Un soldato di ventura
alla corte indiana di Sardhana:
Paolo Solaroli, novarese
Tomaso Vialardi di Sandigliano
Nella sconfinata memorialistica risorgimentale Paolo Sola-
roli merita uno sguardo particolare 1. Di questo generale che
ha dato nome a vie e piazze, diplomatico abile, brasseur d’af-
faire ed inside trader ad Italia Unita non esiste biografia com-
piuta. La sua storia ufficiale debutta nel dicembre 1843, a
quarantasette anni, quando apparve improvvisamente a Torino
alonato dall’eroismo nei moti insurrezionali di Novara del
1821 e di Spagna a fianco dei Costituzionali, più volte ferito
nella difesa della libertà. Lo precedeva la fama di una ric-
chezza immensa, una moglie esotica, l’eco di un titolo fasci-
noso, principe di Sirdhanah (Sardhana), sfumato in parente-
le vicino alla Corte di San Giacomo ed al Parlamento ingle-
se 2, «gran croce di prima classe col crascià [sic] annesso del-
la principessa begum Sombre fu regina di Sirdanah » 3 .
A Palazzo Reale sedeva un re ambiguo che avallò il suo
passato accogliendo a braccia aperte il ricco patriota di Novara
e Spagna. Intelligente, duttile, rotto agli intrighi di palazzi
indiani, Solaroli si impressionò poco ai lacci e lacciuoli tesi
da una nobiltà borghese albertina non ricca, invidiosa e pro-
vinciale. Occorreva essere di estrazione militare o avere un
titolo nobiliare, meglio se tutti e due? Un generoso dono alla
Patria e Solaroli fu nominato nel 1844 prima colonnello ono-
rario del Genio e poi barone, depositando come arma quel-
la del cognato con qualche perplessità sul diritto del suo uso 4,
cui variò solo il motto: dove quello di Dyce Sombre recita-
va FAVENTE NUMINE, quello di Solaroli recitò VIRTVS
FORTVNA FAVENTE 5.
Unico avversario a Corte fu il plenipotenziario di Prussia
Waldburg-Capustigall, padre della “casta amante” 6 del re,
che si era lasciato impressionare poco dal mondo fumosa-
mente esotico intorno al principe di Sirdhanah e lo conside-
rava un agente al soldo degli Inglesi, forse avendo informa-
zioni di prima mano. Poteva essere un avversario pericolo-
so, ma Waldburg-Capustigall morì nell’agosto 1844 e per il
Novarese fu l’ascesa incontrastata. Ma prima del 1843 chi fu
Pietro Paolo Maria Solaroli, nato a Novara l’8 dicembre 1796
da Antonio Solaroli e Antonia Olgusta, di origini più che
modeste, a malapena finita la scuola d’obbligo?
Un’agiografia postuma, la cui regia fu dello stesso Solaroli,
lo vuole aiuto-sarto in forza ad un Reggimento costituziona-
lista passato dopo Novara in Spagna, senza transitare però
Non è stato possibile confrontare
le fonti inglesi ed indiane reperite per
questo lavoro con l’archivio Solaroli
di Briona.
1
Tra gli altri, cfr. A. ASPESI, Il gene-
rale Paolo Solaroli marchese di Briona,
in « Bollettino Storico per la provin-
cia di Novara », anno LXIX, fasc. 1,
p. 3 sgg., Novara 1978, ultimo in data
e livello storico.
2
Mary Anne Jervis figlia del poten-
te Edward Jervis Ricketts, visconte St.
Vincent e moglie di David Ochterlony
Dyce Sombre, membro del Parlamento
inglese nel 1843 e fratello di Geor-
gianna, moglie di Paolo Solaroli. M.H.
FISHER, From Princely Court to Hou-
se of Commons: D.O. Dyce Sombre
(1808-1851) from Sardhana to London,
International Conference on Living
Together Separately, Delhi 19 Decem-
ber 2002.
3
APsl, 23 agosto 1846.
4
« Illustrated London News », p.
42c, 12 July 1851.
5
L’arma, con l’acquisto del castel-
lo di Briona nel 1864, cambiò nel 3°
inquartato, dove la bandiera sulla for-
tezza di Sardhana divenne alla fortez-
za di rosso, terrazzata di verde, e sor-
montata da una bandiera viscontea, per
mutare ancora nel 1867 quando Sola-
roli fu fatto marchese di Briona, dove
la fortezza sparì per lasciare il posto al
castello di Briona, colla bandiera viscon-
tea, al naturale terrazzata di verde.
6
Maria Antonia Waldburg-Capu-
stigall sposata a Maurizio Nicolis di
Robilant. Quando nacque il figlio Carlo
Felice, tutte le buone lingue torinesi
ebbero la stessa idea sul nome del
padre.
333
per gli archivi che di lui non hanno restituito nulla. La par-
tecipazione ai fatti spagnoli del 1823 e le ferite in combatti-
menti eroici (Molino del Rey e difesa del guado della Bidassoa)
sono suggestive ma irreali, perché Solaroli era già al Cairo,
come scrive lui stesso in una deposizione giurata davanti la
« Court of London» del 17 novembre 1853 7, in cui con qual-
che civetteria dichiara 55 anni:
«In the year 1823 I went to Egypt with the view of joining an
expedition to Greece. That was defeated by the death of Lord
Byron 8, and I then obtained from some British officers a recom-
mendation and letters of introduction to go to India, to offer my
services to the East India Company».
Secondo la testimonianza del carbonaro Antonio Ronna,
negli ultimi mesi del 1823 Solaroli era a Londra e lontano
dall’avere fatto fortuna 9, di conseguenza il suo arrivo al Cairo
è da porsi alla fine dell’anno. Il che non esclude, ma non con-
ferma, una sua presenza in Spagna tra la seconda metà del
1821 ed il 1822, ma non nel 1823 con la Wilson’s Brigade 10,
« expresión también de la unión de militares y civiles en las
sociedades secretas carbonarias» mai partita 11.
Al Cairo si arruolò nelle truppe del viceré Muhammad Ali
Pasha al comando del «généralissime des armées égyptien-
nes » Joseph Anthelme Octave Sève alias Soliman-Pacha 12,
un ufficiale francese convertito all’Islam che addestrava anche
uomini per la East India Company 13 destinate all’India, uni-
ca spiegazione alla « recommendation » ed alle « letters of
introduction» 14. In India Solaroli arrivò all’inizio del 1826,
nell’ultimo scorcio della 1ª guerra anglo-birmana cui non par-
tecipò, almeno come ufficiale o con il suo nome, perché non
compare in forza a nessuno dei reggimenti della “Honourable”
che operarono nel quadro bellico birmano 15. Non offrì i suoi
« services to the East India Company » e nella sua deposi-
zione sparisce un’altra leggenda, l’atto eroico di aver salvato
la vita al generale Robert Brown 16 che lo avrebbe raccoman-
dato tre anni dopo alla begum di Sardhana. Non va dimen-
ticato che il documento è del 1853, volutamente impersona-
le e glissante i lati oscuri, steso per una Corte desiderosa di
chiudere un dossier scomodo (Solaroli è ormai un personag-
gio di rilievo in Piemonte, maggior generale, deputato e diplo-
matico con amici potenti a Londra), aperto dieci anni prima
da un cognato morto in odore di pazzia, ma con qualche alle-
gato inatteso.
Per capire l’India che incontrò Solaroli occorre ritornare
al 23 giugno 1757 sulle rive del Bhagirathi, nel pieno della
guerra dei Sette Anni che stava sconvolgendo tre continen-
ti. Sulle costiere di Plassey (Palashi) si stavano confrontando
gli eserciti mercenari dell’ultimo nawab del Bengala Siraj-Ud-
Daulah appoggiato da un contingente francese della Compa-
gnie des Indes Orientales 17 e da quello agli ordini di Robert
Clive della East India Company. Plassey segnò la caduta del
Bengala ed il suo oro pagò la strada della conquista britan-
nica dell’India, riducendo gli interessi francesi a poche posta-
zioni commerciali sulla costa. Nel 1798, nella baia di Aboukir,
7
Dyce Sombre con Troup, Sola-roli
and others, Prerogative Court of Can-
terbury, volumes of Depositions, V,
Deposition made by of Peter Paul Marie
Solaroli, Baron Solaroli, NAK PROB
26/519. È singolare che la deposizio-
ne sia stata fatta alla morte dell’ulti-
mo testimone del suo passato in India:
Antonio Reghellini morì nel giugno
1853.
8
L’affermazione è curiosa perché
Byron salpò da Genova in aiuto al
movimento indipendentista greco alla
volta di Kefalonia nel 1823. Non toccò
mai il Cairo e morì l’anno successivo.
9
«He [Solaroli] was born in a hum-
ble station. I knew him in London in
the latter part of the year 1823». Dyce
Sombre con Troup, Solaroli and others,
Deposition made by Professor Antonio
Ronna of Paris, cit. Ronna fu esule a
Londra, poi a Parigi dove frequentò
il salotto letterario della princesse révo-
lutionnaire Cristina Belgioioso.
10
« Esta legión estrangera [sic]
cuenta en sus filas … el general napo-
litano Gillermo Pepé y todos los pro-
scritos italianos y franceses que estan
en el día en Inglaterra». «Diario Con-
stitucional, Político y Mercantil de
Barcelona Constitución o Muerte», p.
1, n° 142. Año IV, 25 de mayo 1823.
11
« En cuanto al auxilio supuesto
de la nación británica, sólo se mani-
festó en Cádiz con la presencia de un
aventurero, Sir Robert Wilson … que
vino con uno o dos ayudantes, ofre-
ciendo el auxilio de una legión ingle-
sa (que nunca vino)». A. FERNÁNDEZ
DE LOS R ÍOS , Luchas políticas en la
España del siglo XIX, vol. I, p. 148,
Madrid 1879.
12
Antenato materno di Farouk I
d’Egitto.
13
Costituita come The Company
of Merchants of London Trading into
the East Indies, la Honourable East
India Company, o semplicemente la
Honourable, ottenne il Royal Charter
il 31 dicembre 1600. Gestì in mono-
polio il commercio con l’India che co-
struì nel sangue e nella corruzione fino
al suo scioglimento nel 1858.
14
Scrive De Vecchi di Val Cismon
senza rendersi conto dell’amenità: «in
Egitto [Solaroli] …. poco vi rimase,
che, comandato dal sultano [Muham-
mad Ali] a combattere l’insurrezione
greca per la indipendenza, preferì cam-
biare aria, approfittando delle sue co-
noscenze inglesi ». C. DE VECCHI DI
VAL CISMON, Del generale Paolo Sola-
roli, del Re Vittorio Emanuele II, di
una missione segreta nel 1859 e di altre
cose ancora, in « Rassegna storica del
Risorgimento », a. XXI, p. 657 sgg.,
Roma 1934.
15
E. DODWELL, J.S. MILES, Alphabe-
tical list of the officers of the Indian
334
Horatio Nelson aveva bloccato sul nascere il disegno di Na-
poleone verso l’India e l’anno successivo il futuro 1° duca di
Wellington, Arthur Wellesley, aveva stroncato a Srirangapattana
il sogno di indipendenza del sultano Tipu di Mysore, allea-
to cardine delle mire francesi nell’area. La Francia, in India,
era definitivamente fuori gioco 18. L’oro dei nawab e maha-
raja sconfitti pagò l’esercito mercenario sempre più impo-
nente della East India Company e le terre confiscate lavora-
te da masse a costo irrisorio, fornirono il capitale che per-
mise agli shareholders della “Honourable” di investire in ma-
drepatria cifre colossali in titoli nobiliari e terre.
Alle spalle dell’avanzata della East India Company, l’im-
pero Mughal, che aveva incluso quasi tutta l’India subconti-
nentale e parte dell’Afghanistan fino al Balochistan iraniano,
stava implodendo per le lotte intestine. Una parte dei suoi
territori si era resa indipendente, dando origine all’impero
Maratha che si estese sui rajputs 19 di Pune, del Malwa e del
Gwalior, di Indore, di Nagpur e di Baroda, ma declinò con
la terza guerra di Panipat quando si scontrò nel 1761 con la
cavalleria leggera afgana di Ahmad Shah. Nonostante l’arti-
glieria fornita ed addestrata dai Francesi, le forze Maratha
pagarono una sconfitta pesantissima che determinò la fine
della loro espansione, la frantumazione dell’impero Mughal
e quello afgano di Durrani, teorico vincitore, non fu più in
grado di contenere l’espansione Sikh. Dal crollo di questi
imperi nacquero nuovi stati e nuovi eserciti, cui la East India
Company rispose ampliando i propri contingenti, con il risul-
tato di un allargamento esponenziale del mercato della mili-
zia mercenaria.
Alla fine della guerra dei Sette Anni, prima vera guerra
mondiale che coinvolse Europa, Russia, Canada, possedi-
menti inglesi in Nord America, India e colonie francesi, non
tutte le forze militari rientrarono in patria. Alcune rimasero
dove avevano combattuto, altre, non trovando una risposta
sociale nei paesi d’origine, andarono ad ingrossare le file degli
ingaggi mercenari casuali. Cinquantadue anni dopo, il crol-
lo dell’illusione napoleonica a Waterloo rese disponibile un
numero ancora maggiore di soldati che si spostarono parte
nelle Americhe e nelle ex colonie francesi, parte in India attra-
verso punti d’ingaggio precisi: a Costantinopoli, un vezir del
sultano Mahmud II era l’emissario di maharaja e nawab più
o meno potenti ora in combattimento tra loro, ora alleati de-
gli Inglesi, ora alleati tra loro contro gli Inglesi; al Cairo, il
generale Sève raccoglieva ingaggi per la East India Company.
Da Costantinopoli passarono tre italiani diventati leggenda
negli Stati indiani, Ventura 20, Avitabile alias Abu Tabilah 21 e
Filose alias ‘O Gran Mogol 22, mentre dal Cairo passò il free
lance Solaroli. Con la prima ondata di soldati durante la guer-
ra dei Sette Anni era arrivato a Madras con i Francesi Reinhardt
le Sombre 23. I loro destini si incrociarono a Sardhana, anche
se all’arrivo in India di Ventura, Avitabile e Solaroli, Reinhardt
era già morto da più di quarant’anni 24.
Army: with the dates of their respecti-
ve promotion, retirement, resignation
or death, whether in India or in Europe,
from the year 1760 to the year 1834
inclusive, London 1838, V.C.P. HOD-
SON, List of the Officers of the Bengal
Army, 1758-1834. Alphabetically arran-
ged and annotated with biographical
and genealogical notices, London 1927-
47 e H.G. KEENE, Hin-dustan Under
Free Lances 1770-1820: Sketches of
Military Adventure in Hindustan during
the period immediately preceding British
Occupation, London 1907.
16
Difficile vedere nell’uomo che
« preferì cambiare aria » lo stesso che
salvò al « Generale Sir Robert Brown
… la vita in combattimento esponen-
do la propria ». C. DE VECCHI DI VAL
CISMON, cit.
17
Costituita come Manufacture
Royale, la Compagnie des Indes otten-
ne le Regie Patenti il 27 agosto 1664.
Mantenne il nome fino al 1719 quan-
do fu inglobata nella nuova Compa-
gnie Perpétuelle des Indes. Nel 1723
ritornò ad essere indipendente e fu
posta in liquidazione nel 1769.
18
E. BARBE, Le Nabab, René Madec.
Histoire diplomatique des projets de la
France sur le Bengale et le Pendjab
(1772-1808) d’après nos papiers d’état
originaux et inédits et les archives
privées de la famille Madec, Paris 1894.
19
I discendenti delle dinastie loca-
li. Dal sanscrito raja-putra, «figlio di re».
20
Nato a Finale Emilia nel 1793 da
una famiglia ebrea, Reuben-ben-Toora
alias Rubino Ventura alias Jean-Batiste
Ventura, poi conte Ventura de Mandy,
arrivò a Lahore nel 1822. Nel 1843,
ricchissimo, colto e raffinato (cfr. la
miniatura di Imam Bakhsh, Le Maha-
raja Ranjit Singh se faisant expliquer
les fables [de La Fontaine] par le géné-
ral Ventura, collezione Feuillet de Con-
ches, museo La Fontaine, Château-
Thierry), si stabilì a Parigi e morì a
Tolosa a 64 anni.
21
Nato ad Agerola di Amalfi nel
1791 da una famiglia di contadini,
Paolo Bartolomeo Avitabile alias Abu
Tabilah, poi barone Avitabile, arrivò
in Persia nel 1820 e nel 1826 nel
Punjab. Governatore di Wazirabad e
poi di Peshawar che amministrò in
modo malavitoso e terroristico, ritornò
ad Agerola ricchissimo nel 1843. Morì
avvelenato nel 1850.
22
Nato a Castellammare di Stabia
nel 1749 da una famiglia di marinai,
Catello Filose alias ’O Gran Mogol
arrivò a Calcutta nel 1756. Ritornò a
Castellammare ricchissimo nel 1799 e
morì nel 1820, lasciando in India due
dei suoi figli che continuarono la sua
avventura.
23
Compare in una lista senza data
[1745-1747] di truppe francesi a Fort
335
 Walter Reinhardt fu un avventuriero di nessuna moralità 25 St. George (Madras) come Valteres
Sommer originario di Trier. Nacque
ma non privo di coraggio e con l’indubbia capacità di usci- probabilmente a Eisenberg il 27 gen-
re sempre indenne dagli scontri con gli Inglesi. Arrivato a naio 1723 e l’annotazione della lista è
Madras con le truppe di Mahé de La Bourdonnais, aveva corretta poiché Eisenberg era nella
diocesi di Trier (Dioecesis Trevirensis).
disertato per passare ad un Reggimento mercenario svizzero 24
La lapide sulla sua tomba ad
di Fanteria della East India Company, da cui disertò quasi Agra, nel cimitero cristiano di Padre-
subito. Nel 1764 armò un piccolo esercito, 300 Europei di tola (Padres Santos), recita in porto-
varia provenienza e un paio di migliaia di nativi (sepoys), che ghese: « AQUIIAZ / OWALT / ERREIN-
HA / RD. MORR / EO AOS 4 / DE
di volta in volta pose al servizio di vari nawab come il poten- MAYO / NO ANNO / DE 1778 ». Ironi-
te Shuja-ud-daula di Avadh, ma anche dei Jats 26 di Bhartpur. camente, tre anni dopo la morte gli
arrivò la nomina a colonnello nella
Per Reinhardt la regola era di entrare nel punto più sicuro « French Army ». “Dyce-Sombre Pa-
del campo di battaglia, formare una linea di tiro di fronte al pers”, SST D1798/398/2/1.
nemico, sparare qualche cannonata verso di loro senza cal- 25
Gli Inglesi gli attribuirono il mas-
colare la distanza e l’effetto, chiudersi a quadrato ed aspet- sacro di Patna del 1763. W.W HUNTER,
IGI, vol. 17, p. 255, Oxford 1908 e
tare. Se la vittoria era del nemico, Reinhardt offriva le sue Narratives by Messrs. Campbell, Ful-
forze intatte. Se la vittoria era di chi lo aveva ingaggiato, pote- larton, and Anderson, of the massacre
va dimostrare di aver saputo combattere senza perdere uomi- at Patna, 1763, IOR G/28/18. In par-
ticolare l’article 3d del “Treaty of Al-
ni e mezzi. In riconoscimento dei suoi servizi militari, più lahabad” del 16 agosto 1765 dopo la
probabilmente in pagamento di stipendi arretrati, fu nomi- battaglia di Buxar dell’anno prima.
nato nel 1774 nawab di Agra dal generale imperiale di Delhi 26
Tra le più antiche etnie indo-aria-
Najaf Khan che, pochi anni dopo, gli concesse lo jagir 27 di ne cui risale l’origine dei Gitani, i Jats
diventarono a fine ’700 una realtà che
Sardhana, un enclave ricco di villaggi tra il Gange e le fore- la East India Company non poté più
ste dell’Aligarh vicino la città imperiale di Meerut. ignorare.
27
Sposato all’indiana Badi Bibi, dal loro matrimonio nac- Concessione triennale di terre.
28
que lo «half-caste» Balthazar Aloysius alias Zafaryab Khan, Figlia di una concubina dell’ara-
bo-persiano Asad Khan, Fursund nac-
ma nel 1766 Reinhardt conobbe in un postribolo di Delhi que a Kutâna nel distretto di Meerut
Fursund Azuzai 28, una divoratrice di uomini neanche tanto tra il 1741 ed il 1747, secondo che si
bella 29 che visse con lui le sue ultime avventure, feroce nel- tenga conto della data del suo batte-
simo (1781) o del suo necrologio
la gelosia. Quando Reinhardt si stabilì a Sardhana, Fursund (1836). Nel primo è detto « baptized
passò da concubina a moglie con un matrimonio quasi cer- at the age of forty on the 7th of May,
tamente mai avvenuto poiché Badi Bibi era ancora viva 30, 1781 under the name of Joanna» (W.H.
SLEEMAN, Rambles and recollections of
anche se pazza. Non ebbero figli. an Indian Official, revised annotated
Alla morte di Reinhardt, Fursund fu coinvolta in dieci edition by V. A. Smith, p. 710 e p. 722
nota 15, Bombay 1915, che propone
anni di storie drammatiche d’amori e sangue, un matrimo- come data di nascita 1751), nel secon-
nio segreto che scatenò ammutinamenti brutali dove i suoi do è detto « Her Highness Furzund
soldati la legarono alla bocca di un cannone per una setti- Azuzai, Oomdootoul Urraikeen, Ze-
boul Nissa, begum Sumroo, aged 89,
mana e nel tentativo armato di Balthazar Aloysius Reinhardt at Meerut », EIRB Death.
di entrare in possesso del trono, cui rispose con efferata spie- 29
G. THOMAS, The Military Memoirs
tatezza riuscendo ad imporsi al comando dei suoi uomini. of Mr. George Thomas, compiled by
Con loro combatté con selvaggia bravura contro l’esercito di William Francklin, vol. II, miniatura
sul frontespizio, Calcutta 1803 e «The
Wellesley nella battaglia di Assaye nel 1803, a fianco del- begum Samru of Sardhana. Half-length
l’imperatore di Delhi che la elesse a «his most beloved dau- portrait », 1812. BL Add.Or.4362. Il
ghter» e Zeb-un-nissa, «gioiello tra le donne», conferman- colonnello Charles J. Davidson para-
gonò la sua faccia ad un « old Scotch
dola nello jagir di Sardhana con un reddito di oltre 600.000 highlander » ed il suo aspetto ad un
rupie annue che Fursund seppe portare immediatamente a «sackful of shawls». Colonel Davidson’s
travels in India, p. 324, in « Black-
1.000.000 31. La picaresca prostituta di Delhi divenne la leg- wood’s Edinburgh Magazine», vol. LV,
gendaria begum Sumroo, traslitterazione hindustani del sopran- n° CCCXLI, Edinburgh 1844.
nome di Reinhardt le Sombre. Alla Corte della « Delhi’s most 30
Morì a Sardhana « during the
colourful and talked of damsel» si parlava persiano, hindu- rainy season of 1838», E.T ATKINSON,
NWPG, v. III, p. 96, 1st edition, Delhi
stani, inglese, francese, un po’ di italiano, le serate erano for- 1881.
mal con un miscuglio di internazionalità e folklore con vini 31
Per il rapporto 2 rupie di Madras
francesi ed italiani arrivati attraverso le vie infinite di Dio sal- pari ad 1 sterlina del 1830 ed 1 ster-

336
damente in mano alle Missioni cappuccine, dove la begum
appariva su di un elefante fumando un narghilè, tra salve di
cannoni e fuochi d’artificio che facevano la gioia degli ospiti 32.
A facilitare le cose, Aloysius Balthazar Reinhardt morì
mentalmente instabile ed alcolizzato lasciando un genero,
George Alexander Dyce e tre nipoti 33:
– Georgianna (1807), sposata nel 1831 con Paolo Solaroli 34,
si stabilì in Italia;
– David Ochterlony (1808), adottato dalla begum per suc-
cederle al trono, divenne Dyce Sombre. Nonostante il sug-
gerimento contrario di Ventura 35, sposò nel 1840 Mary Anne
Jervis, bella amante cacciata dal duca di Wellington piena di
debiti come il padre. Morì travolto da una causa di interdi-
zione per pazzia intentatagli dalla moglie;
– Ann May (1812), sposata nel 1831 con John Rose Troup 36,
si stabilì in Scozia.
Oltre il pronipote Dyce, Farzana aveva adottato l’orfana
di un ufficiale francese al suo servizio, Victoria (Piari Jean)
Moret, fatta sposare nel 1812 ad Antonio Reghellini 37, un
Vicentino arrivato in cerca di fortuna che la begum aveva
eletto momentaneo amante e nominato Comandante la Ca-
valleria con Artiglieria con i gradi di maggiore nel 1821.
Militare occasionale, ossessionato dall’idea di essere avvele-
nato dalla moglie 38, Reghellini fu invece un bravo architet-
to 39. A Sardhana costruì la cattedrale di Santa Maria 40, il
palazzo reale (Dilkusha Kothi) e progettò il monumento fune-
bre realizzato in Italia da Adamo Tadolini che doveva rac-
cogliere le spoglie della begum.
Nel 1830 Solaroli era a Calcutta. Incontrò Reghellini 41 che
gli prospettò un incarico presso la begum e con lui proseguì
per Sardhana dove arrivò il 1° gennaio incrociando la ric-
chezza del morto Reinhardt le Sombre. Pochi giorni dopo
assunse il Comando di uno dei Battaglioni Guardie 42 della
begum con i gradi di capitano, ma continuò a rimanere sco-
nosciuto fino al matrimonio con Georgianna Dyce 43. Mentre
i giornali di Calcutta dell’ottobre 1831 diedero gran rilievo
nelle pagine mondane al matrimonio di John Rose Troup,
tenente nel 36th Bengal Native Infantry e giovane vedovo di
Caroline Stopford, a Solaroli toccarono poche righe con il
nome storpiato: Peter Paul Mari Le Caroli 44.
Il matrimonio aveva suscitato curiosità perché, come scri-
ve Humphry Bullock nel suo Some Soldiers of Fortune 45,
« apart from the fact of his marriage little has however been
known about Solaroli», premettendo: «Solaroli never denied
that his origin was humble; but he was evidently an able and
likeable person». Bullock fu in grado «to give some parti-
culars of his career» mettendo a confronto i diari di Dyce
Sombre con le deposizioni nei “volumes of depositions” del-
la Prerogative Court of Canterbury per la causa intentata da
Dyce Sombre contro la sorella Georgianna. Molti furono i
giudizi favorevoli a Solaroli, come quello della travel writer
Lena Campbell Login nelle sue memorie su sir John Login 46
o la deposizione di James Rodgers 47, che però si riferisce al
lina del 1830 pari a 30 sterline del
2004, cfr. M. DASH, Thug: The True
Story of India’s Murderous cult, p. XIII,
London 2005. Per il valore del reddi-
to cfr. “The Speeches of the Duke of
Wellington in Parliament”, vol. I, p.
19, Estimate of the Annual Increased
Civil and Military Charges incurred in
India since the year 1802-3, Pensions
and Jaghires, London 1854.
32
A.D. [ANN DEARE], A tour throu-
gh the upper provinces of Hindostan;
comprising a period between the years
1804 and 1814, London 1823 e M.N.
SHARMA, The life and times of Begam
Samru of Sardhana, A.D. 1750-1836,
Sahibabad 1985.
33
Aloysius Balthazar Reinhardt
(†1801) sposò Juliana Le Fevre, figlia
di un ufficiale al servizio della begum.
Dal loro matrimonio nacque Julia
Anne (†1820), moglie di George Ale-
xander Dyce (†1838), da cui Geor-
gianna, David Ochterlony e Ann May.
S. NOTI SJ, Das Fürstentum Sardhana:
Geschichte eines deutschen Abenteurers
und einer indischen Herrscherin, Frei-
burg im Breisgau 1906.
34
3 ottobre: «At Surdhunna, Capt.
Solorali [sic] to Miss Georgianna, dau-
ghter of Colonel Geo. Alex. David Dy-
ce », EIRB Marriage e W.H. SLEEMAN,
cit., p. 728 nota 34, che non ne dà il
nome ma annota « Paul Salaroli [sic],
now Marquis of Briona ».
35
E. LITTELL, The Living Age, vol.
XXI, p. 152, Boston 1849.
36
3 ottobre: « At Surdhunna, John
Rose Troup, Esq., to Miss Ann May,
daughter of Colonel Geo. Alex. David
Dyce », EIRB Marriage e W.H. SLEE-
MAN, cit., p. 728 nota 34, che non ne
dà il nome.
37
Nato a Vicenza nel 1784, fu came-
riere del conte Scipione Sesso, zio del
conte Orazio Branzo-Loschi. La sua
storia è nota attraverso la sua corri-
spondenza con Orazio Branzo-Loschi
e quella tra Branzo-Loschi ed il cugi-
no Giovanni da Schio, LE-8 BCB e F.
TESTA, Nuovo Principato nelle Indie
orientali. Missioni. Avventure di An-
tonio Reghellini di Vicenza, in «Biblio-
teca Italiana», vol. LXX, Milano 1833,
dove il carteggio fu pubblicato abusi-
vamente.
38
« Sono circondato da perfidi av-
versari» scrive il 15 marzo 1826 a Bran-
zo-Loschi « che cercano rubarmi la
pace che Dio mi diede, [e la princi-
pessa] non mi lascia vivere tranquillo,
e vorrebbe distruggermi affatto … ma
confido in quel Dio adorato … che mi
libererà da questa vipera». Corrispon-
denza Orazio Branzo-Loschi, LE-8 BCB.
39
Scrive Giovanni Da Schio nella
sua conclusione: «Quest’uomo che con
un dozzinale ingegno, e con una pove-
337
periodo precedente la morte della begum. Per gli anni 1836- ra educazione, si elevò così alto, mi è
ignoto se tutto debba alla fortuna, od
1839 rimangono solo le testimonianze di Reghellini e quelle a qualche suo merito di persona, o
di Isaac Lewin, figlio del colonnello Lewin al servizio della d’intelletto inosservato in patria sua».
begum dal 1828. Queste ultime vanno prese con cautela per- G. DA SCHIO, Persone memorabili di
Vicenza, ms., 3369, p. 55 sgg, BCB.
ché è difficile capire quanto abbiano giocato i suggerimenti 40
Costata 4 lakh pari a 400.000
ostili di un Dyce Sombre semi-pazzo e l’astio personale del- rupie, essendo 1 lakh pari a 100.000
lo stesso Lewin. rupie.
Alcune deposizioni concordano sul fatto che Solaroli ven- 41
«I am well acquainted with Peter
ne a Sardhana per sposare la figlia di Reghellini, ma i due li- Paul Marie Solaroli. He is my coun-
tryman I sent for him from Calcutta».
tigarono ed il Novarese se ne andò per tornare poco dopo 48. “Dyce Sombre con Troup, Solaroli and
La testimonianza di Lewin conferma che Solaroli venne « to others”, Deposition made by Major
marry Reghelini’s daughter» ed aggiunge che fu il Vicentino Antonio Reghelini [sic], cit.
42
« Thus recommended [il riferi-
a promettergli un posto presso la begum 49 ma « soon after, mento è alle « recommendation and
not being satisfied with his conduct, gave him a refusal as to letters of introduction » ricevute al
the marriage». Sempre secondo Lewin, fu la moglie di Re- Cairo], I went to Calcutta, where I was
advised to proceed to Sardhana, to
ghellini a fargli riavere il posto ed aggiunge un dettaglio curio- take service with the Begam Sombre,
so: «He then gave out that he was the son of a renowned which I did; arriving at Sardhana on
general under Napoleon, gen. Leclerc, and, having become 1st January 1831. My first appoint-
ment there, and that within a few days
possessed of a small estate from a relation, had changed his on my arrival, was to the command of
name, and he himself had served under an English general her bodyguard». Deposition made by
in the late Spanish insurrections» 50. Qualche ulteriore ele- … Baron Solaroli, cit. Ulteriore con-
ferma che Solaroli non era ufficiale
mento viene dalla deposizione di Solaroli: della Est India Company, perché per
ricoprire l’incarico avrebbe dovuto
«Four or five months after [maggio 1831], still retaining that ottenere l’esonero dal Bengal Govern-
appointment [il commando di uno dei Battaglioni Guardie], I was ment. Quando Troup sostituì Solaroli
made the head Police Magistrate of the province of Sardhana. al comando di un Battaglione Guardie,
Afterwards, the Chief Magistrate, first of half, then of all her ter- il « Bengal Government rejects the
ritory. After my marriage, having given up the command of her requests … of the Begam Samru, to
be allowed to take into their service
bodyguard, I was put in charge of the management and control of Lieutenant John Rose Troup, of the
the Customs and Revenue. These were all situations of high trust 36th Bengal Native Infantry» e Troup
and honour» 51. dovette congedarsi. IOR F/4/1401/
55482.
La ragione del cambio di mansioni fu, secondo Lewin, 43
Le sorelle Dyce vivevano nel pa-
che «he [Solaroli] showed such ignorance of military duties lazzo della begum a Delhi e Solaroli
testimonia di aver conosciuto Ann May
that he was selected for another appointment … the police e Giorgianna nell’estate del 1831 « by
regulations of the begam’s territories» 52. my being sent with a guard of honour
Si trascinava da anni il progetto di rammodernare l’eser- to conduct them from Delhi to Sar-
dhana ». Deposition made by … Baron
cito che divorava da trent’anni la metà del reddito dello jagir, Solaroli, cit.
folkloristico e solo più da parata, su cui si infrange un’altra 44
E. ROBERTS, Scenes and Charac-
leggenda nata dalla penna intrisa di mito risorgimentale ed teristics of Hindostan: With Sketches
italianità fascista di De Vecchi di Val Cismon. Solaroli non of Anglo-Indian Society, vol. III, p. 209,
London 1837.
«dovette battersi, continuamente in armi, contro le tribù vici- 45
H. BULLOCK, Some Soldiers of For-
ne e contro le sollevazioni nelle stesse provincie interne del- tune, Pietro Paulo Marie Solaroli, p.
lo Stato» 53, perché intorno non c’erano più nemici, bensì il 87 sgg., in « Bengal: Past & Present »,
26th Cameronians ed il 14th of Foot della East India Company Calcutta Historical Society.
46
di stanza a meno di venti chilometri. Se nemici c’erano, era- « At Turin, on 2 May, 1857 …
Baron Solaroli found us out, and came
no all’interno della famiglia della begum, come avevano dimo- and spent the evening with us. Sir John
strato i vari tentativi di portarle via un trono che governava knew him in India … He is a very
intelligent, gentlemanly man» e com-
uno “Stato” di «about twenty miles long, twelve broad and menta « he married a sister of Dyce
seventy in circumference» 54, le cui «provincie interne» era- Sombre’s, and of course has got lots
no poco meno che agglomerati rurali. Gli ultimi comandan- of money with her». L. CAMPBELL LO-
GIN, Sir John Login and Duleep Singh,
ti che si erano succeduti avevano tutti abbandonato l’idea 55, p. 388, London 1890.
disgustati dallo squallore morale di 3.371 56 uomini semia- 47
«In the year 1832 … and the two
nalfabeti che rispondevano direttamente ad una ultraottan- or three following years … I knew So-

338
tenne «senza morale e senza legge», lucidissima e volitiva,
che gestiva alleanze e relazioni molto fluttuanti nei suoi palaz-
zi di Delhi 57, Meerut e Sardhana 58. Lapidaria è la descrizio-
ne del generale de Boigne: «toujours assis[e] sur le trône; et
tout se faisait en son nom» 59 .
A fine 1834 arrivarono a Sardhana Ventura ed Avitabile,
invitati dalla begum per il matrimonio di Helen Moses 60.
Ventura era cognato della sposa ed Avitabile aveva combat-
tuto con lei e Filose ad Assaye. Il loro arrivo fu una fonte
preziosa di notizie, le tensioni tra Russia ed Inghilterra sta-
vano volgendo al peggio ed in caso di guerra il piccolo regno
sarebbe stato coinvolto perché, quando era stata introdotta
la English Rule anche a Meerut nel 1803, la begum era riu-
scita a negoziare la conferma dei suoi possedimenti vita natu-
ral durante, ma con l’obbligo di mantenere il suo esercito
nella disponibilità della East India Company 61. Ritornò il pro-
blema delle truppe, Reghellini non era all’altezza, gli ufficia-
li di rango superiore rimasti erano pochi, la salute della begum
stava declinando e nulla fu offerto a Solaroli la cui funzione
era civile e non militare. Le forze acquartierate nel piccolo
forte di Laskarganj a nord di Sardhana, armate di spade, scia-
bole e carabine 62 di varia provenienza, rimasero su 6 batta-
glioni con una quarantina di cannoni e 200 cavalieri Moghul 63,
contro il suggerimento di Ventura che prevedeva 1 Reggimento
di artiglieria su 8 compagnie, 6 Reggimenti di fanteria cia-
scuno su 8 compagnie, 1 Reggimento Guardie a Cavallo su
4 squadroni ed 1 Reggimento Guardie a Piedi su 4 compa-
gnie 64.
La begum incominciò a spegnersi la notte di Natale del
1835 ed il 27 gennaio morì nel suo palazzo di Meerut, sepol-
ta con un funerale grandioso tra i suoi uomini schierati in
blu e oro, alla presenza del vicario apostolico di Sardhana
Giulio Cesare Scotti, vescovo in partibus di Amathunta 65 gra-
zie alle offerte opulente della begum a papa Gregorio XVI 66,
che portava da Roma la benedizione apostolica. Con gli Alti
Dignitari della Corte di Delhi e Calcutta c’era il rappresen-
tante del Bengal Government Hawkins ed il plenipotenzia-
rio della East India Company che, nel suo discorso di con-
doglianze, annunciò la riunione di Sardhana al distretto di
Meerut secondo gli accordi del 1803 67. David Dyce Sombre
non salì al trono 68, la “Honourable” interpretò in maniera
molto ampia l’accordo del 1803 facendo rientrare nello jagir
anche i beni privati della begum, mobili ed immobili e, for-
te di una sentenza del Queen’s Counsel, impugnò anche il
suo testamento costringendo i tre fratelli Dyce ad aprire una
causa a Londra contro la East India Company che durò ven-
tisei anni.
Dyce Sombre aveva ereditato dalla nonna materna una
vena di follia. Stravagante, volubile e poco concreto, Solaroli
lo tutelò da un tentativo del padre di impossessarsi dell’ere-
dità 69, bel gesto che gli valse la riconoscenza del cognato e
l’amministrazione delle sue proprietà in India, ma che in realtà
difendeva i propri interessi, tanto è vero che la fortuna lascia-
laroli to be, in every respect, a most
correct, honest, gentlemanly little fel-
low, as honourable a man as lives. I
never heard a word against him befo-
re … he was highly esteemed and bore
the most unexceptionable character
among all in the country [Sardhana],
both natives and Europeans ». “Dyce
Sombre con Troup, Solaroli and
others”, Deposition made by captain
James Rodgers of 26th Cameronians
Regiment at Meerut, cit.
48
« The former [Solaroli] went
away; but shortly afterwards returned
to seek service with the Begam and
was lucky enough to obtain it, and
after some time HH was pleased to
make up the marriage ». Lettera di
Dyce Sombre del 2 ottobre 1842 ad
Antonio Reghellini. H. BULLOCK, cit.
Nel « Panjab Notes & Queries » del-
l’aprile 1884, p. 80, un articolo a fir-
ma A.P.W. riportò che Troup, Solaroli,
Reghellini ed altri ufficiali avevano avu-
to mogli tra le schiave della Begum
(« the Begam Sombre had allotted
wives from amongst her slaves to
Troup, Solaroli, Regalini [sic] »). A
richiesta di Isaac Redgrove Lewin,
A.P.W. rettificò l’affermazione nel
numero di novembre, p. 27, premet-
tendo però che aveva raccolto la noti-
zia a Meerut nel 1845 « when I thou-
ght the events too recent to admit of
falsification ».
49
« In the year 1831, a person cal-
ling himself Peter Paul Murray Solaroli,
an Italian, came with the intention of
marrying a daughter of another Italian,
in her late Highness the Begam Som-
bre’s service … The father of the girl,
making interest for him, got him the
promise of a place in the said Begam’s
service ». Deposition made by Isaac
Lewin, H. BULLOCK, cit.
50
Ibidem.
51
Deposition made by … Baron
Solaroli, cit.
52
Deposition made by Isaac Lewin,
H. BULLOCK, cit.
53
C. DE VECCHI DI VAL CISMON, Del
generale Paolo Solaroli, del Re Vittorio
Emanuele II, di una missione segreta
nel 1859 e di altre cose ancora, cit.
54
E. ROBERTS, cit., p. 154.
55
F. LEWIS SMITH, A Sketch of the
Rise, Progress, and Termination of the
Regular Corps formed and commanded
by Europeans in the service of the Na-
tive Princes of India with the Principal
Events and Actions of the late Mahratta
War, Calcutta 1804.
56
E.T ATKINSON, cit., p. 295.
57
Cfr. la tempera di MAZHAR ALI
KHAN, South view and North view of
begum Samru’s House at Delhi, in T.T.
METCALFE, Reminiscences of Imperial
Delhi, ff. 47v-48, Delhi 1844.
339
ta dalla begum valutata ad oltre 700.000 sterline 70 fu divisa
in tre parti, nonostante l’erede unico fosse Dyce Sombre 71.
Se la figura della begum aveva già influenzato anni prima
diversi racconti di Walter Scott 72, l’eredità talmente straor-
dinaria suggerì a Jules Verne il titolo di un romanzo 73, men-
tre i codicilli del testamento riguardanti i lasciti al papa e
all’arcivescovo di Canterbury arrivarono in Europa attraver-
so la penna al fiele di William M. Thackeray 74.
Giocando sulla fatuità del cognato, Solaroli lo lasciò nel
palazzo di Delhi stuzzicando la sua fantasia con il fatto che
il titolo di Prince of Sirdhanah sarebbe stato più di effetto in
Europa che in India. Nel 1838 David Dyce era a Roma, accol-
to tra le braccia molto aperte di Gregorio XVI per meglio
raccogliere i doni in oro e denaro contante che « il signor
principe colonnello Dyce Sombre» portava alla Chiesa ed a
tutti i vescovi, monsignori e prelati che officiarono in San
Pietro e San Carlo al Corso due messe memorabili per l’ani-
ma della begum 75. Mentre il figlio adottivo di «sua altezza la
principessa di Sirdanach delle Indie» ordinava all’atelier di
Tadolini in via del Babuino il cenotafio della begum per quat-
tromila luigi d’oro 76, tra le Sacre Colonne si sussurrava di
una possibile beatificazione della begum e qualche giornale
stampò «that the first step in the process has been taken ».
L’anno successivo Dyce Sombre si spostò a Parigi, dove il
fascino della sua bellezza esotica e della sua ricchezza mesco-
late ad una «bouleversante excentricité» ne fecero il « fêted
lion of the season» 77 delle Tuileries e dei salotti di Charles-
Lucien Bonaparte e Lola Montez.
Intanto sotto la spinta russa Dost Mahommed Khan 78 ave-
va conquistato il passo cardine di Herat tra l’Afghanistan ed
il nord dell’India, minacciando direttamente Peshawar. La
risposta isterica del governatore generale dell’India George
Eden, 1° conte Auckland, fu lo Simla Manifesto del 1° otto-
bre 1839 che dichiarava deposto Mahommed Khan e riba-
diva la necessità inglese di mantenere liberi i confini occi-
dentali. Era incominciata la prima guerra anglo-afgana che
si concluse nel 1842 con il più disastroso bagno di sangue
della storia militare britannica. Solaroli non partì, la “Honou-
rable” aveva sequestrato tutto, armi e cavalli 79, sfatando un’al-
tra leggenda che lo vedeva scendere con il suo esercito il pas-
so del Khyber fra Pakistan e Afghanistan verso Peshawar e
tornare a Sardhana con quasi tutti gli uomini, a differenza
degli Inglesi. Bella leggenda di cui non c’è traccia nella sua
deposizione, come non vi è traccia di cosa fece dalla morte
della begum fino al 1839.
Dyce Sombre si era stabilito in Inghilterra con palazzo a
Londra in Davies Street ed estate a Stoke-on-Trent. Nel set-
tembre 1840 si era sposato con Mary Anne Jervis, litigando
con il generale Ventura di cui non aveva accettato i consigli,
accusandolo pubblicamente di volersi portare a letto la gio-
vane sposa. Plagiato dalla moglie che vagheggiava sempre più
soldi ed il titolo di begum anche se di uno jagir che non c’e-
ra più, Dyce Sombre era ricorso nel 1843 contro la sorella
58
Per le sue collezioni cfr. E. COT-
TON, The Sardhana pictures at Govern-
ment House, Allahabad 1934. Prova
ulteriore di un rientro ben organizza-
to, Solaroli arrivò a Torino anche con
due ritratti, uno suo in alta uniforme
che era alla Government House, l’al-
tro con la moglie e dei figli che era
nella sua casa di Sardhana e poi in
quella di Mussoorie.
59
Citato in D. YOUNG, Fountain of
the Elephants. The story of Benoît de
Boigne, French adventurer in 18th cen-
tury India, London 1959.
60
3 gennaio: « At Sirdhana, Capt.
R. W. [Robert Walter] D. [Dubignon]
de Talbot, to Miss H. Moses, sister-in-
law of Gen. Ventura», EIRB Marriage.
61
«1805, August 21st, Engagement
of the part of Zeiboo Nissa Begum of
Sirdanah». A. MILLS, India in 1858; A
Summary of the Existing Administra-
tion, Political, Fiscal and Judicial, of
British India, p. 150, second edition,
London 1858.
62
Le flint locks e le screwed barrels
erano fabbricate localmente a Mon-
ghyr.
63
W.H. SLEEMAN, cit, p. 717.
64
« Annales de l’Association de la
propagation de la foi», vol. VIII, Mis-
sions de L’Indoustan, Notice sur la prin-
cesse de Sardana, cahier XLVI, p. 501
sgg., Lyon 1835.
65
[M. DA ROSSIGLIONE], Cenni bio-
grafici e ritratti di padri illustri del-
l’ordine capuccino sublimati alle dignità
ecclesiastiche, vol. I, p. 72, Roma 1850.
66
Toccato dalla grazia terrena del
denaro, Sua Santità aveva anche nomi-
nato David Dyce Sombre Cavaliere
dell’Ordine Equestre di Cristo con
breve In hoc amplissimo dignitatis del
22 novembre 1834, Bull. Rom. Cont.,
vol. XIX, p. 384, accompagnata da re-
liquie preziose per l’inaugurazione del-
la chiesa.
67
Papers regarding the Begam Sa-
mru, IOR F/4/1429 e W. KEEGAN, Sir-
dhana, An account of the begum Som-
bre and her family (Funeral Oration on
… the begum Sombre, of Sirdhana, by
N. Wisemam), 1889.
68
« Bengal Government do not al-
low her [la begum] to transfer the
Sardhana jagir to her adopted son
David Ochterlony Dyce». Papers regar-
ding the Begam Samru, IOR F/4/1429.
69
George Alexander Dyce era sta-
to amministratore degli affari della
begum, che lo aveva nominato suo ere-
de prima di cacciarlo per malversa-
zione. Tra l’aprile 1829 e l’ottobre 1830
aveva fomentato un tentativo di impos-
sessarsi del trono di Sardhana. IOR
F/4/1324/52471.
70
W.H. SLEEMAN, cit., p. 728 nota
33, al netto dei lasciti che, da soli e

340
Georgianna per recuperare la sua eredità, riversando sul co- solo per quelli maggiori, ammontava-
no a 767.000 rupie, cui si devono ag-
gnato ogni accusa possibile 80 senza però citarlo in lite, ma giungere le quote lasciate a Georgianna
Solaroli con un fiuto che fu preveggenza era già in Italia pro- ed Ann May.
veniente dalla sua Waverley Estate 81 a Mussoorie, sui confi- 71
Non è chiaro quanto ricevé Geor-
ni dell’Uttar Pradesh, dove si era trasferito già dal 1839. Aveva gianna Solaroli, ma evidentemente più
della sua parte se il fratello le intentò
scritto al re di Sardegna lettere accompagnate da doni esoti- causa nel 1843 per recuperare la sua
ci destinati alla Real Persona ed al Real Entourage, magnifi- eredità, cosa che non fece con l’altra
cando la sua posizione sociale in India 82. Scialli preziosi, armi sorella Ann May che aveva liquidato
nel 1838 con 130.000 rupie. Deeds rela-
rare ed una tigre avevano aperto la strada al suo rientro in ting to the Estate of David Ochter-lony
Piemonte. A Londra arrivò nel maggio 1843 ed a Torino nel Dyce Sombre, BL ARCHON Mss Eur
dicembre 83 con casa in via dei Mille e tutti i suoi tesori, dena- C318/1. Dyce Sombre ricevé dal-
l’Anglo-Indian Exchequer una com-
ro ed arredi, tra cui le collezioni indiane catalogate nel 1865 pensazione di 500.000 sterline che si
come proprietà del Marquis Paolo Solaroli, Prince of Sirdha- aggiunsero alla sua fortuna personale.
nah 84. Dall’India a Londra il denaro passò attraverso la « The Gentleman’s Magazine », vol.
XXXVI, p. 201 sgg., London 1851.
Mackintosh & Co. e la Paxton, Cockerell & Trail Co., « mer- 72
The Surgeon’s Daughter, Edin-
chants at Calcutta» 85, mentre da Londra a Torino transitò in burgh 1827.
parte attraverso la Casa bancaria Fratelli Ceriana 86. Solaroli 73
Les Cinq cents millions de la Bé-
si mosse con un’abilità sorprendente, perché la causa aperta gum, Paris 1879.
dal cognato contro la sorella portava il rischio di un seque- 74
The Book of Snobs, cap. XII, On
stro cautelativo sulla fortuna della moglie. Ne seppero qual- Clerical snobs and Snobbishness, Lon-
don 1848.
cosa gli eredi di Avitabile, morto intestato e con la maggio- 75
G. MORONI ROMANO, cit., p. 218
ranza della sua fortuna investita in Inghilterra, che riusciro- sgg.
no a recuperare solo parte dell’eredità dopo molti anni. 76
Ibidem.
Erano incominciate le rogatorie per una causa che finì nel 77
« The Gentleman’s Magazine »,
nulla, poiché Dyce Sombre fu riconosciuto pazzo due anni cit.
dopo, ma che lasciarono scie nella storia personale di Solaroli. 78
Fondatore della dinastia afgana
Isaac Lewin, che inizia le sue dichiarazioni Barakzai dopo la caduta dell’impero
Durrani.
«regarding Troup, Solaroli, Reghelini [sic] … I was personally 79
« The begum died on 27 January
acquainted with all, and Lewin was my father, so I am in a better 1836: her army was broken up and her
territories reverted to the British». De-
position to know the facts of the case than anyone else», position made by … Baron Solaroli, cit.
testimonia che il comportamento del Novarese fu meno 80
«He went out of his way to insult
che limpido, soprattutto dopo la morte della begum. Secondo the Solarolis on every possible occa-
sion ». H. BULLOCK, cit.
Lewin, se negli anni in cui aveva ricoperto la carica di « Chief 81
P. Solanli [sic] at Mussourie, Dyce-
Magistrate» l’onestà di Solaroli era già stata messa in dub- Sombre Papers, SST D1798/ 398/2/7.
bio tanto da rischiare di cadere in disgrazia 87, dopo la mor- Solaroli vendé Waverley Esta-te nel
febbraio 1845 al vescovo di Agra
te della begum, quando «he then received charge of the remai- Giuseppe Antonio Borghi, che la pagò
ning affairs from the heir of the begam [Dyce Sombre] », il con il robusto lascito della begum. Cfr.
Novarese si mosse con una disinvoltura inquietante 88. Lewin F. TONELLA REGIS, Pietro Rolandi dal-
l’Italia a Londra, p. 212, in F. TONELLA
riporta anche il violento alterco che Solaroli ebbe nel 1837 REGIS (a cura di), I fratelli Rolandi di
con il suocero, al quale la begum aveva concesso una pen- Quarona (Valsesia) Giambattista e
sione nonostante il tentativo di rovesciarla, perché non vole- Pietro editori e librai a Londra, Atti del
Convegno, 15 dicembre 2001. Solaroli
va testare a favore della figlia Georgianna, con cui mise in conobbe Pietro Rolandi a Londra al
atto la minaccia di non più versargli una rupia fino a quan- suo rientro in Europa.
do non avesse testato come voleva. Lo suocero Dyce mori 82
« This very Signor Solaroli had
nel colera dell’anno successivo 89 e le testimonianze non ripor- the impudence to write to the King of
Sardinia, stating that he … had a high
tano il suo testamento. Ancora, sempre secondo Lewin, pri- military command ». Deposition made
ma che la East India Company sequestrasse le armi nella by Isaac Lewin, H. BULLOCK, cit.
disponibilità dell’erede della begum, Solaroli « also robbed 83
«I came to Europe in May, 1843.
him [Dyce Sombre] of part of the armoury that was put up I arrived in Turin in the following De-
cember ». Deposition made … Baron
for sale» 90 . Solaroli, cit.
Qualche mese dopo il ricorso di Dyce Sombre contro la 84
P. PASSERIN D’ENTREVES, A. RO-
sorella, l’ineffabile moglie lo trascinò in una causa di divor- LANDO, C. VIOLANI, The Himalayan

341
zio per pazzia chiedendone l’interdizione. Nel 1845 la “Com-
mission de lunatico inquirendo” presieduta dal Lord Chan-
cellor le diede ragione, stabilendo che « the lunacy of Mr.
Sombre was proved by the highest authorities» 91 e che la sua
pazzia era incominciata il 27 ottobre 1842 92, anche se qual-
cuna delle « highest authorities » ebbe seri dubbi 93. Dyce
Sombre fuggì a Parigi, nel 1849 diseredò la moglie e rispose
all’accusa del Lord Chancellor con due pamphlets, il primo
in inglese contro le crudeltà ed infedeltà della moglie 94, il
secondo trilingue contro Solaroli, una farneticante versione
della vita del Novarese che mescolava qualche realtà con la
follia più pura 95. Fatto singolare, Solaroli querelò l’editore
ottenendo un risarcimento, ma non il cognato.
La causa intentata contro la sorella Georgianna si chiuse
con la morte improvvisa e sospetta di Dyce Sombre a Londra
nel 1851, aprendone una nuova per l’eredità in cui Mary
Anne Dyce Sombre, Ann May Troup e Georgianna Solaroli 96
impugnarono il suo testamento del 1849 97. La causa contro
la East India Company andò a sentenza solo nel 1872 98. Mary
Anne, risposata nel 1862 al 3° barone Forester, ottenne dal
Privy Council l’indennizzo sui beni di cui la “Honourable”
si era impossessata illegalmente, oltre gli interessi del 12%
per ogni anno dei 36 della durata della causa. Nel 1877 il
Governo delle Indie e la «Hon. Jervis-Forester » si accorda-
rono sulla reimmissione nei beni immobiliari di Sardhana e
sulla quantificazione della sentenza del 1872, talmente spet-
tacolare da essere ripresa da tutti i giornali europei, «Le Figa-
ro » 99 in testa.
All’inizio della prima guerra di Indipendenza Solaroli fu
assegnato allo Stato Maggiore del II Corpo d’Armata, meri-
tando nei fatti d’armi dal 28 al 30 aprile intorno a Pastrengo
una menzione onorevole. Le sue capacità spiccarono nelle
operazioni che il II Corpo compì tra il 22 ed il 25 luglio
durante il ripiegamento, prima sulle alture di Rivoli, poi a
Santa Giustina Garda ed infine a Volta Mantovana nel ten-
tativo di effettuare il congiungimento con le truppe oltre il
Mincio e «Per essersi distinto nei fatti d’armi dal 22 al 25
luglio, sulle alture di Rivoli, Santa Giustina, Sona e sotto
Volta» Solaroli fu decorato di medaglia d’Oro al VM con RD
15 agosto 1848.
Capo di Stato Maggiore del II Corpo d’Armata e promos-
so maggior generale nel novembre 1848, comandò per pochi
giorni la Brigata Casale, per assumere il 20 febbraio 1849
quello della III Brigata Mista (Brigata Solaroli, 5.664 uomi-
ni finanziati in parte di tasca propria) incaricata di coprire il
fianco sinistro piemontese tra il lago Maggiore e il nord Ticino.
Richiamato verso Novara dove si delineava lo scontro, Solaroli
fu lasciato fermo a guardia della strada per Trecate e Milano
con l’ordine di non muoversi senza autorizzazione. Rimase
senza disposizioni fino alle ore 20:00 e solo la sera, la sua
Brigata fu richiamata verso Cameri per riunirsi oltre Novara
ai resti dell’esercito 100. La prima guerra di Indipendenza si
era conclusa in un disastro tragico, ma con due effetti posi-
bird collection of the Marquis Paolo
Solaroli, “Prince of Sirdanah”, in «Bul-
letin of the British Ornithologists’
Club », vol. 115, 1995.
85
La Mackintosh & Co. fu usata
da Reghellini per inviare denaro a Vi-
cenza ed è desumibile che sia stato lui
ad indicarla a Solaroli. Tra i due ci fu
sempre una buona amicizia e, nono-
stante un figlio lavorasse a Londra per
Dyce Sombre, le deposizioni Reghellini
non ebbero mai asprezze.
86
Carlo Solaroli, nipote di Paolo,
sposò nel 1914 Elena Ceriana-Mayneri,
nipote del fondatore della Fratelli
Ceriana.
87
« This Signor Solaroli was in a
manner disgraced and put out of em-
ploy, but the public rumour stated that
he had well filled his pocket in the
meantime ». Deposition made by Isaac
Lewin, H. BULLOCK, cit.
88
« [Solaroli] has boasted that he
[Dyce Sombre] had such confidence
in him that he used to rob his Lord-
ship’s provisions and money», ibidem.
89
4 aprile: « At Calcutta, of chole-
ra, Col. Geo. Alex, Dyce aged 50 »,
EIRB Death.
90
Tre armi provenienti da Sardhana
furono donate al re di Sardegna da
Giuseppe Solaroli nel 1844 (Armeria
Reale di Torino, I, fasc. 34), mentre
altre fanno parte de La Galleria d’ar-
mi del castello di Briona descritta in
una edizione privata da Ercole Bonari
in Il primo Marchese di Briona, Torino
1909, già citata da J. MURRAY, Han-
dbook for Travellers in Northern Italy,
p. 15, London 1860. Il titolo di Bonari
è errato perché 1° marchese di Briona
fu Filippo Tornielli (conte e marche-
se di Briona, marchese di Ca-ravag-
gio, signore di Galliate, Vailate e Bian-
drate).
91
« Law Times », Sept. 28, 1844.
92
« The Annual Register », p. 102,
London 1844.
93
« There have been few cases in
which so great a difference of opinion
has existed among medical witnesses
as in this … but the most extraordi-
nary part of the case was that the alle-
ged of lunatic was allowed to have the
uncontrolled use of large portion of
his property! ». A. SWAINE TAYLOR,
Medical jurisprudence, p. 651, Philadel-
phia 1861.
94
D.O. DYCE SOMBRE, Mr. Dyce
Sombre’s Refutation of the Charge of
Lunacy Brought Against Him in the
Court of Chancery, Paris 1849.
95
Un esempio per tutti: « It is said
he is a Piedmontese, and his original
name is Jean Lacaroli, and was obli-
ged to quit the territories on account
of his having joined with certain poli-
342
tivi: l’abdicazione del nefasto Carlo Alberto e la fucilazione
del generale Ramorino arrestato in maniera farsesca da Solaroli
e Luigi Torelli 101.
Solaroli non aveva dimenticato Londra. Anni in India con
ufficiali e travel writers che ora sedevano in Parlamento, era-
no diventati diplomatici o avevano raggiunto i vertici milita-
ri, una cognata non irreprensibile ma comunque sempre nel-
l’ambito della Corte della regina Vittoria, una luce massoni-
ca vista nel carbonaresimo risorgimentale londinese vivifica-
ta nella luce della Union Lodge all’Oriente del 14th Regiment
of Foot di stanza a Meerut 102 sotto il maglietto del colonnel-
lo Carstairs, facevano del Prince of Sirdhanah un uomo poten-
te con relazioni che superavano quelle della Corte torinese.
Nonostante le molte missioni politiche e finanziarie più o
meno segrete per il re del 1849 in Inghilterra e del 1850 in
Svizzera, Prussia, Inghilterra e Baviera 103 e gli incarichi di
particolare delicatezza come le trattative diplomatiche con la
Corte portoghese per il rientro delle spoglie di Carlo Alberto 104
e più tardi con Garibaldi, Solaroli fu visto con diffidenza da
Vittorio Emanuele per l’appoggio dato a Cavour e per i suoi
legami inglesi, per cui nella seconda guerra d’Indipendenza
fu relegato al Quartier Generale dell’Esercito anche dopo la
promozione a luogotenente generale del 1859.
Fu Amor di Patria o la difesa dei propri investimenti pie-
montesi, in Solaroli sembrano coniugarsi in ugual misura, a
farlo partire per Londra subito dopo la vergogna di Novara,
appena nominato «aide-de-camp to the King», per convin-
cere gli amici inglesi della necessità di appoggiare, nello scac-
chiere italiano, uno Stato disponibile verso gli interessi inter-
nazionali di Londra? Un fatto è certo, l’Inghilterra riuscì ad
evitare l’occupazione austriaca del Piemonte, convincendo
l’imperatore Francesco Giuseppe ad accettare in contropar-
tita un sostanzioso indennizzo di guerra ed a Torino, nel 1852,
fu accreditato come plenipotenziario inglese il suo amico
James Hudson 105. Ora Solaroli poteva contare su un canale
privato che arrivava direttamente allo Home Secretary Pal-
merston incontrato a Londra nel novembre 1853, contem-
poraneamente alla deposizione davanti la English Court. L’anno
successivo, a richiesta di Palmerston, Hudson e Solaroli pro-
spettarono a Cavour l’invio di truppe in Crimea. Non era un
regalo. L’Inghilterra, preoccupata per le perdite in Russia ed
incerta sul comportamento austriaco, aveva preferito gioca-
re la carta piemontese per spingere l’Austria fuori dalla sua
indecisione. Conoscendo le scarse capacità dell’esercito sar-
do, il calcolo di Palmerston non aveva rischi. Hudson offrì
a Cavour l’opportunità di portare il Piemonte al rango di
Stato e Cavour, considerando la partecipazione piemontese
indispensabile al suo progetto di unificazione dell’Italia, giocò
meglio e più rapidamente dell’Austria prendendo in contro-
piede Hudson ed i bizantinismi di Palmerston.
Nel febbraio 1855, alla partenza dei 15.000 uomini al
comando di La Marmora si affiancò una Legione anglo-ita-
liana ancora una volta uscita in parte dalle tasche di Solaroli.
tical parties who were against the
government of the country. [Footnote]:
Others say, and which appears to be
more correct, that he shot his own
father on the bridge at Milan, but con-
trived to save himself from being in
the service of a foreign embassy, and
so made his escape into Paris, where
he acted for some time as a common
cook at one of the restaurants of that
city». Dopo la querela di Solaroli con-
tro Brière, Dyce Sombre corresse «Jean
Lacaroli » con « Solaroli’s real name
was Jean Muscat, and that he had been
a servant of a Signor Salvi in India, at
ten rupees a month ». [D.O.] DYCE
SOMBRE, The Memoir, Imprimerie E.
Brière. 55 Rue St. Anne, Paris [1849].
96
La sua morte aprì un’ulteriore
causa tra « Mary Anne Forester (for-
merly Dyce Sombre) » e Davide Sola-
roli, figlio di Paolo, per l’eredità del-
la zia conclusasi l’anno successivo in
favore di Davide con il pagamento di
130.000 rupie. BL ARCHON Mss Eur
C318/9 ed ibidem Mss Eur C318/10.
97
La sentenza in favore degli impu-
gnati è del 1856. Il reddito, pari a
11.000 sterline, fu diviso tra Georgian-
na ed Ann May, mentre il capitale fu
assegnato alla vedova. Alla morte di
Mary Anne Dyce nel 1893, a Davide
Solaroli, toccarono ancora 4.000 ster-
line. «The Gentleman’s Magazine», cit.
98
D.O. DYCE SOMBRE [attribuito
a], The Heirs of Dyce Sombre v. the
Indian Government. The history of a
suit during thirty years between a pri-
vate individual and the government of
India, Westminster 1865. BL HMNTS
8023.b.79.
99
25 aprile 1877.
100
P. SOLAROLI, Diarii delle campa-
gne 1848, 1859, 1860, 1866, in MICHE-
LANGELO CASTELLI, Ricordi di Michelan-
gelo Castelli (1847-1875), editi per cura
di Luigi Chiala deputato al Parlamento,
Torino 1888.
101
A. MONTI, Il Conte Luigi Torelli,
p. 129 sgg., Milano 1931.
102
Acting Constitution delle Grand
Lodge d’Irlanda. A. PRESCOTT, Collec-
ted Studies in the History of Freema-
sonry, Appendix: Illustrative Docu-
ments, n° 11, p. 69, Sheffield 2000-
2003 e AVdSF FM, British Empire.
Solaroli non compare tra gli Officiers
delle Logge di Torino, Milano e Fi-
renze, mentre rimane da esaminare
l’Engraved List della Gran Loggia di
Londra. Furono 33° Hudson e Pal-
merston ed è probabile che una ricer-
ca più approfondita possa dare risul-
tati interessanti.
103
« In November 1849 I was em-
ployed on a financial mission to En-
gland. In Feb. 1850 I was sent on a
diplomatic mission to Switzerland,
343
Nel congresso di Parigi dell’anno successivo, il Piemonte si
guadagnò definitivamente un ruolo di primo attore contro
l’Austria. L’asse Torino-Londra tracciato da Palmerston,
Hudson e Solaroli continuò a dare i suoi frutti e quando scop-
piò lo scandalo del piroscafo Cagliari, sequestrato dal Governo
di Napoli perché implicato nel brutto affare Pisacane, fu di
nuovo l’Inghilterra a difendere il Piemonte, fatto che avreb-
be dovuto far capire al regno di Napoli le reali intenzioni bri-
tanniche. Ancora nel 1859, sui campi di battaglia accanto ai
Piemontesi, molti furono i consiglieri militari inglesi tra cui
il veterano George Cadogan 106, che a Monzambano fu testi-
mone della rottura tra Vittorio Emanuele e Cavour, colorata
da un linguaggio che avrebbe fatto arrossire gli habitués dei
bordelli indiani e degli angiporti di Madras.
Lo strappo preoccupò Hudson e Solaroli, ma ancora di
più Palmerston, appena nominato Prime Minister ed in rap-
porti non ottimali con la sua regina per l’appoggio involon-
tario al Piemonte e l’amicizia con Ruge e Marx 107. Per Hudson
e Solaroli i due successori di Cavour, La Marmora e Da Bor-
mida, erano poco meno che imbecilli, ben dimostrato nei fat-
ti tra il luglio 1859 ed il gennaio 1860. Il Prince of Sirdhanah
ebbe uno scambio fitto di corrispondenza e di visite con
Hudson alla tenuta di Leri per riportare sulla scena Cavour.
D’accordo con Palmerston 108, si pensò alla sua nomina a ple-
nipotenziario sardo al congresso di Parigi del 5 gennaio 1860 109,
il nome di Cavour fu sottoposto al ministro degli Esteri fran-
cese Walewski ed accettato da Napoleone III. L’ultima lette-
ra di Hudson a Solaroli fu del 14 dicembre 1859 e Vittorio
Emanuele il 20 dicembre, vincendo «le ripugnanze che eran
tuttora assai vive», firmò la nomina di Cavour, ma vincolata
ad un mese 110. Il 20 gennaio Cavour era di nuovo Capo del
Governo, con in mano anche i dicasteri degli Esteri, del-
l’Interno e della Marina. Come scrisse da Londra a Ricasoli
il marchese di Lajatico, Pier Francesco Corsini, «l’Inghilterra
domina la situazione a Torino » nonostante gli « hungarian
intrigues» che avevano come mandante la Corte d’Austria 111.
Il 17 marzo 1861 fu proclamata l’Unità d’Italia 112, il 6 giu-
gno Cavour morì di un colpo apoplettico, nel 1862 Mary
Anne Dyce Sombre si risposò 113, a fine 1865 Firenze fu la
nuova capitale dove Hudson si ritirò dalla vita pubblica 114 e
nello stesso anno morì Palmerston. Quattro anni rapidissimi
che tolsero a Solaroli appoggi a Torino ed a Londra, ma che
gli aprirono la strada ai grandi investimenti nati da quel cro-
giolo alchemico-finanziario che fu l’aggregazione del debito
pubblico degli ex Stati “liberati” gestita da Pietro Bastogi.
Rappresentante in Parlamento del Collegio di Novara per va-
rie legislature senza spiccare anche per i suoi biografi più
accesi, sostituito l’ambiguo titolo di “principe di Sirdhanah”
con il più tranquillo “marchese di Briona” dopo l’acquisto
nel 1864 dai Dal Pozzo d’Annone del castello di Briona 115 e
di una proprietà di 1.854 ettari a Villarboit 116, Solaroli entrò
di diritto in quella classe occulta di potere finanziario che si
mosse saldamente relazionata al nuovo Stato 117. Azionista nel-
Baden, Bavaria, Prussia and elsewhe-
re ». Deposition made by … Baron So-
laroli, cit.
104
Ai funerali di Carlo Alberto, « i
lembi della coltre mortuaria erano
sostenuti da S.A.R. il principe di Ca-
rignano, dal marchese Della Marmora,
dal generale Solaroli e dal cavaliere De
Launay ». L. CIBRARIO, Notizie sulla
vita di Carlo Alberto, iniziatore e mar-
tire della indipendenza d’Italia, p. 211,
Torino 1861. La missione è confer-
mata da Solaroli: « In August 1849 I
was one of two Commissaries, the
Duke of Masserano [Della Marmora]
being the other, appointed by the pre-
sent King to take charge of the remains
of the late King, and conduct them
from Portugal to Turin ». Deposition
made by … Baron Solaroli, cit.
105
Con il connazionale e collega
Henry Layard ed il senatore Giovanni
Morelli alias Ivan Lermoliev, Hudson
fu collezionista di opere d’arte pie-
montesi acquisite sul filo della legalità.
106
Amico di Solaroli dai tempi del-
l’India (Cadogan era stato ufficiale del
106th Regiment of Foot del Bombay
Light Infantry), fu British Commis-
sioner «attached to General Marmora
[sic] with the Sardinian Contingent».
G. DOUGLAS and G. D. RAMSEY (a cura
di), The Panmure Papers, vol. I, p. 138
e nota 15, London 1908.
107
Karl Marx Papers, N 121, IISH e
Arnold Ruge Papers, ms., 189, RCChIDNI.
108
G. MAIOLI, Un’altra importante
missione politica del generale Paolo
Solaroli (settembre 1860), in «Rassegna
storica del Risorgimento», a. XXIV, p.
1812 sgg., Roma 1937 e C. DE VECCHI
DI VAL CISMON, Paolo Solaroli a Londra
nel dicembre 1860, in «Rassegna sto-
rica del Risorgimento», a. XXI, p. 1189
sgg., Roma 1934.
109
Mai tenuto perché non si riuscì
a trovare da parte delle grandi poten-
ze una base comune d’intesa.
110
C. DE VECCHI DI VAL CISMON,
Paolo Solaroli a Londra nel dicembre
1860, in « Rassegna storica del Risor-
gimento», a. XXI, p. 1189 sgg., Roma
1934; F. CURATO, Le relazioni diploma-
tiche fra la Gran Bretagna e il Regno di
Sardegna (1848-1860), Istituto Storico
Italiano per l’Età moderna e Contem-
poranea, III serie, Roma 1961 e N.
CARTER, More Italian than the Italians?
Sir James Hudson and British policy in
Italy before the second Italian war of
independence (February 1858-April
1859), in «Ricerche storiche», a. XXX,
2, p. 321 sgg., Napoli 2000.
111
Lord John Russell Papers, NAK
PRO 30/22/109.
112
Il 1° giugno Solaroli fu nomi-
nato Ufficiale dell’Ordine Militare
d’Italia con RD n° 72.
344
la società fiorentina di Hudson con Fenzi, socio nelle ope-
razioni di Compagnie ferroviarie con il Banco di Sconto e
Sete, la Fratelli Ceriana e la Banca di Torino 118, amico del
senatore Torelli che rappresentava in Italia la Compagnie
Financière de Suez, Solaroli divenne uno dei prototipi del-
l’inside trader all’origine del capitalismo italiano post unita-
rio 119.
Morì di vecchiaia nel 1878 nella sua casa undici anni dopo
la moglie, l’anno successivo la conclusione della causa anglo-
indiana. Nessuno dei soldiers of fortune che aveva conosciu-
to in India poteva dire altrettanto. Ventura era morto semi-
fallito, Avitabile era stato avvelenato da parenti troppo stret-
ti e de Boigne, coperto di corna dalla seconda moglie 120 per
la quale aveva lasciato la prima, era morto in solitudine. Allard,
rientrato in Francia, in diciotto mesi aveva perso tutta la sua
fortuna ed era ritornato a morire in India e Thomas aveva
bruciato la sua vita nell’alcool sulle rive del Gange, senza di-
menticare Polier che, stabilito in Francia, fu assassinato nel-
la sua casa a colpi di sciabola. Tutti erano passati per Sardhana
e molti per il letto della begum.
Tra i pochi con Catello Filose ad essere riuscito ad arri-
vare alla fine dei giorni con l’immensa fortuna 121 che l’India
gli aveva dato, la morte di Paolo Solaroli chiuse un’epoca di
avventurieri irripetibili. Attento al mondo, scaltro regista di
se stesso nei dubbi di una eticità sul filo del paradosso, pas-
sò inosservato nei processi piemontesi e nelle testimonianze
seguenti il 1821, negli archivi dei moti spagnoli del 1822 e
nella immensa memorialistica indiana coeva, negli Annual
Registers e nei Gazetteers 122. Nelle Campagne d’Indipendenza
del 1848 e 1859, dove ebbe azioni personali di indiscutibile
valore, fu un esecutore di ordini che, pur nella perplessità,
eseguì senza esitazioni. Separò il proprio passato, che corse
tra ombre sfuggenti, dal futuro dei figli cui seppe trasmette-
re un senso del dovere particolarmente marcato. Da Davide
nacque Paolo, tenente del 1° squadrone Cavalleggeri di Lodi
(15°) che «ferito una terza volta mortalmente lasciava la vita
sul campo» a Henni-bu-Meliana il 26 ottobre 1911, meda-
glia d’Oro al VM. Da Carlo nacquero Giorgio, asso dell’a-
viazione italiana nella battaglia d’Inghilterra 123 e Paolo, uffi-
ciale del 3° Reggimento Artiglieria a Cavallo del CSIR, scia-
bola nella carica di Jsbuschenskij, agente nel SOE 124 duran-
te la guerra partigiana e dal 1945, fino alla sua morte tragi-
ca, ufficiale di collegamento con la formazione alleata di intel-
ligence CMRP SIM del generale Emiliano Vialardi di San-
digliano, amico dei tempi del 3° Artiglieria Celere “Principe
Amedeo Duca d’Aosta”. Dai campi di Novara erano passati
appena centoventicinque anni.
113
Non prima di avere rinunciato
alla sua parte di vedova di Dyce
Sombre in cambio di una liberatoria
per «furniture and goods» da parte di
«Anne May and John Rose Troup and
Baron and Baroness Solardi [sic] ».
Deeds relating to the estate of David
Ochterlony Dyce Sombre, Mss Eur
C318/5, BL ARCHON.
114
Lanciò la anglo-italiana Floren-
ce Land and Public Works Company
destinata agli appalti pubblici.
115
Pervenuto ai Dal Pozzo d’An-
none per il matrimonio di Claudio con
Barbara Tornielli di Briona, ultima del
suo ramo e pronipote del « valoroso
capitano » « esperto nel mestiere del-
le armi » ed « illustre nella milizia »
Filippo Tornielli. Il ramo Tornielli di
Briona Challant marchesi di Gerbé-
viller e Lambertye nato dal matrimo-
nio di Giuseppe, grand-oncle di Bar-
bara, con Filiberta Challant nel 1565,
si estinse in Lorena nel 1737 con la
morte di « Anne Joseph Gaston de
Tornielle et de Brionne, marquis de
Gerbeviller, grand chambellan de son
altesse royale le duc Léopold I con-
seillier [sic] d’Etat intime de sa maje-
sté impériale et catholique avec titre
de son excellence, mort au mois de
juin 1737 ». Cfr. legenda a tergo del-
l’olio su tela Anne Joseph de Tornielle,
coll. priv., Château de Cons-la-Gran-
dville, LOC MH PM54001084. So-
laroli fu investito di Briona con titolo
marchionale il 9 giugno 1867.
116
Pagata 1.152.000 lire. P.P. D’AT-
TORE , A. D E B ERNARDI (a cura di),
« Annali della Fondazione Giangia-
como Feltrinelli », Studi sull’agricoltu-
ra italiana, a. XXIX, p. 67 nota 6,
Milano 1993.
117
A.L CARDOZA, Aristocrats in Bour-
geois Italy: The Piedmontese Nobility,
1861-1930, p. 102, Cambridge 1997.
118
Tra i capitali svizzeri vicini al
Crédit Suisse, che con quelli torinesi,
milanesi e genovesi sottoscrissero le
azioni della Banca di Torino, c’erano
investimenti di Solaroli.
119
Per gli investimenti azionari di
Solaroli, A. POLSI, Alle origini del capi-
talismo italiano. Stato, Banche e Ban-
chieri dopo L’Unità, Torino 1993.
120
Adèle d’Osmond, figlia dell’am-
basciatore francese a Torino nel 1814,
fu amante, tra gli altri, del duca di Fitz-
James, del Cancelliere di Francia Pa-
squier, dell’ambasciatore russo a Parigi
Pozzo di Borgo e del conte de Nes-
selrode, ministro degli Esteri dello zar.
121
Alla sua morte l’asse ereditario
fu valutato 4.709.790 lire, terza fortu-
na di Torino dopo quella della mar-
chesa Falletti di Barolo e di Giovanni
Priotti. A.L CARDOZA, cit, p. 96 nota
9 e p. 97 nota 12.
345
 122
Dell’avventura indiana Solaroli
non scrisse memorie, ma sul «princi-
pe di Sirdhanah» la penna di Salgari
plasmò la figura casalingamente eroi-
ca di Yanez de Gomena.
123
13 aerei abbattuti, 2 medaglie
d’Argento al VM, 1 medaglia di Bron-
zo al VM ed 1 Croce d’Acciaio di Se-
conda Classe. G. APOSTOLO, G. MAS-
SIMELLO, Italian Aces of World War 2,
p. 66 sgg., 2000.
124
AVdSF Mm-I, Persone e Re-
cords of SOE, Personnel Files, NAK,
HS 9/1388.
ABBREVIAZIONI a. - anno
cap. - capitolo
APsl - Parrocchia di San Leonardo,
Registro delle nascite, Pallanza cfr. - vedi
AVdSF - Archivio Vialardi di Sandi- cit. - citato
gliano Foundation, Dublin Co. - Company
BCB - Biblioteca Civica Bertoliana, coll. priv. - collezione privata
Vicenza
fasc. - fascicolo
BL - British Library, London
ff. - fogli
CARAN - Centre historique des Ar-
chives nationales, Paris HH - Her Highness
EIRB - East India Register, Bengal LOC - liste objets classés
ms. - manoscritto
IGI - The Imperial Gazetteer of India
IISH - International Institute of Social n° - numero
History, Amsterdam p. - pagina
IOR - Indian Office Records, London RD - Regio Decreto
NAK - the National Archives, Kew S.A.R. - Sua Altezza Reale
NWPG - North-Western Provinces sgg. - seguenti
Gazetteer SJ - Societas Jesus
RCChIDNI - Rossiskij Centr Chra- SOE - Special Operations Executive
nenija i Izucenija Dokumentov No-
vejsej, Moscow VM - Valor Militare
SST - Staffordshire and Stoke-on- vol. - volume
Trent Archive, Stoke-on-Trent
346