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Alcara Li Fusi, 17 maggio 1860: rivoluzione e sangue sui Nebrodi

A volte capita di imbattersi in fatti poco con osciuti, approfon diti soltan to da poch i studiosi, even ti a volte an ch e trag ici ch e ven g on o riproposti attraverso lopera di alcun i scrittori ch e riportan o in vita person ag g i, sen timen ti e situazion i. E il caso di alcun i fatti avven uti n el paesin o di Alcara Li Fusi a partire dal 17 mag g io 1860, proprio a qualch e g iorn o dallin izio dellepopea g aribaldin a in Sicilia. An ch e n el caso dei fatti di Alcara c stato un o scrittore, Vin cen zo Con solo, ch e con la sua pen n a h a con tribuito a ricostruire quei momen ti, facen do rivivere ai lettori le aspettative, le n ecessit e i sen timen ti deg li in n ocen ti ch e furon o strumen talmen te immolati in quei trag ici g iorn i di cen tocin quan ta an n i fa. La stampa n azion ale n eg li ultimi mesi h a tan to parlato delle celebrazion i per i 150 an n i dellUn it dItalia. L 11 mag g io 1860 in fatti Garibaldi sbarc a Marsala e le sue azion i, spesso circon date fin da subito da un a fama quasi mitica o leg g en daria, h an n o dato il via ad un a serie di avven imen ti militari, politici e sociali ch e h an n o portato in breve tempo alla fin e del Reg n o delle Due Sicilie ed alla n ascita di un n uovo stato un itario, proclamato solen n emen te il 17 marzo 1861. Certo la storia pi complessa, Garibaldi n on fu lun ico protag on ista di queg li even ti, molte furon o le cause e le con seg uen ze di quel processo un itario ch e ritorn a dattualit con le n ote polemich e lan ciate da espon en ti leg h isti ch e in questo con cordan o con alcun i politici meridion ali n el criticare a torto o a rag ion e quel periodo storico ch iamato Risorg imen to, cercan do di adattare la verit storica a riven dicazion i politich e o propag an distich e, n on sappiamo se a scopo demag og ico ma certamen te portan do alla luce ferite an cora aperte e question i n on an cora ch iarite. A questo pun to sarebbe opportun o riflettere sullutilit della storia 1 come magistra vitae, an zi come magistra hominis, pon en dosi di fron te an ch e a quei fatti scon osciuti o trag ici

ch e la storiog rafia risorg imen tale h a spesso tralasciato per sottolin eare e celebrare altri aspetti riten uti pi importan ti. Lo studio della storia, metten do luomo di fron te alla realt dei fatti, pu assumere un importan te ruolo pedag og ico: educa a capire la complessit del reale, mette di fron te alla realt spesso trag ica della vita e soprattutto permette di n on dimen ticare, di capire e di an dare avan ti. Le celebrazion i per lUn it dItalia diven tan o quin di occasion e per rivedere quel periodo storico tan to discusso, e risan are a distan za di cen to an n i, quelle ferite ch e si rivelan o an cora aperte e completare quin di un processo di purificazion e della memoria 2 ch e forse n on mai in iziato. Parten do quin di da queste ferite an cora attuali si pu procedere a ritroso an dan do a riscoprire il passato, e capire, an ch e an alizzan do i fatti pi crudeli e men o scon osciuti come era lItalia e come eran o g li italian i cen tocin quan ta an n i fa. Quello ch e accadde in Sicilia allo sbarco di Giuseppe Garibaldi difficile da descrivere: il mito ch e fin da subito circon d la fig ura dellEroe dei due mon di si in g ran d g iorn o dopo g iorn o toccan do n on solo le g esta rig uardan ti le battag lie ed i fatti militari ma pen etran do persin o n ella profon da relig iosit della popolazion e. Il popolo vedeva il Gen erale addirittura come provvisto di poteri sopran n aturali3 e si verific un sin g olare sin cretismo ch e riusciva ad un ire la tradizion ale relig ion e della popolazion e con il laicismo g aribaldin o. Lo stesso Garibaldi, n on ostan te le sue n ote posizion i an ticlericali, sfrutt a suo van tag g io il sen timen to relig ioso della popolazion e. Un esempio su tutti: alla festa di S.Rosalia a Palermo presen zi alla solen n e cerimon ia come difen sore della fede e della Ch iesa seden do sul tron o della cattedrale con tan to di pon ch o e camicia rossa 4 . In molti casi lasson an za tra i n omi Rosalia Sin ibaldi (cio San ta Rosalia) e Giuseppe Garibaldi era pi ch e sufficien te alla popolazion e per tributare un vero e proprio culto all Eroe dei due mon di5 . An ch e in questo caso la situazion e molto complessa, vi furon o an ch e spon tan ee reazion i alle con traddizion i proprie di tale situazion e ed il sin cretismo tuttavia attecch n ella men talit deg li strati pi umili della popolazion e. Il basso clero, ch e fin dag li an n i 20 dellottocen to aveva in parte in iziato ad aderire alla carbon eria 6 , favor il prog etto g aribaldin o. Oltre allaspetto relig ioso n on si posson o ig n orare le rivolte scoppiate quasi ovun que alla n otizia dellimmin en te arrivo di Garibaldi, ribellion i politich e ma con carattere soprattutto di riven dicazion e sociale, dettate dalla situazion e di in dig en za in cui si trovavan o spesso g li strati pi umili della popolazion e rurale. Si trattava quin di di rivolte con tro il g overn o borbon ico ma ch e in alcun i casi si verificaron o, in modo ormai disilluso, sotto la dittatura g aribaldin a ch e n on aveva risolto di fatto le problematich e sociali. In og n i caso le ribellion i furon o represse n el san g ue in modo esemplare, seg n an do alcun e tra le pag in e pi n ere del processo di un ificazion e dItalia. Pag in e ch e meritan o certamen te di essere portate alla luce. Il pi n oto di questi avven imen ti, ma n on certamen te il solo, leccidio di Bron te reso celebre an ch e da un a n ovella di Giovan n i Verg a. Si tratta di fatti trag ici, eppure accaduti realmen te, con osciuti dag li storici ma ch e solo raramen te ven g on o portati alla con oscen za dei pi. Un o di questi tristi e trag ici avven imen ti si verific, come g i accen n ato, ad Alcara li Fusi. Si tratta di momen ti difficili da decifrare, i fatti si susseg uiron o con un a certa velocit. Il 15 mag g io 1860 a Calatafimi i g aribaldin i si scon traron o con lesercito borbon ico, restaron o sul campo di battag lia 127 g aribaldin i e 111 borbon ici. Men tre lesercito del Reg n o delle due Sicilie si ritirava Garibaldi proseg uiva per Alcamo attestan dosi sopra Mon reale. Men tre il Gen erale avan zava eran o g iorn i di g ran de fermen to, e proprio in quei momen ti i Nebrodi si in fiamman o: il 13 mag g io a Mistretta era stato dato alle fiamme il mun icipio ed era stato devastato il Casin o dei Nobili ed in g en ere tutti i paesi furon o in subbug lio. Ad Alcara il 16 mag g io sera, n ella ch iesa di S.Mich ele i sacerdoti Di Bartolo e Cozzo presiedevan o un a riun ion e di braccian ti, pastori, con tadin i e artig ian i, per discutere ovviamen te di problemi locali e della vita di quei g iorn i. Il g iorn o dopo accadde la trag edia: dopo la messa la piazza della matrice si riemp di g en te vociferan te, men tre per la strada avan zava il popolo diretto al Casin o di Compag n ia, risevato a g alan tuomin i e civili al g rido di W Garibaldi! W lItalia! W Vittorio Eman uele! Morte ai cappeddi!. E difficile ricostruire lo svolg imen to esatto dei

fatti dato ch e son o an dati perduti i tre volumi dellin ch iesta, il dato certo il risultato di 11 morti ammazzati ed il paese in subbug lio fin o al 24 g iug n o. La prima parte della trag edia si era con sumata ma la storia dei fatti di Alcara n on era an cora fin ita. Prima di an dare oltre bisog n a soffermarsi sulle cause della rivolta: il popolo di Alcara, esasperato certamen te da problematich e sociali piuttosto g ravi, fu fomen tato sen za dubbio dalla propag an da g aribaldin a ch e in ten deva spian are la strada alla ven uta del Gen erale. Non difficile immag in are le prospettive promesse ai ceti pi umili affin ch in sorg essero: lun it dItalia e la libert politica eran o problematich e men o immediate e la popolazion e doveva affron tare question i pi con crete come la terra, il lavoro, il pan e. Si pu ipotizzare quin di, a rag ion e, ch e al popolo furon o promesse terre ed un periodo di ben essere con larrivo di Garibaldi. Un desiderio di rin n ovamen to g en erale sempre presen te ch e fu rin focolato dai propag an disti e an imato dag li stessi in citamen ti dell Eroe dei due mon di. La con ferma di tale ipotesi, cio la promessa di terre, data da un decreto ch e porta la data del 2 g iug n o seg uen te firmato da Crispi, ch e prometteva la division e delle terre e dei deman i comun ali privileg ian do coloro ch e si sarebbero battuti per la patria, ven iva specificata an ch e le modalit della division e e dellasseg n azion e. Il decreto appare quin di come un a con ferma, un a ratifica ufficiale scritta n ero su bian co, delle promesse fatte alla popolazion e sicilian a e sembra con fermare lipotesi della causa del moto di Alcara. D'altron de rag ion evole riten ere ch e Crispi fosse a con oscen za delle aspettative con crete del mon do con tadin o, bisog n oso di terra e lavoro. La con seg uen za del moto di Alcara, e deg li altri moti ch e si son o propag ati a macch ia dolio in tutta lisola, n on voleva in realt essere sociale ma strettamen te politica: i fomen tatori miravan o a sfaldare lammin istrazion e borg h ese, ad in debolire lapparten en za al reg n o borbon ico e quin di a preparare la ven uta di Garibaldi. Ma la trag edia ad Alcara n on fin quel triste 17 mag g io. Lin dirizzo ch e seg uiron o Garibaldi e Crispi cambi: le n umerose rivolte, difficili da con trollare, spesso si rivelaron o pi dimpaccio alla con quista ch e di supporto e quin di decisero di stron carle. Seg u il decreto ch e porta la data del 9 g iug n o ch e istituiva un a commission e din ch iesta n ei 24 distretti dellisola, in caricata dellistruzion e dei processi per i reati di strag e, devastazion e e sacch eg g io. Seg u un a circolare del 24 lug lio con cui si ordin ava di procedere alle con dan n e a morte per n on pi di tre imputati. Il g overn atore di Patti n ot ch e tale disposizion e in corag g iava la speran za di impun it dei malvag i, favoren do lan arch ia; ch iedeva al con trario un a pun izion e decisa, cio la con dan n a a morte per tutti coloro ch e si eran o macch iati di tali misfatti. Il g overn atore di Patti per ag g iun g eva un a n ota molto in teressan te: Il popolo vuole la division e delle terre comun ali g i decretata e, n on aven dola attuata, crede ch e lun ico colpevole sia il ceto civile, con fun estissime con seg uen ze. Autorizzato o n o il presiden te della commission e,

Cristoforo Gatto, fece eseg uire n el pian o di S. An ton io a Patti la fucilazion e di 12 imputati di Alcara il 20 ag osto 1860, si dice sen za n eppure il con forto relig ioso. In quel momen to lillusion e rivoluzion aria era g i fin ita da tempo, Garibaldi ormai era lon tan o, quello stesso g iorn o varc lo Stretto lascian do la Sicilia. Si con sum quin di tutta la trag edia ma la storia dei fatti di Alcara n on si con cluse qui, proseg u n elle aule dei tribun ali. Il 24 n ovembre seg uen te la Gran Corte Crimin ale di Messin a an n ull la sen ten za di con dan n a deg li imputati suddetti, a n orma del decreto del 21 ag osto ch e impon eva di n on doversi procedere ad azion e pen ale per i reati politici, ed i fatti di Alcara eran o con siderati tali perch si trattava di un a ribellion e sotto il g overn o borbon ico. Il 14 febbraio 1861 si con cluse lultimo atto con la sen ten za della Corte Suprema ch e an n ull per vizi di forma quan to deliberato dalla Gran Corte Crimin ale di Messin a, dich iaran do per, di fatto, la sen ten za sostan zialmen te valida. Si ch iude cos la vicen da an ch e per g li altri imputati al processo, ed un a delle pag in e pi n ere del Risorg imen to fin iva cos di essere scritta e fin iva an ch e la g ran de illusion e della rivoluzion e ch e rivelava il suo vero volto ed avrebbe aperto un a n uova epoca, con n uove circostan ze e n uovi problemi ch e si trascin an o in talun i casi fin o ai g iorn i n ostri. La ricostruzion e fin qui fatta 7 , sebben e sin tetica, mette in eviden za un episodio ben n oto ag li addetti ai lavori ma scon osciuto e ig n orato dalla mag g ioran za. Un fatto come tan ti, messo da parte, occultato o min imizzato perch riten uto marg in ale o n on deg n o di essere raccon tato. E in vece an ch e il raccon to dei momen ti pi trag ici della storia di g ran de utilit: per abituarsi alla realt, capen do ch e spesso pi complessa di quan to si creda; per cercare di leg g ere g li avven imen ti con pi precision e, per poterli superare e poter rimarg in are fin almen te le ferite aperte da cen tocin quan ta an n i, sen za n ostalg ie o pretese an acron istich e; per capire quan to sia importan te n on perdere la memoria. Tutto questo ci spin g e a muovere dal presen te, dallItalia di og g i, dalla Sicilia di og g i, dai Nebrodi di og g i, e g uardare al passato e portare alla luce la verit affin ch il primo passo di un a ricon ciliazion e, cio un a memoria storica con divisa, risan i quelle ferite ch e n on h an n o pi motivo di restare aperte. Antonino Teramo
1 Rig uardo

lutilit della storia e altre problematich e di epistemolog ia della storia si fa riferimen to alle tesi esposte in M. TANGHERONI, Della Storia In margine ad aforismi di Nicols Gmez Dvila, Sug arco, Milan o 2008.
2

Espression e usata da Giovan n i Paolo II n el Messag g io per la celebrazion e della XXX Giorn ata Mon diale della Pace (n .3) il 1 g en n aio 1997, e ripresa n el Messag g io in occasion e del con veg n o Leon e XIII e g li studi storici il 28 ottobre 2003.
3

A. SINDONI, Chiesa e societ in Sicilia e nel Mezzogiorno Secoli XVII-XX, Edizion i Historica, Reg g io Calabria 1984, p.28
4 5

Ibidem

cfr. A. SINDONI, Dal riformismo assolutistico al cattolicesimo sociale 2- Moti popolari, Stato unitario e vita della Chiesa in Sicilia, Edizion i Studium, Roma 1984 p.62
6 7

A. SINDONI, Chiesa e societ in Sicilia e nel Mezzogiorno, op.cit. p .24

Per la ricostruzion e dei fatti cfr. S. CUCINOTTA, Sicilia e Siciliani - Dalle riforme borboniche al rivolgimento piemontese Soppressioni, Messin a 1996 pp. 105-107

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