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L.B.G. BILANCIO O CAMEL TROPHY O ORDALIA Giuseppe Longhi MONTI: PIANO CITT. LELOGIO DELLA LENTEZZA Massimo Cingolani IL CENTRO SINISTRA TRA CLAN FAMILISMO E CERCHIO MAGICO Elisabetta Strada e Anna Scavuzzo BILANCIO: SOGNO DUNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Giacomo Marossi SPAZI VUOTI URBANI E SPAZI DI POLITICA: UNDER 30 Tommaso Sacchi UN OCA A MILANO: OFFICINE CREATIVE ANSALDO Marco Pietripaoli GENERAZIONE EXPO: GIACIMENTO DA SCOPRIRE Giacomo Selmi e Antonio Sileo LA MOBILIT ELETTRICA A MILANO Giovanni Dapri e Laura Pogliani PGT: LA CITT DEI SERVIZI Gianfilippo Pedote COM DIFFICILE FARE FILM A MILANO VIDEO BASILIO RIZZO: IL TRAMONTO DI LIGRESTI LA NOSTRA MUSICA LETTER TO THE LORD canta IRMA Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Paolo Bonaccorsi TEATRO a cura di Emanuela Aldovrandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org
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www.arcipelagomilano.org non sensibile, la quota di produzione di energia non rinnovabile). Positiva eccezione la promessa di un Piano nazionale per la riduzione delle emissioni di CO2 e di un Piano nazionale per ladattamento ai cambiamenti climatici. La difficolt di agganciarsi ai programmi europei confermata dalla tendenza emersa dai provvedimenti a favore delle smart city per il mezzogiorno e a favore delle piattaforme o cluster tecnologici nazionali, il cui numero e processo di formazione non collimano con le procedure comunitarie. E succede anche con i provvedimenti a favore delle citt, che hanno poco in comune con i programmi simili promossi dallUE. Questa dicotomia ci costa cara perch: 1) le iniziative nazionali con molta difficolt contribuiscono alla nostra integrazione comunitaria; 2) il loro accesso ai finanziamenti UE difficile, per deficit di requisiti, e questo, in momenti di scarsit di risorse, non un piccolo inconveniente. Eppure la Comunit riguardo alla rigenerazione urbana disegna un chiaro quadro, le cui componenti principali sono: ripensare la morfologia urbana, first people, un modello di sviluppo metabolico, pensare le citt come centri di esportazione. 1) Ripensare la morfologia urbana. La tendenza comunitaria di ripensare lo spazio europeo come un sistema megapolitano policentrico, affidando ai nuclei maggiori il ruolo di generatori di politiche collaborative, in grado di coinvolgere un ampio reticolo urbano. A questo fine il programma connecting invita lItalia a pensare tre grandi nodi megapolitani (i grandi nodi di connettivit) in sinergia con un sistema policentrico di circa 20 citt, la cui rigenerazione ad alta qualit cofinanziata dal Fondo europeo citt regioni. Questo dovrebbe essere il motore di rigenerazione del sistema Italia. E Milano sarebbe un nodo naturale di tale sistema, essendo definita dalla programmazione comunitaria una megalopoli del primo ordine. Occorre essere consapevoli che per affrontare la globalizzazione indispensabile liberarsi del mito del piccolo bello, a favore di poli megapolitani di alta logistica, ossia con forte integrazione di infrastrutture naturali, immateriali (ad alto livello di TLC) e fisiche (a basso consumo di materia), con sistemi di gestione smart evoluti, capaci di coinvolgere in politiche generative unampia nuvola di citt. Orientare il nostro sistema amministrativo a questo modello collaborativo non sar facile, e ancor meno stimolarlo a un dialogo ad alta qualit con lesterno, ma questa una delle condizioni della sopravvivenza del sistema Italia; 2) First people. Sar la parola dordine del prossimo programma quadro perch, come ricordano gli urbanisti interpellati in occasione del progetto Randstad 2050 in questo momento di crisi sono improponibili i soliti investimenti in strutture fisiche; occorre riequilibrarli con investimenti per leconomia e le infrastrutture sociali, rivalutando il ruolo delleducazione e proponendo nuovi modelli di vita anzich piani di sviluppo fondiario. La questione non perch importante investire nella citt? ma perch importante investire nella gente. Si investito troppo nei luoghi e troppo poco sulla gente. Il prossimo FP8 (Framework Programme 8) sar fortemente innovativo per la crescita delle risorse umane, una vera sfida per gli amministratori pubblici, che sono chiamati a stimolare ambienti di didattica e di ricerca, accademici e non (oggi in stato di discreto torpore, a guardare dal loro posizionamento nelle classifiche internazionali), per stimolare linnalzamento dello standard della scuola dellobbligo e di quella terziaria, che non coincide pi necessariamente con luniversit; 3) Un modello di sviluppo metabolico. Le citt sono destinate alla riconversione secondo le regole dei sistemi biologici a ciclo chiuso e dellinclusivit dei sistemi sociali, questo porta alla rivalutazione dellinfrastruttura verde urbana e allaumento della biodiversit, obiettivi supportati dai programmi Life e Natura 2000; 4) Pensare le citt come centri di esportazione, quindi generatrici di nuove relazioni e nuova occupazione. Le Pubbliche Amministrazioni devono essere capaci di esercitare una chiara leadership supportata da processi di condivisione, per gestire i reticoli megapolitani in modo immaginativo e collaborativo, per dare vigore allidea dello sviluppo della citt come grande impresa collettiva ad alto saggio di inclusione, in grado di sviluppare intense relazioni a livello internazionale. evidente che tra fattori del declino dellItalia si possano annoverare il localismo escludente delle politiche urbane e lincapacit delle metropoli a connettersi con le nuove opportunit del mondo globalizzato. Se luscita della crisi dellItalia deve passare attraverso una nuova leadership metropolitana lora del risveglio di Milano, per cui urgente che: - il Piano intercomunale avvii il progetto collaborativo della nuova megalopoli policentrica; - le rappresentanze degli imprenditori si convincano che il mondo non finito con la deindustrializzazione, guardando ad esempio a Singapore, e riflettano sulle nuove forme di imprenditorialit con cui fare rete nel mondo globalizzato; - i politici si confrontino con le nuove dimensioni dello spazio della metropoli, i cui confini sono dati dalla morfologia delle risorse naturali, oltre che relazionali e cognitivi, superando lideologia della citt allargata alla provincia; - gli operatori dellistruzione terziaria propongano un serio piano di riforma strutturale di scuole riorganizzate per scopo, capaci di fornire adeguati servizi di long life learning, perch le risorse umane sono il fattore strategico della crescita; - le risorse naturali diventino la forza guida per lo sviluppo di una megalopoli autosufficiente, dal punto di vista energetico e alimentare. Non tutto, ma limportante riprendere consapevolezza del ruolo di Milano capitale di una megalopoli del primo ordine, capace di reinstradare il Paese sulla via dello sviluppo, facendolo uscire dalla falsa illusione dei piccoli piani a sostegno delledilizia e del poter viaggiare a velocit ridotta rispetto agli standard quantitativi e qualitativi della nostra comunit di europei.
www.arcipelagomilano.org esponente autorevole del pensiero conservatore americano, The Moral Basis of a Backward Society, sui suoi studi compiuti a Chiaromonte, una comunit della Basilicata, nel quale cerca di comprendere alcune delle cause della modernizzazione diseguale della societ italiana, grazie al concetto, divenuto famoso, del familismo amorale. Si tratta di un atteggiamento che ispirato alla regola del massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia dorigine, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo, e che quindi contrario al senso civico e completamente privo di fiducia nella collettivit. Questo comportamento possiamo dire che il tratto unificante del nostro paese, i leghisti hanno provato a dire che loro erano diversi, ma alla prova dei fatti, nulla di pi falso. Anzi in maniera abnorme il clan si trasformato in partito, il cosiddetto cerchio magico. I dirigenti che non si adeguavano venivano emarginati, i soldi pubblici distribuiti solo a pochi, i figli promossi a posizioni di potere senza alcuna esperienza o titolo di merito. Forse nel nostro sistema economico e politico sopravvivono dei comportamenti che hanno origine nella nostra storia medievale. Un libro di Jacques Heers, Il Clan Familiare nel Medio Evo, spiegherebbe perch certi comportamenti siano caratteristici di tutto il nostro paese. Infatti nel testo analizzata la situazione italiana dai cantoni montani della Alpi al Sud. Lungo tutto il medioevo la carenza dellautorit centrale del sovrano o del potere dellamministrazione comunale nella citt provoca la formazione di gruppi sociali naturali o artificiali, sembra la situazione odierna. Nella storia dEuropa, lautorit del principe riusc a limitare questa realt con la nascita dei grandi regni, in Italia no. La storiografia marxista, che ha sempre visto lo sviluppo umano, come storia di lotta di classi, ha sottovalutato questi aspetti, tant vero che li ritroviamo in vari ambiti nazionali, dallimpresa, ai partiti, Grillo incluso. Non sempre si riesce a sfuggire al proprio passato. Il concetto di clan si evoluto, quello che una volta era strettamente parentale ora si sviluppa attraverso nuove forme. Ad esempio i compagni di scuola, doratorio, ecc.. nella politica, le lobby in senso negativo nella societ: notai, tassisti, farmacisti. Quello che gli conferisce una caratteristica riprovevole la totale assenza del concetto di merito e competenza, sostituito da fedelt e affidabilit (in funzione non positiva). Attualmente nel centrosinistra non molto diverso, in assenza di congressi, e con solo le primarie, quando non sono plebiscitarie ma con una reale competizione, come elemento di partecipazione, la selezione delle classi dirigenti avviene per cooptazione, le correnti si trasformano in clan e il ricambio, anche quando anagrafico, sempre allinterno di questa logica. Visto che comportamenti di questo tipo impossibile limitarli, almeno li si potrebbero regolamentare, ad esempio rendendo pubblico chi lo sponsor di un giovane dirigente, oppure facendo in modo che figli, famigli, mogli e/o mariti di leader si cerchino i voti almeno in unaltra provincia, come si fa tra i Carabinieri, o come si praticava forse nel vecchio PCI. Questultima battuta pu sembrare provocatoria, ma nascondere la realt di certe dinamiche umane, come si fatto nel secolo scorso nei partiti fortemente ideologizzati, pu solo nuocere alla trasparenza e alla credibilit.
BILANCIO: SOGNO DUNA NOTTE DI MEZZA ESTATE Elisabetta Strada* e Anna Scavuzzo*
Nelle ultime settimane il Consiglio Comunale si riunito quasi ogni giorno. Talvolta per le consuete sei ore, talvolta fino a mezzanotte e oltre. Giugno ci ha visti in notturna per tre volte: il 8, 13, e il 26. E poi, gran finale, la notte fra il 29 e il 30 per lapprovazione del bilancio. La stampa le chiama maratone. Noi abbiamo smesso di dargli un nome. Durante la prima settimana abbiamo approvato una sola delibera, quella con cui s introdotta la tassa di soggiorno. Accordo e votazioni dopo una nottata di dibattimento, allalba. Durante le due sedute notturne successive abbiamo assistito al ritiro di 500 emendamenti in un sol colpo; e nella successiva seduta altri 700 caduti come foglie dautunno; nel corso delle sedute notturne abbiamo potuto portare al voto solo qualche emendamento, il dibattito stato appesantito da decine di subemendamenti. La settimana successiva non iniziata meglio: la seduta del 18 giugno si conclusa poco prima della mezzanotte, senza completare la votazione degli emendamenti, senza la chiusura della delibera. Le sedute notturne sono un supplizio: dopo qualche ora giustamente la stampa si defila e rimaniamo noi consiglieri, stanchi e svogliati, a ripetere un teatrino consumato fatto di racconti sullinvasione delle cavallette nellantico Egitto, sui vespasiani nei tempi degli antichi romani, sulla rotonda di Gambara. Interventi intervallati dalla lettura ripetuta di articoli di stampa con lintervista a questo o quellassessore. Tirare tardi. Impegnarsi per ritardare lapprovazione delle delibere, ostruzionismo: strategie che ormai sembrano consuetudine per dar voce allopposizione. Immancabilmente, a ogni delibera importante, arriviamo in aula con centinaia e centinaia di emendamenti, che vengono prontamente sub emendati in un rituale potenzialmente senza fine. La parola fine viene messa solo quando si arriva a un accordo, ovviamente. Questa nota non vuole essere un gioco matematico, ma suggerisce qualche riflessione a partire da un rapido conto economico sul costo delle sedute del Consiglio, sic stantibus rebus. Sacrosanti il dibattito democratico, il confronto che d spazio a posizioni diverse, un regolamento che tuteli maggioranza e opposizione. Attenzione, per, perch quando si abusa del regolamento, della possibilit di emendare e sub emendare, di avere tempo e voce in Consiglio si arriva a un dispendio di energie, di tempo e di denaro che non ci fa onore. Il tempo, le energie e i denari potrebbero e forse dovrebbero essere impiegati meglio, soprattutto a vantaggio della citt e dei nostri concittadini. Vd. tabella * Si aggiungano le spese della carta per la stampa di centinaia di emendamenti: ogni foglio contiene un emendamento, ogni emendamento va consegnato a ogni consigliere. Quindi: 48 consiglieri x circa 600 emendamenti, a cui si aggiungono centinaia di subemendamenti, per ogni consigliere... Difficile perfino fare una stima del numero di stam-
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pe effettuate (sta per essere depositato un ordine del giorno che chiede che venga consegnata una copia degli emendamenti ogni tre consiglieri - perlomeno di maggioranza anzich a tutti, per ridurre la quantit di carta utilizzata); * Da considerare anche le spese di elettricit per luce, strumentazione, condizionatori, e quelle generali di gestione dellaula e delle aule adiacenti; * Aggiungiamo il costo delle cene che Milano Ristorazione trasporta per i consiglieri e il personale del Comune impegnato a lavorare: circa 1.250 a cena, anche se da questa cifra va tolto il contributo che ogni consigliere paga (corrispondente al costo al vivo del pasto, cio 4,40) e il contributo che pagano tutti i dipendenti (pari a 1,06). Il gettone per i consiglieri varia in base al numero dei Consiglieri presenti ed da conteggiare solo per le sedute in prima convocazione: la seconda considerata proseguimento della prima, quindi non porta gettone, (una seduta da quattro ore e una seduta fiume con prima e seconda convocazione come alcune di giugno portano al consigliere lo stesso gettone, tanto per essere chiari). Alcune riflessioni dopo i dati: * facciamo un gran parlare di spending review e di efficientamento dei costi della politica: possiamo chiederci quale sia il numero medio di sedute necessarie ad approvare ogni singola delibera? Se parlassimo in termini economici ci richiameremmo al concetto di profittabilit delle riunioni. Siamo consapevoli che i costi della politica comprendono i costi - chiamiamoli cos - della democrazia e che la profittabilit non determinabile come se fossimo in unazienda: per in questo consiglio comunale lelefante partorisce sempre un topolino, ma sfamare lelefante costa molto! * la durata delle sedute e i loro orari: sostenibile affrontare in quindici giorni quattro sedute notturne? Sostenibilit in termini di resistenza
fisica e di rispetto della salute e dei ritmi di sonno e veglia, che non sono un vezzo n tantomeno un privilegio. E poi sostenibilit economica, perch ogni seduta notturna ha un costo totale pari almeno a 17.000 (pi spese generali) a carico dei cittadini. Larredo delle 28 nuove sezioni di scuola dellinfanzia richiedono investimenti per circa 100 mila euro. Francamente ci sembra un controsenso e un paradosso difficilmente comprensibile. Con spending review si intende il processo che contribuisce a migliorare efficienza ed efficacia della macchina amministrativa per la gestione della spesa pubblica, che permette di spendere soldi laddove necessario, senza sprechi: serve quindi a questo punto, in una fase di pensiero su la spending review, serve una riflessione onesta che coinvolga anche il livello politico, che ha bisogno di (ri)dare qualit alla sua attivit di confronto e ai suoi processi decisionali. La questione che solleviamo non ha lobiettivo di evitarci lavoro notturno o straordinario, infatti non si mettono in discussione le due sedute notturne fatte in un clima di confronto per la delibera sullIMU e per lapprovazione del Bilancio, sedute necessarie per la mole di lavoro e per poter approvare il bilancio entro la data prefissata; quanto mettiamo in discussione sono gli sprechi inutili, il tempo sprecato e al denaro che conseguentemente viene usato senza una reale utilit per la collettivit. Democrazia e responsabilit politica di certo richiedono dialogo e confronto: ma siano di qualit, rispettosi del mandato politico che ci stato dato, nella responsabilit di esercitare i nostri diritti democratici senza sprechi di denaro pubblico. E questo ragionamento ci porta a una seconda considerazione. Serve oggi una riflessione sulla qualit del dibattito politico. I seniores della politica sostengono che noi novelli non siamo abituati alle modalit e ai
tempi del dibattito e del lavoro daula. Di certo vero, non siamo abituate a tutto questo: ma siamo novelle della politica dellaula, non dellimpegno in contesti plurali, non dei processi decisionali, non del confronto e dellassunzione di responsabilit. Rivendichiamo la necessit del nostro stupore e della nostra indignazione di fronte a questo modo ammuffito e rituale di affrontare le decisioni sulla cosa pubblica. E ci impegneremo a mantenere il nostro spirito critico fino alla fine della consigliatura, senza stancarci o demoralizzarci. Il nostro regolamento permette un gioco senza fine di emendamenti, subemendamenti, ordini dei lavori, interventi di ogni tipo, senza riguardo per ci che si dice o si commenta. Crediamo fortemente nella democrazia. Crediamo fortemente nel diritto dellopposizione di far sentire la propria voce e di controllo del lavoro della maggioranza. Crediamo fortemente nellassunzione di responsabilit e civismo, anche in termini di attenzione alla lotta contro gli sprechi e al rendere efficiente la macchina pubblica. Sta cambiando il modo di fare politica, i risultati elettorali delle ultime amministrative lo dichiarano. Siamo convinte che anche in aula vada modificato il modo di far politica. Crediamo che oggi siamo giunti alla necessit di ripensare al regolamento del Consiglio Comunale di Milano per restituire allaula dignit e far diventare i consigli comunali dei momenti costruttivi di vero confronto e dibattito politico, vero servizio della citt. Ci impegneremo per un miglioramento del regolamento del Consiglio per renderlo pi efficace e pi efficiente, che non trasformi il dibattito politico in una gara di resistenza fisica a carico dei cittadini. *Consigliere Comunali della lista Milano Civica x Pisapia Sindaco
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tere finanziario. Oppure il circolo ARCI Check Point Charlie di via Mecenate, che ha rivitalizzato il vecchio circolo PD, aprendo uno sportello di cittadinanza (e di divertimento) allinterno del quartiere. Tendiamo a trovare il lato pratico pi convincente di quello ideale. Certo anche lideale ci piace. Ma va cercato a lungo e nella ricerca fa-
cile illudersi e siamo stufi. Siamo stufi di illuderci e di farci illudere. La morale della favola che nellepoca della rete, la realt conter sempre di pi. Nellepoca del diafano altalenarsi tra verit e incertezza, lavere luoghi tangibili e cose realizzabili importantissimo. Pi importante di avere qualcosa in cui credere. Nellepoca che viviamo vale di pi
un sogno minimo che vediamo con gli occhi che un sogno generale che fatichiamo a inquadrare. A capire o a cogliere. E vi assicuro che se parlerete con questi ragazzi, vi accorgerete di quanto gli brillino gli occhi mentre vi raccontano la loro idea, il resto qualcosa che s vero, ma pi di tanto non li emoziona.
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Gex, un termine veloce, facilmente memorizzabile che in s raccoglie tutta la forza del claim originario: la Generazione Expo rappresentata dagli attuali adolescenti che nel 2015 saranno i giovani - adulti maggiorenni che vivranno levento Expo 2015, e che ne potranno essere protagonisti se sar anche un momento di rilancio del ruolo dei giovani a Milano. Oggi per tempo di frammentazione, incertezza e precariet, soprattutto per questi ragazzi che hanno bisogno di occasioni di riflessivit personale e spazi di appartenenza, utili per dare una personale e originale forma al proprio tempo, che nonostante tutto e sar loro. I ragazzi possono essere una risorsa ?Le associazioni sono al servizio della citt? Queste sono le sfide che il progetto Gex ha rivolto direttamente a questi ragazzi e ai loro educatori (genitori, insegnanti, operatori sociali, volontari, ) intervenendo nei loro contesti di riferimento come i quartieri, le famiglie, le parrocchie, le scuole pubbliche e private, le associazioni, cos da costituire una rete capace di formare ai principali temi che Expo (Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita) e ONU (Obiettivi del terzo millennio) indicano come prioritari. 20 gruppi, sezioni, circoli cittadini di tre associazioni; altre 80 associazioni di quartiere coinvolte in otto reti territoriali nelle otto zone periferiche di Milano; 27 iniziative eventi attivit realizzate in due anni sui temi delleducazione, ambiente e alimentazione, coinvolgendo oltre 2.000 ragazzi; decine e decine di volontari coinvolti e solo cinque operatori part time retribuiti. Sono questi finora i numeri del progetto Gex finanziato dal IV Piano Infanzia e adolescenza (L. 285/97) del Comune di Milano e realizzato da Agesci Lombardia, Agesci zona Mi-
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www.arcipelagomilano.org urbane. La politica dei servizi ne rappresenta un tassello importante, perch richiede innovazioni significative ed efficaci per contrastare la crescita delle disuguaglianze anche allinterno della stessa citt. Il Piano dei Servizi rivisto si mosso nella direzione di riconoscere un ruolo effettivo alla citt pubblica, superando alcune impostazioni concettuali inaccettabili dello strumento adottato e rafforzando la costruzione di strategie spaziali tese a raggiungere un equilibrio dinamico fra la giusta profittabilit delliniziativa imprenditoriale e il miglioramento complessivo delle dotazioni urbane. In questa ottica la citt si trasforma formando un rapporto reale tra la complessit delle sue attivit e non disgiungendo la pi sensibile delle relazioni, quella che deve realizzarsi tra residenza e servizi. Per dare corpo alla citt dei servizi in primo luogo sono stati riconosciuti (e resi conformativi) tutti i servizi pubblici e di interesse pubblico esistenti di livello urbano e territoriale, ivi compresi quelli privati accreditati: sembra unoperazione scontata ma non possiamo dimenticare che il piano della giunta Moratti assimilava i servizi esistenti, a eccezione di quelli esclusivamente di propriet comunale, al resto del tessuto urbano (consentendo immediate dismissioni e trasformazioni per funzioni private). In secondo luogo stato avviato un progetto di servizi, che ha coinvolto le Associazioni e le Zone del decentramento amministrativo in una fase di ascolto e riprogettazione collettiva nei sei mesi di stesura delle nuove controdeduzioni e che non si fermato, collazionando un nutrito materiale documentario e di proposte che sar messo a disposizione delle Zone. Anche in questo caso la distanza tra il PGT rivisto e quello adottato misurabile concretamente. Infatti ieri il piano programmaticamente trascurava di prevedere nuove aree verdi e attrezzature, dichiarando in modo spregiudicato di affidarsi alla sola sussidiariet orizzontale, cio al supporto, anche creativo, dei soggetti non appartenenti allamministrazione (privati e terzo settore), da catturare con premi volumetrici e soprattutto con lampliamento della nozione di servizio pubblico alle attivit anche a scopo di lucro. Oggi il piano pone le premesse per disegnare la struttura della citt pubblica dei servizi costruendola con le Zone che nel frattempo ricevono sempre maggiori competenze. Obiettivo rispondere ai bisogni emersi, salvaguardare e potenziare i servizi esistenti e produrne di innovativi, oltre a generare le condizioni favorevoli per attrarre produzioni e lavoratori qualificati, studenti e docenti, a scala nazionale e internazionale. Con quali misure e con quali risorse? Sostanzialmente attraverso due meccanismi. Il primo si avvale della perequazione delle pertinenze indirette, gi introdotta dal piano adottato, ma la finalizza a obiettivi pubblici, in una logica profondamente differente. Infatti si tratta di una manovra che non pi pervasiva e destinata ad acquisire aree ovunque cui attribuire diritti edificatori (perfino ai suoli del Parco Sud) per densificare senza limiti la citt esistente, ma al contrario di un processo selettivo che individua solo le aree effettivamente necessarie per realizzare verde attrezzature ed edilizia sociale (uninnovazione rispetto alla gamma precedente) in quantit adeguata ai fabbisogni espressi dalle comunit locali; ledificabilit attribuita ridotta (da 0,50 mq/mq a 0,35 mq/mq) e pu atterrare sui tessuti esistenti senza stravolgerli (perch sono fissati limiti di densit). Linsostenibile dispositivo perequativo del piano adottato stato totalmente depotenziato nei suoi effetti pi deteriori e se ne propone al contrario un uso strumentale per accrescere le dotazioni pubbliche e ridisegnare selettivamente parti di citt. Il secondo meccanismo decisamente pi significativo. Con unastuta acrobazia normativa il piano Moratti commisurava la quantit di aree a standard (con facolt di monetizzazione) al 100% della nuova slp per funzioni private (e al 36% delledilizia sociale), limitatamente alla sola quota eccedente la quantit di slp prodotta dallapplicazione dellindice unico (sia nei tessuti esistenti che nelle ATU). Nel piano rivisto invece lo standard dovuto (nella medesima quota pari al 100% per funzioni private e 36% per edilizia sociale) interamente per la slp di nuova realizzazione o derivante dai cambi duso. stato inoltre introdotta la regola della cessione obbligatoria di tali aree per servizi per almeno il 50% della superficie di intervento (nelle maggior parte delle ATU e nelle ARU con dimensione ragguardevole). Sul fronte ambientale, merita riconoscere lo sforzo compiuto in questi mesi per dare sostanza allipotesi di Rete Ecologica Comunale (REC), allinterno di un disegno di scala vasta per rafforzare i corridoi verdi. Il piano ha effettuato una ricognizione completa dei possibili ambiti di intervento, ne ha disciplinato i requisiti minimi progettuali, ha introdotto la perimetrazione del PLIS Parco Media Valle del Lambro e ha creato le condizioni per realizzare una fascia verde attrezzata, integrata al disegno del Parco Sud Milano e del Parco Forlanini (la cui edficabilit nellATP stata cancellata). Dare respiro alla citt e valorizzare le risorse esistenti: un contributo di sostenibilit di cui garantire presto lattuazione. *Gli autori sono membri della Consulta Tecnico Scientifica CTS per la revisione del PGT.
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www.arcipelagomilano.org sono. Sono convinto che le immagini del cinema offrono letture uniche di una citt e si proiettano nel tempo, fino a diventare parte del suo patrimonio storico e culturale. Un film che realizzammo qualche anno fa, Fame Chimica, ne pu dare forse testimonianza. Questa volta abbiamo deciso di girare il film a Torino perch diventato pi vantaggioso e semplice lavorare l. La scommessa che quella citt ha giocato per ritrovare un suo ruolo nel cinema italiano ha prodotto buoni risultati. Il comune capoluogo e la Regione Piemonte hanno sviluppato in modo integrato una strategia di lungo respiro che ha dato vita a una Film Commission divenuta un modello per tutti. Grazie a queste politiche negli ultimi dieci anni Torino si vedr ampiamente rappresentata nel cinema. Milano molto meno. E sar un vuoto che sentiremo. Ma perch, concretamente, abbiamo optato per Torino? Anzitutto perch la Film Commission sa cogliere le esigenze di chi produce film e si sforza di capire come pu essere daiuto - cosa che onestamente a Milano stato finora molto pi difficile. A Torino abbiamo a disposizione uffici di produzione molto funzionali, a titolo gratuito, allinterno di un bel Cineporto istituito allo scopo. Siamo brillantemente sostenuti nella ricerca di location, godiamo di facilitazioni pratiche (per lutilizzazione degli spazi pubblici, per i trasporti, per i permessi), abbiamo la possibilit di accedere a un fondo di associazione finanziaria alle produzioni (tramite il FIP, Film Investimenti Piemonte), istituito dagli Enti Locali con la Film Commission. A Milano questo non avviene. La nostra Film Commission stata fino a oggi una cenerentola che si sforzata di fare il suo lavoro con scarsi mezzi finanziari e con scarsa esperienza specifica. Non allaltezza della citt. La Regione Lombardia ha voluto istituire un meccanismo di sostegno per il cinema attraverso un fondo di rotazione per la produzione: un ingranaggio complicato, poco adeguato alle esigenze del cinema, di scarsa funzionalit (al punto che molti produttori che lavevano ottenuto hanno rinunciato a utilizzarlo), gestito con parametri poco chiari e trasparenti. Ne ho unesperienza diretta In Piemonte si stanno studiando convenzioni tra istituti finanziari ed enti locali per avere facilit di accedere a crediti agevolati con garanzie degli enti locali: una delle necessit primarie per chi fa cinema. Qui, dove hanno sede dei principali Istituti di credito, qualcosa del genere non stato neppure concepito: ma certo, per farlo bisogna conoscere bene il cinema... Esiste in Piemonte un fondo di sostegno per il documentario, genere tanto negletto quanto importante per la cultura del nostro paese, che ha permesso che prendessero vita decine di film di ottimo livello, in buona parte realizzati in Piemonte, moltissimi distribuiti allestero. In cambio del loro aiuto in Piemonte si aspettano che i film che ricevono questi supporti producano benefici alla citt. E i benefici arrivano, non solo di immagine, ma anche economici. Si chiede poi che vengano impiegate maestranze locali, con una crescita professionale a livello locale per tutto il settore. Senza dubbio a Milano in questi anni c stato un grave disinteresse per il cinema da parte delle pubbliche amministrazioni, nonostante il comparto audiovisivo sia ancora molto rilevante, per volumi daffari e per personale impiegato. Ma che fatica fare cinema a Milano! Lo sanno i tanti registi e produttori che si affannano a realizzare film in solitudine, con budget tiratissimi e mille problemi, e che sono riusciti comunque, con grande determinazione, a dare vita a film che hanno fatto parlare di una nascente scuola milanese, nel cinema, che si sta formando a dispetto delle difficolt e che ha gi ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. necessario per che si sviluppi finalmente anche qui una politica di sostegno al cinema che valorizzi le grandi potenzialit della citt in questo campo. Altrimenti tutto rischia di spegnersi. Bisogna incalzare gli amministratori pubblici perch sviluppino strategie comuni e integrate, con cognizione di causa e azioni finalmente chiare, trasparenti, condivise con gli operatori del settore. Perch una metropoli mostra la sua vitalit se sa produrre cultura nutrendosi dello spirito della citt. Solo cos Milano potr pensare di rientrare nel grande circuito della cultura internazionale per tornare a depositarvi la sua traccia, la sua visione, la sua realt.
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IL NOSTRO CARNEADE
La legge elettorale regionale chiara. Si elegge il presidente e vince chi ha un voto in pi. il candidato a presidente che determina le liste apparentate. Non ci sono gli esami di riparazione del secondo turno. Per questo in tanti vogliono evitare le primarie. Anche nel Pd. Nonostante lo statuto sia chiaro: Il Pd Lombardo ricorre allo strumento delle elezioni primarie per la selezione dei candidati alle cariche istituzionali monocratiche (Sindaco, Presidente della Provincia e Presidente della Giunta regionale). E qualcuno ricorda che si potrebbe ricorrere alla magistratura per far rispettare lo statuto. *** Colaninno candidato. Siamo preoccupati! Un'altro Carneade! *** I massimi sostenitori di una candidata donna alla presidenza della Lombardia sono in Cgil non vedono lora di cambiare segretario. ***
Via da Roma. Candidati solo alle regionali. La rivoluzione maroniana parte dai sondaggi che danno la Lega in calo verticale. Solo il presidente della regione la pu salvare dicono, dimentichi di averlo gi avuto nella persona di Paolo .. (fate uno sforzo e forse ve lo ricordate) *** Voglio essere la terza via tra conservatori e liberisti. Boeri si candida a che cosa non chiaro, ragionevolmente a fare il parlamentare: insomma la teoria del piatto ricco mi ci ficco fa sempre pi proseliti. Ma ha anche chiesto un congresso per Milano, tra i primi a rispondere Roberto Caputo consigliere comunale gi 22 anni fa che ha totalizzato 274 preferenze alle ultime elezioni comunali. Perch sceglierselo come interlocutore si sono chiesti molti? Ma ovvio non del congresso del Pd parleranno ma della scissione Saracino dellMS. Bei tempi quelli di prendi la spranga e diventa katanga. Last but not least il Pd discute di cose che sono gi state decise dalla giunta, premasticate da altri se vero per basterebbe avvisarlo
prima, in fondo da un po' hanno inventato telefoni ed email. *** Repetita juvant. D'Alfonso chiede le dimissioni di Boeri. Ancora? un ossessione. Masseroli lo difende. Ancora? un ossessione. La Rozza etc etc *** Dopo il meeting a Bari con Emiliano, De Magistris e Orlando ci si domanda sempre pi spesso: Ma alle politiche Pisapia dove sta? Con chi sta? E soprattutto chi candida? Pare che siano aperte le iscrizioni, ma lo sportello qual'?" *** Formigoni servo dei comunisti sestesi. La reazione dei milanesi del Pd alla scelta di Sesto come sede della citt della salute conferma che della citt metropolitana parlano tutti ma non ci crede nessuno o forse non sanno che per met dei milanesi si arriva prima a Sesto che in Duomo. Il commento pi divertente quello di un parlamentare: Penati ancora tra noi. ***
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RUBRICHE MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org Concerti e programmi
Prima di chiudere per la pausa estiva seguiremo ancora qualche concerto fra i pochi che ci verranno proposti in estate ci prendiamo la libert di riproporre il pezzo del 12 febbraio 2009, con il quale pi di tre anni or sono, insieme ad ArcipelagoMilano e quasi per gioco, nasceva questa nostra rubrica di musica e che da allora ha accompagnato per ben 155 numeri tutte le uscite del giornale. Quel pezzo si intitolava Sentir musica a Milano e diceva testualmente: Pochi milanesi o lombardi sanno di vivere in uno dei rarissimi luoghi al mondo - insieme a Parigi, Londra, Berlino, New York e a non molte altre citt - in cui possibile ascoltare, con elevatissima frequenza, e dal vivo, i pi grandi interpreti ed esecutori di musica colta. Se facciamo un rapido calcolo di quante persone vivono in queste poche grandi citt musicali e quale modesta percentuale di essi abbia la disposizione danimo per frequentare le sale da concerto, ci rendiamo facilmente conto che la fortuna di poter ascoltare tanta musica di cos grande livello artistico e professionale arride a una sparuta minoranza di esseri umani; e noi abbiamo questo privilegio in casa! Milano infatti, oltre a ospitare quel monumento musicale straordinario che il teatro alla Scala, dispone di altre magnifiche sale da concerto con una programmazione molto vivace come lAuditorium di largo Mahler, le sale Verdi e Puccini del Conservatorio, il teatro Dal Verme, il teatro degli Arcimboldi e molte altre meno note (dalle Aule Magne delle Universit Statale e Cattolica alla palazzina Liberty di largo Marinai dItalia, solo per fare degli esempi), ma anche di molte chiese che accolgono abitualmente importanti eventi musicali (come ad esempio San Simpliciano, San Marco, San Vincenzo, Santa Maria della Passione, San Satiro, la chiesa protestante di via del Giardino, ecc.). Milano gode anche della presenza di numerose e qualificate istituzioni che promuovono e gestiscono attivit e intere stagioni di opere e concerti come oltre alla Scala, ovviamente, con le sue stagioni di opere liriche, concerti sinfonici, balletti, ecc. e con le sue due orchestre, la stabile e la Filarmonica la Fondazione Orchestra Verdi, lOrchestra dei Pomeriggi Musicali, la Societ del Quartetto, le Serate musicali, la Societ dei Concerti per citare le pi celebri, ma anche Musica Rara, lOrchestra Milano Classica, e tante altre. N va taciuta la ricca offerta musicale degli altri capoluoghi lombardi, con Bergamo, Brescia e Pavia in testa. Ci che curioso, e che vorremmo porre come questione musicale ai nostri lettori, la totale incomunicabilit fra le diverse istituzioni, la totale assenza di coordinamento fra le diverse iniziative, la sostanziale mancanza di specializzazione delle diverse proposte. la pi tradizionale delle abitudini quella di abbonarsi a una o pi stagioni, magari una di musica sinfonica e unaltra di musica da camera, mediamente due concerti alla settimana il nostro melomane finir fatalmente per ascoltare solo quello che gli viene proposto attraverso gli abbonamenti, non sceglier pi n un programma n un interprete, altri sceglieranno per lui; poi interverr la forza di inerzia e di appartenenza, per cui si abboner ogni anno al medesimo ciclo e finir per essere definitivamente uno scaligero, un quartettista, ecc. Ma perch non immaginare un vero e proprio sistema milanese che offra la possibilit di scegliere stagione per stagione un percorso musicale su misura dei propri interessi e tendenze, magari scandito dalle celebrazioni dei vari anniversari ... o dalle opera omnia di alcuni autori, o piuttosto dalla lettura di cicli integrali di opere? Sarebbe straordinariamente affascinante che pur nella indispensabile e preziosa diversit e nella libert di scelta e di proposta delle varie istituzioni potessimo sfruttare appieno la ricchezza musicale delle citt lombarde, e di Milano in particolare, per godere di una programmazione intelligente - complessiva, creativa, mirata, colta - volta a promuovere una grande unica stagione piena di alternative stimolanti e, nel corso degli anni, fondativa di una completa esperienza musicale. Ci sembra che la proposta sia ancora attuale. In questi tre anni e mezzo abbiamo riscontrato che la programmazione musicale segue molto le mode e si appoggia sempre di pi alle ricorrenze. Per cui si sentono spesso gli stessi autori e le stesse musiche, e soprattutto i giovani che non hanno avuto ancora il tempo per ascoltare molta musica - non riescono ad arricchire quanto vorrebbero la propria cultura attraverso unofferta ragionevolmente ampia. Questo fatto, insieme allalto costo dei biglietti e alle scarse facilitazioni per gli studenti, li spinge verso la musica registrata che come abbiamo pi volte sostenuto soprattutto un business per le case discografiche ma per noi pur sempre una conserva di musica, un surrogato privo di aroma e di freschezza. Basterebbe che le nostre istituzioni musicali si sedessero una volta lanno intorno allo stesso tavolo e concertassero i programmi secondo una logica che pu andare dallenciclopedico al monotematico ce ne sono tante e ognuno potr scegliersi la sua purch sia capace di incontrare le esigenze di coloro che dalla musica viva non si aspettano solo la piacevole serata, ma anche di seguire un lungo percorso di crescita e di maturazione. Ci piacerebbe molto sapere cosa ne pensano, per esempio, Stephan Lissner o Luigi Corbani che sono sicuramente i nostri due pi importanti manager del settore pubblico e di quello privato.
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ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org I funerali dellanarchico Pinelli tornano a Milano
A quaranta anni dalla sua realizzazione Palazzo Reale espone unopera simbolo degli anni 70, I funerali dellanarchico Pinelli, 1972, di Enrico Baj. La cornice delle pi importanti, la sala delle Cariatidi, che con i segni ancora evidenti delle ferite di guerra ben si adatta a sottolineare il dolore e la drammaticit della tragica morte di Giuseppe Pinelli. Unopera dalle dimensioni colossali, 3 metri di altezza e 12 di lunghezza, con 18 figure ritagliate nel legno e coperte di altri materiali, secondo la tecnica del collage. Ma se il soggetto drammatico, travagliato anche il destino di questopera. Il lavoro doveva infatti essere presentato in mostra proprio a Palazzo Reale, nella stessa sala delle Cariatidi, il 17 maggio 1972. La sala era gi allestita, il catalogo pronto, i manifesti gi appesi per la citt, ma proprio la mattina dellinaugurazione della mostra venne ucciso a colpi di pistola il commissario Calabresi, che aveva diretto le indagini sulla strage di piazza Fontana. La mostra venne rinviata per motivi tecnici e lopera non fu pi presentata a Palazzo . Reale. Da allora stata presentata in diverse citt tra cui Rotterdam, Stoccolma, Dsseldorf, Ginevra, Miami, Locarno e Roma. Unopera che ha un precedente diretto, che viene in mente non appena si mette piede allinterno della sala: Guernica di Picasso. Cos come quel drammatico dipinto fu esposto in una storica mostra del 1953 nella sala delle Cariatidi, cos lopera di Baj ha lo stesso amaro e spiazzante impatto. Mentre il Pinelli cade dalla finestra, tutto intorno a lui il caos. 11 anarchici assistono disperati alla scena, sulla sinistra, piangendo lacrime fatte di sassolini e bottoni. Poco pi in l, staccate dal pannello, ci sono le due figlie, Claudia e Silvia Pinelli: una tende le braccia verso il padre, laltra piange disperata. La moglie Licia invece collocata sulla destra, ed il personaggio pi guernichesco di tutti. La faccia stravolta dalle urla, il seno fuori, le braccia aperte in segno di disperazione, quasi a carponi, incapace di sostenersi. Accanto a lei avanzano minacciosi poliziotti e generali, trasformati in mostri grotteschi e deformi, con le medaglie militari ben in vista, i manganelli in mano e laria feroce. Tutto intorno al corpo che cade, centro fisico e concettuale dellopera, mani che brandiscono coltelli, manganelli e molotov e che sembrano spingere per accelerare la caduta. Toccanti anche i due interventi che introducono allopera, due brevi testi scritti da Dario Fo e Giorgio Marconi, che prese in custodia lopera dopo la cancellazione della mostra nel 1972. Giorgio Marconi, il figlio, che ha anche curato lallestimento della mostra, ha dichiarato di voler donare lopera alla citt. Un dono che non potr che essere gradito da Milano, vista la potenza di questopera, che riesce a descrivere un episodio cos triste della storia della citt, e che ha coinvolto con sdegno, rabbia ed emozione lintero Paese. Enrico Baj. I funerali dellanarchico Pinelli Palazzo Reale fino al 2 settembre 2012, luned 14.30 19.30, marted domenica 9.30 19.30, gioved e sabato 9.30 22.30, INGRESSO GRATUITO
Milano anni 70
La scena artistica era dominata da gruppi come FLUXUS e Laboratorio di comunicazione militante, dal gruppo del Nouveau Realisme, con Rotella, Christo che impacchetta il monumento in piazza Duomo e Daniel Spoerri che imbandisce tavole posticce come quadri da parete. Cos come era successo per la grande mostra alla Rotonda della Besana, 1970, a cura di Pierre Restany e con allestimento di Gae Aulenti. Tanti i fotografi importanti italiani, come Carla Cerati, che coglie la vita mondana milanese, Gianni Berengo Gardin che descrive case di ringhiera, cortili e piazze, Cesare Colombo che testimonia i cortei del Movimento Studentesco, Maria Mulas che distorce i corpi e i volti dei protagonisti culturali di quegli anni durante linaugurazione di una mostra al PAC, e naturalmente Ugo Mulas che immortala piazza Duomo colma di gente ai funerali delle vittime di Piazza Fontana. Tanti anche i nomi illustri del mondo pi artistico, come Castellani, Gianni Colombo, Alik Cavaliere, Luciano Fabro, Pomodoro, Garutti, Melotti, Kaprow e Boetti. Caratteristiche del periodo furono anche le performance, come quella di John Cage al teatro Lirico, o quella di Lucinda Childs alla importante galleria di Salvatore Ala, tutte testimoniate da foto e video depoca. Il clima politico caldo di quegli anni sempre presente in sottofondo, testimoniato dai video delle proteste di piazza, dalle foto del commissario Calabresi durante il processo, cos come dalle prove di caduta (con manichino) del corpo dellanarchico Pinelli di Massimo Vitali. Insomma c un po di tutto, opere, libri, manifesti e racconti, esposti per la prima volta, che non mancheranno di sollevare interrogativi e riflessioni cos come accadde agli intellettuali e agli scrittori che attraversarono Milano in quegli anni, come Umberto Eco, Michel Foucault e Garcia Marquez. Una mostra esaustiva ma faticosa: tanti gli spazi, tante le sale e le opere, si rischia quasi un sovraffolla-
Milano negli anni 70 stata un grande centro propulsore di arte, idee, movimenti politici e rivoluzioni. Addio anni 70 celebra proprio questo decennio con una grande retrospettiva a Palazzo Reale, curata da Francesco Bonami e Paola Nicolin. La mostra, a ingresso gratuito, resta nellambito delle mostre autoprodotte dal Comune, con il contributo di 24 Ore Cultura. Una mostra che conta pi di 230 opere, 28 stanze (tutto il piano nobile del Palazzo) e moltissimi documenti e testimonianze dellepoca. Il percorso non strutturato in modo cronologico o metodico, ma invece libero e fluente, per dar voce e spazio ai vai protagonisti del periodo e alle loro grida sovversive.Il visitatore non deve aspettarsi forti emozioni o sensazioni, piuttosto, in linea con il pensiero di quel decennio, lopera non ha fini prettamente estetici ma si presenta cos com, in tutta la sua materialit e fisicit, densa piuttosto di un significato profondo e concettuale.
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www.arcipelagomilano.org mento mentale, causato anche dalla scelta un po infelice delle posizioni delle didascalie, spesso lontane dallopera e, nel caso delle fotografie, accorpate lontane dalle immagini di riferimento. Una bella iniziativa il progetto editoriale creato ad hoc. Per aiutare il visitatore nella complessit fisica e concettuale della mostra, stato stampato un giornale free press, una sorta di catalogo gratuito che accompagna lesposizione, realizzato da Mousse, e che unantologia di testi e immagini depoca, selezionati e ristampati per loccasione. Si tratta di documenti introvabili, provenienti da archivi, gallerie, fondazioni e biblioteche, che ne fanno uno strumento prezioso da conservare e utilizzare durante e dopo la visita. Apre e chiude il percorso una reading room, progettata grazie alla collaborazione di Artek e Domus e realizzata con tavoli e sedie di Enzo Mari, legate allesperienza dellAutoprogettazione che egli present per la prima volta alla Galleria Milano nel 1974. Nella sala sono visibili anche le interviste a critici e protagonisti del decennio realizzate appositamente per la mostra insieme alla documentazione editoriale depoca. Per restituire la complessit del periodo affiancheranno la mostra una serie di attivit e momenti di approfondimento tematico pubblici e gratuiti, ovvero un ciclo di lezioni sugli anni Settanta a cura di Doppiozero, a ingresso libero (ore 19.00). Il 28 giugno si parler di Sesso e moda con Luca Scarlini, il 5 luglio di Grafica e poesia visiva con Giovanni Anceschi, il 12 luglio di Letteratura con Marco Belpoliti e il 19 luglio di Cinema con Luca Mosso. Addio anni 70 arte a Milano 1969 1980, Milano, Palazzo Reale, fino al 2 settembre, Ingresso gratuito Orari: luned: 14.30_ 19.30; marted, mercoled, venerd, domenica: 9.3019.30; gioved e sabato: 9.30_ 22.30
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www.arcipelagomilano.org sale o sta sdraiata su un vecchio divano, quasi pronta per farsi ritrarre. Una riflessione tra il corpo dipinto e il corpo reale, sul rapporto e il significato artistico del gesto dellartista. Una mostra irriverente e giocosa, sarcastica e ricca, che dialoga bene con le stanzeinstallazioni del resto del palazzo, firmate da artisti super star come Penone e Murakami. Venezia come simbolo non solo de passato ma anche della grande importanza dellarte contemporanea.
Madame Fisscher - Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231 - Fino al 15 luglio 2012 - Orari: tutti i giorni 10.00 19.00. Chiuso il marted.
LIBRI questa rubrica curata da Palo Bonaccorsi rubriche@arcipelagomilano.org La scienza non ha bisogno di Dio
di Edoardo Boncinelli Rizzoli editore, Milano, 2012 pp. 165, euro 18,00
Sembra che oggi esorcizzare Dio sia diventato di moda, dimenticando che tra scienza e fede non occorre fare una scelta. Sfatiamo il pregiudizio che chi fa ricerca scientifica non abbia bisogno di Dio o, viceversa, chi vuole credere in Dio non possa essere uno scienziato serio. nella molteplicit dei saperi che si raggiunge la pienezza. Edoardo Boncinelli, professore di Biologia e Genetica presso la cattolicissima Universit Vita-Salute San Raffaele di Milano, sfrutta il titolo accattivante del suo ultimo libro La scienza non ha bisogno di Dio, e attira il lettore. Chi vusa ps, la vaca l sua: nelleditoria, come al mercato, lo strillo paga. Cos Boncinelli, un po milanese anche se fiorentino, mentre dichiara che si pu fare scienza senza Dio, usa il nome di Dio per vendere il suo saggio. Con uno stile colloquiale e un linguaggio cristallino, lo scienziato ci mostra il cursus compiuto dalla 16
www.arcipelagomilano.org scienza e i punti che restano da chiarire nel futuro. Oggi capiamo il 4% delluniverso e il 30% del DNA. Materia oscura e DNA oscuro sono una sfida per gli studiosi. Dieci anni fa, la mappatura del genoma umano ci ha permesso di conoscere lenorme patrimonio di geni che compongono il DNA. Ma i geni non sono tutto: dentro di loro si annida, ancora ben nascosto, il segreto della vita. Gli errori di trascrizione del DNA, a seguito della costante duplicazione del patrimonio genetico, determinano levoluzione biologica, cosicch, molto tempo fa, i popoli sullHimalaya furono in grado di sopportare meglio le condizioni inospitali di quellambiente; oggi, i loro discendenti abitano dove volano le aquile. Fu merito di errori o avvenimenti straordinari? difficile immaginare che da un refuso nella lista della spesa possa derivare una terzina della Divina Commedia. pi facile invece che, sbagliando il nome di un prodotto, si possa acquistarne uno migliore. Il nostro corpo una fabbrica di ricambi: le cellule muoiono e vengono rimpiazzate. Noi restiamo in apparenza gli stessi, eppure introduciamo nuova materia che sostituisce la vecchia e prende forma. Una lotta per la vita: la sostituzione al fine di permanere. I veri vincitori, ci spiega Boncinelli, sulla Terra sono i batteri, inalterati da pi di tre miliardi di anni. Nel 1944, il Nobel per la fisica Schrdinger, nel suo libro che divent musa ispiratrice della biologia, si poneva la domanda: che cos la vita? A cinquantanni dalla sua morte, la nostra sete di sapere non si placata, nemmeno quando Craig Venter afferm, sbagliando, di essere riuscito a creare in laboratorio un esempio di vita artificiale. Forse questo sar il secolo della genetica. Si arriva in fondo al libro tutto dun fiato, per poi constatare, con Darwin, che da un incipit creativo tanto semplice tutte le forme di vita evolute sono degne della pi grande ammirazione. Scienza e fede, camminando su sentieri autonomi ma complementari, sinterrogano sul mistero. Al traguardo, la risposta forse sar uguale per tutti. (Cristina Bellon)
TEATRO questa rubrica curata da Emanuele Aldovrandi rubriche@arcipelagomilano.org Festival Estate 2012
Con le stagioni ormai quasi terminate il teatro e i teatranti (e il pubblico) si spostano delle citt ai festival estivi. Dal 13 al 22 luglio al Festival di Santarcangelo saranno in scena alcuni fra i pi importanti artisti italiani e internazionali, www.santarcangelofestival.com. *** Dal 23 giugno al 15 luglio a Roma il Roma Fringe Festival, dedicato al teatro off. Oltre 50 compagnie porteranno in scena i loro lavori prodotti al di fuori dai circuiti teatrali istituzionali, www.fringeitalia.it. *** A San Sepolcro il Kilowatt Festival, dal 20 al 29 luglio, con incontri, workshop e anteprime: una full immersion nel teatro contemporaneo, www.kilowattfestival.it. *** Ad Asti dal 28 giugno all8 luglio la trentaquattresima edizione del festival. Da non perdere il Finale di partita di Teatrino giullare, premio Ubu 2011, dal 2 luglio, www.comune.asti.it/astifestival. *** Dal 29 giugno al 15 luglio a Spoleto il Festival dei due mondi, www.festivaldispoleto.com *** Per chi vuole seguire la scena internazionale e tuffarsi in due citt che vengono completamente trasformate dal teatro, due appuntamenti immancabili sono il Festival di Edimburgo, dal 9 agosto al 2 settembre 2012 www.eif.co.uk e il Festival di Avignone, dal 7 al 28 luglio, www.festival-avignon.com.
CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Cera una volta in Anatolia
di Nuri Bilge Ceylan [Bir zamanlar Anadolu'da, Turchia, 2011, 150] con Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, Ahmet Muntaz Taylan, Muhammet Uzumer, Firat Tanis
Sullo sfondo di un tramonto fiammeggiante, tre automobili stanno percorrendo lentamente una strada tortuosa, unico intervento delluomo in un paesaggio arido e desolante. Nuri Bilge Ceylan, regista di Cera una volta in Anatolia, ci chiede di salire su una delle auto, quella in cui il presunto assassino, dal volto imperscrutabile e cinereo, guardato a vista dal procuratore, dal comandante della polizia e dal medico legale dallaria spaesata e confusa. Il colpevole del delitto ha confessato da parecchie ore ma, nelloscurit che rende questi luoghi cos difficili da riconoscere, gli inquirenti sono costretti a compiere un viaggio estenuante al termine della notte per risolvere il caso. In unopera divisa invisibilmente in tre atti, le crepe nellanimo dei tre compagni di viaggio dellassassino si rivelano singolarmente. La loquacit ridondante del commissario e la sua aggressivit nascondono il dolore di un figlio malato e di una situazione familiare dolorosa e destabilizzante. Il procuratore nasconde i sospetti sul suicidio della
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www.arcipelagomilano.org moglie dietro uno sguardo frivolo che guarda fisso di fronte alla macchina da presa. Si aggiusta la folta chioma, non ancora canuta, compiacendosi di essere stato paragonato a Clark Gable. La donna, tuttavia, con questatto tragico e irreversibile ha scelto di colpevolizzare il marito fedifrago e assente evidenziando tutta lambiguit di un personaggio che dovrebbe rappresentare giustizia e rettitudine. Chiude questa trilogia di indagine esistenziale sul gruppo di inquirenti il medico che fino allultimo appare come un alter ego dello spettatore nel racconto. Luomo assiste allapertura del corpo della vittima durante lautopsia e, in una lunga metafora, sembra vedere sviscerate, nello stesso momento, tutte le sue inquietudini e i suoi contrasti interiori. In questo poliziesco atipico, non la scoperta del corpo del delitto ad attirare la nostra attenzione ma linsicurezza della polizia, della legge e della scienza che sembrano ancora perse nella notte senza luci dellAnatolia. Marco Santarpia In sala a Milano: Eliseo, Anteo.
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