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LOSSERVATOREROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
Unicuique suum
POLITICO RELIGIOSO
Non praevalebunt
Anno CLII n. 217 (46.163) Citt del Vaticano venerd 21 settembre 2012
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Benedetto XVI a presuli partecipanti al convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese Orientali
La nuova evangelizzazione
iniziata con il concilio Vaticano II
Intervista allarcivescovo Angelo Becciu
Luomo della pace
di MARIO PONZI
Il vero volto dellislam non corri-
sponde a quello mostrato dai fon-
damentalisti. Il credente musulma-
no prevalentemente un moderato
e, grazie alla sua religiosit, riesce a
intuire se un interlocutore viene a
parlare in nome di Dio o a propa-
gandare idee vuote. Cos ha detto
tra laltro, in unintervista al nostro
giornale, larcivescovo Angelo Bec-
ciu, sostituto della Segreteria di
Stato, esprimendo una convinzione
che ha avuto evidente conferma
nellinteresse e nel rispetto con cui
i capi musulmani hanno accolto
Benedetto XVI in Libano. Nellin-
tervista il presule che come di
consueto ha accompagnato il Pon-
tefice nel viaggio ha anche insi-
stito sul coraggio del Papa in un
contesto difficile e drammatico co-
me quello attuale.
Le giornate libanesi di Benedetto XVI
saranno ricordate per pi di un moti-
vo. Avendole vissute cos da vicino,
che percezione ne ha avuto?
Si trattato di un viaggio stori-
co. Cos come storico stato quel-
lo in Terra Santa nel 2009. In que-
sta occasione poi, il Papa ci ha da-
to un esempio di coraggio davvero
impressionante. Con laggravarsi
della situazione in Siria e il monta-
re delle manifestazioni violente in
altri Paesi vicini, si sarebbe potuto
pensare che la scelta pi logica e di
buon senso fosse lannullamento
del viaggio in Libano. Invece Be-
nedetto XVI, come ha esplicitamen-
te dichiarato ai giornalisti che lo
hanno accompagnato, non ha mai
pensato di rinunciare al suo pro-
getto, convinto che rischi e pericoli
non debbano essere di ostacolo a
chi porta lannuncio della pace e
del Vangelo. Con la sua determina-
zione ci ha dato cos un esempio e
un insegnamento chiarissimi.
Lattenzione, la simpatia e laffetto
che cristiani e musulmani, insieme,
hanno dimostrato al Pontefice in terra
libanese, come si conciliano con quan-
to sta accadendo in Medio Oriente e
in altri Paesi?
Se era scontato laffetto dei cri-
stiani, non altrettanto si poteva
prevedere per i musulmani. A col-
pire infatti stata laccoglienza ca-
lorosa, e certo non di maniera, che
al Papa hanno riservato proprio i
capi musulmani e molti credenti
dellislam. Come spiegarlo? Sono
convinto, anche per lesperienza di-
retta che ho vissuto con i musul-
mani in Sudan, di una realt: il
volto autentico dellislam non cor-
risponde a quello rappresentato dai
fondamentalisti. Il credente musul-
mano autentico di per s mode-
rato e, proprio grazie alla sua reli-
giosit, capace di intuire se qual-
cuno viene in nome di Dio o se
un propagatore di idee vuote. E i
musulmani libanesi hanno capito
immediatamente che Benedetto XVI
veniva in nome di Dio. Ripenso a
quanto mi disse un ambasciatore
islamico di un Paese dellAfrica set-
tentrionale nel 2009 alla vigilia del-
la visita di Benedetto XVI in Ango-
la: Si ricordi che il Papa non so-
lo il padre dei cattolici, ma di tutta
lumanit. Per questo siamo con-
tenti anche noi musulmani di po-
terlo vedere e ascoltare: egli luo-
mo della pace.
Tenuto conto dellaccoglienza avuta
dallesortazione post-sinodale e dal
messaggio deciso e forte di Benedetto
XVI, quali conseguenze potr avere il
viaggio papale?
Entriamo nella logica del Vange-
lo: si getta il buon seme e poi con
pazienza si attende che si sviluppi.
La visita del Pontefice ha dato
spunto ne sono certo per una
profonda riflessione ai responsabili
politici e anche alla gente semplice.
Significativi, in proposito, molti
editoriali dei giornali libanesi: era-
no ispirati ad ammirazione per la
chiarezza delle parole del Papa e
per il suo coraggio impressionante.
In questo modo si cominciano a
creare una mentalit e una cultura
della pace che prima o poi daranno
f ru t t i .
E la Chiesa cattolica in Medio
Oriente sapr riscoprire la forza della
comunione, come ha chiesto Benedetto
XVI?
I cristiani hanno ricevuto da Ge-
s il metodo pi efficace per con-
vertire il mondo: Siate uno, come
io e il Padre siamo uno... da questo
sapranno che siete miei discepoli.
Se tutti i cristiani nel Medio
Oriente come in Occidente dessero
pi valore concreto e quotidiano a
questa consegna, forse tanti proble-
mi che viviamo verrebbero risolti
pi facilmente e non perderemmo
tempo in dispute o nella ricerca di
sofisticate iniziative pastorali per
attrarre la gente in chiesa.
Qual stato, nei giorni trascorsi in
Libano, il momento che lei ha vissuto
pi intensamente?
Sono state tutte giornate esaltan-
ti e significative. In particolare, pe-
r, sono rimasto fortemente im-
pressionato dagli applausi ripetuti
e prolungati dei giovani, che hanno
sottolineato vari passaggi del di-
scorso del Papa, quasi volessero si-
gnificare la loro piena adesione alle
sue parole. Benedetto XVI non of-
friva frasi di circostanza o di sem-
plice consolazione, ma li invitava a
essere seguaci autentici di Cristo,
pronti ad andare controcorrente nel
testimoniare la fedelt al Vangelo;
ma soprattutto pronti a mettere
Dio al primo posto tra le scelte
quotidiane e a vedere nel vicino un
fratello, a qualsiasi razza o religio-
ne appartenga. Sono questi i capi-
saldi della civilt dellamore e della
pace.
Il Consiglio di sicurezza dellOnu si schiera a difesa dei minori nelle zone di guerra
Dalla parte dei bambini
La risoluzione approvata con undici voti a favore e quattro astenuti
Il terrore di un bambino accanto al padre ferito in un attentato (Afp)
Ta l e b a n i
sempre allattacco
in Afghanistan
KABUL, 20. Almeno mille talebani
hanno attaccato, ieri, posizioni go-
vernative nella provincia orientale di
Nuristran. Sono divampati scontri
che hanno provocato pi di dieci
morti. Il responsabile delle forze di
sicurezza nella zona, Ghulamullah
Nuristani, ha dichiarato che lattacco
avvenuto nel distretto di Kamdish.
Riferisce poi lagenzia di stampa
Adnkronos che diciannove talebani
sono stati uccisi e dieci arrestati nel
corso di due operazioni condotte
dalle forze di sicurezza afghane nelle
province di Helmand e di Kunduz:
in queste province, nelle ultime setti-
mane, si intensificata lazione delle
forze locali contro le postazioni dei
miliziani.
E la sempre pi precaria sitazione
della sicurezza in Afghanistan stata
ieri oggetto della video conferenza
tra il presidente statunitense Barack
Obama e il capo di Stato afghano
Hamid Karzai, che si sono sofferma-
ti sulle misure che consentano di li-
mitare gli attacchi alle truppe della
Nato da parte degli afghani camuf-
fati in uniformi militari: un fatto,
questo, che sta minacciando seria-
mente la sicurezza. Come rilevano
gli analisti, i contatti fra i presidenti
statunitensi e afghano sono impor-
tanti perch servono a riaffermare la
comune volont di fare fronte comu-
ne contro il terrorismo.
La messa del Papa a Beirut la mattina di domenica 16 settembre
La nuova evangelizzazione inizia-
ta proprio con il concilio, che il bea-
to Giovanni XXIII vedeva come una
nuova Pentecoste che avrebbe fatto
fiorire la Chiesa nella sua interiore
ricchezza e nel suo estendersi mater-
namente verso tutti i campi
dellumana attivit. Lo ha afferma-
to Benedetto XVI ricevendo in udien-
za gioved mattina, 20 settembre, un
gruppo di presuli di recente nomina
84 di rito latino e 4 di rito orien-
tale partecipanti al convegno pro-
mosso dalle Congregazioni per i Ve-
scovi e per le Chiese Orientali.
Per il Papa gli effetti di quella
nuova Pentecoste, nonostante le dif-
ficolt dei tempi, si sono prolungati,
raggiungendo la vita della Chiesa in
ogni sua espressione: da quella isti-
tuzionale a quella spirituale, dalla
partecipazione dei fedeli laici nella
Chiesa alla fioritura carismatica e di
santit. Un rinnovamento che
stato possibile grazie allimpegno di
tanti vescovi, sacerdoti, consacrati e
laici, che hanno reso bello il volto
della Chiesa nel nostro tempo.
Questa eredit affidata oggi a
tutta la Chiesa: levangelizzazione
infatti ha spiegato il Pontefice
non opera di alcuni specialisti,
ma dellintero popolo di Dio, sotto
la guida dei pastori. Ai quali spetta
in particolare il compito di presenta-
re i contenuti essenziali della fede,
in forma sistematica e organica, per
rispondere anche agli interrogativi
che pone il nostro mondo tecnologi-
co e globalizzato. Una missione
che esige dai vescovi lesempio di
una vita vissuta nellabbandono fi-
ducioso in Dio, perch ha ricor-
dato il Papa non si pu essere al
servizio degli uomini, senza essere
prima servi di Dio.
PAGINA 8
NEW YORK, 20. La fine immediata
di qualsiasi forma di violenza e di
sfruttamento dei minori nelle zone
di guerra stata chiesta con forza,
ieri, dal Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite. La risoluzione sta-
ta adottata con undici voti a favore
e quattro astenuti (Azerbaigian,
Russia, Cina, Pakistan). Il Consi-
glio ha inoltre chiesto a tutti gli
Stati membri di portare di fronte
alla giustizia i responsabili di tali
violazioni ricorrendo al sistema giu-
diziario nazionale o, eventualmente,
ai meccanismi della giustizia inter-
nazionale.
Assicurare i responsabili alla
giustizia costituisce la maggiore
priorit per i Governi, a cui la co-
munit internazionale deve fornire
il suo sostegno mostrandosi unita
nella protezione dei pi piccoli ha
dichiarato Leila Zerrougui, rappre-
sentante speciale dellOnu per i
bambini nei conflitti armati. Zer-
rougui ha sottolineato limp ortanza
di costituire appositi meccanismi lo-
cali e regionali che permettano di
catturare i colpevoli. Per quel che
riguarda la situazione siriana che
rimane tra i fronti pi critici la
rappresentante speciale dellOnu ha
riconosciuto la violazione delle nor-
me internazionali e i brutali attac-
chi contro i minori da parte non so-
lo delle autorit governative, ma
anche degli oppositori.
Lo scorso 12 giugno il segretario
generale dellOnu, Ban Ki-moon,
aveva reso pubblica la lista della
vergogna nella quale compaiono
52 attori coinvolti in conflitti armati
che si sono resi colpevoli di crimini
contro i bambini, in particolare nel
Medio e Vicino Oriente. A partire
dallo scorso settembre rende noto
un comunicato dellOnu sono
stati siglati cinque nuovi piani di
azione per mettere fine e prevenire
larruolamento e limpiego di bam-
bini nei conflitti. I Paesi firmatari
sono stati la Repubblica Centrafri-
cana, il Sud Sudan, la Somalia e il
Myanmar. In poco tempo sono
stati compiuti progressi considere-
voli ha riconosciuto Leila Zerrou-
gui molto di pi di quelli regi-
strati nel corso degli anni preceden-
ti. Ma lobiettivo finale ancora
lontano: in tutto il mondo ci sono
molti gruppi armati che, sfuggendo
al controllo delle autorit, usano i
minori arruolandoli o lanciano at-
tacchi contro scuole e ospitali. Zer-
rougui ha poi ricordato che al mo-
mento sono in corso altre trattative;
imminente la chiusura di un ne-
goziato con la Repubblica Demo-
cratica del Congo in vista di unin-
tesa per la protezione dei bambini.
Lanno scorso si legge nel co-
municato delle Nazioni Unite so-
no stati registrati enormi cambia-
menti a livello internazionale: sono
state create nuove opportunit di
collaborazioni per fermare la piaga
delle violenze contro i minori. Ma
il segretario generale aggiunto per
le operazioni di mantenimento del-
la pace, Herv Ladsous, ha indicato
che le Nazioni Unite possono anco-
ra fare moltissimo per combattere
questa terribile piaga.
Colloqui a Bruxelles sul rafforzamento della partnership
Vertice tra Cina
e Unione europea
NOSTRE INFORMAZIONI
Gli auguri del Papa
alla comunit ebraica di Roma
In occasione delle feste ebraiche Rosh Ha-Shanah 5773, Yom Kippur e Sukkot,
Benedetto XVI ha inviato al rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni,
il seguente telegramma.
In occasione delle festose ricorrenze di Rosh Ha-Shanah 5773, Yom Kippur
e Sukkot, rivolgo un sentito augurio di pace e di bene a Lei e allintera Co-
munit ebraica di Roma, invocando dallAltissimo copiose benedizioni per
il nuovo anno e auspicando che ebrei e cristiani, crescendo nella stima e
nellamicizia reciproca, possano testimoniare nel mondo i valori che scaturi-
scono dalladorazione del Dio Unico.
BENEDICTUS PP. XVI
A un anno dal discorso
di Benedetto XVI al Bundestag
Leterno ritorno
del diritto naturale
MIGUEL DELGADO GALINDO
A PAGINA 5
BRUXELLES, 20. Ha preso il via og-
gi a Bruxelles il 15 vertice tra
Unione europea e Cina, lultimo
cui prender parte il premier cinese,
Wen Jiabao, che tra qualche setti-
mana lascer il posto al suo succes-
sore dopo dieci anni di mandato.
Nella capitale belga il leader di
Pechino incontrer il presidente del
Consiglio europeo, Herman Van
Rompuy, il presidente della Com-
missione Ue, Jos Manuel Duro
Barroso, e il capo della Politica
estera dellUnione europea,
Catherine Ashton. Tra le questioni
in agenda, il rafforzamento della
partnership strategica Cina-Ue, la
situazione economica nelle due po-
tenze, il G20 e i cambiamenti clima-
tici. Poi i temi di interesse interna-
zionale: sviluppi della crisi siriana,
Medio e Vicino Oriente, Africa e
Corea del Nord. A margine del
summit, le due parti sigleranno una
serie di accordi, tra cui quello sul
programma di sostenibilit ambien-
tale e urbanistica, per cui lEsecuti-
vo di Bruxelles impegner venticin-
que milioni di euro, e un comunica-
to congiunto per il rafforzamento
del dialogo e della cooperazione
tecnologica spaziale tra le due parti
e lAgenzia spaziale europea. Lin-
contro rifletter la p p re z z a m e n t o
dellEuropa riguardo il ruolo di
Wen nella costruzione delle relazio-
ni bilaterali e getter le basi per il
mantenimento dei buoni rapporti
con la nuova generazione di leader
cinesi, hanno dichiarato fonti del
Parlamento europeo allagenzia
France Presse. Un rapporto, quello
tra le due potenze, di forte interdi-
pendenza economica, con lE u ro p a
che rappresenta la prima destina-
zione dellesportazioni cinesi e la
Cina che si piazza al secondo posto
dopo gli Stati Uniti nella classifica
dei partner commerciali dellUe.
Al termine del summit, come gi
avvenuto in altre occasioni, non ci
sar alcuna conferenza stampa con-
giunta tra Duro Barroso, Van
Rompuy e Wen, ma sar diffusa so-
lo una dichiarazione scritta.
Il Santo Padre ha ricevuto que-
sta mattina in udienza le Loro
Eccellenze Reverendissime i
Monsignori:
Jean-Charles Descubes, Ar-
civescovo di Rouen (Francia),
in visita ad limina Apostolo-
ru m ;
Jean-Claude Boulanger, Ve-
scovo di Bayeux (Francia), in vi-
sita ad limina Apostolorum;
Stanislas Lalanne, Vescovo
di Coutances (Francia), in visita
ad limina Apostolorum;
Christian Nourrichard, Ve-
scovo di Evreux (Francia), in vi-
sita ad limina Apostolorum;
Jean-Luc Brunin, Vescovo
di Le Havre (Francia), in visita
ad limina Apostolorum;
Jacques Habert, Vescovo di
Ses (Francia), in visita ad li-
mina Apostolorum.
LOSSERVATORE ROMANO pagina 2 venerd 21 settembre 2012
LOSSERVATORE ROMANO
GIORNALE QUOTIDIANO
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Buon risultato per lasta dei titoli spagnoli
Borse dominate
dallincertezza
Contro la liberalizzazione dei supermercati stranieri
Milioni di commercianti
scioperano in India
Lordinanza della Consulta sul ricorso
del Quirinale contro la Procura di Palermo
WASHINGTON, 20. Lincertezza do-
mina le Borse europee in attesa della
decisione spagnola sugli aiuti. Lasta
dei titoli iberici, oggi, ha fatto regi-
strare un risultato molto positivo: il
Tesoro spagnolo ha collocato 4,8 mi-
liardi di titoli di Stato, superando
lammontare massimo di 4,5 miliardi
previsto per lasta di oggi. I tassi so-
no in deciso calo, al 5,666 per cento
da 6,647 per cento per il decennale
gennaio 2022 e al 3,845 per cento
per il tre anni ottobre 2015. Discreta
la domanda. Tuttavia, i listini resta-
no contrastati. Ieri gli indici si sono
difesi bene con Parigi (pi 0,54) e
Francoforte (pi 0,59) oltre che Ma-
drid (pi 0,50). Milano si accon-
tentata di un pi 0,15 e Londra ha
chiuso a pi 0,35.
Sul fronte europeo, pesa soprat-
tutto lincertezza sulla Spagna, dopo
che la vice presidente del Governo,
Soraya Senz de Santamaria, ha di
fatto confermato che lEsecutivo sta
valutando la richiesta daiuto facen-
do ricorso agli acquisti da parte del-
la Bce sul mercato secondario dei ti-
toli di Stato. Resta il nodo, pesante
sul piano politico, delle condizioni
che Madrid sarebbe costretta ad ac-
cettare. Intanto, per, i mercati han-
no ben accolto quanto detto da Mo-
ritz Kraemer, uno dei responsabili
per i rating sovrani di Standard &
Po ors: lagenzia di rating ha det-
to Kraemer ritiene improbabile
che il rating scenda al livello junk, o
spazzatura, visto che dopo lannun-
cio della Bce a inizio agosto le pre-
condizioni per il successo sono in
qualche modo superiori rispetto a
un mese fa.
Ottima domanda e rendimenti
sempre vicini allo zero per lasta
odierna di titoli tedeschi a due anni
(Schatz). Sono stati collocati infatti
titoli in scadenza a settembre 2014
per 4,084 miliardi con un rendimen-
to medio dello 0,06. Per quanto mi-
nimo, il rendimento registra un rial-
zo dallo zero registrato nellultima
asta del genere dello scorso agosto.
La richiesta stata pari a 8,44 mi-
liardi (2,1 volte lofferta). Secondo
uno studio delle banche tedesche, il
prodotto interno lordo della Germa-
nia crescer questanno dello 0,9 e
per il 2013 dell1,1 per cento. Tutto
considerato tra luglio e dicembre di
questanno c da attendersi solo una
crescita marginale o una stagnazione
delleconomia hanno spiegato gli
economisti della federazione
Ma a trainare le Borse sul finale,
in coincidenza con lavvio di Wall
Street, stato soprattutto il balzo
delle vendite di abitazioni negli Stati
Uniti, salite ad agosto del 7,8 per
cento al tasso annualizzato di 4,82
milioni, il pi alto dal maggio 2010.
Un dato particolarmente osservato
perch percepito dagli operatori co-
me fondamentale per un consolida-
mento della ripresa americana: il
piano della Fed, teso ad abbassare le
attese sui tassi a lungo termine, sta
iniettando fiducia e sta lentamente
rimettendo in salute il mattone tra-
mortito dalla lunga crisi.
Il mercato immobiliare americano,
quello al centro della crisi, mostra
segnali di ripresa che lasciano ben
sperare sul fatto che la ripresa sta
prendendo corpo. Le vendite di case
esistenti in agosto sono salite del 7,8
per cento rispetto al mese preceden-
te e del 9,3 per cento su base annua
a un tasso annualizzato di 4,82 mi-
lioni di unit. Si tratta del risultato
migliore dal maggio 2010, quando
gli acquirenti di prime case si af-
frettavano per qualificarsi per gli
sgravi fiscali. Sempre lo scorso me-
se, le costruzioni di case nuove so-
no salite del 2,3 per cento rispetto
a luglio e del 29 rispetto ad agosto
2011 a un tasso di 750.000 unit: le
costruzioni di case unifamiliari,
che hanno rappresentato il 71 per
cento delle nuove case di agosto,
sono balzate ai livelli pi alti
dallaprile 2010. La ripresa del
mercato immobiliare, reale ha
spiegato Sal Guatieri, analista di
Bmo Capital Market. Il mercato
immobiliare dicono gli analisti
sta sperimentando una ripresa de-
cisa. Molti acquirenti stanno
traendo vantaggio dalle convenien-
ti condizioni offerte per i mutui.
E la ripresa si vede dai prezzi:
quelli medi delle case esistenti so-
no risultati pari a 187.400 dollari,
in aumento del 9,5 per cento ri-
spetto ad agosto dello scorso an-
no. I dati sono molto buoni e
rafforzano la nostra idea che tutti i
pezzi di una sostenibile ripresa del
mercato immobiliare stiano andan-
do a posto dicono gli esperti.
Nonostante landamento del mer-
cato mettono in guardia gli ana-
listi c per bisogno di cautela:
le vendite e le costruzioni sono
sotto i livelli precedenti la bolla.
NEW DELHI, 20. Oltre cinquanta milioni di commercianti indiani han-
no aderito oggi a uno sciopero indetto dai partiti dellopposizione con-
tro la liberalizzazione dei supermercati stranieri, decisa la scorsa setti-
mana dal Governo. A New Delhi, Mumbai, Bangalore e nelle principa-
li metropoli i negozi sono rimasti chiusi e alcuni trasporti pubblici so-
spesi. Previsti cortei e sit-in di protesta. Allagitazione partecipano le
principali associazioni dei commercianti. Lingresso dei grandi colossi
della distribuzione infatti visto come una minaccia al piccolo com-
mercio, che impiega milioni di famiglie in India.
Disordini a Hyderabad (Afp)
Volontari dellUe per fronteggiare
disastri e crisi umanitarie nel mondo
BRUXELLES, 20. Per far fronte ai di-
sastri e alle crisi umanitarie nel
mondo, la Commissione europea ha
proposto un nuovo Corpo di vo-
lontari dellUe. Liniziativa prevede
linvio, in varie zone, di 10.000 vo-
lontari tra il 2014 e il 2020
A fare parte del nuovo gruppo
potranno essere tutti i cittadini
maggiorenni Ue (e anche non Ue,
ma residenti da tempo sul territorio
europeo), che avranno seguito un
periodo di formazione e dimostre-
ranno di essere ben preparati prima
di essere inviati sul terreno. A que-
sti andranno aggiunte altre 10.000
persone che potranno offrire il loro
aiuto svolgendo compiti dallE u ro -
pa o in rete. Il progetto prevede un
bilancio di 239,1 milioni di euro e
verr attuato in cooperazione con
varie organizzazioni, che per poter
partecipare dovranno rispettare de-
terminati standard, in particolare di
sicurezza. Abbiamo la possibilit
unica di mandare un segnale po-
sitivo in questi tempi di crisi, ha
spiegato il commissario europeo
agli Aiuti umanitari, Kristalina
Georgieva, perch con la creazione
di un corpo di volontari lUe potr
dimostrare la sua solidariet aiutan-
do le persone pi in difficolt.
Intervento della Santa Sede alla 56 sessione della Conferenza generale dellAiea
Una cultura della pace per rispondere
alle sfide del rinascimento nucleare
Dal 1957, in occasione della Conferenza generale dellAgenzia Internazionale
dellEnergia Atomica (Aiea), la Missione Permanente della Santa Sede a Vienna
organizza una celebrazione eucar istica per gli ambasciatori e i delegati ac c re d i t a t i
presso le Organizzazioni internazionali che hanno sede in quella citt e gli alti of-
ficiali dellAgenzia. Questanno, detta celebrazione eucaristica stata presieduta il
15 settembre, nella Karlskirche, dallarcivescovo Dominique Mamberti, segretario
per i Rapporti con gli Stati e Capo delegazione alla 56 sessione della Confere n -
za generale dellAiea, che in corso a Vienna dal 17 al 21 settembre 2012. Ri-
portiamo qui di seguito lintervento pronunciato dallarcivescovo Mamberti nel po-
meriggio di luned 17 settembre.
Sede considera il Trattato per lin-
terdizione globale degli esperimenti
nucleari (Ctbt) uno strumento im-
portante per conseguire questo fine,
senza menzionare le sue applicazioni
potenziali, civili e scientifiche, attra-
verso il Sistema di Monitoraggio In-
ternazionale. Sono onorato di avere
il nome della Santa Sede, cos come
il mio proprio nome, sulla lista dei
Paesi che appoggiano la Dichiara-
zione Ministeriale della VI C o n f e re n -
za Ministeriale del Ctbt. La Santa
Sede convinta che, lavorando in-
sieme, la firma, la ratifica e lentrata
in vigore del Trattato rappresente-
ranno un significativo contributo
per il futuro dellumanit, cos come
per la protezione della terra e
dellambiente affidati alla nostra cu-
ra dal Creatore.
A tal riguardo, anche la ratifica
da parte di tutti i Paesi, in particola-
re delle Potenze nucleari, dei rispet-
tivi Protocolli ai Trattati per le zone
libere da armi nucleari di grande
importanza. La Santa Sede riafferma
il proprio forte appoggio per gli
sforzi volti a istituire tale zone nel
Medio Oriente ed fiduciosa per le
discussioni che avverranno su tale
argomento in Finlandia. Le zone li-
bere da armi nucleari sono il miglior
esempio di fiducia, confidenza e af-
fermazione che la pace e la sicurezza
sono possibili senza il possesso delle
armi nucleari.
Lumanit merita non meno che
la piena cooperazione di tutti gli
Stati in questa importante materia.
Ogni passo nellagenda del disarmo
e della non proliferazione deve esse-
re fondato sui principi del premi-
nente e inerente valore della dignit
umana e della centralit della perso-
na umana, che costituiscono la base
del diritto umanitario internaziona-
le. Lo scorso maggio, durante il pri-
mo Comitato Preparatorio della
Conferenza di Esame del 2015 degli
Stati Parte al Npt, la Santa Sede ha
co-sponsorizzato la Dichiarazione
congiunta sulla dimensione umani-
taria del disarmo nucleare, una delle
principali novit che sono emerse
durante quellincontro. Le armi nu-
cleari hanno la capacit distruttiva
di porre una minaccia alla sopravvi-
venza dellumanit e fintanto che es-
se continueranno a esistere, la mi-
naccia allumanit perdurer. Inol-
tre, le armi nucleari sono inutili
nellaffrontare le attuali minacce co-
me la povert, la salute, il cambia-
mento climatico, il terrorismo e la
criminalit transnazionale. Lunico
modo per garantire che queste armi
non saranno utilizzate ancora at-
traverso la loro totale, irreversibile e
verificabile eliminazione, sotto con-
trollo internazionale. In questo cam-
po, lAiea assume un ruolo centrale
da svolgere.
Signor Presidente!
Dalla sua fondazione, lAgenzia
internazionale per lenergia atomica
diventato un riferimento insostitui-
bile per la cooperazione internazio-
nale nelluso della tecnologia nu-
cleare per scopi pacifici e per lo svi-
luppo umano integrale. A tal riguar-
do, la Santa Sede d il benvenuto a
Fiji, San Marino e Trinidad e Toba-
go quali nuovi Stati membri della
famiglia dellAiea.
Una questione importante che ri-
guarda non solo la famiglia
dellAiea, ma la famiglia umana nel
suo insieme, quella della sicurezza
nucleare. La Santa Sede segue da vi-
cino i progressi registrati nellattua-
zione del Piano di azione dellAiea
sulla sicurezza nucleare e si congra-
tula con lAgenzia per tale attuazio-
ne. Ci che emerso agli impianti
nucleari di Fukushima-Daiichi ha
rapidamente rivelato che una crisi
locale nucleare di fatto un proble-
ma globale. Ha anche messo in luce
che il mondo esposto a rischi reali
e sistemici, non solamente ipotetici,
con costi incalcolabili e che neces-
sario sviluppare un coordinamento
politico internazionale mai visto in
precedenza, facendo cos affiorare
numerose questioni.
La sicurezza energetica e la sicu-
rezza nucleare richiedono ladozione
di tecniche appropriate e di misure
legali, cos come di azioni e di ri-
sposte a livello culturale ed etico.
Nel breve periodo, le misure tecni-
che e legali sono necessarie per la
protezione dei siti e del materiale
nucleare, nonch per la prevenzione
degli atti di terrorismo nucleare, i
cui possibili devastanti effetti sono
realmente difficili da immaginare.
Nel lungo periodo, vi il bisogno
di misure di prevenzione, misure che
penetrino nelle pi profonde radici
culturali e sociali, come ad esempio
programmi di formazione per la dif-
fusione di una cultura della sicurez-
za sia nel settore nucleare che nella
coscienza pubblica in generale. Un
ruolo speciale deve essere riservato
ai codici di condotta per le risorse
umane che, in ambito nucleare, de-
vono essere sempre consapevoli dei
possibili effetti delle loro attivit. La
sicurezza dipende dagli Stati, ma so-
prattutto dal senso di responsabilit
di ogni persona.
Signor Presidente!
Il Programma di cooperazione
tecnica (Tcp) dellAgenzia uno de-
gli strumenti principali per trasferire
la scienza e la tecnologia nucleari
agli Stati membri al fine di promuo-
vere uno sviluppo sociale, economi-
co e integrale. Queste iniziative,
quando sono mirate ai bisogni degli
Stati beneficiari e dei loro partner
nellambito delle priorit nazionali,
aiutano a combattere la povert e
possono contribuire a soluzioni pi
pacifiche per i problemi seri che af-
fronta lumanit
A tal riguardo, la Santa Sede par-
tecipa al Forum scientifico di que-
stanno, dedicato al tema Cibo per
il futuro: fronteggiare le sfide attra-
verso le applicazioni nucleari. Que-
sto tema sottolinea il pressante biso-
gno di combattere la fame e la mal-
nutrizione di tanti membri della fa-
miglia umana. Ovviamente, la Santa
Sede non ha soluzioni tecniche da
offrire. Cionondimeno, dellopi-
nione che le biotecnologie e le tec-
nologie nucleari non possono essere
valutate unicamente sulla base di in-
teressi economici immediati. Devono
essere sottomesse prima di tutto a ri-
gorosi esami scientifici ed etici, al fi-
ne di prevenire che esse diventino
pericolose per la salute umana e per
il futuro del nostro pianeta.
Nel contesto del Tcp, vorrei anche
menzionare il ruolo particolare dei
radionuclidi utilizzati nella diagnosi
e nel trattamento di malattie mali-
gne. La terapia radioattiva uno dei
trattamenti fondamentali del cancro
e pi del 50 per cento dei pazienti a
cui stata diagnosticata tale malat-
tia potrebbero beneficiare da questo
tipo di terapia sia se applicata da
sola sia congiuntamente alla chirur-
gia e alla chemioterapia. Tuttavia,
nei Paesi in via di sviluppo pi della
met dei pazienti che soffrono di
cancro non hanno accesso alla ra-
dioterapia a causa della carenza di
attrezzature appropriate e di perso-
nale sufficientemente addestrato con
esperienza nella fisica clinica e me-
dica. La Santa Sede apprezza il la-
voro e gli sforzi dellAiea e dei suoi
partner nella pianificazione e nella
diffusione di programmi di controllo
del cancro e incoraggia lAiea a con-
tinua a perseguire e rafforzare que-
ste attivit estremamente importanti.
Il Programma di Azione per la tera-
pia tumorale (Pact), finalizzato ad
accrescere la capacit dellAgenzia
ad assistere i Paesi membri nello
straordinario compito di combattere
il cancro e istituire centri regionali
di eccellenza per la radioterapia,
merita di essere menzionato con ri-
sp etto.
Mi permetta di concludere, Si-
gnor Presidente, con la seguente ri-
flessione: nel considerare le politiche
nucleari dalla prospettiva dello svi-
luppo integrale della persona uma-
na (Dichiarazione sul Diritto allo
sviluppo, 1986, paragrafo 5), che im-
plica non solo lo sviluppo materiale
ma soprattutto lo sviluppo culturale
e morale di ogni persona e di tutti i
popoli, la Santa Sede vede, e invita
tutti a vedere, il contributo
dellAgenzia internazionale per
lenergia atomica alla pace, salute e
p ro s p e r i t .
Grazie, Signor Presidente!
ROMA, 20. La Corte Costituzionale
italiana ieri, mercoled, ha dichiara-
to ammissibile il ricorso presentato
dalla Presidenza della Repubblica
per conflitto di attribuzione fra po-
teri dello Stato. Come noto, il ri-
corso era stato sollevato dal Quiri-
nale nei confronti della Procura di
Palermo, a seguito della mancata
distruzione dei testi di alcune in-
tercettazioni telefoniche aventi per
oggetto il capo dello Stato, Gior-
gio Napolitano. Il ricorso presenta-
to dal Quirinale scritto nellor-
dinanza della Consulta pro-
posto a salvaguardia di prerogative
del presidente della Repubblica
che sono prospettate come insite
nella garanzia dellimmunit previ-
sta dallarticolo 90 della Costitu-
zione. Per la Corte, esaminando
lammissibilit del conflitto sotto
il profilo oggettivo, nel ricorso si
rileva che tali prerogative sono de-
lineate anche nelle disposizioni di
legge ordinaria collegate a quanto
previsto nellarticolo 90 della Co-
stituzione, a fronte di lesioni in
assunto realizzate o prefigurate
dalla Procura della Repubblica
presso il Tribunale ordinario di Pa-
lermo nello svolgimento dei propri
compiti.
Signor Presidente!
Ho lonore di trasmettere a lei, Si-
gnor Presidente, al Direttore Gene-
rale dellAgenzia internazionale per
lenergia atomica (Aiea), Signor Yu-
kiya Amano, e a tutti i distinti par-
tecipanti di questa 56 Conferenza
generale dellAiea i migliori auspici
e i cordiali saluti di Sua Santit Be-
nedetto XVI, che, in occasione del
50 anniversario dellAiea, disse:
Limpegno di incoraggiare la non
proliferazione di armi nucleari, pro-
muovere un progressivo e concorda-
to disarmo nucleare e favorire luso
pacifico e sicuro della tecnologia nu-
cleare per un autentico sviluppo, ri-
spettoso dellambiente e sempre at-
tento alle popolazioni pi svantag-
giate, sempre pi attuale e urgen-
te (cfr. An g e l u s del 29 luglio 2007).
In un mondo in progressiva e
pervasiva globalizzazione il rischio
che allinterdipendenza di fatto tra
gli uomini e i popoli non corrispon-
da linterazione etica delle coscienze
e delle intelligenze, dalla quale pos-
sa emergere come risultato uno svi-
luppo veramente umano (Benedet-
to XVI, Caritas in veritate, 9).
Tale rischio diviene ancor pi
marcato se si considera anche il co-
siddetto rinascimento nucleare a
livello mondiale e le sue numerose
sfide che riguardano: il legame tra
disarmo e non proliferazione nuclea-
ri, la crescita della domanda di ener-
gia, le minacce poste dal terrorismo
nucleare e dal mercato nero nuclea-
re, la sicurezza nucleare, eccetera.
Queste sfide potranno essere affron-
tate in maniera seria solo coltivando
una cultura della pace fondata sul
primato del diritto e sul rispetto del-
la vita umana.
In siffatto contesto, lAiea pu e
deve contribuire a favorire una in-
terazione etica delle coscienze e del-
le intelligenze (ibid.), essenziale per
rispondere a quelle sfide e per pro-
muovere uno sviluppo umano real-
mente integrale, che, secondo la
Santa Sede, deve essere di portata
universale, nel dialogo tra i saperi e
le operativit (cfr. ibid., n. 4).
Signor Presidente!
Tutti noi conosciamo le forti inte-
razioni esistenti tra il disarmo nu-
cleare e la non proliferazione nu-
cleare: essi sono interdipendenti e si
rafforzano a vicenda; la loro attua-
zione trasparente e responsabile rap-
presenta uno degli strumenti princi-
pali non solo per combattere il ter-
rorismo nucleare, ma anche per rea-
lizzare concretamente una cultura
della vita e della pace, capace di
promuovere in maniera efficace lo
sviluppo integrale dei popoli. In
questa prospettiva, la comunit in-
ternazionale dovrebbe mostrare
unespressione di intenti visibile ed
efficace volta a costruire e a raffor-
zare le basi legali internazionali per
leliminazione sistematica delle armi
nucleari. Non si pu pi considerare
moralmente sufficiente ridurre le
scorte di armi nucleari superflue
mentre si modernizzano gli arsenali
nucleari e si investono ampie somme
di denaro per assicurare la loro pro-
duzione futura e il loro manteni-
mento. Per queste ragioni, la Santa
Sede vede il Trattato di non prolife-
razione delle armi nucleari (Npt) co-
me la pietra angolare del regime
globale di non proliferazione nu-
cleare e continuer a offrire il pro-
prio contributo per la preparazione
di un terreno fertile che permetta al-
la IX Conferenza di esame del Npt,
prevista nel 2015, di produrre risulta-
ti consistenti e incoraggianti non so-
lo per il rafforzamento dello stesso
Trattato, ma anche per rendere que-
stultimo uno strumento pi efficace
nel rispondere alle nuove sfide che
continuamente emergono nelloriz-
zonte nucleare.
Signor Presidente!
La sicurezza globale non pu ba-
sarsi sulle armi nucleari. La Santa
LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 3
Brahimi studia un piano di negoziati tra Governo e opposizione
LOnu chiede
dialogo politico in Siria
Le proteste nel mondo islamico
Appelli dei leader musulmani
a reazioni pacifiche
DAMASCO, 20. LOnu chiede dialo-
go politico in Siria. Il segretario ge-
nerale delle Nazioni Unite, Ban Ki-
moon, teme che tanto il presidente
Bashir Al Assad quanto lopp osizio-
ne siano determinati a combattere
fino alla fine ricorrendo a ogni pos-
sibile strumento militare inadatto
a portare a una soluzione. Ban
Ki-moon ha quindi lanciato, dopo
18 mesi di guerra civile e migliaia di
morti, lennesimo appello per lav-
vio di un dialogo politico tra le
parti. A tal proposito il segretario
generale ha anticipato che linviato
di Onu e Lega Araba, lalgerino La-
khdar Brahimi, la prossima settima-
na potrebbe stilare un piano di ne-
goziati dopo gli incontri che avr al
Palazzo di Vetro. Comunque, ha ag-
giunto, la Siria sar la priorit
dellagenda e dei leader che parte-
ciperanno allAssemblea generale
dellOnu che si aperta a New
York.
Sul terreno, continuano le violen-
ze. I ribelli siriani hanno preso il
controllo ieri del valico di frontiera
di Tal Abyad, al confine con la Tur-
chia. Lo riferiscono i siti turchi. Da
due giorni la zona teatro di vio-
lenti scontri tra le forze dell'esercito
e gli oppositori. Si registrano intan-
to nuovi combattimenti oggi a Da-
masco, Aleppo e nella regione di
Homs. La Siria accoglier con fa-
vore qualsiasi soluzione equilibrata
e giusta alla crisi che soddisfi gli in-
teressi del suo popolo e basata sul
rispetto della sovranit del Paese,
ha dichiarato il presidente Assad nel
corso di un colloquio a Damasco
con il ministro degli Esteri iraniano,
Ali Akbar Salehi, stando a quanto
riporta la televisione di Stato. La Si-
ria si sempre dimostrata aperta
riguardo a tutte le iniziative che so-
no state annunciate per risolvere la
crisi ha inoltre affermato Assad,
che, rivolgendosi a Salehi, ha
espresso apprezzamento per gli
sforzi compiuti dallIran in merito.
Una conferenza per avviare il dia-
logo politico in Siria stata nel frat-
tempo indetta per il 23 settembre
prossimo a Damasco dalle opposi-
zioni in patria. Lo riferisce il Comi-
tato di coordinamento nazionale
(Ccn), principale piattaforma di dis-
sidenti a Damasco, al termine
dellincontro di un suo rappresen-
tante a Pechino con le autorit cine-
si. Haytham Mannaa, membro del
Ccn in Francia, si recato in Cina
per incontrare il ministro degli Este-
ri di Pechino. Al termine dei collo-
qui, Mannaa ha confermato che do-
menica prossima prevista la con-
ferenza per salvare la Siria, in vista
di una riunione a Mosca tra rappre-
sentanti delle opposizioni e del regi-
me siriano. Lincontro di Mosca
non stato ancora definito. La stes-
sa conferenza di Damasco era stata
inizialmente annunciata per il 12
settembre scorso, ma il Ccn aveva
annullato lappuntamento a causa
dellassenza di garanzie da parte
delle autorit sullimmunit a oppo-
sitori e dissidenti.
Sul fronte umanitario, resta molto
difficile la situazione dei profughi.
La crisi siriana potrebbe avere riper-
cussioni destabilizzanti sui Paesi li-
mitrofi, come nel Libano, dove arri-
vano circa mille profughi al giorno:
lo ha denunciato Margherita Boni-
ver, inviata del Governo italiano in
Libano e Giordania per fare il pun-
to sul flusso dei profughi. Non si
vicini a una soluzione politica accet-
tabile in Siria ha spiegato linviato.
IL CAIRO, 20. Condanne delle vio-
lenze e difese della libert di espres-
sione, ma anche sdegno per pubbli-
cazioni che offendono la sensibilit
religiosa e timori di ulteriori e
cruenti disordini, si mescolano nelle
reazioni internazionali alle proteste
in atto nel mondo islamico. A rinfo-
colare le proteste ha contribuito la
pubblicazione di vignette satiriche
su Maometto sulla rivista francese
Charlie Hebdo, a pochi giorni
dalla diffusione del film Innocence of
Muslims, al quale era seguito lassal-
to al consolato statunitense di Ben-
gasi con luccisione dellambasciato-
re Chris Stevens e di altri tre fun-
zionari. Molti osservatori, comun-
que, sottolineano come la dinamica
dellattentato faccia supporre una
lunga preparazione e che la data
dell11 settembre, pi che alle vicen-
de degli ultimi giorni, sembrerebbe
fare riferimento agli attentati del
2001 negli Stati Uniti.
Mentre numerosi Paesi, a partire
da Francia e Stati Uniti, rafforzano
le misure di sicurezza interne e nelle
sedi diplomatiche, nel mondo mu-
sulmano le leadership politiche, cul-
turali e religiose tentano di ripren-
dere il controllo delle piazze, solle-
citano risposte politiche a quelle che
pure ritengono provocazioni e lan-
ciano appelli sempre pi insistenti a
mobilitazioni solo pacifiche.
In questo senso si sono espresse
anche le autorit di diversi Paesi
arabi, tra i quali la Tunisia, teatro di
alcuni degli assalti pi violenti
allambasciata statunitense. Respon-
sabili del partito Ennahda, di matri-
ce islamica, al potere a Tunisi, han-
no detto chiaramente che i musul-
mani hanno il diritto di protestare,
ma pacificamente. Il ministero degli
Affari religiosi ha chiesto esplicita-
mente che le moschee non vengano
usate per lanciare messaggi provo-
catoriamente estremisti.
In questottica, trova fautori la
proposta di una regolamentazione
internazionale che proibisca la bla-
sfemia e loffesa ai simboli religiosi.
Su questa linea si sono espressi ieri
al Cairo tanto il segretario della Le-
ga araba, Nabil el Araby, quanto
Ahmed el Tayyeb, imam della mo-
schea di Al Azhar, il pi grande
centro teologico dellislam sunnita.
Questi, dopo le vignette di Charlie
Hebdo, era stato il primo a solleci-
tare lOnu ad adottare un provvedi-
mento antiblasfemia. Riprendendo
ieri largomento, el Tayyeb anche
andato oltre, sostenendo che le vi-
gnette sono un esempio di istiga-
zione allodio dietro lalibi della li-
bert despressione e tacciando i
promotori francesi delliniziativa di
ignoranza del contributo dato
dallIslam alla civilt e del suo ruolo
nella crescita storica della stessa Eu-
ro p a .
El Araby ha spiegato che per arri-
vare a unazione internazionale con-
divisa, dalla scorsa settimana sono
in corso contatti con lO rganizza-
zione della Conferenza islamica,
lUnione africana e lUnione euro-
pea e che ci potrebbero essere svi-
luppi allAssemblea generale
dellOnu. El Araby ha detto che gli
attacchi allislam devono finire,
ma ha precisato che essi vanno im-
putati a singoli individui, non a in-
teri Stati o allOccidente tout court
e si unito agli appelli alla calma.
Il ministro francese dellI s t ru z i o -
ne, Vincent Peillon, ha comunque
affermato che la libert de s p re s s i o -
ne un principio intangibile e che
su questo non si pu transigere,
perch altrimenti il primo passo
verso lautoritarismo. Non si ob-
bligati a leggere o a comprare un
giornale, ha aggiunto Peillon, se-
condo il quale compito del Gover-
no proteggere la vita di un certo
numero di francesi. Il riferimento
alle misure prese dalla Francia nel
timore di nuovi assalti, in particola-
re la chiusura per motivi precauzio-
nali di sedi diplomatiche e consolari
in una ventina di Paesi.
Lattenzione concentrata soprat-
tutto sulla giornata di domani, in
concomitanza con la preghiera isla-
mica del venerd, ma gi oggi si re-
gistrano nuove proteste in numerosi
Paesi, tra i quali lAfghanistan e
lIran.
Le macerie di unabitazione distrutta ad Aleppo (Reuters)
Ripresi dopo sei mesi i collegamenti aerei tra le due capitali
Segnali di distensione tra Khartoum e Juba
Rifugiati nel campo sudsudanese di Yida (LaPresse/Ap)
Otto morti e pi di trenta feriti nellesplosione di unautobomba a Peshawar
Ancora violenza in Pakistan
ISLAMABAD, 20. Ancora violenze nel
territorio pakistano. Lesplosione di
unautobomba, avvenuta in un sob-
borgo di Peshawar, nel nordovest
del Paese, ha provocato ieri otto
morti e pi di trenta feriti. Lufficia-
le della polizia locale, Khursheed
Khan, ha detto che lordigno era
stato nascosto in unauto parcheg-
giata lungo una strada ed stato
poi azionato con un dispositivo a
distanza. Il capo della polizia di Pe-
shawar, Naseem Hayat, ha spiegato
che per compiere lattentato sono
stati utilizzati fra i trenta e i qua-
ranta chilogrammi di esplosivo.
Dunque le violenze non lasciano
il Pakistan, nonostante le autorit di
Islamabad siano da tempo impe-
gnate in un intenso sforzo diploma-
tico per cercare di arginare lazione
destabilizzante dei talebani. E in
questi giorni, proprio per ribadire
questo impegno, il ministro degli
Esteri, Hina Rabbani Khar, in
missione negli Stati Uniti per collo-
qui, tra gli altri, con il segretario di
Stato, Hillary Clinton, con il consi-
gliere della sicurezza nazionale,
Tom Donilon, con il rappresentante
del commercio statunitense, Ron
Krik. Nei giorni scorsi linviato sta-
tunitense per il Pakistan e lAfgha-
nistan, Marc Grossman, ha incon-
trato la dirigenza pakistana a Isla-
mabad per fare il punto sulla situa-
zione delle relazioni fra i due Paesi
impegnati insieme nella lotta al ter-
rorismo. Grossman ha incontrato il
presidente Asif Ali Zardari, nonch
il ministro degli Esteri. Da ricordare
che i rapporti fra Pakistan e Stati
Uniti conoscono, da tempo, alti e
bassi. Sullo sfondo, tuttavia, c
sempre un elemento caratterizzante:
ovvero la consapevolezza che lunit
di intenti fra Islamabad e Washin-
gton essenziale se si vuole vincere
la sfida lanciata dai terroristi. Fatto,
questo, recentemente ribadito da
Hillary Clinton, che ha richiamato
limportanza del ruolo rivestito dal
Pakistan quale alleato strategico
nella lotta al terrorismo. Ma in que-
sto quadro permangono frizioni.
Per esempio divide ancora la vessata
questione dei droni statunitensi (ve-
livoli senza pilota) che secondo le
autorit di Islamabad non garanti-
scono i cosiddetti bombardamenti
scientifci e mirati contro le nume-
rose postazioni talebane, e ci a ri-
schio dellincolumit della popola-
zione.
Un autobus distrutto dalla deflagrazione (Afp)
Le Nazioni Unite denunciano un Governo di fatto insediato dai ribelli
Si aggrava la crisi nel Nord Kivu
KINSHASA, 20. Sembra destinata ad
aggravarsi la crisi nel Nord Kivu,
la regione orientale della Repubbli-
ca Democratica del Congo, al con-
fine con il Rwanda, dove non si
mai consolidato laccordo di pace
che circa dieci anni fa pose formal-
mente fine al conflitto congolese. Il
responsabile delle operazioni di
peacekeeping delle Nazioni Unite,
Herve Ladsous, ha dichiarato ieri
che i ribelli del Movimento del 23
marzo (M23), attivi nella regione,
hanno instaurato una sorta di loro
governo di fatto, imponendo tributi
alle popolazioni.
Ladsous ha condotto nei giorni
scorsi una missione nella Repubbli-
ca Democratica del Congo e nel
Rwanda, Paese questultimo accu-
sato sia dal Governo congolese sia
dalle Nazioni Unite di appoggiare
i ribelli. La sovranit del congole-
se deve essere rispettata e chiara-
mente c anche bisogno di rico-
struire la fiducia fra la Repubblica
Democratica del Congo e il Rwan-
da, ha dichiarato Ladsous alla
stampa dopo laudizione davanti al
Consiglio di sicurezza.
Gli insorti dellM23 sono ex mi-
liziani del Congresso nazionale di
difesa del popolo (Cndp) che tre
anni e mezzo fa, appunto il 23
marzo 2009, firmarono un accordo
di pace e vennero integrati
nellesercito governativo congolese.
Nei mesi scorsi hanno per diserta-
to in massa, accusando il Governo
di Kinshasa di violare i patti. Da
allora sono ripresi i combattimenti
nel Nord Kivu. Come detto, nella
regione e in quelle congolesi limi-
trofe a ridosso dei Grandi Laghi,
non si mai davvero instaurata la
pace che nel 2002 pose fine a quel
conflitto congolese che si merit il
nome di prima guerra mondiale
africana, non solo per lo spavento-
so numero di vittime almeno tre
milioni di morti ma anche per il
coinvolgimento, oltre che delle fa-
zioni congolesi, degli eserciti rego-
lari di altri sei Paesi.
Linsurrezione degli ex miliziani
del Cndp , a suo tempo guidati dal
generale Bosco Ntaganda, ricercato
per crimini di guerra dalla Corte
penale internazionale dellAja, ha
provocato una nuova ondata di
profughi, mentre la settimana scor-
sa Human Rights Watch ha diffuso
un rapporto in cui accusa lM23 di
reclutare bambini soldato e di esse-
re responsabile di stupri ed esecu-
zioni sommarie.
LUsaid accusata di ingerenza
da Mosca
MOSCA, 20. Con laccusa di ingerenze nella vita politica russa, il Governo
di Mosca ha deciso di sospendere, da ottobre, tutte le attivit dellAgenzia
statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid, che ha il compito di so-
stenere la politica estera di Washington). Funzionari russi, in passato, han-
no descritto i programmi Usaid di finanziamento a osservatori elettorali, o
a gruppi per i diritti civili critici del Cremlino, come tentativi di intromis-
sione negli affari interni della Federazione. Aleksandr Lukashevich, porta-
voce del ministero degli Esteri russo, ha spiegato che la natura del lavoro
dellagenzia in Russia ha raramente risposto agli scopi dichiarati di pro-
muovere lo sviluppo della cooperazione umanitaria bilaterale. Il diploma-
tico ha aggiunto che lAgenzia statunitense per lo sviluppo internazionale
(che in ventanni ha speso oltre 2,6 miliardi di dollari nella promozione di
riforme economiche e democratiche, appoggiando iniziative sanitarie e am-
bientali e incoraggiando programmi per la stabilit nel Caucaso) ha tentato
di influenzare i processi politici, comprese elezioni a diversi livelli, e la so-
ciet civile attraverso la distribuzione di sovvenzioni. Da Washington, il
dipartimento di Stato americano ha definito deplorevole la decisione.
New Delhi testa
un missile
a gittata nucleare
NEW DELHI, 20. LIndia ha effet-
tuato un nuovo test di un missile
a capacit nucleare con un raggio
di azione di 4.000 chilometri da
una base militare al largo della co-
sta orientale dello Stato del-
lOrissa. Lo riferisce il quotidiano
Times of India, citando fonti
del ministero della Difesa. Il razzo
Agni-IV, hanno spiegato gli scien-
ziati, equipaggiato con un sofi-
sticato sistema elettronico, che
permette di colpire un obiettivo
con estrema precisione. Lultimo
lancio sperimentale risale allo
scorso 15 novembre. Domani, in-
vece, previsto il test di un missi-
le della stessa serie, Agni-III, dalla
gittata di 3.000 chilometri. Il 17
settembre era stato invece il Paki-
stan a sperimentare un missile da
crociera a medio raggio capace di
montare una testata nucleare.
Respinti
i ricorsi elettorali
in Angola
LUANDA, 20. Il tribunale costitu-
zionale dellAngola ha respinto i
ricorsi presentati dai partiti di
opposizione sullesito delle ele-
zioni del 31 agosto scorso, nelle
quali il presidente Jos Eduardo
dos Santos, al potere dal 1979,
confermato alla guida del Paese,
grazie al 71,8 per cento dei voti
attribuiti raccolti dal suo partito,
il Movimento popolare per la li-
berazione dellAngola. I partiti
dopposizione avevano accusato
la maggioranza di una serie di
irregolarit, tra cui la difficolt
di accreditamento per i rappre-
sentanti di lista e la presenza di
schede premarcate con il voto
gi assegnato al partito del pre-
sidente.
KHARTOUM, 20. Sono ripresi questa
settimana i collegamenti aerei diretti
tra la capitale sudanese Khartoum e
quella sudsudanese Juba, dopo
uninterruzione di sei mesi dovuta ai
combattimenti lungo la frontiera che
tra marzo e aprile avevano coinvolto
gli eserciti dei due Paesi. Pur nel
persistere dellincertezza sullesito
del negoziato tra le due parti in cor-
so ad Addis Abeba, con la mediazio-
ne dellUnione africana, si susseguo-
no dunque segnali di una possibile
normalizzazione dei rapporti. Secon-
do il sottosegretario del ministero
dei Trasporti di Juba, David Martin,
alla ripresa dei voli della compagnia
di Khartoum Marsland seguir nei
prossimi giorni una misura analoga
della Sudan Airways. Diplomatici
dellambasciata sudsudanese a Khar-
toum hanno definito la ripresa dei
voli un inizio importante per la
cooperazione bilaterale.
Lannuncio del ripristino dei col-
legamenti aerei coinciso con la no-
tizia dellaccettazione da parte del
presidente sudanese Omar Hassan el
Bashir della proposta dei mediatori
dellUnione africana di tenere dome-
nica ad Addis Abeba un vertice con
il suo omologo sudsudanese Salva
Kiir Mayardit. Lincontro potrebbe
sancire unintesa tra i due Paesi sulla
gestione delle ricchezze petrolifere, i
confini comuni e altre questioni non
risolte n dagli accordi che nel 2005
posero fine alla guerra civile n
dallindipendenza di Juba proclama-
ta il 9 luglio dellanno scorso.
LOSSERVATORE ROMANO pagina 4 venerd 21 settembre 2012
SantAgostino e la lettura stoica del suicidio
Intorno al dolore
del mondo
Nuova edizione critica per lepistolario del Roveretano
Le undicimila
lettere di Rosmini
Anticipiamo alcuni stralci di uno dei
saggi dellultimo numero della rivista
Vita e Pensiero.
di ALESSANDRO GHISALBERTI
A
gostino visse in prima
persona gli anni della
grande crisi del mondo
e l l e n i s t i c o - ro m a n o ,
apertasi con lassedio e
il successivo orribile saccheggio di
Roma da parte dei Visigoti di Ala-
rico. Lenorme impressione suscita-
ta dalla violazione di Roma, pluri-
secolare simbolo di una civilt con-
siderata grande e perci imperitu-
ra, indusse il mondo pagano ad ac-
cusare i cristiani della decadenza di
Roma e della dissoluzione della
dai limiti che segnano lesistenza
terrena. La riprova viene dallideale
stoico di resistenza estrema allinsi-
dia dei mali: scegliere la morte per
darsi la felicit.
a questo punto che Agostino
affronta direttamente il tema del
suicidio: La virt cui si d il no-
me di fortezza, anche se associata
con qualsiasi forma di sapienza, at-
testa con la massima evidenza i
mali delluomo, che ha indotto a
sopportare nella pazienza. Mi sor-
prende la sfrontatezza con cui gli
stoici pretendono di non ritenerli
mali, se poi riconoscono che,
quando essi si sono fatti cos gravi
che il sapiente non pu e non deve
sostenerli, egli costretto a darsi la
possibilit di essere sicuri di punire
esclusivamente i colpevoli!
Dopo la casa e la citt, la volta
del mondo intero, che, come
loceano, quanto pi grande tan-
to pi colmo di pericoli: la lista
dei mali che affliggono le nazioni
si apre con la sofferenza indotta
dalla diversit delle lingue, che
divide luomo dalluomo. Segue
la difficolt che permane nel go-
vernare le nazioni sottomesse, nel
vigilare continuamente nei con-
fronti delle nazioni straniere, che
possono diventare ostili e promuo-
vere repentine azioni belliche.
Guerre si nascondono anche allin-
terno dello Stato, come le guerre
sociali e quelle civili; inoltre del
tutto teorica laffermazione che il
sapiente conduca soltanto guerre
giuste, perch pur essendo lingiu-
stizia da parte dellavversario a in-
durre il sapiente a combattere una
guerra giusta, comunque proprio
questa ingiustizia che addolora
luomo, poich appartiene agli uo-
mini.
Nellideale della coesistenza de-
gli uomini, la cultura classica e la
filosofia in particolare avevano as-
segnato primario rilievo allamici-
zia, ed nota a tutti la grande sen-
sibilit di Agostino a questo lega-
me. Tuttavia, nel capitolo 8 del li-
bro XIX de La citt di Dio, anche
questo legame spirituale viene pre-
sentato come fonte di preoccupa-
zione, di sofferenza, di dolore: si
teme che gli amici soffrano la fa-
me, la guerra, le malattie, le prigio-
ni; si soffre per la loro morte, an-
che se noi preferiamo sentire o
vedere che sono morti quelli che
amiamo, piuttosto che sentire o ve-
dere che essi si sono allontanati
dalla vera fede e dai retti costumi,
cio sono morti nellanima. La fe-
nomenologia del dolore del mondo
si estende infine alla societ dei
santi angeli, che quei filosofi per i
quali gli dei ci sono amici hanno
collocato al quarto posto, quasi
passando dalla terra alluniverso, in
modo da abbracciare anche il cie-
lo.
Dove sorge qui linsidia per
luomo? Agostino la vede
nellignoranza che impedisce
alluomo di distinguere il suggeri-
mento dellangelo buono da quello
dellangelo cattivo; la fragilit
dellumano conoscere impedisce di
poter stabilire, senza laiuto divino,
se godiamo dellamicizia di angeli
buoni o non abbiamo piuttosto a
che fare con falsi amici, malvagi
demoni astuti e menzogneri.
Lignoranza la fonte e lorigine
del lamento che da ogni piega
dellesistenza, a tutti i livelli, pro-
clama la grande infelicit.
Potremmo cos sintetizzare lat-
teggiamento globale di Agostino di
fronte agli sforzi dei filosofi di vin-
cere il dolore del mondo o di far
conoscere alluomo laccesso alla
felicit: proprio linnata tensione
delluomo alla felicit rende perspi-
cua la diagnosi di infelicit, che
contrassegna tutti i luoghi della fe-
licit individuati dai sapienti; lungi
dal saper offrire un riscatto dal do-
lore del mondo, la filosofia ha la
sua validit nel mettere a nudo il
pthos congenito dellesistenza, la
totale mancanza di autosufficienza
sia nel garantire il bene, sia
nellesplorare le possibilit della
vera felicit.
Se dunque la filosofia si chiude
in se stessa, essa diviene a sua vol-
ta una voce, lestrema voce, dellin-
felicit delluomo; se percepisce
con lucidit il limite delle proprie
vie, la filosofia rinunzia a offrire ri-
sposte definitive e si apre ad altro,
consegnando luomo, afflitto dai
dolori e con lanimo colmo di tri-
stezza, a un percorso diverso, che
guarda oltre la morte: In realt la
vita umana che costretta a essere
infelice per la presenza di tali e
tanti mali in questo mondo, feli-
ce nella speranza di un mondo fu-
turo e in tal modo anche salva.
Con questo annunzio, Agostino
esibisce i tre termini del nuovo
percorso, segnato dalla pace: la
speranza, il mondo futuro, la sal-
vezza, che egli sviluppa a partire
dal capitolo 10 sino alla fine del li-
bro XIX, facendo leva principal-
mente sul tema dalla pace, la quale
stabilisce uno stretto legame tra la
citt terrena e la citt celeste e con-
sente di delineare il percorso alla
vera felicit, attraversando e oltre-
passando lesistenza attuale
delluomo.
Lannunzio della salvezza dal
dolore, dallinfelicit e dal male
non viene dalla filosofia, bens dal-
la citt di Dio, che identifica il
proprio sommo bene con la pace
eterna e perfetta; questa salvezza si
colloca oltre il tempo dellesistenza
contrassegnato dalla nascita e dalla
morte, e perci diventa loggetto
della speranza di chi si trova a vi-
vere nel tempo, ma ha accolto con
fede lannunzio della citt di Dio.
di ROBERTO CUTAIA
Oltre undicimila lettere edite e ine-
dite per il periodo che va dal 1813
al 1855. Una nuova edizione critica
dellepistolario rosminiano sta per
nascere. La pubblicazione del pri-
mo volume, che include le lettere
del periodo 1813-19 prevista per la
seconda met del 2013. La notizia
viene resa ufficiale gioved 20 set-
tembre a Rovereto, in occasione del
convegno internazionale Rosmini
e leconomia, da Luciano Malusa
curatore dellepistolario completo
insieme a Pier Paolo Ottonello, en-
trambi delluniversit di Genova.
Questa nuova edizione completa
spiega Malusa era sentita da
tempo come unesigenza imprescin-
dibile per gli studiosi e per gli esti-
matori del grande pensatore di Ro-
v e re t o .
Il gruppo promotore della nuova
edizione dellepistolario si propone
ha spiegato Malusa di pubbli-
care secondo rigorose regole filolo-
giche tutte le lettere reperibili di
uno degli esponenti pi rilevanti
del pensiero cristiano in et con-
temporanea, che nel 2007 la Chiesa
ha solennemente proclamato beato.
Si tratta di scritti da cui emerge lo
spirito di santit di un grande cri-
stiano, di profondo zelo pastorale a
colloquio con i vertici della Chiesa
del tempo, da Gregorio XVI a Pio
IX, con Alessandro Manzoni, il
Centro internazionale di studi ro-
sminiani, stata presa in carico da
un gruppo di studiosi facenti capo
alluniversit di Genova.
Finalmente il progetto passato
alla fase operativa sottolinea an-
cora Malusa grazie al finanzia-
mento concesso dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Trento e Ro-
vereto per ricerche sulla giovinezza
di Antonio Rosmini, cio sul perio-
do della formazione, durante il
quale iniziano ad apparire le lettere
del giovane Rosmini, in un crescen-
do di entusiasmo e di impegno cul-
turale.
Il concretizzarsi di un prossimo
inizio della pubblicazione delle let-
tere di Antonio Rosmini, dal solo
punto di vista editoriale sottoli-
nea Donato Mario Falmi delleditri-
ce Citt Nuova da una parte fa
tremare i polsi e dallaltra mette le
ali ai piedi. Ma limpresa non pu
che entusiasmare e meritare la mas-
sima attenzione. La pluridecennale
esperienza e competenza sia scienti-
fica che editoriale fa comunque ben
sperare in una riuscita del progetto
che va a completare la pubblicazio-
ne delledizione critica, a tutto van-
taggio della conoscenza della perso-
na e del pensiero di un grande co-
me Rosmini.
Sul finire del XIX secolo era gi
stata pubblicata, quasi clandestina-
mente, presso leditore Giovanni
Pane, di Casale Monferrato, unedi-
marchese Gustavo Benso di Ca-
vour, il conte Giacomo Mellerio,
Cesare Tapparelli dAzeglio, Ales-
sandro Pestalozza, Niccol Tomma-
seo, le suore della Provvidenza, e i
fondatori di ordini religiosi come
Giovanni Bosco. Dallinsieme
dellepistolario sottolinea Mura-
tore, direttore del Centro interna-
zionale di studi Rosminiani di Stre-
sa emerge la gigantesca figura di
Rosmini e la sua grande curiosit in
tutti i campi del sapere.
Listituzione, alcuni decenni pri-
ma della beatificazione, nel 1966,
da parte dei padri rosminiani e su
iniziativa del filosofo Michele Fede-
rico Sciacca, del Centro internazio-
nale di studi rosminiani, con sede
in Stresa, aveva coinciso con la ne-
cessit di creare un luogo di riferi-
mento come lArchivio storico
dellIstituto della carit, per la pre-
parazione delledizione critica delle
opere edite e inedite di Antonio
Rosmini, incluse appunto le lettere.
Ora liniziativa, con la p p ro v a z i o n e
e la collaborazione della Casa gene-
ralizia dellIstituto della carit e del
zione dellEpistolario completo di
Antonio Rosmini in tredici volumi
(1889-1894). Era stata preceduta da
unedizione parziale: Epistolario di
Antonio Rosmini, parte prima: L e t t e re
re l i g i o s e - f a m i g l i a r i (Torino, Paravia
1857). La diffusione dei tredici volu-
mi delledizione completa era sta-
ta resa nota al pubblico soltanto nel
1905, data del cinquantenario dalla
morte del Roveretano, per evitare
di far coincidere la pubblicazione
con un periodo di grave crisi nel
movimento rosminiano, dopo la
condanna di quaranta proposizioni
del pensatore con il decreto del
Santo Uffizio, il Post obitum (1887).
Ledizione casalese comunque
fu strumento importante per lo stu-
dio della vita e del pensiero del
fondatore dellIstituto della Carit
ricorda Malusa e gener infatti
altre edizioni parallele di settori
dellepistolario rosminiano (episto-
lario ascetico, epistolario filosofico).
Essa tuttavia apparve ben presto
inadeguata, per un apparato critico
inesistente e per lincompletezza di
essa.
Attualmente il pool di studiosi
impegnato nella pubblicazione del-
le lettere del periodo 1813-1819
(coordinato da Luciano Malusa e
da Stefania Zanardi, con la collabo-
razione, per i testi, di Paolo De Lu-
cia, e di cui fanno parte i giovani
studiosi Natascia Poloni, e Samuele
Francesco Tadini) sta completando
le ricerche che hanno ricevuto il so-
stegno della fondazione trentina, e
ha predisposto 305 lettere da pub-
blicare con apparato filologico-te-
stuale e di commento. Nella fase di
ricerca delle lettere hanno collabo-
rato anche studiosi delle universit
di Trento e di Verona (Michele Ni-
coletti, Paolo Marangon e Ferdi-
nando Marcolungo). Dopo la pub-
blicazione del primo volume, pre-
vista quella delle lettere del periodo
tra il 1819 e il 1824, secondo volume
coordinato da Pier Paolo Ottonello:
sono gli anni in cui il giovane Ro-
smini viene ordinato sacerdote, si
laurea in Sacra Teologia e inizia
unintensa attivit di impegno cul-
turale che lo porter successivamen-
te alla costituzione di una enciclo-
pedia cristiana.
Nel centenario della nascita la Svezia ricorda il diplomatico che salv migliaia di ebrei
La lista di Wallenberg
Questanno ricorre il centenario della nascita di Raoul Wallenberg,
diplomatico svedese che a Budapest, verso la fine della seconda
guerra mondiale, nella seconda met del 1944, salv migliaia di
ebrei dalla deportazione e dalla morte. Fino al prossimo dicembre
previsto un fitto calendario di incontri e convegni, organizzati in
tutto il mondo dal Governo svedese (che per loccasione ha creato
in Rete il portale informativo www.raoulwallenberg2012.se). In Ita-
lia, lanniversario sar celebrato con un evento organizzato a Roma
dallAmbasciata di Svezia presso la Santa Sede, lUnione delle Co-
munit Ebraiche Italiane e la Comunit di SantEgidio (che ospite-
r lincontro) nel pomeriggio del 24 settembre, Coraggio di fronte
al male. In memoria di Raoul Wallenberg. Alla conferenza stampa
che si svolger nella mattina del 21 settembre, presso la chiesa di
Santa Brigida, cripta di Santa Caterina in Piazza Farnese a Roma
parteciper uno dei principali relatori, Frank Vajda (universit di
Melbourne) salvato da Wallenberg tra il 1944 e il 1945. La vita del
diplomatico svedese dimostra come il coraggio e la capacit di una
singola persona possano fare la differenza. Raoul Wallenberg fu in-
fine catturato dalle forze sovietiche e portato nella famigerata pri-
gione Lubyanka a Mosca; nessuno sa con certezza cosa accadde
dopo il suo arresto e il Governo svedese chiede tuttora una spiega-
zione.
di raggiungere la felicit
in particolare alle s e rc i z i o
delle virt cosiddette car-
dinali: la prudenza, la
giustizia, la fortezza e
lautocontrollo. Nella pra-
tica della virt della for-
tezza danimo del saggio
e nella sua forte capacit
di discernimento dei per-
corsi compatibili con la
felicit delluomo veniva
contemplata la dottrina
del suicidio, come un atto
forte di libert individua-
le, che pone fine alla crisi
del soggetto dubbioso di
poter raggiungere la feli-
cit desiderata.
Per Agostino i filosofi
hanno commesso un erro-
re di prospettiva, quello
di aver pensato non
allaltra vita, ma solo a
questa vita, e perci di
essersi considerati autar-
chici, in grado di procu-
rarsi da soli la felicit. Il
sommo bene la vita
eterna e il sommo male la
morte eterna. Questa ri-
sposta decisamente forte: essa
viene dalla parola di Dio, che ta-
gliente come lama e illumina le
menti di quanti lhanno accolta.
Ma, ci chiediamo, come poteva-
no i filosofi vissuti fuori dal popo-
lo destinatario della rivelazione far-
si portatori di una risposta tanto
precisa, difficile da descrivere e
spiegare nei suoi contenuti anche
da parte di un intelletto credente?
Quale visione il sapiente pu for-
marsi della vita umana, fidando
negli strumenti che la sola ragione
gli fornisce? Il riporre la vita beata
nellaldil non destituisce di valore
la vita delluomo composto di ani-
ma e corpo?
Questi interrogativi urgono nella
mente del lettore, mentre il testo di
Agostino mostra di operare una
precisa scelta di campo, in virt
della quale la formulazione filoso-
fica della ricerca umana della feli-
cit risulta unopera impari gi alla
sua partenza, e perci tutti gli in-
terrogativi appena esposti, che ac-
cordano fiducia unicamente allo
sforzo riflessivo della ragione, sono
inadeguati. La dichiarata colloca-
zione nella vita eterna del sommo
bene delluomo infatti sostenuta
da una lettura della presente con-
dizione della natura umana come
segnata dalla morte e dal dolore; a
partire da questa lettura i filosofi
dovrebbero convincersi della neces-
sit di rinunziare a ogni ricerca pu-
ramente terrena della felicit, per-
ch tale ricerca non fa che alimen-
tare e accrescere linfelicit.
Ogni categoria filosofica che, re-
cependo i percorsi evidenziati da
Varrone, era stata messa in campo
morte e a uscire da questa vita
(XIX, 4, 4).
Gli stoici sostenevano che il sui-
cidio, in certe circostanze, pu es-
sere considerato un atto di estrema
libert individuale. Pu essere at-
tuato solo da un vero sapiente, va-
le a dire un uomo che ha raggiun-
to un livello di conoscenza e dim-
perturbabilit tale da permettergli
il privilegio di attuare un suicidio
ben ponderato, come nel caso di
chi scelga di dare la vita per la pa-
tria. Agostino ritiene che la scelta
della morte non esprima altro che
rinunzia, valga cio come atto di
riconoscimento dellinfelicit che
segna lesistenza; un gesto radicale
di morte non pu mai dare alcuna
risposta reale al desiderio di vita
felice.
Agostino scandaglia, circa il pro-
blema della felicit delluomo, le
posizioni meno radicali dellesito
suicida, offerte dai filosofi della
storia: daccordo con la maggioran-
za degli uomini, essi hanno inseri-
to il percorso verso la felicit nel
contesto sociale, individuando nel-
le forme della relazione e della
convivenza tra gli uomini le situa-
zioni maggiormente capaci di con-
sentire unesistenza felice, sottratta
alle insidie dei mali pi gravi.
Passando in rassegna questi ten-
tativi di liberazione dallinfelicit,
Agostino ne capovolge la prospet-
tiva, e li vede come il luogo natu-
rale, congenito e strutturale, del
dolore del mondo, in tutti e quat-
tro gli stadi dellorganizzazione so-
ciale, dalla famiglia, alla citt, allo
Stato e al mondo degli angeli,
chiamato anche quarto mondo.
perch su di essa si calibrasse la
scelta dellaccesso alla felicit viene
riconsiderata da Agostino secondo
una prospettiva che convince
dellinanit dellaspirazione alla fe-
licit sulla base di risorse mera-
mente naturali o di espedienti
mentali. La stessa virt non appare
forse come una guerra continua
contro i vizi, non quelli esteriori,
ma quelli interiori, non quelli degli
altri, ma esclusivamente i nostri?
Se la virt una guerra intesti-
na, non pu essere certo il luogo
della felicit, cos come nessuno
sforzo che il sapiente esplica per
resistere alle passioni pu conside-
rarsi in se stesso una gioia: sono
tutti tentativi di resistere ai mali
delluomo, di non farsi travolgere
ampio trattato di filosofia e teolo-
gia della storia, nel quale la re-
sponsabilit della grande crisi
dellimpero romano veniva collega-
ta con la religione, la visione filo-
sofica della vita umana e gli ideali
politici della Roma pagana. D ei
ventidue libri che compongono La
citt di Dio, scritti tra il 412 e il
427, il libro XIX tutto dedicato al-
la lettura filosofica del dolore del
mondo, in confronto con la visio-
ne della vita proposta dai filosofi
seguaci dellAccademia, e in parti-
colare con la filosofia di Varrone e
di Cicerone, i quali avevano miti-
gato lo scetticismo accademico con
ampie riprese di temi propri della
filosofia stoica.
Lo stoicismo affidava il compito
Ribaltando le prospettive
lIpponate presenta
i tre termini di un nuovo percorso
segnato dalla pace
Speranza, mondo futuro e salvezza
Nella famiglia sono na-
scoste le insidie di quelli
che Terenzio chiama i vizi
nellamore: ingiurie, so-
spetti, ostilit, tregue, e poi
guerra e poi pace ancora.
E se lintimit della casa
non sicura, come pu
besserlo la citt, molto pi
grande e affollata, anche
prescindendo dai casi estre-
mi di sommosse e guerre
civili? Anche nella p p a re n -
za di una vita cittadina pa-
cifica, Agostino individua
una situazione permanente
di conflittualit, che ori-
ginata proprio dalla volon-
t di giustizia, e che porta
allattivazione dei tribunali
dove luomo pronuncia
giudizi sulluomo. Quante
e quali ferite producono i
giudici nella coscienza in-
teriore delluomo, pi an-
cora che nella sua fragile
carne, senza avere mai la
La precedente edizione di fine Ottocento dellepistolario
Sandro Botticelli
SantAgostino nello studio (1480, circa)
La Gerusalemme Celeste (XII secolo, De civitate Dei)
Raoul Wallenberg
sua civilt, dal momen-
to che i cristiani aveva-
no assunto ideali di vi-
ta divergenti da quelli
della civilt romana.
Per rispondere a
queste accuse matur
in Agostino il progetto
di unopera apologeti-
ca, La citt di Dio, un
LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 5
A un anno dal discorso di Benedetto XVI al Bundestag
Leterno ritorno del diritto naturale
di MIGUEL DELGAD O GALIND O*
N
ellautorevole discorso
pronunziato da Bene-
detto XVI al Bundes-
tag, il Parlamento fe-
derale tedesco, il 22
settembre 2011 a Berlino, in occasio-
ne del suo terzo viaggio apostolico
in Germania, il Papa volle affrontare
la questione dei fondamenti del di-
ritto negli Stati democratici, metten-
do a confronto la ragione aperta al
linguaggio dellessere con la ragione
positivista, e incalzando, al contem-
po, un dibattito pubblico sulla rg o -
mento.
Nel suo intervento, il Papa ebbe a
citare il celebre filosofo del diritto
Hans Kelsen (1881-1973). Nato a Pra-
ga, in seno a una famiglia ebrea,
Kelsen stato, senza dubbio, il giu-
sfilosofo pi influente del ventesimo
secolo. Studi giurisprudenza nella
capitale dellimpero austro-ungarico,
e frequent le sedute del Circolo di
Vienna, il cui approccio neopositivi-
sta contribu a segnare il suo pensie-
ro. Kelsen insegn prima presso
luniversit di Vienna e, successiva-
mente, in quella di Colonia, fino
allavvento dei nazisti la banda
di briganti a cui si rifer il Papa,
prendendo spunto di una citazione
del De civitate Dei, di santAgostino
nel gennaio del 1933, circostanza
che lo port a trasferirsi a Ginevra,
dopo essere stato privato ingiusta-
mente della sua cattedra universita-
ria. Allinizio della seconda guerra
mondiale, Kelsen emigr negli Stati
Uniti, dove insegn presso luniver-
sit di Harvard e, finalmente, in
quella di California, a Berkeley.
Tra le numerose pubblicazioni di
Kelsen, spicca per la sua importanza
La dottrina pura del diritto (Reine
R e c h t s l e h re ), pubblicata per la prima
volta a Vienna nel 1934, nella quale
egli sintetizz il suo pensiero giuri-
dico. , questa, unopera che ha
avuto un influsso significativo nella
cultura giuridica del secolo scorso,
specialmente in Europa. A proposito
della risonanza di questo volume, mi
si permetta un breve cenno autobio-
grafico che ritengo rilevante: quando
intrapresi gli studi di giurispruden-
za, La dottrina pura del diritto era il
testo fondamentale di riferimento
del corso di Diritto naturale anco-
ra esistente, almeno formalmente,
nel piano di studi vigente di giuri-
sprudenza e laula destinata alle
matricole era intitolata proprio a
Kelsen.
Lintento di questo giurista era
quello di restituire al diritto il suo
carattere di scienza, ristabilendo la
purezza del suo oggetto proprio. Per
raggiungere tale scopo, Kelsen soste-
neva che il metodo giuridico deve li-
berare il diritto da qualsiasi legame
con letica, la sociologia e la psicolo-
gia. Egli riteneva che la giustizia
un ideale irrazionale, il cui contenu-
to non pu essere determinato dalla
conoscenza razionale. Loggetto di
studio del giurista soltanto il dirit-
to positivo, il quale di per s non
giusto n ingiusto, ma semplicemen-
te quello che stato prodotto se-
condo la procedura stabilita dalla
Costituzione e dalle leggi dello Sta-
to. La dottrina pura del diritto, se-
condo Kelsen, si occupa soltanto del
diritto reale e possibile, senza alcun
tipo di ulteriore valutazione assiolo-
gica. Soltanto agendo secondo que-
sto principio il giurista rimane tale, e
la sua attivit pu essere qualificata
veramente come scienza.
Stando alla concezione kelseniana,
il diritto appartiene allambito del
dover essere (Sollen), e non al piano
dellessere (Sein), cio della natura,
dalla quale invece, secondo la dottri-
na giusnaturalista anche nota co-
me dottrina del diritto naturale il
diritto pu essere dedotto.
Questa dottrina ritiene che nella
natura esista un ordinamento univer-
sale, immutabile e vincolante per
tutti, preesistente al diritto positivo,
che luomo pu conoscere grazie alla
ragione, e cos distinguere tra ci
che giusto e ci che non lo . Il
diritto naturale non sarebbe una sor-
ta di diritto confessionale della
Chiesa cattolica, ma alla portata di
tutti, al di l della propria fede reli-
giosa, giacch i suoi principi sono
fondati appunto sulla ragione uma-
na. Infatti, come affermava Benedet-
to XVI nel suo discorso al Bundes-
tag, i teologi cristiani si sono appel-
lati alla natura e alla ragione come
fonti originarie del diritto, rifiutando
il diritto religioso.
Negli anni Sessanta Kelsen pub-
blic, anche questa volta a Vienna,
la seconda edizione notevolmente
ampliata della sua opera La dottri-
na pura del diritto. Questultima
pubblicazione rivela unevoluzione
del suo pensiero giuridico su parec-
chi temi, evoluzione dovuta anche
allinflusso della filosofia del diritto
n o rd a m e r i c a n a .
Sebbene nei primi scritti di Kel-
sen il mondo del diritto risulti com-
pletamente scollato dal mondo dei
fatti, posteriormente egli ammette
che le norme giuridiche sono il risul-
tato di un atto creatore della volon-
t. Pertanto, la natura potrebbe con-
tenere delle norme giuridiche soltan-
to se una volont le avesse inserite
previamente in essa. Ci presuppor-
rebbe un Dio creatore, la cui volont
si introduce nella natura.
A questo proposito, Kelsen asseri-
sce che assolutamente vano discu-
tere sulla verit di questa fede. Ma,
si interroga Benedetto XVI: Lo ve-
ramente? vorrei domandare. ve-
ramente privo di senso riflettere se la
ragione oggettiva che si manifesta
nella natura non presupponga una
Ragione creativa, un Creator Spiri-
tus?.
Su tale assunto pare adeguato ci-
tare lopera del giurista tedesco
Heinrich Rommen (1897-1967) Leter-
no ritorno del diritto naturale (Die
ewige Wiederkehr des Naturrechts),
pubblicata a Leipzig nel 1936. Rom-
men nacque a Colonia e studi pres-
so le universit di Mnster e di
Bonn. Perseguitato anchegli dal re-
gime nazista a causa delle sue pub-
blicazioni e per il suo coinvolgimen-
to in diversi gruppi cattolici tede-
schi, nel 1938 Rommen si trasfer ne-
gli Stati Uniti, dove insegn alluni-
versit di Saint Joseph (Connecti-
cut), alluniversit di Saint Thomas
(Minnesota) e, infine, alla Georgeto-
wn University (Washington, D. C.),
dal 1953 fino al 1967, anno della sua
morte.
Rommen riteneva che la sfera cen-
trale del diritto risiede proprio
te: il politico deve interrogarsi sulla
giustizia di un dato provvedimento.
E in questo processo viene in aiuto
il diritto naturale.
Il primo articolo della Dichiara-
zione universale dei diritti umani,
adottata dallAssemblea generale del-
le Nazione Unite nel 1948, recita:
Tutti gli esseri umani nascono liberi
ed uguali in dignit e diritti. Essi so-
no dotati di ragione e di coscienza e
devono agire gli uni verso gli altri in
spirito di fratellanza. Sarebbe stato
possibile che i membri dellAssem-
blea generale dellOnu, anche a lar-
ga maggioranza, avessero redatto
questo articolo come anche gli al-
tri ventinove di questa dichiarazione
di diritti in senso negativo? Asso-
lutamente, no; sarebbe stato comple-
tamente assurdo e impensabile. Per-
ch? Perch sarebbe totalmente irra-
gionevole e contrario alla natura e
alla giustizia negare qualsiasi di que-
sti diritti a ogni persona umana. Essi
sono preesistenti a qualsivoglia di-
chiarazione di diritti, in quanto fon-
dati sulla dignit umana.
Quando il diritto si dissocia
dalletica, immediatamente prendono
il sopravvento ideologie totalitarie. A
prima vista, sembrerebbe che nel XXI
secolo le ideologie siano scomparse
dal nostro pianeta; ma non e cos.
Al giorno doggi esiste unideologia
pi sottile e camuffata, portatrice di
pseudo diritti, che quella dellegoi-
smo morale, la quale tende a pro-
muovere una legislazione ad esem-
pio in materie come la bioetica e la
famiglia che si adatti ai capricci
etici di ogni momento.
Allo stesso modo, quando lecono-
mia viene scissa dalletica sociale, so-
no i pi potenti della finanza mon-
diale a prendere in mano il governo
(cfr. Benedetto XVI, Caritas in verita-
te, nn. 36 e 45). Ma questa strada
conduce al despotismo dei pi forti
nella societ in ogni tappa della sto-
ria.
Il discorso di Benedetto XVI al
Bundestag ha messo in evidenza che
il diritto naturale coadiuva il politico
nella sua ricerca di ci che giusto,
che appunto il compito essenziale
della politica. per questo che il di-
ritto naturale ritorna, e ritorner
sempre. Dopo la sua fine che alcuni
avevano preconizzato, non ci resta
nullaltro che ritornare proprio al di-
ritto naturale.
*Sottosegretario del Pontificio Consiglio
per i Laici
legge eterna.
La storia del XX secolo
ha palesato chiaramente co-
sa accade quando la politi-
ca e il diritto si allontanano
dalla legge di natura; il re-
gime nazista e quello co-
munista ne sono esempi
eclatanti. Un anno fa, il Pa-
pa fece presente ai parla-
mentari tedeschi che, nelle
materie che riguardano la
dignit delluomo, in uno
Stato democratico di dirit-
to, il principio della mag-
gioranza pur essendo ne-
cessario nelladottare una
decisione non sufficien-
nellambito dellesse-
re e che tra il livello
ontologico e quello
pratico esiste un nes-
so inscindibile. Di
conseguenza, la ra-
gione pratica non sa-
rebbe altro che lap-
plicazione, in termini
di dovere, del princi-
pio delle s s e re .
Ad esempio, ogni
uomo possiede il di-
ritto alla vita per la
sua stessa dignit di
persona; da questo
principio segue ne-
cessariamente che la
vita umana indi-
sponibile, va difesa
in ogni suo stadio e
qualsiasi attentato
contro di essa va pu-
nito dallo rd i n a m e n -
to giuridico statale.
Luomo, dotato di li-
bera volont, parteci-
pa alla legge natura-
le tramite la sua ra-
gione. E dunque,
lintera creazione
non altro che una
partecipazione alla
La singolare testimonianza di un giovane sacerdote e artista a confronto con le difficolt della lingua cinese
Un tenore verdiano in missione a Taipei
di SILVIA GUIDI
Emanuele Angiola, sacerdote dal 23 giugno
scorso, ha scoperto il suo amore per la musi-
ca e per il canto in maniera assolutamente
imprevista. Come, del resto anche la sua
vocazione. In famiglia non si ascoltava mu-
sica classica n tantomeno lopera lirica
racconta amavo soprattutto la musica leg-
gera italiana. Il primo interesse per un gene-
re diverso mi nato alle scuole medie, gra-
zie al mio professore di musica. Durante le
sue lezioni, sempre molto appassionate, al-
ternava lascolto delle canzoni alla musica
classica e alle arie dopera. Questo mondo
musicale fino ad allora per me sconosciuto
cominci cos a interessarmi, finch un gior-
no andai in edicola e acquistai una cassetta
con una selezione della Bohme di Puccini
cantata da Pavarotti. Mi ricordo che, appena
ebbi terminato di ascoltare lopera, ero tal-
mente entusiasmato e commosso che subito
uscii a comprarne unaltra: fu la volta del
Trovatore di Verdi, in unedizione storica del-
la Scala di Milano. Da allora non smisi pi
di ascoltare lopera. Avevo trovato il genere
di musica che parlava di pi al mio essere.
Nellopera i sentimenti delluomo, le sue
passioni, le sue contraddizioni, sono espres-
drammaturgia, possiamo trovare un realismo
equilibrato e nello stesso tempo fortemente
espressivo. Non mai stato schiavo della
forma, di stereotipi, ma ha sempre cercato,
nella sua lunghissima carriera, di esprimere
in maniera nuova ci che i suoi personaggi
gli suscitavano dentro. Ho ascoltato e ria-
scoltato pi volte tutte le sue opere. Penso
che il cuore di tutta la sua produzione, e in
particolare dei suoi capolavori, sia la ricerca
di che cosa sia nascosto dentro il cuore
delluomo. Verdi, come ad esempio anche
Shakespeare, che lui leggeva incessantemen-
sica. Dopo un anno di conservatorio, grazie
a unaudizione fatta a Torino con il maestro
Bruno Casoni, lattuale direttore del coro del
Teatro alla Scala di Milano, mi chiamarono
proprio dalla Scala per cantare, come corista
aggiunto, in unopera di Verdi in cartellone
nella stagione che si stava svolgendo. A me,
appena ventenne, mi sembrava quasi di so-
gnare a occhi aperti.
Nel libro Innanzitutto uomini (Cinisello Bal-
samo, San Paolo, 2007) Marina Corradi rac-
conta le storie di quindici giovani preti che, co-
accogliente. Sono dei grandi lavoratori.
Laspetto pi difficile che ho incontrato qui
fino a ora la superstizione che domina let-
teralmente la vita della maggior parte delle
persone. La conseguenza di non conoscere
un Dio unico, il Dio di Ges Cristo, quel-
la di non arrivare a sapere di avere un Padre
che ci ama, ci conosce e ci guida. Senza un
Padre, la vita rimane in bala di uninfinit
di divinit minori, di spiriti, di fantasmi, che
cerchi di placare con dei riti. Ma questa
proprio la definizione di superstizione: inve-
ce di avere un rapporto personale con Dio,
se, proprio grazie al
genio dei composi-
tori, in una maniera
estremamente po-
tente.
Come nata la pas-
sione specifica per il
canto?
Presto non mi
bast pi solamente
ascoltare le opere.
Mi misi a cantare
anchio, accompa-
gnato dai dischi,
assieme a Pavarotti,
a Di Stefano, ai
grandi della lirica,
tenori, baritoni o bassi che fossero. Non sa-
pevo se avessi una bella voce o meno, sem-
plicemente mi piaceva cantare. Cantando
potevo vivere anchio le emozioni dei prota-
gonisti dellop era.
I brani e i compositori che ama di pi?
I grandi compositori nei loro capolavori
sono riusciti a esprimere qualcosa di unico,
arrivando a toccare delle corde del cuore
delluomo in una maniera irripetibile. Arie
come Dove sono i bei momenti di Mozart,
Una furtiva lacrima di Donizetti o Un bel d
vedremo di Puccini possono parlare a qual-
siasi persona. Se dovessi indicare un mio
compositore preferito, direi sicuramente Ver-
di. In lui, uomo del popolo e genio della
me lei, fanno parte della Fraternit sacerdotale
san Carlo Borromeo.
Che cosa vuol dire questo, perch non ri-
manga solo uno slogan accattivante? Lo di-
co partendo dalla mia esperienza attuale:
adesso sono in missione a Taipei, la capitale
di Taiwan, in mezzo a un popolo che di Ge-
s spesso non conosce neanche il nome.
Che cosa sono venuto a portare a queste
persone? Una nuova religione, magari per
loro esotica? Una nuova filosofia o una nuo-
va morale? No, io sono venuto qui per testi-
moniare a tutti loro il cambiamento che ha
operato nella mia vita lincontro con Cristo.
Il rapporto con Cristo mi ha reso pi vero,
pi me stesso. Desidero che le persone che
incontro possano fare la stessa scoperta nelle
loro vite; don Giussani amava ripetere una
frase del retore romano Mario Vittorino,
quando ho incontrato Cristo mi sono sco-
perto uomo.
Cosa ama di pi di Taipei? E qual l'aspetto
pi faticoso della vita a Taiwan per un occi-
dentale?
A Taipei si vive bene. Taiwan un Paese
che sta conoscendo ultimamente uno svilup-
po economico e sociale notevole. Tutto qui
in costruzione e in continuo cambiamento:
accanto alle vecchie casette con grovigli di
fili e di tubi a vista, ci sono palazzoni e
grattacieli allavanguardia. La gente a Tai-
wan molto socievole, amichevole, onesta e
si ritiene sufficiente compiere dei gesti este-
riori.
Immagino che il suo orecchio musicale l'abbia
molto aiutata nell'apprendimento della lingua
cinese; come stato il primo impatto con un
mondo cos diverso?
Nellisola di Taiwan si parla cinese man-
darino, come in quasi tutta la Cina conti-
nentale, per con una piccola differenza: i
caratteri cinesi usati qui, come anche a
Hong Kong e a Macao, sono quelli tradizio-
nali, cio molto pi complessi da scrivere ri-
spetto a quelli semplificati da Mao nella
Cina Popolare. La difficolt di imparare la
lingua cinese quindi molta, pur non essen-
do una lingua grammaticalmente complicata
o astrusa. I cinesi amano la semplicit e la
sintesi. Un aspetto non facile, per, la
quantit di caratteri utilizzati nella loro lin-
gua: alcune decine di migliaia. Unaltra pe-
culiarit la presenza dei toni, cinque nel
mandarino, che non indicano tanto laltezza
della nota da emettere quanto piuttosto lin-
flessione che segue la voce nel pronunciare
ogni sillaba: se il suono rimane allo stesso li-
vello si ha il primo tono, se sale si ha il se-
condo, e cos via. Il cinese quindi una lin-
gua che per scrivere devi praticamente dise-
gnare, e per parlare devi cantare, veramen-
te una lingua per artisti! Non essendo un
pittore ma un cantante faccio molta fatica
nello scrivere, mentre posso divertirmi un
p o di pi quando parlo.
Il filosofo Hans Kelsen
Il Papa parla al Bundestag (22 settembre 2011)
portici di Cuneo, in un negozio di musica
vidi appeso un piccolo manifesto con la sua
foto, il suo nome e con su scritto: Barito-
no, impartisco lezioni di canto lirico. Pren-
demmo il numero di telefono e la sera lo
chiamammo. Il giorno dopo ero gi a casa
sua per fargli sentire la mia voce. Mi disse
che ero molto giovane per iniziare a studiare
lopera, ma mi avrebbe insegnato a cantare.
Non solo, con lui avrei dovuto anche studia-
re solfeggio, teoria musicale, storia della mu-
sica e un po di pianoforte. Invece di spa-
ventarmi della mole di lavoro, mi appassio-
nai ancora di pi. Nel frattempo cominciai a
cantare in alcuni cori, da quello del mio li-
ceo alla Corale cittadina, dove scoprii reper-
tori sempre pi vasti e interessanti. Un gior-
no, una mia compagna di scuola mi presen-
t a suo padre che era un pianista e teneva
moltissimi concerti nel cuneese con una
compagnia musicale composta da alcuni
cantanti e strumentisti. Iniziai cos a tenere
concerti da solista, cantando come baritono,
perch allora non avevo ancora scoperto di
essere un tenore. Lo scoprii presto, quando,
dopo il primo anno di universit, mi iscrissi
al conservatorio. Allesame di ammissione,
mentre stavo facendo dei vocalizzi, il presi-
dente della commissione mi disse a brucia-
pelo: Se diventi un bravo tenore, lascia sta-
re luniversit. Fu proprio ci che feci un
anno dopo. Lasciai lo studio della filosofia
intrapreso alla Cattolica due anni prima per
dedicarmi interamente alla studio della mu-
te, stato un cantore delluomo, della
sua grandezza e della sua miseria. Nel-
le loro opere questi geni hanno voluto
stare di fronte a quellabisso che il
cuore umano, fatto di nobilt eroiche e
di abbassamenti meschini. In questo
senso, il personaggio simbolo verdiano
Rigoletto. Un buffone di corte, gob-
bo, iroso e pungente, che si scopre pa-
dre amorevole, e arriva a sostituire il
ghigno del sarcasmo con il pianto di
dolore e di piet per la figlia rapita.
Quali sono stati i suoi maestri?
Il mio primo maestro fu un baritono
che abitava vicino alla mia citt. Face-
vo la prima liceale, e, un giorno, pas-
seggiando con i miei genitori per i
Il teatro nazionale di Taipei
Don Emanuele Angiola
LOSSERVATORE ROMANO pagina 6 venerd 21 settembre 2012
A Firenze la settima assemblea delle Comunit protestanti in Europa
Lib eri
per il futuro
di RICCARD O BURIGANA
Quali sono i temi che riguardano
direttamente le comunit protestanti
in Europa allinizio del III millen-
nio?. A questa domanda si propo-
ne di dare una risposta la VII assem-
blea generale della Comunit delle
Chiese protestanti in Europa (Ccpe)
che si svolger a Firenze dal 20 al
26 settembre prossimo per riflettere
sul tema Liberi per il futuro: Le
Chiese protestanti in Europa sotto
la guida del pastore Thomas Wipf,
presidente del Ccpe. Fin dalla for-
mulazione del titolo si voluto in-
dicare la volont di pensare al futu-
ro alla luce del passato, infatti, co-
me stato scritto in sede di presen-
tazione dellassemblea, limminente
celebrazione del 500 anniversario
dellinizio della Riforma non pu
essere semplicemente uno ccasione
per approfondire la conoscenza del
contesto storico-teologico nel quale
venne maturando la proposta di ri-
forma della Chiesa, ma deve essere
un momento nel quale le comunit
protestanti si interrogano su come
portare nel presente e nel futuro
lentusiasmo che ha caratterizzato la
riforma religiosa del XVI secolo. In
questa riflessione per le comunit
protestanti in Europa, un ruolo fon-
damentale deve essere riservato alla
dimensione ecumenica della testi-
monianza cristiana, dal momento
che la Ccpe ha compiuto, in questi
anni, un cammino di sempre pi
profonda comunione al suo interno
e con gli altri cristiani in Europa,
nella scoperta di quanto rende gi
uniti i cristiani senza omettere le
questioni teologiche ancora aperte.
Per la Ccpe, il cammino verso
lunit della Chiesa assume anche
un valore paradigmatico per la so-
ciet europea, che chiamata a con-
frontarsi essa stessa con un percorso
di unit a livello istituzionale che
interagisce con un continente sem-
pre pi multireligioso e multicultu-
rale, fortemente secolarizzato. Las-
semblea di Firenze costituisce cos
un passaggio privilegiato in questa
riflessione per una testimonianza
ecumenica sempre pi viva e coin-
volgente in Europa con la quale
promuovere il superamento di divi-
sioni e di pregiudizi che hanno con-
dizionato la storia del vecchio conti-
nente. In questa prospettiva si collo-
ca anche la particolare attenzione
della Ccpe per la riconciliazione
delle memorie che considerato un
elemento fondamentale nella costru-
zione dellunit; la stessa scelta di
tenere lassemblea a Firenze va in
questa direzione poich, come ha
scritto il pastore Holger Milkau, de-
cano della comunit evangelica lute-
rana in Italia, essa rappresenta un
segno particolarmente importante
per la minoranza protestante in Ita-
lia che rilegge la propria storia, si
confronta con la Chiesa cattolica di
maggioranza, sostiene limp ortanza
di una legge sulla libert religiosa.
Il programma dellassemblea pre-
vede la presentazione di quattro te-
sti dottrinali, una serie di comunica-
zioni su temi pi circoscritti, la fir-
ma di due documenti ecumenici,
delle votazioni su alcune risoluzioni,
un forum sul ruolo delle Chiese per
la costruzione del futuro dellE u ro -
pa, oltre a momenti di preghiera e
incontri con la realt protestante lo-
cale.
I quattro testi sui quali i parteci-
panti saranno chiamati a confrontar-
si, affrontano il rapporto tra scrittu-
ra, confessione di fede e Chiesa, il
rapporto tra ministero, ordinazione
e governo episcopale, la natura della
giustizia e infine la preparazione al
ministero. Si tratta, in sostanza, di
testi che sono il risultato di un lun-
go lavoro redazionale nel quale so-
no confluite istanze e proposte che
rappresentano le diverse sensibilit
presenti nelle comunit protestanti
in Europa. La discussione in assem-
blea non vuole condurre alla p p ro -
vazione vincolante di questi testi,
ma sottoporre delle indicazioni per
proseguire una riflessione su dei te-
mi che sono stati scelti in quanto
centrali per la vita dello rg a n i s m o
religioso e per suo coinvolgimento
nel movimento ecumenico.
Le risoluzioni, che dovranno esse-
re sottoposte a una votazione in as-
semblea, riguardano invece altri te-
mi, tra i quali la posizione della
Ccpe in unEuropa multireligiosa
che sottopone questioni nuove di
convivenza e di relazioni con le isti-
tuzioni europee e nazionali. Sempre
tra le risoluzioni prevista anche
una discussione sulle diverse propo-
ste per la celebrazione del 500 an-
niversario della Riforma che tutti
concordano dovr avere un carattere
ecumenico, favorendo la riconcilia-
zione attraverso la purificazione del-
la memoria. La celebrazione di que-
sto anniversario considerata, da
molti nella Ccpe, come una straor-
dinaria occasione per rilanciare il
dialogo ecumenico, non solo con la
Chiesa cattolica cos da rendere
sempre pi efficace la presenza dei
cristiani in Europa, tanto pi neces-
saria in un momento di crisi econo-
mica e morale. Riguardo al dialogo
ecumenico la risoluzione saluta con
gioia listituzione di un dialogo re-
golare con la Chiesa cattolica e la
prosecuzione con la Comunione an-
glicana, sostiene limportanza di ap-
profondire il dialogo con la Federa-
zione battista europea, chiede di
trovare il modo per proseguire il
dialogo con le comunit ortodosse
in Europa e auspica la ricerca di
forme di conversazione di coopera-
zione con le comunit cristiane for-
mate dagli immigrati in Europa.
I documenti ecumenici, che sa-
ranno presentati e sottoscritti, sono
due: il primo un memorandum tra
la Ccpe e la comunit anglicana in
Gran Bretagna e in Irlanda, con il
quale indicare i passi compiuti fino-
ra e le questioni da affrontare in fu-
turo in modo da uscire da una si-
tuazione di stallo che sembrava
compromettere il dialogo ecumenico
tra queste due comunit cristiane. Il
secondo documento un accordo
tra la Ccpe e la comunit luterana
dellEcuador per rafforzare i legami
con le cosiddette Chiese dellemi-
grazione, presenti in Sud America,
con le quali si sviluppato un dia-
logo ecumenico anche grazie al mo-
dello di comunione proposto dalle
comunit protestanti in Europa. Di
particolare rilievo da un punto di
vista ecumenico sono anche le pre-
senze annunciate tra gli ospiti, infat-
ti prenderanno la parola Olav Fyske
Tveit, segretario generale del World
Council of Churches (Wcc), Guy
Liagre, segretario della Conferenza
delle Chiese europee, e Tony Peck,
segretario generale della Conferenza
battista in Europa, con la quale si
sviluppato un intenso dialogo ecu-
menico, che ha influenzato la vita
quotidiana delle comunit localit.
Monsignor Matthias Trk del Pon-
tificio Consiglio per la Promozione
dellUnit dei Cristiani porter il sa-
luto della Chiesa cattolica con la
quale la Ccpe ha annunciato, poche
settimane fa, linizio di un dialogo
teologico sulla Chiesa.
Tra i numerosi ospiti un posto di
particolare riguardo stato riservato
a Rosangela Jarjour, segretaria gene-
rale della Fellowship of Middle East
Evangelical Churches, con la quale
la Ccpe ha rapporti di collaborazio-
ne e comunione. Il pastore Wipf ha
commentato la presenza di Jarjour,
come un segno tangibile dellimp e-
gno della comunit delle Chiese
protestanti in Europa per la costru-
zione della pace in Medio Oriente
grazie allazione dei protestanti.
Lassemblea di Firenze pensata
per lEuropa non solo per riafferma-
re limpegno della Ccpe per la co-
struzione dellunit dei cristiani e
della societ in Europa, ma anche
per trovare nuove strade per rendere
sempre pi efficace la testimonianza
cristiana in una prospettiva ecume-
nica. A oltre trentanni dalla sua
fondazione la Ccpe vuole cos conti-
nuare a giocare un ruolo attivo in
Europa senza per tralasciare la di-
mensione universale della missione
dei cristiani, come dimostrano lim-
pegno per la pace in Medio Oriente
e il sostegno alle comunit di tradi-
zione protestante in America Latina.
In Giordania la plenaria della Conferenza dei vescovi latini nelle Regioni arab e
Fedelt alla Chiesa e nuova evangelizzazione
Conclusa la visita del Patriarca di Mosca in Giappone dedicata alla figura di san Nicola
La m o re
che supera ogni barriera
TOKYO, 20. San Nicola del Giap-
pone ci aiuta a capire, in quale mo-
do e in quali circostanze, persone
che appartengono a una cultura di-
versa, a una nazione diversa, con
usanze differenti dalle nostre, accol-
gono la fede professata dal popolo
ortodosso. Ci si verifica quando
colui che reca lannuncio si identifi-
ca con le persone a cui rivolge la
sua parola, parla con loro nella stes-
sa lingua, condivide la loro cultura
come fosse la sua e questa la
condizione pi importante il pre-
dicatore ama le persone a cui si ri-
volge. La figura di Nicola del
Giappone, al secolo Ivan Kasatkin,
monaco e teologo russo, venerato
come santo e uguale agli apostoli
dalla Chiesa ortodossa, stata inevi-
tabilmente al centro della visita che
il Patriarca di Mosca, Cirillo, ha ef-
fettuato dal 14 al 18 settembre nel
Paese del sol levante. Cerano da ce-
lebrare, accorpati per lo ccasione,
ben tre anniversari: i centocin-
quantanni dellarrivo di san Nicola
in Giappone (nel 1861), i cento anni
della sua morte (1912) e i quaranta
della sua canonizzazione (1970). Il
fondatore della Chiesa ortodossa
giapponese duecentocinquanta i
luoghi di culto edificati durante la
sua permanenza nelle isole, frequen-
tati da un totale di trentatremila fe-
deli amava il popolo giappone-
se, ha detto Cirillo nella chiesa
della Resurrezione di Cristo ad Ha-
kodate (la citt nella quale Kasatkin
cominci la sua missione), al pun-
to che, anche durante la difficile
prova della guerra russo-giapponese
(1904-1905), rimasto qui con il po-
polo nipponico, e i giapponesi non
lo hanno percepito come il rappre-
sentante di una nazione ostile, per-
ch era il loro pastore, viveva con
loro, condivideva le loro prove. San
Nicola, continuando ad amare il suo
Paese, ha amato anche il Giappo-
ne.
Da Hakodate, nellisola di Hok-
kaido, il Patriarca di Mosca ha co-
minciato un viaggio che lo ha con-
dotto a Sendai, colpita nel marzo
2011 da un devastante terremoto e
dal successivo tsunami, e poi a To-
kyo. Accompagnato, fra gli altri, dal
metropolita Hilarion, presidente del
Dipartimento per le relazioni ester-
ne, Cirillo stato accolto dal metro-
polita di Tokyo e di tutto il Giap-
pone, Daniel, dallarcivescovo di
Sendai, Serafim, e da altri rappre-
sentanti della Chiesa ortodossa au-
tonoma giapponese. Nella chiesa
della Resurrezione di Cristo ad Ha-
kodate ha ricordato il Patriarca
sono stati ordinati i primi sacerdoti
giapponesi, sono stati cantati i primi
inni ortodossi e le preghiere in giap-
ponese; qui, per la prima volta,
giapponesi e russi si sono resi conto
che lortodossia una fede che non
appartiene a un solo popolo o a un
numero circoscritto di popoli, ma
presente in tutto il mondo.
Lesempio di san Nikola ci aiuta a
capire come la fede cristiana innalza
luomo al di sopra dei conflitti, del-
le prove, delle guerre, quanto sia
importante promuovere la riconci-
liazione fra le nostre due nazioni vi-
cine.
La missione della Chiesa ortodos-
sa si legge sul sito in rete del Di-
partimento per le relazioni esterne
del Patriarcato di Mosca cominci
ad Hakodate nel 1859, presso il con-
solato russo, dove due anni dopo
giunse il venticinquenne Ivan Ka-
satkin. La chiesa della Resurrezione
di Cristo ad Hakodate la prima
chiesa ortodossa in Giappone ed
qui che fra il 1861 e il 1869 san Ni-
cola esercit la prima parte del suo
ministero. Quando nella chiesa ven-
ne istituita la scuola di catechismo,
fu aperta anche una tipografia. Ka-
satkin riusc a coinvolgere i fedeli
nellopera di abbellimento del tem-
pio e sotto la sua guida furono rea-
lizzate le campane della chiesa. Nel
1871, con listituzione della Missione
ecclesiastica russa in Giappone, la
chiesa di Hakodate divenne un
punto di riferimento della missione.
Nel 1872 le campane suonarono per
la prima volta durante tutta la setti-
mana di Pasqua e questo, in breve
tempo, divenne lo spunto che port
alla persecuzione dei cristiani: i ca-
techisti e i tipografi furono arrestati,
la scuola venne chiusa, gli ortodossi
giapponesi furono espulsi dalla cit-
t. Ma nel 1873 i divieti statali furo-
no aboliti e il tempio divenne il
centro della predicazione ortodossa
in Giappone.
A Sendai, nellisola di Honshu, si
parlato soprattutto del sisma
dell11 marzo 2011, che ha provocato
migliaia di morti, feriti e dispersi.
Nella chiesa dellAnnunciazione,
larcivescovo Serafim ha ricordato
lenorme perdita di vite umane e gli
ingenti danni, sottolineando tuttavia
il grande sostegno giunto dalla
Chiesa ortodossa russa, che si mo-
bilitata per raccogliere le donazioni
dei fedeli. Questo disastro ha
detto ci ha insegnato molto,
spiegando che lo sforzo di aiutare i
bisognosi ha rafforzato i rapporti e i
legami spirituali fra i credenti russi
e giapponesi: Cos ci unisce lamo-
re di Cristo. Per Cirillo, i cittadini
di Sendai hanno dato un meravi-
glioso esempio di come possibile
affrontare e superare un grande pe-
ricolo. In momenti simili impor-
tante pensare non solo a se stessi
ma anche agli altri: lunico modo
per salvarsi.
La storia della fede ortodossa a
Sendai associata al nome di Paolo
Sawabe, discepolo e compagno di
san Nicola, il primo giapponese a
essere ordinato sacerdote ortodosso.
In questa citt i primi cristiani giap-
ponesi sono stati perseguitati e han-
no rivelato, ha affermato il Patriarca
di Mosca, la loro fermezza nella
fede, lintransigenza e il desiderio di
seguire la via della salvezza che
stata aperta per loro dal Signore at-
traverso san Nicola del Giappone.
Nella diocesi di Sendai oggi ci sono
trentadue parrocchie, le quali costi-
tuiscono quasi il 50 per cento delle
parrocchie della Chiesa ortodossa
autonoma giapponese.
Anche a Tokyo, nella cattedrale
della Resurrezione (conosciuta come
Nikolai-do), Cirillo ha parlato di
san Nicola, ponte spirituale fra
Russia e Giappone, auspicando che
fra le due nazioni altri ponti, altri
legami possano collegare oggi i due
popoli, nella concordia e nellunit
di pensiero. E nel suo sermone ha
fatto riferimento alla saggezza dei
samurai, i quali dicevano che il
loro cammino un cammino di
morte, che bisogna vivere come se il
proprio corpo fosse morto. Egli al-
lora si libera, diventa forte, indipen-
dente dalla morte, e la paura scom-
pare. Come san Paolo ha ag-
giunto il primate ortodosso che
nella Seconda lettera ai Corinzi invita
a portare sempre e dovunque nel
nostro corpo la morte di Ges, per-
ch anche la vita di Ges si manife-
sti nel nostro corpo (4, 10). E co-
me san Nicola del Giappone: Il se-
greto del suo straordinario successo
missionario ha concluso il Patriar-
ca di Mosca sono stati proprio il
comandamento dellamore e una fe-
de forte in Dio.
Cirillo, che si recato anche nel
cimitero Yanaka di Tokyo per prega-
re sulla tomba di san Nicola, ha
concluso la sua visita incontrando
limperatore del Giappone, Akihito.
AMMAN, 20. Oggi, nellambito
dellAnno della fede, che sottolinea
il cinquantesimo anniversario del
Vaticano II, noi abbiamo bisogno di
una fede solida, caratteristica dei
martiri. quanto ha sottolineato
monsignor Fouad Twal, Patriarca la-
tino di Gerusalemme e presidente
della Conferenza dei vescovi latini
nelle Regioni Arabe (Celra)
nellaprire lassemblea plenaria riuni-
ta ad Amman, in Giordania, che si
tenuta fino a gioved 20 settembre.
Allordine del giorno una riflessione
dellInstrumentum Laboris sulla Nuo-
va evangelizzazione e lEsortazione
apostolica Ecclesia in Medio Oriente.
Secondo il Patriarca latino di Ge-
rusalemme, la vera sfida lanciata
dai due sinodi (quello dedicato alle
Chiese in Medio Oriente e alla
Nuova evangelizzazione, ndr) alle
Chiese orientali, alle Chiese aposto-
liche del Medio Oriente, quella
della fedelt a Cristo e alla Chiesa
che egli ha fondato, quella della lo-
ro comunione e della loro testimo-
nianza.
Certo lannuncio del Vangelo si
presenta pi complesso. Le profon-
de e rapide trasformazioni sociali
hanno indebolito lo spirito critico,
affievolendo i principi etici e morali
e il senso del sacro. La nostra mis-
sione ha sottolineato monsignor
Twal chiamata a misurarsi coi
cambiamenti dovuti al progresso
che si traducono in una cresciuta
diffidenza nei confronti di ci che ci
stato trasmesso, o addirittura in
una indifferenza totale a ci che la
Chiesa propone. Questa missione
della Chiesa compito di ogni bat-
tezzato.
Per essere testimoni credibili e
coerenti della nuova evangelizzazio-
ne, il Patriarca latino di Gerusalem-
me ha indicato quattro prospettive
di azione cristiana personale e co-
munitaria. Innazitutto riscoprire la
fede della prima comunit cristia-
na: ripartire da Gerusalemme; tor-
nare alla Parola di Dio incarnata e
alle sorgenti apostoliche. Quindi
chiarire la nostra percezione dei
cambiamenti nella societ che solle-
citano il nostro modo di credere.
Ed ancora analizzare gli strumenti
che abbiamo a disposizione per la
trasmissione della fede; questi non
poggiano che sulla forma e il conte-
nuto: quel che conta saperli utiliz-
zare. Quarta prospettiva conosce-
re bene il nuovo contesto (la Prima-
vera araba) nel quale siamo invitati
ad annunciare la nostra fede; lIn-
strumentum Laboris ha ricordato il
presidente della Conferenza dei ve-
scovi latini nei Paesi Arabi ci pre-
senta sette nuovi scenari che noi
dobbiamo prendere in considerazio-
ne ed aver presente per poterci
muovere: la carenza dei sacerdoti, il
fallimento dei regimi comunisti, il
risveglio del fanatismo, la politica,
leconomia, i mass media, la nostra
minoranza.
In questo orizzonte, ha concluso
il Patriarca Fouad Twal, non suf-
ficiente fare soltanto qualche rito c-
co alla nostra attivit pastorale;
sappiamo bene come in ogni diocesi
ci siano sfide specifiche: ripiega-
menti delle comunit, contaminazio-
ne secolare dei laici, scristianizzazio-
ne delle lites, tentazione dellemi-
grazione, senza contare i problemi
dovuti alla presenza minoritaria dei
cristiani e del rapporto con lIslam,
il conflitto israelo-palestinese. Oc-
corre per affrontare, con lintelligen-
za della fede, la nuova evangelizza-
zione, tener sempre presente i rap-
porti che esistono tra il Vangelo e la
via delluomo. In questo quadro,
lapprofondimento della dottrina so-
ciale della Chiesa gioca un ruolo
irrinunciabile nel cammino della
nuova evangelizzazione, come anche
unattenta predicazione, la piet po-
polare (in particolare il culto maria-
no), leducazione cattolica, il rilan-
cio dellinsegnamento della religione
nelle scuole. Si tratta insomma, co-
me sovente ribadisce Benedetto XVI,
di riaffermare la complementariet
tra la fede e la ragione.
Nella prima giornata della plena-
ria, dopo il saluto di benvenuto del
Patriarca Fouad Twal, seguito dalle
parole del nunzio apostolico in Si-
ria, larcivescovo Mario Zenari, si
svolta una tavola rotonda, dedicata
allo scambio di informazioni sulla
situazione dei Paesi arabi che com-
pongono la Celra e le loro diocesi.
Particolare attenzione stata dedica-
ta allInstrumentum laboris sulla
Nuova evangelizzazione, seguito da
risposte circa i problemi giuridici
posti dalla Congregazione per la
dottrina della fede. I presuli si sono
soffermati anche su ci che neces-
sario custodire della visita di Bene-
detto XVI in Libano. Un viaggio
sotto il segno della fraternit e del
dialogo, in una terra dove convivo-
no pacificamente tre religioni mono-
teiste che hanno fatto del dialogo
uno stile di vita. Un esemplare mo-
dello, questo, di convivenza per il
Medio Oriente e il mondo.
Sempre mercoled si svolta una
visita allUniversit americana di
Madaba , seguita da un pellegrinag-
gio al monte Nebo col tema: Uno
sguardo di fede e di speranza per il
futuro. Infine, una preghiera di
suffragio per tutte le vittime delle
sofferenze nei Paesi arabi.
LOSSERVATORE ROMANO venerd 21 settembre 2012 pagina 7
Temi di grande attualit e urgenze pastorali nellagenda dei vescovi in visita ad limina
La Chiesa in Francia
chiamata a una nuova missione
PARIGI, 20. La preoccupante acce-
lerazione della secolarizzazione
della societ, il calo numerico dei
sacerdoti e dei fedeli praticanti, il
rapporto con le altre fedi, la pro-
gressiva desertificazione di molti
dipartimenti a vocazione rurale, con
la conseguente fuga dei giovani
dalla campagna verso le citt, gli ef-
fetti sociali della crisi economica, la
questione del fine vita e quella, at-
tualissima, del riconoscimento del
matrimonio fra persone dello stesso
sesso (con annessa possibilit di
adozione), che metterebbe in seria
discussione il futuro della famiglia e,
pi in generale, aprirebbe una pro-
fonda crisi di valori: a elencare i
principali temi che, da oggi, i presu-
li francesi affronteranno nel corso
della loro visita ad limina apostolo-
rum stato personalmente il cardi-
nale Andr Vingt-Trois, arcivescovo
di Parigi e presidente della Confe-
renza episcopale, il quale giorni fa,
in unattesa conferenza stampa, ha
spiegato cosa i vescovi francesi di-
ranno al Papa e ai responsabili dei
vari dicasteri vaticani. Un incontro
che nellagenda di avenue de Bre-
teuil mancava da ben otto anni e
che, anche per il sopraggiunto rin-
novamento delle cariche episcopali,
risulter inedito per quarantacinque
dei centosette vescovi partecipanti,
come ha precisato monsignor Ber-
nard Podvin, portavoce della Confe-
renza episcopale.
La visita avverr in tre fasi: da og-
gi al 29 settembre sar il turno delle
province ecclesiastiche di Rouen,
Rennes, Poitiers, Tours e Bordeaux,
il cui arcivescovo, cardinale Jean-
Pierre Ricard, guider la delegazio-
ne; dal 12 al 22 novembre toccher
alle province di Lille, Reims, Parigi,
Besanon, Dijon, alle diocesi con-
cordatarie di Strasbourg e Metz,
allordinariato militare, alle p a rc h i a
di Sainte-Croix-de-Paris degli Arme-
ni, allesarcato apostolico per i fedeli
ucraini di rito bizantino residenti in
Francia e alla neonata eparchia di
Notre-Dame du Liban de Paris dei
Maroniti; dal 23 novembre al 3 di-
cembre, infine, saranno a Roma i
rappresentanti delle province eccle-
siastiche di Clermont, Lyon, Mar-
seille, Montpellier e Toulouse. Que-
sta mattina, nel palazzo apostolico
di Castel Gandolfo, Benedetto XVI
ha incontrato i presuli della provin-
cia di Rouen, guidati dalla rc i v e s c o -
vo Jean-Charles Descubes, dando il
via al ciclo di udienze. In vista della
visita, ogni vescovo ha ricevuto un
questionario nel quale ha dettaglia-
tamente descritto la situazione esi-
stente nel suo territorio diocesano.
Il rapporto che consegneremo in
Vaticano ha detto monsignor De-
scubes al quotidiano La Croix
di circa novanta pagine. Per redigere
il testo, abbiamo coinvolto i direttori
di tutti i servizi diocesani. Si tratta
di un inventario preziosissimo che
consente di passare in rivista tutta
lorganizzazione della diocesi. An-
che se, tiene a sottolineare Descu-
bes, la visita ad limina e resta, in-
nanzitutto, un pellegrinaggio sulla
tomba degli apostoli Pietro e Paolo.
Non andiamo a rapporto, precisa
monsignor Podvin: dal Papa si at-
tendono soprattutto consigli, indica-
zioni a conforto del ministero sacer-
dotale, stimoli, completa il vesco-
vo di Nevers, Thierry Brac de la
Pe r r i re .
Negli ultimi otto anni, in Francia,
mutato il panorama sociale, si
modificata la geografia parrocchiale,
cambiata e sta cambiando, di con-
seguenza, la proposta pastorale:
Lelemento pi evidente laccele-
razione della secolarizzazione del
nostro Paese. Oggi ci rivolgiamo
non pi solo a vecchi cattolici asso-
piti ma a persone che ignorano tutto
della fede, ha osservato il cardinale
Vingt-Trois, citando ad esempio
limpegno culturale del Collge des
Bernardins a Parigi, luogo dove la
fede cristiana si propone e lavora,
assieme ad altre fedi, alle grandi
questioni della societ umana. Ma
labbandono dei centri rurali, la di-
minuzione dei cattolici praticanti, il
calo delle vocazioni (con il conse-
guente accorpamento di parrocchie
sotto un unico sacerdote), ha porta-
to la Chiesa di Francia a ripensare il
suo servizio, a riorganizzarlo: lap-
pello del presidente a identificare
luoghi centrali dove possano conver-
gere i flussi di popolazione, per far-
ne dei centri di animazione spiritua-
le con la collaborazione indispen-
sabile dei laici.
Il dato pi allarmante le ultime
statistiche ufficiali risalgono a tre
anni fa il brusco calo dei sacer-
doti diocesani, passati dai 15.008 del
2008 ai 14.097 del 2009 (a essi devo-
no aggiungersi per 4.632 preti reli-
giosi). Se si pensa che appena dieci
anni fa erano 17.935, si pu com-
prendere la preoccupazione della
Conferenza episcopale, solo in parte
attenuata dalla costante crescita dei
diaconi permanenti, saliti a 2.335 nel
2009 e praticamente raddoppiati ri-
spetto a quindici anni fa. In forte
calo anche il numero delle religiose
(di vita apostolica e monache)
35.183 nel 2009 contro le 37.934 del
2008 e dei religiosi e monaci, sce-
si nel 2009 a 7.504, ovvero di cin-
quecentonovantacinque unit nel gi-
ro di un solo anno.
Con pochi preti a disposizione di-
venta difficile la trasmissione della
fede, soprattutto ai bambini e ai gio-
vani, anche a causa del cambiamen-
to della mentalit e dello stile di vi-
ta. Ma la Chiesa ha ancora delle
buone carte da giocare: il vescovo di
Metz, Pierre Raffin, ricorder al Pa-
pa il numero non trascurabile di
giovani sacerdoti, ben formati alle
discipline ecclesiastiche, presenti
nella sua diocesi, il vescovo di Tulle,
Bernard Charrier, il nuovo vigore
portato dalle iniziative che mettono
la diaconia al centro della vita ordi-
naria della Chiesa, il vescovo di Le
Mans, Yves Le Saux, limp ortanza
della domanda di formazione cate-
chetica degli adulti, soprattutto da
parte di coloro che scoprono per la
prima volta la fede cristiana.
In Francia ha detto il cardina-
le Vingt-Trois l8 settembre scorso in
una conferenza tenuta al santuario
Notre-Dame du Laus siamo pas-
sati nel giro di qualche decennio da
un cristianesimo sociologico, che se-
gue le mode e gli impulsi, a un cri-
stianesimo per scelta, ovvero un
cristianesimo nel quale la libert
personale, limplicazione personale
molto pi forte e notevole di quanto
non sia in un cristianesimo sociolo-
gico. Di conseguenza, responsa-
bilit della Chiesa tutta intera porta-
re, daccapo, una testimonianza di
fede, non solamente nelle sue com-
ponenti istituzionali ma anche e so-
prattutto in ciascuno dei suoi mem-
bri. (giovanni zavatta)
Larcivescovo di Westminster sulla crisi
I cavalli delleconomia

I Superiori e gli Officiali del Pontificio


Consiglio per la Promozione della
Nuova Evangelizzazione esprimono vi-
vo cordoglio per la scomparsa del
Prof. Mons.
SERGIO LANZA
Docente Ordinario di Teologia Pa-
storale presso la Facolt di S. Teologia
della Pontificia Universit Lateranense
e Consultore del Dicastero. Chiedono
al Signore che lo accolga nella festosa
liturgia celeste.

Il Rettore Magnifico e lintera comuni-


t accademica partecipano con grande
affetto al dolore per la prematura
scomparsa del
Prof. Mons.
SERGIO LANZA
amatissimo e illustre docente della
Pontificia Universit Lateranense.

Il presidente, Card. Angelo Scola e i


membri del Comitato permanente
dellIstituto Giuseppe Toniolo di Studi
Superiori con commossa gratitudine si
uniscono al cordoglio della comunit
universitaria per la morte di
MO N S. SERGIO LANZA
Assistente Ecclesiastico Generale
dellUniversit Cattolica del Sacro
Cuore. Ricordando la sua figura di te-
stimone autentico, di sacerdote, di edu-
catore, di teologo particolarmente at-
tento alle domande delluomo di oggi.

Lintera famiglia dellUniversit Catto-


lica del Sacro Cuore, profondamente
commossa, accompagna nella preghiera
il sereno ritorno alla Casa del Padre
del proprio Assistente Ecclesiastico Ge-
nerale
M.to Rev.do Mons. Prof.
SERGIO LANZA
Prelato donore di Sua Santit, ricor-
dando con grande affetto e gratitudine
il prezioso servizio svolto nellAteneo
dei cattolici italiani con sapienza, amo-
re alla verit e alla Chiesa, passione
educativa.
Milano, 20 settembre 2012
LONDRA, 20. Quando si fanno affari
la morale non pu restare fuori del-
la porta. E, soprattutto in un mo-
mento di crisi economica tanto pro-
fonda e diffusa come lattuale, oc-
corre attingere con decisione ai va-
lori che consentono una reale cresci-
ta della societ, del bene comune e
della dignit umana. quanto, in
sintesi, ha detto larcivescovo di We-
stminster, Vincent Gerard Nichols,
parlando nei giorni scorsi a un cen-
tinaio di esponenti del mondo fi-
nanziario e commerciale della capi-
tale britannica. Al centro della con-
ferenza lesigenza di un rinnovato e
possibile incontro tra le ragioni del
profitto e della competitivit, pro-
prie di ogni azienda, con i valori del
rispetto della dignit della persona.
Nella convinzione che proprio que-
sta sia, in ultima analisi, la strada
pi efficace e redditizia da intra-
prendere se davvero si vogliono fare
dei buoni affari e si intende far
uscire lintera societ dalla crisi.
La riflessione del presule cattolico
ha preso le mosse dalla suggestiva
immagine del carro trainato da due
cavalli alati, uno nero e uno bianco,
mutuata da Platone. Quella che per
lantico filosofo greco rappresentava
lallegoria dellanima umana, per
monsignor Nichols pu benissimo
applicarsi al mondo degli affari. Il
cavallo nero rappresenta il desiderio
di massimizzazione del profitto,
mentre il cavallo bianco rappresen-
ta la finalit sociale dei buoni affari:
il desiderio di fornire un lavoro si-
gnificativo, beni e servizi utili. E
lauriga, che nella visione platonica
incarnava la ragione, pu adesso
utilmente raffigurare il delicato
compito di direzione che sono chia-
mati a svolgere gli imprenditori e gli
uomini daffari. Il loro ruolo
quello di mantenere unite queste
due fonti di energia, obbedendo alle
regole della strada, ma mantenendo
la tensione verso un obiettivo a lun-
go termine, che quello di creare
un progresso sociale ed economico
sostenibile. Per il presule, infatti,
entrambi i cavalli sono essenziali.
Infatti, se, da un lato, lattivit de-
ve essere dinamica e redditizia,
dallaltra deve ispirare fiducia e ri-
spetto, attirando la lealt verso i
clienti, i lavoratori e la societ. Gui-
dato soltanto dal cavallo nero, il
carro degli affari cerca il profitto,
senza un pi ampio scopo. E que-
sta, come dimostra la recente crisi
economica, una strada estrema-
mente pericolosa da seguire. Al
contrario, guidato soltanto dal ca-
vallo bianco, il carro pu facilmente
impantanarsi in una serie di attivit
degne ma non redditizie. Larte di
chi dirige il mondo degli affari con-
siste allora nel trovare un percorso
in cui il carro mantenga un vantag-
gio competitivo sugli altri carri,
avendo entrambi i cavalli a pieno
regime. Infatti, lenergia del ca-
vallo nero essenziale, soprattutto
quando i tempi sono duri. Ma senza
il cavallo bianco, da sola la ricerca
del profitto fine a se stesso pu por-
tare il carro fuori strada.
In questa prospettiva, monsignor
Nichols ritiene che lattuale fase di
crisi economica rappresenti anche
una straordinaria opportunit per
il nostro Paese per mettere in di-
scussione e individuare le priorit
collettive e le idee attorno alle quali
far crescere una buona societ e al
suo interno un prospero sistema im-
prenditoriale. In un mondo dov
forte e crescente la disuguaglianza e
ancora troppo spesso guidato da de-
sideri insaziabili, abbiamo urgente-
mente bisogno di riformulare qual
lo scopo delleconomia.
A colloquio con il cardinale Ricard
Laicit
bene comune
di NICOLA GORI
La nuova evangelizzazione non
unoperazione commerciale che mi-
ra a recuperare la clientela perduta,
ma un fuoco che brucia nel cuore
dei credenti e li spinge ad appro-
fondire la loro fede. ci di cui ha
bisogno la Francia in un momento
nel quale la Chiesa deve affrontare
numerose sfide, a cominciare dalle
discussioni sulla laicit e sul proget-
to di legge del matrimonio tra per-
sone dello stesso sesso. Ne parla, in
questa intervista al nostro giornale,
il cardinale Jean-Pierre Ricard, arci-
vescovo di Bordeaux, in occasione
della visita ad limina dellepiscopa-
to francese.
Come interpreta i colloqui in corso tra
Governo e rappresentanti delle comu-
nit musulmane sul tema della laicit
dello Stato?
La laicit dello Stato oggi non
in discussione. Essa esprime la neu-
tralit e lindipendenza della Re-
pubblica francese nei confronti del-
le religioni. Si tratta di un principio
fondamentale della Costituzione.
Alcune correnti dellislam hanno
sollevato questioni in tema di ma-
cellazione rituale delle carni, di spa-
zi riservati ai musulmani nei cimite-
ri, di diversificazione degli orari per
gli uomini e le donne nelle piscine
pubbliche, di utilizzo del velo da
parte delle donne, della possibilit
per queste ultime di essere visitate
soltanto da medici dello stesso ses-
so negli ospedali. La risposta a
queste richieste stata pragmatica.
Alcune di esse possono essere con-
siderate accettabili, altre no. Credo
che questo tipo di soluzione prag-
matica permetta di evitare due sco-
gli: le pressioni autoritarie di grup-
pi religiosi e la volont di applicare
il principio della laicit a tutto lo
spazio pubblico. Infatti anche se lo
Stato laico, la societ non lo .
Essa plurima, per cui le differenze
possono esprimersi legittimamente
nello spazio pubblico nella misura
in cui siscrivono nel quadro di un
vivere insieme concordato.
Qual la posizione dei vescovi riguar-
do alle leggi approvate dal Parlamen-
to che vietano di indossare nei luoghi
pubblici simboli religiosi visibili?
La laicit implica una neutralit
religiosa dei funzionari, degli inse-
gnanti. Non si applica agli utenti
dei servizi, agli alunni o alle fami-
glie. I poteri pubblici devono ri-
spettare la libert di coscienza, a
meno che non vi sia un turbamento
dellordine pubblico. Riteniamo ec-
cessivo proibire ogni segno osten-
tatorio nellambito scolastico, so-
prattutto se lordine pubblico non
viene turbato. Daltra parte, la ne-
cessit per ogni persona di essere
identificata pu giustificare la proi-
bizione del velo integrale. Non si
tratta di discriminazione religiosa,
ma di salvaguardia dellordine pub-
blico.
Nel prossimo autunno il Parlamento
dovr discutere sul disegno di legge
del matrimonio tra persone dello stesso
sesso, gi inserito nel programma del
presidente Hollande. La Chiesa
daccordo con alcuni filosofi francesi
nel proporre un referendum sullargo-
mento? Quali sono i dibattiti attuali?
Ci auguriamo che ci sia un au-
tentico dibattito e non una decisio-
ne teleguidata tramite i media e i
gruppi di pressione. Il progetto di
legge che autorizza le persone dello
stesso sesso a sposarsi e ad adottare
dei bambini non semplicemente
un allargamento del matrimonio e
delladozione a una nuova categoria
di persone, sotto il pretesto
delleguaglianza e della non-discri-
minazione. Si tratta, infatti, di una
rimessa in gioco della struttura stes-
sa del matrimonio e della genitoria-
lit. I vescovi esprimeranno, in oc-
casione di questo dibattito, la posi-
zione della Chiesa sul matrimonio e
sulla famiglia, sottolineando che es-
sa non motivata da un approccio
puramente confessionale, ma al
servizio delluomo. Daltronde, per-
sone appartenenti ad altre religioni
o provenienti da altri orizzonti cul-
turali, possono benissimo ritrovarsi
insieme in questo servizio alluomo.
La crisi economica sta colpendo grave-
mente lindustria, in particolare quella
automobilistica e navale. Quali inizia-
tive ha messo in atto la Chiesa per
aiutare tante famiglie rimaste spesso
senza fonte di reddito?
Anche in Francia constatiamo
ogni giorno questa grave crisi eco-
nomica. Attualmente, siamo molto
preoccupati per il tasso di disoccu-
pazione: ci sono 3 milioni di senza
lavoro nel Paese. Per non parlare
delle persone anziane sole che non
riescono pi a pagare laffitto o del-
le madri che hanno bisogno di esse-
re aiutate. Le nostre organizzazioni
caritative sono molto sollecitate in
tal senso: si avverte il bisogno che
tutta la comunit cristiana sia mag-
giormente mobilitata. questo
lobiettivo delliniziativa nazionale
Diaconia 2013, che vuole aiutare
le comunit cristiane in Francia a
mettersi sempre pi al servizio del
fratello e in particolare di quei fra-
telli in stato di precariet.
In alcune realt vi una fioritura di
vocazioni, mentre nella maggior parte
delle diocesi la situazione critica.
Oggi le vocazioni, in particolare
quelle sacerdotali, nascono pi fa-
cilmente dove c una concentrazio-
ne di giovani: nelle citt, soprattut-
to in quelle universitarie. La situa-
zione delle diocesi rurali invece
pi preoccupante. Occorre conti-
nuare a mobilitarsi per una pastora-
le delle vocazioni, accogliere i preti
stranieri, pensare a un aiuto reci-
proco tra diocesi urbane e diocesi
rurali, coinvolgere i laici.
I siti internet delle diocesi pongono in
prima pagina lAnno della fede. La
riscoperta di questa virt passa anche
per una nuova evangelizzazione?
La nuova evangelizzazione non
nellordine delle strategie commer-
ciali miranti a recuperare una clien-
tela perduta. Essa un fuoco che
brucia nel cuore dei discepoli del
Cristo. Implica dunque un appro-
fondimento della fede. Bisogna osa-
re, parlare e aprire dei sentieri nuo-
vi al Vangelo. E ci si rende conto
oggi che audacia apostolica, rigene-
razione spirituale e formazione so-
no profondamente legate.
Un anno fa avete accolto alcuni mem-
bri della fraternit di San Pio X a
Bordeaux. Come sono i rapporti at-
tuali tra diocesi e questa comunit?
Questi membri erano stati esclusi
nel 2006 dalla fraternit San Pio X.
Hanno allora bussato alle porte
della Santa Sede e la Commissione
Ecclesia Dei li ha accolti, dando lo-
ro lo statuto di una societ di vita
apostolica di diritto pontificio. Cos
nato listituto del Buon Pastore.
La loro integrazione nella diocesi, a
Bordeaux, non stata delle pi fa-
cili. Non si cancellano in un attimo
anni di polemiche. Ma oggi, le cose
si acquietano. Listituto ha una par-
rocchia personale presso la chiesa
Saint Eloi e sta cercando di trovare
il proprio posto nella comunit dio-
cesana, poich la sfida del cristiano
non vivere ciascuno nel proprio
recinto, ma in una comunit frater-
na, segno di apertura alla presenza
dello Spirito.
LOSSERVATORE ROMANO pagina 8 venerd 21 settembre 2012
Benedetto XVI a presuli partecipanti al convegno promosso dalle Congregazioni per i Vescovi e per le Chiese Orientali
La nuova evangelizzazione
iniziata con il concilio Vaticano II
Il saluto del cardinale Marc Ouellet
In ascolto del magistero
La nuova evangelizzazione iniziata
proprio con il concilio, che il beato
Giovanni XXIII vedeva come
una nuova Pentecoste che avrebbe fatto
fiorire la Chiesa nella sua interiore
ricchezza e nel suo estendersi
maternamente verso tutti i campi
dellumana attivit. Lo ha affermato
Benedetto XVI ricevendo in udienza
gioved mattina, 20 settembre,
nella sala degli Svizzeri del Palazzo
apostolico di Castel Gandolfo,
un gruppo di presuli partecipanti
al convegno promosso
dalle Congregazioni per i Vescovi
e per le Chiese Orientali.
Cari Fratelli nellepiscopato,
Il pellegrinaggio alla Tomba di san
Pietro, che avete compiuto in questi
giorni di riflessione sul ministero
episcopale, assume questanno parti-
colare rilievo. Siamo infatti alla vigi-
lia dellAnno della fede, del 50 anni-
versario dellapertura del Concilio
Ecumenico Vaticano II e della tredi-
cesima Assemblea Generale del Si-
nodo dei Vescovi sul tema: Nuova
Evangelizzazione per la trasmissione
della fede cristiana. Questi eventi,
ai quali si deve aggiungere il venten-
nale del Catechismo della Chiesa Cat-
tolica, sono occasione per rafforzare
la fede, di cui, cari Confratelli, voi
siete maestri ed araldi (cfr. Lumen
gentium, 25). Vi saluto ad uno ad
uno, ed esprimo viva riconoscenza al
Cardinale Marc Ouellet, Prefetto
della Congregazione per i Vescovi,
anche per le parole che mi ha rivol-
to, e al Cardinale Leonardo Sandri,
Prefetto della Congregazione per le
Chiese Orientali. Il ritrovarvi insie-
me a Roma, allinizio del vostro ser-
vizio episcopale, un momento pro-
pizio per fare esperienza concreta
della comunicazione e della comu-
nione tra di voi, e, nellincontro con
il Successore di Pietro, alimentare il
senso di responsabilit per tutta la
Chiesa. In quanto membri del colle-
gio episcopale, infatti, dovete sempre
avere una speciale sollecitudine per
la Chiesa universale, in primo luogo
promuovendo e difendendo lunit
della fede. Ges Cristo ha voluto af-
fidare la missione dellannuncio del
Vangelo anzitutto al corpo dei Pa-
stori, che devono collaborare tra loro
e con il Successore di Pietro (cfr.
ibid., 23), affinch esso raggiunga
tutti gli uomini. Ci particolar-
mente urgente nel nostro tempo, che
vi chiama ad essere audaci nellinvi-
tare gli uomini di ogni condizione
allincontro con Cristo e a rendere
pi solida la fede (cfr. Christus Do-
minus, 12).
Vostra preoccupazione prioritaria
sia quella di promuovere e sostenere
un pi convinto impegno ecclesiale
a favore della nuova evangelizzazio-
ne per riscoprire la gioia nel credere
e ritrovare lentusiasmo nel comuni-
care la fede (Lettera apostolica Por-
ta fidei, 7). Anche in questo siete
chiamati a favorire e alimentare la
comunione e la collaborazione tra
tutte le realt delle vostre diocesi.
Levangelizzazione, infatti, non
opera di alcuni specialisti, ma
dellintero Popolo di Dio, sotto la
guida dei Pastori. Ogni fedele, nella
e con la comunit ecclesiale, deve
sentirsi responsabile dellannuncio e
della testimonianza del Vangelo. Il
Beato Giovanni XXIII, aprendo la
grande assise del Vaticano II, p ro -
spettava: un balzo innanzi verso
una penetrazione dottrinale ed una
formazione delle coscienze, e per
questo aggiungeva necessario
che questa dottrina certa ed immuta-
bile, che deve essere fedelmente ri-
spettata, sia approfondita e presenta-
ta in modo che risponda alle esigen-
ze del nostro tempo (Discorso di
apertura del Concilio Ecumenico Vati-
cano II, 11 ottobre 1962). Potremmo
dire che la nuova evangelizzazione
iniziata proprio con il Concilio, che
il Beato Giovanni XXIII vedeva come
una nuova Pentecoste che avrebbe
fatto fiorire la Chiesa nella sua inte-
riore ricchezza e nel suo estendersi
maternamente verso tutti i campi
dellumana attivit (cfr. Discorso di
chiusura del I periodo del Concilio, 8
dicembre 1962). Gli effetti di quella
nuova Pentecoste, nonostante le dif-
ficolt dei tempi, si sono prolungati,
raggiungendo la vita della Chiesa in
ogni sua espressione: da quella isti-
tuzionale a quella spirituale, dalla
partecipazione dei fedeli laici nella
Chiesa alla fioritura carismatica e di
santit. A questo riguardo non pos-
siamo non pensare allo stesso Beato
Giovanni XXIII e al Beato Giovanni
Paolo II, a tante figure di vescovi,
sacerdoti, consacrati e di laici, che
hanno reso bello il volto della Chie-
sa nel nostro tempo.
Questa eredit stata affidata an-
che alla vostra cura pastorale. Attin-
gete da questo patrimonio di dottri-
na, di spiritualit e di santit per
formare nella fede i vostri fedeli, af-
finch la loro testimonianza sia pi
credibile. Allo stesso tempo, il vostro
servizio episcopale vi chiede di ren-
dere ragione della speranza che in
voi (1 Pt 3, 15) a quanti sono alla
ricerca della fede o del senso ultimo
della vita, nei quali pure lavora in-
visibilmente la grazia. Cristo, infatti
morto per tutti e la vocazione ulti-
ma delluomo effettivamente una
sola, quella divina (Gaudium et
spes, 22). Vi incoraggio, perci, ad
impegnarvi affinch a tutti, secondo
le diverse et e condizioni di vita,
siano presentati i contenuti essenziali
della fede, in forma sistematica ed
organica, per rispondere anche agli
interrogativi che pone il nostro mon-
do tecnologico e globalizzato. Sono
sempre attuali le parole del Servo di
Dio Paolo VI, il quale affermava:
Occorre evangelizzare non in
maniera decorativa, a somiglianza di
vernice superficiale, ma in modo vi-
tale, in profondit e fino alle radici
la cultura e le culture delluomo...
partendo sempre dalla persona e tor-
nando sempre ai rapporti delle per-
sone tra di loro e con Dio (Esorta-
zione apostolica Evangelii nuntiandi,
20). A questo scopo fondamentale
il Catechismo della Chiesa Cattolica,
norma sicura per linsegnamento
della fede e la comunione nellunico
credo. La realt in cui viviamo esige
che il cristiano abbia una solida for-
mazione!
La fede chiede testimoni credibili,
che confidano nel Signore e si affi-
dano a Lui per essere segno vivo
della presenza del Risorto nel mon-
do (Lettera apostolica Porta fidei,
15). Il Vescovo, primo testimone del-
la fede, accompagna il cammino dei
credenti offrendo lesempio di una
vita vissuta nellabbandono fiducioso
in Dio. Egli, pertanto, per essere au-
torevole maestro e araldo della fede,
deve vivere alla presenza del Signo-
re, quale uomo di Dio. Non si pu
essere, infatti, al servizio degli uomi-
ni, senza essere prima servi di Dio.
Il vostro personale impegno di santi-
t vi veda assimilare ogni giorno la
Parola di Dio nella preghiera e nu-
trirvi dellEucaristia, per attingere da
questa duplice mensa la linfa vitale
per il ministero. La carit vi spinga
ad essere vicini ai vostri sacerdoti,
con quellamore paterno che sa so-
stenere, incoraggiare e perdonare; es-
si sono i vostri primi e preziosi col-
laboratori nel portare Dio agli uomi-
ni e gli uomini a Dio. Ugualmente,
la carit del Buon Pastore vi far at-
tenti ai poveri e ai sofferenti, per so-
stenerli e consolarli, come anche per
orientare coloro che hanno perduto
il senso della vita. Siate particolar-
mente vicini alle famiglie: ai genito-
ri, aiutandoli ad essere i primi edu-
catori della fede dei loro figli; ai ra-
gazzi e ai giovani, perch possano
costruire la loro vita sulla salda roc-
cia dellamicizia con Cristo. Abbiate
speciale cura dei seminaristi, preoc-
cupandovi che siano formati umana-
mente, spiritualmente, teologicamen-
te e pastoralmente, affinch le comu-
nit possano avere Pastori maturi e
gioiosi e guide sicure nella fede.
Cari Fratelli, lApostolo Paolo
scriveva a Timoteo: Cerca la giusti-
zia, la fede, la carit, la pace... Un
servo del Signore non devessere liti-
gioso, ma mite con tutti, capace di
insegnare, paziente, dolce nel rim-
proverare (2 Tm 2, 22-25). Ricor-
dando, a me e a voi, queste parole,
imparto di cuore a ciascuno la Bene-
dizione Apostolica, perch le Chiese
a voi affidate, spinte dal vento dello
Spirito Santo, crescano nella fede e
la annuncino sui sentieri della storia
con nuovo ardore.
Ottantaquattro vescovi di rito la-
tino e 4 di rito orientale, prove-
nienti da 28 nazioni, erano pre-
senti alludienza con Benedetto
XVI gioved mattina, 20 settembre,
a Castel Gandolfo. A loro nome
il cardinale Marc Ouellet, prefet-
to della Congregazione per i Ve-
scovi, ha rivolto al Papa un breve
saluto.
Il porporato ha rinnovato al
Pontefice lattestato della pi vi-
va riconoscenza per il suo alto
magistero, per la sua guida sicura,
per la sua testimonianza sofferta
ed efficace della verit. Questa
udienza, al termine dellannuale
sessione formativa, organizzata
dalla Congregazione per i Vescovi
in collaborazione con la Congre-
gazione per le Chiese Orientali,
consente ai vescovi novelli di
confermare il vincolo di comunio-
ne con il capo del Collegio apo-
stolico e di adagiare con sicurezza
il proprio cammino futuro nel
solco tracciato dal ministero epi-
scopale del successore di Pietro.
Il porporato ha concluso chie-
dendo a Benedetto XVI di inco-
raggiare le pi alte aspirazioni
riposte nel nostro cuore di pa-
stori.

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