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LOSSERVATOREROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLII n. 217 (46.163) Citt del Vaticano venerd 21 settembre 2012 . y (7 H A 3 J 1 * Q S S K K M ( + $ !z !} !$ !# Benedetto XVI a presuli partecipanti al convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese Orientali La nuova evangelizzazione iniziata con il concilio Vaticano II Intervista allarcivescovo Angelo Becciu Luomo della pace di MARIO PONZI Il vero volto dellislam non corri- sponde a quello mostrato dai fon- damentalisti. Il credente musulma- no prevalentemente un moderato e, grazie alla sua religiosit, riesce a intuire se un interlocutore viene a parlare in nome di Dio o a propa- gandare idee vuote. Cos ha detto tra laltro, in unintervista al nostro giornale, larcivescovo Angelo Bec- ciu, sostituto della Segreteria di Stato, esprimendo una convinzione che ha avuto evidente conferma nellinteresse e nel rispetto con cui i capi musulmani hanno accolto Benedetto XVI in Libano. Nellin- tervista il presule che come di consueto ha accompagnato il Pon- tefice nel viaggio ha anche insi- stito sul coraggio del Papa in un contesto difficile e drammatico co- me quello attuale. Le giornate libanesi di Benedetto XVI saranno ricordate per pi di un moti- vo. Avendole vissute cos da vicino, che percezione ne ha avuto? Si trattato di un viaggio stori- co. Cos come storico stato quel- lo in Terra Santa nel 2009. In que- sta occasione poi, il Papa ci ha da- to un esempio di coraggio davvero impressionante. Con laggravarsi della situazione in Siria e il monta- re delle manifestazioni violente in altri Paesi vicini, si sarebbe potuto pensare che la scelta pi logica e di buon senso fosse lannullamento del viaggio in Libano. Invece Be- nedetto XVI, come ha esplicitamen- te dichiarato ai giornalisti che lo hanno accompagnato, non ha mai pensato di rinunciare al suo pro- getto, convinto che rischi e pericoli non debbano essere di ostacolo a chi porta lannuncio della pace e del Vangelo. Con la sua determina- zione ci ha dato cos un esempio e un insegnamento chiarissimi. Lattenzione, la simpatia e laffetto che cristiani e musulmani, insieme, hanno dimostrato al Pontefice in terra libanese, come si conciliano con quan- to sta accadendo in Medio Oriente e in altri Paesi? Se era scontato laffetto dei cri- stiani, non altrettanto si poteva prevedere per i musulmani. A col- pire infatti stata laccoglienza ca- lorosa, e certo non di maniera, che al Papa hanno riservato proprio i capi musulmani e molti credenti dellislam. Come spiegarlo? Sono convinto, anche per lesperienza di- retta che ho vissuto con i musul- mani in Sudan, di una realt: il volto autentico dellislam non cor- risponde a quello rappresentato dai fondamentalisti. Il credente musul- mano autentico di per s mode- rato e, proprio grazie alla sua reli- giosit, capace di intuire se qual- cuno viene in nome di Dio o se un propagatore di idee vuote. E i musulmani libanesi hanno capito immediatamente che Benedetto XVI veniva in nome di Dio. Ripenso a quanto mi disse un ambasciatore islamico di un Paese dellAfrica set- tentrionale nel 2009 alla vigilia del- la visita di Benedetto XVI in Ango- la: Si ricordi che il Papa non so- lo il padre dei cattolici, ma di tutta lumanit. Per questo siamo con- tenti anche noi musulmani di po- terlo vedere e ascoltare: egli luo- mo della pace. Tenuto conto dellaccoglienza avuta dallesortazione post-sinodale e dal messaggio deciso e forte di Benedetto XVI, quali conseguenze potr avere il viaggio papale? Entriamo nella logica del Vange- lo: si getta il buon seme e poi con pazienza si attende che si sviluppi. La visita del Pontefice ha dato spunto ne sono certo per una profonda riflessione ai responsabili politici e anche alla gente semplice. Significativi, in proposito, molti editoriali dei giornali libanesi: era- no ispirati ad ammirazione per la chiarezza delle parole del Papa e per il suo coraggio impressionante. In questo modo si cominciano a creare una mentalit e una cultura della pace che prima o poi daranno f ru t t i . E la Chiesa cattolica in Medio Oriente sapr riscoprire la forza della comunione, come ha chiesto Benedetto XVI? I cristiani hanno ricevuto da Ge- s il metodo pi efficace per con- vertire il mondo: Siate uno, come io e il Padre siamo uno... da questo sapranno che siete miei discepoli. Se tutti i cristiani nel Medio Oriente come in Occidente dessero pi valore concreto e quotidiano a questa consegna, forse tanti proble- mi che viviamo verrebbero risolti pi facilmente e non perderemmo tempo in dispute o nella ricerca di sofisticate iniziative pastorali per attrarre la gente in chiesa. Qual stato, nei giorni trascorsi in Libano, il momento che lei ha vissuto pi intensamente? Sono state tutte giornate esaltan- ti e significative. In particolare, pe- r, sono rimasto fortemente im- pressionato dagli applausi ripetuti e prolungati dei giovani, che hanno sottolineato vari passaggi del di- scorso del Papa, quasi volessero si- gnificare la loro piena adesione alle sue parole. Benedetto XVI non of- friva frasi di circostanza o di sem- plice consolazione, ma li invitava a essere seguaci autentici di Cristo, pronti ad andare controcorrente nel testimoniare la fedelt al Vangelo; ma soprattutto pronti a mettere Dio al primo posto tra le scelte quotidiane e a vedere nel vicino un fratello, a qualsiasi razza o religio- ne appartenga. Sono questi i capi- saldi della civilt dellamore e della pace. Il Consiglio di sicurezza dellOnu si schiera a difesa dei minori nelle zone di guerra Dalla parte dei bambini La risoluzione approvata con undici voti a favore e quattro astenuti Il terrore di un bambino accanto al padre ferito in un attentato (Afp) Ta l e b a n i sempre allattacco in Afghanistan KABUL, 20. Almeno mille talebani hanno attaccato, ieri, posizioni go- vernative nella provincia orientale di Nuristran. Sono divampati scontri che hanno provocato pi di dieci morti. Il responsabile delle forze di sicurezza nella zona, Ghulamullah Nuristani, ha dichiarato che lattacco avvenuto nel distretto di Kamdish. Riferisce poi lagenzia di stampa Adnkronos che diciannove talebani sono stati uccisi e dieci arrestati nel corso di due operazioni condotte dalle forze di sicurezza afghane nelle province di Helmand e di Kunduz: in queste province, nelle ultime setti- mane, si intensificata lazione delle forze locali contro le postazioni dei miliziani. E la sempre pi precaria sitazione della sicurezza in Afghanistan stata ieri oggetto della video conferenza tra il presidente statunitense Barack Obama e il capo di Stato afghano Hamid Karzai, che si sono sofferma- ti sulle misure che consentano di li- mitare gli attacchi alle truppe della Nato da parte degli afghani camuf- fati in uniformi militari: un fatto, questo, che sta minacciando seria- mente la sicurezza. Come rilevano gli analisti, i contatti fra i presidenti statunitensi e afghano sono impor- tanti perch servono a riaffermare la comune volont di fare fronte comu- ne contro il terrorismo. La messa del Papa a Beirut la mattina di domenica 16 settembre La nuova evangelizzazione inizia- ta proprio con il concilio, che il bea- to Giovanni XXIII vedeva come una nuova Pentecoste che avrebbe fatto fiorire la Chiesa nella sua interiore ricchezza e nel suo estendersi mater- namente verso tutti i campi dellumana attivit. Lo ha afferma- to Benedetto XVI ricevendo in udien- za gioved mattina, 20 settembre, un gruppo di presuli di recente nomina 84 di rito latino e 4 di rito orien- tale partecipanti al convegno pro- mosso dalle Congregazioni per i Ve- scovi e per le Chiese Orientali. Per il Papa gli effetti di quella nuova Pentecoste, nonostante le dif- ficolt dei tempi, si sono prolungati, raggiungendo la vita della Chiesa in ogni sua espressione: da quella isti- tuzionale a quella spirituale, dalla partecipazione dei fedeli laici nella Chiesa alla fioritura carismatica e di santit. Un rinnovamento che stato possibile grazie allimpegno di tanti vescovi, sacerdoti, consacrati e laici, che hanno reso bello il volto della Chiesa nel nostro tempo. Questa eredit affidata oggi a tutta la Chiesa: levangelizzazione infatti ha spiegato il Pontefice non opera di alcuni specialisti, ma dellintero popolo di Dio, sotto la guida dei pastori. Ai quali spetta in particolare il compito di presenta- re i contenuti essenziali della fede, in forma sistematica e organica, per rispondere anche agli interrogativi che pone il nostro mondo tecnologi- co e globalizzato. Una missione che esige dai vescovi lesempio di una vita vissuta nellabbandono fi- ducioso in Dio, perch ha ricor- dato il Papa non si pu essere al servizio degli uomini, senza essere prima servi di Dio. PAGINA 8 NEW YORK, 20. La fine immediata di qualsiasi forma di violenza e di sfruttamento dei minori nelle zone di guerra stata chiesta con forza, ieri, dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La risoluzione sta- ta adottata con undici voti a favore e quattro astenuti (Azerbaigian, Russia, Cina, Pakistan). Il Consi- glio ha inoltre chiesto a tutti gli Stati membri di portare di fronte alla giustizia i responsabili di tali violazioni ricorrendo al sistema giu- diziario nazionale o, eventualmente, ai meccanismi della giustizia inter- nazionale. Assicurare i responsabili alla giustizia costituisce la maggiore priorit per i Governi, a cui la co- munit internazionale deve fornire il suo sostegno mostrandosi unita nella protezione dei pi piccoli ha dichiarato Leila Zerrougui, rappre- sentante speciale dellOnu per i bambini nei conflitti armati. Zer- rougui ha sottolineato limp ortanza di costituire appositi meccanismi lo- cali e regionali che permettano di catturare i colpevoli. Per quel che riguarda la situazione siriana che rimane tra i fronti pi critici la rappresentante speciale dellOnu ha riconosciuto la violazione delle nor- me internazionali e i brutali attac- chi contro i minori da parte non so- lo delle autorit governative, ma anche degli oppositori. Lo scorso 12 giugno il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, aveva reso pubblica la lista della vergogna nella quale compaiono 52 attori coinvolti in conflitti armati che si sono resi colpevoli di crimini contro i bambini, in particolare nel Medio e Vicino Oriente. A partire dallo scorso settembre rende noto un comunicato dellOnu sono stati siglati cinque nuovi piani di azione per mettere fine e prevenire larruolamento e limpiego di bam- bini nei conflitti. I Paesi firmatari sono stati la Repubblica Centrafri- cana, il Sud Sudan, la Somalia e il Myanmar. In poco tempo sono stati compiuti progressi considere- voli ha riconosciuto Leila Zerrou- gui molto di pi di quelli regi- strati nel corso degli anni preceden- ti. Ma lobiettivo finale ancora lontano: in tutto il mondo ci sono molti gruppi armati che, sfuggendo al controllo delle autorit, usano i minori arruolandoli o lanciano at- tacchi contro scuole e ospitali. Zer- rougui ha poi ricordato che al mo- mento sono in corso altre trattative; imminente la chiusura di un ne- goziato con la Repubblica Demo- cratica del Congo in vista di unin- tesa per la protezione dei bambini. Lanno scorso si legge nel co- municato delle Nazioni Unite so- no stati registrati enormi cambia- menti a livello internazionale: sono state create nuove opportunit di collaborazioni per fermare la piaga delle violenze contro i minori. Ma il segretario generale aggiunto per le operazioni di mantenimento del- la pace, Herv Ladsous, ha indicato che le Nazioni Unite possono anco- ra fare moltissimo per combattere questa terribile piaga. Colloqui a Bruxelles sul rafforzamento della partnership Vertice tra Cina e Unione europea NOSTRE INFORMAZIONI Gli auguri del Papa alla comunit ebraica di Roma In occasione delle feste ebraiche Rosh Ha-Shanah 5773, Yom Kippur e Sukkot, Benedetto XVI ha inviato al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, il seguente telegramma. In occasione delle festose ricorrenze di Rosh Ha-Shanah 5773, Yom Kippur e Sukkot, rivolgo un sentito augurio di pace e di bene a Lei e allintera Co- munit ebraica di Roma, invocando dallAltissimo copiose benedizioni per il nuovo anno e auspicando che ebrei e cristiani, crescendo nella stima e nellamicizia reciproca, possano testimoniare nel mondo i valori che scaturi- scono dalladorazione del Dio Unico. BENEDICTUS PP. XVI A un anno dal discorso di Benedetto XVI al Bundestag Leterno ritorno del diritto naturale MIGUEL DELGADO GALINDO A PAGINA 5 BRUXELLES, 20. Ha preso il via og- gi a Bruxelles il 15 vertice tra Unione europea e Cina, lultimo cui prender parte il premier cinese, Wen Jiabao, che tra qualche setti- mana lascer il posto al suo succes- sore dopo dieci anni di mandato. Nella capitale belga il leader di Pechino incontrer il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, il presidente della Com- missione Ue, Jos Manuel Duro Barroso, e il capo della Politica estera dellUnione europea, Catherine Ashton. Tra le questioni in agenda, il rafforzamento della partnership strategica Cina-Ue, la situazione economica nelle due po- tenze, il G20 e i cambiamenti clima- tici. Poi i temi di interesse interna- zionale: sviluppi della crisi siriana, Medio e Vicino Oriente, Africa e Corea del Nord. A margine del summit, le due parti sigleranno una serie di accordi, tra cui quello sul programma di sostenibilit ambien- tale e urbanistica, per cui lEsecuti- vo di Bruxelles impegner venticin- que milioni di euro, e un comunica- to congiunto per il rafforzamento del dialogo e della cooperazione tecnologica spaziale tra le due parti e lAgenzia spaziale europea. Lin- contro rifletter la p p re z z a m e n t o dellEuropa riguardo il ruolo di Wen nella costruzione delle relazio- ni bilaterali e getter le basi per il mantenimento dei buoni rapporti con la nuova generazione di leader cinesi, hanno dichiarato fonti del Parlamento europeo allagenzia France Presse. Un rapporto, quello tra le due potenze, di forte interdi- pendenza economica, con lE u ro p a che rappresenta la prima destina- zione dellesportazioni cinesi e la Cina che si piazza al secondo posto dopo gli Stati Uniti nella classifica dei partner commerciali dellUe. Al termine del summit, come gi avvenuto in altre occasioni, non ci sar alcuna conferenza stampa con- giunta tra Duro Barroso, Van Rompuy e Wen, ma sar diffusa so- lo una dichiarazione scritta. Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza le Loro Eccellenze Reverendissime i Monsignori: Jean-Charles Descubes, Ar- civescovo di Rouen (Francia), in visita ad limina Apostolo- ru m ; Jean-Claude Boulanger, Ve- scovo di Bayeux (Francia), in vi- sita ad limina Apostolorum; Stanislas Lalanne, Vescovo di Coutances (Francia), in visita ad limina Apostolorum; Christian Nourrichard, Ve- scovo di Evreux (Francia), in vi- sita ad limina Apostolorum; Jean-Luc Brunin, Vescovo di Le Havre (Francia), in visita ad limina Apostolorum; Jacques Habert, Vescovo di Ses (Francia), in visita ad li- mina Apostolorum. LOSSERVATORE ROMANO pagina 2 venerd 21 settembre 2012 LOSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt 00120 Citt del Vaticano ornet@ossrom.va http://www.osservatoreromano.va GIOVANNI MARIA VIAN direttore responsabile Carlo Di Cicco vicedirettore Piero Di Domenicantonio caporedattore Gaetano Vallini segretario di redazione TIPOGRAFIA VATICANA EDITRICE LOSSERVATORE ROMANO don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Segreteria di redazione telefono 06 698 83461, 06 698 84442 fax 06 698 83675 segreteria@ossrom.va Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 84998 photo@ossrom.va www.photo.va Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Ufficio diffusione: telefono 06 698 99470, fax 06 698 82818, ufficio diffusione@ossrom.va Ufficio abbonamenti (dalle 8 alle 15.30): telefono 06 698 99480, fax 06 698 85164, info@ossrom.va Necrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675 Concessionaria di pubblicit Il Sole 24 Ore S.p.A System Comunicazione Pubblicitaria Alfonso DellErario, direttore generale Romano Ruosi, vicedirettore generale Sede legale Via Monte Rosa 91, 20149 Milano telefono 02 30221/3003, fax 02 30223214 segreteriadirezionesystem@ilsole24ore.com Aziende promotrici della diffusione de LOsservatore Romano Intesa San Paolo Ospedale Pediatrico Bambino Ges Banca Carige Societ Cattolica di Assicurazione Credito Valtellinese Assicurazioni Generali S.p.A Buon risultato per lasta dei titoli spagnoli Borse dominate dallincertezza Contro la liberalizzazione dei supermercati stranieri Milioni di commercianti scioperano in India Lordinanza della Consulta sul ricorso del Quirinale contro la Procura di Palermo WASHINGTON, 20. Lincertezza do- mina le Borse europee in attesa della decisione spagnola sugli aiuti. Lasta dei titoli iberici, oggi, ha fatto regi- strare un risultato molto positivo: il Tesoro spagnolo ha collocato 4,8 mi- liardi di titoli di Stato, superando lammontare massimo di 4,5 miliardi previsto per lasta di oggi. I tassi so- no in deciso calo, al 5,666 per cento da 6,647 per cento per il decennale gennaio 2022 e al 3,845 per cento per il tre anni ottobre 2015. Discreta la domanda. Tuttavia, i listini resta- no contrastati. Ieri gli indici si sono difesi bene con Parigi (pi 0,54) e Francoforte (pi 0,59) oltre che Ma- drid (pi 0,50). Milano si accon- tentata di un pi 0,15 e Londra ha chiuso a pi 0,35. Sul fronte europeo, pesa soprat- tutto lincertezza sulla Spagna, dopo che la vice presidente del Governo, Soraya Senz de Santamaria, ha di fatto confermato che lEsecutivo sta valutando la richiesta daiuto facen- do ricorso agli acquisti da parte del- la Bce sul mercato secondario dei ti- toli di Stato. Resta il nodo, pesante sul piano politico, delle condizioni che Madrid sarebbe costretta ad ac- cettare. Intanto, per, i mercati han- no ben accolto quanto detto da Mo- ritz Kraemer, uno dei responsabili per i rating sovrani di Standard & Po ors: lagenzia di rating ha det- to Kraemer ritiene improbabile che il rating scenda al livello junk, o spazzatura, visto che dopo lannun- cio della Bce a inizio agosto le pre- condizioni per il successo sono in qualche modo superiori rispetto a un mese fa. Ottima domanda e rendimenti sempre vicini allo zero per lasta odierna di titoli tedeschi a due anni (Schatz). Sono stati collocati infatti titoli in scadenza a settembre 2014 per 4,084 miliardi con un rendimen- to medio dello 0,06. Per quanto mi- nimo, il rendimento registra un rial- zo dallo zero registrato nellultima asta del genere dello scorso agosto. La richiesta stata pari a 8,44 mi- liardi (2,1 volte lofferta). Secondo uno studio delle banche tedesche, il prodotto interno lordo della Germa- nia crescer questanno dello 0,9 e per il 2013 dell1,1 per cento. Tutto considerato tra luglio e dicembre di questanno c da attendersi solo una crescita marginale o una stagnazione delleconomia hanno spiegato gli economisti della federazione Ma a trainare le Borse sul finale, in coincidenza con lavvio di Wall Street, stato soprattutto il balzo delle vendite di abitazioni negli Stati Uniti, salite ad agosto del 7,8 per cento al tasso annualizzato di 4,82 milioni, il pi alto dal maggio 2010. Un dato particolarmente osservato perch percepito dagli operatori co- me fondamentale per un consolida- mento della ripresa americana: il piano della Fed, teso ad abbassare le attese sui tassi a lungo termine, sta iniettando fiducia e sta lentamente rimettendo in salute il mattone tra- mortito dalla lunga crisi. Il mercato immobiliare americano, quello al centro della crisi, mostra segnali di ripresa che lasciano ben sperare sul fatto che la ripresa sta prendendo corpo. Le vendite di case esistenti in agosto sono salite del 7,8 per cento rispetto al mese preceden- te e del 9,3 per cento su base annua a un tasso annualizzato di 4,82 mi- lioni di unit. Si tratta del risultato migliore dal maggio 2010, quando gli acquirenti di prime case si af- frettavano per qualificarsi per gli sgravi fiscali. Sempre lo scorso me- se, le costruzioni di case nuove so- no salite del 2,3 per cento rispetto a luglio e del 29 rispetto ad agosto 2011 a un tasso di 750.000 unit: le costruzioni di case unifamiliari, che hanno rappresentato il 71 per cento delle nuove case di agosto, sono balzate ai livelli pi alti dallaprile 2010. La ripresa del mercato immobiliare, reale ha spiegato Sal Guatieri, analista di Bmo Capital Market. Il mercato immobiliare dicono gli analisti sta sperimentando una ripresa de- cisa. Molti acquirenti stanno traendo vantaggio dalle convenien- ti condizioni offerte per i mutui. E la ripresa si vede dai prezzi: quelli medi delle case esistenti so- no risultati pari a 187.400 dollari, in aumento del 9,5 per cento ri- spetto ad agosto dello scorso an- no. I dati sono molto buoni e rafforzano la nostra idea che tutti i pezzi di una sostenibile ripresa del mercato immobiliare stiano andan- do a posto dicono gli esperti. Nonostante landamento del mer- cato mettono in guardia gli ana- listi c per bisogno di cautela: le vendite e le costruzioni sono sotto i livelli precedenti la bolla. NEW DELHI, 20. Oltre cinquanta milioni di commercianti indiani han- no aderito oggi a uno sciopero indetto dai partiti dellopposizione con- tro la liberalizzazione dei supermercati stranieri, decisa la scorsa setti- mana dal Governo. A New Delhi, Mumbai, Bangalore e nelle principa- li metropoli i negozi sono rimasti chiusi e alcuni trasporti pubblici so- spesi. Previsti cortei e sit-in di protesta. Allagitazione partecipano le principali associazioni dei commercianti. Lingresso dei grandi colossi della distribuzione infatti visto come una minaccia al piccolo com- mercio, che impiega milioni di famiglie in India. Disordini a Hyderabad (Afp) Volontari dellUe per fronteggiare disastri e crisi umanitarie nel mondo BRUXELLES, 20. Per far fronte ai di- sastri e alle crisi umanitarie nel mondo, la Commissione europea ha proposto un nuovo Corpo di vo- lontari dellUe. Liniziativa prevede linvio, in varie zone, di 10.000 vo- lontari tra il 2014 e il 2020 A fare parte del nuovo gruppo potranno essere tutti i cittadini maggiorenni Ue (e anche non Ue, ma residenti da tempo sul territorio europeo), che avranno seguito un periodo di formazione e dimostre- ranno di essere ben preparati prima di essere inviati sul terreno. A que- sti andranno aggiunte altre 10.000 persone che potranno offrire il loro aiuto svolgendo compiti dallE u ro - pa o in rete. Il progetto prevede un bilancio di 239,1 milioni di euro e verr attuato in cooperazione con varie organizzazioni, che per poter partecipare dovranno rispettare de- terminati standard, in particolare di sicurezza. Abbiamo la possibilit unica di mandare un segnale po- sitivo in questi tempi di crisi, ha spiegato il commissario europeo agli Aiuti umanitari, Kristalina Georgieva, perch con la creazione di un corpo di volontari lUe potr dimostrare la sua solidariet aiutan- do le persone pi in difficolt. Intervento della Santa Sede alla 56 sessione della Conferenza generale dellAiea Una cultura della pace per rispondere alle sfide del rinascimento nucleare Dal 1957, in occasione della Conferenza generale dellAgenzia Internazionale dellEnergia Atomica (Aiea), la Missione Permanente della Santa Sede a Vienna organizza una celebrazione eucar istica per gli ambasciatori e i delegati ac c re d i t a t i presso le Organizzazioni internazionali che hanno sede in quella citt e gli alti of- ficiali dellAgenzia. Questanno, detta celebrazione eucaristica stata presieduta il 15 settembre, nella Karlskirche, dallarcivescovo Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati e Capo delegazione alla 56 sessione della Confere n - za generale dellAiea, che in corso a Vienna dal 17 al 21 settembre 2012. Ri- portiamo qui di seguito lintervento pronunciato dallarcivescovo Mamberti nel po- meriggio di luned 17 settembre. Sede considera il Trattato per lin- terdizione globale degli esperimenti nucleari (Ctbt) uno strumento im- portante per conseguire questo fine, senza menzionare le sue applicazioni potenziali, civili e scientifiche, attra- verso il Sistema di Monitoraggio In- ternazionale. Sono onorato di avere il nome della Santa Sede, cos come il mio proprio nome, sulla lista dei Paesi che appoggiano la Dichiara- zione Ministeriale della VI C o n f e re n - za Ministeriale del Ctbt. La Santa Sede convinta che, lavorando in- sieme, la firma, la ratifica e lentrata in vigore del Trattato rappresente- ranno un significativo contributo per il futuro dellumanit, cos come per la protezione della terra e dellambiente affidati alla nostra cu- ra dal Creatore. A tal riguardo, anche la ratifica da parte di tutti i Paesi, in particola- re delle Potenze nucleari, dei rispet- tivi Protocolli ai Trattati per le zone libere da armi nucleari di grande importanza. La Santa Sede riafferma il proprio forte appoggio per gli sforzi volti a istituire tale zone nel Medio Oriente ed fiduciosa per le discussioni che avverranno su tale argomento in Finlandia. Le zone li- bere da armi nucleari sono il miglior esempio di fiducia, confidenza e af- fermazione che la pace e la sicurezza sono possibili senza il possesso delle armi nucleari. Lumanit merita non meno che la piena cooperazione di tutti gli Stati in questa importante materia. Ogni passo nellagenda del disarmo e della non proliferazione deve esse- re fondato sui principi del premi- nente e inerente valore della dignit umana e della centralit della perso- na umana, che costituiscono la base del diritto umanitario internaziona- le. Lo scorso maggio, durante il pri- mo Comitato Preparatorio della Conferenza di Esame del 2015 degli Stati Parte al Npt, la Santa Sede ha co-sponsorizzato la Dichiarazione congiunta sulla dimensione umani- taria del disarmo nucleare, una delle principali novit che sono emerse durante quellincontro. Le armi nu- cleari hanno la capacit distruttiva di porre una minaccia alla sopravvi- venza dellumanit e fintanto che es- se continueranno a esistere, la mi- naccia allumanit perdurer. Inol- tre, le armi nucleari sono inutili nellaffrontare le attuali minacce co- me la povert, la salute, il cambia- mento climatico, il terrorismo e la criminalit transnazionale. Lunico modo per garantire che queste armi non saranno utilizzate ancora at- traverso la loro totale, irreversibile e verificabile eliminazione, sotto con- trollo internazionale. In questo cam- po, lAiea assume un ruolo centrale da svolgere. Signor Presidente! Dalla sua fondazione, lAgenzia internazionale per lenergia atomica diventato un riferimento insostitui- bile per la cooperazione internazio- nale nelluso della tecnologia nu- cleare per scopi pacifici e per lo svi- luppo umano integrale. A tal riguar- do, la Santa Sede d il benvenuto a Fiji, San Marino e Trinidad e Toba- go quali nuovi Stati membri della famiglia dellAiea. Una questione importante che ri- guarda non solo la famiglia dellAiea, ma la famiglia umana nel suo insieme, quella della sicurezza nucleare. La Santa Sede segue da vi- cino i progressi registrati nellattua- zione del Piano di azione dellAiea sulla sicurezza nucleare e si congra- tula con lAgenzia per tale attuazio- ne. Ci che emerso agli impianti nucleari di Fukushima-Daiichi ha rapidamente rivelato che una crisi locale nucleare di fatto un proble- ma globale. Ha anche messo in luce che il mondo esposto a rischi reali e sistemici, non solamente ipotetici, con costi incalcolabili e che neces- sario sviluppare un coordinamento politico internazionale mai visto in precedenza, facendo cos affiorare numerose questioni. La sicurezza energetica e la sicu- rezza nucleare richiedono ladozione di tecniche appropriate e di misure legali, cos come di azioni e di ri- sposte a livello culturale ed etico. Nel breve periodo, le misure tecni- che e legali sono necessarie per la protezione dei siti e del materiale nucleare, nonch per la prevenzione degli atti di terrorismo nucleare, i cui possibili devastanti effetti sono realmente difficili da immaginare. Nel lungo periodo, vi il bisogno di misure di prevenzione, misure che penetrino nelle pi profonde radici culturali e sociali, come ad esempio programmi di formazione per la dif- fusione di una cultura della sicurez- za sia nel settore nucleare che nella coscienza pubblica in generale. Un ruolo speciale deve essere riservato ai codici di condotta per le risorse umane che, in ambito nucleare, de- vono essere sempre consapevoli dei possibili effetti delle loro attivit. La sicurezza dipende dagli Stati, ma so- prattutto dal senso di responsabilit di ogni persona. Signor Presidente! Il Programma di cooperazione tecnica (Tcp) dellAgenzia uno de- gli strumenti principali per trasferire la scienza e la tecnologia nucleari agli Stati membri al fine di promuo- vere uno sviluppo sociale, economi- co e integrale. Queste iniziative, quando sono mirate ai bisogni degli Stati beneficiari e dei loro partner nellambito delle priorit nazionali, aiutano a combattere la povert e possono contribuire a soluzioni pi pacifiche per i problemi seri che af- fronta lumanit A tal riguardo, la Santa Sede par- tecipa al Forum scientifico di que- stanno, dedicato al tema Cibo per il futuro: fronteggiare le sfide attra- verso le applicazioni nucleari. Que- sto tema sottolinea il pressante biso- gno di combattere la fame e la mal- nutrizione di tanti membri della fa- miglia umana. Ovviamente, la Santa Sede non ha soluzioni tecniche da offrire. Cionondimeno, dellopi- nione che le biotecnologie e le tec- nologie nucleari non possono essere valutate unicamente sulla base di in- teressi economici immediati. Devono essere sottomesse prima di tutto a ri- gorosi esami scientifici ed etici, al fi- ne di prevenire che esse diventino pericolose per la salute umana e per il futuro del nostro pianeta. Nel contesto del Tcp, vorrei anche menzionare il ruolo particolare dei radionuclidi utilizzati nella diagnosi e nel trattamento di malattie mali- gne. La terapia radioattiva uno dei trattamenti fondamentali del cancro e pi del 50 per cento dei pazienti a cui stata diagnosticata tale malat- tia potrebbero beneficiare da questo tipo di terapia sia se applicata da sola sia congiuntamente alla chirur- gia e alla chemioterapia. Tuttavia, nei Paesi in via di sviluppo pi della met dei pazienti che soffrono di cancro non hanno accesso alla ra- dioterapia a causa della carenza di attrezzature appropriate e di perso- nale sufficientemente addestrato con esperienza nella fisica clinica e me- dica. La Santa Sede apprezza il la- voro e gli sforzi dellAiea e dei suoi partner nella pianificazione e nella diffusione di programmi di controllo del cancro e incoraggia lAiea a con- tinua a perseguire e rafforzare que- ste attivit estremamente importanti. Il Programma di Azione per la tera- pia tumorale (Pact), finalizzato ad accrescere la capacit dellAgenzia ad assistere i Paesi membri nello straordinario compito di combattere il cancro e istituire centri regionali di eccellenza per la radioterapia, merita di essere menzionato con ri- sp etto. Mi permetta di concludere, Si- gnor Presidente, con la seguente ri- flessione: nel considerare le politiche nucleari dalla prospettiva dello svi- luppo integrale della persona uma- na (Dichiarazione sul Diritto allo sviluppo, 1986, paragrafo 5), che im- plica non solo lo sviluppo materiale ma soprattutto lo sviluppo culturale e morale di ogni persona e di tutti i popoli, la Santa Sede vede, e invita tutti a vedere, il contributo dellAgenzia internazionale per lenergia atomica alla pace, salute e p ro s p e r i t . Grazie, Signor Presidente! ROMA, 20. La Corte Costituzionale italiana ieri, mercoled, ha dichiara- to ammissibile il ricorso presentato dalla Presidenza della Repubblica per conflitto di attribuzione fra po- teri dello Stato. Come noto, il ri- corso era stato sollevato dal Quiri- nale nei confronti della Procura di Palermo, a seguito della mancata distruzione dei testi di alcune in- tercettazioni telefoniche aventi per oggetto il capo dello Stato, Gior- gio Napolitano. Il ricorso presenta- to dal Quirinale scritto nellor- dinanza della Consulta pro- posto a salvaguardia di prerogative del presidente della Repubblica che sono prospettate come insite nella garanzia dellimmunit previ- sta dallarticolo 90 della Costitu- zione. Per la Corte, esaminando lammissibilit del conflitto sotto il profilo oggettivo, nel ricorso si rileva che tali prerogative sono de- lineate anche nelle disposizioni di legge ordinaria collegate a quanto previsto nellarticolo 90 della Co- stituzione, a fronte di lesioni in assunto realizzate o prefigurate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Pa- lermo nello svolgimento dei propri compiti. Signor Presidente! Ho lonore di trasmettere a lei, Si- gnor Presidente, al Direttore Gene- rale dellAgenzia internazionale per lenergia atomica (Aiea), Signor Yu- kiya Amano, e a tutti i distinti par- tecipanti di questa 56 Conferenza generale dellAiea i migliori auspici e i cordiali saluti di Sua Santit Be- nedetto XVI, che, in occasione del 50 anniversario dellAiea, disse: Limpegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari, pro- muovere un progressivo e concorda- to disarmo nucleare e favorire luso pacifico e sicuro della tecnologia nu- cleare per un autentico sviluppo, ri- spettoso dellambiente e sempre at- tento alle popolazioni pi svantag- giate, sempre pi attuale e urgen- te (cfr. An g e l u s del 29 luglio 2007). In un mondo in progressiva e pervasiva globalizzazione il rischio che allinterdipendenza di fatto tra gli uomini e i popoli non corrispon- da linterazione etica delle coscienze e delle intelligenze, dalla quale pos- sa emergere come risultato uno svi- luppo veramente umano (Benedet- to XVI, Caritas in veritate, 9). Tale rischio diviene ancor pi marcato se si considera anche il co- siddetto rinascimento nucleare a livello mondiale e le sue numerose sfide che riguardano: il legame tra disarmo e non proliferazione nuclea- ri, la crescita della domanda di ener- gia, le minacce poste dal terrorismo nucleare e dal mercato nero nuclea- re, la sicurezza nucleare, eccetera. Queste sfide potranno essere affron- tate in maniera seria solo coltivando una cultura della pace fondata sul primato del diritto e sul rispetto del- la vita umana. In siffatto contesto, lAiea pu e deve contribuire a favorire una in- terazione etica delle coscienze e del- le intelligenze (ibid.), essenziale per rispondere a quelle sfide e per pro- muovere uno sviluppo umano real- mente integrale, che, secondo la Santa Sede, deve essere di portata universale, nel dialogo tra i saperi e le operativit (cfr. ibid., n. 4). Signor Presidente! Tutti noi conosciamo le forti inte- razioni esistenti tra il disarmo nu- cleare e la non proliferazione nu- cleare: essi sono interdipendenti e si rafforzano a vicenda; la loro attua- zione trasparente e responsabile rap- presenta uno degli strumenti princi- pali non solo per combattere il ter- rorismo nucleare, ma anche per rea- lizzare concretamente una cultura della vita e della pace, capace di promuovere in maniera efficace lo sviluppo integrale dei popoli. In questa prospettiva, la comunit in- ternazionale dovrebbe mostrare unespressione di intenti visibile ed efficace volta a costruire e a raffor- zare le basi legali internazionali per leliminazione sistematica delle armi nucleari. Non si pu pi considerare moralmente sufficiente ridurre le scorte di armi nucleari superflue mentre si modernizzano gli arsenali nucleari e si investono ampie somme di denaro per assicurare la loro pro- duzione futura e il loro manteni- mento. Per queste ragioni, la Santa Sede vede il Trattato di non prolife- razione delle armi nucleari (Npt) co- me la pietra angolare del regime globale di non proliferazione nu- cleare e continuer a offrire il pro- prio contributo per la preparazione di un terreno fertile che permetta al- la IX Conferenza di esame del Npt, prevista nel 2015, di produrre risulta- ti consistenti e incoraggianti non so- lo per il rafforzamento dello stesso Trattato, ma anche per rendere que- stultimo uno strumento pi efficace nel rispondere alle nuove sfide che continuamente emergono nelloriz- zonte nucleare. Signor Presidente! La sicurezza globale non pu ba- sarsi sulle armi nucleari. La Santa LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 3 Brahimi studia un piano di negoziati tra Governo e opposizione LOnu chiede dialogo politico in Siria Le proteste nel mondo islamico Appelli dei leader musulmani a reazioni pacifiche DAMASCO, 20. LOnu chiede dialo- go politico in Siria. Il segretario ge- nerale delle Nazioni Unite, Ban Ki- moon, teme che tanto il presidente Bashir Al Assad quanto lopp osizio- ne siano determinati a combattere fino alla fine ricorrendo a ogni pos- sibile strumento militare inadatto a portare a una soluzione. Ban Ki-moon ha quindi lanciato, dopo 18 mesi di guerra civile e migliaia di morti, lennesimo appello per lav- vio di un dialogo politico tra le parti. A tal proposito il segretario generale ha anticipato che linviato di Onu e Lega Araba, lalgerino La- khdar Brahimi, la prossima settima- na potrebbe stilare un piano di ne- goziati dopo gli incontri che avr al Palazzo di Vetro. Comunque, ha ag- giunto, la Siria sar la priorit dellagenda e dei leader che parte- ciperanno allAssemblea generale dellOnu che si aperta a New York. Sul terreno, continuano le violen- ze. I ribelli siriani hanno preso il controllo ieri del valico di frontiera di Tal Abyad, al confine con la Tur- chia. Lo riferiscono i siti turchi. Da due giorni la zona teatro di vio- lenti scontri tra le forze dell'esercito e gli oppositori. Si registrano intan- to nuovi combattimenti oggi a Da- masco, Aleppo e nella regione di Homs. La Siria accoglier con fa- vore qualsiasi soluzione equilibrata e giusta alla crisi che soddisfi gli in- teressi del suo popolo e basata sul rispetto della sovranit del Paese, ha dichiarato il presidente Assad nel corso di un colloquio a Damasco con il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, stando a quanto riporta la televisione di Stato. La Si- ria si sempre dimostrata aperta riguardo a tutte le iniziative che so- no state annunciate per risolvere la crisi ha inoltre affermato Assad, che, rivolgendosi a Salehi, ha espresso apprezzamento per gli sforzi compiuti dallIran in merito. Una conferenza per avviare il dia- logo politico in Siria stata nel frat- tempo indetta per il 23 settembre prossimo a Damasco dalle opposi- zioni in patria. Lo riferisce il Comi- tato di coordinamento nazionale (Ccn), principale piattaforma di dis- sidenti a Damasco, al termine dellincontro di un suo rappresen- tante a Pechino con le autorit cine- si. Haytham Mannaa, membro del Ccn in Francia, si recato in Cina per incontrare il ministro degli Este- ri di Pechino. Al termine dei collo- qui, Mannaa ha confermato che do- menica prossima prevista la con- ferenza per salvare la Siria, in vista di una riunione a Mosca tra rappre- sentanti delle opposizioni e del regi- me siriano. Lincontro di Mosca non stato ancora definito. La stes- sa conferenza di Damasco era stata inizialmente annunciata per il 12 settembre scorso, ma il Ccn aveva annullato lappuntamento a causa dellassenza di garanzie da parte delle autorit sullimmunit a oppo- sitori e dissidenti. Sul fronte umanitario, resta molto difficile la situazione dei profughi. La crisi siriana potrebbe avere riper- cussioni destabilizzanti sui Paesi li- mitrofi, come nel Libano, dove arri- vano circa mille profughi al giorno: lo ha denunciato Margherita Boni- ver, inviata del Governo italiano in Libano e Giordania per fare il pun- to sul flusso dei profughi. Non si vicini a una soluzione politica accet- tabile in Siria ha spiegato linviato. IL CAIRO, 20. Condanne delle vio- lenze e difese della libert di espres- sione, ma anche sdegno per pubbli- cazioni che offendono la sensibilit religiosa e timori di ulteriori e cruenti disordini, si mescolano nelle reazioni internazionali alle proteste in atto nel mondo islamico. A rinfo- colare le proteste ha contribuito la pubblicazione di vignette satiriche su Maometto sulla rivista francese Charlie Hebdo, a pochi giorni dalla diffusione del film Innocence of Muslims, al quale era seguito lassal- to al consolato statunitense di Ben- gasi con luccisione dellambasciato- re Chris Stevens e di altri tre fun- zionari. Molti osservatori, comun- que, sottolineano come la dinamica dellattentato faccia supporre una lunga preparazione e che la data dell11 settembre, pi che alle vicen- de degli ultimi giorni, sembrerebbe fare riferimento agli attentati del 2001 negli Stati Uniti. Mentre numerosi Paesi, a partire da Francia e Stati Uniti, rafforzano le misure di sicurezza interne e nelle sedi diplomatiche, nel mondo mu- sulmano le leadership politiche, cul- turali e religiose tentano di ripren- dere il controllo delle piazze, solle- citano risposte politiche a quelle che pure ritengono provocazioni e lan- ciano appelli sempre pi insistenti a mobilitazioni solo pacifiche. In questo senso si sono espresse anche le autorit di diversi Paesi arabi, tra i quali la Tunisia, teatro di alcuni degli assalti pi violenti allambasciata statunitense. Respon- sabili del partito Ennahda, di matri- ce islamica, al potere a Tunisi, han- no detto chiaramente che i musul- mani hanno il diritto di protestare, ma pacificamente. Il ministero degli Affari religiosi ha chiesto esplicita- mente che le moschee non vengano usate per lanciare messaggi provo- catoriamente estremisti. In questottica, trova fautori la proposta di una regolamentazione internazionale che proibisca la bla- sfemia e loffesa ai simboli religiosi. Su questa linea si sono espressi ieri al Cairo tanto il segretario della Le- ga araba, Nabil el Araby, quanto Ahmed el Tayyeb, imam della mo- schea di Al Azhar, il pi grande centro teologico dellislam sunnita. Questi, dopo le vignette di Charlie Hebdo, era stato il primo a solleci- tare lOnu ad adottare un provvedi- mento antiblasfemia. Riprendendo ieri largomento, el Tayyeb anche andato oltre, sostenendo che le vi- gnette sono un esempio di istiga- zione allodio dietro lalibi della li- bert despressione e tacciando i promotori francesi delliniziativa di ignoranza del contributo dato dallIslam alla civilt e del suo ruolo nella crescita storica della stessa Eu- ro p a . El Araby ha spiegato che per arri- vare a unazione internazionale con- divisa, dalla scorsa settimana sono in corso contatti con lO rganizza- zione della Conferenza islamica, lUnione africana e lUnione euro- pea e che ci potrebbero essere svi- luppi allAssemblea generale dellOnu. El Araby ha detto che gli attacchi allislam devono finire, ma ha precisato che essi vanno im- putati a singoli individui, non a in- teri Stati o allOccidente tout court e si unito agli appelli alla calma. Il ministro francese dellI s t ru z i o - ne, Vincent Peillon, ha comunque affermato che la libert de s p re s s i o - ne un principio intangibile e che su questo non si pu transigere, perch altrimenti il primo passo verso lautoritarismo. Non si ob- bligati a leggere o a comprare un giornale, ha aggiunto Peillon, se- condo il quale compito del Gover- no proteggere la vita di un certo numero di francesi. Il riferimento alle misure prese dalla Francia nel timore di nuovi assalti, in particola- re la chiusura per motivi precauzio- nali di sedi diplomatiche e consolari in una ventina di Paesi. Lattenzione concentrata soprat- tutto sulla giornata di domani, in concomitanza con la preghiera isla- mica del venerd, ma gi oggi si re- gistrano nuove proteste in numerosi Paesi, tra i quali lAfghanistan e lIran. Le macerie di unabitazione distrutta ad Aleppo (Reuters) Ripresi dopo sei mesi i collegamenti aerei tra le due capitali Segnali di distensione tra Khartoum e Juba Rifugiati nel campo sudsudanese di Yida (LaPresse/Ap) Otto morti e pi di trenta feriti nellesplosione di unautobomba a Peshawar Ancora violenza in Pakistan ISLAMABAD, 20. Ancora violenze nel territorio pakistano. Lesplosione di unautobomba, avvenuta in un sob- borgo di Peshawar, nel nordovest del Paese, ha provocato ieri otto morti e pi di trenta feriti. Lufficia- le della polizia locale, Khursheed Khan, ha detto che lordigno era stato nascosto in unauto parcheg- giata lungo una strada ed stato poi azionato con un dispositivo a distanza. Il capo della polizia di Pe- shawar, Naseem Hayat, ha spiegato che per compiere lattentato sono stati utilizzati fra i trenta e i qua- ranta chilogrammi di esplosivo. Dunque le violenze non lasciano il Pakistan, nonostante le autorit di Islamabad siano da tempo impe- gnate in un intenso sforzo diploma- tico per cercare di arginare lazione destabilizzante dei talebani. E in questi giorni, proprio per ribadire questo impegno, il ministro degli Esteri, Hina Rabbani Khar, in missione negli Stati Uniti per collo- qui, tra gli altri, con il segretario di Stato, Hillary Clinton, con il consi- gliere della sicurezza nazionale, Tom Donilon, con il rappresentante del commercio statunitense, Ron Krik. Nei giorni scorsi linviato sta- tunitense per il Pakistan e lAfgha- nistan, Marc Grossman, ha incon- trato la dirigenza pakistana a Isla- mabad per fare il punto sulla situa- zione delle relazioni fra i due Paesi impegnati insieme nella lotta al ter- rorismo. Grossman ha incontrato il presidente Asif Ali Zardari, nonch il ministro degli Esteri. Da ricordare che i rapporti fra Pakistan e Stati Uniti conoscono, da tempo, alti e bassi. Sullo sfondo, tuttavia, c sempre un elemento caratterizzante: ovvero la consapevolezza che lunit di intenti fra Islamabad e Washin- gton essenziale se si vuole vincere la sfida lanciata dai terroristi. Fatto, questo, recentemente ribadito da Hillary Clinton, che ha richiamato limportanza del ruolo rivestito dal Pakistan quale alleato strategico nella lotta al terrorismo. Ma in que- sto quadro permangono frizioni. Per esempio divide ancora la vessata questione dei droni statunitensi (ve- livoli senza pilota) che secondo le autorit di Islamabad non garanti- scono i cosiddetti bombardamenti scientifci e mirati contro le nume- rose postazioni talebane, e ci a ri- schio dellincolumit della popola- zione. Un autobus distrutto dalla deflagrazione (Afp) Le Nazioni Unite denunciano un Governo di fatto insediato dai ribelli Si aggrava la crisi nel Nord Kivu KINSHASA, 20. Sembra destinata ad aggravarsi la crisi nel Nord Kivu, la regione orientale della Repubbli- ca Democratica del Congo, al con- fine con il Rwanda, dove non si mai consolidato laccordo di pace che circa dieci anni fa pose formal- mente fine al conflitto congolese. Il responsabile delle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, Herve Ladsous, ha dichiarato ieri che i ribelli del Movimento del 23 marzo (M23), attivi nella regione, hanno instaurato una sorta di loro governo di fatto, imponendo tributi alle popolazioni. Ladsous ha condotto nei giorni scorsi una missione nella Repubbli- ca Democratica del Congo e nel Rwanda, Paese questultimo accu- sato sia dal Governo congolese sia dalle Nazioni Unite di appoggiare i ribelli. La sovranit del congole- se deve essere rispettata e chiara- mente c anche bisogno di rico- struire la fiducia fra la Repubblica Democratica del Congo e il Rwan- da, ha dichiarato Ladsous alla stampa dopo laudizione davanti al Consiglio di sicurezza. Gli insorti dellM23 sono ex mi- liziani del Congresso nazionale di difesa del popolo (Cndp) che tre anni e mezzo fa, appunto il 23 marzo 2009, firmarono un accordo di pace e vennero integrati nellesercito governativo congolese. Nei mesi scorsi hanno per diserta- to in massa, accusando il Governo di Kinshasa di violare i patti. Da allora sono ripresi i combattimenti nel Nord Kivu. Come detto, nella regione e in quelle congolesi limi- trofe a ridosso dei Grandi Laghi, non si mai davvero instaurata la pace che nel 2002 pose fine a quel conflitto congolese che si merit il nome di prima guerra mondiale africana, non solo per lo spavento- so numero di vittime almeno tre milioni di morti ma anche per il coinvolgimento, oltre che delle fa- zioni congolesi, degli eserciti rego- lari di altri sei Paesi. Linsurrezione degli ex miliziani del Cndp , a suo tempo guidati dal generale Bosco Ntaganda, ricercato per crimini di guerra dalla Corte penale internazionale dellAja, ha provocato una nuova ondata di profughi, mentre la settimana scor- sa Human Rights Watch ha diffuso un rapporto in cui accusa lM23 di reclutare bambini soldato e di esse- re responsabile di stupri ed esecu- zioni sommarie. LUsaid accusata di ingerenza da Mosca MOSCA, 20. Con laccusa di ingerenze nella vita politica russa, il Governo di Mosca ha deciso di sospendere, da ottobre, tutte le attivit dellAgenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid, che ha il compito di so- stenere la politica estera di Washington). Funzionari russi, in passato, han- no descritto i programmi Usaid di finanziamento a osservatori elettorali, o a gruppi per i diritti civili critici del Cremlino, come tentativi di intromis- sione negli affari interni della Federazione. Aleksandr Lukashevich, porta- voce del ministero degli Esteri russo, ha spiegato che la natura del lavoro dellagenzia in Russia ha raramente risposto agli scopi dichiarati di pro- muovere lo sviluppo della cooperazione umanitaria bilaterale. Il diploma- tico ha aggiunto che lAgenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (che in ventanni ha speso oltre 2,6 miliardi di dollari nella promozione di riforme economiche e democratiche, appoggiando iniziative sanitarie e am- bientali e incoraggiando programmi per la stabilit nel Caucaso) ha tentato di influenzare i processi politici, comprese elezioni a diversi livelli, e la so- ciet civile attraverso la distribuzione di sovvenzioni. Da Washington, il dipartimento di Stato americano ha definito deplorevole la decisione. New Delhi testa un missile a gittata nucleare NEW DELHI, 20. LIndia ha effet- tuato un nuovo test di un missile a capacit nucleare con un raggio di azione di 4.000 chilometri da una base militare al largo della co- sta orientale dello Stato del- lOrissa. Lo riferisce il quotidiano Times of India, citando fonti del ministero della Difesa. Il razzo Agni-IV, hanno spiegato gli scien- ziati, equipaggiato con un sofi- sticato sistema elettronico, che permette di colpire un obiettivo con estrema precisione. Lultimo lancio sperimentale risale allo scorso 15 novembre. Domani, in- vece, previsto il test di un missi- le della stessa serie, Agni-III, dalla gittata di 3.000 chilometri. Il 17 settembre era stato invece il Paki- stan a sperimentare un missile da crociera a medio raggio capace di montare una testata nucleare. Respinti i ricorsi elettorali in Angola LUANDA, 20. Il tribunale costitu- zionale dellAngola ha respinto i ricorsi presentati dai partiti di opposizione sullesito delle ele- zioni del 31 agosto scorso, nelle quali il presidente Jos Eduardo dos Santos, al potere dal 1979, confermato alla guida del Paese, grazie al 71,8 per cento dei voti attribuiti raccolti dal suo partito, il Movimento popolare per la li- berazione dellAngola. I partiti dopposizione avevano accusato la maggioranza di una serie di irregolarit, tra cui la difficolt di accreditamento per i rappre- sentanti di lista e la presenza di schede premarcate con il voto gi assegnato al partito del pre- sidente. KHARTOUM, 20. Sono ripresi questa settimana i collegamenti aerei diretti tra la capitale sudanese Khartoum e quella sudsudanese Juba, dopo uninterruzione di sei mesi dovuta ai combattimenti lungo la frontiera che tra marzo e aprile avevano coinvolto gli eserciti dei due Paesi. Pur nel persistere dellincertezza sullesito del negoziato tra le due parti in cor- so ad Addis Abeba, con la mediazio- ne dellUnione africana, si susseguo- no dunque segnali di una possibile normalizzazione dei rapporti. Secon- do il sottosegretario del ministero dei Trasporti di Juba, David Martin, alla ripresa dei voli della compagnia di Khartoum Marsland seguir nei prossimi giorni una misura analoga della Sudan Airways. Diplomatici dellambasciata sudsudanese a Khar- toum hanno definito la ripresa dei voli un inizio importante per la cooperazione bilaterale. Lannuncio del ripristino dei col- legamenti aerei coinciso con la no- tizia dellaccettazione da parte del presidente sudanese Omar Hassan el Bashir della proposta dei mediatori dellUnione africana di tenere dome- nica ad Addis Abeba un vertice con il suo omologo sudsudanese Salva Kiir Mayardit. Lincontro potrebbe sancire unintesa tra i due Paesi sulla gestione delle ricchezze petrolifere, i confini comuni e altre questioni non risolte n dagli accordi che nel 2005 posero fine alla guerra civile n dallindipendenza di Juba proclama- ta il 9 luglio dellanno scorso. LOSSERVATORE ROMANO pagina 4 venerd 21 settembre 2012 SantAgostino e la lettura stoica del suicidio Intorno al dolore del mondo Nuova edizione critica per lepistolario del Roveretano Le undicimila lettere di Rosmini Anticipiamo alcuni stralci di uno dei saggi dellultimo numero della rivista Vita e Pensiero. di ALESSANDRO GHISALBERTI A gostino visse in prima persona gli anni della grande crisi del mondo e l l e n i s t i c o - ro m a n o , apertasi con lassedio e il successivo orribile saccheggio di Roma da parte dei Visigoti di Ala- rico. Lenorme impressione suscita- ta dalla violazione di Roma, pluri- secolare simbolo di una civilt con- siderata grande e perci imperitu- ra, indusse il mondo pagano ad ac- cusare i cristiani della decadenza di Roma e della dissoluzione della dai limiti che segnano lesistenza terrena. La riprova viene dallideale stoico di resistenza estrema allinsi- dia dei mali: scegliere la morte per darsi la felicit. a questo punto che Agostino affronta direttamente il tema del suicidio: La virt cui si d il no- me di fortezza, anche se associata con qualsiasi forma di sapienza, at- testa con la massima evidenza i mali delluomo, che ha indotto a sopportare nella pazienza. Mi sor- prende la sfrontatezza con cui gli stoici pretendono di non ritenerli mali, se poi riconoscono che, quando essi si sono fatti cos gravi che il sapiente non pu e non deve sostenerli, egli costretto a darsi la possibilit di essere sicuri di punire esclusivamente i colpevoli! Dopo la casa e la citt, la volta del mondo intero, che, come loceano, quanto pi grande tan- to pi colmo di pericoli: la lista dei mali che affliggono le nazioni si apre con la sofferenza indotta dalla diversit delle lingue, che divide luomo dalluomo. Segue la difficolt che permane nel go- vernare le nazioni sottomesse, nel vigilare continuamente nei con- fronti delle nazioni straniere, che possono diventare ostili e promuo- vere repentine azioni belliche. Guerre si nascondono anche allin- terno dello Stato, come le guerre sociali e quelle civili; inoltre del tutto teorica laffermazione che il sapiente conduca soltanto guerre giuste, perch pur essendo lingiu- stizia da parte dellavversario a in- durre il sapiente a combattere una guerra giusta, comunque proprio questa ingiustizia che addolora luomo, poich appartiene agli uo- mini. Nellideale della coesistenza de- gli uomini, la cultura classica e la filosofia in particolare avevano as- segnato primario rilievo allamici- zia, ed nota a tutti la grande sen- sibilit di Agostino a questo lega- me. Tuttavia, nel capitolo 8 del li- bro XIX de La citt di Dio, anche questo legame spirituale viene pre- sentato come fonte di preoccupa- zione, di sofferenza, di dolore: si teme che gli amici soffrano la fa- me, la guerra, le malattie, le prigio- ni; si soffre per la loro morte, an- che se noi preferiamo sentire o vedere che sono morti quelli che amiamo, piuttosto che sentire o ve- dere che essi si sono allontanati dalla vera fede e dai retti costumi, cio sono morti nellanima. La fe- nomenologia del dolore del mondo si estende infine alla societ dei santi angeli, che quei filosofi per i quali gli dei ci sono amici hanno collocato al quarto posto, quasi passando dalla terra alluniverso, in modo da abbracciare anche il cie- lo. Dove sorge qui linsidia per luomo? Agostino la vede nellignoranza che impedisce alluomo di distinguere il suggeri- mento dellangelo buono da quello dellangelo cattivo; la fragilit dellumano conoscere impedisce di poter stabilire, senza laiuto divino, se godiamo dellamicizia di angeli buoni o non abbiamo piuttosto a che fare con falsi amici, malvagi demoni astuti e menzogneri. Lignoranza la fonte e lorigine del lamento che da ogni piega dellesistenza, a tutti i livelli, pro- clama la grande infelicit. Potremmo cos sintetizzare lat- teggiamento globale di Agostino di fronte agli sforzi dei filosofi di vin- cere il dolore del mondo o di far conoscere alluomo laccesso alla felicit: proprio linnata tensione delluomo alla felicit rende perspi- cua la diagnosi di infelicit, che contrassegna tutti i luoghi della fe- licit individuati dai sapienti; lungi dal saper offrire un riscatto dal do- lore del mondo, la filosofia ha la sua validit nel mettere a nudo il pthos congenito dellesistenza, la totale mancanza di autosufficienza sia nel garantire il bene, sia nellesplorare le possibilit della vera felicit. Se dunque la filosofia si chiude in se stessa, essa diviene a sua vol- ta una voce, lestrema voce, dellin- felicit delluomo; se percepisce con lucidit il limite delle proprie vie, la filosofia rinunzia a offrire ri- sposte definitive e si apre ad altro, consegnando luomo, afflitto dai dolori e con lanimo colmo di tri- stezza, a un percorso diverso, che guarda oltre la morte: In realt la vita umana che costretta a essere infelice per la presenza di tali e tanti mali in questo mondo, feli- ce nella speranza di un mondo fu- turo e in tal modo anche salva. Con questo annunzio, Agostino esibisce i tre termini del nuovo percorso, segnato dalla pace: la speranza, il mondo futuro, la sal- vezza, che egli sviluppa a partire dal capitolo 10 sino alla fine del li- bro XIX, facendo leva principal- mente sul tema dalla pace, la quale stabilisce uno stretto legame tra la citt terrena e la citt celeste e con- sente di delineare il percorso alla vera felicit, attraversando e oltre- passando lesistenza attuale delluomo. Lannunzio della salvezza dal dolore, dallinfelicit e dal male non viene dalla filosofia, bens dal- la citt di Dio, che identifica il proprio sommo bene con la pace eterna e perfetta; questa salvezza si colloca oltre il tempo dellesistenza contrassegnato dalla nascita e dalla morte, e perci diventa loggetto della speranza di chi si trova a vi- vere nel tempo, ma ha accolto con fede lannunzio della citt di Dio. di ROBERTO CUTAIA Oltre undicimila lettere edite e ine- dite per il periodo che va dal 1813 al 1855. Una nuova edizione critica dellepistolario rosminiano sta per nascere. La pubblicazione del pri- mo volume, che include le lettere del periodo 1813-19 prevista per la seconda met del 2013. La notizia viene resa ufficiale gioved 20 set- tembre a Rovereto, in occasione del convegno internazionale Rosmini e leconomia, da Luciano Malusa curatore dellepistolario completo insieme a Pier Paolo Ottonello, en- trambi delluniversit di Genova. Questa nuova edizione completa spiega Malusa era sentita da tempo come unesigenza imprescin- dibile per gli studiosi e per gli esti- matori del grande pensatore di Ro- v e re t o . Il gruppo promotore della nuova edizione dellepistolario si propone ha spiegato Malusa di pubbli- care secondo rigorose regole filolo- giche tutte le lettere reperibili di uno degli esponenti pi rilevanti del pensiero cristiano in et con- temporanea, che nel 2007 la Chiesa ha solennemente proclamato beato. Si tratta di scritti da cui emerge lo spirito di santit di un grande cri- stiano, di profondo zelo pastorale a colloquio con i vertici della Chiesa del tempo, da Gregorio XVI a Pio IX, con Alessandro Manzoni, il Centro internazionale di studi ro- sminiani, stata presa in carico da un gruppo di studiosi facenti capo alluniversit di Genova. Finalmente il progetto passato alla fase operativa sottolinea an- cora Malusa grazie al finanzia- mento concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Ro- vereto per ricerche sulla giovinezza di Antonio Rosmini, cio sul perio- do della formazione, durante il quale iniziano ad apparire le lettere del giovane Rosmini, in un crescen- do di entusiasmo e di impegno cul- turale. Il concretizzarsi di un prossimo inizio della pubblicazione delle let- tere di Antonio Rosmini, dal solo punto di vista editoriale sottoli- nea Donato Mario Falmi delleditri- ce Citt Nuova da una parte fa tremare i polsi e dallaltra mette le ali ai piedi. Ma limpresa non pu che entusiasmare e meritare la mas- sima attenzione. La pluridecennale esperienza e competenza sia scienti- fica che editoriale fa comunque ben sperare in una riuscita del progetto che va a completare la pubblicazio- ne delledizione critica, a tutto van- taggio della conoscenza della perso- na e del pensiero di un grande co- me Rosmini. Sul finire del XIX secolo era gi stata pubblicata, quasi clandestina- mente, presso leditore Giovanni Pane, di Casale Monferrato, unedi- marchese Gustavo Benso di Ca- vour, il conte Giacomo Mellerio, Cesare Tapparelli dAzeglio, Ales- sandro Pestalozza, Niccol Tomma- seo, le suore della Provvidenza, e i fondatori di ordini religiosi come Giovanni Bosco. Dallinsieme dellepistolario sottolinea Mura- tore, direttore del Centro interna- zionale di studi Rosminiani di Stre- sa emerge la gigantesca figura di Rosmini e la sua grande curiosit in tutti i campi del sapere. Listituzione, alcuni decenni pri- ma della beatificazione, nel 1966, da parte dei padri rosminiani e su iniziativa del filosofo Michele Fede- rico Sciacca, del Centro internazio- nale di studi rosminiani, con sede in Stresa, aveva coinciso con la ne- cessit di creare un luogo di riferi- mento come lArchivio storico dellIstituto della carit, per la pre- parazione delledizione critica delle opere edite e inedite di Antonio Rosmini, incluse appunto le lettere. Ora liniziativa, con la p p ro v a z i o n e e la collaborazione della Casa gene- ralizia dellIstituto della carit e del zione dellEpistolario completo di Antonio Rosmini in tredici volumi (1889-1894). Era stata preceduta da unedizione parziale: Epistolario di Antonio Rosmini, parte prima: L e t t e re re l i g i o s e - f a m i g l i a r i (Torino, Paravia 1857). La diffusione dei tredici volu- mi delledizione completa era sta- ta resa nota al pubblico soltanto nel 1905, data del cinquantenario dalla morte del Roveretano, per evitare di far coincidere la pubblicazione con un periodo di grave crisi nel movimento rosminiano, dopo la condanna di quaranta proposizioni del pensatore con il decreto del Santo Uffizio, il Post obitum (1887). Ledizione casalese comunque fu strumento importante per lo stu- dio della vita e del pensiero del fondatore dellIstituto della Carit ricorda Malusa e gener infatti altre edizioni parallele di settori dellepistolario rosminiano (episto- lario ascetico, epistolario filosofico). Essa tuttavia apparve ben presto inadeguata, per un apparato critico inesistente e per lincompletezza di essa. Attualmente il pool di studiosi impegnato nella pubblicazione del- le lettere del periodo 1813-1819 (coordinato da Luciano Malusa e da Stefania Zanardi, con la collabo- razione, per i testi, di Paolo De Lu- cia, e di cui fanno parte i giovani studiosi Natascia Poloni, e Samuele Francesco Tadini) sta completando le ricerche che hanno ricevuto il so- stegno della fondazione trentina, e ha predisposto 305 lettere da pub- blicare con apparato filologico-te- stuale e di commento. Nella fase di ricerca delle lettere hanno collabo- rato anche studiosi delle universit di Trento e di Verona (Michele Ni- coletti, Paolo Marangon e Ferdi- nando Marcolungo). Dopo la pub- blicazione del primo volume, pre- vista quella delle lettere del periodo tra il 1819 e il 1824, secondo volume coordinato da Pier Paolo Ottonello: sono gli anni in cui il giovane Ro- smini viene ordinato sacerdote, si laurea in Sacra Teologia e inizia unintensa attivit di impegno cul- turale che lo porter successivamen- te alla costituzione di una enciclo- pedia cristiana. Nel centenario della nascita la Svezia ricorda il diplomatico che salv migliaia di ebrei La lista di Wallenberg Questanno ricorre il centenario della nascita di Raoul Wallenberg, diplomatico svedese che a Budapest, verso la fine della seconda guerra mondiale, nella seconda met del 1944, salv migliaia di ebrei dalla deportazione e dalla morte. Fino al prossimo dicembre previsto un fitto calendario di incontri e convegni, organizzati in tutto il mondo dal Governo svedese (che per loccasione ha creato in Rete il portale informativo www.raoulwallenberg2012.se). In Ita- lia, lanniversario sar celebrato con un evento organizzato a Roma dallAmbasciata di Svezia presso la Santa Sede, lUnione delle Co- munit Ebraiche Italiane e la Comunit di SantEgidio (che ospite- r lincontro) nel pomeriggio del 24 settembre, Coraggio di fronte al male. In memoria di Raoul Wallenberg. Alla conferenza stampa che si svolger nella mattina del 21 settembre, presso la chiesa di Santa Brigida, cripta di Santa Caterina in Piazza Farnese a Roma parteciper uno dei principali relatori, Frank Vajda (universit di Melbourne) salvato da Wallenberg tra il 1944 e il 1945. La vita del diplomatico svedese dimostra come il coraggio e la capacit di una singola persona possano fare la differenza. Raoul Wallenberg fu in- fine catturato dalle forze sovietiche e portato nella famigerata pri- gione Lubyanka a Mosca; nessuno sa con certezza cosa accadde dopo il suo arresto e il Governo svedese chiede tuttora una spiega- zione. di raggiungere la felicit in particolare alle s e rc i z i o delle virt cosiddette car- dinali: la prudenza, la giustizia, la fortezza e lautocontrollo. Nella pra- tica della virt della for- tezza danimo del saggio e nella sua forte capacit di discernimento dei per- corsi compatibili con la felicit delluomo veniva contemplata la dottrina del suicidio, come un atto forte di libert individua- le, che pone fine alla crisi del soggetto dubbioso di poter raggiungere la feli- cit desiderata. Per Agostino i filosofi hanno commesso un erro- re di prospettiva, quello di aver pensato non allaltra vita, ma solo a questa vita, e perci di essersi considerati autar- chici, in grado di procu- rarsi da soli la felicit. Il sommo bene la vita eterna e il sommo male la morte eterna. Questa ri- sposta decisamente forte: essa viene dalla parola di Dio, che ta- gliente come lama e illumina le menti di quanti lhanno accolta. Ma, ci chiediamo, come poteva- no i filosofi vissuti fuori dal popo- lo destinatario della rivelazione far- si portatori di una risposta tanto precisa, difficile da descrivere e spiegare nei suoi contenuti anche da parte di un intelletto credente? Quale visione il sapiente pu for- marsi della vita umana, fidando negli strumenti che la sola ragione gli fornisce? Il riporre la vita beata nellaldil non destituisce di valore la vita delluomo composto di ani- ma e corpo? Questi interrogativi urgono nella mente del lettore, mentre il testo di Agostino mostra di operare una precisa scelta di campo, in virt della quale la formulazione filoso- fica della ricerca umana della feli- cit risulta unopera impari gi alla sua partenza, e perci tutti gli in- terrogativi appena esposti, che ac- cordano fiducia unicamente allo sforzo riflessivo della ragione, sono inadeguati. La dichiarata colloca- zione nella vita eterna del sommo bene delluomo infatti sostenuta da una lettura della presente con- dizione della natura umana come segnata dalla morte e dal dolore; a partire da questa lettura i filosofi dovrebbero convincersi della neces- sit di rinunziare a ogni ricerca pu- ramente terrena della felicit, per- ch tale ricerca non fa che alimen- tare e accrescere linfelicit. Ogni categoria filosofica che, re- cependo i percorsi evidenziati da Varrone, era stata messa in campo morte e a uscire da questa vita (XIX, 4, 4). Gli stoici sostenevano che il sui- cidio, in certe circostanze, pu es- sere considerato un atto di estrema libert individuale. Pu essere at- tuato solo da un vero sapiente, va- le a dire un uomo che ha raggiun- to un livello di conoscenza e dim- perturbabilit tale da permettergli il privilegio di attuare un suicidio ben ponderato, come nel caso di chi scelga di dare la vita per la pa- tria. Agostino ritiene che la scelta della morte non esprima altro che rinunzia, valga cio come atto di riconoscimento dellinfelicit che segna lesistenza; un gesto radicale di morte non pu mai dare alcuna risposta reale al desiderio di vita felice. Agostino scandaglia, circa il pro- blema della felicit delluomo, le posizioni meno radicali dellesito suicida, offerte dai filosofi della storia: daccordo con la maggioran- za degli uomini, essi hanno inseri- to il percorso verso la felicit nel contesto sociale, individuando nel- le forme della relazione e della convivenza tra gli uomini le situa- zioni maggiormente capaci di con- sentire unesistenza felice, sottratta alle insidie dei mali pi gravi. Passando in rassegna questi ten- tativi di liberazione dallinfelicit, Agostino ne capovolge la prospet- tiva, e li vede come il luogo natu- rale, congenito e strutturale, del dolore del mondo, in tutti e quat- tro gli stadi dellorganizzazione so- ciale, dalla famiglia, alla citt, allo Stato e al mondo degli angeli, chiamato anche quarto mondo. perch su di essa si calibrasse la scelta dellaccesso alla felicit viene riconsiderata da Agostino secondo una prospettiva che convince dellinanit dellaspirazione alla fe- licit sulla base di risorse mera- mente naturali o di espedienti mentali. La stessa virt non appare forse come una guerra continua contro i vizi, non quelli esteriori, ma quelli interiori, non quelli degli altri, ma esclusivamente i nostri? Se la virt una guerra intesti- na, non pu essere certo il luogo della felicit, cos come nessuno sforzo che il sapiente esplica per resistere alle passioni pu conside- rarsi in se stesso una gioia: sono tutti tentativi di resistere ai mali delluomo, di non farsi travolgere ampio trattato di filosofia e teolo- gia della storia, nel quale la re- sponsabilit della grande crisi dellimpero romano veniva collega- ta con la religione, la visione filo- sofica della vita umana e gli ideali politici della Roma pagana. D ei ventidue libri che compongono La citt di Dio, scritti tra il 412 e il 427, il libro XIX tutto dedicato al- la lettura filosofica del dolore del mondo, in confronto con la visio- ne della vita proposta dai filosofi seguaci dellAccademia, e in parti- colare con la filosofia di Varrone e di Cicerone, i quali avevano miti- gato lo scetticismo accademico con ampie riprese di temi propri della filosofia stoica. Lo stoicismo affidava il compito Ribaltando le prospettive lIpponate presenta i tre termini di un nuovo percorso segnato dalla pace Speranza, mondo futuro e salvezza Nella famiglia sono na- scoste le insidie di quelli che Terenzio chiama i vizi nellamore: ingiurie, so- spetti, ostilit, tregue, e poi guerra e poi pace ancora. E se lintimit della casa non sicura, come pu besserlo la citt, molto pi grande e affollata, anche prescindendo dai casi estre- mi di sommosse e guerre civili? Anche nella p p a re n - za di una vita cittadina pa- cifica, Agostino individua una situazione permanente di conflittualit, che ori- ginata proprio dalla volon- t di giustizia, e che porta allattivazione dei tribunali dove luomo pronuncia giudizi sulluomo. Quante e quali ferite producono i giudici nella coscienza in- teriore delluomo, pi an- cora che nella sua fragile carne, senza avere mai la La precedente edizione di fine Ottocento dellepistolario Sandro Botticelli SantAgostino nello studio (1480, circa) La Gerusalemme Celeste (XII secolo, De civitate Dei) Raoul Wallenberg sua civilt, dal momen- to che i cristiani aveva- no assunto ideali di vi- ta divergenti da quelli della civilt romana. Per rispondere a queste accuse matur in Agostino il progetto di unopera apologeti- ca, La citt di Dio, un LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 5 A un anno dal discorso di Benedetto XVI al Bundestag Leterno ritorno del diritto naturale di MIGUEL DELGAD O GALIND O* N ellautorevole discorso pronunziato da Bene- detto XVI al Bundes- tag, il Parlamento fe- derale tedesco, il 22 settembre 2011 a Berlino, in occasio- ne del suo terzo viaggio apostolico in Germania, il Papa volle affrontare la questione dei fondamenti del di- ritto negli Stati democratici, metten- do a confronto la ragione aperta al linguaggio dellessere con la ragione positivista, e incalzando, al contem- po, un dibattito pubblico sulla rg o - mento. Nel suo intervento, il Papa ebbe a citare il celebre filosofo del diritto Hans Kelsen (1881-1973). Nato a Pra- ga, in seno a una famiglia ebrea, Kelsen stato, senza dubbio, il giu- sfilosofo pi influente del ventesimo secolo. Studi giurisprudenza nella capitale dellimpero austro-ungarico, e frequent le sedute del Circolo di Vienna, il cui approccio neopositivi- sta contribu a segnare il suo pensie- ro. Kelsen insegn prima presso luniversit di Vienna e, successiva- mente, in quella di Colonia, fino allavvento dei nazisti la banda di briganti a cui si rifer il Papa, prendendo spunto di una citazione del De civitate Dei, di santAgostino nel gennaio del 1933, circostanza che lo port a trasferirsi a Ginevra, dopo essere stato privato ingiusta- mente della sua cattedra universita- ria. Allinizio della seconda guerra mondiale, Kelsen emigr negli Stati Uniti, dove insegn presso luniver- sit di Harvard e, finalmente, in quella di California, a Berkeley. Tra le numerose pubblicazioni di Kelsen, spicca per la sua importanza La dottrina pura del diritto (Reine R e c h t s l e h re ), pubblicata per la prima volta a Vienna nel 1934, nella quale egli sintetizz il suo pensiero giuri- dico. , questa, unopera che ha avuto un influsso significativo nella cultura giuridica del secolo scorso, specialmente in Europa. A proposito della risonanza di questo volume, mi si permetta un breve cenno autobio- grafico che ritengo rilevante: quando intrapresi gli studi di giurispruden- za, La dottrina pura del diritto era il testo fondamentale di riferimento del corso di Diritto naturale anco- ra esistente, almeno formalmente, nel piano di studi vigente di giuri- sprudenza e laula destinata alle matricole era intitolata proprio a Kelsen. Lintento di questo giurista era quello di restituire al diritto il suo carattere di scienza, ristabilendo la purezza del suo oggetto proprio. Per raggiungere tale scopo, Kelsen soste- neva che il metodo giuridico deve li- berare il diritto da qualsiasi legame con letica, la sociologia e la psicolo- gia. Egli riteneva che la giustizia un ideale irrazionale, il cui contenu- to non pu essere determinato dalla conoscenza razionale. Loggetto di studio del giurista soltanto il dirit- to positivo, il quale di per s non giusto n ingiusto, ma semplicemen- te quello che stato prodotto se- condo la procedura stabilita dalla Costituzione e dalle leggi dello Sta- to. La dottrina pura del diritto, se- condo Kelsen, si occupa soltanto del diritto reale e possibile, senza alcun tipo di ulteriore valutazione assiolo- gica. Soltanto agendo secondo que- sto principio il giurista rimane tale, e la sua attivit pu essere qualificata veramente come scienza. Stando alla concezione kelseniana, il diritto appartiene allambito del dover essere (Sollen), e non al piano dellessere (Sein), cio della natura, dalla quale invece, secondo la dottri- na giusnaturalista anche nota co- me dottrina del diritto naturale il diritto pu essere dedotto. Questa dottrina ritiene che nella natura esista un ordinamento univer- sale, immutabile e vincolante per tutti, preesistente al diritto positivo, che luomo pu conoscere grazie alla ragione, e cos distinguere tra ci che giusto e ci che non lo . Il diritto naturale non sarebbe una sor- ta di diritto confessionale della Chiesa cattolica, ma alla portata di tutti, al di l della propria fede reli- giosa, giacch i suoi principi sono fondati appunto sulla ragione uma- na. Infatti, come affermava Benedet- to XVI nel suo discorso al Bundes- tag, i teologi cristiani si sono appel- lati alla natura e alla ragione come fonti originarie del diritto, rifiutando il diritto religioso. Negli anni Sessanta Kelsen pub- blic, anche questa volta a Vienna, la seconda edizione notevolmente ampliata della sua opera La dottri- na pura del diritto. Questultima pubblicazione rivela unevoluzione del suo pensiero giuridico su parec- chi temi, evoluzione dovuta anche allinflusso della filosofia del diritto n o rd a m e r i c a n a . Sebbene nei primi scritti di Kel- sen il mondo del diritto risulti com- pletamente scollato dal mondo dei fatti, posteriormente egli ammette che le norme giuridiche sono il risul- tato di un atto creatore della volon- t. Pertanto, la natura potrebbe con- tenere delle norme giuridiche soltan- to se una volont le avesse inserite previamente in essa. Ci presuppor- rebbe un Dio creatore, la cui volont si introduce nella natura. A questo proposito, Kelsen asseri- sce che assolutamente vano discu- tere sulla verit di questa fede. Ma, si interroga Benedetto XVI: Lo ve- ramente? vorrei domandare. ve- ramente privo di senso riflettere se la ragione oggettiva che si manifesta nella natura non presupponga una Ragione creativa, un Creator Spiri- tus?. Su tale assunto pare adeguato ci- tare lopera del giurista tedesco Heinrich Rommen (1897-1967) Leter- no ritorno del diritto naturale (Die ewige Wiederkehr des Naturrechts), pubblicata a Leipzig nel 1936. Rom- men nacque a Colonia e studi pres- so le universit di Mnster e di Bonn. Perseguitato anchegli dal re- gime nazista a causa delle sue pub- blicazioni e per il suo coinvolgimen- to in diversi gruppi cattolici tede- schi, nel 1938 Rommen si trasfer ne- gli Stati Uniti, dove insegn alluni- versit di Saint Joseph (Connecti- cut), alluniversit di Saint Thomas (Minnesota) e, infine, alla Georgeto- wn University (Washington, D. C.), dal 1953 fino al 1967, anno della sua morte. Rommen riteneva che la sfera cen- trale del diritto risiede proprio te: il politico deve interrogarsi sulla giustizia di un dato provvedimento. E in questo processo viene in aiuto il diritto naturale. Il primo articolo della Dichiara- zione universale dei diritti umani, adottata dallAssemblea generale del- le Nazione Unite nel 1948, recita: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignit e diritti. Essi so- no dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. Sarebbe stato possibile che i membri dellAssem- blea generale dellOnu, anche a lar- ga maggioranza, avessero redatto questo articolo come anche gli al- tri ventinove di questa dichiarazione di diritti in senso negativo? Asso- lutamente, no; sarebbe stato comple- tamente assurdo e impensabile. Per- ch? Perch sarebbe totalmente irra- gionevole e contrario alla natura e alla giustizia negare qualsiasi di que- sti diritti a ogni persona umana. Essi sono preesistenti a qualsivoglia di- chiarazione di diritti, in quanto fon- dati sulla dignit umana. Quando il diritto si dissocia dalletica, immediatamente prendono il sopravvento ideologie totalitarie. A prima vista, sembrerebbe che nel XXI secolo le ideologie siano scomparse dal nostro pianeta; ma non e cos. Al giorno doggi esiste unideologia pi sottile e camuffata, portatrice di pseudo diritti, che quella dellegoi- smo morale, la quale tende a pro- muovere una legislazione ad esem- pio in materie come la bioetica e la famiglia che si adatti ai capricci etici di ogni momento. Allo stesso modo, quando lecono- mia viene scissa dalletica sociale, so- no i pi potenti della finanza mon- diale a prendere in mano il governo (cfr. Benedetto XVI, Caritas in verita- te, nn. 36 e 45). Ma questa strada conduce al despotismo dei pi forti nella societ in ogni tappa della sto- ria. Il discorso di Benedetto XVI al Bundestag ha messo in evidenza che il diritto naturale coadiuva il politico nella sua ricerca di ci che giusto, che appunto il compito essenziale della politica. per questo che il di- ritto naturale ritorna, e ritorner sempre. Dopo la sua fine che alcuni avevano preconizzato, non ci resta nullaltro che ritornare proprio al di- ritto naturale. *Sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici legge eterna. La storia del XX secolo ha palesato chiaramente co- sa accade quando la politi- ca e il diritto si allontanano dalla legge di natura; il re- gime nazista e quello co- munista ne sono esempi eclatanti. Un anno fa, il Pa- pa fece presente ai parla- mentari tedeschi che, nelle materie che riguardano la dignit delluomo, in uno Stato democratico di dirit- to, il principio della mag- gioranza pur essendo ne- cessario nelladottare una decisione non sufficien- nellambito dellesse- re e che tra il livello ontologico e quello pratico esiste un nes- so inscindibile. Di conseguenza, la ra- gione pratica non sa- rebbe altro che lap- plicazione, in termini di dovere, del princi- pio delle s s e re . Ad esempio, ogni uomo possiede il di- ritto alla vita per la sua stessa dignit di persona; da questo principio segue ne- cessariamente che la vita umana indi- sponibile, va difesa in ogni suo stadio e qualsiasi attentato contro di essa va pu- nito dallo rd i n a m e n - to giuridico statale. Luomo, dotato di li- bera volont, parteci- pa alla legge natura- le tramite la sua ra- gione. E dunque, lintera creazione non altro che una partecipazione alla La singolare testimonianza di un giovane sacerdote e artista a confronto con le difficolt della lingua cinese Un tenore verdiano in missione a Taipei di SILVIA GUIDI Emanuele Angiola, sacerdote dal 23 giugno scorso, ha scoperto il suo amore per la musi- ca e per il canto in maniera assolutamente imprevista. Come, del resto anche la sua vocazione. In famiglia non si ascoltava mu- sica classica n tantomeno lopera lirica racconta amavo soprattutto la musica leg- gera italiana. Il primo interesse per un gene- re diverso mi nato alle scuole medie, gra- zie al mio professore di musica. Durante le sue lezioni, sempre molto appassionate, al- ternava lascolto delle canzoni alla musica classica e alle arie dopera. Questo mondo musicale fino ad allora per me sconosciuto cominci cos a interessarmi, finch un gior- no andai in edicola e acquistai una cassetta con una selezione della Bohme di Puccini cantata da Pavarotti. Mi ricordo che, appena ebbi terminato di ascoltare lopera, ero tal- mente entusiasmato e commosso che subito uscii a comprarne unaltra: fu la volta del Trovatore di Verdi, in unedizione storica del- la Scala di Milano. Da allora non smisi pi di ascoltare lopera. Avevo trovato il genere di musica che parlava di pi al mio essere. Nellopera i sentimenti delluomo, le sue passioni, le sue contraddizioni, sono espres- drammaturgia, possiamo trovare un realismo equilibrato e nello stesso tempo fortemente espressivo. Non mai stato schiavo della forma, di stereotipi, ma ha sempre cercato, nella sua lunghissima carriera, di esprimere in maniera nuova ci che i suoi personaggi gli suscitavano dentro. Ho ascoltato e ria- scoltato pi volte tutte le sue opere. Penso che il cuore di tutta la sua produzione, e in particolare dei suoi capolavori, sia la ricerca di che cosa sia nascosto dentro il cuore delluomo. Verdi, come ad esempio anche Shakespeare, che lui leggeva incessantemen- sica. Dopo un anno di conservatorio, grazie a unaudizione fatta a Torino con il maestro Bruno Casoni, lattuale direttore del coro del Teatro alla Scala di Milano, mi chiamarono proprio dalla Scala per cantare, come corista aggiunto, in unopera di Verdi in cartellone nella stagione che si stava svolgendo. A me, appena ventenne, mi sembrava quasi di so- gnare a occhi aperti. Nel libro Innanzitutto uomini (Cinisello Bal- samo, San Paolo, 2007) Marina Corradi rac- conta le storie di quindici giovani preti che, co- accogliente. Sono dei grandi lavoratori. Laspetto pi difficile che ho incontrato qui fino a ora la superstizione che domina let- teralmente la vita della maggior parte delle persone. La conseguenza di non conoscere un Dio unico, il Dio di Ges Cristo, quel- la di non arrivare a sapere di avere un Padre che ci ama, ci conosce e ci guida. Senza un Padre, la vita rimane in bala di uninfinit di divinit minori, di spiriti, di fantasmi, che cerchi di placare con dei riti. Ma questa proprio la definizione di superstizione: inve- ce di avere un rapporto personale con Dio, se, proprio grazie al genio dei composi- tori, in una maniera estremamente po- tente. Come nata la pas- sione specifica per il canto? Presto non mi bast pi solamente ascoltare le opere. Mi misi a cantare anchio, accompa- gnato dai dischi, assieme a Pavarotti, a Di Stefano, ai grandi della lirica, tenori, baritoni o bassi che fossero. Non sa- pevo se avessi una bella voce o meno, sem- plicemente mi piaceva cantare. Cantando potevo vivere anchio le emozioni dei prota- gonisti dellop era. I brani e i compositori che ama di pi? I grandi compositori nei loro capolavori sono riusciti a esprimere qualcosa di unico, arrivando a toccare delle corde del cuore delluomo in una maniera irripetibile. Arie come Dove sono i bei momenti di Mozart, Una furtiva lacrima di Donizetti o Un bel d vedremo di Puccini possono parlare a qual- siasi persona. Se dovessi indicare un mio compositore preferito, direi sicuramente Ver- di. In lui, uomo del popolo e genio della me lei, fanno parte della Fraternit sacerdotale san Carlo Borromeo. Che cosa vuol dire questo, perch non ri- manga solo uno slogan accattivante? Lo di- co partendo dalla mia esperienza attuale: adesso sono in missione a Taipei, la capitale di Taiwan, in mezzo a un popolo che di Ge- s spesso non conosce neanche il nome. Che cosa sono venuto a portare a queste persone? Una nuova religione, magari per loro esotica? Una nuova filosofia o una nuo- va morale? No, io sono venuto qui per testi- moniare a tutti loro il cambiamento che ha operato nella mia vita lincontro con Cristo. Il rapporto con Cristo mi ha reso pi vero, pi me stesso. Desidero che le persone che incontro possano fare la stessa scoperta nelle loro vite; don Giussani amava ripetere una frase del retore romano Mario Vittorino, quando ho incontrato Cristo mi sono sco- perto uomo. Cosa ama di pi di Taipei? E qual l'aspetto pi faticoso della vita a Taiwan per un occi- dentale? A Taipei si vive bene. Taiwan un Paese che sta conoscendo ultimamente uno svilup- po economico e sociale notevole. Tutto qui in costruzione e in continuo cambiamento: accanto alle vecchie casette con grovigli di fili e di tubi a vista, ci sono palazzoni e grattacieli allavanguardia. La gente a Tai- wan molto socievole, amichevole, onesta e si ritiene sufficiente compiere dei gesti este- riori. Immagino che il suo orecchio musicale l'abbia molto aiutata nell'apprendimento della lingua cinese; come stato il primo impatto con un mondo cos diverso? Nellisola di Taiwan si parla cinese man- darino, come in quasi tutta la Cina conti- nentale, per con una piccola differenza: i caratteri cinesi usati qui, come anche a Hong Kong e a Macao, sono quelli tradizio- nali, cio molto pi complessi da scrivere ri- spetto a quelli semplificati da Mao nella Cina Popolare. La difficolt di imparare la lingua cinese quindi molta, pur non essen- do una lingua grammaticalmente complicata o astrusa. I cinesi amano la semplicit e la sintesi. Un aspetto non facile, per, la quantit di caratteri utilizzati nella loro lin- gua: alcune decine di migliaia. Unaltra pe- culiarit la presenza dei toni, cinque nel mandarino, che non indicano tanto laltezza della nota da emettere quanto piuttosto lin- flessione che segue la voce nel pronunciare ogni sillaba: se il suono rimane allo stesso li- vello si ha il primo tono, se sale si ha il se- condo, e cos via. Il cinese quindi una lin- gua che per scrivere devi praticamente dise- gnare, e per parlare devi cantare, veramen- te una lingua per artisti! Non essendo un pittore ma un cantante faccio molta fatica nello scrivere, mentre posso divertirmi un p o di pi quando parlo. Il filosofo Hans Kelsen Il Papa parla al Bundestag (22 settembre 2011) portici di Cuneo, in un negozio di musica vidi appeso un piccolo manifesto con la sua foto, il suo nome e con su scritto: Barito- no, impartisco lezioni di canto lirico. Pren- demmo il numero di telefono e la sera lo chiamammo. Il giorno dopo ero gi a casa sua per fargli sentire la mia voce. Mi disse che ero molto giovane per iniziare a studiare lopera, ma mi avrebbe insegnato a cantare. Non solo, con lui avrei dovuto anche studia- re solfeggio, teoria musicale, storia della mu- sica e un po di pianoforte. Invece di spa- ventarmi della mole di lavoro, mi appassio- nai ancora di pi. Nel frattempo cominciai a cantare in alcuni cori, da quello del mio li- ceo alla Corale cittadina, dove scoprii reper- tori sempre pi vasti e interessanti. Un gior- no, una mia compagna di scuola mi presen- t a suo padre che era un pianista e teneva moltissimi concerti nel cuneese con una compagnia musicale composta da alcuni cantanti e strumentisti. Iniziai cos a tenere concerti da solista, cantando come baritono, perch allora non avevo ancora scoperto di essere un tenore. Lo scoprii presto, quando, dopo il primo anno di universit, mi iscrissi al conservatorio. Allesame di ammissione, mentre stavo facendo dei vocalizzi, il presi- dente della commissione mi disse a brucia- pelo: Se diventi un bravo tenore, lascia sta- re luniversit. Fu proprio ci che feci un anno dopo. Lasciai lo studio della filosofia intrapreso alla Cattolica due anni prima per dedicarmi interamente alla studio della mu- te, stato un cantore delluomo, della sua grandezza e della sua miseria. Nel- le loro opere questi geni hanno voluto stare di fronte a quellabisso che il cuore umano, fatto di nobilt eroiche e di abbassamenti meschini. In questo senso, il personaggio simbolo verdiano Rigoletto. Un buffone di corte, gob- bo, iroso e pungente, che si scopre pa- dre amorevole, e arriva a sostituire il ghigno del sarcasmo con il pianto di dolore e di piet per la figlia rapita. Quali sono stati i suoi maestri? Il mio primo maestro fu un baritono che abitava vicino alla mia citt. Face- vo la prima liceale, e, un giorno, pas- seggiando con i miei genitori per i Il teatro nazionale di Taipei Don Emanuele Angiola LOSSERVATORE ROMANO pagina 6 venerd 21 settembre 2012 A Firenze la settima assemblea delle Comunit protestanti in Europa Lib eri per il futuro di RICCARD O BURIGANA Quali sono i temi che riguardano direttamente le comunit protestanti in Europa allinizio del III millen- nio?. A questa domanda si propo- ne di dare una risposta la VII assem- blea generale della Comunit delle Chiese protestanti in Europa (Ccpe) che si svolger a Firenze dal 20 al 26 settembre prossimo per riflettere sul tema Liberi per il futuro: Le Chiese protestanti in Europa sotto la guida del pastore Thomas Wipf, presidente del Ccpe. Fin dalla for- mulazione del titolo si voluto in- dicare la volont di pensare al futu- ro alla luce del passato, infatti, co- me stato scritto in sede di presen- tazione dellassemblea, limminente celebrazione del 500 anniversario dellinizio della Riforma non pu essere semplicemente uno ccasione per approfondire la conoscenza del contesto storico-teologico nel quale venne maturando la proposta di ri- forma della Chiesa, ma deve essere un momento nel quale le comunit protestanti si interrogano su come portare nel presente e nel futuro lentusiasmo che ha caratterizzato la riforma religiosa del XVI secolo. In questa riflessione per le comunit protestanti in Europa, un ruolo fon- damentale deve essere riservato alla dimensione ecumenica della testi- monianza cristiana, dal momento che la Ccpe ha compiuto, in questi anni, un cammino di sempre pi profonda comunione al suo interno e con gli altri cristiani in Europa, nella scoperta di quanto rende gi uniti i cristiani senza omettere le questioni teologiche ancora aperte. Per la Ccpe, il cammino verso lunit della Chiesa assume anche un valore paradigmatico per la so- ciet europea, che chiamata a con- frontarsi essa stessa con un percorso di unit a livello istituzionale che interagisce con un continente sem- pre pi multireligioso e multicultu- rale, fortemente secolarizzato. Las- semblea di Firenze costituisce cos un passaggio privilegiato in questa riflessione per una testimonianza ecumenica sempre pi viva e coin- volgente in Europa con la quale promuovere il superamento di divi- sioni e di pregiudizi che hanno con- dizionato la storia del vecchio conti- nente. In questa prospettiva si collo- ca anche la particolare attenzione della Ccpe per la riconciliazione delle memorie che considerato un elemento fondamentale nella costru- zione dellunit; la stessa scelta di tenere lassemblea a Firenze va in questa direzione poich, come ha scritto il pastore Holger Milkau, de- cano della comunit evangelica lute- rana in Italia, essa rappresenta un segno particolarmente importante per la minoranza protestante in Ita- lia che rilegge la propria storia, si confronta con la Chiesa cattolica di maggioranza, sostiene limp ortanza di una legge sulla libert religiosa. Il programma dellassemblea pre- vede la presentazione di quattro te- sti dottrinali, una serie di comunica- zioni su temi pi circoscritti, la fir- ma di due documenti ecumenici, delle votazioni su alcune risoluzioni, un forum sul ruolo delle Chiese per la costruzione del futuro dellE u ro - pa, oltre a momenti di preghiera e incontri con la realt protestante lo- cale. I quattro testi sui quali i parteci- panti saranno chiamati a confrontar- si, affrontano il rapporto tra scrittu- ra, confessione di fede e Chiesa, il rapporto tra ministero, ordinazione e governo episcopale, la natura della giustizia e infine la preparazione al ministero. Si tratta, in sostanza, di testi che sono il risultato di un lun- go lavoro redazionale nel quale so- no confluite istanze e proposte che rappresentano le diverse sensibilit presenti nelle comunit protestanti in Europa. La discussione in assem- blea non vuole condurre alla p p ro - vazione vincolante di questi testi, ma sottoporre delle indicazioni per proseguire una riflessione su dei te- mi che sono stati scelti in quanto centrali per la vita dello rg a n i s m o religioso e per suo coinvolgimento nel movimento ecumenico. Le risoluzioni, che dovranno esse- re sottoposte a una votazione in as- semblea, riguardano invece altri te- mi, tra i quali la posizione della Ccpe in unEuropa multireligiosa che sottopone questioni nuove di convivenza e di relazioni con le isti- tuzioni europee e nazionali. Sempre tra le risoluzioni prevista anche una discussione sulle diverse propo- ste per la celebrazione del 500 an- niversario della Riforma che tutti concordano dovr avere un carattere ecumenico, favorendo la riconcilia- zione attraverso la purificazione del- la memoria. La celebrazione di que- sto anniversario considerata, da molti nella Ccpe, come una straor- dinaria occasione per rilanciare il dialogo ecumenico, non solo con la Chiesa cattolica cos da rendere sempre pi efficace la presenza dei cristiani in Europa, tanto pi neces- saria in un momento di crisi econo- mica e morale. Riguardo al dialogo ecumenico la risoluzione saluta con gioia listituzione di un dialogo re- golare con la Chiesa cattolica e la prosecuzione con la Comunione an- glicana, sostiene limportanza di ap- profondire il dialogo con la Federa- zione battista europea, chiede di trovare il modo per proseguire il dialogo con le comunit ortodosse in Europa e auspica la ricerca di forme di conversazione di coopera- zione con le comunit cristiane for- mate dagli immigrati in Europa. I documenti ecumenici, che sa- ranno presentati e sottoscritti, sono due: il primo un memorandum tra la Ccpe e la comunit anglicana in Gran Bretagna e in Irlanda, con il quale indicare i passi compiuti fino- ra e le questioni da affrontare in fu- turo in modo da uscire da una si- tuazione di stallo che sembrava compromettere il dialogo ecumenico tra queste due comunit cristiane. Il secondo documento un accordo tra la Ccpe e la comunit luterana dellEcuador per rafforzare i legami con le cosiddette Chiese dellemi- grazione, presenti in Sud America, con le quali si sviluppato un dia- logo ecumenico anche grazie al mo- dello di comunione proposto dalle comunit protestanti in Europa. Di particolare rilievo da un punto di vista ecumenico sono anche le pre- senze annunciate tra gli ospiti, infat- ti prenderanno la parola Olav Fyske Tveit, segretario generale del World Council of Churches (Wcc), Guy Liagre, segretario della Conferenza delle Chiese europee, e Tony Peck, segretario generale della Conferenza battista in Europa, con la quale si sviluppato un intenso dialogo ecu- menico, che ha influenzato la vita quotidiana delle comunit localit. Monsignor Matthias Trk del Pon- tificio Consiglio per la Promozione dellUnit dei Cristiani porter il sa- luto della Chiesa cattolica con la quale la Ccpe ha annunciato, poche settimane fa, linizio di un dialogo teologico sulla Chiesa. Tra i numerosi ospiti un posto di particolare riguardo stato riservato a Rosangela Jarjour, segretaria gene- rale della Fellowship of Middle East Evangelical Churches, con la quale la Ccpe ha rapporti di collaborazio- ne e comunione. Il pastore Wipf ha commentato la presenza di Jarjour, come un segno tangibile dellimp e- gno della comunit delle Chiese protestanti in Europa per la costru- zione della pace in Medio Oriente grazie allazione dei protestanti. Lassemblea di Firenze pensata per lEuropa non solo per riafferma- re limpegno della Ccpe per la co- struzione dellunit dei cristiani e della societ in Europa, ma anche per trovare nuove strade per rendere sempre pi efficace la testimonianza cristiana in una prospettiva ecume- nica. A oltre trentanni dalla sua fondazione la Ccpe vuole cos conti- nuare a giocare un ruolo attivo in Europa senza per tralasciare la di- mensione universale della missione dei cristiani, come dimostrano lim- pegno per la pace in Medio Oriente e il sostegno alle comunit di tradi- zione protestante in America Latina. In Giordania la plenaria della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni arab e Fedelt alla Chiesa e nuova evangelizzazione Conclusa la visita del Patriarca di Mosca in Giappone dedicata alla figura di san Nicola La m o re che supera ogni barriera TOKYO, 20. San Nicola del Giap- pone ci aiuta a capire, in quale mo- do e in quali circostanze, persone che appartengono a una cultura di- versa, a una nazione diversa, con usanze differenti dalle nostre, accol- gono la fede professata dal popolo ortodosso. Ci si verifica quando colui che reca lannuncio si identifi- ca con le persone a cui rivolge la sua parola, parla con loro nella stes- sa lingua, condivide la loro cultura come fosse la sua e questa la condizione pi importante il pre- dicatore ama le persone a cui si ri- volge. La figura di Nicola del Giappone, al secolo Ivan Kasatkin, monaco e teologo russo, venerato come santo e uguale agli apostoli dalla Chiesa ortodossa, stata inevi- tabilmente al centro della visita che il Patriarca di Mosca, Cirillo, ha ef- fettuato dal 14 al 18 settembre nel Paese del sol levante. Cerano da ce- lebrare, accorpati per lo ccasione, ben tre anniversari: i centocin- quantanni dellarrivo di san Nicola in Giappone (nel 1861), i cento anni della sua morte (1912) e i quaranta della sua canonizzazione (1970). Il fondatore della Chiesa ortodossa giapponese duecentocinquanta i luoghi di culto edificati durante la sua permanenza nelle isole, frequen- tati da un totale di trentatremila fe- deli amava il popolo giappone- se, ha detto Cirillo nella chiesa della Resurrezione di Cristo ad Ha- kodate (la citt nella quale Kasatkin cominci la sua missione), al pun- to che, anche durante la difficile prova della guerra russo-giapponese (1904-1905), rimasto qui con il po- polo nipponico, e i giapponesi non lo hanno percepito come il rappre- sentante di una nazione ostile, per- ch era il loro pastore, viveva con loro, condivideva le loro prove. San Nicola, continuando ad amare il suo Paese, ha amato anche il Giappo- ne. Da Hakodate, nellisola di Hok- kaido, il Patriarca di Mosca ha co- minciato un viaggio che lo ha con- dotto a Sendai, colpita nel marzo 2011 da un devastante terremoto e dal successivo tsunami, e poi a To- kyo. Accompagnato, fra gli altri, dal metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento per le relazioni ester- ne, Cirillo stato accolto dal metro- polita di Tokyo e di tutto il Giap- pone, Daniel, dallarcivescovo di Sendai, Serafim, e da altri rappre- sentanti della Chiesa ortodossa au- tonoma giapponese. Nella chiesa della Resurrezione di Cristo ad Ha- kodate ha ricordato il Patriarca sono stati ordinati i primi sacerdoti giapponesi, sono stati cantati i primi inni ortodossi e le preghiere in giap- ponese; qui, per la prima volta, giapponesi e russi si sono resi conto che lortodossia una fede che non appartiene a un solo popolo o a un numero circoscritto di popoli, ma presente in tutto il mondo. Lesempio di san Nikola ci aiuta a capire come la fede cristiana innalza luomo al di sopra dei conflitti, del- le prove, delle guerre, quanto sia importante promuovere la riconci- liazione fra le nostre due nazioni vi- cine. La missione della Chiesa ortodos- sa si legge sul sito in rete del Di- partimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca cominci ad Hakodate nel 1859, presso il con- solato russo, dove due anni dopo giunse il venticinquenne Ivan Ka- satkin. La chiesa della Resurrezione di Cristo ad Hakodate la prima chiesa ortodossa in Giappone ed qui che fra il 1861 e il 1869 san Ni- cola esercit la prima parte del suo ministero. Quando nella chiesa ven- ne istituita la scuola di catechismo, fu aperta anche una tipografia. Ka- satkin riusc a coinvolgere i fedeli nellopera di abbellimento del tem- pio e sotto la sua guida furono rea- lizzate le campane della chiesa. Nel 1871, con listituzione della Missione ecclesiastica russa in Giappone, la chiesa di Hakodate divenne un punto di riferimento della missione. Nel 1872 le campane suonarono per la prima volta durante tutta la setti- mana di Pasqua e questo, in breve tempo, divenne lo spunto che port alla persecuzione dei cristiani: i ca- techisti e i tipografi furono arrestati, la scuola venne chiusa, gli ortodossi giapponesi furono espulsi dalla cit- t. Ma nel 1873 i divieti statali furo- no aboliti e il tempio divenne il centro della predicazione ortodossa in Giappone. A Sendai, nellisola di Honshu, si parlato soprattutto del sisma dell11 marzo 2011, che ha provocato migliaia di morti, feriti e dispersi. Nella chiesa dellAnnunciazione, larcivescovo Serafim ha ricordato lenorme perdita di vite umane e gli ingenti danni, sottolineando tuttavia il grande sostegno giunto dalla Chiesa ortodossa russa, che si mo- bilitata per raccogliere le donazioni dei fedeli. Questo disastro ha detto ci ha insegnato molto, spiegando che lo sforzo di aiutare i bisognosi ha rafforzato i rapporti e i legami spirituali fra i credenti russi e giapponesi: Cos ci unisce lamo- re di Cristo. Per Cirillo, i cittadini di Sendai hanno dato un meravi- glioso esempio di come possibile affrontare e superare un grande pe- ricolo. In momenti simili impor- tante pensare non solo a se stessi ma anche agli altri: lunico modo per salvarsi. La storia della fede ortodossa a Sendai associata al nome di Paolo Sawabe, discepolo e compagno di san Nicola, il primo giapponese a essere ordinato sacerdote ortodosso. In questa citt i primi cristiani giap- ponesi sono stati perseguitati e han- no rivelato, ha affermato il Patriarca di Mosca, la loro fermezza nella fede, lintransigenza e il desiderio di seguire la via della salvezza che stata aperta per loro dal Signore at- traverso san Nicola del Giappone. Nella diocesi di Sendai oggi ci sono trentadue parrocchie, le quali costi- tuiscono quasi il 50 per cento delle parrocchie della Chiesa ortodossa autonoma giapponese. Anche a Tokyo, nella cattedrale della Resurrezione (conosciuta come Nikolai-do), Cirillo ha parlato di san Nicola, ponte spirituale fra Russia e Giappone, auspicando che fra le due nazioni altri ponti, altri legami possano collegare oggi i due popoli, nella concordia e nellunit di pensiero. E nel suo sermone ha fatto riferimento alla saggezza dei samurai, i quali dicevano che il loro cammino un cammino di morte, che bisogna vivere come se il proprio corpo fosse morto. Egli al- lora si libera, diventa forte, indipen- dente dalla morte, e la paura scom- pare. Come san Paolo ha ag- giunto il primate ortodosso che nella Seconda lettera ai Corinzi invita a portare sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Ges, per- ch anche la vita di Ges si manife- sti nel nostro corpo (4, 10). E co- me san Nicola del Giappone: Il se- greto del suo straordinario successo missionario ha concluso il Patriar- ca di Mosca sono stati proprio il comandamento dellamore e una fe- de forte in Dio. Cirillo, che si recato anche nel cimitero Yanaka di Tokyo per prega- re sulla tomba di san Nicola, ha concluso la sua visita incontrando limperatore del Giappone, Akihito. AMMAN, 20. Oggi, nellambito dellAnno della fede, che sottolinea il cinquantesimo anniversario del Vaticano II, noi abbiamo bisogno di una fede solida, caratteristica dei martiri. quanto ha sottolineato monsignor Fouad Twal, Patriarca la- tino di Gerusalemme e presidente della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni Arabe (Celra) nellaprire lassemblea plenaria riuni- ta ad Amman, in Giordania, che si tenuta fino a gioved 20 settembre. Allordine del giorno una riflessione dellInstrumentum Laboris sulla Nuo- va evangelizzazione e lEsortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente. Secondo il Patriarca latino di Ge- rusalemme, la vera sfida lanciata dai due sinodi (quello dedicato alle Chiese in Medio Oriente e alla Nuova evangelizzazione, ndr) alle Chiese orientali, alle Chiese aposto- liche del Medio Oriente, quella della fedelt a Cristo e alla Chiesa che egli ha fondato, quella della lo- ro comunione e della loro testimo- nianza. Certo lannuncio del Vangelo si presenta pi complesso. Le profon- de e rapide trasformazioni sociali hanno indebolito lo spirito critico, affievolendo i principi etici e morali e il senso del sacro. La nostra mis- sione ha sottolineato monsignor Twal chiamata a misurarsi coi cambiamenti dovuti al progresso che si traducono in una cresciuta diffidenza nei confronti di ci che ci stato trasmesso, o addirittura in una indifferenza totale a ci che la Chiesa propone. Questa missione della Chiesa compito di ogni bat- tezzato. Per essere testimoni credibili e coerenti della nuova evangelizzazio- ne, il Patriarca latino di Gerusalem- me ha indicato quattro prospettive di azione cristiana personale e co- munitaria. Innazitutto riscoprire la fede della prima comunit cristia- na: ripartire da Gerusalemme; tor- nare alla Parola di Dio incarnata e alle sorgenti apostoliche. Quindi chiarire la nostra percezione dei cambiamenti nella societ che solle- citano il nostro modo di credere. Ed ancora analizzare gli strumenti che abbiamo a disposizione per la trasmissione della fede; questi non poggiano che sulla forma e il conte- nuto: quel che conta saperli utiliz- zare. Quarta prospettiva conosce- re bene il nuovo contesto (la Prima- vera araba) nel quale siamo invitati ad annunciare la nostra fede; lIn- strumentum Laboris ha ricordato il presidente della Conferenza dei ve- scovi latini nei Paesi Arabi ci pre- senta sette nuovi scenari che noi dobbiamo prendere in considerazio- ne ed aver presente per poterci muovere: la carenza dei sacerdoti, il fallimento dei regimi comunisti, il risveglio del fanatismo, la politica, leconomia, i mass media, la nostra minoranza. In questo orizzonte, ha concluso il Patriarca Fouad Twal, non suf- ficiente fare soltanto qualche rito c- co alla nostra attivit pastorale; sappiamo bene come in ogni diocesi ci siano sfide specifiche: ripiega- menti delle comunit, contaminazio- ne secolare dei laici, scristianizzazio- ne delle lites, tentazione dellemi- grazione, senza contare i problemi dovuti alla presenza minoritaria dei cristiani e del rapporto con lIslam, il conflitto israelo-palestinese. Oc- corre per affrontare, con lintelligen- za della fede, la nuova evangelizza- zione, tener sempre presente i rap- porti che esistono tra il Vangelo e la via delluomo. In questo quadro, lapprofondimento della dottrina so- ciale della Chiesa gioca un ruolo irrinunciabile nel cammino della nuova evangelizzazione, come anche unattenta predicazione, la piet po- polare (in particolare il culto maria- no), leducazione cattolica, il rilan- cio dellinsegnamento della religione nelle scuole. Si tratta insomma, co- me sovente ribadisce Benedetto XVI, di riaffermare la complementariet tra la fede e la ragione. Nella prima giornata della plena- ria, dopo il saluto di benvenuto del Patriarca Fouad Twal, seguito dalle parole del nunzio apostolico in Si- ria, larcivescovo Mario Zenari, si svolta una tavola rotonda, dedicata allo scambio di informazioni sulla situazione dei Paesi arabi che com- pongono la Celra e le loro diocesi. Particolare attenzione stata dedica- ta allInstrumentum laboris sulla Nuova evangelizzazione, seguito da risposte circa i problemi giuridici posti dalla Congregazione per la dottrina della fede. I presuli si sono soffermati anche su ci che neces- sario custodire della visita di Bene- detto XVI in Libano. Un viaggio sotto il segno della fraternit e del dialogo, in una terra dove convivo- no pacificamente tre religioni mono- teiste che hanno fatto del dialogo uno stile di vita. Un esemplare mo- dello, questo, di convivenza per il Medio Oriente e il mondo. Sempre mercoled si svolta una visita allUniversit americana di Madaba , seguita da un pellegrinag- gio al monte Nebo col tema: Uno sguardo di fede e di speranza per il futuro. Infine, una preghiera di suffragio per tutte le vittime delle sofferenze nei Paesi arabi. LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 7 Temi di grande attualit e urgenze pastorali nellagenda dei vescovi in visita ad limina La Chiesa in Francia chiamata a una nuova missione PARIGI, 20. La preoccupante acce- lerazione della secolarizzazione della societ, il calo numerico dei sacerdoti e dei fedeli praticanti, il rapporto con le altre fedi, la pro- gressiva desertificazione di molti dipartimenti a vocazione rurale, con la conseguente fuga dei giovani dalla campagna verso le citt, gli ef- fetti sociali della crisi economica, la questione del fine vita e quella, at- tualissima, del riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso (con annessa possibilit di adozione), che metterebbe in seria discussione il futuro della famiglia e, pi in generale, aprirebbe una pro- fonda crisi di valori: a elencare i principali temi che, da oggi, i presu- li francesi affronteranno nel corso della loro visita ad limina apostolo- rum stato personalmente il cardi- nale Andr Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi e presidente della Confe- renza episcopale, il quale giorni fa, in unattesa conferenza stampa, ha spiegato cosa i vescovi francesi di- ranno al Papa e ai responsabili dei vari dicasteri vaticani. Un incontro che nellagenda di avenue de Bre- teuil mancava da ben otto anni e che, anche per il sopraggiunto rin- novamento delle cariche episcopali, risulter inedito per quarantacinque dei centosette vescovi partecipanti, come ha precisato monsignor Ber- nard Podvin, portavoce della Confe- renza episcopale. La visita avverr in tre fasi: da og- gi al 29 settembre sar il turno delle province ecclesiastiche di Rouen, Rennes, Poitiers, Tours e Bordeaux, il cui arcivescovo, cardinale Jean- Pierre Ricard, guider la delegazio- ne; dal 12 al 22 novembre toccher alle province di Lille, Reims, Parigi, Besanon, Dijon, alle diocesi con- cordatarie di Strasbourg e Metz, allordinariato militare, alle p a rc h i a di Sainte-Croix-de-Paris degli Arme- ni, allesarcato apostolico per i fedeli ucraini di rito bizantino residenti in Francia e alla neonata eparchia di Notre-Dame du Liban de Paris dei Maroniti; dal 23 novembre al 3 di- cembre, infine, saranno a Roma i rappresentanti delle province eccle- siastiche di Clermont, Lyon, Mar- seille, Montpellier e Toulouse. Que- sta mattina, nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha incontrato i presuli della provin- cia di Rouen, guidati dalla rc i v e s c o - vo Jean-Charles Descubes, dando il via al ciclo di udienze. In vista della visita, ogni vescovo ha ricevuto un questionario nel quale ha dettaglia- tamente descritto la situazione esi- stente nel suo territorio diocesano. Il rapporto che consegneremo in Vaticano ha detto monsignor De- scubes al quotidiano La Croix di circa novanta pagine. Per redigere il testo, abbiamo coinvolto i direttori di tutti i servizi diocesani. Si tratta di un inventario preziosissimo che consente di passare in rivista tutta lorganizzazione della diocesi. An- che se, tiene a sottolineare Descu- bes, la visita ad limina e resta, in- nanzitutto, un pellegrinaggio sulla tomba degli apostoli Pietro e Paolo. Non andiamo a rapporto, precisa monsignor Podvin: dal Papa si at- tendono soprattutto consigli, indica- zioni a conforto del ministero sacer- dotale, stimoli, completa il vesco- vo di Nevers, Thierry Brac de la Pe r r i re . Negli ultimi otto anni, in Francia, mutato il panorama sociale, si modificata la geografia parrocchiale, cambiata e sta cambiando, di con- seguenza, la proposta pastorale: Lelemento pi evidente laccele- razione della secolarizzazione del nostro Paese. Oggi ci rivolgiamo non pi solo a vecchi cattolici asso- piti ma a persone che ignorano tutto della fede, ha osservato il cardinale Vingt-Trois, citando ad esempio limpegno culturale del Collge des Bernardins a Parigi, luogo dove la fede cristiana si propone e lavora, assieme ad altre fedi, alle grandi questioni della societ umana. Ma labbandono dei centri rurali, la di- minuzione dei cattolici praticanti, il calo delle vocazioni (con il conse- guente accorpamento di parrocchie sotto un unico sacerdote), ha porta- to la Chiesa di Francia a ripensare il suo servizio, a riorganizzarlo: lap- pello del presidente a identificare luoghi centrali dove possano conver- gere i flussi di popolazione, per far- ne dei centri di animazione spiritua- le con la collaborazione indispen- sabile dei laici. Il dato pi allarmante le ultime statistiche ufficiali risalgono a tre anni fa il brusco calo dei sacer- doti diocesani, passati dai 15.008 del 2008 ai 14.097 del 2009 (a essi devo- no aggiungersi per 4.632 preti reli- giosi). Se si pensa che appena dieci anni fa erano 17.935, si pu com- prendere la preoccupazione della Conferenza episcopale, solo in parte attenuata dalla costante crescita dei diaconi permanenti, saliti a 2.335 nel 2009 e praticamente raddoppiati ri- spetto a quindici anni fa. In forte calo anche il numero delle religiose (di vita apostolica e monache) 35.183 nel 2009 contro le 37.934 del 2008 e dei religiosi e monaci, sce- si nel 2009 a 7.504, ovvero di cin- quecentonovantacinque unit nel gi- ro di un solo anno. Con pochi preti a disposizione di- venta difficile la trasmissione della fede, soprattutto ai bambini e ai gio- vani, anche a causa del cambiamen- to della mentalit e dello stile di vi- ta. Ma la Chiesa ha ancora delle buone carte da giocare: il vescovo di Metz, Pierre Raffin, ricorder al Pa- pa il numero non trascurabile di giovani sacerdoti, ben formati alle discipline ecclesiastiche, presenti nella sua diocesi, il vescovo di Tulle, Bernard Charrier, il nuovo vigore portato dalle iniziative che mettono la diaconia al centro della vita ordi- naria della Chiesa, il vescovo di Le Mans, Yves Le Saux, limp ortanza della domanda di formazione cate- chetica degli adulti, soprattutto da parte di coloro che scoprono per la prima volta la fede cristiana. In Francia ha detto il cardina- le Vingt-Trois l8 settembre scorso in una conferenza tenuta al santuario Notre-Dame du Laus siamo pas- sati nel giro di qualche decennio da un cristianesimo sociologico, che se- gue le mode e gli impulsi, a un cri- stianesimo per scelta, ovvero un cristianesimo nel quale la libert personale, limplicazione personale molto pi forte e notevole di quanto non sia in un cristianesimo sociolo- gico. Di conseguenza, responsa- bilit della Chiesa tutta intera porta- re, daccapo, una testimonianza di fede, non solamente nelle sue com- ponenti istituzionali ma anche e so- prattutto in ciascuno dei suoi mem- bri. (giovanni zavatta) Larcivescovo di Westminster sulla crisi I cavalli delleconomia
I Superiori e gli Officiali del Pontificio
Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione esprimono vi- vo cordoglio per la scomparsa del Prof. Mons. SERGIO LANZA Docente Ordinario di Teologia Pa- storale presso la Facolt di S. Teologia della Pontificia Universit Lateranense e Consultore del Dicastero. Chiedono al Signore che lo accolga nella festosa liturgia celeste.
Il Rettore Magnifico e lintera comuni-
t accademica partecipano con grande affetto al dolore per la prematura scomparsa del Prof. Mons. SERGIO LANZA amatissimo e illustre docente della Pontificia Universit Lateranense.
Il presidente, Card. Angelo Scola e i
membri del Comitato permanente dellIstituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori con commossa gratitudine si uniscono al cordoglio della comunit universitaria per la morte di MO N S. SERGIO LANZA Assistente Ecclesiastico Generale dellUniversit Cattolica del Sacro Cuore. Ricordando la sua figura di te- stimone autentico, di sacerdote, di edu- catore, di teologo particolarmente at- tento alle domande delluomo di oggi.
Lintera famiglia dellUniversit Catto-
lica del Sacro Cuore, profondamente commossa, accompagna nella preghiera il sereno ritorno alla Casa del Padre del proprio Assistente Ecclesiastico Ge- nerale M.to Rev.do Mons. Prof. SERGIO LANZA Prelato donore di Sua Santit, ricor- dando con grande affetto e gratitudine il prezioso servizio svolto nellAteneo dei cattolici italiani con sapienza, amo- re alla verit e alla Chiesa, passione educativa. Milano, 20 settembre 2012 LONDRA, 20. Quando si fanno affari la morale non pu restare fuori del- la porta. E, soprattutto in un mo- mento di crisi economica tanto pro- fonda e diffusa come lattuale, oc- corre attingere con decisione ai va- lori che consentono una reale cresci- ta della societ, del bene comune e della dignit umana. quanto, in sintesi, ha detto larcivescovo di We- stminster, Vincent Gerard Nichols, parlando nei giorni scorsi a un cen- tinaio di esponenti del mondo fi- nanziario e commerciale della capi- tale britannica. Al centro della con- ferenza lesigenza di un rinnovato e possibile incontro tra le ragioni del profitto e della competitivit, pro- prie di ogni azienda, con i valori del rispetto della dignit della persona. Nella convinzione che proprio que- sta sia, in ultima analisi, la strada pi efficace e redditizia da intra- prendere se davvero si vogliono fare dei buoni affari e si intende far uscire lintera societ dalla crisi. La riflessione del presule cattolico ha preso le mosse dalla suggestiva immagine del carro trainato da due cavalli alati, uno nero e uno bianco, mutuata da Platone. Quella che per lantico filosofo greco rappresentava lallegoria dellanima umana, per monsignor Nichols pu benissimo applicarsi al mondo degli affari. Il cavallo nero rappresenta il desiderio di massimizzazione del profitto, mentre il cavallo bianco rappresen- ta la finalit sociale dei buoni affari: il desiderio di fornire un lavoro si- gnificativo, beni e servizi utili. E lauriga, che nella visione platonica incarnava la ragione, pu adesso utilmente raffigurare il delicato compito di direzione che sono chia- mati a svolgere gli imprenditori e gli uomini daffari. Il loro ruolo quello di mantenere unite queste due fonti di energia, obbedendo alle regole della strada, ma mantenendo la tensione verso un obiettivo a lun- go termine, che quello di creare un progresso sociale ed economico sostenibile. Per il presule, infatti, entrambi i cavalli sono essenziali. Infatti, se, da un lato, lattivit de- ve essere dinamica e redditizia, dallaltra deve ispirare fiducia e ri- spetto, attirando la lealt verso i clienti, i lavoratori e la societ. Gui- dato soltanto dal cavallo nero, il carro degli affari cerca il profitto, senza un pi ampio scopo. E que- sta, come dimostra la recente crisi economica, una strada estrema- mente pericolosa da seguire. Al contrario, guidato soltanto dal ca- vallo bianco, il carro pu facilmente impantanarsi in una serie di attivit degne ma non redditizie. Larte di chi dirige il mondo degli affari con- siste allora nel trovare un percorso in cui il carro mantenga un vantag- gio competitivo sugli altri carri, avendo entrambi i cavalli a pieno regime. Infatti, lenergia del ca- vallo nero essenziale, soprattutto quando i tempi sono duri. Ma senza il cavallo bianco, da sola la ricerca del profitto fine a se stesso pu por- tare il carro fuori strada. In questa prospettiva, monsignor Nichols ritiene che lattuale fase di crisi economica rappresenti anche una straordinaria opportunit per il nostro Paese per mettere in di- scussione e individuare le priorit collettive e le idee attorno alle quali far crescere una buona societ e al suo interno un prospero sistema im- prenditoriale. In un mondo dov forte e crescente la disuguaglianza e ancora troppo spesso guidato da de- sideri insaziabili, abbiamo urgente- mente bisogno di riformulare qual lo scopo delleconomia. A colloquio con il cardinale Ricard Laicit bene comune di NICOLA GORI La nuova evangelizzazione non unoperazione commerciale che mi- ra a recuperare la clientela perduta, ma un fuoco che brucia nel cuore dei credenti e li spinge ad appro- fondire la loro fede. ci di cui ha bisogno la Francia in un momento nel quale la Chiesa deve affrontare numerose sfide, a cominciare dalle discussioni sulla laicit e sul proget- to di legge del matrimonio tra per- sone dello stesso sesso. Ne parla, in questa intervista al nostro giornale, il cardinale Jean-Pierre Ricard, arci- vescovo di Bordeaux, in occasione della visita ad limina dellepiscopa- to francese. Come interpreta i colloqui in corso tra Governo e rappresentanti delle comu- nit musulmane sul tema della laicit dello Stato? La laicit dello Stato oggi non in discussione. Essa esprime la neu- tralit e lindipendenza della Re- pubblica francese nei confronti del- le religioni. Si tratta di un principio fondamentale della Costituzione. Alcune correnti dellislam hanno sollevato questioni in tema di ma- cellazione rituale delle carni, di spa- zi riservati ai musulmani nei cimite- ri, di diversificazione degli orari per gli uomini e le donne nelle piscine pubbliche, di utilizzo del velo da parte delle donne, della possibilit per queste ultime di essere visitate soltanto da medici dello stesso ses- so negli ospedali. La risposta a queste richieste stata pragmatica. Alcune di esse possono essere con- siderate accettabili, altre no. Credo che questo tipo di soluzione prag- matica permetta di evitare due sco- gli: le pressioni autoritarie di grup- pi religiosi e la volont di applicare il principio della laicit a tutto lo spazio pubblico. Infatti anche se lo Stato laico, la societ non lo . Essa plurima, per cui le differenze possono esprimersi legittimamente nello spazio pubblico nella misura in cui siscrivono nel quadro di un vivere insieme concordato. Qual la posizione dei vescovi riguar- do alle leggi approvate dal Parlamen- to che vietano di indossare nei luoghi pubblici simboli religiosi visibili? La laicit implica una neutralit religiosa dei funzionari, degli inse- gnanti. Non si applica agli utenti dei servizi, agli alunni o alle fami- glie. I poteri pubblici devono ri- spettare la libert di coscienza, a meno che non vi sia un turbamento dellordine pubblico. Riteniamo ec- cessivo proibire ogni segno osten- tatorio nellambito scolastico, so- prattutto se lordine pubblico non viene turbato. Daltra parte, la ne- cessit per ogni persona di essere identificata pu giustificare la proi- bizione del velo integrale. Non si tratta di discriminazione religiosa, ma di salvaguardia dellordine pub- blico. Nel prossimo autunno il Parlamento dovr discutere sul disegno di legge del matrimonio tra persone dello stesso sesso, gi inserito nel programma del presidente Hollande. La Chiesa daccordo con alcuni filosofi francesi nel proporre un referendum sullargo- mento? Quali sono i dibattiti attuali? Ci auguriamo che ci sia un au- tentico dibattito e non una decisio- ne teleguidata tramite i media e i gruppi di pressione. Il progetto di legge che autorizza le persone dello stesso sesso a sposarsi e ad adottare dei bambini non semplicemente un allargamento del matrimonio e delladozione a una nuova categoria di persone, sotto il pretesto delleguaglianza e della non-discri- minazione. Si tratta, infatti, di una rimessa in gioco della struttura stes- sa del matrimonio e della genitoria- lit. I vescovi esprimeranno, in oc- casione di questo dibattito, la posi- zione della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia, sottolineando che es- sa non motivata da un approccio puramente confessionale, ma al servizio delluomo. Daltronde, per- sone appartenenti ad altre religioni o provenienti da altri orizzonti cul- turali, possono benissimo ritrovarsi insieme in questo servizio alluomo. La crisi economica sta colpendo grave- mente lindustria, in particolare quella automobilistica e navale. Quali inizia- tive ha messo in atto la Chiesa per aiutare tante famiglie rimaste spesso senza fonte di reddito? Anche in Francia constatiamo ogni giorno questa grave crisi eco- nomica. Attualmente, siamo molto preoccupati per il tasso di disoccu- pazione: ci sono 3 milioni di senza lavoro nel Paese. Per non parlare delle persone anziane sole che non riescono pi a pagare laffitto o del- le madri che hanno bisogno di esse- re aiutate. Le nostre organizzazioni caritative sono molto sollecitate in tal senso: si avverte il bisogno che tutta la comunit cristiana sia mag- giormente mobilitata. questo lobiettivo delliniziativa nazionale Diaconia 2013, che vuole aiutare le comunit cristiane in Francia a mettersi sempre pi al servizio del fratello e in particolare di quei fra- telli in stato di precariet. In alcune realt vi una fioritura di vocazioni, mentre nella maggior parte delle diocesi la situazione critica. Oggi le vocazioni, in particolare quelle sacerdotali, nascono pi fa- cilmente dove c una concentrazio- ne di giovani: nelle citt, soprattut- to in quelle universitarie. La situa- zione delle diocesi rurali invece pi preoccupante. Occorre conti- nuare a mobilitarsi per una pastora- le delle vocazioni, accogliere i preti stranieri, pensare a un aiuto reci- proco tra diocesi urbane e diocesi rurali, coinvolgere i laici. I siti internet delle diocesi pongono in prima pagina lAnno della fede. La riscoperta di questa virt passa anche per una nuova evangelizzazione? La nuova evangelizzazione non nellordine delle strategie commer- ciali miranti a recuperare una clien- tela perduta. Essa un fuoco che brucia nel cuore dei discepoli del Cristo. Implica dunque un appro- fondimento della fede. Bisogna osa- re, parlare e aprire dei sentieri nuo- vi al Vangelo. E ci si rende conto oggi che audacia apostolica, rigene- razione spirituale e formazione so- no profondamente legate. Un anno fa avete accolto alcuni mem- bri della fraternit di San Pio X a Bordeaux. Come sono i rapporti at- tuali tra diocesi e questa comunit? Questi membri erano stati esclusi nel 2006 dalla fraternit San Pio X. Hanno allora bussato alle porte della Santa Sede e la Commissione Ecclesia Dei li ha accolti, dando lo- ro lo statuto di una societ di vita apostolica di diritto pontificio. Cos nato listituto del Buon Pastore. La loro integrazione nella diocesi, a Bordeaux, non stata delle pi fa- cili. Non si cancellano in un attimo anni di polemiche. Ma oggi, le cose si acquietano. Listituto ha una par- rocchia personale presso la chiesa Saint Eloi e sta cercando di trovare il proprio posto nella comunit dio- cesana, poich la sfida del cristiano non vivere ciascuno nel proprio recinto, ma in una comunit frater- na, segno di apertura alla presenza dello Spirito. LOSSERVATORE ROMANO pagina 8 venerd 21 settembre 2012 Benedetto XVI a presuli partecipanti al convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese Orientali La nuova evangelizzazione iniziata con il concilio Vaticano II Il saluto del cardinale Marc Ouellet In ascolto del magistero La nuova evangelizzazione iniziata proprio con il concilio, che il beato Giovanni XXIII vedeva come una nuova Pentecoste che avrebbe fatto fiorire la Chiesa nella sua interiore ricchezza e nel suo estendersi maternamente verso tutti i campi dellumana attivit. Lo ha affermato Benedetto XVI ricevendo in udienza gioved mattina, 20 settembre, nella sala degli Svizzeri del Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, un gruppo di presuli partecipanti al convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese Orientali. Cari Fratelli nellepiscopato, Il pellegrinaggio alla Tomba di san Pietro, che avete compiuto in questi giorni di riflessione sul ministero episcopale, assume questanno parti- colare rilievo. Siamo infatti alla vigi- lia dellAnno della fede, del 50 anni- versario dellapertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e della tredi- cesima Assemblea Generale del Si- nodo dei Vescovi sul tema: Nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Questi eventi, ai quali si deve aggiungere il venten- nale del Catechismo della Chiesa Cat- tolica, sono occasione per rafforzare la fede, di cui, cari Confratelli, voi siete maestri ed araldi (cfr. Lumen gentium, 25). Vi saluto ad uno ad uno, ed esprimo viva riconoscenza al Cardinale Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, anche per le parole che mi ha rivol- to, e al Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Il ritrovarvi insie- me a Roma, allinizio del vostro ser- vizio episcopale, un momento pro- pizio per fare esperienza concreta della comunicazione e della comu- nione tra di voi, e, nellincontro con il Successore di Pietro, alimentare il senso di responsabilit per tutta la Chiesa. In quanto membri del colle- gio episcopale, infatti, dovete sempre avere una speciale sollecitudine per la Chiesa universale, in primo luogo promuovendo e difendendo lunit della fede. Ges Cristo ha voluto af- fidare la missione dellannuncio del Vangelo anzitutto al corpo dei Pa- stori, che devono collaborare tra loro e con il Successore di Pietro (cfr. ibid., 23), affinch esso raggiunga tutti gli uomini. Ci particolar- mente urgente nel nostro tempo, che vi chiama ad essere audaci nellinvi- tare gli uomini di ogni condizione allincontro con Cristo e a rendere pi solida la fede (cfr. Christus Do- minus, 12). Vostra preoccupazione prioritaria sia quella di promuovere e sostenere un pi convinto impegno ecclesiale a favore della nuova evangelizzazio- ne per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare lentusiasmo nel comuni- care la fede (Lettera apostolica Por- ta fidei, 7). Anche in questo siete chiamati a favorire e alimentare la comunione e la collaborazione tra tutte le realt delle vostre diocesi. Levangelizzazione, infatti, non opera di alcuni specialisti, ma dellintero Popolo di Dio, sotto la guida dei Pastori. Ogni fedele, nella e con la comunit ecclesiale, deve sentirsi responsabile dellannuncio e della testimonianza del Vangelo. Il Beato Giovanni XXIII, aprendo la grande assise del Vaticano II, p ro - spettava: un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale ed una formazione delle coscienze, e per questo aggiungeva necessario che questa dottrina certa ed immuta- bile, che deve essere fedelmente ri- spettata, sia approfondita e presenta- ta in modo che risponda alle esigen- ze del nostro tempo (Discorso di apertura del Concilio Ecumenico Vati- cano II, 11 ottobre 1962). Potremmo dire che la nuova evangelizzazione iniziata proprio con il Concilio, che il Beato Giovanni XXIII vedeva come una nuova Pentecoste che avrebbe fatto fiorire la Chiesa nella sua inte- riore ricchezza e nel suo estendersi maternamente verso tutti i campi dellumana attivit (cfr. Discorso di chiusura del I periodo del Concilio, 8 dicembre 1962). Gli effetti di quella nuova Pentecoste, nonostante le dif- ficolt dei tempi, si sono prolungati, raggiungendo la vita della Chiesa in ogni sua espressione: da quella isti- tuzionale a quella spirituale, dalla partecipazione dei fedeli laici nella Chiesa alla fioritura carismatica e di santit. A questo riguardo non pos- siamo non pensare allo stesso Beato Giovanni XXIII e al Beato Giovanni Paolo II, a tante figure di vescovi, sacerdoti, consacrati e di laici, che hanno reso bello il volto della Chie- sa nel nostro tempo. Questa eredit stata affidata an- che alla vostra cura pastorale. Attin- gete da questo patrimonio di dottri- na, di spiritualit e di santit per formare nella fede i vostri fedeli, af- finch la loro testimonianza sia pi credibile. Allo stesso tempo, il vostro servizio episcopale vi chiede di ren- dere ragione della speranza che in voi (1 Pt 3, 15) a quanti sono alla ricerca della fede o del senso ultimo della vita, nei quali pure lavora in- visibilmente la grazia. Cristo, infatti morto per tutti e la vocazione ulti- ma delluomo effettivamente una sola, quella divina (Gaudium et spes, 22). Vi incoraggio, perci, ad impegnarvi affinch a tutti, secondo le diverse et e condizioni di vita, siano presentati i contenuti essenziali della fede, in forma sistematica ed organica, per rispondere anche agli interrogativi che pone il nostro mon- do tecnologico e globalizzato. Sono sempre attuali le parole del Servo di Dio Paolo VI, il quale affermava: Occorre evangelizzare non in maniera decorativa, a somiglianza di vernice superficiale, ma in modo vi- tale, in profondit e fino alle radici la cultura e le culture delluomo... partendo sempre dalla persona e tor- nando sempre ai rapporti delle per- sone tra di loro e con Dio (Esorta- zione apostolica Evangelii nuntiandi, 20). A questo scopo fondamentale il Catechismo della Chiesa Cattolica, norma sicura per linsegnamento della fede e la comunione nellunico credo. La realt in cui viviamo esige che il cristiano abbia una solida for- mazione! La fede chiede testimoni credibili, che confidano nel Signore e si affi- dano a Lui per essere segno vivo della presenza del Risorto nel mon- do (Lettera apostolica Porta fidei, 15). Il Vescovo, primo testimone del- la fede, accompagna il cammino dei credenti offrendo lesempio di una vita vissuta nellabbandono fiducioso in Dio. Egli, pertanto, per essere au- torevole maestro e araldo della fede, deve vivere alla presenza del Signo- re, quale uomo di Dio. Non si pu essere, infatti, al servizio degli uomi- ni, senza essere prima servi di Dio. Il vostro personale impegno di santi- t vi veda assimilare ogni giorno la Parola di Dio nella preghiera e nu- trirvi dellEucaristia, per attingere da questa duplice mensa la linfa vitale per il ministero. La carit vi spinga ad essere vicini ai vostri sacerdoti, con quellamore paterno che sa so- stenere, incoraggiare e perdonare; es- si sono i vostri primi e preziosi col- laboratori nel portare Dio agli uomi- ni e gli uomini a Dio. Ugualmente, la carit del Buon Pastore vi far at- tenti ai poveri e ai sofferenti, per so- stenerli e consolarli, come anche per orientare coloro che hanno perduto il senso della vita. Siate particolar- mente vicini alle famiglie: ai genito- ri, aiutandoli ad essere i primi edu- catori della fede dei loro figli; ai ra- gazzi e ai giovani, perch possano costruire la loro vita sulla salda roc- cia dellamicizia con Cristo. Abbiate speciale cura dei seminaristi, preoc- cupandovi che siano formati umana- mente, spiritualmente, teologicamen- te e pastoralmente, affinch le comu- nit possano avere Pastori maturi e gioiosi e guide sicure nella fede. Cari Fratelli, lApostolo Paolo scriveva a Timoteo: Cerca la giusti- zia, la fede, la carit, la pace... Un servo del Signore non devessere liti- gioso, ma mite con tutti, capace di insegnare, paziente, dolce nel rim- proverare (2 Tm 2, 22-25). Ricor- dando, a me e a voi, queste parole, imparto di cuore a ciascuno la Bene- dizione Apostolica, perch le Chiese a voi affidate, spinte dal vento dello Spirito Santo, crescano nella fede e la annuncino sui sentieri della storia con nuovo ardore. Ottantaquattro vescovi di rito la- tino e 4 di rito orientale, prove- nienti da 28 nazioni, erano pre- senti alludienza con Benedetto XVI gioved mattina, 20 settembre, a Castel Gandolfo. A loro nome il cardinale Marc Ouellet, prefet- to della Congregazione per i Ve- scovi, ha rivolto al Papa un breve saluto. Il porporato ha rinnovato al Pontefice lattestato della pi vi- va riconoscenza per il suo alto magistero, per la sua guida sicura, per la sua testimonianza sofferta ed efficace della verit. Questa udienza, al termine dellannuale sessione formativa, organizzata dalla Congregazione per i Vescovi in collaborazione con la Congre- gazione per le Chiese Orientali, consente ai vescovi novelli di confermare il vincolo di comunio- ne con il capo del Collegio apo- stolico e di adagiare con sicurezza il proprio cammino futuro nel solco tracciato dal ministero epi- scopale del successore di Pietro. Il porporato ha concluso chie- dendo a Benedetto XVI di inco- raggiare le pi alte aspirazioni riposte nel nostro cuore di pa- stori.