constatazione della drammatica situazione in cui versano le citt paleoindustriali che si cominciano a prendere dapprima in maniera sporadica, poi pi organicamente quei provvedimenti nei quali lecito individuare la principale matrice della moderna legislazione urbanistica. Le epidemie, soprattutto quelle gravissime di colera, anche se colpiscono con maggior virulenza l dove nascono, cio nei quartieri operai, non mancano, infatti, di suscitare gravi timori anche tra le classi pi abbienti le quali, ovviamente, non rimangono del tutto escluse dal contagio. A questo proposito significativo questo brano di Honor Croome: ...pi il popolo si concentra nelle citt... e pi diventa necessario che la condotta di ciascuno si conformi ad un modello stabilito. Per esempio, la salute di un abitante della citt non pi solo un affare suo, perch la malattia di cui affetto pu contagiare i vicini con maggiore probabilit di quanta ne abbia un abitante delle campagne in una casa isolata... Cos, seguendo lo sviluppo del capitalismo, ci troviamo di fronte ad una situazione paradossale: lidea individualista distrugge la vecchia solidariet, e rende possibile lo sviluppo del capitalismo; questo a sua volta, aumentando la dipendenza reciproca, favorisce il ritorno di quella stessa solidariet20. In Inghilterra, a partire soprattutto dal 1830, furono svolte numerose inchieste sulle condizioni igienico-sanitarie
J.-B. GODIN, La richesse au service du peuple: le Familistre de Guise , (1874), citato in: F. CHOAY, La citt. Utopie e realt cit.; pagg. 140-141. 19 II brano citato in: M. RAGON, Storia dellarchitettura e dellurbanistica moderne, (1971), trad. it.: Roma 1974, vol. I; pagg. 38-39. 20 H.M. CROOME e RJ. HAMMOND, Storia economica dellInghilterra, trad. it.: Milano 1951; pag. 263.
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delle citt industriali e dei quartieri operai in particolare. In conseguenza di ci, nel 1844, fu varata una legge secondo la quale si stabilivano, tra laltro, i requisiti igienici minimi per gli alloggi da dare in affitto. Nel 1848 si ha una nuova legge, molto pi organica, che definisce un pi avanzato concetto di pubblico controllo. Larticolo 1 di tale legge comincia cos: Poich nuovi e pi efficaci provvedimenti debbono esser presi per migliorare le condizioni sanitarie delle citt e dei distretti popolosi in Inghilterra e nel Galles, conviene che la fornitura dellacqua a queste citt e distretti, le fognature, i drenaggi, la nettezza urbana e le pavimentazioni siano per quanto possibile poste sotto un solo e medesimo organo locale di gestione e controllo, sottoposto alla supervisione generale pi sotto indicata... 21. Con questa legge, il Public Health Act, per la prima volta, in Inghilterra, si tende ad intervenire nei confronti della indiscriminata libert della propriet privata che viene ad essere adeguatamente limitata a favore dellinteresse pubblico. Anche in Francia si fanno inchieste e si promulgano leggi. La pi importante, approvata nel 1850 su proposta di Anatole de Melun, assume un significato grandissimo nel campo della moderna legislazione urbanistica in quanto introduce il concetto di esproprio anche nel caso di risanamento di quartieri di abitazioni. Sar facendo leva su questo importante strumento legislativo che, a partire dal 1853, Haussmann potr intervenire in maniera cos radicale sul tessuto urbano di Parigi.

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Citato in: L. BENEVOLO, Le origini dellurbanistica moderna cit.; pag. 132.

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