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Africa Orientale Italiana

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(dettagli)

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Motto: FERT FERT FERT

Dati amministrativi Lingue ufficiali Lingue parlate Inno Capitale Dipendente da Italiano Amarico, arabo, somalo, tigrino Marcia Reale Addis Abeba Regno d'Italia Politica Forma di governo Colonia

Imperatore d'Etiopia Vittorio Emanuele III Vicer Nascita Causa Fine Causa Pietro Badoglio (1936) Rodolfo Graziani (1936-1937) Amedeo, duca d'Aosta (1937-1941) Pietro Gazzera (1941) Guglielmo Nasi (1941)

1936 Guerra d'Etiopia 1941 Seconda guerra mondiale

Africa Orientale Italiana

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Territorio e popolazione Bacino geografico Territorio originale Massima estensione Popolazione Corno d'Africa Eritrea 1.725.347 km nel 1936-1941 10.000.000 abitanti nel 1939 Economia Valuta lira dell'A.O.I. Religione e societ Religioni preminenti Chiesa copta ortodossa, Islamismo Religione di Stato Cattolicesimo

Evoluzione storica Preceduto da Colonia Eritrea Somalia Italiana Impero etiope Somalia Britannica Impero etiope Somalia Britannica Amministrazione fiduciaria della Somalia

Succeduto da

L'Africa Orientale Italiana (acronimo AOI) era una suddivisione amministrativa, relativa ai territori posseduti in Africa orientale, dell'impero italiano, proclamato il 9 maggio 1936 dopo la conquista italiana dell'Etiopia.[1] L'Africa Orientale Italiana univa all'annesso Impero etiope, le colonie dell'Eritrea e della Somalia Italiana ed era delimitata ad occidente da una serie di bassure, che partono a nord dalla foce del fiume Barca, seguono la valle di detto fiume, poi quella del suo affluente di sinistra proveniente dalla zona di Cssala, il bassopiano del Sudan, alcune paludi, parte del Lago Rodolfo e arrivano nell'oceano Indiano nella regione dell'Oltregiuba, presso alla foce del fiume Tana, poco a nord di Mombasa. L'A.O.I. confinava con il Sudan e il Kenya a occidente e con il Mar Rosso, il golfo di Aden e l'oceano Indiano ad oriente. Tra l'A.O.I. e il golfo di Aden si trovavano Gibuti (francese) e la Somalia Britannica, quest'ultima venne poi annessa alla Somalia Italiana dopo la conquista italiana della Somalia britannica.

Africa Orientale Italiana

Storia
Per approfondire, vedi Campagna d'Africa orientale, Guerra d'Etiopia e Campagna dell'Africa Orientale Italiana (1940-1942).

Potenzialmente i possedimenti italiani nel Corno d'Africa costituivano una minaccia gravissima per le vie di collegamento e l'unit economico-militare dell'Impero britannico, dal momento che le forze italiane potevano agilmente interrompere i collegamenti continentali tra Il Cairo a nord e Citt del Capo a sud, in particolar modo se le forze italiane fossero riuscite ad occupare Khartum e a realizzare un collegamento con la Cirenaica: tutto ci avrebbe di fatto accerchiato l'Egitto e la nevralgica zona del Canale di Suez. In realt una situazione del genere era difficilmente attuabile, dato che nel 1940 l'Africa italiana era di fatto isolata, in quanto impossibilitata a ricevere rifornimenti diretti dall'Italia, e circondata completamente da colonie britanniche. All'inizio del conflitto le forze italiane presenti ammontavano a circa 90.000 uomini tra Esercito, Marina, Aeronautica e Finanza, e circa 200.000 soldati coloniali (scari). Sebbene si trattasse di una forza ragguardevole, le truppe italiane erano distribuite su diversi e sterminati scacchieri operativi, da ciascuno dei quali era impossibile intervenire in aiuto di altri settori in difficolt a causa della assoluta inesistenza di collegamenti. Il 27 marzo 1941, dopo la caduta della piazzaforte di Cheren strenuamente difesa del generale Orlando Lorenzini e i suoi uomini, ed in seguito alla resa di Massaua l'8 aprile dello stesso anno, l'Italia di fatto perse i territori eritrei. Il 19 maggio, dopo un tentativo di resistenza sull'Amba Alagi, il vicer Amedeo d'Aosta, si arrese con l'onore delle armi, anche se la guerra si sarebbe definitivamente conclusa soltanto il 28 novembre successivo, con la resa del generale Guglielmo Nasi al comando degli ultimi difensori di Gondar. Continuarono per operazioni di guerriglia sotto il comando di Amedeo Guillet, perlopi nella regione costiera. La guerriglia italiana in Etiopia fu appoggiata anche da civili italiani dell'Etiopia italiana, come la dottoressa Rosa Dainelli che comp un'azione di sabotaggio ad Addis Abeba nell'estate 1942. Questa guerriglia si esaur solo nel 1943 nelle montagne del Tigr vicino all'Eritrea italiana.

Forze militari coloniali


Il Regio Esercito poteva contare in Africa Orientale su due divisioni, la 65 Divisione fanteria "Granatieri di Savoia", con i reggimenti 10[2] e 11[3] e la Divisione fanteria "Cacciatori d'Africa", con i reggimenti di fanteria 210 "Bisagno" e 211 "Pescara". A questi si aggiunsero venticinque battaglioni di Camicie Nere, svariati gruppi di artiglieria autonoma sia nazionale che coloniale, 24 carri medi M11/39, 39 carri leggeri L3/33, sei squadriglie autoblindo Lancia 1ZM ed una di autoblindo Fiat 611 e ventinove Brigate coloniali. In totale si trattava di quasi seimila ufficiali, 68.000 uomini di truppa nazionale e 182.000 uomini di

Francobollo dell'Africa orientale del 7 febbraio 1938.

truppa locale. La Regia Marina schierava, per i territori coloniali, la Flotta del Mar Rosso, costituita dalla III Squadriglia Cacciatorpediniere (Battisti", "Manin, "Nullo", "Sauro"), dalla V Squadriglia Cacciatorpediniere ("Leone", "Pantera", "Tigre"), da due incrociatori ausiliari tipo RAMB e da una nave ospedale RAMB IV. Infine l'Aeronautica dell'Africa Orientale si costituiva innanzitutto di alcuni gruppi da bombardamento terrestri, il 44 di Addis Abeba (S. 79), il 29 di Sciasciamanna (SM. 81), il 4 di Dire Daua (SM. 81), ed il 27 di Dessi (Ca. 133). Inoltre, vi erano anche alcune squadriglie di caccia, ossia la 410 di Giggiga (CR. 32), la 211 di Dire Daua (CR. 32), la 412 di Gura (CR. 42), e la 413 di Assab (CR. 42), per un totale di 223 aerei di diversa tipologia ma, tranne per gli S.M.79, tutti obsoleti al tempo della dichiarazione di guerra.

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Amministrazione

Mogadiscio, sede del Governatore.

I capi abissini, ras Sejum Mangasci, ras Ghetacci Abat e ras Kebbed Guebret ricevuti a Roma da Benito Mussolini il 6 febbraio 1937, prestano atto di obbedienza dopo l'annessione dell'Abissinia all'impero.

Per approfondire, vedi Divisione amministrativa dell'Africa Orientale Italiana.

L'Africa Orientale Italiana era stata suddivisa in cinque governi con un regio decreto il 1 giugno 1936, al cui vertice vi era comunque la capitale Addis Abeba, sede del Vicer e del governatorato centrale (poi divenuto anch'esso governo con il regio decreto dell'11 novembre 1938, col nome di Scioa). Reciprocamente le capitali dei governi italiani erano ad Asmara per l'Eritrea, a Gondar per l'Amhara, a Gimma per la Galla-Sidama, ad Harar Jugol per l'Harar, a Mogadiscio per la Somalia. I territori di Amara, Galla-Sidama e Harar formavano all'epoca l'Impero d'Etiopia. Presso le colonie orientali erano stati istituiti anche un servizio dell'Azienda Autonoma Statale della Strada (Regio decreto n. 1804 del 24 luglio 1936) e gli organi giudiziari italiani (Regio decreto n. 2010 del 21 agosto 1936). Dopo il Regio decreto dell'11 novembre 1938 che cre il nuovo Governo dello Scio al posto del Governatorato di Addis Abeba era cos suddivisa:
Governo Amara Capoluogo Gondar Popolazione Targa 2.000.000 ab. AM

Eritrea Harar

Asmara Harar

1.000.000 ab. ER 1.300.000 ab. HA

Galla e Sidama Gimma

1.600.000 ab. GS

Scio

Addis Abeba 300.000 ab.

SC

Somalia

Mogadiscio

1.300.000 ab. SOM

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Autorit
Precedentemente alla costituzione dell'Africa Orientale Italiana, l'area era sottoposta al controllo di un alto commissario nominato dal capo del governo italiano, secondo la legge n. 783 dell'11 aprile 1935. Dal 15 gennaio 1935 venne nominato Emilio De Bono, che mantenne la carica fino al 27 novembre dello stesso anno: a lui viene sostituito Pietro Badoglio. Con la dichiarazione della nascita dell'Impero il 9 maggio del 1936, Badoglio diviene il primo Vicer d'Etiopia e Duca di Addis Abeba, fino a quando, nel giugno, viene designato Rodolfo Graziani. Il 21 dicembre 1937 gli succede Amedeo di Savoia, duca di Aosta, che siede sul trono dell'Etiopia fino alla definitiva perdita dei territori nel 1941. Lo seguono brevemente Pietro Gazzera (dal 23 maggio al 6 luglio) e Guglielmo Nasi (fino al 27 novembre 1941).
Amedeo di Savoia vicer d'Etiopia

Per quanto riguarda il Partito Nazionale Fascista, i primi federali di Addis Abeba furono: dal 1936, Vezio Orazi che fond il fascio di Addis Abeba sostituito da Guido Cortese; dal 1937, Marcello Bofondi, gi segnalatosi in Italia per le sue grandi qualit di organizzatore.

Banca per l'Africa Orientale


La Banca, conosciuta anche con l'acronimo BAO, fu il primo tentativo di stabilire un moderno sistema bancario nel Corno d'Africa, quando sia l'Eritrea che la Somalia facevano parte delle colonie italiane. Nel Maggio 1940. Il duca d'Aosta in visita in un 1917 la Banca Italiana di Sconto promuove la creazione a Roma della villaggio etiopico Banca per l'Africa Orientale come societ anonima con sede principale a Massaua e con sede distaccata a Mogadiscio, e l'anno successivo inizia la propria attivit. Tuttavia, nel 1923, la Banca viene liquidata in seguito al fallimento della Banca Italiana di Sconto.[4]

Organizzazione bancaria
Nel 1940, prima della guerra l'organizzazione bancaria in A.O.I. era la seguente Banca d'Italia (12) ad Asmara, Massaua, Assab, Cheren, Gondar, Dessi, Addis Abeba, Dire Daua, Gimma, Harar, Mogadiscio, Merca, Chisimaio. Banco di Roma (19) ad Asmara, Massaua, Assab, Gondar, Dessi, Debra Marcos, Addis Abeba, Lechemti, Gambela, Gimma, Gore, Dembi Dollo, Dire Daua, Harar, Mogadiscio, Combolci, Oti, Giggiga. Banco di Napoli (4) ad Asmara, Decamer, Massaua, Mogadiscio Banca Nazionale del Lavoro (4) ad Asmara, Massaua, Addis Abeba, Decamer. Cassa di Credito Agrario e Minerario (1) a Addis Abeba.

Banconota per uso esclusivo nell'Africa Orientale.

Africa Orientale Italiana Societ Nazionale d'Etiopia (1) a Addis Abeba. In totale 42 filiali cos distribuite per regione: Amara (6), Eritrea (13); Galla e Sidama (6), Harar (5), Scioa (7), Somalia (5).

Valuta
Fino al 1 luglio 1925 in Somalia la valuta ufficiale era la rupia italiana d'argento, divisa in 100 bese di bronzo, che fino al 1 luglio 1927 poteva essere cambiata in 8 lire. Nell'A.O.I. era anche in circolazione il Tallero di Maria Teresa. La lira dell'Africa Orientale Italiana, abbreviata in AOI, era la valuta (legge n. 260 del 11/01/1937) dell'area tra il 1936 e il 1941, ed era equivalente alla lira italiana e vi circolava assieme con lo stesso Francobolli dell'Africa Orientale Italiana cambio. Le prime banconote furono stampate nel 1938, col valore di 50, 100, 500 e 1000 lire. Erano uguali alle banconote circolanti in Italia, ma riportavano la dicitura "Serie Speciale Africa Orientale Italiana". In Etiopia, la lira dell'Africa Orientale Italiana sostitu il birr e in Eritrea il tallero locale, ed anche brevemente lo scellino nella Somalia Britannica tra il 1940 e il 1941. Le valute precedenti vennero ristabilite dagli inglesi quando occuparono l'Africa Orientale Italiana, istituendo in alcuni casi lo scellino dell'Africa Orientale, con cambio pari a 24 lire dell'Africa Orientale Italiana. Come residuo dell'uso della lira italo-africana, fino alla fine degli anni sessanta in Somalia veniva usata l'affermazione "lix lira" (cio, "sei lire") per indicare i venticinque centesimi di scellino somalo. Nel 1938 furono stampate anche le prime banconote.

Unit di misura in A.O.I.


Oltre al sistema decimale erano utilizzate:[5] Unit di misura di peso
Nome ochia o ocht rotolo o ratl frasla o farasula netr o natr guand per miele e burro Note Equivalenza Nelle unit moderne

peso di un tallero 28,3 gr 30 ocht 20 ratl 849 gr 16,980 kg

peso di 12 talleri 339,6 gr circa 15 kg 1016 kg 28,08 gr oncia oncia 1/8 oncia 14,04 gr 7,02 gr 3,51 gr

tonnellata inglese long ton oncia alad mutaglla casm per oro e zibetto

Unit di misura di lunghezza

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Nome chend sinzr gat tat cub

Note

Equivalenza lunghezza del braccio dal gomito alla punta del dito medio distanza tra la punta del pollice e quella del medio larghezza delle 4 ultime dita della mano distesa larghezza dell'indice braccio a pugno chiuso

Nelle unit moderne

0,32 m. 0,46 m.

emmt o derh braccio top 4 yards

3,92 m.

Unit di misura di volume


Nome derg cunn ladn Menelc bicchiere di ferro smaltato, per liquidi mass cabah ghebet tnica latta da petrolio per aridi 4 derg Note Equivalenza Nelle unit moderne 1,047 litri 4,880 litri 60,160 litri circa 1 litro 1,5 litri 6 litri 24 litri 18 litri

Unit di misura di area


Nome Note Equivalenza Nelle unit moderne darb 8000 m

Unit di misura varie


Nome Note Equivalenza Nelle unit moderne crgia 20 pelli

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In cinque anni furono realizzate diverse infrastrutture viarie in A.O.I.

Infrastrutture e grandi opere


Per approfondire, vedi Strade statali dell'Africa Orientale Italiana.

Negli anni venti e trenta furono realizzate numerose opere stradali dando vita ad una rete di circa 18.000 km di strade fra principali e secondarie, fra le quali la strada Asmara-Addis Abeba, e opere ferroviarie, come la ferrovia Asmara-Biscia. Anche le opere di colonizzazione furono diverse: fra esse si possono menzionare quelle di Tessenei in Eritrea e quelle, in Somalia, di Villabruzzi e di Genale sul fiume Uebi Scebeli, mentre nel campo minerario si possono ricordare le grandi saline di Dante in Migiurtinia, considerate all'epoca le pi grandi del mondo.

La protezione della fauna in A.O.I.


Gi nel 1938[6] esisteva una protezione per certi animali, di cui era vietata la caccia in A.O.I. Per cacciare occorreva avere una licenza (c'erano 6 tipi di licenze) e si potevano usare solo armi lunghe da fuoco a canna liscia o rigata o piccole carabine calibro 22. Erano invece vietate le armi da guerra in dotazione all'esercito, le carabine dello stesso calibro e le armi a ripetizione. Erano proibite pure le trappole di ogni genere, i veleni, l'uso di fari abbaglianti, la caccia da autoveicoli; la caccia da aerei a meno di 300 m di quota se si trattava di branchi o di mandrie. Non si potevano raccogliere o danneggiare uova o nidi. Non si poteva cacciare nei terreni privati. Le specie protette (non potevano essere molestate in nessun modo) comprendevano elefanti con zanne di peso inferiore ai 15 kg, rinoceronti, asini selvatici, nyala di monte, stambecco del Semin o uali, stambecco nubiano, muflone africano, protele, dugongo, gelada, pangolino, garze bianche di ogni specie, marab, bucorvo d'Abissinia o abbagumb, avvoltoi di ogni specie, serpentario, becco a scarpa. Queste specie non potevano essere cacciate nemmeno dalle popolazioni locali. Divieti supplementari erano in vigore per le femmine di animali di diverse specie e per le giraffe. Veniva inoltre prevista la costituzione di bandite naturali integrali, parchi nazionali, riserve assolute, riserve semplici, riserve parziali. Ogni tipo di riserva aveva le sue regole. In caso di uccisione di un animale protetto per difesa propria, il fatto doveva essere denunciato e le autorit provvedevano a ritirarne le spoglie. Ulteriori regole o leggi rendevano la giurisdizione in merito abbastanza completa e piuttosto complessa. Alcune trattavano anche l'esportazione di trofei, avorio, oggetti in avorio, ecc. Le pene in caso di reato prevedevano

Africa Orientale Italiana ammende, ritiro della licenza, confisca delle armi, a seconda dei casi. Non risulta fossero previste pene detentive.

Note
[1] [2] [3] [4] Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1938 Su due battaglioni Granatieri ed il Battaglione alpini "Uork Amba". Su due battaglioni Granatieri ed un battaglione Bersaglieri. Arnaldo Mauri, Eritrea's early stages in monetary and banking development, Universit degli Studi di Milano, Dipartimento di Economia, Management e Metodi quantitativi, WP n. 28, 2003. (http:/ / ideas. repec. org/ p/ mil/ wpdepa/ 2003-28. html) [5] Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1938, p.28 [6] Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano, 1938, p.24

Bibliografia
Giulio Barberis, Gian Luigi Zuretti, Terre e Mari. Volume IV: Continenti Extraeuropei, SEI, Torino 1946. Angelo Del Boca, Italiani in Africa Orientale: Dall'Unit alla Marcia su Roma, Laterza, Roma-Bari 1985, ISBN 88-420-2638-7 Angelo Del Boca, Italiani in Africa Orientale: La conquista dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1985, ISBN 88-420-2715-4 Angelo Del Boca, Italiani in Africa Orientale: La caduta dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1986, ISBN 88-420-2810-X Arnaldo Mauri, The First Monetary and Banking Experiences in Eritrea, in African Review of Money, Finance and Banking, 1998, pagg 67-84. Arnaldo Mauri, Il mercato del credito in Etiopia, Giuffr, Milano 1967. Goffredo Orlandi Contucci, A.O.I.- AFRICA ORIENTALE ITALIANA - La conquista dell'Impero nel ricordo del tenente Goffredo Orlandi Contucci - Edizioni MyLife, Monte Colombo/Coriano, 2009 ISBN 978-88-6285-100-8 - a cura di Antonio Orlandi Contucci Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica Italiana, Milano 1938. Luigi Vittorio Bertarelli, Guida d'Italia : Possedimenti e colonie, Touring Club Italiano, Milano, 1929. Ercole Tuccimei, La Banca d'Italia in Africa, Presentazione di Arnaldo Mauri, Collana storica della Banca d'Italia, Laterza, Bari, 1999, ISBN 88-420-5686-3. Gian Paolo Calchi Novati, L'Africa d'Italia, Carrocci, Roma, 2011.

Voci correlate
Colonialismo italiano Somalia Italiana Eritrea italiana Impero Italiano d'Etiopia Corno d'Africa Africa Orientale

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Collegamenti esterni
Serie dei francobolli emessi nell'Africa Orientale Italiana (http://bollicolonie.altervista.org/aoi/an38-41.htm) (EN) Peter Symes, Le banconote della Somalia, 2005 (http://www.pjsymes.com.au/articles/somalia(part1). htm) Ascari: i Leoni d'Eritrea (http://zxk357w.altervista.org/index.html) Africa Orientale Italiana. Storia, immagini, mappe storiche, bibliografia coloniale. Rivista delle Colonie italiane (http://www.dankalia.com/aoi/aoi.htm)
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Africa Orientale Italiana Fonte: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=58171237 Autori:: -kayac-, .snoopy., Aieieprazu, Ale Mister, Andre86, Archeologo, Arnaldo Mauri, Arturolorioli, Barbicone, Cantalamessa, Caucci, Cloj, Crisarco, Deguef, Ediedi, Edowikip, Ermanon, F l a n k e r, Friedrichstrasse, GJo, GiaGar, Gianfranco, Gregorovius, Hal8999, Ignlig, Jacopobordignon, Jalo, Jose Antonio, Jr., KingFanel, Klaudio, LukeWiller, Mess, Mircopo, Moongateclimber, Moroboshi, Mox83, Neogeolegend, Nickel Chromo, Nicola Romani, Niculinux, No2, Pacini Fabio, Pap Franklin, Pigr8, Pil56, Poppy, Rago, Resigua, Retaggio, Ribbeck, RiccardoP1983, Rimosso, Sailko, Sannita, Senza nome.txt, SignorX, Smg, Soldatino94, Superchilum, Tenebroso, Theirrulez, Themightyquill, Tizianol, Tommaso Ferrara, Topowiki, Vermondo, Vu Duc Thang, Wiskandar, X999, Xanderliptak, Ysogo, 55 Modifiche anonime

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