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numero 25 anno IV - 4 luglio 2012


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L.B.G. BILANCIO O CAMEL TROPHY O ORDALIA Giuseppe Longhi MONTI: PIANO CITT. LELOGIO DELLA LENTEZZA Massimo Cingolani IL CENTRO SINISTRA TRA CLAN FAMILISMO E CERCHIO MAGICO Elisabetta Strada e Anna Scavuzzo BILANCIO: SOGNO DUNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Giacomo Marossi SPAZI VUOTI URBANI E SPAZI DI POLITICA: UNDER 30 Tommaso Sacchi UN OCA A MILANO: OFFICINE CREATIVE ANSALDO Marco Pietripaoli GENERAZIONE EXPO: GIACIMENTO DA SCOPRIRE Giacomo Selmi e Antonio Sileo LA MOBILIT ELETTRICA A MILANO Giovanni Dapri e Laura Pogliani PGT: LA CITT DEI SERVIZI Gianfilippo Pedote COM DIFFICILE FARE FILM A MILANO VIDEO BASILIO RIZZO: IL TRAMONTO DI LIGRESTI LA NOSTRA MUSICA LETTER TO THE LORD canta IRMA Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Paolo Bonaccorsi TEATRO a cura di Emanuela Aldovrandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org

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BILANCIO O CAMEL TROPHY O ORDALIA Luca Beltrami Gadola


A dire il vero ci voleva poco a immaginare cosa sarebbe successo dopo lannuncio dellintroduzione delladdizionale IRPEF e dellaumento del costo del biglietto dei mezzi pubblici. Abbiamo offerto ai nostri lettori loccasione di sentire e vedere con le loro orecchie e i loro occhi quello che gli assessori Tabacci e Maran hanno detto al riguardo: abbiamo caricato su YouTube lintera conferenza stampa e pensiamo di ripetere la cosa quando gli argomenti in discussione siano di grande interesse. Il numero di visitatori al sito conforta: il pubblico vuol farsi unopinione diretta e non mediata da stampa e televisione. Purtroppo quello che non possiamo fare con i nostri mezzi ripetere la stessa cosa con chi ha espresso le sue opinioni sulla manovra di bilancio e sugli aumenti tariffari. Ci spiace perch avremmo potuto fare una sorta di galleria di ritratti di famiglia di facce di bronzo e di personaggi che ricordano Gabriele Paolini, il famoso disturbatore televisivo: lansia di comparire. In breve riassumiamo i termini del problema. Entro il 31 agosto debbono essere presi i provvedimenti per salvare il bilancio del Comune da rischio o dinsolvenza o di tagliare i servizi e andare alla cosiddetta macelleria sociale. Il buco di bilancio, gi noto e accertato dai revisori prima del cambio di Giunta, di 176 milioni che hanno buona probabilit di diventare 296 per alcune sopravvalutazioni e altre questioni tecniche. Far finta di niente vuol dire non tener fede al cosiddetto Patto di stabilit, quella serie di norme derivanti dal Trattato di Maastricht che impone ai Paesi che partecipano allUnione monetaria di mantenere un rapporto deficit/PIL al di sotto del 3% e che il Governo ha ribaltato sugli enti locali. Non tener fede al Patto di stabilit avrebbe comportato per il Comune minori trasferimenti dallo Stato per 90 milioni e il taglio obbligatorio delle spese correnti (tra cui ovviamente i servizi) per 353 milioni. In questa situazione la Giunta delibera di operare tagli per 50 milioni, di avviare ulteriori operazioni di risparmio e, apriti cielo, di adottare anche per Milano laddizionale IRPEF nella misura dello 0,2%. In concreto come va a finire per i milanesi? Chi ha un reddito inferiore ai 26 mila euro 450.000 contribuenti - non ne soffrir per nulla, esente, chi ha un reddito tra i 26 i 33 mila 121.000 contribuenti pagher mediamente 57 euro lanno e infine i restanti 332.000 contribuenti pagheranno 130 euro. Allora a conti fatti i meno colpiti pagheranno 15 centesimi di euro al giorno un ottavo di un caff mentre i pi penalizzati pagheranno 35 centesimi al giorno, un terzo di un caff. Con tutto il rispetto dei redditi altrui, soprattutto i pi bassi, questi mancati sorsi di caff hanno spinto il nuovo duo De Corato-Masseroli uniti nellesprimersi ringhiando - a dichiarare che Pisapia e Tabacci sono due Gabellieri, sostenuti dal coretto del centro destra e dallineffabile Salvini che si dimentica per loccasione di essere dello stesso partito di Tremonti, il famoso strangolatore degli enti locali, uno dei responsabili di questa situazione e re del meccanismo di far pagare agli altri. Questa manovra porter nelle casse del Comune 41 milioni: tanto per capirci appena quattro volte quello che Letizia Moratti ha speso per la sua campagna elettorale. Qualcuno a sinistra ha detto che sarebbe andato sulle barricate per impedire questo massacro: una iperbole o la sindrome di Paolini? Tra chi ha strillato per dovere di ufficio, pur approvando la manovra, c pure chi ha suggerito di pigiare lacceleratore sul fronte delle dismissioni con i soliti due canali: vendere immobili e dismettere aziende possedute o partecipazioni. Azzerare il patrimonio del Comune? Non so se sia la strada giusta. Privatizzare passando dalla mano pubblica al monopolio naturale o di fatto a favore dei privati? Cosa ci dicono gli esempi cha abbiamo sotto gli occhi in merito alla vantata efficienza dei privati? Gli ultimi episodi di malasanit ci sono sfuggiti? Un solo appunto a chi ha gestito la manovra di bilancio: se tanta, troppa gente, non ha capito molto e rischia di penalizzare la Giunta, forse qualche critica a chi si occupa di comunicazione va fatta.

MONTI: PIANO CITT. LELOGIO DELLA LENTEZZA Giuseppe Longhi


Il governo del presidente Monti ha inserito interventi di riqualificazione a beneficio di 20 citt, nel quadro dei provvedimenti per la ripresa economica: IL PIANO CITT. Intervento felice nella logica, perch conferma la citt come il luogo propulsore dello sviluppo, per la sua capacit di concentrare creativit, saperi e risorse umane, in sintesi capacit e opportunit. Corollario a questo ragionamento la constatazione che la spinta allo sviluppo del paese direttamente proporzionale alla dimensione delle citt e alla loro intensit di connessione in rete; una constatazione che rivaluta il virtuoso effetto delle grandi e complesse iterazioni fra uomini e diversit, liberando metropoli e megalopoli dalla maledizione della cultura architettese, che fa delle grandi conurbazioni lorigine di gran parte dei malefici sociali e ambientali. Meno felice lapplicazione del piano, a favore di interventi di modesta dimensione economica, poco innovativi, localizzati prevalentemente in singole citt di media e piccola dimensione, presentati con un linguaggio pi vicino alla cultura assistenziale dei lavori socialmente utili che alla cultura innovativa della rigenerazione urbana, punto chiave delle politiche europee dalla Convenzione di Lisbona a Europa 2020. Nel provvedimento domina la modestia e una sostanziale difficolt nellagganciarsi ai programmi europei. La modestia in perfetta coerenza con i contenuti del Documento di Economia e Finanza 2012, un saggio su come aspirare a restare a pieno titolo in Europa programmando di viaggiare a velocit ridotta rispetto agli obiettivi comunitari, sopratutto riguardo alla crescita delle risorse umane. Infatti, il documento programmatico rimane al di sotto degli obiettivi di Europa 2020 sia per quanto riguarda le risorse umane (50% la quota dinvestimenti dedicati alla ricerca, +38% la quota degli abbandoni nella scuola primaria, -38% la crescita dellistruzione terziaria), sia riguardo allo sviluppo sostenibile (perch ugualmente sono pi alti sono i livelli di emissione programmati ed ridotta, anche se in modo

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www.arcipelagomilano.org non sensibile, la quota di produzione di energia non rinnovabile). Positiva eccezione la promessa di un Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di CO2 e di un Piano nazionale per ladattamento ai cambiamenti climatici. La difficolt di agganciarsi ai programmi europei confermata dalla tendenza emersa dai provvedimenti a favore delle smart city per il mezzogiorno e a favore delle piattaforme o cluster tecnologici nazionali, il cui numero e processo di formazione non collimano con le procedure comunitarie. E succede anche con i provvedimenti a favore delle citt, che hanno poco in comune con i programmi simili promossi dallUE. Questa dicotomia ci costa cara perch: 1) le iniziative nazionali con molta difficolt contribuiscono alla nostra integrazione comunitaria; 2) il loro accesso ai finanziamenti UE difficile, per deficit di requisiti, e questo, in momenti di scarsit di risorse, non un piccolo inconveniente. Eppure la Comunit riguardo alla rigenerazione urbana disegna un chiaro quadro, le cui componenti principali sono: ripensare la morfologia urbana, first people, un modello di sviluppo metabolico, pensare le citt come centri di esportazione. 1) Ripensare la morfologia urbana. La tendenza comunitaria di ripensare lo spazio europeo come un sistema megapolitano policentrico, affidando ai nuclei maggiori il ruolo di generatori di politiche collaborative, in grado di coinvolgere un ampio reticolo urbano. A questo fine il programma connecting invita lItalia a pensare tre grandi nodi megapolitani (i grandi nodi di connettivit) in sinergia con un sistema policentrico di circa 20 citt, la cui rigenerazione ad alta qualit cofinanziata dal Fondo europeo citt regioni. Questo dovrebbe essere il motore di rigenerazione del sistema Italia. E Milano sarebbe un nodo naturale di tale sistema, essendo definita dalla programmazione comunitaria una megalopoli del primo ordine. Occorre essere consapevoli che per affrontare la globalizzazione indispensabile liberarsi del mito del piccolo bello, a favore di poli megapolitani di alta logistica, ossia con forte integrazione di infrastrutture naturali, immateriali (ad alto livello di TLC) e fisiche (a basso consumo di materia), con sistemi di gestione smart evoluti, capaci di coinvolgere in politiche generative unampia nuvola di citt. Orientare il nostro sistema amministrativo a questo modello collaborativo non sar facile, e ancor meno stimolarlo a un dialogo ad alta qualit con lesterno, ma questa una delle condizioni della sopravvivenza del sistema Italia; 2) First people. Sar la parola dordine del prossimo programma quadro perch, come ricordano gli urbanisti interpellati in occasione del progetto Randstad 2050 in questo momento di crisi sono improponibili i soliti investimenti in strutture fisiche; occorre riequilibrarli con investimenti per leconomia e le infrastrutture sociali, rivalutando il ruolo delleducazione e proponendo nuovi modelli di vita anzich piani di sviluppo fondiario. La questione non perch importante investire nella citt? ma perch importante investire nella gente. Si investito troppo nei luoghi e troppo poco sulla gente. Il prossimo FP8 (Framework Programme 8) sar fortemente innovativo per la crescita delle risorse umane, una vera sfida per gli amministratori pubblici, che sono chiamati a stimolare ambienti di didattica e di ricerca, accademici e non (oggi in stato di discreto torpore, a guardare dal loro posizionamento nelle classifiche internazionali), per stimolare linnalzamento dello standard della scuola dellobbligo e di quella terziaria, che non coincide pi necessariamente con luniversit; 3) Un modello di sviluppo metabolico. Le citt sono destinate alla riconversione secondo le regole dei sistemi biologici a ciclo chiuso e dellinclusivit dei sistemi sociali, questo porta alla rivalutazione dellinfrastruttura verde urbana e allaumento della biodiversit, obiettivi supportati dai programmi Life e Natura 2000; 4) Pensare le citt come centri di esportazione, quindi generatrici di nuove relazioni e nuova occupazione. Le Pubbliche Amministrazioni devono essere capaci di esercitare una chiara leadership supportata da processi di condivisione, per gestire i reticoli megapolitani in modo immaginativo e collaborativo, per dare vigore allidea dello sviluppo della citt come grande impresa collettiva ad alto saggio di inclusione, in grado di sviluppare intense relazioni a livello internazionale. evidente che tra fattori del declino dellItalia si possano annoverare il localismo escludente delle politiche urbane e lincapacit delle metropoli a connettersi con le nuove opportunit del mondo globalizzato. Se luscita della crisi dellItalia deve passare attraverso una nuova leadership metropolitana lora del risveglio di Milano, per cui urgente che: - il Piano intercomunale avvii il progetto collaborativo della nuova megalopoli policentrica; - le rappresentanze degli imprenditori si convincano che il mondo non finito con la deindustrializzazione, guardando ad esempio a Singapore, e riflettano sulle nuove forme di imprenditorialit con cui fare rete nel mondo globalizzato; - i politici si confrontino con le nuove dimensioni dello spazio della metropoli, i cui confini sono dati dalla morfologia delle risorse naturali, oltre che relazionali e cognitivi, superando lideologia della citt allargata alla provincia; - gli operatori dellistruzione terziaria propongano un serio piano di riforma strutturale di scuole riorganizzate per scopo, capaci di fornire adeguati servizi di long life learning, perch le risorse umane sono il fattore strategico della crescita; - le risorse naturali diventino la forza guida per lo sviluppo di una megalopoli autosufficiente, dal punto di vista energetico e alimentare. Non tutto, ma limportante riprendere consapevolezza del ruolo di Milano capitale di una megalopoli del primo ordine, capace di reinstradare il Paese sulla via dello sviluppo, facendolo uscire dalla falsa illusione dei piccoli piani a sostegno delledilizia e del poter viaggiare a velocit ridotta rispetto agli standard quantitativi e qualitativi della nostra comunit di europei.

IL CENTRO SINISTRA TRA CLAN FAMILISMO E CERCHIO MAGICO Massimo Cingolani


Le vicende familistiche della Lega, che ne hanno iniziato fortunatamente il processo di degrado e dissoluzione, meritano un approfondimento sul ruolo del clan allinterno dei partiti. Questo ci permetterebbe di comprendere il motivo della stagnazione delle classi dirigenti, a prescindere dallet anagrafica. Pi di mezzo secolo fa fu pubblicato il famoso testo di Edward Banfield,

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www.arcipelagomilano.org esponente autorevole del pensiero conservatore americano, The Moral Basis of a Backward Society, sui suoi studi compiuti a Chiaromonte, una comunit della Basilicata, nel quale cerca di comprendere alcune delle cause della modernizzazione diseguale della societ italiana, grazie al concetto, divenuto famoso, del familismo amorale. Si tratta di un atteggiamento che ispirato alla regola del massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia dorigine, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo, e che quindi contrario al senso civico e completamente privo di fiducia nella collettivit. Questo comportamento possiamo dire che il tratto unificante del nostro paese, i leghisti hanno provato a dire che loro erano diversi, ma alla prova dei fatti, nulla di pi falso. Anzi in maniera abnorme il clan si trasformato in partito, il cosiddetto cerchio magico. I dirigenti che non si adeguavano venivano emarginati, i soldi pubblici distribuiti solo a pochi, i figli promossi a posizioni di potere senza alcuna esperienza o titolo di merito. Forse nel nostro sistema economico e politico sopravvivono dei comportamenti che hanno origine nella nostra storia medievale. Un libro di Jacques Heers, Il Clan Familiare nel Medio Evo, spiegherebbe perch certi comportamenti siano caratteristici di tutto il nostro paese. Infatti nel testo analizzata la situazione italiana dai cantoni montani della Alpi al Sud. Lungo tutto il medioevo la carenza dellautorit centrale del sovrano o del potere dellamministrazione comunale nella citt provoca la formazione di gruppi sociali naturali o artificiali, sembra la situazione odierna. Nella storia dEuropa, lautorit del principe riusc a limitare questa realt con la nascita dei grandi regni, in Italia no. La storiografia marxista, che ha sempre visto lo sviluppo umano, come storia di lotta di classi, ha sottovalutato questi aspetti, tant vero che li ritroviamo in vari ambiti nazionali, dallimpresa, ai partiti, Grillo incluso. Non sempre si riesce a sfuggire al proprio passato. Il concetto di clan si evoluto, quello che una volta era strettamente parentale ora si sviluppa attraverso nuove forme. Ad esempio i compagni di scuola, doratorio, ecc.. nella politica, le lobby in senso negativo nella societ: notai, tassisti, farmacisti. Quello che gli conferisce una caratteristica riprovevole la totale assenza del concetto di merito e competenza, sostituito da fedelt e affidabilit (in funzione non positiva). Attualmente nel centrosinistra non molto diverso, in assenza di congressi, e con solo le primarie, quando non sono plebiscitarie ma con una reale competizione, come elemento di partecipazione, la selezione delle classi dirigenti avviene per cooptazione, le correnti si trasformano in clan e il ricambio, anche quando anagrafico, sempre allinterno di questa logica. Visto che comportamenti di questo tipo impossibile limitarli, almeno li si potrebbero regolamentare, ad esempio rendendo pubblico chi lo sponsor di un giovane dirigente, oppure facendo in modo che figli, famigli, mogli e/o mariti di leader si cerchino i voti almeno in unaltra provincia, come si fa tra i Carabinieri, o come si praticava forse nel vecchio PCI. Questultima battuta pu sembrare provocatoria, ma nascondere la realt di certe dinamiche umane, come si fatto nel secolo scorso nei partiti fortemente ideologizzati, pu solo nuocere alla trasparenza e alla credibilit.

BILANCIO: SOGNO DUNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Elisabetta Strada* e Anna Scavuzzo*
Nelle ultime settimane il Consiglio Comunale si riunito quasi ogni giorno. Talvolta per le consuete sei ore, talvolta fino a mezzanotte e oltre. Giugno ci ha visti in notturna per tre volte: il 8, 13, e il 26. E poi, gran finale, la notte fra il 29 e il 30 per lapprovazione del bilancio. La stampa le chiama maratone. Noi abbiamo smesso di dargli un nome. Durante la prima settimana abbiamo approvato una sola delibera, quella con cui s introdotta la tassa di soggiorno. Accordo e votazioni dopo una nottata di dibattimento, allalba. Durante le due sedute notturne successive abbiamo assistito al ritiro di 500 emendamenti in un sol colpo; e nella successiva seduta altri 700 caduti come foglie dautunno; nel corso delle sedute notturne abbiamo potuto portare al voto solo qualche emendamento, il dibattito stato appesantito da decine di subemendamenti. La settimana successiva non iniziata meglio: la seduta del 18 giugno si conclusa poco prima della mezzanotte, senza completare la votazione degli emendamenti, senza la chiusura della delibera. Le sedute notturne sono un supplizio: dopo qualche ora giustamente la stampa si defila e rimaniamo noi consiglieri, stanchi e svogliati, a ripetere un teatrino consumato fatto di racconti sullinvasione delle cavallette nellantico Egitto, sui vespasiani nei tempi degli antichi romani, sulla rotonda di Gambara. Interventi intervallati dalla lettura ripetuta di articoli di stampa con lintervista a questo o quellassessore. Tirare tardi. Impegnarsi per ritardare lapprovazione delle delibere, ostruzionismo: strategie che ormai sembrano consuetudine per dar voce allopposizione. Immancabilmente, a ogni delibera importante, arriviamo in aula con centinaia e centinaia di emendamenti, che vengono prontamente sub emendati in un rituale potenzialmente senza fine. La parola fine viene messa solo quando si arriva a un accordo, ovviamente. Questa nota non vuole essere un gioco matematico, ma suggerisce qualche riflessione a partire da un rapido conto economico sul costo delle sedute del Consiglio, sic stantibus rebus. Sacrosanti il dibattito democratico, il confronto che d spazio a posizioni diverse, un regolamento che tuteli maggioranza e opposizione. Attenzione, per, perch quando si abusa del regolamento, della possibilit di emendare e sub emendare, di avere tempo e voce in Consiglio si arriva a un dispendio di energie, di tempo e di denaro che non ci fa onore. Il tempo, le energie e i denari potrebbero e forse dovrebbero essere impiegati meglio, soprattutto a vantaggio della citt e dei nostri concittadini. Vd. tabella * Si aggiungano le spese della carta per la stampa di centinaia di emendamenti: ogni foglio contiene un emendamento, ogni emendamento va consegnato a ogni consigliere. Quindi: 48 consiglieri x circa 600 emendamenti, a cui si aggiungono centinaia di subemendamenti, per ogni consigliere... Difficile perfino fare una stima del numero di stam-

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pe effettuate (sta per essere depositato un ordine del giorno che chiede che venga consegnata una copia degli emendamenti ogni tre consiglieri - perlomeno di maggioranza anzich a tutti, per ridurre la quantit di carta utilizzata); * Da considerare anche le spese di elettricit per luce, strumentazione, condizionatori, e quelle generali di gestione dellaula e delle aule adiacenti; * Aggiungiamo il costo delle cene che Milano Ristorazione trasporta per i consiglieri e il personale del Comune impegnato a lavorare: circa 1.250 a cena, anche se da questa cifra va tolto il contributo che ogni consigliere paga (corrispondente al costo al vivo del pasto, cio 4,40) e il contributo che pagano tutti i dipendenti (pari a 1,06). Il gettone per i consiglieri varia in base al numero dei Consiglieri presenti ed da conteggiare solo per le sedute in prima convocazione: la seconda considerata proseguimento della prima, quindi non porta gettone, (una seduta da quattro ore e una seduta fiume con prima e seconda convocazione come alcune di giugno portano al consigliere lo stesso gettone, tanto per essere chiari). Alcune riflessioni dopo i dati: * facciamo un gran parlare di spending review e di efficientamento dei costi della politica: possiamo chiederci quale sia il numero medio di sedute necessarie ad approvare ogni singola delibera? Se parlassimo in termini economici ci richiameremmo al concetto di profittabilit delle riunioni. Siamo consapevoli che i costi della politica comprendono i costi - chiamiamoli cos - della democrazia e che la profittabilit non determinabile come se fossimo in unazienda: per in questo consiglio comunale lelefante partorisce sempre un topolino, ma sfamare lelefante costa molto! * la durata delle sedute e i loro orari: sostenibile affrontare in quindici giorni quattro sedute notturne? Sostenibilit in termini di resistenza

fisica e di rispetto della salute e dei ritmi di sonno e veglia, che non sono un vezzo n tantomeno un privilegio. E poi sostenibilit economica, perch ogni seduta notturna ha un costo totale pari almeno a 17.000 (pi spese generali) a carico dei cittadini. Larredo delle 28 nuove sezioni di scuola dellinfanzia richiedono investimenti per circa 100 mila euro. Francamente ci sembra un controsenso e un paradosso difficilmente comprensibile. Con spending review si intende il processo che contribuisce a migliorare efficienza ed efficacia della macchina amministrativa per la gestione della spesa pubblica, che permette di spendere soldi laddove necessario, senza sprechi: serve quindi a questo punto, in una fase di pensiero su la spending review, serve una riflessione onesta che coinvolga anche il livello politico, che ha bisogno di (ri)dare qualit alla sua attivit di confronto e ai suoi processi decisionali. La questione che solleviamo non ha lobiettivo di evitarci lavoro notturno o straordinario, infatti non si mettono in discussione le due sedute notturne fatte in un clima di confronto per la delibera sullIMU e per lapprovazione del Bilancio, sedute necessarie per la mole di lavoro e per poter approvare il bilancio entro la data prefissata; quanto mettiamo in discussione sono gli sprechi inutili, il tempo sprecato e al denaro che conseguentemente viene usato senza una reale utilit per la collettivit. Democrazia e responsabilit politica di certo richiedono dialogo e confronto: ma siano di qualit, rispettosi del mandato politico che ci stato dato, nella responsabilit di esercitare i nostri diritti democratici senza sprechi di denaro pubblico. E questo ragionamento ci porta a una seconda considerazione. Serve oggi una riflessione sulla qualit del dibattito politico. I seniores della politica sostengono che noi novelli non siamo abituati alle modalit e ai

tempi del dibattito e del lavoro daula. Di certo vero, non siamo abituate a tutto questo: ma siamo novelle della politica dellaula, non dellimpegno in contesti plurali, non dei processi decisionali, non del confronto e dellassunzione di responsabilit. Rivendichiamo la necessit del nostro stupore e della nostra indignazione di fronte a questo modo ammuffito e rituale di affrontare le decisioni sulla cosa pubblica. E ci impegneremo a mantenere il nostro spirito critico fino alla fine della consigliatura, senza stancarci o demoralizzarci. Il nostro regolamento permette un gioco senza fine di emendamenti, subemendamenti, ordini dei lavori, interventi di ogni tipo, senza riguardo per ci che si dice o si commenta. Crediamo fortemente nella democrazia. Crediamo fortemente nel diritto dellopposizione di far sentire la propria voce e di controllo del lavoro della maggioranza. Crediamo fortemente nellassunzione di responsabilit e civismo, anche in termini di attenzione alla lotta contro gli sprechi e al rendere efficiente la macchina pubblica. Sta cambiando il modo di fare politica, i risultati elettorali delle ultime amministrative lo dichiarano. Siamo convinte che anche in aula vada modificato il modo di far politica. Crediamo che oggi siamo giunti alla necessit di ripensare al regolamento del Consiglio Comunale di Milano per restituire allaula dignit e far diventare i consigli comunali dei momenti costruttivi di vero confronto e dibattito politico, vero servizio della citt. Ci impegneremo per un miglioramento del regolamento del Consiglio per renderlo pi efficace e pi efficiente, che non trasformi il dibattito politico in una gara di resistenza fisica a carico dei cittadini. *Consigliere Comunali della lista Milano Civica x Pisapia Sindaco

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SPAZI VUOTI URBANI E SPAZI DI POLITICA: UNDER 30 Giacomo Marossi


Il tema questo: lo spazio per la politica nella societ oramai molto pi che liquida. Nella societ che ha sgretolato tutti i possibili terrazzamenti della pensabilit; che per parafrasare Zygmund Bauman un campeggio dove tutti vanno e vengono senza lasciare traccia di s, la stessa politica si connotata in questi termini: leader e leaderini diafani che nascono e muoiono in una nota su Facebook, che impazzano sui social network per poi scomparire in un soffio. Lo stesso sbandamento si percepisce nellessenza stessa dei movimenti, dagli #occupy&indignados vari ed eventuali, ai grillini, che sono lipostasi di questa destrutturazione della politica. Ma anche il PD non certo immune, risultando un ammasso pi o meno caotico di persone e personalit che fatica a trovare idee comuni, non per colpa sua, ma perch sfido chiunque a trovare idee comuni solide al giorno doggi. come se la realt odierna fosse una reazione atomica in continua oscillazione energetica, un qualcosa che con computer sofisticatissimi cerchiamo di stabilizzare ma non ci riusciamo mai. E non riusciamo a trovare gli strumenti intellettuali per affrontare questa realt in divenire, o forse siamo cresciuti abbastanza come uomini per capire che inutile. Ma non questo il punto. Il punto che quando si fa politica la realt non va solo interpretata, ma plasmata. la differenza che c n.25 IV 4 luglio 2012 tra lanatomopatologo e il chirurgo. Tra chi constata il decesso e chi deve evitarlo. Se si fa politica ci si pone nella situazione di dover agire per forza. Ma come? Nel momento in cui manca la conoscenza anatomica, o tragicamente parziale, si tratta di curare una malattia sconosciuta. Di introdurre tentativi di cura, sperimentare, inventare nella speranza di trovare LA cura definitiva o comunque migliore. E allora bello vedere la mia generazione che si arrabatta per ritagliare un qualche senso alla sua attivit pubblica, al suo impegno al di l della sfera personale. chiaro che in una societ come la nostra la sfida pi grande di un ragazzo che fa politica il perch??. Era facile trentanni dire: se mi identifico in queste idee (e per queste idee intendiamo un qualsiasi paradigma o sottoparadigma novecentesco) allora mi iscrivo / aderisco / partecipo a questo gruppo. Era pi facile credere in qualcosa, molto pi facile. Ora, proprio limpossibilit di illudersi e dunque di lanciarsi a cuore aperto su grandi ideali che tarpa le ali a una generazione. Troppo delusi, troppo scafati ma anche desiderosi di agire. E allora, lasciando da parte le fascinazioni per i vari guru della rete o della rivoluzione perpetua, ecco che spunta il lato pragmatico della mia generazione. Un ripiegare dallhomo politicus allhomo faber. La politica (intesa in senso generale, come occuparsi della collettivit) fa come la Parietaria officinalis e compare negli interstizi, si prende cura di piccole realt abbandonate, si fa spazio nelle faglie della societ liquida, dove riesce a trovare un po di terra e un po di solidit. E cos nasce nella protesta antisistema lorto degli Indignados in Plaza de Catalunya a Barcellona, fatto da un ragazzo milanese e ricavato nelle aiuole della piazza barcellonese, o loccupazione di un grattacielo abbandonato con il gruppo di giardinaggio urbano (leggi MACAO) o, ancora, i ragazzi del Guerrilla Gardening. Ma andando al di l della lettera botanica potrei citare loccupazione dellex libreria CUEM della statale dove si fa scambio di libri e Microonde libero (vai, porti il pranzo, te lo scaldi e mangi in compagnia). O la palestra autogestita di arrampicata a ZAM (Zona Autonoma Milano Via Olgiati) che offre per i neoappassionati di montagna uno spazio comune per arrampicare. O la palestra, palestra e basta con pesi e bilancieri, che degli altri miei amici stanno facendo nascere in via Torricelli. Anche l autogestita, anche l occupata. Oppure i ragazzi dellassociazione Ape che si ritrovano a gestire 500 giovani a sera in piazza Affari e a lanciare la nuova moda dellestate, riempiono uno spazio normalmente vuoto (e questo credo sia comune a tutte le attivit elencate) e compiono un gesto simbolico contro lo strapo6

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tere finanziario. Oppure il circolo ARCI Check Point Charlie di via Mecenate, che ha rivitalizzato il vecchio circolo PD, aprendo uno sportello di cittadinanza (e di divertimento) allinterno del quartiere. Tendiamo a trovare il lato pratico pi convincente di quello ideale. Certo anche lideale ci piace. Ma va cercato a lungo e nella ricerca fa-

cile illudersi e siamo stufi. Siamo stufi di illuderci e di farci illudere. La morale della favola che nellepoca della rete, la realt conter sempre di pi. Nellepoca del diafano altalenarsi tra verit e incertezza, lavere luoghi tangibili e cose realizzabili importantissimo. Pi importante di avere qualcosa in cui credere. Nellepoca che viviamo vale di pi

un sogno minimo che vediamo con gli occhi che un sogno generale che fatichiamo a inquadrare. A capire o a cogliere. E vi assicuro che se parlerete con questi ragazzi, vi accorgerete di quanto gli brillino gli occhi mentre vi raccontano la loro idea, il resto qualcosa che s vero, ma pi di tanto non li emoziona.

UN OCA A MILANO: OFFICINE CREATIVE ANSALDO Tommaso Sacchi


Una grande oca colorata disegnata da Mario Piazza segnala lingresso di via Bergognone 34, a Milano, sede delle nuove Officine Creative Ansaldo, ormai conosciute in citt con lacronimo OCA, appunto. OCA che pensa, OCA che crea, OCA che va in scena: queste sono le tre anime di cui si compone il progetto delle Officine Creative Ansaldo, che ha portato alla ribalta, mettendole a confronto, realt molto diverse (pi o meno formali, pi o meno strutturate) della creativit in tutte le sue forme: musica, danza, teatro, poesia, moda, arti visive, cinema, design. Per tre giorni (dal 14 alla mattina del 17 giugno) nellarea industriale di via Tortona c stato un no stop di dibattiti, workshop, laboratori per adulti e per bambini, produzioni artistiche, eventi e spettacoli che ha tenuto a battesimo le nuove stecche delle ex-officine Ansaldo, messe a disposizione della cittadinanza e della sua parte pi creativa. 270 sono state le proposte che nel giro di pochi giorni hanno raggiunto i tavoli dellAssessorato guidato da Stefano Boeri: tutte promosse, ovviamente, poich il concetto che sta alla base di OCA non la selezione, ma laccoglienza di tutto quello che nasce dalla mente creativa di Milano e delle sue imprese creative. In questo spazio condiviso hanno avuto dunque visibilit centinaia di idee, frutto del lavoro e del fermento di associazioni, reti e movimenti, cos come di entit affermate da anni nel mondo culturale milanese, dalla Fondazione delle Scuole Civiche ai Laboratori della Fabbrica del Vapore, dal Piccolo Teatro alla Scala. OCA che crea ha avuto a disposizione il primo spazio che incontra il visitatore. Qui hanno pensato, giocato, costruito, prodotto le realt che hanno deciso di fare dellex industria siderurgica il proprio laboratorio temporaneo, uscendo dalle giornate delle Officine con creazioni orgogliosamente made in OCA. Tanto per fare qualche nome, qui hanno lavorato le botteghe artigiane de La Terra del Fuoco, le redazioni giornalistiche di grandi magazine culturali (RollingStone, DoppioZero, Abitare), i gruppi di design del MISIAD, e anche unimpresa innovativa come Vectorealism, che aiuta i neodesigner a realizzare i loro prototipi tridimensionali. La piazza creativa si allarga in un secondo ambiente che collega il cortile di via Bergognone a via Tortona. Qui abita lOCA che va in scena e qui hanno condiviso gli spazi le compagnie di oltre venti teatri, attori, ballerini, musicisti e performer provenienti da tutto il mondo. Come gli artisti della Shanghai Theatre Academy, tra le eccellenze della produzione teatrale orientale, che stata ospite del Piccolo Teatro di Milano e che, in esclusiva per OCA, ha creato un laboratorio sullarte drammaturgica cinese. Momento clou di quest'area dedicata al palcoscenico stata la notte bianca della musica, coordinata da Elita: nella notte di sabato, per pi di nove ore consecutive, hanno suonato musicisti di ogni genere (dal thereminista Vincenzo Vasi - V. Capossela - alle sonorit electro-dj di Sandiego & Electricalz). LOCA che va in scena stata per una notte anche lOCA che non va a dormire. Altro elemento portante delle serate dellOCA stata la partecipazione di massa di tutti i festival cinematografici cittadini che, allinterno dei lotti Ansaldo, hanno portato una selezione dei migliori film premiati durante lultima edizione delle diverse kermesse cinematografiche cittadine oltre al fantastico contributo del Cinema Mexico che ha proposto una versione recitata del celeberrimo Rocky Horror Picture Show. Al primo piano delle Officine, lOCA che pensa ha ospitato in circa 2.000 metri quadri le attivit di workshop, laboratori, tavoli di approfondimento su tematiche fondamentali per la gestione degli spazi culturali della metropoli. La tre giorni partita perci con un tema caldo: "Costruire legalit, far vincere il sociale. Un nuovo modello dei beni confiscati alle mafie": questo seminario coordinato dallAssessorato alle politiche sociali ha visto la partecipazione dei principali protagonisti della gestione post sequestri, dallassociazione Libera ai principali esperti dell'Antimafia. Quindi sono state affrontate altre tematiche centrali per la vita creativa e produttiva di Milano: Imprese creative e culturali: incubazione, coworking e finanziamento start up, LAnsaldo. Presente e futuro delle imprese creative. Spazi della citt, spazi per la citt: quali regole per quali obiettivi. Fondamentale su questi temi stato il contributo di esperienze di altri Paesi, che hanno aiutato ad approfondire le metodologie per applicare anche a Milano la filosofia del riuso, temporaneo o permanente, di spazi vuoti e pubblici. Case studies internazionali sono stati presentati da chi li ha progettati, vissuti, organizzati: La Friche da Marsiglia, Matadero da Madrid, No Longer Empty da New York, grande esempio di riuso di spazi metropolitani abbandonati. Ci si lasciati con un appuntamento estivo, il 19 luglio, al quale i lettori sono tutti invitati (presto sul portale www.comune.milano.it saranno pubblicati gli orari), che rappresenti la sintesi dei lavori della tre giorni di giugno e che sia loccasione, per cittadini e imprese creative, per conoscere la futura destinazione duso degli spazi Ansaldo e per conoscere i modelli di gestione della struttura, frutto dellintensivo lavoro delle giornate dellOCA.

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GENERAZIONE EXPO: GIACIMENTO DA SCOPRIRE Marco Pietripaoli


lano, Cngei Milano e Acli provinciali di Milano e che proseguir per altri due anni. Gex un progetto che vede il coinvolgimento di ragazzi e giovani delle associazioni promotrici di et compresa tra gli 11 e i 18 anni affinch vivano da protagonisti tutte le iniziative e possano coinvolgere tanti loro coetanei non appartenenti alle associazioni promotrici. Questi ragazzi saranno la generazione dei giovani maggiorenni: l'impegno promuovere esperienze di confronto e di riflessione attiva che li aiutino a vivere in modo pi consapevole e maturo, che li aiutino nellazione di ricomposizione personale e sociale. Tutte le occasioni realizzate nell'ambito del progetto hanno anche l'obiettivo di sensibilizzare adolescenti e giovani, proponendo esperienze educative sui temi, che poi saranno quelli dell'Expo 2015 in particolare riguardo a una diffusa e corretta alimentazione e la tutela dellambiente. In questi due anni si sono: * realizzati momenti di conoscenza reciproca delle associazioni promotrici e di condivisione della comprensione del territorio (potenzialit e bisogni) propria di ciascuna realt; * realizzati momenti formativi per gli educatori che conducono il lavoro della rete nelle zone; * definiti tavoli di lavoro nelle Zone della citt di Milano partendo dalle esperienze esistenti, facendo germogliare relazioni e favorire buone pratiche; * stimolate le reti locali di associazioni alla creazione di momenti formativi e educativi sui temi del progetto; * realizzati laboratori educativi per i ragazzi sulle tematiche durante Fa la cosa giusta (marzo), eventi costruiti appositamente durante lanno nelle zone circoscrizionali interessate dal progetto; * gestiti opportuni strumenti di comunicazione (sito internet www.gexo.im, foglio di comunicazione, inviti, etc.) in grado di raccontare alla cittadinanza le occasioni educative presenti sul territorio e le occasioni formative che il progetto e le altre realt stanno realizzando e che sono liberamente fruibili. In questi due anni sono state attivate in otto quartieri di Milano reti interassociative di adulti capaci di sostenere nel tempo iniziative sociali e educative promosse da ragazzi e giovani associati e rivolte ad altri ragazzi e giovani non gi associati. Tra questi hanno trovato opportunit di coinvolgimento anche alcuni ragazzi che stanno vivendo percorsi di uscita da vicende penali, grazie a una forte interazione con lUfficio Penale Minorile del Comune di Milano. Laboratori di cucina, tour in bicicletta, orti comunitari, corsi di fotografia, mappatura luoghi di aggregazione, pulizia di parchi, musica, feste, e decine di altre occasioni sono gli eventi e le proposte che hanno rappresentato lesca per incontrarli e per fargli sapere che nella loro zona sono presenti numerose e interessanti opportunit educative. Per rendere ancora pi efficace lesca, si partiti dai ragazzi vicini alle associazioni e dalla loro capacit di produrre idee innovative. Abbiamo voluto dare una chance al diffuso disagio giovanile ma dentro contesti di normalit, creando occasioni per aprire i contesti associativi di normalit anche a ragazzi normali ma spaesati e a ragazzi diversamente problematici. Durante il lavoro le associazioni si sono accorte che stavano costruendo benessere. Un concetto di welfare legato a stretto giro al tema delleducazione: creare coesione nei territori e invitare i ragazzi a essere protagonisti del loro futuro. Un welfare attivo, non passivo, un welfare come benessere condiviso. Abbiamo creduto che la leva educativa sia una necessit improrogabile in questo processo. Oggi possiamo dire che a Milano ci sono 100 associazioni che hanno raccolto la sfida, si sono esposte e che continueranno a offrire occasioni educative e opportunit per far crescere i ragazzi nellautonomia e per renderli oggi attori del loro futuro.

Gex, un termine veloce, facilmente memorizzabile che in s raccoglie tutta la forza del claim originario: la Generazione Expo rappresentata dagli attuali adolescenti che nel 2015 saranno i giovani - adulti maggiorenni che vivranno levento Expo 2015, e che ne potranno essere protagonisti se sar anche un momento di rilancio del ruolo dei giovani a Milano. Oggi per tempo di frammentazione, incertezza e precariet, soprattutto per questi ragazzi che hanno bisogno di occasioni di riflessivit personale e spazi di appartenenza, utili per dare una personale e originale forma al proprio tempo, che nonostante tutto e sar loro. I ragazzi possono essere una risorsa ?Le associazioni sono al servizio della citt? Queste sono le sfide che il progetto Gex ha rivolto direttamente a questi ragazzi e ai loro educatori (genitori, insegnanti, operatori sociali, volontari, ) intervenendo nei loro contesti di riferimento come i quartieri, le famiglie, le parrocchie, le scuole pubbliche e private, le associazioni, cos da costituire una rete capace di formare ai principali temi che Expo (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita) e ONU (Obiettivi del terzo millennio) indicano come prioritari. 20 gruppi, sezioni, circoli cittadini di tre associazioni; altre 80 associazioni di quartiere coinvolte in otto reti territoriali nelle otto zone periferiche di Milano; 27 iniziative eventi attivit realizzate in due anni sui temi delleducazione, ambiente e alimentazione, coinvolgendo oltre 2.000 ragazzi; decine e decine di volontari coinvolti e solo cinque operatori part time retribuiti. Sono questi finora i numeri del progetto Gex finanziato dal IV Piano Infanzia e adolescenza (L. 285/97) del Comune di Milano e realizzato da Agesci Lombardia, Agesci zona Mi-

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LA MOBILIT ELETTRICA A MILANO Giacomo Selmi* e Antonio Sileo**


Nellambito dellevoluzione smart della citt, la mobilit elettrica rientra a pieno titolo nella lista dei progetti che devono essere discussi, finanziati, sviluppati. Invero con molti problemi che vanno affrontati con decisione prima di metter mano al portafogli. Per parlare di mobilit elettrica bisogna in realt affrontare il problema da due punti di vista distinti. Il primo, anche in ordine temporale, rientra nella sfera della strategia della mobilit ed di fatto la risposta alla domanda se sia effettivamente smart, qualunque sia il significato che si attribuisce il termine (gi abbiamo citato, nellarticolo pubblicato il 6 giugno 2012, la differenza tra le smart city nellaccezione della Comunit Europea e in quella dellAgenda Digitale Italiana), utilizzare le auto elettriche come semplice sostituto uno a uno delle auto tradizionali a combustione interna. Se guardiamo al semplice impatto sulla qualit dellaria in citt, allora forse la risposta s, meno benzina si brucia meglio . Ma gli aspetti da considerare sono assai di pi, e vanno a toccare la sfera dellurbanistica, del progetto della citt e quella della sostenibilit. E qui, evidente che qualcosa sta sfuggendo. Ci limitiamo, per ora, a far notare che a Milano ci sono 63 auto ogni 100 abitanti, contro le 45 di Parigi, 36 di Londra, 32 di Madrid e 20 di New York (dati Legambiente / Metropolitan Transport Commission) e che il consumo di suolo un problema dal quale le auto non sono esenti. Soffermandosi invece sul secondo punto di vista, quello pi freddamente tecnico, uno degli argomenti caldi e pi citati quello della ricarica. Spesso si parla della necessit Tabella 1 di colonnine pubbliche di ricarica nelle strade, per consentire a chi parcheggia lauto a bordo della strada stessa di ricaricarla durante le ore (spesso notturne) di sosta come elemento abilitante per la diffusione dellauto elettrica. Ma siamo sicuri che sia questo il modello migliore? Studi commissionati dalla Commissione Europea (Impacts of Electric Vehicles - Deliverable 5, ICF International, EcoLogic Institute, Aprile 2011) stimano in 1.500/2.000 e il costo di una singola colonnina di ricarica lenta (4 - 8 ore) e tra i 20.000 e i 30.000 per quelle a ricarica veloce (5 - 15 minuti), costi difficilmente sostenibili da unamministrazione locale e forse poco praticabili, nella attuale situazione del mercato dei veicoli elettrici, da una Utility. A fine marzo, in un disegno di legge del Senato sugli spazi verdi urbani, ora all'esame della commissione Ambiente della Camera, stata inserita una disposizione che prevede che le colonnine istallate dal distributore (di energia elettrica) indipendentemente dal loro reale utilizzo saranno pagate dalla generalit dei consumatori elettrici. Questo senza tenere conto n degli studi in materia n del fatto che la grande maggioranza dei consumatori elettrici abbia solo sentito parlare dellauto elettrica e invero non affatto detto che utilizzi lautomobile tout-court. E neppure del giudizio dellAutorit per lenergia elettrica e il gas (AEEG), rappresentata da due dei suoi cinque componenti Alberto Biancardi e Valeria Termini, che nellaudizione del 9 maggio scorso presso la Commissione Ambiente della Camera ha affermato che gli incentivi alla realizzazione di infrastrutture di ricarica per le auto elettriche non devono ricadere sulla bolletta elettrica, ma solo sui nuovi consumatori elettrici mobili. Non solo, bisogna evitare che gli investimenti in sistemi di ricarica diffusi (le colonnine) non si trasformino in investimenti stranded, ossia non recuperabili, escludendo la possibilit di copertura di tali costi attraverso le tariffe elettriche, in caso di rapida obsolescenza. Insomma, forse necessario prevedere un sistema (e gli studi per la Commissione Europea ne suggerissero alcuni) di incentivazione e un modello di business adeguato a sostenere lo sviluppo dellinfrastruttura. Oltre a un adeguato sistema di regolazione del mercato, ma qui lAEEG ha gi dimostrato di essere (pro)attiva. Poich nel settore ci si attende uno sviluppo tecnologico assai rapido, non detto che le colonnine che per ricaricare hanno bisogno di diverse ore siano la migliore delle opzioni. Il costo degli apparati di ricarica rapida, infatti, in forte diminuzione, con costi vicini ai 10.000 euro (connessione esclusa), meno della met di quello due anni fa. Unalternativa analizzata anche dallAEEG data per esempio dalle stazioni di ricarica gestite come servizio post vendita, in tutto simili alle attuali pompe di benzina. Il Comune ha quindi la possibilit di spingere e preparare il primo passo della rivoluzione, ma, come pure dovrebbero fare Governo e Parlamento, deve affrontare la questione non trascurando lequit. *ricercatore (Energibile, I-Com) **ricercatore (IEFE Bocconi, I-Com)

PGT: LA CITT DEI SERVIZI Giovanni Dapri e Laura Pogliani*


In una recente dichiarazione sulla stampa, il presidente di Ance Milano Assimpredil Claudio De Albertis afferma che LAmministrazione ha ritenuto, abbassando gli indici e introducendo lobbligatoriet dellhousing, di comprimere la rendita fondiaria. e conclude che questo potrebbe congelare gli investimenti privati. A nostro avviso invece si tratta proprio di misure che possono contribuire a rilanciare una seria politica di profitto immobiliare, di responsabilizzazione degli imprenditori e non di mera speculazione fondiaria. Nel nostro paese, a differenza di altri stati europei e perfino americani, la rendita prima assoluta e poi differenziale e infine finanziaria (il mattone di carta) ha condizionato pesantemente sia la qualit e attrattivit della citt che quella delle imprese e degli investitori. La recente svolta del PGT di Milano il segnale di un modo diverso di intendere la crescita, come gi discusso nei precedenti articoli comparsi negli ultimi numeri di ArcipelagoMilano: nella fase recessiva del nostro paese diventa infatti urgente la proposizione di un nuovo sviluppo urbano, meno dissipativo delle risorse ambientali e

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www.arcipelagomilano.org urbane. La politica dei servizi ne rappresenta un tassello importante, perch richiede innovazioni significative ed efficaci per contrastare la crescita delle disuguaglianze anche allinterno della stessa citt. Il Piano dei Servizi rivisto si mosso nella direzione di riconoscere un ruolo effettivo alla citt pubblica, superando alcune impostazioni concettuali inaccettabili dello strumento adottato e rafforzando la costruzione di strategie spaziali tese a raggiungere un equilibrio dinamico fra la giusta profittabilit delliniziativa imprenditoriale e il miglioramento complessivo delle dotazioni urbane. In questa ottica la citt si trasforma formando un rapporto reale tra la complessit delle sue attivit e non disgiungendo la pi sensibile delle relazioni, quella che deve realizzarsi tra residenza e servizi. Per dare corpo alla citt dei servizi in primo luogo sono stati riconosciuti (e resi conformativi) tutti i servizi pubblici e di interesse pubblico esistenti di livello urbano e territoriale, ivi compresi quelli privati accreditati: sembra unoperazione scontata ma non possiamo dimenticare che il piano della giunta Moratti assimilava i servizi esistenti, a eccezione di quelli esclusivamente di propriet comunale, al resto del tessuto urbano (consentendo immediate dismissioni e trasformazioni per funzioni private). In secondo luogo stato avviato un progetto di servizi, che ha coinvolto le Associazioni e le Zone del decentramento amministrativo in una fase di ascolto e riprogettazione collettiva nei sei mesi di stesura delle nuove controdeduzioni e che non si fermato, collazionando un nutrito materiale documentario e di proposte che sar messo a disposizione delle Zone. Anche in questo caso la distanza tra il PGT rivisto e quello adottato misurabile concretamente. Infatti ieri il piano programmaticamente trascurava di prevedere nuove aree verdi e attrezzature, dichiarando in modo spregiudicato di affidarsi alla sola sussidiariet orizzontale, cio al supporto, anche creativo, dei soggetti non appartenenti allamministrazione (privati e terzo settore), da catturare con premi volumetrici e soprattutto con lampliamento della nozione di servizio pubblico alle attivit anche a scopo di lucro. Oggi il piano pone le premesse per disegnare la struttura della citt pubblica dei servizi costruendola con le Zone che nel frattempo ricevono sempre maggiori competenze. Obiettivo rispondere ai bisogni emersi, salvaguardare e potenziare i servizi esistenti e produrne di innovativi, oltre a generare le condizioni favorevoli per attrarre produzioni e lavoratori qualificati, studenti e docenti, a scala nazionale e internazionale. Con quali misure e con quali risorse? Sostanzialmente attraverso due meccanismi. Il primo si avvale della perequazione delle pertinenze indirette, gi introdotta dal piano adottato, ma la finalizza a obiettivi pubblici, in una logica profondamente differente. Infatti si tratta di una manovra che non pi pervasiva e destinata ad acquisire aree ovunque cui attribuire diritti edificatori (perfino ai suoli del Parco Sud) per densificare senza limiti la citt esistente, ma al contrario di un processo selettivo che individua solo le aree effettivamente necessarie per realizzare verde attrezzature ed edilizia sociale (uninnovazione rispetto alla gamma precedente) in quantit adeguata ai fabbisogni espressi dalle comunit locali; ledificabilit attribuita ridotta (da 0,50 mq/mq a 0,35 mq/mq) e pu atterrare sui tessuti esistenti senza stravolgerli (perch sono fissati limiti di densit). Linsostenibile dispositivo perequativo del piano adottato stato totalmente depotenziato nei suoi effetti pi deteriori e se ne propone al contrario un uso strumentale per accrescere le dotazioni pubbliche e ridisegnare selettivamente parti di citt. Il secondo meccanismo decisamente pi significativo. Con unastuta acrobazia normativa il piano Moratti commisurava la quantit di aree a standard (con facolt di monetizzazione) al 100% della nuova slp per funzioni private (e al 36% delledilizia sociale), limitatamente alla sola quota eccedente la quantit di slp prodotta dallapplicazione dellindice unico (sia nei tessuti esistenti che nelle ATU). Nel piano rivisto invece lo standard dovuto (nella medesima quota pari al 100% per funzioni private e 36% per edilizia sociale) interamente per la slp di nuova realizzazione o derivante dai cambi duso. stato inoltre introdotta la regola della cessione obbligatoria di tali aree per servizi per almeno il 50% della superficie di intervento (nelle maggior parte delle ATU e nelle ARU con dimensione ragguardevole). Sul fronte ambientale, merita riconoscere lo sforzo compiuto in questi mesi per dare sostanza allipotesi di Rete Ecologica Comunale (REC), allinterno di un disegno di scala vasta per rafforzare i corridoi verdi. Il piano ha effettuato una ricognizione completa dei possibili ambiti di intervento, ne ha disciplinato i requisiti minimi progettuali, ha introdotto la perimetrazione del PLIS Parco Media Valle del Lambro e ha creato le condizioni per realizzare una fascia verde attrezzata, integrata al disegno del Parco Sud Milano e del Parco Forlanini (la cui edficabilit nellATP stata cancellata). Dare respiro alla citt e valorizzare le risorse esistenti: un contributo di sostenibilit di cui garantire presto lattuazione. *Gli autori sono membri della Consulta Tecnico Scientifica CTS per la revisione del PGT.

COM DIFFICILE FARE FILM A MILANO Gianfilippo Pedote


Linvero scorso abbiamo realizzato le riprese di Tutto parla di te, di Alina Marazzi (regista milanese) film che sto producendo con la casa di produzione (di Milano) di cui sono socio, la Mir Cinematografica. Il film uscir questautunno. Tutto parla di te era stato concepito originariamente per unambientazione milanese. La nostra citt, i suoi luoghi, le sue modalit di relazione, avevano ispirato la scrittura della sceneggiatura. Eravamo pronti a fare il film qui. Poi per, sulla spinta di valutazioni produttive e finanziarie, abbiamo deciso che il film lavremmo girato a Torino. In quel periodo unaltra societ di produzione milanese (la Lumire) si era spostata aTorino per girare il nuovo film di Silvio Soldini, Il comandante e la cicogna. Da milanese che ama e tiene alla sua citt in questi anni ho cercato di fare quello che potevo perch potesse consolidarsi una produzione di cinema a Milano, in grado di rispecchiare la ricchezza culturale e sociale della citt e di valorizzare le competenze e le esperienze che ci

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www.arcipelagomilano.org sono. Sono convinto che le immagini del cinema offrono letture uniche di una citt e si proiettano nel tempo, fino a diventare parte del suo patrimonio storico e culturale. Un film che realizzammo qualche anno fa, Fame Chimica, ne pu dare forse testimonianza. Questa volta abbiamo deciso di girare il film a Torino perch diventato pi vantaggioso e semplice lavorare l. La scommessa che quella citt ha giocato per ritrovare un suo ruolo nel cinema italiano ha prodotto buoni risultati. Il comune capoluogo e la Regione Piemonte hanno sviluppato in modo integrato una strategia di lungo respiro che ha dato vita a una Film Commission divenuta un modello per tutti. Grazie a queste politiche negli ultimi dieci anni Torino si vedr ampiamente rappresentata nel cinema. Milano molto meno. E sar un vuoto che sentiremo. Ma perch, concretamente, abbiamo optato per Torino? Anzitutto perch la Film Commission sa cogliere le esigenze di chi produce film e si sforza di capire come pu essere daiuto - cosa che onestamente a Milano stato finora molto pi difficile. A Torino abbiamo a disposizione uffici di produzione molto funzionali, a titolo gratuito, allinterno di un bel Cineporto istituito allo scopo. Siamo brillantemente sostenuti nella ricerca di location, godiamo di facilitazioni pratiche (per lutilizzazione degli spazi pubblici, per i trasporti, per i permessi), abbiamo la possibilit di accedere a un fondo di associazione finanziaria alle produzioni (tramite il FIP, Film Investimenti Piemonte), istituito dagli Enti Locali con la Film Commission. A Milano questo non avviene. La nostra Film Commission stata fino a oggi una cenerentola che si sforzata di fare il suo lavoro con scarsi mezzi finanziari e con scarsa esperienza specifica. Non allaltezza della citt. La Regione Lombardia ha voluto istituire un meccanismo di sostegno per il cinema attraverso un fondo di rotazione per la produzione: un ingranaggio complicato, poco adeguato alle esigenze del cinema, di scarsa funzionalit (al punto che molti produttori che lavevano ottenuto hanno rinunciato a utilizzarlo), gestito con parametri poco chiari e trasparenti. Ne ho unesperienza diretta In Piemonte si stanno studiando convenzioni tra istituti finanziari ed enti locali per avere facilit di accedere a crediti agevolati con garanzie degli enti locali: una delle necessit primarie per chi fa cinema. Qui, dove hanno sede dei principali Istituti di credito, qualcosa del genere non stato neppure concepito: ma certo, per farlo bisogna conoscere bene il cinema... Esiste in Piemonte un fondo di sostegno per il documentario, genere tanto negletto quanto importante per la cultura del nostro paese, che ha permesso che prendessero vita decine di film di ottimo livello, in buona parte realizzati in Piemonte, moltissimi distribuiti allestero. In cambio del loro aiuto in Piemonte si aspettano che i film che ricevono questi supporti producano benefici alla citt. E i benefici arrivano, non solo di immagine, ma anche economici. Si chiede poi che vengano impiegate maestranze locali, con una crescita professionale a livello locale per tutto il settore. Senza dubbio a Milano in questi anni c stato un grave disinteresse per il cinema da parte delle pubbliche amministrazioni, nonostante il comparto audiovisivo sia ancora molto rilevante, per volumi daffari e per personale impiegato. Ma che fatica fare cinema a Milano! Lo sanno i tanti registi e produttori che si affannano a realizzare film in solitudine, con budget tiratissimi e mille problemi, e che sono riusciti comunque, con grande determinazione, a dare vita a film che hanno fatto parlare di una nascente scuola milanese, nel cinema, che si sta formando a dispetto delle difficolt e che ha gi ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. necessario per che si sviluppi finalmente anche qui una politica di sostegno al cinema che valorizzi le grandi potenzialit della citt in questo campo. Altrimenti tutto rischia di spegnersi. Bisogna incalzare gli amministratori pubblici perch sviluppino strategie comuni e integrate, con cognizione di causa e azioni finalmente chiare, trasparenti, condivise con gli operatori del settore. Perch una metropoli mostra la sua vitalit se sa produrre cultura nutrendosi dello spirito della citt. Solo cos Milano potr pensare di rientrare nel grande circuito della cultura internazionale per tornare a depositarvi la sua traccia, la sua visione, la sua realt.

Scrive Gianluca Bozzia a Ilaria Li Vigni e Barbara Mapelli


La scarsissima percentuale di insegnanti maschi, per limitarsi alla professione educativa nelle scuole, una tendenza che ha avuto inizio tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta per motivi anche economici che rispecchiavano l'organizzazione familiare ancora prevalente a quell'epoca in Italia: la donna guadagna meno ma ha tempo per la cura della famiglia e svolge una professione in linea con questa identit educativa. Oggi ci sono meno famiglie, c' meno cura e ci sono diverse aspirazioni professionali, anche da parte delle donne, ma la tendenza rimane per inerzia e per la rigidit del mondo del lavoro. La questione si risolve non appena gli uomini si renderanno conto di cosa si stanno perdendo e reclameranno di avere almeno il 30% di posti riservati nella scuola. Appena gli uomini si accorgono che si possono guadagnare tra i 1.000 e i 2.000 euro, netti, con la relativa certezza di un contratto pubblico da dipendente, pochissimi controlli sulla qualit del servizio erogato, almeno 12 settimane di vacanze effettive (una parte di giugno, luglio, agosto, una settimana a Pasqua e due a Natale), e 40 ore scarse di lavoro a settimana (20 pesantissime ore di aula e 20 per preparare la didattica, valutare le verifiche, approfondire alcuni temi e coordinarsi con i colleghi), torneremo ad avere figure maschili, almeno nell'educazione pubblica.

Scrive Giuseppe Spina a Barbara Mapelli


Analisi correttissima che condivido, ma la realt e che almeno qui in Abruzzo dove vivo io, nonostante il mio curriculum, a detta di tutti molto ricco, la risposta sempre la stes-

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www.arcipelagomilano.org sa: "non abbiamo possibilit di offrirle lavoro"!

Scrive Marco Maria a Sergio Violante


Perch l'aperitivo in piazza Affari solo fino al 4 luglio? Dovrebbe durare tutta l'estate.

Scrive Gemma Martignoni a Paolo Viola


Leggo sempre molto volentieri le sue recensioni sui concerti di musica classica e la ringrazio per le sue parole che esprime in merito allOrchestra Verdi. Domenica sono andata anchio allAuditorium apposta per sentire la bellissima musica di quel grande compositore: aijkovskij. Concordo con lei sulla bravura del giovanissimo Sergey Dogadin e sui suoi appunti sulla direzione della Direttrice Zhang Xian. Nel sentire la Sinfonia n. 5 ho rivissuto i momenti iniziali della Verdi, quando il Maestro Delman insegnava ai nostri ragazzi questa Sinfonia.. Le sue parole, il farli entrare nel pathos della musica. Io ero presente e le assicuro che sono stati momenti che non dimenticher.. Ha ragione quando dice che necessario capire ed entrare nellanimo del compositore per riuscire a fare eseguire queste Sinfonie. I maestri Muti e Chailly ci avevano regalato questa emozione! Cosa ne pensa dellesperimento fatto allImperial College di Londra, dove i ricercatori hanno voluto farci credere che basta fare una macedonia di suoni per fare venire fuori della musica?

Replica Paolo Viola


Gentile Signora, la ringrazio delle sue cortesi parole. Purtroppo non sono stato un estimatore di Delman e lo sono ancor meno di Muti (anche se credo che con gli anni, poco a poco, nonostante la sua innata noiosit, stia maturando musicalmente). Mentre sono dellopinione che la Verdi sia stata formata prima da Giulini (anche lui un direttore maturato in tarda et) e poi da Riccardo Chailly (che non bravo in tutto, ma certamente bravo in tante cose). Oggi sarebbe bello che venisse valorizzato il giovane Jader Bignamini, che credo abbia un talento straordinario cos come lo aveva Noseda (che purtroppo ce lo siamo lasciati scappare). Per quanto riguarda i ricercatori dellImperial College posso solo segnalarle un pensiero di cui purtroppo non ricordo lautore (Adorno?): la musica una accozzaglia di suoni che rimangono tali fino a quando non trovano lorecchio che sappia ascoltarli.

IL NOSTRO CARNEADE
La legge elettorale regionale chiara. Si elegge il presidente e vince chi ha un voto in pi. il candidato a presidente che determina le liste apparentate. Non ci sono gli esami di riparazione del secondo turno. Per questo in tanti vogliono evitare le primarie. Anche nel Pd. Nonostante lo statuto sia chiaro: Il Pd Lombardo ricorre allo strumento delle elezioni primarie per la selezione dei candidati alle cariche istituzionali monocratiche (Sindaco, Presidente della Provincia e Presidente della Giunta regionale). E qualcuno ricorda che si potrebbe ricorrere alla magistratura per far rispettare lo statuto. *** Colaninno candidato. Siamo preoccupati! Un'altro Carneade! *** I massimi sostenitori di una candidata donna alla presidenza della Lombardia sono in Cgil non vedono lora di cambiare segretario. ***

Via da Roma. Candidati solo alle regionali. La rivoluzione maroniana parte dai sondaggi che danno la Lega in calo verticale. Solo il presidente della regione la pu salvare dicono, dimentichi di averlo gi avuto nella persona di Paolo .. (fate uno sforzo e forse ve lo ricordate) *** Voglio essere la terza via tra conservatori e liberisti. Boeri si candida a che cosa non chiaro, ragionevolmente a fare il parlamentare: insomma la teoria del piatto ricco mi ci ficco fa sempre pi proseliti. Ma ha anche chiesto un congresso per Milano, tra i primi a rispondere Roberto Caputo consigliere comunale gi 22 anni fa che ha totalizzato 274 preferenze alle ultime elezioni comunali. Perch sceglierselo come interlocutore si sono chiesti molti? Ma ovvio non del congresso del Pd parleranno ma della scissione Saracino dellMS. Bei tempi quelli di prendi la spranga e diventa katanga. Last but not least il Pd discute di cose che sono gi state decise dalla giunta, premasticate da altri se vero per basterebbe avvisarlo

prima, in fondo da un po' hanno inventato telefoni ed email. *** Repetita juvant. D'Alfonso chiede le dimissioni di Boeri. Ancora? un ossessione. Masseroli lo difende. Ancora? un ossessione. La Rozza etc etc *** Dopo il meeting a Bari con Emiliano, De Magistris e Orlando ci si domanda sempre pi spesso: Ma alle politiche Pisapia dove sta? Con chi sta? E soprattutto chi candida? Pare che siano aperte le iscrizioni, ma lo sportello qual'?" *** Formigoni servo dei comunisti sestesi. La reazione dei milanesi del Pd alla scelta di Sesto come sede della citt della salute conferma che della citt metropolitana parlano tutti ma non ci crede nessuno o forse non sanno che per met dei milanesi si arriva prima a Sesto che in Duomo. Il commento pi divertente quello di un parlamentare: Penati ancora tra noi. ***

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RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Concerti e programmi
Prima di chiudere per la pausa estiva seguiremo ancora qualche concerto fra i pochi che ci verranno proposti in estate ci prendiamo la libert di riproporre il pezzo del 12 febbraio 2009, con il quale pi di tre anni or sono, insieme ad ArcipelagoMilano e quasi per gioco, nasceva questa nostra rubrica di musica e che da allora ha accompagnato per ben 155 numeri tutte le uscite del giornale. Quel pezzo si intitolava Sentir musica a Milano e diceva testualmente: Pochi milanesi o lombardi sanno di vivere in uno dei rarissimi luoghi al mondo - insieme a Parigi, Londra, Berlino, New York e a non molte altre citt - in cui possibile ascoltare, con elevatissima frequenza, e dal vivo, i pi grandi interpreti ed esecutori di musica colta. Se facciamo un rapido calcolo di quante persone vivono in queste poche grandi citt musicali e quale modesta percentuale di essi abbia la disposizione danimo per frequentare le sale da concerto, ci rendiamo facilmente conto che la fortuna di poter ascoltare tanta musica di cos grande livello artistico e professionale arride a una sparuta minoranza di esseri umani; e noi abbiamo questo privilegio in casa! Milano infatti, oltre a ospitare quel monumento musicale straordinario che il teatro alla Scala, dispone di altre magnifiche sale da concerto con una programmazione molto vivace come lAuditorium di largo Mahler, le sale Verdi e Puccini del Conservatorio, il teatro Dal Verme, il teatro degli Arcimboldi e molte altre meno note (dalle Aule Magne delle Universit Statale e Cattolica alla palazzina Liberty di largo Marinai dItalia, solo per fare degli esempi), ma anche di molte chiese che accolgono abitualmente importanti eventi musicali (come ad esempio San Simpliciano, San Marco, San Vincenzo, Santa Maria della Passione, San Satiro, la chiesa protestante di via del Giardino, ecc.). Milano gode anche della presenza di numerose e qualificate istituzioni che promuovono e gestiscono attivit e intere stagioni di opere e concerti come oltre alla Scala, ovviamente, con le sue stagioni di opere liriche, concerti sinfonici, balletti, ecc. e con le sue due orchestre, la stabile e la Filarmonica la Fondazione Orchestra Verdi, lOrchestra dei Pomeriggi Musicali, la Societ del Quartetto, le Serate musicali, la Societ dei Concerti per citare le pi celebri, ma anche Musica Rara, lOrchestra Milano Classica, e tante altre. N va taciuta la ricca offerta musicale degli altri capoluoghi lombardi, con Bergamo, Brescia e Pavia in testa. Ci che curioso, e che vorremmo porre come questione musicale ai nostri lettori, la totale incomunicabilit fra le diverse istituzioni, la totale assenza di coordinamento fra le diverse iniziative, la sostanziale mancanza di specializzazione delle diverse proposte. la pi tradizionale delle abitudini quella di abbonarsi a una o pi stagioni, magari una di musica sinfonica e unaltra di musica da camera, mediamente due concerti alla settimana il nostro melomane finir fatalmente per ascoltare solo quello che gli viene proposto attraverso gli abbonamenti, non sceglier pi n un programma n un interprete, altri sceglieranno per lui; poi interverr la forza di inerzia e di appartenenza, per cui si abboner ogni anno al medesimo ciclo e finir per essere definitivamente uno scaligero, un quartettista, ecc. Ma perch non immaginare un vero e proprio sistema milanese che offra la possibilit di scegliere stagione per stagione un percorso musicale su misura dei propri interessi e tendenze, magari scandito dalle celebrazioni dei vari anniversari ... o dalle opera omnia di alcuni autori, o piuttosto dalla lettura di cicli integrali di opere? Sarebbe straordinariamente affascinante che pur nella indispensabile e preziosa diversit e nella libert di scelta e di proposta delle varie istituzioni potessimo sfruttare appieno la ricchezza musicale delle citt lombarde, e di Milano in particolare, per godere di una programmazione intelligente - complessiva, creativa, mirata, colta - volta a promuovere una grande unica stagione piena di alternative stimolanti e, nel corso degli anni, fondativa di una completa esperienza musicale. Ci sembra che la proposta sia ancora attuale. In questi tre anni e mezzo abbiamo riscontrato che la programmazione musicale segue molto le mode e si appoggia sempre di pi alle ricorrenze. Per cui si sentono spesso gli stessi autori e le stesse musiche, e soprattutto i giovani che non hanno avuto ancora il tempo per ascoltare molta musica - non riescono ad arricchire quanto vorrebbero la propria cultura attraverso unofferta ragionevolmente ampia. Questo fatto, insieme allalto costo dei biglietti e alle scarse facilitazioni per gli studenti, li spinge verso la musica registrata che come abbiamo pi volte sostenuto soprattutto un business per le case discografiche ma per noi pur sempre una conserva di musica, un surrogato privo di aroma e di freschezza. Basterebbe che le nostre istituzioni musicali si sedessero una volta lanno intorno allo stesso tavolo e concertassero i programmi secondo una logica che pu andare dallenciclopedico al monotematico ce ne sono tante e ognuno potr scegliersi la sua purch sia capace di incontrare le esigenze di coloro che dalla musica viva non si aspettano solo la piacevole serata, ma anche di seguire un lungo percorso di crescita e di maturazione. Ci piacerebbe molto sapere cosa ne pensano, per esempio, Stephan Lissner o Luigi Corbani che sono sicuramente i nostri due pi importanti manager del settore pubblico e di quello privato.

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ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org I funerali dellanarchico Pinelli tornano a Milano
A quaranta anni dalla sua realizzazione Palazzo Reale espone unopera simbolo degli anni 70, I funerali dellanarchico Pinelli, 1972, di Enrico Baj. La cornice delle pi importanti, la sala delle Cariatidi, che con i segni ancora evidenti delle ferite di guerra ben si adatta a sottolineare il dolore e la drammaticit della tragica morte di Giuseppe Pinelli. Unopera dalle dimensioni colossali, 3 metri di altezza e 12 di lunghezza, con 18 figure ritagliate nel legno e coperte di altri materiali, secondo la tecnica del collage. Ma se il soggetto drammatico, travagliato anche il destino di questopera. Il lavoro doveva infatti essere presentato in mostra proprio a Palazzo Reale, nella stessa sala delle Cariatidi, il 17 maggio 1972. La sala era gi allestita, il catalogo pronto, i manifesti gi appesi per la citt, ma proprio la mattina dellinaugurazione della mostra venne ucciso a colpi di pistola il commissario Calabresi, che aveva diretto le indagini sulla strage di piazza Fontana. La mostra venne rinviata per motivi tecnici e lopera non fu pi presentata a Palazzo . Reale. Da allora stata presentata in diverse citt tra cui Rotterdam, Stoccolma, Dsseldorf, Ginevra, Miami, Locarno e Roma. Unopera che ha un precedente diretto, che viene in mente non appena si mette piede allinterno della sala: Guernica di Picasso. Cos come quel drammatico dipinto fu esposto in una storica mostra del 1953 nella sala delle Cariatidi, cos lopera di Baj ha lo stesso amaro e spiazzante impatto. Mentre il Pinelli cade dalla finestra, tutto intorno a lui il caos. 11 anarchici assistono disperati alla scena, sulla sinistra, piangendo lacrime fatte di sassolini e bottoni. Poco pi in l, staccate dal pannello, ci sono le due figlie, Claudia e Silvia Pinelli: una tende le braccia verso il padre, laltra piange disperata. La moglie Licia invece collocata sulla destra, ed il personaggio pi guernichesco di tutti. La faccia stravolta dalle urla, il seno fuori, le braccia aperte in segno di disperazione, quasi a carponi, incapace di sostenersi. Accanto a lei avanzano minacciosi poliziotti e generali, trasformati in mostri grotteschi e deformi, con le medaglie militari ben in vista, i manganelli in mano e laria feroce. Tutto intorno al corpo che cade, centro fisico e concettuale dellopera, mani che brandiscono coltelli, manganelli e molotov e che sembrano spingere per accelerare la caduta. Toccanti anche i due interventi che introducono allopera, due brevi testi scritti da Dario Fo e Giorgio Marconi, che prese in custodia lopera dopo la cancellazione della mostra nel 1972. Giorgio Marconi, il figlio, che ha anche curato lallestimento della mostra, ha dichiarato di voler donare lopera alla citt. Un dono che non potr che essere gradito da Milano, vista la potenza di questopera, che riesce a descrivere un episodio cos triste della storia della citt, e che ha coinvolto con sdegno, rabbia ed emozione lintero Paese. Enrico Baj. I funerali dellanarchico Pinelli Palazzo Reale fino al 2 settembre 2012, luned 14.30 19.30, marted domenica 9.30 19.30, gioved e sabato 9.30 22.30, INGRESSO GRATUITO

Milano anni 70
La scena artistica era dominata da gruppi come FLUXUS e Laboratorio di comunicazione militante, dal gruppo del Nouveau Realisme, con Rotella, Christo che impacchetta il monumento in piazza Duomo e Daniel Spoerri che imbandisce tavole posticce come quadri da parete. Cos come era successo per la grande mostra alla Rotonda della Besana, 1970, a cura di Pierre Restany e con allestimento di Gae Aulenti. Tanti i fotografi importanti italiani, come Carla Cerati, che coglie la vita mondana milanese, Gianni Berengo Gardin che descrive case di ringhiera, cortili e piazze, Cesare Colombo che testimonia i cortei del Movimento Studentesco, Maria Mulas che distorce i corpi e i volti dei protagonisti culturali di quegli anni durante linaugurazione di una mostra al PAC, e naturalmente Ugo Mulas che immortala piazza Duomo colma di gente ai funerali delle vittime di Piazza Fontana. Tanti anche i nomi illustri del mondo pi artistico, come Castellani, Gianni Colombo, Alik Cavaliere, Luciano Fabro, Pomodoro, Garutti, Melotti, Kaprow e Boetti. Caratteristiche del periodo furono anche le performance, come quella di John Cage al teatro Lirico, o quella di Lucinda Childs alla importante galleria di Salvatore Ala, tutte testimoniate da foto e video depoca. Il clima politico caldo di quegli anni sempre presente in sottofondo, testimoniato dai video delle proteste di piazza, dalle foto del commissario Calabresi durante il processo, cos come dalle prove di caduta (con manichino) del corpo dellanarchico Pinelli di Massimo Vitali. Insomma c un po di tutto, opere, libri, manifesti e racconti, esposti per la prima volta, che non mancheranno di sollevare interrogativi e riflessioni cos come accadde agli intellettuali e agli scrittori che attraversarono Milano in quegli anni, come Umberto Eco, Michel Foucault e Garcia Marquez. Una mostra esaustiva ma faticosa: tanti gli spazi, tante le sale e le opere, si rischia quasi un sovraffolla-

Milano negli anni 70 stata un grande centro propulsore di arte, idee, movimenti politici e rivoluzioni. Addio anni 70 celebra proprio questo decennio con una grande retrospettiva a Palazzo Reale, curata da Francesco Bonami e Paola Nicolin. La mostra, a ingresso gratuito, resta nellambito delle mostre autoprodotte dal Comune, con il contributo di 24 Ore Cultura. Una mostra che conta pi di 230 opere, 28 stanze (tutto il piano nobile del Palazzo) e moltissimi documenti e testimonianze dellepoca. Il percorso non strutturato in modo cronologico o metodico, ma invece libero e fluente, per dar voce e spazio ai vai protagonisti del periodo e alle loro grida sovversive.Il visitatore non deve aspettarsi forti emozioni o sensazioni, piuttosto, in linea con il pensiero di quel decennio, lopera non ha fini prettamente estetici ma si presenta cos com, in tutta la sua materialit e fisicit, densa piuttosto di un significato profondo e concettuale.

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www.arcipelagomilano.org mento mentale, causato anche dalla scelta un po infelice delle posizioni delle didascalie, spesso lontane dallopera e, nel caso delle fotografie, accorpate lontane dalle immagini di riferimento. Una bella iniziativa il progetto editoriale creato ad hoc. Per aiutare il visitatore nella complessit fisica e concettuale della mostra, stato stampato un giornale free press, una sorta di catalogo gratuito che accompagna lesposizione, realizzato da Mousse, e che unantologia di testi e immagini depoca, selezionati e ristampati per loccasione. Si tratta di documenti introvabili, provenienti da archivi, gallerie, fondazioni e biblioteche, che ne fanno uno strumento prezioso da conservare e utilizzare durante e dopo la visita. Apre e chiude il percorso una reading room, progettata grazie alla collaborazione di Artek e Domus e realizzata con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate allesperienza dellAutoprogettazione che egli present per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Nella sala sono visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate appositamente per la mostra insieme alla documentazione editoriale depoca. Per restituire la complessit del periodo affiancheranno la mostra una serie di attivit e momenti di approfondimento tematico pubblici e gratuiti, ovvero un ciclo di lezioni sugli anni Settanta a cura di Doppiozero, a ingresso libero (ore 19.00). Il 28 giugno si parler di Sesso e moda con Luca Scarlini, il 5 luglio di Grafica e poesia visiva con Giovanni Anceschi, il 12 luglio di Letteratura con Marco Belpoliti e il 19 luglio di Cinema con Luca Mosso. Addio anni 70 arte a Milano 1969 1980, Milano, Palazzo Reale, fino al 2 settembre, Ingresso gratuito Orari: luned: 14.30_ 19.30; marted, mercoled, venerd, domenica: 9.3019.30; gioved e sabato: 9.30_ 22.30

Venezia e larte contemporanea


Che Venezia sia una citt unica e ricca di testimonianze storiche, questo si sa. Che abbia anche due super musei di arte contemporanea, forse, si sa un po meno. Limpressione, avendoli visitati una calda domenica di giugno, che le centinaia di turisti, soprattutto stranieri, che scorrazzavano per la citt, non fossero sufficientemente informati / interessati alle meraviglie di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana. Pochissimi allinterno delle grandi sale i visitatori, che sia aggiravano un po spaesati davanti a lavori che possono risultare a volete un po ostici e misteriosi per i non addetti ai lavori. Sulla lingua di terra dietro alla chiesa di Santa Maria della Salute spunta lenorme museo di Punta della Dogana che, come ricorda il nome, occupa lo spazio dellex dogana veneziana, in un edifico completamente ristrutturato che mantiene per la struttura e un pizzico del fascino originario. Il museo, aperto nel 2009, progettato dallarchistar Tadao Ando e di propriet di Francois Pinault, ospita ogni anno una o due mostre di opere della collezione Pinault insieme ad altre appositamente site specific, legate a un tema. LElogio del dubbio largomento 20112012. Venti artisti e sessanta opere circa per indagare lidentit dellartista e la sua messa in discussione. La curatrice Caroline Bourgeois per lallestimento della mostra ha raccolto opere storiche e produzioni inedite che indagano la dimensione del turbamento artistico, il crollo delle certezze e il legame tra la dimensione intima e personale dellartista e quella propria dellopera. Ecco allora che aggirandosi per le immense sale del museo capita di trovarsi davanti il cavallo impagliato di Cattelan, lenorme Hanging Heart di Jeff Koons, che sembra leggero come una piuma, appeso con nastrini dorati ma del peso reale di oltre una tonnellata; linquietante ricostruzione di un bordello anni 50 di Edward Kienholz; gli omaggi duchampiani di Stuarevant e le installazioni site specific di Tatiana Trouv che riflettono sul dentro e sul fuori. Impressionanti gli spazi, impressionanti le dimensioni delle opere cos come forti a volte possono esserne i temi, dal grottesco al sesso di McCarthy, dal kitsch di Koons ai video paranoia di Bruce Nauman. Ma allorigine di Punta della Dogana e della Fondazione Pinault vi fu Palazzo Grassi. Edificio neoclassico con molti passaggi di propriet, arriva alla FIAT nel 1983, che lo rimette in sesto grazie al restauro di Gae Aulenti, e diventa un importante centro di mostre darte. La palla passa poi a Pinault, che acquisisce il palazzo nel 2005 e affida a Tadao Ando la sistemazione e ladeguamento degli spazi. Ne nasce cos uno spazio sobrio e neutrale, pur mantenendo le peculiarit del palazzo, adatto ad accogliere mostre darte contemporanea, spesso dedicate alle opere della collezione Pinault. in questo contesto che nasce la grande mostra intitolata Madame Fisscher, personale dellartista svizzero Urs Fischer, gi nome internazionale e presente anche allultima Biennale di Venezia con il suo Ratto delle Sabine e spettatore fatti di cera. Lesposizione inaugura un ciclo di carattere monografico che dar al pubblico l'opportunit di conoscere e approfondire il lavoro di artisti di rilievo internazionale presenti nella Fondazione. Pi di trenta le opere presenti che provengono, oltre che dalla Fondazione Pinault, anche dal prestito di importanti collezionisti. Questa scelta, operata dalla curatrice Caroline Bourgeois, conferma la fama e l'affermazione di un artista sempre pi rappresentativo del panorama artistico contemporaneo. Al centro dellatrio del palazzo campeggia l'opera da cui prende il titolo la mostra: Madame Fisscher (19992000). L'installazione, che riproduce in modo preciso il caotico atelier londinese di Fischer, funge da nucleo creativo e generativo di tutto il percorso espositivo. Scopo della mostra infatti coinvolgere il visitatore nella creazione della materia artistica. In questo senso i meccanismi in bella vista, come quelli del cagnolino elettrico Keep it Going is a Private Thing (2001), rendono il senso della creazione artistica mediante il movimento e la dinamicit, volutamente in contrasto con la staticit monumentale e la perfezione formale dellenorme Ballon Dog di Jeff Koons, talmente perfetto da sembrare pi finto del finto. In mostra le opere rispecchiano i temi chiave della poetica di Fischer, il lento e inesorabile scorrere del tempo, evidenziato da meccanismi, movimenti e fluttuazioni delle sue opere. La sua arte irriverente e citazionistica, chiama in causa Joseph Beuys, Bruce Nauman, larte pop e i surrealisti, ma anche il filone duchampiano, con la riappropriazione di oggetti comuni di cui riesce a darne un nuovo e simbolico significato, stravolgendoli rispetto a come eravamo abituati a conoscerli. Al piano nobile Fischer con Necrophonia, ricostruisce latelier dellartista, con modellini e bozzetti a cui aggiunge, perch no, una modella vera, in carne e ossa, che gira tra le

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www.arcipelagomilano.org sale o sta sdraiata su un vecchio divano, quasi pronta per farsi ritrarre. Una riflessione tra il corpo dipinto e il corpo reale, sul rapporto e il significato artistico del gesto dellartista. Una mostra irriverente e giocosa, sarcastica e ricca, che dialoga bene con le stanzeinstallazioni del resto del palazzo, firmate da artisti super star come Penone e Murakami. Venezia come simbolo non solo de passato ma anche della grande importanza dellarte contemporanea.

Madame Fisscher - Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231 - Fino al 15 luglio 2012 - Orari: tutti i giorni 10.00 19.00. Chiuso il marted.

Bramantino: una mostra autoctona


Promossa e auto - prodotta dal Comune di Milano, quella di Bramantino potrebbe essere la prima di una serie di mostre rivoluzionarie, non tanto per la novit dei temi quanto per la modalit di produzione. A cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, Bramantino a Milano unesposizione quasi monografica dei capolavori milanesi di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (1480 - 1530), da Vasari, che gli diede questo soprannome in qualit della sua ripresa dei modi di Donato Bramante, pittore e architetto al servizio di Ludovico il Moro. Che cosha di speciale questa mostra, nel cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco, fino a settembre? Innanzitutto la gratuit dellingresso, il fatto che sia munita di due mini guide gratuite, complete di descrizione e dettagli storico - critici sulle opere in esposizione, e infine, il fatto che una mostra a chilometro zero. Tutte le opere presentate al pubblico provengono infatti da musei e collezioni milanesi: lAmbrosiana, Brera, la pinacoteca del Castello e la raccolta di stampe Bertarelli. Questa la grande novit. In un momento di crisi, in cui spesso le mostre sono di poca sostanza e si soliti attirare il pubblico con nomi di grandi artisti, senza presentarne per i capolavori, ecco che si preferito rinunciare ai prestiti esteri, impossibili per mancanza di fondi, e si voluto puntare e valorizzare solo pezzi cittadini di qualit. Compito facile visto che Milano conserva il nucleo pi cospicuo esistente al mondo di opere del Bramantino: dipinti su tavola e tela, arazzi, disegni, affreschi e lunica architettura da lui realizzata, la Cappella Trivulzio nella chiesa di San Nazaro in Brolo. Lesposizione si articola nelle due grandi Sale del Castello Sforzesco che ospitano gi importanti lavori dellartista. Nella Sala del Tesoro dove domina lArgo, il grande affresco realizzato intorno al 1490 e destinato a vegliare sul tesoro sforzesco, sono esposte una trentina di opere, dipinti e disegni, che permettono di capire lo svolgersi della carriere dellartista bergamasco: dalla Stampa Prevedari, un'incisione in rame che il milanese Bernardo Prevedari realizz su disegno di Bramante e che influenz per spazi e monumentalit lopera di Bramantino, allAdorazione del Bambino della Pinacoteca Ambrosiana, alla Madonna e Bambino tra i santi Ambrogio e Michele Arcangelo, con i due straordinari scorci dei corpi a terra. La soprastante Sala della Balla, che accoglie gli arazzi della collezione Trivulzio, acquisiti dal Comune nel 1935, presenta un allestimento completamente nuovo, che dispone i dodici grandi arazzi, dedicati ai mesi e creati per Gian Giacomo Trivulzio, in modo che si leghino tra loro nella sequenza dei gesti e delle stagioni. Un filmato documenta ci che non stato possibile trasportare in mostra: dalla Cappella Trivulzio alle Muse del Castello di Voghera, di cui Bramantino fu responsabile dei dipinti. Una mostra davvero a costo zero, come dichiara lo stesso Agosti. Gratis l'allestimento di Michele De Lucchi, Francesco Dondina ha realizzato gratuitamente l'immagine e il fotografo Mauro Magliani ha lavorato con fondi universitari. La promozione curata gratuitamente; il Fai e gli Amici di Brera hanno dato una mano per gli incontri e la struttura del Comune si rimessa ad agire in proprio in maniera eccellente. Una mostra tutto sommato facile, si gioca in casa, ma che proprio per questo ha un merito in pi: promuovere quello che sotto i nostri occhi tutti i giorni, valorizzarlo e dargli nuovo lustro. Bramantino a Milano - Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, Sala del Tesoro - Sala della Balla fino al 25 settembre orari: da marted a domenica dalle ore 9.00 alle 17.30. La Sala della Balla, al fine di consentire lo svolgimento di iniziative in programma, il 26 maggio e il 9 giugno chiuder alle ore 14.00, il 15 giugno rester chiusa tutto il giorno, mentre il 14 settembre chiuder alle ore 15.00.

LIBRI questa rubrica curata da Palo Bonaccorsi rubriche@arcipelagomilano.org La scienza non ha bisogno di Dio
di Edoardo Boncinelli Rizzoli editore, Milano, 2012 pp. 165, euro 18,00
Sembra che oggi esorcizzare Dio sia diventato di moda, dimenticando che tra scienza e fede non occorre fare una scelta. Sfatiamo il pregiudizio che chi fa ricerca scientifica non abbia bisogno di Dio o, viceversa, chi vuole credere in Dio non possa essere uno scienziato serio. nella molteplicit dei saperi che si raggiunge la pienezza. Edoardo Boncinelli, professore di Biologia e Genetica presso la cattolicissima Universit Vita-Salute San Raffaele di Milano, sfrutta il titolo accattivante del suo ultimo libro La scienza non ha bisogno di Dio, e attira il lettore. Chi vusa ps, la vaca l sua: nelleditoria, come al mercato, lo strillo paga. Cos Boncinelli, un po milanese anche se fiorentino, mentre dichiara che si pu fare scienza senza Dio, usa il nome di Dio per vendere il suo saggio. Con uno stile colloquiale e un linguaggio cristallino, lo scienziato ci mostra il cursus compiuto dalla 16

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www.arcipelagomilano.org scienza e i punti che restano da chiarire nel futuro. Oggi capiamo il 4% delluniverso e il 30% del DNA. Materia oscura e DNA oscuro sono una sfida per gli studiosi. Dieci anni fa, la mappatura del genoma umano ci ha permesso di conoscere lenorme patrimonio di geni che compongono il DNA. Ma i geni non sono tutto: dentro di loro si annida, ancora ben nascosto, il segreto della vita. Gli errori di trascrizione del DNA, a seguito della costante duplicazione del patrimonio genetico, determinano levoluzione biologica, cosicch, molto tempo fa, i popoli sullHimalaya furono in grado di sopportare meglio le condizioni inospitali di quellambiente; oggi, i loro discendenti abitano dove volano le aquile. Fu merito di errori o avvenimenti straordinari? difficile immaginare che da un refuso nella lista della spesa possa derivare una terzina della Divina Commedia. pi facile invece che, sbagliando il nome di un prodotto, si possa acquistarne uno migliore. Il nostro corpo una fabbrica di ricambi: le cellule muoiono e vengono rimpiazzate. Noi restiamo in apparenza gli stessi, eppure introduciamo nuova materia che sostituisce la vecchia e prende forma. Una lotta per la vita: la sostituzione al fine di permanere. I veri vincitori, ci spiega Boncinelli, sulla Terra sono i batteri, inalterati da pi di tre miliardi di anni. Nel 1944, il Nobel per la fisica Schrdinger, nel suo libro che divent musa ispiratrice della biologia, si poneva la domanda: che cos la vita? A cinquantanni dalla sua morte, la nostra sete di sapere non si placata, nemmeno quando Craig Venter afferm, sbagliando, di essere riuscito a creare in laboratorio un esempio di vita artificiale. Forse questo sar il secolo della genetica. Si arriva in fondo al libro tutto dun fiato, per poi constatare, con Darwin, che da un incipit creativo tanto semplice tutte le forme di vita evolute sono degne della pi grande ammirazione. Scienza e fede, camminando su sentieri autonomi ma complementari, sinterrogano sul mistero. Al traguardo, la risposta forse sar uguale per tutti. (Cristina Bellon)

TEATRO questa rubrica curata da Emanuele Aldovrandi rubriche@arcipelagomilano.org Festival Estate 2012
Con le stagioni ormai quasi terminate il teatro e i teatranti (e il pubblico) si spostano delle citt ai festival estivi. Dal 13 al 22 luglio al Festival di Santarcangelo saranno in scena alcuni fra i pi importanti artisti italiani e internazionali, www.santarcangelofestival.com. *** Dal 23 giugno al 15 luglio a Roma il Roma Fringe Festival, dedicato al teatro off. Oltre 50 compagnie porteranno in scena i loro lavori prodotti al di fuori dai circuiti teatrali istituzionali, www.fringeitalia.it. *** A San Sepolcro il Kilowatt Festival, dal 20 al 29 luglio, con incontri, workshop e anteprime: una full immersion nel teatro contemporaneo, www.kilowattfestival.it. *** Ad Asti dal 28 giugno all8 luglio la trentaquattresima edizione del festival. Da non perdere il Finale di partita di Teatrino giullare, premio Ubu 2011, dal 2 luglio, www.comune.asti.it/astifestival. *** Dal 29 giugno al 15 luglio a Spoleto il Festival dei due mondi, www.festivaldispoleto.com *** Per chi vuole seguire la scena internazionale e tuffarsi in due citt che vengono completamente trasformate dal teatro, due appuntamenti immancabili sono il Festival di Edimburgo, dal 9 agosto al 2 settembre 2012 www.eif.co.uk e il Festival di Avignone, dal 7 al 28 luglio, www.festival-avignon.com.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Cera una volta in Anatolia
di Nuri Bilge Ceylan [Bir zamanlar Anadolu'da, Turchia, 2011, 150] con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Muntaz Taylan, Muhammet Uzumer, Firat Tanis
Sullo sfondo di un tramonto fiammeggiante, tre automobili stanno percorrendo lentamente una strada tortuosa, unico intervento delluomo in un paesaggio arido e desolante. Nuri Bilge Ceylan, regista di Cera una volta in Anatolia, ci chiede di salire su una delle auto, quella in cui il presunto assassino, dal volto imperscrutabile e cinereo, guardato a vista dal procuratore, dal comandante della polizia e dal medico legale dallaria spaesata e confusa. Il colpevole del delitto ha confessato da parecchie ore ma, nelloscurit che rende questi luoghi cos difficili da riconoscere, gli inquirenti sono costretti a compiere un viaggio estenuante al termine della notte per risolvere il caso. In unopera divisa invisibilmente in tre atti, le crepe nellanimo dei tre compagni di viaggio dellassassino si rivelano singolarmente. La loquacit ridondante del commissario e la sua aggressivit nascondono il dolore di un figlio malato e di una situazione familiare dolorosa e destabilizzante. Il procuratore nasconde i sospetti sul suicidio della

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www.arcipelagomilano.org moglie dietro uno sguardo frivolo che guarda fisso di fronte alla macchina da presa. Si aggiusta la folta chioma, non ancora canuta, compiacendosi di essere stato paragonato a Clark Gable. La donna, tuttavia, con questatto tragico e irreversibile ha scelto di colpevolizzare il marito fedifrago e assente evidenziando tutta lambiguit di un personaggio che dovrebbe rappresentare giustizia e rettitudine. Chiude questa trilogia di indagine esistenziale sul gruppo di inquirenti il medico che fino allultimo appare come un alter ego dello spettatore nel racconto. Luomo assiste allapertura del corpo della vittima durante lautopsia e, in una lunga metafora, sembra vedere sviscerate, nello stesso momento, tutte le sue inquietudini e i suoi contrasti interiori. In questo poliziesco atipico, non la scoperta del corpo del delitto ad attirare la nostra attenzione ma linsicurezza della polizia, della legge e della scienza che sembrano ancora perse nella notte senza luci dellAnatolia. Marco Santarpia In sala a Milano: Eliseo, Anteo.

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VIDEO BASILIO RIZZO: IL TRAMONTO DI LIGRESTI http://www.youtube.com/watch?v=l-vmyOkD6x0

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