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“Vi racconto la vera storia della fuga da Rawson” urs “st. oxo” Orro.ast fu uno dei ffondatori del Partido revolucionario de los trabajadores (Prt) nel 1965. Partecipd allo storie IV Congresso del Prt che nel 1968 inizia il cammino della lotta armata in Argentina eon la ereazione del? Bjercito revolu- cionario del pueblo (Erp), di cui fu anche mem- bro del Comitato Centrale. Fu lui a trattare con Yesercito argentino la resa dei carverati politici che tentarono una clamorosa, fallimentare tragica fuga di massa dal carcere argentino di Rawson, nel desorto della Patagonia. Bra il 15 agosto del 1972, un anno di attacchi durissimi della guerriglia argentina contro la dittatura Lanusse. I fuggitivi erano divisi in tre gruppi: i capi militari dell’Erp, delle Far e dei Montoneros nel primo, 19 rivoluzionari nel secondo, 85 nel terz0, I primi rieseono a fuggire e a salire su un aereo che li porter nel ile di Allende e poi a Cuba, quelli del secondo gruppo non ee la fanno verranno fucilati dai militari, dopo estenuanti trattative anche in diretta ty, in una sala dell'ae- roporto il 22 agosto, quelli del terzo gruppo, ri- masti in earcere, si barrieano dentro e si arren- dono il giorno 16. Luis, qual era il suo ruolo allinterno det nizzazione al momento della sua detenzione? Quando venni catturato a Cordoba, nel 1972, facevo parte di un gruppo dell'Erp insieme al- Ja mia donna di allora, Liliana Delfino, sorella di Mario Delfino, fucilato a Trelew, e un altro aio di compagni che sono scomparsi. Ricordo che pubblicavamo due giornali, “El Combatien- te® e “Estrella Roja’, rispettivamente del Prt e dellErp. Ci occupavamo anche dellorganizza- zione della “Escuela de Cuadros”, nella sierra di Cordoba, un posto che si chiama Salsipuedes. Chi erano gli “equipos” dell’Erp? Le cellule militari, i gruppi di base dell'Erp, Ciascun gruppo contava su un uomo del parti- to che non era il capo militare, ma una sorta di Numero 26 Sulla sping i Rosario, in Argentina Servitio forografico i Simone Perolari reallzaxo perla 1 Reportage 34 Reportage | Nuvo i Simone Perolar Intervista a Luis"“el Nono Ortolani, uno dei superstiti della fallimentare evasione dei guer rigieri argentini dal carcere della Patagonia nell'agosto'72:"I camion che dovevano portarci allaeroporto non arrivarono”. Poi ci fu il massacro. Quattro anni dopo tomné la dittatura. Reportage : Nunexo! 55 Alejandro Brittos commissario politico, colui cio’ che garantiva Un momento la linea del partite, perd discutendo con tut- di relax ti, I combattente pitt abile era, invece, il expo Alcuni dellequipo, partecpanes Dopo Ia sua detenzione a Cordoba cosa le & alla runione sucesso? annuale Siamo stati catturati nel febbraio del 1972 da agenti della polizia della provincia di Cordo- ba. Io, mia moglie mio figlio di due anni. Da li io sono poi stato trasferito alla citta di Rosario, Capo della polizia di Rosario era il comandante maggiore di gendarmeria - congedato - Carlos Agustin Feced. Questo signore sicuramente ave- va soprawalutato la mia importanza politica non conoscendo molti eambi avvenuti nellor- ganizzazione. Venne personalmente a Cordoba a prelevarci con un apparecchio e quella notte stessa comincid a torturarci nella questura di Rosario, anche personalmente, Naturalmente eravamo bendati e incappueciati, ma la sua voce ‘grossa era facilmente identificabile, quando fa- ceva domande o quando diceva ai suoi subalter- dex detenut, nelfesate de 2009 ni “regolare il voltaggio, regolare il voltaggio”. Ometto i detiagli, Popinione pubblica & gia stata abbastanza scossa da questi racconti di horror. ‘Quando arriva al penitenziario di Rawson? Verso la fine di aprile o principio di maggio del ‘72 mi trasferiscono al carcere di Rawson. In quel momento Rawson si stava trasformando nel maggior centro di detenzione di prigionieri politici. Vi portavano quelli che consideravano i pit pericolosi perehé si supponeva che fosse im- possibile seappare. Chi erano i prigionieri, com’erano organizza- a Crerano quasi tutti i capi della guerriglia ar- gentina, Santucho, Gorriaran, Vaca Narvaja, Roberto Quieto, Marcos Osatinsky. In un padi- slione cerano tutti loro, quelli che considerava- no i ditigenti, nellaltro padiglione stavano gli altri prigion ‘Com’era la situazione nel penitenziario du- ante il tempo precedente la fuga? Considerando che, teoricamente, era un car- 56 Reportage NUMERO "Vi rac onto la vera storia della fug da Rawson cere di estrema sicurezza cera molta liberta. Noi avevamo un servizio dinformazione che aveva verificato ogni cosa a proposito del diret- tore del earcere, Cosi, un giorno, Quieto va a fare un’amabile chiaechierata con lui perché capisea che sappiamo e gli dice: “Che bella era sua figlia quando usciva dalla tal scuola eon il tal vestito e anche il suo figliolet- to che va a giocare nel tal club”. Il direttore resta pietrificato. E cosi Quieto gli propone un accor- do, Lei non ci rompe i coglion a noi e noi non fi rompiamo a lei. Per questa era molto flessibile la convivenza. Ad esempio, riuscimmo a far si che ci lasciasse stendere le lenzuola dentro le celle perehé si sporcavano con il vento della Patago- nia, In questo modo le guardie non riuseivano a vedere cosa stavamo facendo. Ad esempio il tun- nel che fi il primo piano di fuga. ‘Che cosa prevedeva quel piano? Dietro deliultimo padiglione cera un cam- po di calcio. Siccome non cera molta distanza dalfultima cella si pensd a un tunnel. C’erano Lex militante Una sosta delfex sulla spingia wuleanica i Rosario 15 metri fino al muro. Il eoperchio del tunnel fi talmente ben fatto che passd indenne le due dit- ‘ature ¢ fa scoperto casualmente durante una revisione di prigionieri comuni. Il tunnel fu fatto fino a meta perché la terra di Rawson é una ter: radi merda, piena di pietra e sabbia e bisognava avanzare lentamente e ricorrere a una strattura per puntellare, Cosa ne facevate della terra? Come ho detto eravamo riusciti a far si che i lasciassero far asciugare le lenzuola dentro le celle. Dentro le celle cera gente che giocava a scacchi e se si apriva una porta si metteva a can- tare una canzone. Le ragazze avevano fatto degli zaini con una cerniera, Riempivamo gli zaini di terra e quando useivamo nel cortile gettavamo Ja terra, qualcuno poi passava e la schiacciava per bene e cosi via. Ma era troppa la terra che dovevamo togliere e per questo si cambid piano. Chilo studio? In Rawson Cera una buona parte del coman- do delle tre organizzazioni armate pi impor- Reportage Alejandro Britt tanti di quei tempi. Vaja Narvaja © Quieto dei ‘Montoneros, Santucho e Gorriaran dell Erp, Osantinsky delle Far (Fuerzas armadas revo- lucionarias). Loro pianificavano e poi a ognuno di noi rivelavano la parte di piano in cui veniva coinvolte. ‘Com'era questo piano B? Era un piano molto audace, consisteva es- senzialmente nel prendere il carvere dallinter~ no, Nel frattempo, i compagni di fuori dovevano sequestrare un aereo di linea a Comodaro Riva- davia e farlo atterrare nellaeroporto di Trelew, che é vicino a Rawson. Dopo aver preso il earcere tun gruppo doveva andare in auto, due gruppi su altrettante camionette, fino all'aeroporto, dove avrebbero preso possesso dell aereo, ‘Quant eravate? In totale eravamo 110 prigionieri, divisi in tre gruppi. II primo gruppo, quello che partiva in automobile, era fatto dei sei capi, che alla fine riuscirono a scappare, presero Paereo e si dires- sero in Cile e poi a Cuba. Era la guida politica delVorganizzazione. Il secondo gruppo era quel- lo dei 19 che rimangono intrappolati a Trelew. ‘Tutti gli altri facevano parte del terzo srruppo. Se icamion arrivavano, il seeondo e il terzo gruppo N “Vi racconto la vera storia della fu; da Rawson’ partivano in eamion. Cera un piano demergen- za nel caso non fosse filato tutto liscio: il primo gruppo se ne sarebbe andato con un mezzo pro- prio, il secondo su taxi e macchine a noleggio con autista. Per questa doveva essere un giorno fe- stivo, perché Cerano le visite ed era normale che dal carcere si chiamassero cosi tanti taxi e remi- se. Tornando al giorno della fuga, diciamo che tutto era pianificato, ma Cerano cose che dove- vano funzionare bene: una era che coineidessero Yorario dell’aereo e quelle dell'operazione, un’al- tra che ci fosse una buona luce perché per l'ope- rrarione bisognava fare un segnale dalfesterno Inun bar una questione di codardia, Ha detto di aver sentito uno sparo, questo gli ha fatto pen- sare che loperazione ora fallita. I problema ora che i compagni fuori dal careere non credevano nelloperazione. Avevano talmente poea fidueia che i quattro che dovevano sequestrare Feereo non lo fecereo. Ossia, salgono sull'aereo ma non lo prendono. Cosi come auto del primo gruppo, che ritarda faeendo dei giri inutili alla ricorea dei camion. Quando la macchina arriva all'ae- roporto Pacreo sta cominciando a partire. Che fanno, allora, i sei? Corrono alla torre di control- lo: qui Vaca Narvaja, che era vestito da ulffciale dellesercito, dice che i sovversivi hanno meso tuna bomba sull'aereo, che non lo lascino decol- Jare. Quello della torre gli dice che Paereo il per- ‘messo non ce ha. Allora loro vanno a prendere Vaereo, davanti Vaca Narvaja con Ja sua uni- forme militare. I compagni della fare e dellExp sull'aereo non lo conoscevano, Iui era un mon- tonero, per cui quando vedono apparire un tipo dellesereito, gid metiono mano ai “ferri", fino a che, dietro, quando non spuntano Santucho e gli altri, Quindi prendono T'aereo e fanno scondere i passeggeri. Tutto questo con tanta cortesia che il colonello Perlingher, un ufficiale delfesercito Wrientro Sul tari, Fincontr, INono | che casualmente viaggiava su quell’aereo, quan- | do lo intervistarono dichiard che i guerriglieri | erano stati dei signori. Una frase che gli cost gli | arresti domiciiari per tutta la suecessiva ditta- | tura Videla ‘Tornando ai camion, cosa succede dopo nel | Tiprimo eamion torna indietro strada facen- do incontra il secondo, guidato da un nostro com- ppagmno dell’rp, che convince il primo autista a | tomare al careore. Quando arrivano, perd, Raw- son ® gi eircondato dalle truppe dellesereit. ‘Quanto tempo era passato dallinizio della | fuga Da quando ha iniziofoperazione fino a quando | Tesercito non circonda il earcere, calealo che non | saranno passat pitt di 40 minuti. Saranno state tra lecinque e mezza ele sei del pomeriggio. Dopo che circondan: | aleieal resto dei prigionieri? Noi che eravamo rimasti dentro preparammo | come potemmo una barricata dietro la porta con | mobili e altre ose. Io mi piazzo in una scala di accesso alle caldaie, che distavano cirea un cin- | que metri dalla barricata in fondo a un corrido- | io. Qui comincio la negoziazione con il direttore del eareere, credo. Prima cosa urlo che avevamo | facile che li sapevamo usare, che avevamo 25 | ostaggi, ma che non volevamo dover ricorrere il carcere cosa succede 60, Reportage Num alla violenza. Un confltto a fuoco sarebbe sta- to toribile por entrambe le part. Diss che ci volevamo arrendere con le gazanzie dovate alla nostra integetdfisica. Perld volovamo che ve- nisero giudcie giomalist. ‘Cosa vi hanno rispostot Cominciava a far notte. Il tipo mi dice che Ja zona da Ravieon a Trelew ® stata dichiarata zona militare sotto il comando del generale Luis Beiti To gli dco che chieda le garanzie al gene- rale Bet esiecome potevo ascaltare la radi che Gi diano le gnranzie per radio. Fino a che ora dura questa situazione? Fino alle otto della mattina seguente. Nel mezzo io gli rendo noto che tra gli ostagg ce ne sono tre civil: matte, mogliee la loro bambina che erano venuti a visitare un prigioniero com ne ed erano rimast, che non avevano niente a che fare con tutto questo che non i volevamo tenere come ost, ma loro non ci dana il per- resco di fri uscire. Se avessero preso dassalto ileareere,sicuramente questa famiglia, assieme a qualche prigianiero comune, sarebbero mort Durante la notte cosa successe? T dialog fa lo stesso durante tutta la notte. To proponevo edalfaltra parte ancora non arti vava neecuna tispoeta del generale. chiaro che eran pid concentrati sui compagni di Trelew. Nel mentre arivavane elicotteri dai quali cont- nuavano a scendere soldati. Le ragazze che era- no di sopra vedevano che esercito si preparava ad assaltare il carcere. Quindi, ogni volta che si plazzava una nuova linea di soldati, io chiama- ‘vo di nuovo il direttore e gli dicevo che Fesercito voloeva attaceare. Noi moriremo ma voi avrete molti caduti. Ogni tanto Varrivo degli womini si formava, ma dopo un po’ eeco altri soldat e nuo- ‘vamente ricominciava la trattativa col direttore. Sara sucesso dieci-dodici volte durante la notte. Fino a quando, cirea verso le 7,30 del giorno 16 agosto, il generale Betti ci risponde. Dice, come in un ultimatum, che siamo in stato di ribellione nella carcere di Rawson e che se non deponiamo le armi dara Fordine assaltare il eareere, ma se decidiamo di arrenderci avremo garanzie per Ia nostra integrita fisica, Cosa decidete? Chiamo il direttore del carcere e concordo con lui sul fatto che ci arrendiamo, che liberiamo le guardie e consegniamo loro le armi, dopodiché ciascuno di noi torna nella sua cella e alle otto e ‘un quarto possono entrare. II direttare risponde: perfetto, gli sembrava giusto che cominciassimo 2 ragionare e aggiunge che su chi non si trovava in cella dopo le otto e un quarto si sarebbe aperto il fuoco, Alle otto e un quarto eravamo tutti nelle nostre celle, Traduzione di Marino Magtiani Reportage NUMERON ol

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