L'altezza la qualit che permette di distinguere i suoni secondo la diversa acutezza
e gravit; essa dipende dalla frequenza delle vibrazioni: un suono tanto pi acuto quando maggiore il numero delle vibrazioni; o viceversa. I limiti dell'orecchio umano vanno da un minimo di 32 frequanze semplici al minuto ad un massimo di 40.000; la pratica musicale tuttavia si serve di suoni la cui frequenza compresa in limiti pi ristretti, e precisamente tra 64 e 8000 vibrazioni semplici al minuto. Allo scopo di uniformare laltezza dei suoni in tutti i paesi, dal 1859 in poi sono stati convocati a pi riprese dei congrassi internazionali con il compito di stabilire la frequenza di un suono base detto diapason, che il la 3 (nel secondo spazio in chiave di violino) alla quale tutti si attengano. Il pi recente stato il congresso di Londra (1951) che ha fissato la frequenza del la 3 in 880 vobrazioni semplici (440 vibrazioni doppie) al minuto secondo. L'unit di misura della frequenza l'hertz, dal nome di un noto fisico tedesco. Si abbrevia Hz ed equivale ad un periodo.
Intensit L'intensit la qualit che distingue i suoni in deboli o forti. Si spiega con la diversa forza con cui i corpi sonori vengono eccitati e con la distanza dell'ascoltatore dalla fonte sonora; acusticamente, dipende dall'ampiezza delle vibrazioni. L'unit di misura dell'intensit del suono il decibel.
Timbro Il timbro la qualit che individua lo strumento o la voce che ha generato un suono. in relazione alla materia e alla forma dello strumento stesso; acusticamente dipende dalla forma delle vibrazioni; ed direttamente collegato aon il fenomeno dei suoni armonici (vedi capitolo V).