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Tema della giornata: Gli invisibili dei comuni vesuviani: immigrazione ed integrazione
Giorno: 10 novembre 2009, dalle ore 10 alle ore 23
Location: “Mediaterraneum – Mediateca del Mediterraneo”, Castellammare di Stabia
Premessa
Chi sono gli “invisibili” nella nostra società? La cattiva coscienza del mondo civile che crea emarginazione:
diritti e benessere per una parte, ombre e strade obbligate del dovere – non cercato – per l’altra, quando il
semplice vivere diventa un lusso. Sono il nostro alter ego, il nostro contrario, il negativo irriconoscibile di
un’umanità arroccata nei propri privilegi, che non vuole vedere, non vorrebbe nemmeno che loro
esistessero: i “senza diritti”, gli scomparsi, i “desaparecidos”, gli inghiottiti e dimenticati, i fantasmi che
vorremmo muti e felici nel “loro” mondo e che vorremmo non entrassero mai nel nostro. Sono rimasugli,
spazzatura del nostro vivere, dei nostri vizi e della nostra società dai consumi esasperati, senza ritorni. Sono
i deboli, i fragili, i “soli” del mondo…gli usati e gli usabili, gli “stoccati” in attesa di utilizzo, gli emarginati che
vivendo e nutrendosi di emarginazione, la creano e la moltiplicano a dismisura. Sono immigrati, poveri,
lavoratori precari, donne, bambini di strada, carcerati, rom, rifugiati, vittime di mafia. Sono lì, eppure sono
altrove, sono lì, eppure c’è un muro invalicabile tra noi e loro, il nostro inconscio collettivo.
Ma nell’era della comunicazione globale, gli invisibili sono anche coloro che tentano di “raddrizzare” il mondo
ma che a sua volta ne vengono ignorati, oscurati, dileguati dalle logiche dell’informazione mainstream.
Occorre dunque dar voce a tutti coloro che non hanno voce nel mondo unidimensionale, a chi faticosamente
e silenziosamente lotta e tenta di opporsi ai meccanismi onnicomprensivi della mercificazione globale, delle
chiusure identitarie, delle ossessioni securitarie. Occorre innanzitutto schierarsi, essere coerentemente di
parte, della parte di un’altra idea di mondo, basata sui diritti e sulla dignità, su una visione di società in cui a
prevalere siano i valori della solidarietà e della cooperazione, e non quelli del profitto e della competizione.
Ma occorre anche ascoltare e diffondere le tante piccole e grandi storie di chi sperimenta sulla propria pelle il
significato della parola resistenza, e immaginare di poter dare un contributo per sviluppare una diversa
“narrazione” del mondo e dei suoi protagonisti, ripercorrere il “filo rosso” di una lotta che si dipana ovunque,
tra dolori e speranze, con le sue vittime, i suoi eroi ed i suoi martiri e tanta, tanta gente comune che chiede
solo dignità e rispetto.
Ore 10.00: proiezione del film “Si può fare” di Giulio Manfredonia (durata 111’), destinata
agli alunni delle classi IV e V degli istituti scolastici superiori cittadini.
ore 12.00: dibattito pubblico sul film.
ore 18.30: proiezione di “El Empleo” di S. Grasso e P. Plaza, Argentina 2008 e “La
Bambina deve prendere aria” di Barbara Rossi Prudente, Italia 2008. Segue dibattito.
ore 20.00: tavola rotonda con lo scrittore Marco Rovelli, Maurizio Somma (Presidente
“Casa della Pace e della Non Violenza), Marika De Rosa (ONG “Comunità Promozione e
Sviluppo”), Nicola Corrado (Vicesindaco, Assessore cittadino all’Immigrazione). Modera
Giovanni Chianelli (La Repubblica)
ore 21.00: buffet equo e solidale offerto dalla ONG “Comunità Promozione e sviluppo”.
ore 21.30: proiezione film-documentario “La domitiana: dove non c’è strada non c’è
civiltà” (57’) di Romano Montesarchio. Segue dibattito alla presenza del regista.