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numero 23 anno IV - 20 giugno 2012


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L.B.G. EXPO: LAD SALA E LE SUE PAROLE IN LIBERT Franco DAlfonso BILANCIO: TAGLIARE LE SPESE RESTANDO A SINISTRA Andrea Tartaglia EXPO, UN GRANDE EVENTO: NON SMETTERE DI PENSARE Mario De Gaspari DUE O TRE COSE CHE (FORSE) HO CAPITO DI QUESTA CRISI Marco Cipriano
INVESTIRE NELLA COESIONE NON SOLO TECNICA ELETTORALE

Paolo Galuzzi, Stefano Pareglio, Piergiorgio Vitillo PGT: I PRINCIPI DELLA RIFORMA DEL PIANO Michele Monte POLITICHE URBANISTICHE PER I NAVIGLI MILANESI Silvia Maffii I FRONTI DEL NO: I CONFLITTI POSSONO ESSERE UTILI Antonella Nappi REDDITO, TEMPO E LAVORO: LE NUOVE RAGIONI Maurizio Martina 13 DOMANDE: MARTINA RISPONDE

VIDEO PIER FRANCESCO MARAN:


TRASPORTI, ARREDO URBANO E ENERGIA, UN CAMBIO DI PASSO

COLONNA SONORA Mina FUORI CITT

Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Paolo Bonaccorsi TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia

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EXPO: LAD SALA E LE SUE PAROLE IN LIBERT Luca Beltrami Gadola


Gioved scorso, finita la conferenza stampa di ritorno da Parigi dei due commissari straordinari e dellamministratore delegato di Expo e finita pure lillustrazione dellultima versione del progetto Expo - il vestito nuovo per un corpo irrequieto e che stringe lanima con i denti - mentre la maggior parte dei cronisti inseguivano il presidente Formigoni e il sindaco Pisapia per chiedere conto al primo degli ultimi scandali e al secondo le ragioni delle sue dimissioni, un residuo drappello si faceva corona attorno allamministratore delegato Sala ed ecco tre sue affermazioni di allora che richiedono un commento: le gare al massimo ribasso sono le uniche che danno risultati indiscutibili; impossibile che 20 imprese si mettano daccordo; non si possono escludere dalle gare le imprese che abbiano in corso procedimenti giudiziari. Dal mazzo scegliamo la prima: lindiscutibile risultato delle gare al massimo ribasso. Detta cos, questa affermazione sacrosanta, tanto vero che allestero le pubbliche amministrazioni e i privati e anche da noi i committenti privati scelgono questa fattispecie di gara o optano per laborrito appalto a misura. Ma il contesto italiano capovolge tutto. In Italia si appaltano lavori su progettazioni incomplete, frettolose, con descrizioni sommarie e spesso non coincidenti con il progetto, in base ad autorizzazioni giuridicamente discutibili e quindi oggetto di ricorsi, con unincompleta conoscenza dello stato di fatto dellarea edificabile: il tutto, se non voluto, prova dimpreparazione. La conseguenza: le imprese sanno che lo sconto offerto una variabile indipendente dai costi reali perch cammin facendo tutto si aggiusta tra perizie di variante, indennizzi vari per difficolt non indicate nel capitolato dappalto, adeguamenti in itinere e correzioni del progetto con richiesta di nuovi e diversi compensi. Il risultato? Nella quasi totalit dei casi limporto finale pagato allimpresa si avvicina per una manciata di euro allimporto che era stato posto a base della gara. Ecco dove finiscono gli sconti favolosi. Il tutto supportato da una legislazione sullappalto pubblico formalmente ineccepibile ma un colabrodo nella sua folle complessit. Altre forme di appalto? La situazione non cambia, il difetto sta nel manico, nel sistema complessivo, nellopacit delle procedure prima e dopo laggiudicazione. Con un dettaglio in pi. Questa legislazione sembra fatta apposta per perdere tempo prezioso nei labirinti della burocrazia e delle infinite autorizzazioni. Ecco allora la necessit del "deus ex machina", il commissario, e dei suoi poteri speciali per accorciare le inutili attese. Bertholt Brecht diceva: Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi e io aggiungerei e nemmeno di commissari.. Gli ultimi scandali della sanit regionale dimostrano che non c settore della nostra amministrazione che non sia terreno di furbizie e di malaffare. Lamministratore delegato di Expo, che queste cose le sa bene, avrebbe dovuto dire: in questo pasticcio italiano dovete fare affidamento solo alla nostra onest, competenza e correttezza. Ma nessuno ha il coraggio di dirlo. Veniamo ora alla seconda affermazione: praticamente impossibile che 20 imprese si mettano daccordo. Potrei citargli casi in cui 100 imprese si sono messe daccordo ma anche ricordargli che in Italia, come nel resto del mondo, i cartelli tra grandi gruppi sono allordine del giorno e magari concernono favori che esulano dallo specifico di un solo appalto ma riguardano un intero mercato di opere pubbliche e quindi inutile lasciarsi andare ad affermazioni avventate e poco credibili. Scoprire i cartelli unarte, un fatto di fiuto. Un solo piccolo rimedio: frazionare le commesse, anche se costa pi fatica al committente, perch su importi minori e quindi alla portata di pi imprese i cartelli sono meno facili anche se non impossibili. Lultima affermazione: non si possono escludere le imprese che siano incappate nelle maglie della giustizia perch, ha aggiunto, ormai per una grande impresa praticamente inevitabile incapparvi. E questa affermazione, ancorch realistica, rispecchia una situazione anche questa tipicamente italiana: ci saremmo aspettati un tono di rammarico, gli occhi rivolti al cielo, il volto scuro di un pubblico amministratore che si trova, per forza di legge, a dover trattare con chi tanto candido non . Nulla di tutto questo. Ma qui bisognerebbe andare oltre e dire che la legislazione italiana nel suo ipocrita garantismo commette un grave errore pedagogico: se si escludesse per legge, in attesa di giudizio ma a protezione della pubblica amministrazione, chi anche solo inquisito forse avremmo qualche esclusione immeritata ma un potente deterrente a non incappare nelle maglie della giustizia. Per finire. I lavori dellExpo, se si faranno, potranno dotare la nostra citt di molte infrastrutture delle quali ha bisogno ma anche se questo non accadesse avrebbe anche potuto essere loccasione per unapprofondita riflessione su tutta la legislazione che ruota attorno allappalto pubblico. Non ci sono i soldi per le infrastrutture? Possiamo farci poco o nulla ma la revisione della legislazione non costa nulla: le famose riforme senza spese. Almeno queste facciamole: sempre le stesse da quelle dantan di Ernesto Rossi e degli Amici del Mondo - gli anni a cavallo tra i cinquanta e sessanta - agli ultimi articoli di Tito Boeri. Le riforme arancione che partono da Milano.

BILANCIO: TAGLIARE LE SPESE RESTANDO A SINISTRA Franco DAlfonso


Ha molte ragioni Alessandro De Nicola nel suo articolo di alcuni giorni fa su Repubblica - Milano nel lamentarsi della sostanziale illeggibilit dei documenti di bilancio senza laiuto di qualche chierico della contabilit. Purtroppo tra i risultati ottenuti dalla Giunta Pisapia non c la corretta definizione del ruolo della Ragioneria Comunale, che continua a ritenersi in dovere di gestire i conti del Comune di Milano utilizzando un latinorum perfino irritante nella sua scarsa utilit gestionale e politica, cercando al contempo di dettare i tempi della politica in una mal riuscita imitazione del governo Monti, dove per sicurezza non si nominato nemmeno il ministro delleconomia per confermare anche formalmente

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il potere assoluto dei direttori generali. Gli elaborati di bilancio, se non sorretti da una riclassificazione da controllo di gestione sfortunatamente non fornita allarticolista, inducono spesso in errori sostanziali a fronte di formali quadrature. Si finisce per dire, per esempio, che le spese correnti sono aumentate, quando sono invece sia pur leggermente diminuite (una novantina di milioni di euro, poco pi del 2%); oppure si parla di sestuplicazione delle spese per enti e partecipate, quando si tratta invece di interventi di risanamento in spesa corrente necessari per poter procedere a una di quelle alienazioni che tanto entusiasmano proprio il De Nicola, nel caso specifico un terzo delle aree Sogemi di via Lombroso. Ma al di l della disponibilit di dati e letture corrette materie sulla quale purtroppo come Amministrazione di Milano non possiamo certo ergerci a maestri lintera analisi di Alessandro De Nicola condotta per misurare lefficacia della spending review in termini di tagli alla spesa pubblica. Lintervento di revisione delle spese detto spending review fa parte delle famiglie di tecniche di revisione del budget di spesa, come reinventing government o budget a base zero. La caratteristica comune di queste tecniche quella di procedere a una completa reingegnerizzazione dei processi di decisione - pianificazione - erogazione della spesa e del servizio non basandosi sulla spesa storica ma ripartendo da una base zero sia in termini economici che organizzativi. Nella vulgata di questi mesi il processo di spending review - che richiede un periodo molto lungo di lavoro e implementazione; un team di persone dedicate a tempo pieno e test di verifica e fattibilit piuttosto complessi, stato identificato con il taglio della spesa, fosse esso selettivo o lineare. La procedura di taglio della spesa si attua in periodi di emergenza e consiste nella semplice eliminazione di una spesa o un servizio, non nella sua riorganizzazione, i cui effetti possono essere duraturi nel tempo, come ovvio, solo se tale eliminazione viene confermata in via definitiva. Lentit dei tagli operati per il bilancio 2011 stata di 110 milioni di euro, di cui circa 50- 55 milioni strutturali, vale a dire destinati ad avere un effetto stabile di riduzione sul successivo triennio. Nel bilancio previsionale 2012 le riduzioni di spesa operate sono ancora in mas-

sima parte derivanti da operazioni di taglio, con le quali si ritiene di aver sostanzialmente esaurito larea aggredibile con manovra semplice di taglio di spesa. Le previsioni di riduzioni significative di spending review dei prossimi anni ammontanti a oltre 100 milioni di euro potranno scaturire solo da un processo di revisione strutturato, che non pu che essere condotto con lausilio di un nucleo dedicato e specialistico che oggi ancora non c e che riguarda la struttura dirigenziale e non quella politica. Ancora una volta, al di l delle valutazioni sul metodo di revisione della spesa, occorre dire con chiarezza che lobiettivo dellAmministrazione di Milano non affatto coincidente con il pensiero mainstream liberista che considera la spesa pubblica il male assoluto e la gestione privatistica la panacea. Milano viene da diciassette anni di liberismo parolaio e privatizzazioni senza cervello come quella di AEM, che ha distrutto quattro quinti del valore iniziale, o di Metroweb, capolavoro che si concluso addirittura con una perdita contabile dopo aver messo sottosopra le strade di Milano per cinque anni. E ancora, il Comune deve ora gestirsi la partita dei Fondi Immobiliari che costano come una consulenza di Sai Baba, non hanno venduto nemmeno uno scantinato e torneranno indietro fra qualche anno pretendendo per contratto il rimborso delle somme gi erogate e spese dallAmministrazione Moratti. Per non parlare dei contratti di assegnazione di strutture di Milano Sport ai privati, regolarmente oggetto di indagine della giustizia ordinaria e spesso di quella penale o dello stadio di San Siro affittato al Consorzio Milan-Inter per una cifra modestissima (3,5 milioni di euro allanno pi altrettanti di investimenti sulla struttura, nei quali sono comprese le poltroncine e il video personalizzato per i giocatori negli spogliatoi). Se vero che gli sprechi ci sono e devono essere tagliati ed evitati al pi presto (lAmministrazione in un anno ha eliminato stabilmente spese per 60 milioni di euro, l8% delle disponibili), non bisogna fare di tutte le erbe un fascio. Lassunzione di 300 vigili urbani e 150 maestre dasilo che De Nicola avrebbe volentieri rinviato rappresentano invece una priorit per chi vuole garantire sicurezza e assistenza alla famiglia, cos come laumento degli stanziamenti ai Consigli di Zona non sono prebende per la casta ma la ricollocazione di voci di bilancio esi-

stenti in linea con il progetto del Comune decentrato che cardine del programma di questa Giunta. Non vi dubbio che il sistema del welfare comunale e il modello di socialismo municipale del Novecento deve essere profondamente rivisto, ma non esiste certo un solo modo e un solo verbo per farlo come vogliono farci credere. La Giunta Pisapia ha scelto una strada alternativa a quella liberista e per questo non ci si pu attendere che critiche da quel versante politico e ideologico: varrebbe forse la pena, una volta tanto, fare unanalisi seria di molti anni di politica liberista negli enti locali, a Milano e in Italia ma anche allestero, magari a Vienna, dove stanno disperatamente tentando di ricomprare le linee di metropolitana vendute oppure in una citt dellInghilterra, dove prendere un mezzo di trasporto un sogno in oltre il sessanta per cento del territorio urbanizzato! La spesa pubblica deve essere adeguatamente finanziata e le tasse e imposte comunali sono per questo necessarie. facile polemica parlare di incrementi a due cifre percentuali parlando di imposte comunali ferme da dieci anni e che solo in termini di inflazione hanno perso oltre il 20% del loro valore iniziale, a maggior ragione in un anno nel quale le gi altissime tasse nazionali sono state alzate. E non sarebbe il caso di ricordare che le politiche di taglio delle tasse del mondo anglosassone, dallIrlanda agli USA di Bush, non solo non hanno evitato la crisi, ma lhanno provocata? Sarebbe di qualche utilit sapere, per esempio, che il livello di tassazione negli USA per redditi sopra il milione di dollari sempre stato oltre il 58%, arrivando anche al 73%, tranne in due periodi: nel 1930-31, quando il presidente Hoover reag al crollo di Wall Street tagliando spesa pubblica e tasse, innestando la Grande Depressione; e nel 20042008, quando il presidente, George Bush trasform lavanzo di bilancio e zero debito eredit di Clinton nel buco di bilancio in valore assoluto pi grande che la storia ricordi, mettendo le basi per la crisi attuale che stata generata dal debito privato in quei Paesi e non dal debito pubblico dei paesi dellEuropa del Sud. Ma sono certo che anche con De Nicola discutendo sulle questioni reali non faticheremmo a trovare una valutazione comune non cos critica e affrettata come quella iniziale, magari ricordando il testo a lui caro de La ricchezza delle nazioni di Adam Smith, nella parte nella

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quale assegna alla politica economica il ruolo di assicurare primariamente alla popolazione redditi abbondanti o mezzi di sussistenza e, in secondo luogo, fornire allo

Stato o alla comunit entrate sufficienti per i pubblici servizi. Occorre per parlare un linguaggio di verit e partecipazione (che non vuol dire accondiscendenza), spie-

gando la situazione e illustrando le scelte, senza nascondersi dietro facile slogan o indulgere alla demagogia deteriore.

EXPO, UN GRANDE EVENTO: NON SMETTERE DI PENSARE Andea Tartaglia


Il 25 maggio 2012 al Politecnico di Milano si tenuta la Conferenza Internazionale Milano Expo 2015. Il progetto degli eventi globali organizzato dal Research Group Governance progetto e valorizzazione dellambiente costruito con LArca International. Partendo dalla condivisione dello stato dellarte sul progetto EXPO 2015 e confrontandolo con le esperienze di Lisbona (1998), Shanghai (2010) e Londra (Giochi Olimpici 2012), si sviluppato un costruttivo dibattito finalizzato a comprendere le opportunit dellevento milanese. Per ragioni contingenti, la crisi economica, sia per scelta culturale, liniziativa milanese vuole porsi come momento di discontinuit rispetto allapproccio tradizionale adottato per lorganizzazione di questa tipologia di eventi. Infatti negli ultimi decenni si sono verificate notevoli criticit, oggi acuite dalla crisi, rispetto alla capacit dei grandi eventi di attrarre investimenti e di diventare occasione per il rilancio economico e la rigenerazione urbana. La scelta tematica Nutrire il pianeta. Energia per la vita sposta lattenzione dallinnovazione di carattere tecnologico alla centralit delletica nelle scelte. Tale centralit modifica quindi le priorit che il progetto nel suo insieme e nelle scelte di dettaglio mira a ottenere. Limmagine parzialmente permanente che caratterizzer larea espositiva diventa elemento secondario rispetto al progetto dellesperienza che si vorr far vivere ai visitatori. Secondo i progettisti della Societ Expo 2015 S.p.A., esperienze e flussi sono i due principali elementi generatori delle soluzioni progettuali. In linea col nuovo modello, si intende favorire un approccio in cui i progetti dei singoli padiglioni nazionali non ricerchino solo una visibilit architettonica, ma abbiano il loro valore aggiunto nel contenimento dei costi realizzativi con la possibilit di smontaggio e riutilizzo dei manufatti in altro luogo. La temporaneit dellintervento diventa quindi un tema significativo, anche se il caso londinese presentato da Nicholas Reynolds evidenzia come sia sempre difficile prevedere cosa sar temporaneo e quanto permanente. Infatti, i tempi del prgetto / costruzione hanno delle forti discrasie e incongruenze con quelli delle decisioni soprattutto di carattere politico. La progettazione di strutture parzialmente temporanee e parzialmente permanenti necessita di una chiara visione per il dopo evento. Il caso di Shanghai quello in cui si evidenziata la temporaneit limitata allevento di ci che era stato costruito. A fronte di un sistema infrastrutturale per la mobilit che era stato consolidato e strutturato non solo per levento ma anche per il dopo evento, lintera area espositiva tuttora oggetto di un processo di sostituzione edilizia, gi attivato dal 2011 che sta portando alla costruzione di nuovi brani di citt in sostituzione dellarea industriale dismessa allinterno della quale era stata collocata lesposizione. La presentazione sul caso Lisbona ha invece evidenziato limportanza della fase pre-evento dal punto di vista comunicativo. Linfo building, progettato da Miguel Arruda per informare su cosa sarebbe accaduto a Lisbona e aperto due anni prima dellExpo, fu in grado di attrarre ogni anno un milione di visitatori. Inoltre levento gener sul territorio portoghese mille piccoli expo come azioni appositamente coordinate per favorire unampia ricaduta territoriale dellevento principale. I casi presentati hanno anche messo in luce alcuni limiti che liniziativa milanese sembra ancora avere. Infatti, se dal punto di vista dellidea e del progetto espositivo si evidenziano interessanti possibilit e sviluppi rispetto al concept iniziale, pur a fronte di una tempistica per la realizzazione sempre pi contratta, non ancora evidente la visione di lungo periodo che dovrebbe giustificare i forti investimenti previsti. Si tratta di limiti principalmente legati a un modello di governance che mostra lacune e incertezza. In particolare lintervento di Fabrizio Schiaffonati le ha chiaramente sintetizzate rispetto a tre scale di azione. La prima riguarda il recinto, in prossimit della Fiera di Milano, in cui la lentezza decisionale ha gi obbligato a prevedere una urbanizzazione (infrastrutture e sottoservizi) tendenzialmente in grado di supportare diverse e antitetiche alternative di destinazioni future. Inoltre la mancanza di unipotesi sulla destinazione futura apre al rischio di un successivo abbandono e degrado (come nei casi di Siviglia e Hannover). La seconda relativa al coordinamento delle iniziative e dei progetti al livello delle politiche infrastrutturali e dei servizi alla citt. Il grado di sviluppo dei progetti sul tappeto non appare sufficiente a garantire che tali interventi strategici programmati nella citt saranno sincronizzati con levento EXPO (Citt della Salute, nuove metropolitane, sistema dei navigli e Darsena, etc.). La terza riguarda allArea vasta, che supera anche i confini amministrativi regionali, in cui si evidenzia un limite nellarmonizzazione e nella regia delle iniziative. Molte sono le proposte avanzate da Enti e Amministrazioni locali ma con ancora scarsa convergenza e sinergia per settorialismi e localismi che non possono pi appartenere a un sistema economico integrato che dovrebbe trovare riscontro in una governance di respiro strategico.

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DUE O TRE COSE CHE (FORSE) HO CAPITO DI QUESTA CRISI Mario De Gaspari
LEuropa ha bisogno di una banca che sia prestatore di ultima istanza. Lo dicono tutti, ununione monetaria senza il prestatore di ultima istanza destinata a essere sempre in bala della speculazione. Ma cosa significa prestatore di ultima istanza? Significa, in generale, la possibilit per la banca centrale di immettere riserve nel sistema bancario in modo da limitare i rischi di insolvenza e quindi i fallimenti. Le cose, per, non sono cos semplici, e infatti abbiamo riso tutti quando Berlusconi ha suggerito di coniare moneta in libert. In uno scritto del 1980 Hyman Minsky sostenne che la Federal Reserve, in quanto prestatore di ultima istanza, si trova tra lincudine e il martello. Faccio una lunga citazione. Ogni volta che la Riserva Federale interviene come prestatore di ultima istanza, essa impedisce il crollo di qualche istituzione finanziaria o di qualche mercato finanziario. Cos facendo, vengono introdotte nelleconomia passivit addizionali della Riserva Federale e viene estesa la garanzia della Riserva Federale su una certa serie di pratiche finanziarie. Cos, nel 1966 la Riserva Federale protesse le banche che facevano uso di certificati di deposito, nel 1969-70 protesse il mercato della carta commerciale, e nel 197475 estese la sua garanzia a coloro che possedevano passivit nelle filiali estere delle banche americane. Legittimando le pratiche del mercato finanziario attraverso il suo avallo implicito, nel 1966, nel 196970 e nel 1974-75 la Riserva Federale ha preparato il terreno per il finanziamento di una susseguente esplosione inflazionistica.. In precedenza, in uno scritto del 1966, Minsky aveva spiegato che se si verifica una crisi finanziaria, la banca centrale deve abbandonare qualunque politica restrittiva (proprio quello che oggi si richiede alla BCE). Presumibilmente, la banca centrale dovrebbe intervenire prima di un crollo dei valori delle attivit che porterebbe a una grave depressione. Tuttavia, se agisce troppo presto ed troppo efficace, non vi sar alcuna pausa apprezzabile nellespansione che ha reso necessaria la politica restrittiva. () Se invece le limitazioni vengono allentate dopo che una crisi si verifica effettivamente, () ma luso efficace della funzione del prestatore di ultima istanza impedisce una caduta troppo grande dei prezzi delle attivit, allora si porr termine alleuforia e si stabilir un rapporto pi sostenibile, in termini di domanda di domanda di investimento, tra lo stock di capitale e il capitale desiderato. Se le funzioni del prestatore di ultima istanza vengono esercitate troppo tardi e troppo poco, il declino dei prezzi delle attivit porter a una stagnazione dellinvestimento e a recessioni pi profonde e prolungate.. Il prestatore di ultima istanza non un bancomat, ma un regolatore. La sua specifica funzione sta nellintervenire nel momento opportuno, n troppo presto n troppo tardi, n troppo n troppo poco. Se interviene troppo presto e troppo incoraggia il modus operandi che ha provocato la crisi, se interviene troppo tardi e troppo poco non riesce a evitare il collasso del sistema finanziario. Vale lesempio di Lehman Brothers: se la Fed avesse salvato la Lehman il sistema finanziario americano avrebbe sopportato costi inferiori a quelli causati dal fallimento. proprio vero? Forse s. Ma forse no. Dipende da quello che si considera il punto di caduta e dalle valutazioni sullefficacia delle riforme del sistema finanziario americano che hanno fatto seguito al fallimento della Lehman stessa, soprattutto la limitazione delle attivit di investimento e di rischio per le banche in seguito salvate dallintervento della Fed. Se la Fed avesse salvato Lehman Brothers avrebbe poi avuto la forza di stroncare, o almeno limitare decisamente, il modus operandi che aveva portato a quella crisi? Oppure, e questi erano i timori, avrebbe finito con lincoraggiare gli spiriti animali che avevano portato il sistema vicino al collasso? Qui sta il punto. La Lehman non era lunica banca in difficolt, ma se fosse entrata in insolvenza una banca ancora pi grande, per esempio Goldman Sachs, il crollo sarebbe stato probabilmente inevitabile. Se per avessero lasciato fallire una banca troppo piccola, la lezione non sarebbe stata sufficientemente salutare da scoraggiare gli spiriti animali. In Europa c la banca centrale, la BCE, che per non ha per statuto il ruolo di prestatore di ultima istanza. Cionondimeno, la BCE ha svolto questo ruolo in diverse occasioni, forzando i limiti delloperativit del proprio statuto stesso. In un certo senso, mi sembra di poter dire che, in mancanza di un prestatore di ultima istanza legalmente riconosciuto, questo ruolo di regolatore sia stato comunque assicurato, anche se in modo non esaustivo, dalla dialettica tra stati forti e stati deboli e tra le varie istituzioni finanziarie. La Grecia si sarebbe potuta salvare gi due anni fa a un prezzo relativamente basso rispetto ai costi gi sostenuti sommati a quelli che ancora dovranno essere pagati. Ma questo non avrebbe finito con lincoraggiare le tendenze in corso, per esempio, in Spagna e in Italia? A prescindere da come la si pensi sulloperato del governo Monti, non sono lontani i tempi in cui Berlusconi invitava a non cambiare stili di vita, a consumare il pi possibile, a evitare di pagare le tasse e cos via. Il mancato salvataggio tempestivo della Grecia forse il prezzo che lItalia e altri paesi hanno dovuto sostenere per un cambio delle politiche economiche e dei loro governi. Il prezzo giusto? Lo vedremo in seguito. Dipende da cosa il governo Monti sar in grado di fare per lItalia e da cosa lEuropa sar in grado di fare per la Grecia e per se stessa. Se in tutto questo c un po di verit, anche la politica fin qui seguita della Germania dovr essere riconsiderata in seguito con pi indulgenza.

INVESTIRE NELLA COESIONE NON SOLO TECNICA ELETTORALE Marco Cipriano


ormai quasi certo che il prossimo appuntamento elettorale sar quello delle elezioni politiche, a seguire quelle della Regione Lombardia. Il dibattito che si aperto a tutti i livelli e in modo trasversale, liste civiche e/o liste di partito, si potrebbe sintetizzare con il classico "il dito e la luna". Il tema quale offerta politica pu essere adeguata ai nostri tempi?

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La caduta del governo Berlusconi e la nascita del governo Monti, sostenuto da una maggioranza anomala, hanno provocato un terremoto politico che sta rivoluzionando il panorama delle forze politiche. Al netto degli sviluppi del "Grillo - Montismo", come definito da Ilvo Diamanti, la partita che si sta giocando ha un significato decisivo per la qualit della nostra democrazia. Premesso che tutto dipende dalle future leggi elettorali, pi ancora da improbabili riforme costituzionali, proviamo a dare una risposta guardando al centrosinistra. Messa in soffitta l'illusione di dar vita a un sistema basato sul bipartitismo, resta il problema del bipolarismo e della governabilit. evidente che "la vocazione maggioritaria", spinta fino all'auto sufficienza del PD di "De Benedettiana" memoria, miseramente fallita. Escludere dal parlamento, anche per proprie responsabilit, settori significativi della sinistra non ha certamente rafforzato il centrosinistra tutto. Il PD rimasto un ibrido, cio partito "coalizione" senza identit. Quella che in crisi non la "forma" partito, ma l'idea stessa di par-

tito (non nel senso di participio passato!), in quanto rappresentante di una "parte" e non della totalit. L'esperienza delle elezioni amministrative, a partire da Milano, hanno dimostrato che dove si investito nella coesione, nella partecipazione, nella ricerca quasi spasmodica di ci che unisce (invece di ci che divide nella illusione identitaria!), rappresenta l'offerta politica che si dimostrata vincente. Non so se questo si chiama il vento "arancione" e/o la "lista civica dei sindaci", non mi interessa, quello che credo interessi a tutto il popolo del centrosinistra superare una stucchevole discussione sulle "tecniche" elettorali per andare alla sostanza del progetto politico. Personalmente credo che la sostanza sia presentare alle prossime elezioni politiche "Un nuovo centrosinistra", consapevoli che siamo tutti caratterizzati da un certo grado di inadeguatezza, e tutti siamo chiamati a ricostruire i campi culturali e politici nei quali muoverci. Prima di tutto occorre, come dice Vendola, "un vincolo di coalizione per impedire di replicare i penosi spettacoli dell'ultimo governo di

centrosinistra". Questo vincolo si pu costruire su due pilastri: le primarie di coalizione, per individuare il candidato premier e un programma sottoscritto che vincoli ogni componente della coalizione. Poi, sulla base di quale sar la legge elettorale, con la quale si andr al voto, si potr stabilire come e quali liste elettorali presentare per ottenere il consenso dei cittadini. Proprio l'esperienza della giunta Pisapia ci ha insegnato che anche ereditando una situazione disastrosa possibile vincere la sfida del governo con la buona politica, fatta di sobriet, trasparenza e responsabilit. Misurandosi con i problemi da risolvere, dando risposte concrete e non sollevando demagogicamente domande retoriche. Pensare che si possa uscire da una crisi profonda dell'economia, che anche crisi sociale e culturale, agitando ognuno le proprie bandierine nuove o vecchie che siano, velleitario e pericoloso. Qualcuno avrebbe detto: "la confusione sotto il cielo grande, la situazione eccellente".

PGT: I PRINCIPI DELLA RIFORMA DEL PIANO Paolo Galuzzi*, Stefano Pareglio**, Piergiorgio Vitillo*
Il Consiglio comunale di Milano ha concluso liter dapprovazione del PGT (Piano di Governo del Territorio) con una nuova valutazione delle oltre 5.000 osservazioni, introducendo - su indicazione della Giunta - alcuni decisivi correttivi al piano approvato durante l'Amministrazione Moratti. Lorizzonte politico e culturale entro cui si lavorato (la citt come bene comune), ha tenuto conto della difficile condizione economica, cercato di porre rimedio alle ferite aperte nella citt, avviato una concreta risposta ai referendum del giugno 2011. La trasformazione e lo sviluppo urbano tornano a essere espressione di una concezione della regia pubblica non ideologica, ispirata al conseguimento dellinteresse della citt e di chi la abita, capace di generarne una visione moderna e aperta e di confrontarsi con i mutamenti in corso. Il lavoro stato accompagnato da una robusta fase di ascolto (pi di 100 incontri pubblici in sei mesi), con la raccolta delle istanze dei cittadini e riaprendo un dialogo interrotto da oltre trenta anni con i Consigli di Zona. Accogliendo oltre il 40% delle osservazioni, si sono introdotti correttivi in grado di restituire concretezza al disegno della citt e di aprire nuove prospettive di politica urbana, con particolare riferimento ai temi della rigenerazione, della residenza sociale, del dialogo con la regione urbana attraverso una manovra pi oculata su quantit e localizzazioni strategiche. Ridurre - Laccoglimento delle osservazioni ha permesso di ridurre in modo significativo le smisurate previsioni insediative, confermando solo circa 3 milioni di mq di Slp (rispetto ai precedenti 8,5 milioni, - 60%), incidendo sulle potenzialit edificatorie: 1) del Parco Agricolo Sud Milano, che avrebbero generato 3,5 milioni di mq da trasferire nel Tessuto Urbano Consolidato (TUC); 2) degli Ambiti di Trasformazione (ATU), ridotti di oltre 2 milioni di mq. Unulteriore manovra di contenimento ha riguardato il TUC, attraverso due operazioni: a) - la menzionata cancellazione dellimpropria generazione di potenzialit edificatorie che, dalle aree marginali e agricole, avrebbero avuto come recapito la citt esistente, senza alcuna indicazione fisica - morfologica; 2) l'introduzione di un indice massimo di utilizzazione territoriale di 1,00 mq/mq di Slp, orientando la corretta composizione spaziale delle trasformazioni e consentendo di non appiattire il progetto della citt ma di valorizzarne gli elementi qualitativi, orientando le quote aggiuntive verso un superiore livello morfologico e ambientale. Con queste misure e quantit sar pi semplice promuovere strategie e politiche urbane che abbraccino lintera area metropolitana, attraverso un progetto territoriale che declini a quella scala il tema della densificazione, delle grandi attrezzature e dei servizi territoriali, della rete ecologica e della mobilit. Sostenere - Unitamente alla riduzione delle potenzialit edificatorie, il PGT approvato ricerca una pi marcata e concreta presenza dellEdilizia residenziale sociale (Ers), che passa - negli ATU - dal 10% delle potenzialit edificatorie (piano adottato) a circa il 35% (piano approvato). In valore assoluto, le quantit di Ers aumentano del 25%,

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nonostante il deciso taglio delle potenzialit edificatorie prima ricordato. Ci grazie anche alle nuove regole del TUC, che disciplinano quote obbligatorie di Ers negli interventi di riordino urbano, per le aree produttive da dismettere superiori a 1 ha. Pi di 20.000 alloggi di Ers sono prodotti dalla nuova manovra: 10.963 alloggi previsti negli ATU, 5.385 disciplinati obbligatoriamente nel TUC, 3.393 prodotti dai Piani Attuativi obbligatori, altri 400 derivanti dal Piano dei Servizi; ai quali cui si aggiungono 4.025 alloggi da piani e programmi in corso. Selezionare, orientare e qualificare Il PGT approvato segna unimportante discontinuit nella individuazione e nel trattamento delle grandi trasformazioni. In primo luogo, accogliendo le richieste dei cittadini, che incontrano analoghe istanze degli operatori in ordine alla praticabilit degli interventi pi densi, il PGT approvato stabilisce una significativa riduzione degli indici edificatori (portata a 0,7 mq/mq), di cui la met per residenza sociale o in accoglimento dei diritti perequati delle pertinenze indirette per gli interventi non residenziali. Inoltre, prevede la cessione di una dotazione minima di suoli da destinare alledilizia sociale allinterno delle aree per servizi. In secondo luogo, cancella alcuni ambiti inopportunamente indicati di trasformazione: San Vittore (a seguito della rinuncia alla realizzazione della nuova Citt della Giustizia), Cadorna (per impossibilit di realizzare la prevista concentrazione volumetrica); nonch gli ambiti nel Parco Agricolo Sud Milano (Forlanini, Cascina Monlu, parte di Porto di Mare), riperimetrando lambito della Piazza dArmi con l'esclusione dellarea dellospedale esistente. Opera infine una selezione funzionale negli ambiti di Stephenson e Toffetti, escludendo la residenza, mentre per Expo e Cascina Merlata si rimanda ai relativi Accordi di Programma. Per gli scali ferroviari (Farini - Lugano, Greco - Breda; Lambrate; Romana; Rogoredo; Porta Genova; San Cristoforo), sostiene la scelta di procedere con un Accordo di Programma, che, attraverso un processo di ascolto e partecipazione, assicuri un contenimento delle previsio-

ni insediative e un rilevante interesse pubblico, in via prioritaria finalizzato al miglioramento dellefficienza trasportistica metropolitana su ferro. Consolidare, valorizzare, tutelare La citt esistente disciplinata dal Piano delle Regole (PdR). Il PGT adottato prevedeva un unico indice di edificabilit (0,5 mq/mq), indipendente dai caratteri urbanistici di contesto, peraltro incrementabile senza alcun limite superiore e con il pieno recupero della Slp esistente. Il trasferimento delle potenzialit edificatorie, cos come la localizzazione delle funzioni, venivano delegati al mercato, senza alcuna cura e governo degli effetti indotti in termini di carichi insediativi, fabbisogno di servizi o di implicazioni infrastrutturali. Il PGT approvato valorizza la citt esistente, promuovendo un insieme di azioni tese a ridurre i rischi di una densificazione impropria, senza deprimere le necessarie azioni di riqualificazione e rigenerazione, cos sintetizzabili: - la Slp esistente pu essere mantenuta, anche se superiore allindice massimo, a condizione di parit di destinazione duso, che rappresenta il limite quantitativo per tutti gli interventi edilizi sul patrimonio esistente. Detto presupposto viene meno solo nel caso dei cambi duso da funzioni produttive a funzioni urbane (ma solo per le aree superiori ai 5.000 mq), per le quali prevista una specifica disciplina, differenziata in riferimento alla dimensione dellintervento; - anche nel TUC, lindice di base viene ridotto a 0,35 mq/mq di Slp. Per le pertinenze indirette, tale indice rappresenta la potenzialit edificatoria trasferibile in cambio della cessione gratuita dellarea per la realizzazione degli standard urbanistici e di altre dotazioni; per le pertinenze dirette rappresenta invece la potenzialit edificatoria minima per interventi privati, incrementabile fino a 1,00 mq/mq con il recupero della Slp esistente, laccoglimento delle potenzialit trasferite dalle pertinenze indirette, delle potenzialit incentivate derivanti dal risanamento energetico del patrimonio edilizio e dal restauro architettonico degli edifici storici, nonch con la realizzazione di interventi di edilizia residenziale sociale (0,35 mq/mq);

- la nuova disciplina per i cambi duso da funzioni produttive a funzioni urbane, che costituiva uno degli automatismi pi delicati e critici introdotti dal piano adottato, approfondisce gli aspetti di valutazione delle qualit dei suoli e dei relativi interventi di bonifica, introducendo regole per la trasformazione urbanistica che consentono lapplicazione dellindice di base o il recupero della Slp esistente fino a un massimo di 0,65 mq/mq, incrementabile fino a 1,00 mq con meccanismi simili a quelli previsti per gli interventi ordinari; - lincremento della classe di sensibilit paesaggistica per ampie parti del TUC, attraverso il riconoscimento del valore dimpianto dei tessuti del Piano Beruto e dei quartieri moderni, cos da estendere le azioni di tutela; - lintroduzione di semplici regole morfologiche per la realizzazione degli interventi in cortina nei tessuti storici, unitamente alleliminazione delle costruzioni in altezza nei cortili, che negli anni recenti hanno snaturato diversi isolati, con problemi di sostenibilit insediativa e ambientale. Riconducendo le trasformazioni nel tessuto urbano entro limiti di sostenibilit e facilitando lattuazione degli standard urbanistici, con una concreta e regolamentata disponibilit di accoglimento delle potenzialit edificatorie generate attraverso la pubblicizzazione delle pertinenze indirette che il PGT adottato non assicurava. Non si tratta del miglior piano possibile, n dello strumento che la nuova Amministrazione Comunale avrebbe costruito se non avesse avuto il campo di azione delimitato dal riesame delle osservazioni; ma di una riforma pragmatica, che marca una profonda discontinuit nelle politiche urbanistiche milanesi.

* Politecnico di Milano ** Universit Cattolica del Sacro Cuore Gli autori sono membri della Consulta Tecnico Scientifica (CTS) per la revisione del PGT di Milano

POLITICHE URBANISTICHE PER I NAVIGLI MILANESI Michele M. Monte


In questa nota, vorrei riprendere alcune suggestioni alimentate dalla Lettera di Gianni Beltrame ai cosiddetti scoperchiatori facili dei Navigli milanesi. La finalit non quella di partecipare alla discussione fra fa-

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www.arcipelagomilano.org vorevoli e contrari ma piuttosto di riprendere il filo di alcune questioni generali pi o meno implicitamente sollevate nella stessa Lettera. La prima considerazione di carattere generale che mi sento di avanzare che la successione dei fatti raccontati nel testo di Beltrame ribadisce la natura del territorio come palinsesto, come lo definiva Corboz. Esito e contestualmente elemento di propulsione di processi stratificati e intrecciati di cancellazioni, sostituzioni, sovrapposizione di interventi e nuovi reificazioni. Tale dimensione complessa, documentata nella Lettera in modo rigoroso e analitico, suggerisce quindi un approccio agli elementi della dimensione storica del territorio e del paesaggio urbano che deve accompagnare i suoi nuovi interpreti in modo consapevole e non superficiale. Approcci di tipo creativo fondati sulla estemporaneit e sulla superficialit nel rapporto con levoluzione e la storia del nostro territorio confluiscono nel fashion; nellappiattimento della lettura e della creazione di senso del paesaggio, nella definizione di scelte e interventi che alimentano larchivio degli stupidari di cui disseminato il campo della contemporaneit. Si pensi ad esempio allinsensato (e oltremodo costoso) collegamento delle vie dacqua al sito Expo2015. Questa considerazione generale rinvia allultimo punto della lettera di Beltrame, nel quale, dopo aver documentato le criticit di ordine urbanistico - edilizio e tecnico - ingegneristico, ci si interroga sulla effettiva efficacia della portata di una operazione come quella di riaprire la cosiddetta Fossa interna dei Navigli. Qui il tema si fa ancora pi interessante perch tra le righe emerge la necessit di dare un senso allapproccio della cultura urbanistica e delle politiche per la citt storica, per la rigenerazione e attualizzazione dei suoi luoghi e dei suoi beni oltre il mero obiettivo della testimonianza. Emerge ancora il fatto che il dibattito sulluso e la conservazione dei navigli non costituisce un tema marginale, di nicchia, per aficionados e appassionati dei bei tempi andati ma, al contrario, pone questioni importanti in ordine alle politiche, al governo e al rapporto con gli elementi e larmatura storica di molte delle nostre citt. Nello specifico, perch riaprire i navigli interni? Per farci cosa? Quali funzioni e aspettative attribuire a un simile intervento? Quale valore aggiunto ricercare per la qualit sociale dei cittadini e della comunit mi-

lanese? In generale, quali interventi mettere in campo, come rendere vivi e attuali i luoghi e i beni della citt e del territorio storico, quali sono le direttrici di lavoro per una conservazione attiva in unottica di politiche di lungo respiro e senza cadere nella retorica della tutela cartacea o del maquillage estemporaneo? Queste alcune delle domande che implicitamente sono poste dalle considerazioni di Beltrame e rispetto alle quali rilanciare una discussione che, guardando al campo della politica, sembra essersi appiattita sulle urgenze e le mode del contingente. Come ampiamente documentato, anche recentemente sulle pagine di ArcipelagoMilano in un appassionato ma anche scanzonato dialogo fra un urbanista e un architetto (Jacopo Gardella), il sistema dei navigli ha rappresentato nella sua vita plurisecolare una dorsale rispetto alla quale si sono evoluti e sostenuti, legami commerciali ed economici, cultura materiale e cultura del lavoro, processi di generazione e ordinamento dello sviluppo urbano ed edilizio. Questo sistema ha innervato e costituito il filo conduttore di un milieu socio-economico e di una rete di luoghi e polarit la cui vita stata regolata dalla capacit e dalla potenza dellesercizio della navigabilit. Decaduta la principale funzione del trasporto, il sistema e le logiche a esso collegate si sono evolute per strade e modalit diverse. La presenza dei navigli non e non pu essere ridotta a uno scenario, o a un elemento dellarredo urbano (nel caso specifico con costi esageratamente elevati) se non si costruiscono contemporaneamente le condizioni economiche e sociali per farli vivere, tenerli in esercizio funzionanti e con livelli di manutenzione adeguati. Questi obiettivi, se da una parte appaiono obbligati, con enormi potenzialit e alla portata dellintervento pubblico nella parte del sistema ancora oggi in uso, risultano difficilmente interpretabili nella cerchia interna ormai coperta. A coloro che attribuiscono a questa posizione la mancanza di coraggio viene da rispondere che non si tratta di un problema di mancanza di visioni, piuttosto di ancorare le visioni a un progetto sociale stabile e robusto in grado di evolversi in una determinata direzione. Recentemente nel corso di un seminario dedicato appunto al sistema delle acque milanesi ai tempi del Piano Beruto (Italia Nostra Triennale di Milano) ho avuto modo di assistere alla illustrazione dei progetti nati nellambito di quello stimo-

lante laboratorio sociale promosso da Emilio Battisti, il quale insieme a un gruppo di colleghi ha messo a disposizione della comunit alcune idee, esperienze e proposte. I progetti presentati, seppur animati da un grande senso e passione civica, denunciano i limiti di una cultura progettuale che propone visioni fortemente orientate e limitate dallamore per il disegno urbano; slegato per da strategie connaturate alle condizioni in grado di generare mutamento, la riqualificazione e le condizioni di vita. Questi assegnano al disegno della morfologia, ai temi della composizione architettonica e della progettazione urbana obiettivi alquanto velleitari, con un approccio che ha gi dimostrato, anche nelle esperienze pi ricche del secolo scorso, i propri limiti e inefficacia. (Discorso a parte merita la proposta di Umberto Vascelli Vallara che per necessiterebbe di una forte integrazione e coerenza nellambito delle strategie per le politiche culturali dellAmministrazione comunale). Pur senza sminuire questo tipo di contributo e senza voler prescindere dalla necessit di promuovere la qualit del tessuto urbano anche attraverso la qualit delle scelte architettoniche, ritengo che lorizzonte a cui guardare sia diverso, sia dal punto di vista dellapproccio che dei luoghi. Solo declinando e approfondendo alcune delle questioni richiamate prima si aprirebbe lopportunit di vedere e valutare correttamente lenorme giacimento e patrimonio di risorse costituito dai Navigli Grande, Pavese e Martesana. Una nuova interpretazione della navigabilit (premessa inderogabile per qualsiasi progetto di sviluppo e rigenerazione) finalizzata a un utilizzo per fini turistico - culturali, potrebbe rappresentare il filo conduttore per ricomporre e valorizzare il milieu dei navigli; integrando con progetti mirati e integrati un territorio caratterizzato da un tessuto edilizio straordinario nel quale trovano spazio episodi di eccellenza (ville e complessi religiosi) e un tessuto minuto (cascine e luoghi del lavoro), agricoltura e storia del paesaggio agricolo (si pensi al parco Sud), rete irrigua, manufatti idraulici e luoghi di eccezionale interesse dal punto di vista del valore naturalistico. Mettere in rete queste caratteristiche consentirebbe agli utenti/visitatori di questo sistema di comprendere le ragioni dellidentit storica e della formazione della forza e delleconomia urbana milanese. Ed

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facilmente intuibile la forza che un tale programma potrebbe avere nello stimolare processi economici in grado di sostenere la qualit dello sviluppo locale (e non solo in unottica legata a Expo2015). Alcuni di questi obiettivi sono in qualche modo presenti nella programmazione, ad esempio regiona-

le, che per stenta a decollare e a farsi strumento di trasformazione. Cambiare approccio e strategie significa mobilitare le energie e il civismo al quale questa stagione di Milano sta restituendo nuove forme di protagonismo nella ricerca di strade in grado di sostenere un rilancio complessivo del sistema dei navigli

anche alla luce degli orientamenti delle politiche urbanistiche della nuova amministrazione comunale ( ancora vaghi rispetto allo specifico tema.) e non, invece, nellinseguimento di velleitarie operazioni di re-styling urbano.

I FRONTI DEL NO: I CONFLITTI POSSONO ESSERE UTILI Silvia Maffii


Quando viene proposta la realizzazione di una nuova infrastruttura, ma anche lintroduzione di una nuova politica, normale che si generino dei conflitti. I progetti e le politiche trovano degli oppositori per il semplice motivo che modificano lo stato di fatto, ed normale che alcuni si oppongano al cambiamento. Ma non sono solo i conservatori amanti dello status quo a contestare politiche e infrastrutture. Proprio perch cambiano lo stato fatto di fatto questi interventi generano dei vantaggi e degli svantaggi: nella maggior parte dei casi i soggetti svantaggiati e i soggetti avvantaggiati dallintervento non coincidono. Vi sono dei soggetti che traggono benefici, a volte anche consistenti dallattuazione di una politica o dalla realizzazione di una infrastruttura e altri che ne subiscono i costi. Questo particolarmente evidente per gran parte delle infrastrutture di trasporto. Chi risiede nelle vicinanze di infrastrutture di trasporto spesso ne subisce i costi in termini di inquinamento acustico, atmosferico, congestione, impatto visivo etc. E in molti casi non il primo beneficiario dellintervento ma al massimo un utente marginale: la ferrovia, la strada laeroporto sono utilizzati da altri utenti che non risiedono necessariamente nellarea. In parte questo vale anche per le politiche, ma nel caso delle infrastrutture il problema ancora pi rilevante dato il carattere di irreversibilit dellintervento. La presenza di questi conflitti, che nel campo dei trasporti divenuta una costante, viene spesso considerata unicamente come un elemento negativo, che rallenta la realizzazione delle opere necessarie allo sviluppo e alla crescita del paese, della citt del quartiere. I conflitti paralizzano il sistema decisionale, allungano allinfinito i tempi di realizzazione delle opere finendo con laumentare a dismisura i costi di realizzazione. Si citano i fenomeni NIMBY (Not In My Back Yard, non nel mio cortile) per dimostrare che gli oppositori hanno a cuore il loro bene privato e non il bene comune, o BANANA (Build Absolute Nothing Anywhere Near Anyone) per sottolineare latteggiamento conservatore e antiprogressista dei movimenti di opposizione. Ma forse non cos semplice. Si sostiene e a ragione che occorre far prevalere il bene comune anche a scapito del bene privato. Come stato risposto alle petizioni contro lattuazione dellArea C a Milano, la salute pubblica viene prima dellinteresse privato (1). Si pu chiedere ai cittadini di subire un danno in nome di un bene comune, ma questo bene comune deve essere dimostrato e misurato in modo trasparente. Non solo, si deve anche dimostrare che il suo valore sociale superiore ai costi subiti dai danneggiati. Nessuno disposto ad accettare di subire un danno per unopera inutile, per un male comune. Ben venga allora il conflitto che costringe a verificare il valore sociale dei progetti e delle politiche, ben vengano i conflitti che portano a pi trasparenza. qui infatti che il conflitto pu acquisire una valenza estremamente positiva: se obbliga i proponenti di una infrastruttura o di una politica a esplicitare in modo trasparente quali sono i vantaggi, e quali costi, dellintervento proposto. Se costringe i proponenti a esplicitare le valutazioni alla base della scelta del progetto. In molti casi, la maggioranza direi, queste valutazioni non sono rese pubbliche, non sono messe a disposizione per generici motivi di confidenzialit. Invece delle valutazioni, tecniche, economiche ambientali che hanno portato a proporre un intervento si deve poter discutere, e pi le parti coinvolte sono informate, minori sono le asimmetrie, maggiori sono le possibilit che dal confronto si esca con un progetto, una politica migliore. Certo questo richiede che i momenti di confronto siano parte del processo decisionale e avvengano il pi presto possibile, quando ancora possibile modificare il progetto o la politica o scegliere di non realizzarla. E soprattutto che il processo di decisione sia trasparente e le valutazioni credibili. Ma questo non sufficiente, le valutazioni dovrebbero anche evidenziare in modo chiaro chi paga e chi guadagna da un progetto, e quanto paga chi paga. E se possibile compensare chi danneggiato in una misura congrua con il danno subito. Compensarlo non comperarne il consenso. I conflitti diventano dannosi quando le parti non sono sufficientemente informate, le informazioni arrivano tardi, ma soprattutto quando il superiore bene comune non cos evidente. allora che si innescano meccanismi non di compensazione dei danneggiati ma di cooptazione degli oppositori, con promesse di opere aggiuntive che vanno ad accrescere i costi di interventi gi discutibili. Ben vengano allora i conflitti se portano a decisioni migliori, e non solo alla ricerca di un maggiore consenso (2). Per tornare allesempio dellArea C a Milano, penso che il confronto con gli oppositori sia servito anche a chiarire meglio lo scopo della tassazione anche a chi non era pienamente convinto, e credo abbia costretto lamministrazione a esplicitare meglio gli obiettivi, a fornire maggiori garanzie sulle politiche di compensazione dei danneggiati (migliori trasporti pubblici, percorsi ciclopedonali). Certo non ha convinto tutti, una parte dei cittadini rimasta contraria. Ma non si deve essere necessariamente tutti favorevoli, i conflitti servono anche a questo, non solo a rendere meno opaco il processo di decisione, non solo a pesare danni e vantaggi e a cercare modi per compensare i danni, ma anche a riconoscere che ci sono conflitti non riconciliabili perch riconducibili a diverse visioni della politica dei trasporti, ma non solo.

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(1) Anche se lArea C ha pi a che fare con la congestione che con la salute dei cittadini (2) O ancora peggio a quei fenomeni di free riding che hanno caratterizzato molti grandi investimenti, fenomeno pervasivo quando esiste un diritto di veto, si pensi alle vicende legate alle stazioni dellAlta Velocit

REDDITO, TEMPO E LAVORO: LE NUOVE RAGIONI Antonella Nappi


Il pensiero femminista ha messo in discussione il contratto sociale che si basa sul paradigma del maschio adulto indipendente. Che indipendente non , perch dipende, come tutti, da una massa enorme di lavoro informale e invisibile garantito (prevalentemente) dalle donne. Questo punto di vista: siamo tutti/e interdipendenti interroga in modo radicale gli scopi del lavoro per il mercato, i suoi tempi e i suoi modi, come emerge dallesperienza delle donne al lavoro. Di questo si discute allAgor del lavoro a Milano. Il lavoro domestico di manutenzione e quello di cura di minori, anziani e malati, quello relazionale di cui tutti hanno bisogno occupano statisticamente pi tempo di quello impiegato nel mercato per ricevere un reddito e sono fatti gratis. Sarebbe ora che tutta questa attivit necessaria per vivere entrasse a far parte di un nuovo contratto sociale in cui risultasse visibile e corrisposta, non solo perch determina la qualit della societ intera ma perch ormai travalica la divisione di compiti tra uomini e donne, cos come la necessit di sostenerla con un reddito per ciascuno. Tenere assieme le responsabilit e le pratiche della vita relazionale privata e di quella pubblica apre il pensiero a riconoscere un nuovo paradigma nel lavoro e nel sostentamento individuale. Un reddito minimo che permetta lesistenza; un lavoro che garantisca lappartenenza sociale, almeno a mezzo tempo; un tempo che permetta di relazionarsi a chi ha bisogno, per la tua soddisfazione affettiva; forse oggi tutto converge in questo senso. Il lavoro, parzializzato e svuotato di valore se non eliminato, pu solo riprendere valore da un lato nei servizi appunto, nel trasferire valore a ogni lavoro che conta per la vita e le persone perch tratta di necessit e piaceri relazionali (i servizi, sia pubblici che privati, oggi sono sotto lattenzione e la richiesta di soddisfazione da parte della popolazione). Dallaltro proprio nella ripulsa dellalienazione e dalla ricerca di ridare significato a quello che si fa nel mondo della produzione. Perch le forze produttive hanno ormai mostrato dessere anche forze distruttive delle risorse del pianeta e della sua vivibilit. Se il lavoro diviene solo uomo fatto macchina, quasi uguale al viceversa, proprio il reddito minimo garantito largomento che rid tempo, una misura al consumo ed entrambi umanizzazione agli stili di vita. La riscoperta del legame sociale che il lavoro comporta per ciascuno, del valore che questo legame sta a significare per tutti, emerge inoltre proprio con la precariet e la scomparsa del vincolo e dellopportunit, ri-motiva a costruire vincoli e opportunit di lavoro e a normarli socialmente. Partendo dalla organizzazione presente del lavoro: si pu diminuire di un poco il tempo del lavoro normato, cos che sia da riferimento politico generale, proprio allincontrario della strategia oggi imposta dal grande padronato. Mezzora in meno per tutti o unora in meno, con lo scopo chiaramente espresso di dedicarlo al lavoro necessario della manutenzione e della assistenza relazionale che tutti abbisogna. Il tempo che viene lasciato libero si pu pretendere venga vincolato a nuove assunzioni. Si pu creare unagenzia di impiego che non permetta la disoccupazione e costringa, si costringa a scegliere un lavoro a mezzo tempo, un lavoro sia garantito che obbligatorio per parte della propria giornata cos da generare a ciascuno un reddito e un legame sociale, un lavoro socialmente utile. Reddito aggiuntivo, come in parte gi in atto in molti comuni e regioni, pu essere ulteriormente esteso nei molti casi che ne necessitano prelevandolo da redditi che vengano considerati e dichiarati eccedenti la media del paese. Questo indirizzo presente gi in molti paesi dEuropa: il denaro pubblico viene impiegato in una miriade di investimenti sia sulla formazione dei cittadini che sul rendere sostenibile la loro esistenza e i loro progetti. una risorsa dimensionata e la cui distribuzione richiede una elaborazione accurata di voci e riscontri, un progetto politico e amministrativo su cui misurare le forze e che pu evolversi nel tempo. ben visibile daltronde la necessit di arrivare a una redistribuzione di reddito e risorse data lintensa occupazione di macchine e sistemi elettronici che sostituiscono grandi numeri di lavoratori, la produzione deve avere destinatari e acquirenti e dunque stipendiati o percettori di reddito. Ma anche rispetto alle scelte produttive, uneconomia in crisi si apre di pi sia alle scelte dei consumatori che alla loro iniziativa di auto soddisfazione. Da molte parti ormai giunge laspettativa che la cooperazione possa divenire un nuovo modello organizzativo: dalla piccola cooperativa, al sistema di cooperative, al controllo dellequilibrio cooperativistico mondiale. Lattuale realt talmente deflagrante che permette di mobilitare nuove iniziative parziali, possono convergere se non si smette di visualizzare linteresse che ne abbiamo tutti quanti. Il prossimo appuntamento dellAgor del lavoro luned 25 giugno alle 18,30 in viale dAnnunzio n. 15.

13 DOMANDE: MARTINA RISPONDE Maurizio Martina*


Ringraziando per le domande, rispondo volentieri e lo faccio consapevole che su molte questioni necessario approfondire e confrontarsi ancora per individuare le migliori soluzioni. Nessuna pretesa di verit e nessuna ricetta intoccabile quindi. Quelli che seguono sono solo spunti da cui partire per sviluppare ulteriormente i temi pi rilevanti. 1) Sanit Visto che il bilancio di regione Lombardia prevalentemente impiegato per la sanit, ritiene che il sistema pubblico privato cos com vada bene o bisogna

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www.arcipelagomilano.org ritornare al sistema pubblico (cio nazionalizziamo le cliniche private lombarde?) Lattuale sistema dei ticket corretto? Che cosa faremo per gli anziani? ormai evidente che il cosiddetto modello lombardo basato sulla centralit dellospedale e su un sistema organizzativo incardinato sulle ASL provinciali va ripensato. Il tema non ideologico fra pubblico o privato o delleventuale smantellamento dellattuale sistema, ma di valorizzarne le migliori esperienze e ce ne sono anche nel privato accreditato e contestualmente attuare controlli stringenti sullappropriatezza delle prestazioni e sui benefici per i pazienti, e non solo sullaspetto economico, rispetto al valore dei DRG. Occorre andare oltre la logica della sanit ospedalecentrica e lavorare di pi ai servizi territoriali. Gli ospedali, da luoghi di eccellenza finalizzati alla cura, rischiano di essere trasformati in luoghi di mera produzione delle prestazioni, con tutti i rischi di degenerazione noti anche alle cronache. I sistemi di compartecipazione alla spesa introdotti da Formigoni non sono equi e il ticket sanitario, che nasceva come strumento di governo della domanda sanitaria, diventato invece sempre pi contributo al risanamento della finanza pubblica. Il pericolo, in presenza di una crisi economicofinanziaria che sta imponendo al nostro sistema di welfare revisioni e ridimensionamenti, il cedimento del principio di universalismo e i ticket, soprattutto cos come la Lombardia ha deciso di regolarli, determinano disuguaglianze nellaccesso alle cure e rischiano di limitare laccesso ai servizi essenziali da parte delle persone con elevato rischio di salute e con ridotta capacit economica. Faccio un esempio per tutti: oggi nella nostra regione, a parit di reddito, il cittadino disoccupato esente, mentre linoccupato paga tutto, oppure il cittadino sessantacinquenne con 35mila euro di reddito esente mentre il 64enne con 9mila euro di pensione paga tutto. necessaria invece una gradualit che consenta ai cittadini di contribuire secondo indicatori che tengano conto della situazione reddituale e patrimoniale nonch dei carichi familiari. Allo stesso tempo, anche attraverso una diversa distribuzione della spesa sociale tra Stato ed Enti Locali, necessario lavorare affinch i Comuni abbiano un ruolo centrale nella costruzione del nuovo welfare, rafforzando risorse e prerogative dei piani di zona e prevedendo una composizione equilibrata di trasferimenti monetari e di prestazioni di servizi per le persone pi fragili, a partire da disabili, anziani non autosufficienti e minori in difficolt. 2) Lavoro Come intende il Pd gestire questo periodo terribile per il lavoro degli italiani ma anche per gli immigrati. Le risorse per la cassa integrazione dove si prendono o a cosa si sottraggono in ambito regionale? il caso di fare tanta cassa integrazione? Rispetto al dilemma sostenere aziende decotte o avere le strade piene di disoccupati come ci si pone? La questione lavoro centrale e rappresenta una vera emergenza. Anche gli ultimi dati non sono per nulla confortanti. Le competenze regionali riguardano in modo pi diretto la formazione e la competitivit del sistema territoriale e delle PMI, con risorse assegnate nellambito delle politiche nazionali e comunitarie. Occorre partire dallorientamento su cui molto possono dire le imprese, oggi passive al riguardo, e dal coinvolgimento delle agenzie di incontro domanda / offerta di lavoro e di quelle che si occupano di outplacement. In questo campo vanno attuate nuove sperimentazioni con una attenzione particolare a tre figure: giovani, donne, over 50, attivando meccanismi premiali che leghino, in modo stretto e verificabile, la formazione, limpresa e la ricollocazione. Il meccanismo delle doti, ovvero dei contributi regionali, va aggiornato e riorganizzato. Anche il sistema della cassa integrazione, come in parte sta gi avvenendo, va indirizzato verso la tutela del lavoratore piuttosto che del posto di lavoro. La Regione pu indirizzare le risorse attribuite riguardanti la cassa in deroga verso politiche attive del lavoro. Occorre poi accelerare laccordo sullapplicazione dellapprendistato e aprire una discussione sulla sperimentazione nella contrattazione di secondo livello, di alcuni strumenti di welfare integrativo, a partire dalla previdenza complementare. Infine, ma non meno importante, rimane lassoluta necessit di dotare la Regione di un vero e proprio piano di politica industriale in grado di orientare e concentrare gli sforzi su alcuni settori produttivi e manifatturieri strategici e competitivi, selezionando e verificando lefficacia dei bandi e attuando concretamente le nuove misure che la Regione stessa si data rispetto alle aziende in crisi (progetto RAID in primis). 3) Famiglia Regione Lombardia nellambito delle proprie competenze sosterr la famiglia che al nord non riveste il ruolo basilare che ha al sud? Intende supportare anche le famiglie di fatto e le famiglie omosessuali? Per me vanno sostenute tutte le reti famigliari e parentali e le strutture di convivenza basate sulla solidariet e sulla mutualit perch sono il tessuto primario sul quale si innestano le relazioni. Il punto non lasciare sole le persone e fare comunit. Per me valorizzare la famiglia e sostenere le nuove forme dei rapporti basati sulla convivenza e la solidariet non sono impegni contrastanti fra loro. 4) Scuola Scuole pubbliche scuole private sistema misto, il multiculturalismo fallito in Inghilterra, Stati Uniti, Francia, come un partito laico intende gestire leducazione e lintegrazione con gli stranieri in una regione strapiena dimmigrati? Va abrogata o implementata la legge che permette ai privati di finanziarsi le proprie scuole? Va ricordato innanzitutto che la Legge nazionale sulla parit scolastica, insieme allintroduzione dellautonomia, stata fatta dal centrosinistra e ha segnato un passaggio di grande valore per tutto il sistema scolastico. In questi lunghi anni in Lombardia lamministrazione Formigoni ha fatto della scuola privata la sua bandiera ideologica assegnando ingenti risorse per la copertura delle rette. Questo per noi sempre stato un modo sbagliato di affrontare la questione. Non in discussione la libert di scelta e non in discussione il pluralismo culturale. Sono in discussione la qualit dellofferta e le opportunit da garantire. A tutti. Dobbiamo evitare che una massa ingente di risorse sia distribuita in modo poco efficace in mille rivoli che finiscono per alimentare burocrazie piccole e grandi, per finanziare strutture ipertrofiche e autoreferenziali, perdendo di vista la qualit dellofferta. Noi ripartiremo dal Diritto allo Studio perch, tanto pi con la crisi economica che stiamo attraversando, c un grande problema di giustizia e uguaglianza dei punti di partenza. Quando al tema cruciale dellintegrazione siamo per spingere lacceleratore sulla piena cittadinanza. Basta investire sulla logica della paura come ha fatto la destra anche in Lombardia! Le migliori societ globali sono quelle cosmopolite e integrate e noi non possiamo essere da meno. Dobbiamo promuovere e incentivare le pratiche della cittadinanza nei diritti e nei doveri. A partire dalle giovani generazioni. Sarebbe interessante sperimentare un

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www.arcipelagomilano.org vero e proprio patto dintegrazione regionale sul modello di altri paesi europei che incentivi e premi tutti i comportamenti positivi e virtuosi: dallo studio della lingua al riconoscimento dei titoli di studio. Particolare attenzione va prestata ancora al tema dei ricongiungimenti famigliari: oltre che essere un diritto naturale delle persone essi aiutano a combattere gli effetti perversi di una immigrazione sradicata e dispersa. 5) Qual il disegno strategico sul trasporto pubblico locale? Come gestirete i pendolari e le problematiche relative alle ferrovie? Poche settimane fa il Consiglio ha approvato con il nostro consenso la legge regionale di riforma del Trasporto pubblico locale che recepiva alcune nostre istanze. Anche Formigoni si reso conto che era corretta la nostra posizione che puntava a una organizzazione della mobilit regionale basata sul ferro come asse portante riorganizzando, secondo bacini dimensionati, il trasporto su gomma in funzione di quello su rotaia. In questo sistema le stazioni diventano il vero luogo dellinterscambio. Le altre novit introdotte dalla legge sono il biglietto unico e la tariffa uniforme, che significa che con lo stesso biglietto posso accedere a tutti i mezzi del sistema regionale (bus, tram, metro, treno e funicolari e battello) e con pari tariffa percorro gli stessi chilometri. Adesso si tratta di attuarla questa legge. Il vero problema che abbiamo in Lombardia per quello di superare il monopolio imposto da Trenitalia per aprire il settore al mercato e innescare la concorrenza vera fra i vari gestori. Questo significa che la Regione deve uscire dagli assetti proprietari del trasporto ferroviario (FNM), svolgere il ruolo di regolatore e garante e utilizzare quelle risorse per un vero piano di ammodernamento del materiale rotabile. Bisogna tenere presente che il sistema del trasporto pubblico lombardo una realt che impegna circa 1,5 miliardi di euro di risorse pubbliche e vale oltre 2 miliardi se sommiamo gli introiti da tariffe, impegna decine di migliaia di lavoratori ed utilizzato da circa 700.000 persone al giorno. A fianco di una mobilit collettiva strutturata intorno al sistema del ferro si dovr giocare la riorganizzazione della mobilit dellarea metropolitana e urbana. La gestione dei centri storici, lo sviluppo dei sistemi metropolitani, la ciclabilit, luso responsabile dellauto sono un insieme di nuovi comportamenti che ci porteranno a rivoluzionare il modo di muoverci. 6) Malpensa sempre lhub del nord? Rilancer il suo ruolo strategico internazionale e svilupper maggiormente le infrastrutture regionali per rendere pi efficiente il sistema aeroportuale lombardo? Malpensa un grande aeroporto del nord. Non mi attarderei nella discussione se Malpensa un hub oppure no. La stessa evoluzione dei vettori aerei ha imposto una nuova articolazione nellorganizzazione degli scali. Certo, un limite per la crescita di Malpensa sempre stato la mancanza di una compagnia basata sullaeroporto, ma bisogna partire da questa condizione per sviluppare al meglio le sue potenzialit nel contesto del sistema aeroportuale regionale. Malpensa un grande player, ma sappiamo che in regione vi sono scali che hanno costruito la loro crescita su specializzazioni e sulla capacita di anticipare il mercato. Per questo io credo che il destino di un grande aeroporto o meglio di un sistema aeroportuale come quello lombardo dipenda dalla qualit delle societ di gestione. Dalla capacit del gestore di capire gli orientamenti del mercato. A questo punto penso che il tema vero sia lapprodo definitivo a ununica societ di gestione degli aeroporti lombardi. La Regione non ha direttamente titolo diniziativa in questo settore. A lei spetta il compito di favorire prima di tutto laccessibilit e la fruibilit degli scali. 7) Qual il destino di Linate? Se si condivide lapprodo a ununica societ di gestione per lintero sistema aeroportuale regionale, bisogna collocare il destino di Linate dentro questo scenario. A partire alla sua naturale funzione di raccordo con Roma. 8) Diritto e Fede Dopo il caso Englaro e la legiferazione regionale clamorosamente bocciata dalla cassazione, come si pone il centrosinistra pieno di cattolici rispetto alla fede e al diritto e rispetto ai poteri regionali in materia di diritto medesimo? Sono convinto non servano battaglie ideologiche e non penso che su questi temi il confronto vada ingessato attorno ad alcune vecchie contrapposizioni. Credenti e non credenti si pongono le stesse domande di fronte ad alcuni temi delicatissimi come la vita e la morte. E per la Regione credo valga un ragionamento utile per tutte le istituzioni che incrociano questi temi a ogni livello: innanzitutto il rispetto della persona coinvolta e dei suoi pi stretti legami e la comprensione che ogni caso individuale particolare e differente da altri. Personalmente non riuscir mai a condividere lidea che una istituzione possa imporre o condizionare dallalto scelte e comportamenti in passaggi cos delicati nella vita delle persone. 9) Tassazione Nei limiti imposti dalla legge intendete fare largo uso dellimposizione regionale per erogare servizi ai cittadini? Partiamo dai numeri: il bilancio di Regione Lombardia del 2011 ammonta a 25,5 miliardi di euro. Di questi, 24,2 miliardi sono state risorse correnti, la quasi totalit autonome (23,2 miliardi). Con lattuazione, seppur parziale, della legge delega sul federalismo fiscale, la Regione diventata soggetto attivo nella riscossione dei tributi propri e di quelli compartecipati. A questo proposito il rendiconto del 2011 mostra come, grazie a questo nuovo status, la Regione abbia introitato 207 milioni di risorse aggiuntive provenienti dal recupero dellevasione: 140,6 milioni dal recupero dellevasione sullIRAP; 66 milioni sul bollo auto; 681mila euro sulladdizionale regionale IRPEF. Si pu dunque immaginare che per garantire un adeguato livello di servizi si possa gi da oggi intervenire con una parziale riduzione, per i redditi pi bassi, delle aliquote regionali. Possiamo formulare una proposta da attuare immediatamente: quella di destinare alla riduzione del prelievo fiscale regionale il 50% delle somme recuperate con la lotta allevasione e il restante 50% per investimenti mirati, magari a partire dal trasporto pubblico. 10) Il sistema dei rifiuti le discariche e i costi industriali: cosa deve fare la regione per aiutare gli imprenditori a produrre di pi inquinando di meno o evitando di mandare i rifiuti tossici al sud? Ci aspettiamo leggi efficaci in materia di compostaggio ed energie alternative. Prima di tutto dobbiamo puntare alla riduzione dei rifiuti urbani alla fonte, a partire dagli imballaggi, e poi aumentare la raccolta differenziata e il recupero e il riciclaggio delle frazioni valorizzabili. strategico lampliamento della raccolta differenziata della frazione umida (la frazione pi pesante e problematica dei rifiuti urbani) su tutto il territorio lombardo e finalizzarla alla produzione di compost, puntando anche sui sistemi innovativi che permettono maggior efficienza, produzione di energia, e migliori performance per lutilizzo in agricoltura. Lobiettivo strategico, in linea con gli indirizzi dellEuropa, quello di recuperare e riciclare la maggior parte dei rifiuti urbani al fine di ricorrere il meno possibile a discariche e inceneritori.

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www.arcipelagomilano.org Per quanto riguarda i rifiuti Industriali, che non sono soggetti a pianificazione pubblica a differenza di quelli urbani, la Regione dovr sostenere linnovazione e la ricerca in favore di cicli produttivi meno inquinanti e volti a maggior risparmio energetico e idrico, che tendenzialmente producano meno rifiuti, rifiuti meno pericolosi e meno problematici e quindi meno costosi da smaltire. Particolare importanza ha inoltre la produzione di energia da fonti rinnovabili (sole, vento, acqua, geotermia, biomasse) che, specie nel caso delle biomasse, contempla la valorizzazione e lutilizzo di particolari categorie di rifiuti. Anche in questo settore, che riteniamo virtuoso sia dal punto di vista ambientale che economico, occorre una regolamentazione e pianificazione pubblica, soprattutto regionale. Infine rimane centrale il sistema dei controlli sia sugli impianti che nel trasporto e smaltimento dei rifiuti e questo aspetto lunico che pu progressivamente annullare la piaga dello smaltimento abusivo, molto spesso governato dalla malavita organizzata. 11) LExpo e Regione Lombardia allestero In caso di ricorso alle urne anticipato, come pensa di gestire la situazione dellExpo e come pensa in futuro di orientare il sistema di comunicazione di Regione Lombardia allestero per sviluppare import ed export? Chiuder le sedi di rappresentanza allestero? Per la Lombardia Expo 2015 continua a rimanere una splendida opportunit. Innanzitutto per il tema che andr a sviluppare, ed un peccato che se ne parli ancora troppo poco. In passato molti hanno erroneamente pensato che un Expo assomigliasse a un Olimpiade o a un mondiale di calcio, cullandosi nellidea di ingenti risorse a disposizione per fare qualsiasi cosa. Nulla di pi falso, soprattutto in tempi di crisi come questi. Non manca molto, meglio allora razionalizzare e stringere i bulloni delle questioni fondamentali. E il Governo deve metterci la testa seriamente e non lasciare le istituzioni locali sole di fronte a questa sfida. Quanto alle sedi estere, viviamo in un tempo globalizzato: gli scambi e la comunicazione sono essenziali, ed essenziale che la Lombardia ci sia. Certo, non dobbiamo soffrire della sindrome provinciale dellapparire. Dobbiamo stare in Europa e nel mondo, ma dobbiamo starci per fornire un servizio ai nostri cittadini e alle imprese. Per questo la presenza va organizzata in modo efficace, con il Governo e con linsieme delle istituzioni della regione, in modo da ottenere il massimo risultato con il minor costo possibile. Di certo, pi che ragionare di tante sedi, concentrerei gli sforzi su Bruxelles. 12) La caccia, lagricoltura di prossimit, lerosione del suolo Come si fanno conciliare temi allapparenza contradditori tra di loro? Sono tematiche molto diverse tra loro anche se incrociano tutte il rapporto nevralgico tra ambiente e sviluppo. Credo che la questione decisiva oggi in Lombardia sia innanzitutto quella della difesa del suolo. I numeri dellantropizzazione regionale di questi anni sono impressionanti. Occorre una legge regionale forte che parta dallintroduzione della compensazione ecologica preventiva (sul modello tedesco) e che scelga seccamente di orientare incentivi e sostegni sulle aree dismesse e su tutti i tipi di recuperi e riutilizzi. 13) La Regione Lombardia si deve occupare e se s, si occuper di case popolari (housing sociale)? Le politiche abitative dovrebbero ispirarsi a obiettivi non congiunturali o di esclusiva spesa pubblica, ma strutturali e in grado di motivare concretamente il protagonismo pubblico-privato nella trasformazione urbana. Penso a forme di cofinanziamento capaci di fare da calmieratore dei prezzi e di determinare un effetto moltiplicatore dinvestimento delle risorse, volte principalmente alla realizzazione di alloggi in affitto a canoni contenuti in nuovi programmi residenziali che favoriscano un adeguato mix sociale in modo da evitare gli effetti di ghettizzazione. La crisi economica ha ulteriormente acuito il fabbisogno abitativo, con caratteristiche diverse: alle persone che possono accedere solo al canone sociale si affianca una fascia intermedia rappresentata da giovani coppie, lavoratori dipendenti, lavoratori temporanei, studenti fuori sede, familiari di persone ricoverate in strutture sanitarie lombarde, immigrati regolari residenti in Italia, famiglie a basso reddito che, avendo difficolt a trovare un alloggio in propriet o in affitto a costi accessibili sul libero mercato, si rivolgono alle istituzioni. Si impone quindi ulteriormente lesigenza di azioni sociali (housing sociale) finalizzate a favorire laccesso ad alloggi e servizi a coloro che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato sia per ragioni economiche, sia per lassenza di unofferta adeguata, incrementando principalmente lofferta in affitto a canone contenuto nelle sue diverse articolazioni. Il vecchio modello di intervento pubblico non riproponibile per ragioni diverse (non ci sono pi contributi GESCAL e c il rischio di trasformare i quartieri in ghetti), mentre servono politiche che coinvolgano tutti i soggetti, pubblici e privati, che operano nelledilizia sociale. Il problema creare da parte della Regione condizioni di fattibilit dellhousing sociale, attraverso un consistente rifinanziamento della L. 14/2007; la messa a disposizione di contributi pari al 15 20% del costo dellintervento per la realizzazione di alloggi, da parte di soggetti pubblici e privati, da assegnare con patto di futura vendita a giovani coppie, immigrati e single, categorie che hanno pi difficolt a ottenere i mutui dal sistema bancario; creazione di condizioni di fattibilit per i fondi immobiliari locali il cosiddetto sistema integrato dei fondi immobiliari, introdotto dal Piano Casa nazionale e avviato da Cassa Depositi e Prestiti, Fondazioni ed enti locali attraverso la cessione di aree a basso costo; premialit volumetriche e nelle destinazioni duso; messa a disposizione, attraverso procedure di evidenza pubblica, di immobili pubblici; utilizzo della leva fiscale e creazione di linee di credito finalizzate. * Segretario Pd Lombardia

Un giudice di Milano ha sanzionato i manifesti del Pdl e della Lega in cui si parlava di zingaropoli. Anche se il fine nobile, lottare contro la di-

scriminazione, sempre pericoloso normare la libert despressione e di polemica in politica. *** In vista delle primarie del Pd in Lombardia tutto un viavai di email, convegni, feste per misurare il consenso organizzato di Bersani. Os-

servato speciale Civati, che pare che non si candidi ma voglia sostenere un terzo incomodo tra il segretario e Renzi. Formigoni invece spinge perch Civati sia il prossimo candidato al Pirellone. Pensano sia battibile. Lo stesso pensiero che fece la Moratti con Pisapia.

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www.arcipelagomilano.org *** Le primarie per i parlamentari del Pd si faranno. Nel senso che chi non sta con il segretario verr rinnovato. *** La festa democratica regionale del Pd vede la partecipazione di due assessori al comune di Milano: Tabacci e DAlfonso, il che la dice lunga sui rapporti tra partito e delegazione in giunta. *** Il Pdl ha fatto il Lombardia day, una fantastica celebrazione dei fasti del formigonismo in regione con tanto di film. Il commento pi calzante quello di un autorevole parlamentare sembrava un necrologio. *** Di Formigoni si sempre detto tutto il male possibile ma non che stupido. Dopo aver visto la mostra di dipinti al Pirellone dove campeggia un suo ritratto forse invece che bisogna scrivere era. *** Agghiacciante. Cos Sara Valmaggi definisce lipotesi che la consigliera Minetti faccia un film hard. Ora premesso che da decenni le sinistre chiedono la tutela per le operatrici del sesso e che si suppone un consigliere regionale possa anzi debba avere una professione diversa dalla politica con cui guadagnarsi da vivere con il sudore della fronte (pi o meno) non ci pare che la scelta della Minetti sia la cosa pi agghiacciante che si vede in regione. *** Il sindaco si dimette da commissario dell'Expo per avere la possibilit di nominare dei vice e polemizza con l'altro commissario per gli obbiettivi. Ora premesso che le dimissioni si danno non si annunciano, troppe critiche fanno venire un dubbio: avesse avuto ragione Boeri?

Scrive Ferdinando Mandara a Giacomo Marossi


Apprezzo molto l'articolo di Giacomo Marossi: considerazioni validissime e molto ben espresse. Mi auguro che non siano troppo pochi quelli che le condividono: ben consapevoli di correre il rischio di cadere in quella trincea, ma che fanno ogni tanto almeno il tentativo di uscirne... Mi permetter di inoltrare i paragrafi iniziali agli amici. Forse superfluo aggiungere che la fede non implica necessariamente il concetto di "possedere" la verit; per il cristiano, secondo il Vangelo, la verit Cristo: che si pu cercare di incontrare, non certo di possedere... PS Forse se il professor Martinotti avesse potuto leggere l'articolo di Marossi prima di scrivere quello sulla "famiglia del Vaticano" avrebbe usato un tono un po' pi pacato: non si sarebbe forse tanto meravigliato che il Vaticano - che pure ha molte colpe - abbia una sua idea di famiglia e dei suoi valori (il prof. Martinotti non certo obbligato a condividerli, ma non ne ha a sua volta?) o per lo meno non avrebbe fatto finta di dimenticare che il Papa, del quale si pu pensare tutto il bene o tutto il male, non soltanto il capo di uno stato estero (e l'aggettivo estero sembra persino superfluo, non trattandosi di Napolitano...)

Scrive Luigi Caroli ad ArcipelagoMilano


Dellarticolo di LBG non condivido solo un pezzettino. lo scoglietto. Dove l'hai vista la contestazione della sinistra della maggioranza? Brividi da quartana, sonno profondo o letargo? I mal di pancia potranno venire a quelli del Pd. Per aver mangiato troppo! Lascia che a parlare della sindrome della sinistra un suo ritornello - sia il buon D'Alfonso. Fa il tris col buon Tabacci e la buona De Cesaris. Sul territorio noto che la stima per Pisapia, che volgeva al declino, ha avuto una salutare impennata negli ultimi dieci giorni. Nella polemica con Boeri circa la gestione dell'EXPO - Pisapia ha dovuto constatare (non credo con piacere) che le considerazioni di Boeri non erano campate per aria. Meglio tardi... Come gi ho detto in una mia lettera a Paola D'Amico del Corriere, preconizzo quanto accadr in citt. Altro che le "riduzioni" di cui scrive Arcidiacono. Ottimo e illuminante l'articolo di Giuseppe Vasta. la certificazione del valore dei terreni edificabili (te n' rimasto ancora qualcuno?) in cinque miliardi che ha spinto De Cesaris e a suo tempo Masseroli ad approvare con urgenza cose ignote ai pi. La riduzione degli spazi complessivi spropositati in Masseroli - non impedir la nascita di mostri grazie alla premialit di De Cesaris. Pensa se l'operatore aggiungesse il premio per il risparmio energetico! L'housing sociale - soprattutto per le periferie - un frutto avvelenato. I poveri devono per forza essere costretti a vivere in quartieri bruttissimi?

Scrive Marco Romano a Luca Beltrami Gadola


Caro Luca, razionalizzare la spesa non cos semplice. Lincrocio di piazza Maggi era una sofferenza, e quando mi capitava di frequentarlo nelle ore di punta le code erano interminabili, figurarsi per quelli che dovevano passarci tutti i giorni, e per gli stessi residenti la fila delle automobili con il motore acceso era inquietante: tant che quando i DS se cos si chiamavano allora pensarono bene di schierarsi a fianco del consueto comitato di oppositori allecomostro persero in quella zona, alle successive elezioni, una avvertibile fetta dei loro elettori. Oggi che abbiamo dimenticato le code di allora lo svincolo ci sembra sovradimensionato, ma succede sempre cos, perch non potrebbe essere sottodimensionato. Quanto alla tangenziale est, mi capitato di trovarmici dentro al mattino o alla sera soltanto di rado, ma mi sembrata un altro collo di bottiglia: non so bene se quella lunga teoria di camion e di automobili sarebbe resa pi umana dalla nuova bretella se esistono analisi dei flussi di traffico dovremmo saperlo ma se ci riuscisse quanti ne sono oggi le vittime ne sarebbero sollevati: e il comitato Nimby che protesta soltanto un fatto fisiologico, come i brufoli degli adolescenti.

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www.arcipelagomilano.org Ma non ho una specifica competenza per giudicare ex-post la congruit di queste opere e tanto meno per valutare quelle future salvo beninteso quella da tempo manifestata del ritenere lExpo uno spreco questo s inutile -, piuttosto mi sembra evidente nella scelta dei tuoi casi esemplari un clamoroso contrasto con le intenzioni sempre ricorrenti di cogliere la vocazione metropolitana di Milano, perch questi sono per lappunto programmi che tengono conto del disagio del nostro hinterland forse estensibile, sostiene Carlo Tognoli e conferma Mario Botta, allo spazio regionale - e di quello dei suoi abitanti: forse il modo coerente di comportarci per noi milanesi che vorremmo ampliare la nostra giurisdizione, stato quello di estendere la linea verde della metropolitana fino alla campagna lontana.

Replica Luca Beltrami Gadola


Caro Marco, passando spesso per il cavalcavia ho notato che si forma una coda per chi entra in citt e va verso il cavalcavia di via Schiavoni, perch da quella parte la viabilit preesistente non stata adeguata e comunque il tutto si sarebbe potuto risolvere egregiamente con uno svincolo a due soli livelli assai meno invasivo. Io intendo stigmatizzare la magniloquenza di molte nostre opere pubbliche vedi la maggior parte degli svincoli sulla linea dellalta velocit Milano - Torino dove alcune strade vicinali hanno assunto il ruolo di arterie di traffico. Potenza dei produttori di cemento.

MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org ajkovskij


Programma incantevole la settimana scorsa, ancora una volta allAuditorium come abbiamo detto unica istituzione milanese che insieme alla irraggiungibile Scala (per via dei biglietti...) garantir buona musica per tutta lestate con un concerto interamente dedicato a due capolavori di ajkovskij: il concerto per violino e orchestra in re maggiore opera 35 e la Sinfonia n. 5 in mi minore opera 64. Gi le due tonalit davano il senso delle diverse atmosfere: da una parte la gioia e la leggerezza del re maggiore del Concerto, dallaltra la cupezza e la drammaticit del mi minore della Sinfonia. Le due contrapposte anime di ajkovskij che si confrontano non solo fra i momenti diversi della sua tormentata esistenza, ma spesso anche allinterno della singola opera. La serata si svolta sotto la direzione di Zhang Xian mentre il violino solista era Sergey Dogadin un giovanissimo russo (ventiquattro anni) di San Pietroburgo, vincitore di molti concorsi internazionali fra cui proprio il famoso premio ajkovskij. Sono complesse le considerazioni da fare su una serata cos pregnante, con musiche ascoltate pi volte in queste ultime stagioni milanesi e ogni volta interpretate anche molto diversamente; dobbiamo anche tornare su alcuni giudizi espressi nelle ultime settimane sia a proposito della Xian che di questi mostri tecnologici sfornati a ritmo crescente dai Conservatori di Mosca e di San Pietroburgo. Innanzitutto il giovane russo: bravissimo, un vero virtuoso dello strumento, tecnica perfetta, precisione, brillantezza di suono, tutto ci che si pu desiderare da un giovane talentuoso gi pieno di medaglie; gli mancava una sola cosa, la consapevolezza di ci che stava suonando. Se qualcuno nutrisse dubbi in proposito diciamo subito che ci ha molto colpito la cadenza del primo movimento giocata solo sul virtuosismo - per non dire sullesibizionismo - che ha inferto un terribile colpo allunit stilistica e alla compattezza del Concerto. Si sa che la cadenza un momento di libert, che il solista pu suonare ci che desidera e come gli piace, che spesso se la scrive addirittura da solo (o glielha scritta linsegnante), ma proprio per questo il modo in cui la sceglie - o in questo caso la propone - una importante testimonianza della sensibilit e della cultura musicale dellinterprete. La stessa (in)sensibilit il Dogadin ha dimostrato di possedere nella scelta del bis, un breve pezzo di Paganini su una bella e celebre aria di Paisiello che ancorch il suo significato possa essere stato un garbato omaggio al Paese che lospita non entrava in alcuna relazione musicale con il concerto appena eseguito. Sappiamo che esistono gli enfant prodige, specialmente nel mondo della musica, ma che senso ha mandare sui palcoscenici di mezzo mondo ragazzi capaci solo di suonare - anche benissimo - uno strumento ma ai quali manca la cultura necessaria per affrontare i grandi capolavori della musica? Per eseguire unopera come il Concerto di ajkovskij occorre aver fatto un lungo percorso di apprendistato, anche di sofferenza, occorre tanta umilt e una grande conoscenza di storia, di luoghi, di persone, anni e anni di lavoro; per arrivare a capire il senso e la portata di unopera cos grande bisognerebbe aver raggiunto let che aveva lautore quando la compose! Un altro - e totalmente diverso - discorso merita il direttore (la direttrice?) dorchestra. Ne abbiamo parlato anche la settimana scorsa: la Xian una bravissima professionista, preparata, studiosa (ha diretto questa Sinfonia, tuttaltro che semplice, a memoria), sicura e rassicurante. Ma, nonostante viva da anni fra Stati Uniti ed Europa, crediamo che non sia diventata abbastanza occidentale per interpretare con la necessaria competenza e il dovuto spessore la musica europea. Il nostro sentire che lei non riesca a vivere fino in fondo, ad esempio, le abissali differenze fra il mondo sinfonico di Brahms (qualche settimana fa ne ha diretto la Quarta) e quello di ajkovskij, ma che per lei esista tout-court il mondo della Sinfonia che per un orientale gi un altro mondo, totalmente diverso dal proprio. un po quello che sentiamo nel pianismo patinato di Lang Lang o che, per tuttaltro verso, percepiamo nellarchitettura international style degli ultimi decenni; senza visione specifica, approfondimento

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www.arcipelagomilano.org storico, contestualizzazione dellopera quale che sia. Laltra sera al concerto dellAuditorium la grande assente era lanima russa, quellaura di malinconia e di nostalgia che non solo della musica ma anche della letteratura russa dellottocento e in particolare di quegli anni che furono lorizzonte finale della dolorosa vita di Ptr Ili ajkovskij. Musica per una settimana *sabato 23, marted 26 e gioved 28, allAuditorium si conclude la stagione sinfonica con lAndrea Chnier di Umberto Giordano in edizione integrale, con lorchestra e il coro sinfonico della Verdi diretti rispettivamente da Jader Bignamini ed Erina Gambarini *gioved 21 e sabato 23 alla Scala, ultime repliche della Luisa Miller di Verdi *venerd 22, luned 25 e venerd 29 ancora alla Scala repliche di Manon di Massenet *sabato 30, sempre alla Scala, prima del Don Pasquale di Donizetti, diretto da Enrique Mazzola, per la regia di Jonathan Miller con le scene e i costumi di Isabella Biwater Una settimana tutta allinsegna dellopera lirica.

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Venezia e larte contemporanea
Che Venezia sia una citt unica e ricca di testimonianze storiche, questo si sa. Che abbia anche due super musei di arte contemporanea, forse, si sa un po meno. Limpressione, avendoli visitati una calda domenica di giugno, che le centinaia di turisti, soprattutto stranieri, che scorrazzavano per la citt, non fossero sufficientemente informati / interessati alle meraviglie di Palazzo Grassi e di Punta della Dogana. Pochissimi allinterno delle grandi sale i visitatori, che sia aggiravano un po spaesati davanti a lavori che possono risultare a volete un po ostici e misteriosi per i non addetti ai lavori. Sulla lingua di terra dietro alla chiesa di Santa Maria della Salute spunta lenorme museo di Punta della Dogana che, come ricorda il nome, occupa lo spazio dellex dogana veneziana, in un edifico completamente ristrutturato che mantiene per la struttura e un pizzico del fascino originario. Il museo, aperto nel 2009, progettato dallarchistar Tadao Ando e di propriet di Francois Pinault, ospita ogni anno una o due mostre di opere della collezione Pinault insieme ad altre appositamente site specific, legate a un tema. LElogio del dubbio largomento 20112012. Venti artisti e sessanta opere circa per indagare lidentit dellartista e la sua messa in discussione. La curatrice Caroline Bourgeois per lallestimento della mostra ha raccolto opere storiche e produzioni inedite che indagano la dimensione del turbamento artistico, il crollo delle certezze e il legame tra la dimensione intima e personale dellartista e quella propria dellopera. Ecco allora che aggirandosi per le immense sale del museo capita di trovarsi davanti il cavallo impagliato di Cattelan, lenorme Hanging Heart di Jeff Koons, che sembra leggero come una piuma, appeso con nastrini dorati ma del peso reale di oltre una tonnellata; linquietante ricostruzione di un bordello anni 50 di Edward Kienholz; gli omaggi duchampiani di Stuarevant e le installazioni site specific di Tatiana Trouv che riflettono sul dentro e sul fuori. Impressionanti gli spazi, impressionanti le dimensioni delle opere cos come forti a volte possono esserne i temi, dal grottesco al sesso di McCarthy, dal kitsch di Koons ai video paranoia di Bruce Nauman. Ma allorigine di Punta della Dogana e della Fondazione Pinault vi fu Palazzo Grassi. Edificio neoclassico con molti passaggi di propriet, arriva alla FIAT nel 1983, che lo rimette in sesto grazie al restauro di Gae Aulenti, e diventa un importante centro di mostre darte. La palla passa poi a Pinault, che acquisisce il palazzo nel 2005 e affida a Tadao Ando la sistemazione e ladeguamento degli spazi. Ne nasce cos uno spazio sobrio e neutrale, pur mantenendo le peculiarit del palazzo, adatto ad accogliere mostre darte contemporanea, spesso dedicate alle opere della collezione Pinault. in questo contesto che nasce la grande mostra intitolata Madame Fisscher, personale dellartista svizzero Urs Fischer, gi nome internazionale e presente anche allultima Biennale di Venezia con il suo Ratto delle Sabine e spettatore fatti di cera. Lesposizione inaugura un ciclo di carattere monografico che dar al pubblico l'opportunit di conoscere e approfondire il lavoro di artisti di rilievo internazionale presenti nella Fondazione. Pi di trenta le opere presenti che provengono, oltre che dalla Fondazione Pinault, anche dal prestito di importanti collezionisti. Questa scelta, operata dalla curatrice Caroline Bourgeois, conferma la fama e l'affermazione di un artista sempre pi rappresentativo del panorama artistico contemporaneo. Al centro dellatrio del palazzo campeggia l'opera da cui prende il titolo la mostra: Madame Fisscher (19992000). L'installazione, che riproduce in modo preciso il caotico atelier londinese di Fischer, funge da nucleo creativo e generativo di tutto il percorso espositivo. Scopo della mostra infatti coinvolgere il visitatore nella creazione della materia artistica. In questo senso i meccanismi in bella vista, come quelli del cagnolino elettrico Keep it Going is a Private Thing (2001), rendono il senso della creazione artistica mediante il movimento e la dinamicit, volutamente in contrasto con la staticit monumentale e la perfezione formale dellenorme Ballon Dog di Jeff Koons, talmente perfetto da sembrare pi finto del finto. In mostra le opere rispecchiano i temi chiave della poetica di Fischer, il lento e inesorabile scorrere del tempo, evidenziato da meccanismi, movimenti e fluttuazioni delle sue opere. La sua arte irriverente e citazionistica, chiama in causa Joseph Beuys, Bruce Nauman, larte pop e i surrealisti, ma anche il filone duchampiano, con la riappropriazione di oggetti comuni di cui riesce a darne un nuovo e simbolico significato, stravolgendoli rispetto a come eravamo abituati a conoscerli. Al piano nobile Fischer con Necrophonia, ricostruisce latelier dellartista, con modellini e bozzetti a cui aggiunge, perch no, una modella vera, in carne e ossa, che gira tra le

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www.arcipelagomilano.org sale o sta sdraiata su un vecchio divano, quasi pronta per farsi ritrarre. Una riflessione tra il corpo dipinto e il corpo reale, sul rapporto e il significato artistico del gesto dellartista. Una mostra irriverente e giocosa, sarcastica e ricca, che dialoga bene con le stanzeinstallazioni del resto del palazzo, firmate da artisti super star come Penone e Murakami. Venezia come simbolo non solo de passato ma anche della grande importanza dellarte contemporanea.

Madame Fisscher - Palazzo Grassi, Campo San Samuele 3231 - Fino al 15 luglio 2012 - Orari: tutti i giorni 10.00 19.00. Chiuso il marted.

Bramantino: una mostra autoctona


Promossa e auto - prodotta dal Comune di Milano, quella di Bramantino potrebbe essere la prima di una serie di mostre rivoluzionarie, non tanto per la novit dei temi quanto per la modalit di produzione. A cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, Bramantino a Milano unesposizione quasi monografica dei capolavori milanesi di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (1480 - 1530), da Vasari, che gli diede questo soprannome in qualit della sua ripresa dei modi di Donato Bramante, pittore e architetto al servizio di Ludovico il Moro. Che cosha di speciale questa mostra, nel cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco, fino a settembre? Innanzitutto la gratuit dellingresso, il fatto che sia munita di due mini guide gratuite, complete di descrizione e dettagli storico - critici sulle opere in esposizione, e infine, il fatto che una mostra a chilometro zero. Tutte le opere presentate al pubblico provengono infatti da musei e collezioni milanesi: lAmbrosiana, Brera, la pinacoteca del Castello e la raccolta di stampe Bertarelli. Questa la grande novit. In un momento di crisi, in cui spesso le mostre sono di poca sostanza e si soliti attirare il pubblico con nomi di grandi artisti, senza presentarne per i capolavori, ecco che si preferito rinunciare ai prestiti esteri, impossibili per mancanza di fondi, e si voluto puntare e valorizzare solo pezzi cittadini di qualit. Compito facile visto che Milano conserva il nucleo pi cospicuo esistente al mondo di opere del Bramantino: dipinti su tavola e tela, arazzi, disegni, affreschi e lunica architettura da lui realizzata, la Cappella Trivulzio nella chiesa di San Nazaro in Brolo. Lesposizione si articola nelle due grandi Sale del Castello Sforzesco che ospitano gi importanti lavori dellartista. Nella Sala del Tesoro dove domina lArgo, il grande affresco realizzato intorno al 1490 e destinato a vegliare sul tesoro sforzesco, sono esposte una trentina di opere, dipinti e disegni, che permettono di capire lo svolgersi della carriere dellartista bergamasco: dalla Stampa Prevedari, un'incisione in rame che il milanese Bernardo Prevedari realizz su disegno di Bramante e che influenz per spazi e monumentalit lopera di Bramantino, allAdorazione del Bambino della Pinacoteca Ambrosiana, alla Madonna e Bambino tra i santi Ambrogio e Michele Arcangelo, con i due straordinari scorci dei corpi a terra. La soprastante Sala della Balla, che accoglie gli arazzi della collezione Trivulzio, acquisiti dal Comune nel 1935, presenta un allestimento completamente nuovo, che dispone i dodici grandi arazzi, dedicati ai mesi e creati per Gian Giacomo Trivulzio, in modo che si leghino tra loro nella sequenza dei gesti e delle stagioni. Un filmato documenta ci che non stato possibile trasportare in mostra: dalla Cappella Trivulzio alle Muse del Castello di Voghera, di cui Bramantino fu responsabile dei dipinti. Una mostra davvero a costo zero, come dichiara lo stesso Agosti. Gratis l'allestimento di Michele De Lucchi, Francesco Dondina ha realizzato gratuitamente l'immagine e il fotografo Mauro Magliani ha lavorato con fondi universitari. La promozione curata gratuitamente; il Fai e gli Amici di Brera hanno dato una mano per gli incontri e la struttura del Comune si rimessa ad agire in proprio in maniera eccellente. Una mostra tutto sommato facile, si gioca in casa, ma che proprio per questo ha un merito in pi: promuovere quello che sotto i nostri occhi tutti i giorni, valorizzarlo e dargli nuovo lustro. Bramantino a Milano - Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, Sala del Tesoro - Sala della Balla - fino al 25 settembre orari: da marted a domenica dalle ore 9.00 alle 17.30. La Sala della Balla, al fine di consentire lo svolgimento di iniziative in programma, il 26 maggio e il 9 giugno chiuder alle ore 14.00, il 15 giugno rester chiusa tutto il giorno, mentre il 14 settembre chiuder alle ore 15.00.

Gli elementi di Brueghel il Vecchio


Rizmata la parola greca che significa radici. La us il filosofo Empedocle, vissuto a met del V secolo a.C., per indicare i quattro elementi fondamentali da cui sarebbe costituito luniverso intero: il fuoco, laria, lacqua e la terra. Rizmata anche il titolo della mostra presso la Pinacoteca Ambrosiana, che, dopo pi di 200 anni, riunisce quattro capolavori di Brueghel il Vecchio. I quattro elementi sono dipinti su rame creati tra il 1608 e il 1621, appositamente per il cardinale Federico Borromeo, gi fondatore della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana. Una amicizia di lunga data, iniziata nel 1592 a Roma, legava questi due grandi personaggi, che si rincontrarono a Milano tre anni dopo, prima che Brueghel tornasse definitivamente ad Anversa. Questa amicizia ci nota grazie al carteggio epistolare rimastoci, esposto in mostra, che illustra anche la genesi dei quattro dipinti. Il cardinale Federico, parlando di queste opere, le definiva di gran pregio e fonte di grande stupore, ricolme di dettagli e di meraviglie naturalistiche. I quattro elementi rimasero in Pinacoteca fino al 1796, quando Napoleone li requis insieme al Codice Atlantico di Leonardo e al manoscritto appartenuto a Petrarca, con le opere di Virgilio. Non un caso dunque che, insieme a questi due capolavori assoluti, i francesi si fossero presi anche i quattro preziosi dipinti. Con la caduta di Napoleone si affront anche il destino delle opere darte trafugate. Canova, emissario italiano, ottenne la restituzione di solamente due dei quattro dipinti: lallegoria del Fuoco e

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www.arcipelagomilano.org dellAcqua, mentre lAria e la Terra rimasero a Parigi. ancor pi di interesse dunque vederli oggi tutti riuniti, uno accanto allaltro, cos come si presentarono agli occhi del cardinal Borromeo, in un succedersi organico di suggestioni e dettagli. Nellallegoria del Fuoco, elemento indomabile, un incendio si sviluppa su un monte, mentre una fucina di fabbri forgia armi e armature lucenti, in una sorta di caotico museo, mentre tutto intorno creature demoniache si librano nellaria. Lallegoria della Terra sembra invece una sorta di Paradiso terrestre in cui animali di ogni specie e taglia, predatori e vittime, stanno luno accanto allaltro, in una vegetazione rigogliosa e fiorita. E in effetti questa opera dialoga anche con gli altri due dipinti fioriti di Brueghel, esposti sempre in Pinacoteca: i Fiori in un bicchiere e il Vaso di fiori, esposti nella sala VII. Lallegoria dellAcqua ci mostra invece un paesaggio quasi lacustre, con pesci, crostacei e molluschi, in cui una vecchia divinit seduta accanto ad un giovane, con conchiglie che sgorgano acque fresche. Larcobaleno richiama un mondo primordiale, quasi lalba della Creazione. LAria lallegoria che ha in s il pi forte elemento mitologico, con al centro una dea vestita solo da un drappo rosso, circondata da una miriade di volatili e da puttini che giocano con strumenti astronomici. Questo fu lultimo dei quattro elementi ad essere dipinto ed anche quello che pi, disse il cardinal Federico, lo aveva perfuso tutto di gioia. Piccole enciclopedie del tempo, quasi miniate con la precisione e lamore per i dettagli tipici dei pittori fiamminghi. Quando il cardinal Federico Borromeo commission a Jan Brueghel i dipinti pensava alla Natura come luogo dove era possibile leggere limpronta del Creatore spiega il curatore Marco Navoni Anzi, dalla Creazione era possibile e doveroso risalire al Creatore stesso, secondo quanto afferma san Paolo, allinizio della lettera ai Romani, dove si legge: Dalla creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con lintelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinit. Ecco perch queste allegorie, di sapore un po profano ma commissionate da un uomo di Chiesa, risultano cos dense di significato ed erano cos amate dal cardinale stesso. Unoccasione per vederle riunite, fino al 1 luglio, prima che vengano separate di nuovo, cos come gi le vicende napoleoniche imposero. RIZMATA Terra, Aria, Acqua, Fuoco - Il Ritorno di Brueghel allAmbrosiana Pinacoteca Ambrosiana. Fino al 1 luglio 2012 Orari: Da Marted a Domenica dalle 10.00 alle 19.00 Prezzi: Solo mostra RIZMATA: Intero: 5 , Under 14: 0 (accompagnati da adulto) Mostra RIZMATA + Pinacoteca + Mostra Leonardo Codice Atlantico: Intero: 15 , Ridotto: 10

Aspettando il museo: gli artisti di ACACIA


ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea, unassociazione privata che riunisce al suo interno collezionisti e amanti darte, e che, nel suo insieme, incarna una sorta di super collezionista, attivo e attento alle tendenze artistiche. La promozione e il sostegno dellarte e del lavoro di giovani artisti italiani tra gli scopi principali dellassociazione, ed per questo motivo che, fin dalle sue origini, nove anni fa, il nucleo di opere comprate dai singoli collezionisti e messo a disposizione dellassociazione ha un grande e mirabile scopo: la creazione di una collezione di opere darte contemporanea da esporre a Milano nel futuro e presto auspicabile museo di arte contemporanea. Ecco dunque nascere la seconda edizione della mostra, esposta a Palazzo Reale, comprendente circa trenta opere di artisti internazionali e di primissimo piano: Mario Air (vincitore della prima edizione del Premio ACACIA), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Opere darte che esplorano, com tipico dellarte contemporanea, tutti i medium e i supporti possibili: dalla fotografia ai video, dalla pittura alla scultura fino allinstallazione. Aprendo al pubblico la nostra raccolta vogliamo certamente proporre un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perch larte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bens sia promossa, conservata e tutelata. Questo il proposito di Gemma de Angelis Testa, presidente e fondatrice di ACACIA. Una sorta di mecenatismo collettivo dunque, tutto a favore della citt, che permette da una parte di comprare arte per il futuro museo, e dallaltra la conoscenza e la promozione dellarte e degli artisti pi importanti del panorama contemporaneo, con lobiettivo di essere capace di rispecchiare la contemporaneit e le sue dinamiche, un polo divulgativo in grado di trasmettere al suo pubblico formato da vari livelli culturali, la conoscenza dellarte, conclude De Angelis Testa. La mostra presenta anche per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio ACACIA 2012: Theory in order to Shed Light. I suoi lavori, definiti sculture filmiche, sono il mezzo con cui lartista ama esprimersi, attraverso luso del video che viene smembrato nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola la parte che pi interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica, utilizzando vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia. In attesa dei grandi lavori, anche museali, per lExpo 2015, accontentiamoci per ora di avere un assaggio darte di quello che vedremo in pi adeguata sede. Gli artisti italiani della Collezione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Palazzo Reale fino al 24 giugno. Ingresso gratuito Luned: 14.30_19.30 Marted, Mercoled, Venerd e Domenica: 9.30_19.30 Gioved e Sabato: 9.30_22.30

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LIBRI questa rubrica a cura di Paolo Bonaccorsi rubriche@arcipelagomilano.org Una piramide di problemi
Storie di geometria, da Gauss a Hilbert Claudio Bartocci Collana diretta da Giulio Giorello Raffaello Cortina Editore
La vicenda narrata nel libro di Claudio Bartocci che insegna Fisica matematica all'Universit di Genova va dalla scoperta delle geometrie non euclidee alla lista dei problemi che il grande Hilbert presenta nel 1900 a Parigi, mentre la Ville Lumire celebra l'esposizione universale che attir a Parigi, tra l'aprile ed il novembre di quell'anno, pi di 50 milioni di visitatori. La verit, sostiene l'autore, che la matematica e la geometria ottocentesche, soprattutto quelle dell'ultima met del secolo,continuano a vivere nell'eredit che ci hanno trasmesso: un ricco lascito di problemi da risolvere, di nodi da sciogliere, di connessioni concettuali da esplorare. Solo per fare qualche esempio, possiamo pensare alle speculazioni di Riemann sui rapporti fra geometria e fisica a scala microscopica, ai lavori di Poincarr, all'incrocio fra analisi e topologia, sui sistemi dinamici non lineari, alla teoria dei gruppi continui sviluppata nella lontana Norvegia da Sophus Lie o alle ricerche di Gauss, Dedekind e Hilbert sulla teoria dei numeri. Si assiste cos al trionfo di una concezione della matematica come attivit culturale e pratica di pensiero, in osmosi con altri campi del sapere - dalla fisica alla filosofia soggetta a processi di trasformazione e di contaminazione che costantemente ne rimodellano la struttura, gli oggetti di studio e i metodi. Un'affascinante cavalcata nella scienza e nelle idee - non a caso il volume appare nell'omonima collana diretta da Giulio Giorello che coinvolge giganti del pensiero, come, oltre a quelli citati, Felix Klan, Moritz Pasch, Hermann Wiener, Henrich Shumacher e gli italiani Corrado Segre, Giuseppe Veronese, Mario Pieri, Guido Castelnuovo, Federico Enriquez, Gino Fano, fino a raggiungere le vette del calcolo differenziale assoluto di Gregorio Ricci Curbastro e Tullio LeviCivita, che diventer lo strumento fondamentale utilizzato da Einstein per la formulazione della teoria della relativit generale. Una vera esplorazione nel lussureggiante paesaggio della matematica dell'800 che porta il lettore a vagabondare, in consonanza con lo spirito dell'epoca della quale tratta Bartocci, lungo un percorso irregolare e intessuto di digressioni, cedendo alle lusinghe di una colta flanerie che Proust ha mirabilmente presentato in una celebre pagina della Recherche ...all'improvviso un tetto, un riflesso di sole su una pietra, l'odore di una strada, mi facevano sostare per lo speciale piacere che ne traevo e anche perch sembravano nascondere, dietro ci che vedevo, qualcosa che mi invitavano ad andare a prendere e che io, malgrado i miei sforzi, non riuscivo a scoprire.

TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Ubu Rex


di Alfred Jarry regia Enrico Casale - con A. Cecchinelli, S.Battolla, D. Faggiani, S. Biggi, R. Briganti, D. Cappelletti, I. Cecchinelli, R. Crudeli, C. De Carolis, G. Franceschini, E. Cucurnia, P. Turini scenografie A. Ratti e Officina Teatro De Carolis - luci D. Passeri - suono A. Cerri - costumi R. Crudeli, D. Faggiani, C. Suriani trucco E. Fialdini
Arriva per la prima volta a Milano la Compagnia degli scarti, nata alla Spezia nel 2007 e ospitata in questa occasione al Pim Off in risposta a un appello lanciato dal gruppo di giovani artisti dopo i danni subiti a causa dellalluvione dello scorso ottobre. Lo spettacolo, presentato al Kilowatt Festival 2011, una rivisitazione (abbastanza fedele) del testo di fine ottocento di Jarry. Una piece assolutamente rivoluzionaria per lepoca in cui stata scritta, anticipatrice del surrealismo, di certi aspetti del teatro dellassurdo e, forse, anche di una visione post-moderna e postideologica del rapporto fra individuo e potere. Ubu prova a sterminare la dinastia reale polacca per prendere la corona, senza averne per n diritto n motivo e neppure, come ad esempio Macbeth, la smisurata brama. Lo fa quasi per gioco, come un bambino a cui gli amici hanno proposto unavventura pericolosa e lui non si tirato indietro, anzi, ha esagerato lasciandosi prendere la mano dalla situazione. In questa fanciullezza vi tutta la vilt, lipocrisia e la vanagloria di cui pu essere capace luomo, espressa con la mancanza di giudizio che pu avere solo chi sincero nel guardare in faccia anche la propria meschinit, magari col sorriso. Troppo spesso lUbu Re viene usato come pretesto per raccontare qualcosa che ha poco a che fare con Jarry (vedi Paolo Rossi) o come scusa per mostrare le capacit fisiche e vocali degli attori (vedi Roberto Latini), in questo caso va dato merito a Enrico Casale di essere riuscito a esprimere la propria visione registica non a dispetto del testo ma insieme a esso, valorizzando anche le diverse specificit e la diversa esperienza dei suoi attori. Avrebbe potuto fidarsi ancora di pi delle parole, alternando maggiormente il ritmo che risulta forse un po troppo frenetico e che avrebbe giovato di qualche rallentamento, ma nel suo complesso lo spettacolo fresco, vitale e con una direzione

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precisa che non viene mai abbandonata dallinizio alla fine. Lallestimento brillante e la scena composta in modo originale, con moduli in legno che si spostano e si aprono, un cavallo/palloncino che invece di portare viene portato,

spade rosse, armi bianchi, elmetti, bandiere e pure una chicca filologica: larmatura di Ubu costruita proprio come appare nei disegni di Jarry. Tutti gli attori hanno una tutina nera attillata e si muovono in modo corale, combattendo, solle-

vandosi, scontrandosi, mimando rapporti sessuali (non sempre a proposito, forse, ma che comunque non disturbano) e non lasciando che niente accada fuori scena, offrendo al pubblico un tableau vivant organico, estetico e di forte impatto.

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org La guerra dichiarata


di Valrie Donzelli [La guerre est declare, Francia, 2011, 100'] con Valrie Donzelli, Jrmie Elkam, Gabriel Elkam, Brigitte Sy
Un bambino sdraiato sul macchinario per effettuare la Tac. La donna che lo supporta a pochi passi di distanza, esausta e dallaria assente, sua madre Juliette (Valrie Donzelli). I suoi occhi si perdono nel vuoto delle pareti bianche della stanza asettica. Il rumore, meccanico e costante, generato dallapparecchio crea nella sua mente un collegamento sonoro. il sottofondo elettronico della serata in cui, tanti anni prima, ha conosciuto Romeo (Jrmie Elkam). Il colpo di fulmine un passaggio quasi scontato, tanto quanto il tragico destino legato letterariamente ai loro nomi. Valrie Donzelli e Jrmie Elkam ne La Guerra dichiarata hanno scelto di raccontare il loro dramma personale. Hanno interpretato coraggiosamente i loro ruoli e Valrie ha messo anche in scena lopera. Nonostante limpronta autobiografica si sono allontanati il pi possibile dal documentario. Senza nascondere nulla della natura del tumore, lesuberanza dei personaggi non viene repressa dalla drammaticit dellevento. Romeo e Juliette corrono continuamente, una fuga mano nella mano dalla remissivit e dallinerzia. Soffermarsi sul male, potrebbe piegare definitivamente le loro esistenze. Nessuno conosce le armi, sempre che ne esistano, per fronteggiare una situazione come quella in cui si trovano i due genitori di Adam. Valrie Donzelli e Jrmie Elkam, tuttavia, sono riusciti brillantemente a mostrarci come si pu combattere la rassegnazione al dolore solo con le proprie forze. Una vittoria su tutti i fronti. Marco Santarpia In sala a Milano: Anteo, Eliseo.

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PIERFRANCESCO MARAN: TRASPORTI, ARREDO URBANO E ENERGIA, UN CAMBIO DI PASSO http://www.youtube.com/watch?v=qrudhNxJ67A

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