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Popoli eletti Storia di un viaggio oltre la storia

di Alex Da Fr

Ci sono tre criteri per valutare il successo di un convegno: il contenuto, le persone, il luogo. Queste sono state le parole di Emidio Campi, professore all'Universitt Zrich, nel giorno di chiusura del convegno internazionale Popoli eletti storia di un viaggio oltre la storia, punto di arrivo di un lungo cammino condotto dal professor Giorgio Politi, tenutosi a Venezia tra il 27 e il 29 giugno. Considerando il fattore luogo, nulla sembrato pi adatto della citt lagunare, una citt dalla storia millenaria e simbolo europeo dell'internazionalit. Ed proprio il carattere di internazionalit dato al convegno che costituisce il fattore persone: nell'arco di tre giornate si sono alternati relatori provenienti da numerose universit italiane ed altri provenienti da universit tedesche e canadesi. Per quanto riguarda il contenuto, probabilmente il criterio pi importante dei tre, bisogna sottolineare che il convegno il risultato di un cammino sviluppatosi nel corso degli ultimi due anni attraverso conferenze mensili che si sono svolte all'interno dell'Universit C Foscari. Il tema centrale negli incontri era quello del paradigma elezionista, sorto nella storiografia riguardante Israele antico. Durante il convegno si sono alternati pi di venti relatori, non sono mancati i dibattiti n alcune piccole diatribe tematiche che hanno dato vitalit al convegno, ed il compiacimento per l'esito dell'evento stato espresso anche dall'Assessora alle attivit culturali del Comune di Venezia, Tiziana Agostini. La prima giornata di lavori si concentrata sulla nascita del paradigma elezionista nell'et antica in ambito mediorientale, con l'attenzione posta da Lucio Milano e Frederick Mario Fales sull'influenza assira sulla tradizione ebraica, e sul suo passaggio nell'Europa dell'alto e basso Medioevo attraverso l'importantissima figura di Paolo di Tarso, di cui Ellen Aitken ha dato un'esauriente ritratto. La seconda giornata ha approfondito alcuni temi legati al persistere del paradigma nell'et moderna, sia nell'ambito europeo che in quello coloniale, con particolari riferimenti alla storia inglese (come, per esempio, alla Guerra civile o alle colonie nel Nuovo mondo). Nella giornata conclusiva le relazioni si sono concentrate su temi storici pi recenti, a partire dall'intervento di Rudolf Wagner che ha esposto al pubblico un'analisi della teologia Taiping (movimento sorto nella Cina di met '800) passando attraverso un'analisi dell'ideologia razzista del Terzo Reich compiuta da Gustavo Corni per giungere, con la relazione di Glauco Sanga, ad una panoramica mondiale dei movimenti sociali-spirituali nati nel corso del '900 che riprendevano in diversa misura gli elementi propri del paradigma (basti citare la figura di Simon Kimbangu, religioso attivo nella prima met del '900 in Congo). Un fenomeno a cui non si accennato quello della Teologia della liberazione (TDL). Questo

movimento religioso sorse in America Latina durante la fase di rinnovamento della Chiesa Cattolica promossa da Giovanni XXIII e culminata nel Concilio Vaticano II: le sue origini vanno trovate nelle discussioni teologiche che caratterizzavano l'Europa a partire dagli anni '20, con figure come Karl Rahner e Gustave Thils, e nelle Comunit Ecclesiali di Base (CEB), nate nel Brasile degli anni '50 grazie all'opera di Dom Hlder Cmara e di Dom Eugnio de Arajo Sales. Nella visione di Gustavo Gutirrez, considerato dai pi (anche da un'importante figura come Leonardo Boff) il padre della TDL, la Chiesa avrebbe dovuto compiere un'analisi dei segni dei tempi alla luce della prassi storica di influenza marxista, dalla quale risultava necessario compiere una scelta preferenziale per i poveri (cos si legge in Teologia della liberazione. Prospettive, 1971). Si parla dunque di scelta, questa volta operata da parte della chiesa in favore dei pi deboli, di coloro che vivevano in societ caratterizzate da sottosviluppo, che altro non era che il sottoprodotto storico dello sviluppo. A questo rinnovamento pastorale si accompagnavano attivit di vario tipo svolte nelle diverse comunit: una su tutte era la lettura popolare della Bibbia, che dava modo di rileggerla alla luce della realt presente. Da questa rilettura risultava che il povero (e in senso lato tutta quella fascia sociale vittima di ingiustizie e priva dei mezzi, uno su tutti l'alfabetizzazione, per lottare per il proprio riscatto in terra) era colui che era scelto da Dio, cos come Ges ha insegnato con le sue azioni. L'elezione si trasforma dunque in un agire sociale in favore degli emarginati, a partire dalla loro coscientizzazione (attivit di cui Paulo Freire fu precursore) riguardo alle realt del mondo. Negli ultimi due secoli la scelta marxista per il lumpen, per il proletariato schiacciato dalle elites capitaliste, si affiancata alla scelta cristiana per il povero, almeno per quanto riguarda quella parte del clero che ancor oggi lotta per rinnovare la Chiesa secondo le istanze conciliari. Tematiche queste che riecheggiano molto chiaramente il paradigma elezionista, sopravvissuto nel corso dei secoli e fatto proprio sia dalla visione universalista sia da quella materialista, che la TDL ha cercato di combinare sia a livello teorico che pratico (importantissimo l'esempio di Camilo Torres, che ha dato la vita per la liberazione della Colombia), incontrando le strenue opposizioni sia delle istituzioni religiose (la Congregazione per la dottrina della fede condanner per ben due volte tale teologia) sia di quelle politiche (per citare solo un esempio basti vedere la lotta del FSLN in Nicaragua).

L'immagine di locandina del convegno presenta tre elementi: sullo sfondo la porta di Ishtar, monumentale ingresso della citt di Babilonia, lascia intravedere un ampio deserto, simbolo del caos (cos come sostenuto da Norman Cohn), mentre in primo piano avanza Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, rappresentazione di quel proletariato che in chiave marxista avrebbe ereditato il paradigma elezionista evolutosi nel corso dei secoli.

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