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Scuola nazionale AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
Manuale di sopravvivenza
La prima esperienza di sopravvivenza lho vissuta allet di 18 anni e ci finii dentro per la
ragione banale che dovevo dimostrare ai miei compagni di campeggio che non avevo
paura. Come capitava da almeno dieci anni, stavamo trascorrendo la vacanza estiva a
Sapri, da sempre senza genitori e in campeggio, arrangiandoci con pochi soldi e senza le
comodit del camping che, per noi, sarebbero arrivate molti anni dopo.
Una mattina trovammo il mare molto agitato a causa del cattivo tempo della notte, le onde
arrivavano sulla spiaggia con scoppi assordanti; di solito in giornate come questa
avremmo fatto il bagno giocando con le onde come fanno tutti i ragazzi, quella mattina
per decidemmo di andarci a tuffare dagli scogli. Il posto da noi frequentato aveva una
sola spiaggia che si presentava come una grotta alta cinque metri e profonda una decina;
per potervi accedere bisognava entrare in acqua da uno scoglio liscio che digradava in
mare per un paio di metri e poi nuotare per una ventina di metri costeggiando gli scogli.
Con il mare calmo era un bel gioco arrivare fino alla spiaggia e comportarci da naufraghi,
ora le onde erano talmente alte che sembrava impossibile laccesso alla spiaggia, che non
riuscivamo neppure a vedere, e lo scoglio affiorava ogni tanto dopo una serie di onde.
Ci sedemmo in alto su una roccia asciutta e contemplammo il mare pensando di non
poterci tuffare; poi, osservando la serie di onde, capimmo che avevano un ritmo ciclico e
calcolammo che ogni sette onde trascorreva circa un minuto con il mare pi calmo con
ondine di risacca. Decidemmo che il gioco di quella mattina sarebbe stato il saltare dallo
scoglio nellintervallo di calma e nuotare il pi lontano possibile per non essere scagliati
contro le rocce e poi raggiungere la spiaggia dove ci saremmo riuniti; per il ritorno
avremmo contato le onde e nellintervallo avremmo raggiunto lo scoglio.
Ci preparammo e alla settima onda diedi il via e mi tuffai; mi girai per controllare gli altri
e scoprii che la paura li aveva incollati allo scoglio; ebbi un momento di esitazione e gridai:
forza tuffatevi, avanti! poi nuotai per guadagnare il tempo perduto e arrivai alla
spiaggia quasi senza fiato; mi trascinai nel fondo della grotta per stare allasciutto e
indispettito mi girai convinto che qualcuno mi avesse seguito. Non cera nessuno, ma
unonda enorme si stava caricando in lontananza. Calcolai che ce ne sarebbero state sette e
tutte di quella grandezza prima di potermi di nuovo buttare in acqua per nuotare verso lo
scoglio. Ebbi paura e pensai che mi ero messo davvero in una brutta situazione. Diedi uno
sguardo intorno alla ricerca di una via di scampo. La grotta finiva dopo dieci metri con
rocce appuntite e il soffitto in fondo si abbassava come un sacco; il fondo era formato da
sassolini e conchiglie che graffiavano i piedi; entrare in acqua era impossibile perch tra
unonda e laltra la risacca era talmente forte da trascinarmi verso londa successiva che mi
avrebbe sollevato e schiacciato contro gli scogli.
Una fugace occhiata intorno mi consent di vedere una nicchia a due metri da terra sulla
destra della grotta, grande abbastanza da contenermi rannicchiato; la prima onda era
pericolosamente vicina e mi sembrava talmente alta da riempire lo spazio della grotta ed
ero ormai convinto che mi avrebbe trascinato via dopo avermi sbattuto sul fondo. Mi
arrampicai freneticamente graffiandomi le mani e il petto, proprio in tempo per sentire il
boato dellonda che stava entrando nella grotta. Puntai i piedi e schiacciai la schiena contro
il muro fatto di spilli di roccia. Il rumore dur uneternit e la forza dellacqua cerc di
trascinarmi via sbattendomi addosso sassi e conchiglie.
Pensai che potevo sfruttare la forza della risacca nuotando verso la salvezza e appena
lacqua cominci a defluire, saltai fuori dal buco e mi tuffai nella risacca nuotando come
un forsennato per arrivare allo scoglio e sfruttando la forza dellonda risalii verso la
strada; la seconda onda si infrangeva gi sugli scogli dietro di me, quando mandai a quel
paese i miei compagni.
Energia
In una situazione di pericolo si attivano nellorganismo meccanismi anticipatori per
preparare il corpo a sostenere lo stress imminente. Il livello di adrenalina nel flusso
sanguigno sale, imponendo al cuore di contrarsi con pi forza aumentando, ad ogni
battito, la quantit di sangue pompato.
Modifichiamo anche la respirazione, che diventa pi profonda e accelera leggermente.
Se cerchiamo di sfuggire, correndo, da una situazione di stress causata dalla paura o da
un pericolo o dalla solitudine, che ci procura paura, vi sar un aumento della frequenza e
della profondit del respiro. Il battito cardiaco aumenta trasportando pi sangue e di
conseguenza, lemoglobina1 rilascia pi ossigeno in risposta alla maggiore richiesta. Se
corriamo, i muscoli rilasciano un notevole volume di calore e la pelle avvampa poich il
sangue viene trasportato verso la superficie esterna del corpo per essere raffreddato. Ci
dura poco anche se abbiamo un buon allenamento alla corsa, e esaurite le energie residue,
lacido lattico2 si accumula nei muscoli e lorganismo giunge allo sfinimento non avendo
pi ossigeno e sostanze nutrienti.
Se invece ci allontaneremo da una situazione di pericolo bilanciando le forze tra velocit e
resistenza, si riuscir a coprire distanze pi lunghe mantenendosi pi vigili e attenti.
Lemoglobina una molecola globulare composta di quattro sottounit. Ciascuna di queste a sua volta
composta di un eme (che d il colore al sangue) legato a una globina polipeptide. Al centro dellanello
delleme si trova un atomo di ferro al quale si lega lossigeno. Quando leme legato allossigeno,
lemoglobina di colore rosso scarlatto. Questo spiega il colore del sangue arterioso a differenza del colore
del sangue venoso che blu violaceo, noto anche come ciano da cui cianotico per indicare il colore delle
labbra o delle estremit nei casi di scarsa ossigenazione (soffocamenti, congelamenti ecc.). La vivace
colorazione rosso ciliegia del sangue indica un avvelenamento da ossido di carbonio, condizione nella quale
le molecole di ossido di carbonio prendono il posto dellossigeno al centro dellemoglobina.
2 Acido lattico un composto chimico che svolge un ruolo rilevante in diversi
processi biochimici;
sottoprodotto dellattivit anaerobica dei muscoli. Da questi si riversa nel sangue raggiungendo cuore e
fegato e i muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio. Durante un esercizio fisico intenso e
prolungato, i muscoli possono produrre pi acido lattico di quanto gli organi e i muscoli inattivi riescano a
metabolizzare; in questo caso, la concentrazione nel sangue aumenta fino a non poter pi essere smaltito nei
muscoli inattivi. Si presentano allora i noti effetti di affaticamento e incapacit allo sforzo, talvolta
accompagnati da bruciore o dolore.
1
Adenosina un nucleoside composto da una molecola di adenina legata ad un ribosio attraverso un legame
glicosido. Riveste un ruolo fondamentale nei processi biochimici del trasferimento di energia nel passaggio
da ATP ad ADP.
4 Adenosindifosfato ADP un nucleoside che deriva dalladenosintrifosfato ATP - per perdita di un
gruppo di fosfato con conseguente liberazione di energia.
5 Fosfato di creatina (dal greco Kreas=carne) un aminoacido naturalmente presente nel nostro organismo,
interviene per soddisfare le richieste del meccanismo anaerobico alattacido che quel meccanismo
energetico che si attiva appena inizia uno sforzo muscolare intenso. Tale processo prevede una sola reazione
chimica e consente di avere una disponibilit immediata di energia. La creatina fosfato sintetizzata a riposo
nel muscolo scheletrico associando ad una molecola di creatina una molecola di fosfato inorganico.
6 Glicogeno un polimero del glucosio. E conservato nel fegato e nei muscoli scheletrici. La sua biosintesi
diretta da tre enzimi attraverso un processo energeticamente sfavorito. Al momento del bisogno va incontro
ad una demolizione per produrre glucosio, altre volte lo stesso glucosio che pu risultare in eccesso e viene
stipato sotto forma di glicogeno.
3
mezzora di intensa attivit muscolare, poi bisogna far ricorso al glucosio7 e ai grassi
presenti nei depositi della riserva del fegato e nei tessuti adiposi.
I grassi sono metabolizzati grazie allossigeno, i carboidrati sono scomposti sia per via
aerobica e quindi utilizzando ossigeno, sia per via anaerobica cio senza ossigeno. Il
metabolismo aerobico non fornisce energia con la stessa rapidit di quello anaerobico.
Dunque i grassi non sono una fonte immediata di energia come il glicogeno o il glucosio.
Ossigeno
Un uomo di 80 chili, con poco allenamento consuma, a riposo, quasi un litro di ossigeno
ogni 3 minuti; durante un attivit sportiva la sua necessit di ossigeno aumenta di pi di
dieci volte. Lo stesso uomo, allenato, ha invece bisogno di venti volte la quantit di
ossigeno in unattivit sportiva intensa. Laria assorbita dai polmoni viene trasferita ai
tessuti dal cuore e dal sistema circolatorio; se il cuore non pompa con il ritmo e la forza
sufficiente, si pu aumentare il ritmo della respirazione a dismisura ma non si riuscir a
sostenere lattivit sportiva.
Il cuore per far fronte alle richieste dei muscoli in attivit, aumenta la frequenza delle
contrazioni in maniera diretta con laumento delladrenalina presente nel sangue e di
conseguenza aumentando il livello del sangue pompato ad ogni battito. Il cuore di una
persona allenata ha un volume maggiore di una persona non allenata; di conseguenza la
potenza della pompata maggiore, un cuore allenato pompa pi sangue con minor
numero di battiti, ecco perch gli sportivi sono bradicardici.
La stessa attivit sportiva, praticata ad alta quota, pu provocare seri problemi, soprattutto
in mancanza di allenamento; la ridotta densit dellaria si traduce in un minore contenuto
di ossigeno e questo rappresenta un problema per lorganismo.
Glucosio un carboidrato importante perch usato come fonte di energia dagli animali e dalle piante. E il
principale prodotto della fotosintesi ed il combustibile della respirazione. Attraverso una serie di reazioni
catalizzate da enzimi, viene ossidato fino a formare biossido di carbonio e acqua; lenergia prodotta da
questa reazione viene usata per produrre molecole di ATP
Allinterno della cellula, lossigeno viene bruciato, assieme ai carboidrati, per produrre
energia. Le cellule dei tessuti muscolari, che compiono maggior quantit di lavoro,
necessitano ovviamente di pi ossigeno e lesercizio fisico ne aumenta la richiesta. La
causa principale del mal di montagna proprio la carenza di ossigeno.
Messner nel 1978 raggiunse gli 8848 metri dellEverest senza laiuto dellossigeno
supplementare compiendo unimpresa ritenuta fino ad allora impossibile. Laffermarsi
dellalpinismo come sport, e la sperimentazione medica fecero conoscere meglio gli effetti
del mal di montagna e soprattutto si scopr che lacclimatazione ad unaltitudine
intermedia poteva ridurre di molto, se non annullare, gli effetti della rarefazione dellaria.
Il 29 maggio 1953, quando Edmund Hillary scal per la prima volta lEverest, si pensava
che senza ossigeno non sarebbe mai stato possibile anche se un fisiologo aggregato alla
spedizione aveva sostenuto che solo uomini eccezionali avrebbero potuto compiere
limpresa senza ossigeno e a conferma di ci alcuni alpinisti preparatissimi avevano gi
perso la vita in tragici incidenti causati da spossatezza provocata dalla mancanza di
ossigeno.
Lallenamento aerobico aumenta la capacit di resistenza di tutto lorganismo alla fatica; ci
siamo allenati per anni a sopportare la fatica con la corsa in tutte le sue espressioni, in
pianura, su terreno sconnesso, in montagna, sotto la pioggia e la neve. A volte siamo
partiti da casa alle quattro del mattino per raggiungere montagne di altezza superiore ai
3500 metri e tornavamo a casa alle 5 del pomeriggio. Pu sembrare poco faticoso, ma si
deve considerare che la quota della mia citt di cento metri sul livello del mare e per
raggiungere la montagna impiegavamo in media due ore; per cui alla fine della giornata
avevamo immagazzinato 4 ore di auto, 7000 metri di dislivello tra salita e discesa e il tutto
sostenuto da un frutto e un panino con il prosciutto. Questo allenamento ci ha consentito di
acquisire la capacit di correre in montagna, a 56 anni, senza subire traumi muscolari o ai
legamenti o avere dei danni ai polmoni.
In situazioni di emergenza un individuo con un tale allenamento resiste sicuramente
meglio e di pi di una persona normale e non allenata.
Ho sempre pensato che la Paura sia una sensazione improvvisa e sconvolgente, che
blocca i movimenti e la respirazione e che in definitiva sia fastidiosa da gestire e da
controllare.
Ora so invece che la paura utile perch mi prepara ad affrontare la situazione con la
giusta carica di adrenalina.
Concentratevi sul plesso solare per alcuni minuti controllando la respirazione e inviate
verso le estremit di gambe, braccia e faccia il calore che sentite dentro: vi rilasser molto.
E fondamentale, in una situazione di emergenza, conoscere le proprie capacit e le
attrezzature di cui si dispone.
Gran parte della tecnica della sopravvivenza basata sullutilizzo delle risorse che si
trovano in natura, pertanto, durante le esercitazioni, bisogna necessariamente evitare di
creare danni ai boschi e alla fauna; e alcune pratiche per il procacciamento di cibo sono
proibite.
La
conoscenza
dei
modelli
di
reazione
psicologica
pressioni
anomale
necessaria per sviluppare le dovute risposte. E essere in grado di individuare tali segnali
di avvertimento una condizione per agire in modo razionale dove altri sono
sconclusionati e inconcludenti.
La paura la risposta naturale ad una situazione minacciosa ed il modo con cui il nostro
corpo si prepara alla difesa; la preparazione individuale permette di gestire la paura e ci
evita comportamenti irrazionali; ecco perch non serve negare la paura, ma bisogna
comunicarla agli eventuali componenti del gruppo poich la gestione congiunta consente
di badare ai pi deboli e di adottare strategie di difesa di tutto il gruppo.
Alcune reazioni alla situazione di paura sono il congelamento della minaccia, in modo da
non percepire la situazione come grave; oppure si diventa iperattivi il che significa che il
coinvolgimento talmente forte che il cervello non funziona in modo razionale; oppure ci
si comporta come se non stesse accadendo nulla, si va avanti ignorando tutto.
Oltre alla paura, altri sentimenti negativi per sopportare una lunga situazione di
sopravvivenza sono la noia e la solitudine; e una e laltra sono legate. Mi capitato spesso
di sorprendermi a canticchiare pi per sentire una voce che per il piacere del canto;
oppure mi sorprendo alcune volte a parlare con un interlocutore inesistente e la cosa
ridicola e che gli rispondo come se davvero ci fosse un dialogo.
Questo un valido modo, se praticato in modo conscio, per superare i momenti di
solitudine e per non farsi prendere dalla noia.
Altrimenti bisogna trovarsi qualcosa da fare; se non lo avete fatto, fate un programma
delle cose da fare e cercate di rispettarlo anche nei particolari insignificanti.
Risistemare la tenda, preparare trappole, fare manutenzione ai materiali e se la stanchezza
ve lo permette, fate ginnastica e mantenete alte le condizioni fisiche.
In quasi tutte le condizioni di sopravvivenza, militari o civili, bisogna muoversi per
arrivare in un luogo sicuro o per mettersi in salvo.
E probabile che siate costretti a camminare per molti giorni e in condizioni difficili con
inevitabile sofferenza.
Alcuni di voi potrebbero in questo caso essere costretti a fatiche prima sconosciute, se
avete la responsabilit del gruppo necessario tenere un ritmo costante e costringere tutti
a mantenere il ritmo sul passo del pi debole. Se avete un gruppo numeroso, superiore a
10, conviene dividere in piccoli gruppi.
Provate a pensare positivo a causa di ovunque, anche nel contesto di una forte stanchezza.
Offrite un aiuto ai compagni, e ricordate che la comunicazione molto importante in un
gruppo. Non permettere a nessuno di essere "gruppo" al di fuori.
KIT di emergenza
Coltellino
Bussola
Ago e filo
Compresse energetiche
Seghetto tascabile
Sapone
insetticida
Borraccia
Sacchetto di plastica
Thermos
batteria
Orologio analogico
Posate
Stringhe di riserva
Costruire utensili
Con piccole forcelle di legno di ginepro possibile costruire una forchetta a due rebbi
oppure un cucchiaio disegnandone la forma su un mezzo tronchetto e poi sgrossando il
legno in eccesso con il coltello.
E anche possibile con il coltello assottigliare due bastoncini da usare per prendere pezzi di
cibo come al ristorante giapponese.
Con corteccia di betulla o di ciliegio possiamo costruirci delle scodelle per contenere il
cibo.
Incidete il tronco e staccate con delicatezza un rettangolo di corteccia di 15 cm di altezza
poi avvolgetelo ad imbuto e chiudete i due bordi con un bastoncino alla cui estremit
avrete praticato un taglio di 5 cm in verticale e usatelo come una pinzetta.
Con pezzi di pelle o cuoio o abiti rovinati si possono costruire dei calzari di emergenza.
Appoggiate il piede su un quadrato di materiale di 60 cm di lato e ripiegate i lembi
legandoli intorno alla caviglia con dei cordini. Potrete camminarci e riparare il piede dal
freddo.
Per proteggere la piante del piede si possono utilizzare pezzi di copertone dauto sagomati
appoggiandoci il piede gi fasciato e segnando la sagoma che poi sar tagliata di misura.
Si praticheranno dei fori in cui far passare i cordini per legarlo alla caviglia.
Se non avete calzini potete utilizzare dellerba o fasciare il piede con fazzoletti o altro
tessuto prima di unire i lembi; il fieno tiene molto caldo.
Si possono costruire aghi per cucire utilizzando frammenti di ossa, fili elettrici di grosso
calibro
In alternativa agli si possono usare le racchette da neve, per la cui costruzione dovete
procurarvi 5 stecche di abete fresco lunghe 60/80 cm.
La parte pi stretta di doghe non dovrebbe essere pi spessa di una matita.
Scortecciate le bacchette e unitele in punta legandole con un cordino; in coda le unirete con
un traverso di almeno 20 cm di lunghezza.
Al centro userete altri due traversi legandoli alle bacchette in parallelo tra loro due in
modo che la prima stia sotto le dita del piede e la seconda sotto il tallone.
Con gli sci e i bastoncini con pali lunghi due metri e mezzo e due traversi da 60 cm.
Per la copertura si useranno giacche di panno abbottonate sopra.
Non dato per scontato che tutti abbiamo a disposizione i cordini che servono per tutte le
attivit necessarie in una situazione di emergenza; e del resto nessuno di noi porta
sempre con se una ventina di metri di cordino perch non si sa mai.
Pertanto utile sapere che in natura vi sono fibre, radici, filamenti di corteccia che possono
fare al caso nostro.
Per migliaia di anni la parte interna della corteccia del tiglio stata utilizzata per
intrecciare delle corde poich le sue fibre sono resistenti e sono utilizzabili senza alcuna
noiosa preparazione.
Anche la corteccia di quasi tutte le specie di salice pu esserci utile.
La radice di betulla e di abete rosso molto facile da intrecciare cos pure per le radici di
erica e mirtillo.
Una radice sottile di betulla e abete rosso pu essere anche una buona
lenza per la pesca.
resistente.
Dopo la raccolta, togliete le foglie e mettete a bagno i gambi per un giorno, schiacciate i
gambi con una pietra; appendete la massa di fibre ad asciugare. pettinate con un pettine
a denti larghi o se non lo avete, con un pezzo di legno con chiodi piantati in verticale ad 1
cm di distanza; con questo lavoro si otterr una serie di filamenti che dovranno essere
intrecciati per ottenere cordini.
Si possono anche usare filamenti di radici di piante reperite in zone umide; in ogni caso
betulla e abete sono di facile reperimento ed hanno radici affioranti.
Una volta recuperati i filamenti, se non si usano subito, vanno tenuti in ammollo; in caso
di uso futuro, potete avvolgerli in matasse e risposti al buio. Per utilizzarli da secco
mettete le matasse in acqua finch non sono di nuovo flessibili.
Nel kit dovete sempre avere pastiglie per potabilizzare lacqua o una fiala con amuchina
che con una goccia vi permette di avere un litro dacqua priva di germi e batteri.
Lacqua fondamentale per l'uomo, il bisogno dacqua deve essere costantemente
soddisfatto; pi delle sostanze nutritive.
Un adulto ha bisogno di norma circa 2,5 litri di liquidi al giorno, inoltre il calore, il lavoro
o il camminare per molto tempo sotto il sole fanno aumentare notevolmente il bisogno
dacqua al punto che potrebbe essere compromesso lo stato di salute generale e in
situazioni di sopravvivenza questo non deve avvenire.
La maggior parte dei laghi e torrenti, soprattutto in zone montane e lontane da citt hanno
acque potabili o potabilizzabili con piccoli accorgimenti.
Il metodo che utilizziamo noi per attingere acqua in pozze o corsi dacqua non
visibilmente inquinati di controllare cha a monte per una distanza di almeno 600 metri
non vi siano insediamenti umani, attivit agricole o industriali. Ci garantisce la potabilit
dellacqua; non prendiamo neppure in considerazione lipotesi che larea sia inquinata per
altre ragioni e sta a noi controllare che la pozza non sia una discarica o che non vi siano
scarichi chimici o che non vi sia un abituale scarico di rifiuti. Se ci fosse, non bevete
quellacqua.
Seguendo una traccia di animali si pu arrivare allacqua e magari dopo approfittare per
posizionare una trappola o aspettare la sera per studiare il modo di catturare una preda.
I formicai sono spesso situati in prossimit di fonti, o sorgenti.
Quando si raccoglie la neve per fonderla bisogna da tenere a mente che lo strato
superficiale contiene residui di tutto ci che viene trasportato dal vento. Quindi scavate e
raccogliete la neve in profondit.
il nostro coltello
Quello che serve nella sopravvivenza
luglio 2011
IL COLTELLO
Esistono molti tipi di coltello, nati da specifiche richieste e testati in ogni situazione il
primo strumento utilizzato dalluomo per la sopravvivenza: per cacciare, per tagliare, per la
guerra.
Esistono coltelli utilizzati da reparti speciali nelle situazioni pi estreme e coltelli nati da
situazioni sicuramente meno impegnative, ma ugualmente sperimentati. Sta a noi decidere
quale strumento comprare per luso
che ne possiamo o dobbiamo fare.
Personalmente
dopo
30
anni
di
un
Leatherman,
resistente
dotato
funzionale,
di
lama,
Per luso pi impegnativo, sempre nello zaino, porto un machete brasiliano, lama di 30 cm,
manico in gomma dura che io ho coperto con un cordino di canapa antiscivolo e utile anche
come lenza per la pesca, per preparare trappole e per altri utilizzi in sopravvivenza.
Il fodero in cuoio mi permette di legarlo alla cintura. Lo uso per tagliare o abbattere piccoli
alberi per il fuoco o per costruirmi il letto, il riparo, una lancia e cose varie.
I coltelli possono essere distinti per la lama fissa o la lama retrattile o pieghevole. Ormai tutti
i coltelli professionali hanno un sistema di sicura che blocca la lama quando aperta per
evitare che nello sforzo si richiuda sulle dita.
A coltello "aperto" la lama fissata da un sistema di bloccaggio ed in posizione di utilizzo;
a coltello "chiuso" la lama scompare tra le due guancette del manico ed in posizione di
riposo.
Il coltello a lama fissa ha la caratteristica di avere la lama aperta in modo permanente,
oppure costruita in un solo pezzo, lama e manico e questo pu essere coperto da plastica,
legno, o altro materiale. Si chiama GUARDIA la rifinitura, di solito in ottone, posta tra il
manico e la lama e che in alcuni coltelli apribili, come gli Opinel, pu essere utilizzata come
sicura blocca lama.
Exagon
Defender
Folgore
Col Moschin
FODERI
CUOIO
E' il materiale pi tradizionale e si trova nelle due classiche colorazioni, nero e marrone, da
abbinare a seconda del colore del manico.
NYLON:
E' il materiale sintetico che si si pone come ottima alternativa al cuoio soprattutto per la sua
praticit.
CORDURA:
E' una fibra di nylon molto resistente, che ben si adatta a questo tipo di utilizzo.
ZYTEL:
E' un materiale costituito da nylon e da fibra di vetro; molto resistente e allo stesso tempo
leggero.
KYDEX:
E' l'ultima innovazione in fatto di foderi essendo un materiale termoplastico estremamente
resistente; la sua rigidit permette una perfetta aderenza del coltello alle pareti del fodero e
quindi offre una buona protezione dagli urti.
SISTEMI DI BLOCCAGGIO
Quando si desidera utilizzare il proprio coltello tascabile, si deve portare la lama nella
posizione di apertura fino a che si sente un scatto, che ci segnala che entrato in funzione il
meccanismo di bloccaggio, in tal modo si pu utilizzare il coltello senza il timore che la lama
si possa inavvertitamente richiudere e ferirci; quando si vuole richiudere il coltello, bisogna
innanzitutto sbloccarlo, per poi riportare la lama nella sua posizione di riposo tra le due
guancette. Vi sono vari tipi di sistemi di bloccaggio e vi riportiamo di seguito i pi comuni.
BACK LOCK
il pi tradizionale dei sistemi di bloccaggio ed posizionato sulla parte inferiore del
manico, dalla parte opposta rispetto alla lama; per sbloccare il coltello bisogna spingere con
il pollice verso l'interno e accompagnare la lama all'interno tra le due guancette.
FRONT LOCK:
insieme al precedente il sistema pi tradizionale; posizionato nella parte superiore del
manico e per sbloccare il coltello bisogna spingere con il pollice verso l'interno e
accompagnare la lama.
LINER LOCK
un sistema ormai molto diffuso per la sua facilit e sicurezza dovendo semplicemente
spingere con il pollice lateralmente; con questo sistema si introduce la chiusura del coltello
con una mano sola.
MANICI
Da sempre il manico parte integrante del coltello e lo caratterizza non solo da un punto di
vista estetico, ma soprattutto dal punto di vista dell'ergonomicit. La tradizione lo vuole di
materiale naturale, come il legno o il corno animale; poi ci sono i manici in plastica, gomma,
alluminio, acciaio. Ma oggigiorno materiali sintetici di alta qualit si sono accostati a quelli di
sempre, rendendo pi varia la scelta. Eccovi i pi innovativi
MICARTA:
Composto di lino o di carta con una resina, dotato di peso leggero, durabilit e buon aspetto
visivo.
FIBRA DI CARBONIO:
Composto di fibra di grafite con una resina, dotato di leggerezza e di alta resistenza.
ZYTEL:
Composto di fibra di vetro con plastica.
KRATON:
Polimero di gomma termoplastico, ottimo per la sua presa.
G10:
Composto di fibra di vetro, dotato di ottima resistenza alle temperature estreme.
TITANIO:
Metallo non ferroso, dotato di elevata capacit di tensione, resistenza alla corrosione e
leggerezza.
LAMA
La lama ovviamente la parte pi importante del coltello e si differenzia per l'acciaio usato,
per la forma e per l'affilatura. Si sempre alla ricerca di acciai nuovi e di linee pi innovative.
L'acciaio una LEGA di ferro, carbonio ed altri componenti.
Stainless Steel indica genericamente un acciaio appartenente alla famiglia degli acciai
resistenti alla corrosione, questi materiali non sono completamente resistenti alla corrosione
e alla ruggine, ma lo sono in proporzione al contenuto di CROMO: infatti il tenore di
questo componente che rende l'acciaio inossidabile.
Ogni altro componente della lega con le sue caratteristiche, sia negative che positive,
conferisce all'acciaio una determinata propriet. Le varie leghe Fe-C o, se preferite, i vari
acciai, si differenziano gli uni dagli altri dalla percentuale dei vari componenti in essi
contenuta. Ecco alcune caratteristiche dei metalli che si legano agli acciai.
Nello scegliere l'acciaio appropriato per un coltello, durante la fase di progettazione, bisogna
prestare particolare attenzione a quali caratteristiche si vogliono attribuire alla lama, ovvero alla
sua specifica destinazione d'uso, essendo consapevoli, talvolta, di dover fare dei compromessi;
mentre. una presenza elevata di carbonio allunga la durata del filo della lama, allo stesso tempo
rende pi difficile l'affilatura; l'acciaio ATS-34 di gran successo per le sue ottime prestazioni, ha
una bassa percentuale di nickel e quindi pu arrugginire se non tenuto perfettamente pulito e
periodicamente oliato.
Consigli di manutenzione
La durata di una lama varia in base materiale con il quale costruito; un coltello al carbonio d
olta affidabilit, ma meno resistente alla corrosione e alle alte temperature, ma anche molto
elastico, per cui lo si pu usare quasi come un chiodo da arrampicata; cos dicasi per gli altri acciai.
La differenza ovviamente fatta dalla cura e dalla manutenzione che prestiamo allattrezzo, oltre
naturalmente alluso intenso che ne facciamo.
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Personalmente ho sempre tenute pulite le lame dopo il lavoro usando detergenti per acciai; prima
lavo la lama sotto lacqua corrente; poi uso il detergente. Infine, una volta asciugata, la cospargo
con olio per armi e dopo la ripongo nel suo fodero.
Ogni volta che devo usarla, la affilo con molta delicatezza su una mola a grana fine, facendo molta
attenzione a non sbagliare linclinazione.
Come ho gi detto, uso regolarmente lo stesso pugnale da 30 anni.
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ACQUA
FONTE DI VITA
PREFAZIONE
AMAN IMAN dicono i Tuareg del Sahara, ovvero lacqua vita.
Nei Paesi civilizzati diamo per scontata la sua presenza, ma sbagliando: una
risorsa finita, distribuita in modo disuguale nel tempo e nello spazio.
Lacqua ha conosciuto un passato di norme che ne ribadivano la sacralit e ne
imponevano il rispetto.
Oggi questo rapporto stato scardinato.
La superficie del nostro pianeta coperta per il 71% dallacqua, la maggior
parte di essa (pi del 97%) quella salata dei mari e degli oceani:; la restante
parte, il 3%, quella dolce, di cui met contenuta nei ghiacciai, a disposizione
solo l1% in falde, fiumi e torrenti, da utilizzare per bere, lavarsi e per le attivit
umane.
Il Sud del mondo non ha da bere. Il Nord spreca.
I paesi ricchi consumano circa l80% delle risorse idriche mondiali.
In Italia il 33% dellacqua che passa nella rete idrica si disperde a causa dei tubi
colabrodo, si aggiungano le irrigazioni intensive (cereali e cotone); pro capite
in casa abbiamo una media di 250 lt di acqua al giorno; siamo il paese, dopo gli
USA, con il pi alto consumo dacqua in agricoltura rispetto alla produzione.
Nel mondo, negli Stati Uniti sono 425 i litri disponibili al giorno per persona,
in Francia pro capite si rilevano 150 lt, ma in Madagascar si scende a 10 lt.
La media mondiale a persona stata fissata in mc 1700 allanno.
Lassenza o la cattiva qualit dellacqua in Africa e in Asia portano alla morte
ogni anno 3 milioni di esseri umani per dissenteria, 1,5 milioni per malaria; 1
persona su 5 non ha acqua potabile; 15 milioni di bambini sono vittime
annualmente delle malattie che lacqua infetta trasmette; ogni 8 secondi muore
un bambino di sete; entro il 2100 le acque di superficie saranno consumate;
tutta lacqua della terra disponibile nel ciclo dellacqua sar interamente
esaurita entro il 2230.
E scarsa, preziosa Ecco perch tanti dei conflitti in atto nel mondo, al
momento sono pi di 50, partono dallacqua: non sete di potere, ma sete e basta.
AMAN IMAN, LACQUA E LA VITA, LACQUA E LANIMA,
LACQUA FA VIVERE E TUTTO DIPENDE DELLACQUA
L'acqua va quindi assunta ogni giorno, con dosi che variano da individuo a
individuo, dalla stagione, dall'attivit fisica svolta e dal tipo di alimentazione. In
media comunque si consigliano due litri di liquidi al giorno, sotto forma di varie
bevande, ad esclusione dell'alcool che anzi richiede un'ulteriore quantit di
acqua per essere metabolizzato.
Oltre che in liquidi come latte, t, caff e succhi di frutta l'acqua contenuta
anche in numerosi alimenti, primi tra tutti la frutta e la verdura, il pane, la pasta
e la carne che ne assumono anche in cottura.
Lintroduzione dellacqua nel nostro organismo indispensabile per la vita,
infatti il digiuno idrico non pu essere protratto per oltre due giorni. Il corpo
umano fatto per la maggior parte di acqua (90% il neonato, 65% lanziano).
Lacqua, come le vitamine e i minerali, considerata un costituente non
energetico dellalimentazione, in quanto non apporta calorie.
Ha importanza fondamentale in tutte le reazioni chimiche che si svolgono
allinterno del nostro organismo.
Tra laltro permette la diffusione dellossigeno dellanidride carbonica;
importante nella distribuzione uniforme del calore e nella sua eliminazione
attraverso levaporazione; permette il movimento delle sostanze vitali attraverso
il corpo; serve da cuscinetto protettivo per il cervello e il midollo spinale.
Il nostro corpo non pu sopportare, senza gravi disturbi, perdite di acqua
superiori al 10%.
REGOLE GENERALI
Prima di parlare delle cose che si possono fare per trovare lacqua vorrei
soffermarmi su quello che invece non bisogna MAI bere, anche se ci si trova in
Uomini
Le piste nella sabbia o i sentieri, spesso portano a pozzi o oasi; ricordate di
non inquinare una pozza limpida e di lasciarla in modo che anche chi venga
dopo possa usufruirne.
SCAVA SCAVA
Scavando in determinati luoghi (letti di fiumi secchi, laghi in secca, valli,
terreni umidi, aree verdeggianti...) si potrebbe riuscire a far accumulare
dell'acqua all'interno di buche oppure riuscire a far concentrare piccoli rivoli
d'acqua; in questi casi occorre comunque bollire o purificare l'acqua.
Ci sono alcune piante che amano l'acqua come salici, sambuchi, canneti,
ninfee. Si pu tentare uno scavo nelle loro vicinanze per trovare dell'acqua.
Nelle zone erbose pi verdi e brillanti dove gli steli sono alti e carnosi, si
pu tentare uno scavo sicuramente il terreno umido e c' la possibilit di
trovare acqua. L'acqua dolce spesso si pu trovare dietro le dune di sabbia
lungo il mare.
L'ACQUA NELLA FLORA
Si pu ottenere acqua da molti vegetali, frutti, legumi, e piante.
Ad esempio cocco, anguria contengono moltissima acqua, ma anche i frutti
delle piante commestibili contengono una buona percentuale di acqua
(limone, mango, avocado, ananas, kiwi, arance, e cos via...).
Alcune piante immagazzinano sia internamente, sia esternamente l'acqua (la
cima di un cactus pu essere pulita e spremuta).
Le canne di bamb verdi se piegate possono fornire acqua.
In Nord America e in Canada, meno qui in Europa, vi sempre stata
l'antichissima usanza di preparare "sciroppi" ottenuti dalla linfa degli alberi.
Famossisimi gli Scoiroppi d'Acero, meno comuni quelli di Betulla.
Queste due famiglie di alberi, Aceri e Betulle, possono tranquillamente
fornire sciroppo, ma anche linfa, subito potabile, senza essere bollita, con
una semplice tecnica:
formate con un coltello una "V" ad almeno 80 cm da terra, avente le due
"linee principali" lunghe almeno 10 cm e larghe 2. Ponete nell'esatto punto
in cui le linee si incrociano (la base) una met di bamboo oppure un pezzo di
legno piatto, l'importante che sia un materiale pulito, dove far scorrere
lentamente la linfa, sino ad un contenitore.
IL SACCO TRASPIRANTE:
Mettete un sacco di plastica intorno a un ramo di albero verde (vedi foto),
sigillate e appendete un sasso o un legno alla base per far defluire l'acqua,
ottenuta tramite condensa, verso il basso. Montate il sacco traspirante la
CONSIGLI UTILI
Dove bevono gli animali, l'acqua sicuramente innocua anche se non c'
la sicurezza che sia potabile.
Masticando un filo d'erba o succhiando un sassolino umido si pu
alleviare il senso di sete per un po' di tempo.
Se non avete almeno un litro di acqua al giorno in un clima caldo non
mangiate, questo serve per risparmiare le riserve d'acqua del corpo.
In mare aperto la disidratazione del corpo avviene pi velocemente (le
cause sono: vento, salsedine e raggi solari che riflettono sul mare).
Oltre alla fatica, al clima arido, umido, torrido o ventoso anche lo stress e
la paura contribuiscono a fare sudare molto e quindi a disidratare il corpo.
Per limitare il consumo di acqua nelle zone torride e umide marciare nelle
ore meno calde (alba, tramonto, notte) e a ritmo regolare.
LA DISIDRATAZIONE
La quantit di acqua presente nell'organismo umano raggiunge valori molto
elevati, nell'ordine del 50-80% del peso corporeo; questi due estremi
riguardano, rispettivamente, gli anziani ed i bambini, mentre nell'adulto si
attestano intorno al 60% (maggiori negli uomini e negli atleti, minori delle
donne e nelle persone obese). L'acqua, dunque, il costituente pi rilevante del
nostro corpo ed risaputo che senza un suo apporto dall'esterno si pu
sopravvivere soltanto per pochi giorni.
Si definisce DISIDRATAZIONE la carenza di acqua nell'organismo, che pu
essere causata da un'insufficiente apporto con la dieta e/o da perdite eccessive
(sudorazione e diarrea profusa, vomito ripetuto, ustioni, piaghe da decubito,
polipnea, assunzione di diuretici, lassativi o acqua particolarmente povera di
sali, dieta iperproteica, diabete mellito, diabete insipido, massiccio consumo di
sale). La disidratazione diventa morbosa quando la perdita supera il 5-6% del
peso corporeo. In condizioni fisiologiche basali (di riposo) e a temperatura
ambiente (18-20). le perdite di acqua sono inferiori ad 1 ml/min. Con l'attivit
fisica e l'aumento della temperatura esterna queste perdite, dovute soprattutto
alla sudorazione, possono arrivare a 15-25 ml/min.
Sebbene l'organismo sia capace di limitare - anche considerevolmente - le
perdite idriche, non dobbiamo mai dimenticare l'importanza dell'acqua
nell'alimentazione umana. Non sono rare le persone che abbinano ad una ridotta
assunzione di liquidi, una dieta povera di vegetali (costituiti per circa il 90% di
acqua) e ricca di bevande disidratanti (caff, alcolici, cola ecc.), con inevitabile
sofferenza dell'intero organismo.
L'acqua corporea presente in tre diversi compartimenti:
intracellulare: rappresenta il 40-50% del peso corporeo ed
importantissima per il normale svolgimento dei processi metabolici delle
cellule;
intravascolare: rappresenta il 7% del peso corporeo ed la principale
componente del plasma sanguigno;
extracellulare: costituisce il 17-20% del peso corporeo, si trova negli
spazi tra una cellula e l'altra e permette lo scambio di sostanze tra il
sangue dei capillari e le cellule.
Tipi di disidratazione
Disidratazione Ipertonica: si caratterizza per l'aumento dei livelli
plasmatici di sodio (> 145 mmol/L) e iperosmolarit; la conseguenza
tipica di una profusa sudorazione e del conseguente calo del volume
plasmatico (perdita di acqua in eccesso sul sodio, perch il sudore
ipotonico, come vedremo meglio pi avanti).
Disidratazione Isotonica: solitamente consegue al vomito o alla diarrea
(perdita di acqua ed elettroliti, in particolare di sodio, in proporzioni
equilibrate).
Disidratazione Ipotonica: calano i livelli plasmatici di sodio (iponatremia)
e si riduce l'osmolarit ; la tipica conseguenza dell'abuso di diuretici o di
una reidratazione con acque povere di sodio (attenzione, l'abbiamo detto
pi volte... d'estate associare diete iposodiche con acque a basso residuo
fisso pu essere pericoloso: il sale non un nemico assoluto, d'accordo la
moderazione ma non la maniacale astinenza). Non un caso, quindi, che
molte persone riferiscano di avere ancora sete nonostante bevano molta
acqua povera di sali.
Sintomi della disidratazione:
La disidratazione pericolosa per svariati motivi; innanzitutto in un corpo
disidratato il meccanismo della sudorazione viene bloccato, in modo da
risparmiare la poca acqua rimasta nell'organismo. La mancata secrezione di
sudore causa un notevole surriscaldamento organico, con ripercussioni negative
sul centro termoregolatorio ipotalamico (vedi colpo di calore).
Inoltre, in un organismo disidratato si riduce la volemia, per cui il sangue
circola meno bene nei vasi, il cuore si affatica e pu insorgere, nei casi estremi,
il collasso cardiocircolatorio.
Alcuni, possibili, sintomi della disidratazione:
Sete (non sempre presente, specie nell'anziano, e molto spesso non
proporzionata al grado di disidratazione); crampi muscolari; debolezza
generale; calo del peso corporeo; diminuzione della diuresi, con urine di colore
particolarmente scuro (tipica disidratazione ipertonica); secchezza delle labbra,
della pelle e delle mucose; aumento della temperatura corporea; infossamento
dei bulbi oculari; aumentata frequenza cardiaca; compromissione del sensorio;
mancanza di lacrime nel pianto e freddezza delle estremit.
Percentuale di peso corporeo perso per disidratazione Implicazioni fisiologiche
Quante volte ci siamo incantati di fronte allo scoppiettio di un caldo fuoco, ad osservare il suo splendore
mentre crea innumerevoli forme. In compagnia di amici, in una sera destate, o dinverno di fronte al
camino con la famiglia, si percepisce la sensazione che il calore di un fuoco condiviso con qualcuno ci
unisca facendoci sentire un gruppo. Come se qualche forza ancestrale dentro di noi rievocasse un rito
presente sin dalla scoperta della sua accensione. Elemento unificante, il fuoco ha la forza di tenere
insieme le persone, di farle parlare e di farle condividere le proprie esperienze.
Luomo, nel corso dei secoli, ha trovato il modo di utilizzarlo per le proprie necessit. In primis stato
utilizzato nella cottura dei cibi, per scaldare e illuminare; ma il fuoco riserva anche altri utilizzi come la
costruzione di armi o come arma stessa, per scavare un tronco o per dividerlo in due, per riti religiosi o
ludici, mentre il fumo utile per stanare animali dalle tane o come segnalazione, ecc.
Gli uomini primitivi sfruttarono inizialmente fuochi accesi da cause naturali come eruzioni vulcaniche o
fulmini; soltanto pi recentemente essi impararono ad accenderlo da soli. Si crede che la scoperta del suo
controllo risalga a circa 790.000 anni fa. Mentre abbiamo delle testimonianze archeologiche riguardanti
un
focolare primitivo, in un sito del Sudafrica, che risale ad 1 milione di anni fa.
Il controllo del fuoco prevede tre tappe: conservazione del fuoco, trasporto del fuoco, produzione del
fuoco. Si suppone che il passaggio da una tappa all'altra abbia richiesto alcune decine di migliaia di anni.
L'esperienza diretta della conservazione, trasporto e produzione del fuoco permette di comprendere come
questi importanti progressi dell'umanit siano avvenuti pi per intuizione che per casualit. incredibile
che ci siano voluti migliaia di anni per arrivare a creare (estrarre) dagli elementi naturali il fuoco. Ma solo
chi si mai cementato nel provare a sfregare due legni insieme per produrre la brace necessaria, pu
realmente capire che non basta limpegno ma occorre anche unottima organizzazione e una buona
conoscenza della tecnica.
La possibilit di accendere un fuoco dipende essenzialmente da tre fattori: la capacit di reperire il
materiale adatto, labilit di far scaturire la fiamma e quella di usarla per accendere il fuoco. La
combustione di solito definita mediante il triangolo del fuoco: COMBUSTIBILE + COMBURENTE
(Ossigeno) + SORGENTE DI CALORE (scintilla o brace), elementi distribuiti secondo un tempo necessario
a raggiungere lo scopo. E dal giusto equilibrio di queste tre cose che possiamo ottenere una prima
fiamma che ci consentir di scaldarci per tutta la notte.
IL LUOGO
E opportuno valutare il luogo dove fare il nostro fuoco. E necessario individuare, inoltre, se ci sono
eventuali pericoli per la vegetazione e per noi stessi, evitando assolutamente di creare incendi.
La prima cosa da osservare la vegetazione circostante, che potrebbe prender fuoco al contatto
contizzoni ardenti, soprattutto destate. Bisogna stare attenti ai rami bassi e a non dimenticate che la
torba ( terriccio che ricopre il sottobosco) bruci. Conviene trovare un luogo pianeggiante e pulire il
terreno dall'erba e dalle radici fino a trovare terra compatta; possibile cos preparare un focolare
adeguato disponendo opportunamente le pietre e circoscrivendo il focolare. Le grosse rocce potrebbero
esplodere abbastanza violentemente, specialmente se sono di natura porosa e umida. Si possono tagliare
le zolle di erba e terra, asportarle e conservarle da parte. Quando ce ne andiamo le rimettiamo al loro
posto e non lasciamo tracce del fuoco. Tali accorgimenti risultano essere ecologicamente ma soprattutto
tatticamente corretti. Il luogo deve essere riparato dal vento il quale, oltre ad essere pericoloso, ci
render difficile laccensione del fuoco e il suo utilizzo.
Il posto fondamentale in quanto deve essere riparato dalle intemperie e dall'umidit, aspetti che
potrebbe rendere vani i nostri sforzi. Il fuoco non deve essere acceso in un luogo chiuso, a meno che non
si sia provvisti di un apposito tiraggio per il fumo, come un tepee o un classico caminetto. E importante
evitare un luogo che si possa trasformare in un pantano con la pioggia, osservare che al di sopra del
focolare non ci siano rami innevati e prediligere sempre una postazione vicino al nostro rifugio,
possibilmente dove possa essere reperibile del combustibile nelle vicinanze.
MATERIALI DA PROCURARSI
ESCHE:
Per esca si intendono tutti quei materiali infiammabili usati per raccogliere ed espandere la brace o la
scintilla prodotte dalle varie tecniche per laccensione del fuoco.
Fomes fomentarius o il Boletus tynarius (sono due funghi che crescono alla base degli alberi), la
pannocchia della Tifa (Typha latifolia, una pianta palustre), cortecce secche (betulla, ciliegio, cedro, parte
interna della quercia, caprifoglio), nidi di uccello, erba secca, felci secche, acciarino grasso (legno ricavato
da un ceppo di pino morto, ottimo perch molto resinoso), stoffa carbonizzata, cotone imbevuto nella
paraffina, polvere da sparo, salnitro, magnesite, nitrato di potassio ecc.
COMBUSTIBILE:
Il materiale migliore come combustibile ovviamente la legna. Nella vita di un escursionista la scelta del
tipo di legname da bruciare molto importante. Generalizzando possiamo dire che il legno tenero brucia
rapidamente, genera molti tizzoni, produce un modesto quantitativo di brace, ma anche molta luce; il
legno duro, invece, brucia lentamente emanando molto calore, produce unottima brace, ma ha spesso
bisogno di essere accompagnato da legno tenero per bruciare bene. Il legno duro verde brucia
lentamente, produce un calore moderato ed ottimo per fuochi che devono durare tutta la notte. I
fuochi, se di legno duro, generalmente durano a lungo e producono molto calore, mentre quelli fatti con
legno tenero bruciano in fretta e producono molte scintille.
Il legno tenero quello che deriva generalmente da conifere come: abete rosso, pino, ontano, tiglio,
cedro
Per legno duro si intende generalmente quello ricavato da latifoglie come: faggio, quercia, castagno,
melo, biancospino, frassino, agrifoglio, acacia, carpine.
Nella scelta del legno verde preferibile prediligere dei legni duri: frassino, betulla, acero, quercia,
faggio.
In caso di sopravvivenza si possono usare anche escrementi secchi di animali mescolati con erbe e foglie,
carbone, torba asciutta, ossa ricoperte di grasso, stoffe, oli minerali, vegetali o per motori, grassi animali,
petrolio, gomma pneumatici ecc.
PREPARAZIONE
Trovato il luogo e il materiale giusto, utilizzeremo dei rami asciutti o delle pietre per creare un piano
rialzato rispetto al terreno, soprattutto se questo particolarmente umido. Al di sopra di questa superficie
costruiremo una struttura (da prediligere quella a forma di tepee) composta da erba secca al centro e
circondata da piccoli ramoscelli, lasciando unadeguata apertura sopra vento. Lacensione va eseguita con
la schiena al vento. E opportuno aspettare ad inserire lesca perch essa potrebbe inumidirsi, per cui
meglio tenerla al riparo dallacqua in una tasca della camicia.
Preparata la struttura di base dobbiamo procurarci una fonte di calore per accendere la nostra esca,
sceglieremo perci la tecnica migliore in base alle reperibilit dei materiali in quel momento.
ACCESSORI:
La tavoletta deve avere le dimensioni indicative di 30 cm di lunghezza, 4 cm di larghezza e 0,5-1,5 cm di
spessore. Si consiglia di utilizzare un legno duro.
Le dimensioni del trapano sono di circa 70 cm di lunghezza con un diametro che varia da 0,9 cm a 1,3
cm, in base alla scelta del legno utilizzato. Si consiglia di utilizzare un legno morbido.
Altri accessori sono unesca e un pezzo di corteccia asciutta che consentano di trasferire il calore della
brace prodotta sullerba secca.
Si consiglia di utilizzare tale tecnica in coppia: mentre una persona ruota il trapano laltra lo pu
sostenere verticalmente dalla parte superiore con lausilio di una pietra o di un legno incavati.
TECNICA A SEGA
Tale tecnica prevede il movimento a sega di un pezzo di legno su di un altro. Tale movimento, se
sufficientemente energico, produrr la brace necessaria per accendere unesca. I materiali sono di facile
reperibilit e la costruzione degli accessori semplice, ma la tecnica richiede molta perseveranza e si
consiglia di praticarla in coppia.
ACCESSORI:
La sega deve avere le dimensioni indicative di 60-90 cm di lunghezza (dipende se verr utilizzata da una
o due persone), 5-7 cm di larghezza e 2-3 cm di spessore. Si consiglia di utilizzare un legno duro.
La tavoletta deve avere le dimensioni indicative di 80 cm di lunghezza, 6 cm di larghezza e 2-3 cm di
spessore; nella parte centrale deve essere praticato un canale profondo 0,8 cm e largo altrettanto. Si
consiglia di utilizzare un legno morbido.
E necessario disporre di unesca dove appoggiare la brace prodotta.
TECNICA AD ARATRO
Questo sistema simile a quello a sega, con la differenza che prevede lo sfregamento di un legno
(trapano) contro un altro nel senso della sua lunghezza invece che trasversalmente. Tale movimento, se
sufficientemente energico, produrr una brace necessaria per accendere unesca. Tecnica molto difficile
da praticare, se ne consiglia lutilizzo in coppia.
ACCESSORI:
Il trapano deve avere le dimensioni indicative di 45 cm di lunghezza, con un diametro di 1,2-2 cm. Si
consiglia di utilizzare un legno duro.
La tavoletta di base deve avere le dimensioni indicative di 60 cm di lunghezza, 5-7 di larghezza e 2,5 cm
di spessore; nella parte centrale deve essere praticato un canale profondo 0,8 cm e largo altrettanto. Si
consiglia di utilizzare un legno morbido.
E necessario disporre di unesca dove appoggiare la brace prodotta.
TECNICA DELLARCHETTO
E la tecnica di accensione per attrito pi comune; prevede lo sfregamento di un trapano movimentato
tramite un arco su una tavoletta di legno. Tale sistema ha il vantaggio di essere utilizzato in condizioni
umide. Inoltre, la forza esercitata dal movimento dellarchetto sicuramente maggiore rispetto a quella
prodotta dalla tecnica di accensione a mano. Lo svantaggio che necessita di una corda robusta non
sempre reperibile con facilit.
ACCESSORI:
Il trapano, un'asta diritta da usare come punta, deve avere le dimensioni indicative di 20-40 cm di
lunghezza e diametro di 2-2,5 cm. Unestremit deve essere appuntita mentre laltra deve essere
rotondeggiante. Il legno da utilizzare deve essere duro. E importante che il trapano sia ben dritto e che
non presenti nodi o scheggiature che potrebbero danneggiare la corda.
La tavoletta di legno deve avere le dimensioni indicative di 30 cm di lunghezza, 4 cm di larghezza e 0,51,5 cm di spessore. Sulla tavoletta devono essere praticati dei fori vicini allestremit del bordo, poi
devono essere praticati dei tagli a v per circa 3/8 del foro come da fotografia. Si consiglia di utilizzare un
legno morbido ed importante che sia asciutto. Alcuni testi consigliano di utilizzare lo stesso tipo di legno
del trapano.
Accessorio fondamentale un bastone curvo da usare per l'archetto, dello stesso spessore del trapano e
tre volte la sua lunghezza. Il tipo di legno utilizzato non importante, ma indispensabile che sia robusto
e non necessariamente flessibile, meglio se rigido con gi una curvatura.
Una corda resistente e flessibile, o meglio una striscia di pelle ben robusta.
Una pietra o pezzo di legno con un incavatura che servir per sorreggere il trapano.
erba secca da usare come esca (consiglio di utilizzare anche il fungo come passaggio intermedio tra la
brace e lerba secca)
Un pezzetto di pelle per raccogliere le braci
Foglia di alloro o trifoglio oppure cera o grassa. Non indispensabile.
Una corteccia asciutta comunque un contenitore per contenere la paglia.
PROCEDURA:
TECNICHE A PERCUSSIONE
PIETRA FUOCAIA: Per pietra focaia bisogna intendere sia i minerali ricchi di zolfo che le pietre dure
quando vengono usate per accendere il fuoco.
ACCIARINO: Per acciarino si intende quel pezzo d'acciaio che viene usato per accendere il fuoco.
Una cosa importante per queste tecniche lesca, che deve assolutamente essere asciutta. Le migliori
esche sono il cotone idrofilo imbevuto nella paraffina, stoppini impregnati di salnitro, la tifa, fungo Fomes
fomentarius e la stoffa carbonizzata
Si consiglia di utilizzare la marcassite e la selce come pietra dura. La marcassite una forma
microcristallina di pirite che ha il vantaggio di essere pi dura e di non sbriciolarsi durante le percussioni.
queste scintille sopra un'esca ( veniva utilizzata un esca prodotta carbonizzando vecchie stoffe, la
migliore esca in epoca medioevale).
Per produrre le scintille, l'acciarino deve essere temprato, quindi l'acciaio deve essere
relativamente ricco di carbonio. Questo ci insegna che con un utensile metallico temprato se sfregato
su una pietra sufficientemente dura sar sufficiente per produrre le scintille necessarie per innescare un
esca. Quindi un accetta o un coltello potrebbero servire a tale scopo. Attenzione I coltelli in acciaio
inossidabile non vanno bene e nemmeno quelli in lega di acciaio con bassa percentuale di carbonio.
ACCENDINO:
Il metodo pi veloce che conosciamo per accendere un fuoco. Quando andiamo nelle nostre escursioni
conviene sempre portarsene uno dietro, ma importante di non farci troppo affidamento perch a lo
svantaggio di sciuparsi se viene bagnato.
FIAMMIFERI:
Anche i fiammiferi hanno lo svantaggio di rovinarsi al contatto con lacqua. Esistono in commercio dei
fiammiferi impermiabili, che si possono realizzare semplicemente ricoprendo dei fiammiferi normali con
della paraffina calda ottenuta da una candela.
LENTE DINGANDIMENTO:
E un metodo che sfrutta i raggi solari. Usando una lente dingrandimento, di un cannocchiale, di una
macchina fotografica si possono concentrare i raggi solari su un unico punto dove avremo posizionato la
nostra esca secca. Soffiare delicatamente appena comincia a fumare.
POLVERE DA SPARO:
La polvere da sparo pu essere usata come esca, ottima per le tecniche a percussione. Oppure private
una il proiettile dal bossolo, togliere meta della polvere da sparo e inserirci un pezzo di stoffa. Mettere la
pallottola in canna e sparare in terra, la stoffa si incendier.
BATTERIA:
Collegando due cavi elettici ai morsetti della batteria di una macchina (prima togliere la batteria dalla
macchina) e sfregandoli fr loro produrrete delle scintille, oppure si pu mettere fra le estremit dei due
cavi una resistenza metallica avvolta da un esca come fibre di legno asciutte o semplice carta. In
mancanza di cavi elettrici saranno sufficienti due oggetti metallici.
Un altro sistema di utilizzare un semplice batteria da 9v. Si pu produrre una fiamma sfregando i poli
su della lana dacciaio fine avvolta da della carta.
Mettendo sui contatti della batteria di un cellulare un p di lana dacciaio creer un corto circuito che
produrr un scintilla.
ACCENZIONE CHIMICA:
Esistono diverse soluzioni chimiche che generano una fiamma, tali sistemi di accensione sono da ritenersi
pericolosi se non fatte insieme a persone esperte, sconsiglio perci vivamente di provare a metterle in
pratica
PER FRIZIONE:, mantenere allasciutto ed evitare contatti con il metallo, questi elementi chimici se
frizionati fra loro prendono fuoco.
ALCUNI ESEMPI:
Magnesio
Salnitro
Clorato di potassio e zucchero
TIPOLOGIE DI FUOCHI
FUOCO DEGLI INDIANI:
E il tipo di fuoco pi usato dagli escursionisti, lideale per pasti veloci o per accamparsi di notte. Ha la
forma di un tepee crollato, dove al centro bruciano le estremit di molti rami di media grandezza. I legni
vengono avvicinati verso il centro man mano che si consumano. Se avete la necessit di occuparvi di
altre cose sar sufficiente avvicinare i rami gettarvi e sopra della cenere, il fuoco continuer a bruciare
lentamente. Quando riavrete la necessit di maggiore luce e calore baster soffiarci sopra alimentarlo. E
importante capire che se un fuoco non presenta la fiamma non deve essere necessariamente considerato
spento.
FUOCO A STELLA:
Apparentemente non presenta differenza da quello degli indiani, formato da quattro o cinque tronchi
lunghi e robusti che si incontrano al centro, anche questi devono essere avvicinati quando sono
consumati. Data La scelta di tronchi pi grandi questo tipo di fuoco adatto per lunghi accampamenti,
un fuoco molto economico, brucia a lungo e non richiede molta attenzione, permettendoci di svolgere
altre attivit.
FUOCO A TEPEE:
Il fuoco a tepee ha una disposizione che assicura una veloce accensione e lo sviluppo di una fiamma che
garantisce la possibilit di alimentare un fuoco che sarebbe altrimenti pi difficile da accendere. Lesca
viene disposta centralmente e si pu cercare di predisporre altro materiale facilmente combustibile (foglie
secche, aghi di pino, ecc). Si devono poi cercare ramoscelli secchi di vari dimensioni da disporre a
tepee attorno allesca, lasciando un adeguata apertura sopra vento. Utilissimo per iniziare un fuoco pi
FUOCO A PIRAMIDE:
E formato da due tronchi verdi messi paralleli lunghi circa 60 cm e altrettanto distanti fra loro, sopra
devono essere appoggiati perpendicolarmente dei ceppi di minore dimensione dei precedenti. Si continua
a sovrapporre strati di rami trasversalmente e sempre pi piccoli. Raggiunto un altezza sufficiente
accenderemo il fuoco nella parte alta, la combustione avverr gradualmente verso il basso e ci ne
prolungher la durata, rendendolo una delle soluzioni migliori per un fuoco notturno.
FUOCO A CROCE:
Allo stesso modo del sistema precedente vengono sistemati strati di rami paralleli, sovrapponendoli luno
sulaltro incrociandoli fra di loro, lunica differenza che in questo caso il fuoco viene fatto nella parte
bassa. Le caratteristiche principali sono un fuoco che brucia rapidamente producendo molto calore e
brace, infatti ottimo per cucinare. Particolarmente indicato anche in condizioni di cattivo tempo, perch
la legna rimane compatta mentre brucia uniformemente e la parte superiore della catasta di stabilizza
conseguentemente.
FUOCO A T:
Come suggerisce il nome si tratta di una buca scavata nel terreno a forma di T, ideale per cucinare. Il
focolare viene mantenuto nel tratto orizzontale, mentre nel tratto verticale si pu cucinare utilizzando la
brace che si produce.
FUOCO A RIFLESSIONE:
Costruendo dietro di voi una parete riflettente potrete aumentare la temperatura dellambiente. Il calore
del fuoco, posizionato di fronte a voi, rimbalzer sulla superficie riscaldandovi anche le spalle. I riflettori
possono essere costruiti con del legname, con gli zaini, una coperta, un telo o in alternativa potrete
cercare una parete rocciosa. Questo sistema pu essere usato anche per cucinare al forno.
CONSIDERAZIONI PERSONALI
Nella sperimentazione di queste tecniche mi sono reso conto che preferibile dedicare pi tempo a una
buona preparazione dei materiali che non allesecuzione stessa. Se vengono scelti i materiali giusti e
lavorati correttamente si otterranno risultati migliori, con meno sforzo e tempo.
Mi sono accorto anche che prima dimparate a ottenere una scintilla o della piccola brace importante
imparare ad adoperarla per far scaturire una prima fiamma. Ho addirittura per chi non ha molta
esperienza imparare ad accendere un fuoco con solo un accendino in un bosco dopo una pioggia. Mi
capitato un volta di trovarmi in un bivacco da solo, con la necessit di accendere un fuoco per la notte ed
essere circondato da legna bagnata dalla neve. Dopo pi di un ora di tentativi e finita la carta mi sono
accorto dellefficacia nel costruire un tepee di piccoli rametti intorno ad una candela, piano piano i rametti
si asciugavano e si accendevano permettendomi di asciugarne altri un p pi grandi. Solo lesperienza
personale ci potr realmente insegnare come gestire un fuoco nelle varie situazioni
Consiglio perci di fare un percorso di conoscenza inverso, partendo da quella che pu sembrare la
semplice gestione di un fuoco fino ad arrivare alla produzione della brace per mezzo di tecniche per
attrito.
Per loutdoor le cose migliori da inserire nel kit di sopravvivenza per quanto riguarda laccensione del
fuoco sono: Un accendino, pietra focaia sintetica, batuffoli di cotone idrofilo imbevuti nella paraffina, una
o pi candele e se dovete fare una scelta del coltello da portare con voi, vi consiglio uno che vi permetta
di usarlo come acciarino.
BETULLA
ACERO
Forni di argilla
BOLLIRE: come gi anticipato forse il metodo migliore pratico e
veloce per preparare i cibi.
BRASARE: si tratta di rosolare nel proprio grasso carni a pezzetti
coprendo poi con acqua e procedere nella cottura coprendo con una
sorta di coperchio. Se disponibili si possono aggiungere, durante la
cottura, erbe e radici commestibili.
CUOCERE A FUOCO VIVO: l'alimento si cucina direttamente al
calore della BRACE. Si possono usare spiedini auto-costruiti oppure
una pietra arroventata.
Avventura Team
Scuola Nazionale AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
Gianluca Barco
INTRODUZIONE
Conoscere le propriet delle piante pi diffuse potrebbe rivelarsi un valido aiuto in caso di
situazioni di emergenza. I nostri nonni non avrebbero sicuramente avuto bisogno di questo piccolo
elaborato ma, ai giorni nostri, la comodit di trovare tutto pronto ci concede un certo lassismo
culturale su tanti aspetti, non ultimo la conoscenza di ci che la natura ci offre.
Non basta per la sola conoscenza delle piante e delle loro propriet: per ottenere la massima
efficacia dalle erbe si devono conoscere i procedimenti per estrarne gli elementi positivi, come
applicarli e se possono essere usati esternamente o internamente. Le diverse erbe e i diversi
trattamenti richiedono metodi diversi.
Le propriet delle piante posso essere:
decongestionante: diminuisce l'apporto sanguigno in una data parte del corpo;
astringente: limita la secrezione dei liquidi;
emolliente: risolve uno stato infiammatorio;
analgesica: attenua il dolore;
tonica: rafforza l'organismo in generale;
digestiva;
antinfiammatoria: attenua uno stato infiammatorio;
antielmintica: elimina svariati tipi di vermi o elminti parassiti;
antisettica: propriet di impedire o rallentare lo sviluppo dei microbi;
antispasmodica: attenua gli spasmi muscolari, e rilassa anche il sistema nervoso;
colagoga: facilita la secrezione biliare verso l'intestino;
stimolante: rinvigorisce e attiva il sistema nervoso e vascolare;
stomachica: agevola la funzione digestiva;
febbrifuga: abbassa la temperatura corporea;
emmenagoga: regola il flusso mestruale;
vermifuga: elimina i vermi intestinali.
Per uso interno
Infusi
Si ottiene un infuso versando acqua bollente, o quasi, sulla pianta o su parti di essa. Attendere 5
minuti (di pi per le piante pi dure) prima di bere il preparato. il metodo di preparazione della
camomilla o del the. In chimica il processo si chiama estrazione a caldo. Viene sconsigliato
quando la pianta cresce in condizioni di inquinamento perch procedendo con l'infuso si estraggono
anche i veleni! Si possono ricavare anche degli infusi da fonti insolite come gli aghi di pino: ricco di
vitamina C pi pratico che non masticare la corteccia.
Decotti
Bollite la pianta fino per quanto necessario in modo da ricavare l'essenza dell'erba. Vale la stessa
precauzione per gli infusi (estrazione a caldo!). Pi la pianta costituita da tessuti resistenti pi
lunga deve essere la bollitura. I decotti in genere servono per la corteccia, i gambi, le radici e i semi.
Il caff preparato con la caffettiera un infuso.
Macerazioni
Tagliuzzate o pestate la pianta e lasciatela in acqua per parecchie ore. Utilizzate il preparato entro
12 ore al massimo.
2
Polveri
Essiccate la pianta e poi pestatela. Attenzione che le polveri sono molto concentrate in quanto la
pianta ha perso tutta l'acqua.
Diffusa in quasi tutto il mondo considerata infestante. In Italia presente su tutto il territorio
(scarseggia nella fascia alpina).
usata la parte aerea della pianta per fermare le emorragie.
anche buona da mangiare.
Diffusa in tutto il mondo, preferisce i luoghi umidi vicini alle zone abitate.
indicata in tutti i tipi di emorragie, diuretica e, in alcune persone, attenua la reazione allergica ai
molluschi ed ai crostacei.
Sambuco (Sambucus)
Comunissimo lungo le siepi campestri, nei boschi e presso i casolari di campagna, nonch alla
periferia delle citt, dove rappresenta un relitto della vegetazione spontanea.
Le grandi ombrelle bianche dei fiori possono essere utilizzate per fare una tisana che favorisce la
sudorazione: questa utile per abbassare la febbre o per eliminare un'infezione. Le bacche viola
possono essere bollite per fare uno sciroppo contro la tosse.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e vari alcaloidi. Fanno eccezione i
fiori e le bacche mature (ma non i semi al loro interno).
L'Arnica montana cresce nei climi freddi ad altitudini elevate. Predilige terreni sabbiosi, boschi di
conifere e prati di montagna.
Ha propriet cicatrizzanti, antinfiammatorie, diuretiche, emollienti ed espettoranti.
Un tempo questa pianta era utilizzata come veleno. Non sono noti antidoti.
Diffuso nei luoghi paludosi, nei fossi, nei canali e torbiere; ma anche nei prati umidi e margini dei
boschi. Si pu trovare dal piano fino a 1300 m s.l.m.
la miglior erba per aiutare le ossa rotte a risaldarsi. Contiene amido e zuccheri, soprattutto nelle
radici, ed ricca di mucillaggine (sostanza resinosa) e di tannino. conosciuta dai contadini come
erba delle ossa. L'azione chimica consiste nel ridurre il gonfiore nel punto di frattura e favorire il
risaldarsi delle ossa. La radice pu essere utilizzata per ingessature in quanto essiccando diventa
rigida a causa della mucillaggine prestandosi bene allo scopo.
Se cucinando vi avanza del grasso, mescolatelo ad una pari quantit di Consolida finemente tritata
per lenire gli strappi muscolari. Quando usate il gambo o le foglie sulla pelle, bollitela per circa 15
minuti per ammorbidire la peluria appuntita che altrimenti darebbe fastidio. Non buttate il succo
perch ricco di vitamine e minerali e, freddo, lenisce le ustioni. Berlo inoltre mitiga la tosse ed
un buon sistema per reidratarvi se avete la dissenteria. Anche se le foglie hanno un buon sapore la
tisana, come tutte le buone medicine, ha un sapore orribile!
Cresce dovunque e lo si pu trovare facilmente nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi
delle strade.
un diuretico efficace, cio fa orinare di pi, e questo pu aiutarvi ad eliminare le infezioni e a
dissolvere gli ematomi. Mangiatene le foglie, anche se non hanno un sapore gradevole, in
alternativa seccate o (ancora meglio) arrostite le foglie per fare un caff.
7
Cresce nei boschi e nei prati aridi dell'Europa centro-meridionale, spesso inselvatichita.
La digitalina, un cardiotonico, estratta da questa pianta. Applicata ad un taglio fermer
un'emorragia. Dovete solo prendere qualche foglia e ridurla in poltiglia. Schiacciate le foglie finch
non perdono il liquido che contengono ed applicatelo alla ferita.
Pianta alta e caratteristica, assomiglia un po' al girasole. Diffusa nei fossati, nei campi e persino ai
bordi delle strade.
Questa pianta ha propriet balsamiche calmanti della tosse (bronchite acuta e cronica). Come uso
esterno viene indicata valida per risolvere problemi della pelle come eczema oppure herpes (ma
anche punture di insetti). Recentemente stata dimostrata anche una certa attivit antibatterica.
Parti usate: soprattutto la radice dalla quale si ricavava conserve, estratti e acqua distillata. Periodo
di raccolta: autunno o inizio primavera da piante adulte.
Specie comune soprattutto nell'Italia settentrionale. Fiorisce in zone campestri incolte, nelle paludi e
lungo i margini dei sentieri fino a 2200 metri s.l.m.
un emostatico eccezionale (impiegata gi dall'esercito Romano). Usate le foglie e le corone come
impiastro, o schiacciate le foglie ed applicate il succo al taglio. anche un moderato antisettico.
Pu essere usata al posto della camomilla in quanto contiene azulene e nei disturbi digestivi. Non ne
avete bisogno di molto: una manciata di foglie per litro d'acqua. Potete usare la pianta finemente
tritata come medicamento per le ferite mescolando ad una pari quantit di grasso.
La specie si trova in Eurasia e in America del Nord. In Italia il genere Vaccinium rappresentato
solo nel Nord e sui monti del Centro.
Il mirtillo comune la cura per la diarrea pi gustosa disponibile per il sopravvissuto: i frutti
essiccati hanno infatti propriet astringenti.
Lo sfagno un genere di muschio a fibra lunga che cresce nelle torbiere e in zone paludose.
Durante la I Guerra Mondiale, quando diminuirono le scorte di cotone per le bende, venne
impiegato come medicazione coprente il muschio di sfagno sterilizzato e seccato. Si scopr che
conteneva antibiotico.
10
la specie forse pi diffusa in Europa, chiamata "officinalis" da Carlo Linneo in quanto usata nelle
farmacie dell'epoca nella cura della tosse e delle malattie del petto, forse per la sua dura pelosit
(effetto espettorante). Il suo impiego locale cura le ferite.
una pianta biennale, originaria delle zone mediterranee. Cresce spontaneamente nei boschi e nei
prati delle zone a clima temperato.
L'impacco di foglie pestate usato per lenire punture di insetti, contusioni e mal di denti.
Il prezzemolo ha propriet diuretiche e sudorifere.
11
Resina di pino
Questa e un utile antisettico che potete spalmare sui tagli. Pu servire anche come otturazione
temporanea per i denti.
una specie presente e diffusa in tutta l'Europa che colonizza prevalentemente le zone nei pressi
dei corsi d'acqua.
Per via interna esplica azione astringente e antidiarroica. Per uso esterno, si applica su verruche ed
eczemi ed e un buon cicatrizzante delle ferite.
12
Tiglio (Tilia)
Il tiglio vegeta nelle zone fredde e umide ed usato come pianta ornamentale nei giardini.
Le propriet curative sono nei fiori: tranquillante, antispastico e contro linsufficienza renale o
epatica. Nelluso esterno ha propriet cicatrizzanti.
13
Conosciuta come viola mammola, una specie del genere viola, diffusa nelle regioni a clima
temperato. Si impiega tutta la pianta. Ha poteri espettoranti e stimolanti, attiva contro la tosse,
langina e i problemi respiratori. Allevia inoltre il mal di testa, le forme nervose e linsonnia. Si
applica anche sulle ferite come cicatrizzante.
14
SOMMARIO
INTRODUZIONE
Per uso interno
Per uso esterno
BREVE ELENCO DELLE PIANTE UTILI
Borsa del pastore comune
Piantaggine
Ortica
Sambuco
Arnica
Assenzio maggiore
Consolida maggiore
Tarassaco comune
Digitale purpurea
Enula campana
Menta
Achillea millefoglie
Mirtillo nero
Muschio di sfagno
Polmonaria
Prezzemolo
Resina di pino
Salicaria
Tanaceto
Tiglio
Viola
2
2
3
4
4
4
5
5
6
6
7
7
8
8
9
9
10
10
11
11
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13
13
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AL
AA
I
AVVENTURATEAM
AVVIV ENZ
SCUOL
AN
R
SO P
DI
N
ZIO
CS
SC OVECCH
IO
- BO
Boscovecchio
antropologia sperimentale
formazione outdoor
sentieri
Partner tecnico di
www.omnia-gru.it
REGOLAMENTO ISTRUTTORI
Allenamento fisico
Orientamento
Alpinismo arrampicata
Arco (uso e costruzione)
Guida in fuoristrada (con mountain bike auto a piedi)
Nuoto (in acque mosse e ferme)
Navigazione (in mare - in fiumi - in acque interne)
Difesa personale (con qualsiasi tecnica e mezzo)
335 5457731
boscovecchio@gmail.com
www.avventurateam.it
1^salita/discesa in mountain bike di: Gran Paradiso Ghiacciaio dellAletsch Etna in inverno
Il corso per aiuto-istruttore dura complessivamente 90 ore, ed svolto presso il Centro di formazione per istruttori di
sopravvivenza AICS o una delle sue sedi secondarie, con esame finale da parte della Commissione nazionale
Il corso per istruttore prevede un tirocinio, dopo il conseguimento del brevetto di aiuto istruttore, su almeno 6 mesi presso
un centro AICS ed un corso di 40 ore presso il Centro di Formazione per istruttori di sopravvivenza AICS, con esame finale
di fronte alla Commissione nazionale
Programma
Il candidato che intraprende liter per diventare Istruttore di sopravvivenza AICS deve essere in buona forma fisica ed avere,
in partenza, un allenamento alla fatica acquisito con propria attivit sportiva.
Le materie di studio sono
Allenamento fisico
Orientamento
Arrampicata
Manovre di corda
Ripari
Il campo
Armi
Fuoco
Cibo
Conduzione di gruppi
Medicina di emergenza
335 5457731
boscovecchio@gmail.com
www.avventurateam.it
1^salita/discesa in mountain bike di: Gran Paradiso Ghiacciaio dellAletsch Etna in inverno
LE ISTRUT TOR
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AVVENTURATEAM
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C HOVECC H
B OS
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Nota Bene:
prima di iniziare qualsiasi attivit fisica opportuno sottoporsi ad una visita medica.
AvventuraTeam
Scuola AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
1 e 2 settimana
Corsa
Velocit di 5/6
min/km.
Luned
Mercoled
Venerd
3km
3km
3km
Marted
Gioved
Ginnastica
Sabato
Piegamenti
sulle braccia
4 serie di 10 rip
Addominali
4 serie di 15 rip
Trazioni alla
sbarra
3 serie di 3 rip
3 serie di 3 rip
3 serie di 3 rip
Facoltativo
Nuoto o
bicicletta
40/50 minuti
40/50 minuti
40/50 minuti
Gli esercizi a corpo libero o a carico naturale, devono essere eseguiti alternati fra di loro, per esempio: 1
serie di piegamenti sulle braccia, 1 serie di addominali, 1 serie di trazioni alla sbarra ecc. con una pausa
tra una serie e laltra compresa tra 1 e 3 minuti a seconda dei battiti cardiaci.
3 settimana
Luned
Mercoled
Venerd
30/40 minuti
Ginnastica
Marted
Gioved
Sabato
Piegamenti
sulle braccia
Addominali
Trazioni alla
sbarra
3 serie di 4 rip
3 serie di 4 rip
3 serie di 4 rip
Facoltativo
Nuoto o
bicicletta
40/50 minuti
40/50 minuti
40/50 minuti
4 settimana
AvventuraTeam
Scuola AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
Corsa
Luned
Mercoled
Venerd
4 km
5 km
5 km
Marted
Gioved
Sabato
Velocit di 5
min/km.
Ginnastica
Piegamenti
sulle braccia
Addominali
Trazioni alla
sbarra
3 serie di 5 rip
3 serie di 5 rip
3 serie di 5 rip
Facoltativo
Nuoto o
bicicletta
40/50 minuti
40/50 minuti
40/50 minuti
5 e 6 settimana
Corsa
Velocit di 5
min/km.
Luned
Marted
Gioved
Venerd
4 km
5 km
6 km a 5/6
min/km
3 km
Luned
Marted
Gioved
Venerd
Ginnastica
Piegamenti 6 serie di 25 6 serie di 25 6 serie di 25 6 serie di 25
sulle braccia
rip
rip
rip
rip
Addominali
Trazioni
alla sbarra
Facoltativo
Nuoto o
bicicletta
2 serie di 8
rip
2 serie di 8
rip
Mercoled
2 serie di 8
rip
Sabato
50/60 minuti
AvventuraTeam
Scuola AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
7e 8 settimana
Corsa
Velocit di
5/6 min/km.
Luned
Marted
Gioved
Venerd
6 km
7 km
8 km
4 km
Luned
Marted
Gioved
Venerd
Ginnastica
Piegamenti 6 serie di 25 6 serie di 25 6 serie di 25 6 serie di 25
sulle braccia
rip
rip
rip
rip
Addominali
Trazioni
alla sbarra
Facoltativo
Nuoto o
bicicletta
Mercoled
Sabato
50/60 minuti
9 settimana
Corsa
come la 7^ e 8^ settimana, a seconda di come vi sentite potete
aumentare leggermente la velocit, oppure fare qualche allungo
di 50/60 metri, ogni 500/600 metri
Ginnastica
Come la 7^ e 8^ settimana aumentando leggermente la velocit di
esecuzione degli esercizi.
Nuoto e
bicicletta
Come la 7^ e 8^ settimana. Le sedute di nuoto possono essere
eventualmente svolte una volta con le pinne ed una volta senza.
Alimentazione
Una appropriata alimentazione estremamente importante.
Devi essere sicuro di assimilare i nutrienti necessari per ottenere le massime prestazioni
durante gli esercizi e la necessaria crescita e recupero della massa muscolare.
Una dieta appropriata ti fornir tutti i nutrienti per il tuo corpo e lenergia di cui hai
AvventuraTeam
Scuola AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
AvventuraTeam
Scuola AICS per la formazione degli istruttori di sopravvivenza
Annegamento e
Semiannegamento
Annegamento
Definizione
Morte avvenuta entro 24 ore
dallimmersione o dalla sommersione
in un liquido, risultante da asfissia
successiva ad ostruzione delle vie
aeree da laringospasmo o da
aspirazione di liquidi
Semiannegamento
Definizione
Episodio di immersione sommersione
in un liquido con sopravvivenza della
vittima oppure con morte a distanza
di pi di 24 ore dallevento
Nuova definizione
Danneggiamento
respiratorio
che
deriva da immersione /sommersione in
un liquido.
La vittima pu morire o sopravvivere a
tale incidente.
Fisiopatologia
Principali conseguenze:
ipossia prolungata ed acidosi.
Gasping iniziale con possibile aspirazione
Iperventilazione
Apnea volontaria
Laringospasmo
Asfissia con possibile risoluzione del
laringospasmo ed inalazione di liquido
Fisiopatologia
Annegamento umido: aspirazione di
liquido nei polmoni
Annegamento secco: assenza di
liquido nei polmoni (mantenimento
del laringospasmo fino al momento
dellarresto cardiaco)
Fisiopatologia
Lorgano target del danno da sommersione
il polmone.
Laspirazione di 1-3ml/kg conduce a
significativa riduzione dello scambio di gas.
I fluidi aspirati producono vasocostrizione
ed ipertensione polmonare modulata dal
vago.
Distruzione del surfactant soprattutto da
parte dellacqua salata con instabilit
alveolare,
atelettasie,
riduzione
della
compliance e alterazione di V/Q
Fisiopatologia
Minima differenza tra annegamento in
acqua salata e dolce relativamente al
bilancio idroelettrolitico.
La maggior parte dei pazienti aspira meno
di 4 ml/kg di liquido
11 ml/kg = alterazione del volume
ematico
> 22 ml/kg = significative variazioni negli
elettroliti
Fisiopatologia
Nei bambini immersi improvvisamente
in un liquido freddo, pu intervenire un
riflesso vagale che provoca apnea,
bradicardia, vasocostrizione in distretti
vascolari non essenziali con shunt di
sangue nella circolazione coronarica e
cerebrale.
Fisiopatologia
Danno multiorgano legato allipossia
Ipovolemia a causa dellaumento della
permeabilit capillare con perdita di liquidi
dal comparto intravascolare
Disfunzioni miocardiche per aritmie o
arresto cardiaco
Danno ipossico miocardico con
diminuzione della gittata cardiaca
Fisiopatologia
Spesso aspirazione di vomito.
Possono essere anche associate lesioni
della colonna vertebrale e/o trauma
cranico.
Nei lattanti lannegamento nella vasca da
bagno pu essere associato a
maltrattamento.
Occorre considerare patologie sottostanti
che possano aver favorito lannegamento
(convulsioni, diabete ecc)
Trattamento
A. Valutazione stato di coscienza e
mantenimento della perviet delle
vie aeree
1. Immobilizzazione del collo
2. Liberazione delle vie aeree da vomito o
liquidi
3. Somministrazione di ossigeno
Trattamento
B. Valutazione della presenza e della
qualit del respiro
1. Posizionare saturimetro
2. Se respiro assente considerare precoce
intubazione
3. Se
respiro
presente
valutare
saturazione e qualit del respiro.
Considerare eventuale intubazione
(pu essere necessaria sedazione)
Trattamento
Intubazione
Bambino incapace a mantenere una
saturazione > a 80 con O2 100%
Livello
di
coscienza
alterato
(protezione delle vie aeree)
Grave difficolt respiratoria
Pu essere necessaria ventilazione
con livelli pressori alti a causa della
ridotta compliance
Trattamento
C. Valutazione del circolo: polsi, refill,
ECG, altri segni vitali
1. Possibili aritmie cardiache (considerare
defibrillazione)
2. Posizionare una via venosa
(considerare espansione volumetrica)
3. Se necessario RCP
Trattamento
Proseguire con D ed E
Secondary survey
FERITE
EMORRAGIE
LA CUTE
LE FERITE
Sono LESIONI di continuo della cute, pi o meno
profonde, che possono interessare anche i muscoli e
i vasi:
ABRASIONI, ESCORIAZIONI
FERITA DA TAGLIO (margini quasi rettilinei)
FERITA DA PUNTA (piccolo diametro ma profonda)
FERITA LACERO CONTUSA (cute e tessuti
sottostanti, per strappi o sfregamenti, si rompono
dando luogo a lesioni molto irregolari)
LE FERITE - abrasioni
LABRASIONE pu essere provocata da una
lama che, con un movimento radente, asporta gli
strati pi superficiali della cute o da una caduta.
SINTOMI: dolore, striature sanguinanti, cute
arrossata, gonfiore.
LAVARE CON ACQUA E DISINFETTANTE
Si giudica da:
ESTENSIONE
PROFONDIT
PRESENZA DI CORPI ESTRANEI
richiedono
terapie
AL VISO
AGLI ORIFIZI NATURALI DEL CORPO
AL TORACE
ALLADDOME
EMORRAGIE
SHOCK
INFEZIONI (TETANO)
LESIONI ORGANI INTERNI
LESIONI PENETRANTI
IL SOCCORRITORE DEVE:
Chiamare subito il 118
Non muovere linfortunato
Cercare di mantenere la testa del paziente
immobile in posizione neutra
Controllare lattivit respiratoria
EMORRAGIE
EMORRAGIE
FUORIUSCITA DI SANGUE DAI VASI SANGUIGNI
A.EMORRAGIA ESTERNA: il sangue fuoriesce
direttamente allesterno (arteriose, venose, capillari)
B.EMORRAGIA INTERNA: con raccolta di sangue
nelle cavit corporee (cranio, torace, addome)
C.EMORRAGIA INTERNA ESTERIORIZZATA: con
raccolta di sangue allinterno di organi che sono in
comunicazione con lesterno (orecchie, naso)
LA GRAVIT DIPENDE DALLA QUANTIT DI
SANGUE PERDUTO
PUNTI DI COMPRESSIONE
PUNTI DI COMPRESSIONE
PUNTI DI COMPRESSIONE
EMORRAGIE ESTERNE
DEVONO ESSERE TAMPONATE
Nel caso di emorragie esterne da amputazione
completa o parziale di un arto si pu applicare
un laccio a monte della lesione (anche un pezzo
di stoffa pu fare da laccio e consente il
passaggio di un po di sangue e una parziale
ossigenazione)
UNA VOLTA MESSO IL LACCIO
NON VA RIMOSSO
MONCONE STACCATO
Raccogliere il moncone
AMPUTAZIONE
= DISTACCO TRAUMETICO
DI PARTI ANATOMICHE
COSA FARE:
tamponare lemorragia
tenere larto sollevato
far sdraiare il paziente (posizione antishock)
coprirlo
EMORRAGIE ESTERIORIZZATE
EPISTASSI
(fuoriuscita di sangue dal naso)
COSA FARE:
far sedere la persona con la testa in avanti
comprimere il naso tra le due dita
applicare garze di acqua fredda alla radice del
naso
EMORRAGIE ESTERNALIZZATE
OTORAGGIA
(fuoriuscita di sangue dallorecchio)
COSA FARE:
porre linfortunato in posizione laterale di
sicurezza, se non vi sono controindicazioni
non utilizzare cotton fioc
allertare il 118
FRATTURE
formazione di due
monconi.
FRATTURE
DIRETTA: quando la frattura avviene nel punto in cui si ha il
trauma.
FRATTURA AVAMBRACCIO
- Immobilizzare con doccia di cartone imbottita
- Piegare il gomito sul petto se possibile
- Porre uno spessore tra frattura e petto
- Sospendere lavambraccio col triangolo
- In caso di viaggio lungo fissare al tronco il braccio sospeso con delle
bende
- Se piegando lavambraccio si provoca dolore, non insistere, bloccare il
braccio diritto lungo il corpo, fissandolo con tre legacci
- In mancanza di stecca:
1. allineare la gamba sana a quella fratturata
2. mettere degli spessori fra le gambe
3. legare sopra le ginocchia, sopra e sotto il punto di frattura
MORSI E
PUNTURE
1
PUNTURE DA INSETTO
Le punture da IMENOTTERI (vespe, calabroni, api)
sono abbastanza frequenti e procurano disturbi di diversa
gravit.
Sintomatologia locale:
pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente, malessere
generalizzato
orticaria generalizzata e dolore, nausea, vomito,
dispnea
Sintomatologia sistemica:
Grave reazione allergica fino a shock anafilattico con
2
perdita di coscienza
PUNTURE DA INSETTO
ATTENZIONE:
SE IL SOGGETTO
ALLERGICO,
IN PERICOLO DI VITA!
3
PUNTURE DA INSETTO
paziente allergico
Il paziente allergico deve munirsi dei seguenti
farmaci ed essere in grado di autopraticarsi un
immediato trattamento:
adrenalina in confezione pronta alluso sotto
forma di penna
adrenalina spray
antiistaminico
sublinguali
sotto
forma
di
compresse
PUNTURE DA INSETTO
paziente allergico
IMPORTANTE RIMUOVERE
IMMEDIATAMENTE IL
PUNGIGLIONE
MORSI DI VIPERA
Le vipere, con il loro morso, inoculano numerose
tossine.
Il morso riconoscibile dalla presenza di due
forellini, distanziati di 1 cm.
EFFETTI LOCALI:
dolore
edema esteso a tutto larto
necrosi in sede di morso
chiazze emorragiche
MORSI DI VIPERA
EFFETTI SISTEMICI:
vomito, nausea
dolori muscolari e articolari
aumento della temperatura
collasso cardiocircolatorio
NORME GENERALI DI
COMPORTAMENTO
10
MORSO al
TRONCO, COLLO, TESTA
Anche in questo caso, cercare di ritardare la
diffusione del veleno:
applicare un tampone rigido sulla sede del morso e
fissare, se possibile con cerotto adesivo
mantenere il paziente supino
supporto psicologico in attesa del trasporto in
ospedale
11
USTIONI
1
USTIONI - ORIGINE
Lorigine delle ustioni pu essere:
TERMICA: da fiamme, radiazioni, liquidi bollenti ed
oggetti roventi
CHIMICA: da vari acidi, basi o sostanze caustiche
ELETTRICA: da corrente elettrica
LUCE:
USTIONI - CLASSIFICAZIONE
Possono essere classificate in tre gradi in base
alla profondit della lesione.
I GRADO
Ustione superficiale che si presenta come
arrossamento cutaneo (eritema)
USTIONI - CLASSIFICAZIONE
Possono essere classificate in tre gradi in base
alla profondit della lesione.
II GRADO
Compaiono bolle e /o vescicole e dolore
USTIONI - CLASSIFICAZIONE
Possono essere classificate in tre gradi in base
alla profondit della lesione.
III GRADO
Distruzione di tutti gli strati della cute ed anche
dei tessuti sottostanti (cute carbonizzata)
PATOLOGIA DA INCENDIO
USTIONI
FUMI
TOSSICI
TRAUMI
VITTIMA
USTIONATO = INTOSSICATO
6
MORTI IN INCENDI
Principali cause di morte relative ad incendi:
Contatto diretto con le fiamme
Temperature troppo elevate
32,4 %
Deficit di O2
CO altri gas tossici - fumi
57,6 %
10 %
7
SUPERFICE USTIONI
Il TRONCO costituisce il 36% della sup. tot. del corpo
La TESTA e il COLLO il 9% della sup. tot. del corpo
Gli ARTI INFERIORI il 18% ciascuno
Gli ARTI SUPERIORI il 9% ciascuno
SUPERFICE USTIONI
Testa e collo =
9%
Tronco = 36%
Arto superiore
= 9%
1%
Arto inferiore
= 9%
USTIONI GRAVI
Sono considerate gravi:
le ustioni che interessano il tratto respiratorio, i
tessuti molli e le ossa
le ustioni di 2 e 3 al viso, inguine, mani,
piedi e articolazioni principali
le ustioni in persone di et > a 60 anni e < a 8
anni
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PERICOLI
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COSA FARE?
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COSA FARE?
Nelle altre ustioni:
medicare asetticamente e usare garze e mai cotone.
soffocare eventuali fiamme presenti sul corpo
verificare se il paziente cosciente
attivare tempestivamente il 118
non rimuovere abiti che aderiscono alle ustioni, non
applicare pomate, sostanze grasse o ghiacccio
dare da bere, posizione antishock in ustioni di 3
se il caso, valutazioni come da BLS
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ELETTROCUZIONE
Si intende una scarica accidentale di una corrente
elettrica, sia naturale che artificiale, verso lorganismo
umano.
Questo pu provocare effetti nocivi e/o letali
sullorganismo a seconda dellintensit della corrente e
del tempo di esposizione, cio della quantit di elettricit
che attraversa lorganismo.
La scarica pu provocare, infatti, ustioni e addirittura
folgorazione.
Essa agisce sulla muscolatura provocando crampi e sul
sistema nervoso provocando paralisi.
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COSA PU SUCCEDERE?
una semplice scossa non grave
importanti contrazioni muscolari con rischio di
ferite o fratture se la vittima proiettata
ustioni
compromissione delle funzioni vitali fino ad
arresto cardio respiratorio
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FOLGORAZIONE
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FOLGORAZIONE
Gli effetti del passaggio di corrente variano a
seconda che si tratti di corrente continua o
alternata.
A parit di tensione (volt) la c.a. 4/5 volte pi
pericolosa della c.c.
Anche per intensit di c.a. relativamente deboli,
si pu avere una fibrillazione ventricolare se la
c.a. attraversa il torace (il contenuto ematico del
cuore un buon conduttore).
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FOLGORAZIONE
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FOLGORAZIONE
Le tensioni maggiori sono le pi pericolose,
tuttavia sono a rischio anche le cosiddette basse
tensioni.
Lalta tensione respinge e quindi il contatto
avviene per breve tempo e linfortunato pu essere
salvato mediante idonee manovre rianimatorie.
Le basse tensioni, invece, provocano crampi alle
mani, che impediscono il distacco dalla fonte della
scarica, ed alla gola, che non consentono di
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chiamare il soccorso.
FOLGORAZIONE
INTERROMPERE LA
CORRENTE
STACCARE LINFORTUNATO
DALLA CORRENTE
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COSA FARE?
essere prudenti, eliminare la causa e prevenire i
rischi: non intervenire senza certezza che la
corrente sia interrotta
posizione laterale di sicurezza se la vittima
incosciente
ventilazione / massaggio cardiaco se la vittima
in arresto cardiorespiratorio (BLS)
ALLERTARE O FAR ALLERTARE IL 118
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Bibliografia
Fosco Maraini Paropmiso Mondadori
Laurence Gonzales Le regole dellavventura Corbaccio
Andy Mc Nab Pattuglia bravo two zero Longanesi
Andy Mc Nab Azione immediata Longanesi
Andy Mc Nab Controllo a distanza - Longanesi
Jon Krakauer Aria sottile Corbaccio
Joe Simpson La morte sospesa LArciere Vivalda
Tom Clancy Marines Oscar Mondadori
Paolo Rumiz Annibale Feltrinelli