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Intorvi-to ool Dirottoro

o Iopo Ironco-co
Io -oconoo rivolnziono oiziono
ooll'o-toto 201'
Il contonorio oollo no-cito
oi Ionl Biconr
I'Oroino nozionolo
ooi iornoli-ti
I'Aonoo lololo por lo -vilnppo
po-t 201
Ioor ono oo-iro. nn lilm oi
-tonloy Knlrick
3918
19 -ottomlro 201'
ninoicinolo
Anno 16+
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Esce il primo e il terzo sabato del mese.
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INTIB\I-TA A IAIA IBANCI-CO
A:to:io SoJoro S.I.
IA -ICONDA BI\OIIZIONI ICIZIANA DIII'I-TATI 201'
Oiovo::i Solc S.I.
II CINTINABIO DIIIA NA-CITA DI IAII BICuIB
Oiovo::i Cucci S.I.
I'OBDINI NAZIONAII DII CIOBNAII-TI
Iro:ccsco Occ/ctto S.I.
I'ACINDA CIOBAII IIB IO -\IIIIIO IO-T 201
Lucio:o Lorivcro S.I.
IIAB AND DI-IBI. IN IIIV BITBO\ATO DI -TANII\ KIBBICK
Iirgilio Io:tuzzi S.I.
BA--ICNA BIBIIOCBAIICA
INDICI DII III \OIIVI
-OVVABIO '91S
19 -ottomlro 201'
ninoicinolo
Anno 16+
Libreria Editrice Vaticana
N
OVIT
della stessa collana
Pagine: 96
Prezzo: 7,00
Pagine: 72
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P
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-OVVABIO '91S
INTIB\I-TA
449 INTIB\I-TA A IAIA IBANCI-CO
A:to:io SoJoro S.I.
Lurante tre incontri oi oue ore ciascuno, il nostro Lirettore La oialogato con Fapa Irance-
sco, cLe La accettato oi conceoergli un`intervista. L`ioea oi questo colloquio e nata ourante il
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periooico incontro internazionale oei oirettori oelle riviste culturali oei gesuiti, e l`intervista
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quinoi viene pubblicata in contemporanea sulle varie testate nelle oiherenti lingue. Mell`in
p gg
-
contro svoltosi a hne agosto, il Fapa La parlato oella sua vita come gesuita, oei suoi mooelli
q p p g p p g
oi rilerimento, oella stessa Compagnia oi Cesu oggi. Foi La risposto sulla sua visione oella
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CLiesa, sul suo mooo ioeale oi rilorma, sulla vita religiosa e sulla spiritualita, sulle shoe cLe
p g gg p p g gg p
oggi siamo cLiamati ao ahrontare. Ma La parlato molto ancLe oi se: oi come veoe se stesso, oi
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come prega, oei suoi gusti artistici, letterari e musicali. Me emerge un ritratto a tutto tonoo,
gg p p
cLe lornisce importanti cLiavi oi lettura oel suo Fontihcato e oella sua visione oella CLiesa.
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ABTICOII
478 IA -ICONDA BI\OIIZIONI ICIZIANA DIII'I-TATI 201'
Oiovo::i Solc S.I.
Le imponenti manilestazioni oi piazza oi hne giugno 2013 in Lgitto, capeggiate oa movi-
menti oi matrice laica, noncLe la raccolta oi circa 22 milioni oi hrme contro il Coverno in
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carica, Lanno legittimato l`intervento oell`esercito contro l`esecutivo islamista presieouto
oa MoLameo Morsi, il quale e stato arrestato e oetenuto in un luogo segreto. In questo mooo
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l`esercito, nella persona oel generale Aboel IattLal al-Sisi, e oiventato nuovamente, come nel
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recente passato, l`ago oella bilancia oella politica egiziana. Soprattutto oopo i latti sanguinosi
p g p g
oi lerragosto, ci si cLieoe quale sara il luturo oell`Lgitto. Inlatti, la raoicalizzazione oello scon
p g p g p p g p g p g p p
-
tro politico alla hne potrebbe avvantaggiare, come e avvenuto in passato, le lrange estreme
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oell`islamismo iLaoista, nuocenoo molto alla oemocrazia, all`economia in lorte crisi e alla
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convivenza in Lgitto tra musulmani e cristiani copti, i quali cLieoono oi non essere consioe

-
rati piu cittaoini oi seconoo oroine.
gg
492 II CINTINABIO DIIIA NA-CITA DI IAII BICuIB
Oiovo::i Cucci S.I.
Ricorre quest`anno il centenario oella nascita oi Faul Ricour, un autore lonoamentale per la
hlosoha (ma non solo) oel XX secolo. La sua opera spazia inlatti tra i campi piu importanti
q p q
oel sapere, oalla hlosoha alla poetica, oall`ermeneutica alla letteratura, alla storia, all`esegesi
( ) p p p p p ( ) p p p p p
biblica, alla teologia, alla simbolica, alla psicoanalisi, senza tralasciare la biologia, la neurolo
p p g p p g
-
gia, il oiritto, l`economia, la sociologia, la politica, la semiotica e la linguistica. Mell`articolo
g p g g p g
si presenta un possibile percorso speculativo, mettenoo in evioenza soprattutto tre tematicLe:
g g p g g p g
il carattere rihessivo oel hlosolare, l`ermeneutica, la rilevazione oel senso come conoizione
p p p p p p p p p p
imprescinoibile per il pensiero e per la vita umana.
Nel l e mi gl i ori l i breri e
A!TO!IO SIAIAIO
IA II!IIITTO A IIA!CISCO
Croncc 1i unc uion c| Ion/inc/o
-OVVABIO '91S
IOCI-
506 I'OBDINI NAZIONAII DII CIOBNAII-TI
Iro:ccsco Occ/ctto S.I.
Lella legge n. 9/193, cLe La istituito l`Croine nazionale oei giornalisti 50 anni la, riman-
gono valioi i princIpi ispiratori, ma occorre rilormare la struttura oell`Croine. La mini-ri
gg g gg g
-
lorma oel 2012 introouce alcune novita necessarie, ma non sumcienti, tra cui la lormazione
g p p p g p p p
continua obbligatoria per i giornalisti e i Consigli oi oisciplina. Restano irrisolte le questioni
oell`accesso e oella composizione oei suoi organi. La vera rilorma culturale eo etica oell`Cr
g p g g p q g p g g p q
- rr
oine e una scelta nelle mani oei giornalisti prima cLe oel legislatore, e si oeve basare su alcuni
p g p g
punti qualihcanti: incluoere tra i prolessionisti tutti quei pubblicisti cLe lavorano oa anni in
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mooo esclusivo e continuo; suboroinare l`iscrizione all`albo all`ehettivo esercizio oella proles
p q p q p q p q p
-
sione; creare un albo speciale senza oiritto oi voto per gli emeriti.
521 I'ACINDA CIOBAII IIB IO -\IIIIIO IO-T 201
Lucio:o Lorivcro S.I.
Il Meet|n oi Alto Livello oell`Assemblea Cenerale oell`Cnu, nella settimana appena iniziata,
partira oalla oiscussione sul conseguimento oegli otto obiettivi oi sviluppo oel millennio.
pp pp
Fer oltre un oecennio essi sono stati i lari per la lotta contro varie oimensioni oella poverta
p g g pp p g g pp
estrema e per gli aiuti internazionali. Ma scaoono nel 2015, ancLe se oiversi traguaroi sono
p p p p
ancora lontani. CLe cosa avverra oopo, soprattutto per gli obiettivi non raggiunti? Saranno
p g g p g g
conlermati? o aggiornati? Lssi inlatti non toccano i temi oella pace, oella sicurezza oalla
p p p g gg p p p g gg
violenza, oel oisarmo, oel buon governo. Mumerosi attori politici, accaoemici, oel monoo
gg p gg p
oegli ahari e oella societa civile e pure la Santa Seoe stanno portanoo un contributo al
g p g p
oibattito monoiale sullo sviluppo sostenibile. Si presenta questa conversazione e il complesso
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negoziato cLe si sta aprenoo.
BIBBICA DIIIO -IITTACOIO
534 IIAB AND DI-IBI. IN IIIV BITBO\ATO
DI -TANII\ KIBBICK
Iirgilio Io:tuzzi S.I.
L uscito nelle sale cinematograhcLe italiane a cavallo oell`estate il primo lungometraggio a sogget- tt
to oi Stanley KubricL, |eor ond Des|re
g
(Faura e oesioerio, 1953), oel quale oa tempo si erano peroute
p g gg gg p g gg gg
e
le tracce, lorse a causa oella scarsa stima in cui lo teneva il suo autore, cLe lo consioerava alla stregua
y ( ) q p p ) q p
oi un`esercitazione scolastica compiuta oa uno stuoente oi cinema. Si tratta oi un hlm oi guerra
g
cLe persegue un assunto antimilitarista. Il giovane KubricL anticipa in questo hlm alcuni oegli
p g p g
argomenti metahsici cLe trattera in maniera piu ampia e approlonoita nelle opere oella maturita.
p g g p q g g p q g
-OVVABIO '91S
BICIN-IONI
538 BA--ICNA BIBIIOCBAIICA
Ambrosio A. I. 539 - Iorno M. 540 - Ioster Vallace L. 544 - Ciuhre M. 1. 54 - Magnani
C. 544 - Manunza C. 542 - Rizzi I. 543 - Sonnet [.-F. 547 - Spaoaro A. 538
549 INDICI DII III \OIIVI
449
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
Antonio Spadaro S.I.
La Civilt Cattolica 2013 III 449-477 | 3918 (19 settembre 2013)
Santa Marta, luned 19 agosto ore 9,50
luned 19 agosto. Papa Francesco mi ha dato appuntamento
alle 10,00 in Santa Marta. Io per eredito da mio padre la neces-
sit di arrivare sempre in anticipo. Le persone che mi accolgono
mi fanno accomodare in una saletta. Lattesa dura poco, e dopo un
paio di minuti vengo accompagnato a prendere lascensore. Nei due
minuti ho avuto il tempo di ricordare quando a Lisbona, in una
riunione di direttori di alcune riviste della Compagnia di Ges, era
emersa la proposta di pubblicare tutti insieme unintervista al Papa.
Avevo discusso con gli altri direttori, ipotizzando alcune domande
che esprimessero gli interessi di tutti. Esco dallascensore e vedo il
Papa gi sulla porta ad attendermi. Anzi, in realt, ho avuto la pia-
cevole impressione di non aver varcato porte.
Entro nella sua stanza e il Papa mi fa accomodare su una pol-
trona. Lui si siede su una sedia pi alta e rigida a causa dei suoi
problemi alla schiena. Lambiente semplice, austero. Lo spazio di
lavoro della scrivania piccolo. Sono colpito dalla essenzialit non
solamente degli arredi, ma anche delle cose. Ci sono pochi libri, po-
che carte, pochi oggetti. Tra questi unicona di San Francesco, una
statua di Nostra Signora di Lujn, Patrona dellArgentina, un cro-
cifsso e una statua di san Giuseppe dormiente, molto simile a quella
che avevo visto nella sua camera di rettore e superiore provinciale
presso il Colegio Mximo di San Miguel. La spiritualit di Bergo-
glio non fatta di energie armonizzate, come le chiamerebbe lui,
ma di volti umani: Cristo, san Francesco, san Giuseppe, Maria.
Il Papa mi accoglie col sorriso che ormai ha fatto pi volte il
giro del mondo e che apre i cuori. Cominciamo a parlare di tante
INTERVISTA
450
cose, ma soprattutto del suo viaggio in Brasile. Il Papa lo considera
una vera grazia. Gli chiedo se si riposato. Lui mi dice di s, che
sta bene, ma soprattutto che la Giornata Mondiale della Giovent
stata per lui un mistero. Mi dice che non mai stato abituato
a parlare a tanta gente: Io riesco a guardare le singole persone,
una alla volta, a entrare in contatto in maniera personale con chi
ho davanti. Non sono abituato alle masse. Gli dico che vero, e
che si vede, e che questo colpisce tutti. Si vede che, quando lui in
mezzo alla gente, i suoi occhi in realt si posano sui singoli. Poi le
telecamere proiettano le immagini e tutti possono vederle, ma cos
lui pu sentirsi libero di restare in contatto diretto, almeno oculare,
con chi ha davanti a s. Mi sembra contento di questo, cio di poter
essere quel che , di non dover alterare il suo modo ordinario di
comunicare con gli altri, anche quando ha davanti a s milioni di
persone, come accaduto sulla spiaggia di Copacabana.
Prima che io accenda il registratore parliamo anche daltro.
Commentando una mia pubblicazione, mi ha detto che i due pen-
satori francesi contemporanei che predilige sono Henri de Lubac e
Michel de Certeau. Gli dico anche qualcosa di pi personale. Anche
lui mi parla di s e in particolare della sua elezione al Pontifcato.
Mi dice che quando ha cominciato a rendersi conto che rischiava
di essere eletto, il mercoled 13 marzo a pranzo, ha sentito scendere
su di lui una profonda e inspiegabile pace e consolazione interiore
insieme a un buio totale, a una oscurit profonda su tutto il resto. E
questi sentimenti lo hanno accompagnato fno allelezione.
In realt avrei continuato a parlare cos familiarmente per tanto
tempo ancora, ma prendo i fogli con alcune domande che avevo
annotato e accendo il registratore. Innanzitutto lo ringrazio a nome
di tutti i direttori delle riviste dei gesuiti che pubblicheranno questa
intervista.
Poco prima delludienza che ha concesso ai gesuiti della Civil-
t Cattolica il 14 giugno scorso, il Papa mi aveva parlato della sua
grande difcolt a rilasciare interviste. Mi aveva detto che preferisce
pensare pi che dare risposte di getto in interviste sul momento.
Sente che le risposte giuste gli vengono dopo aver dato la prima
risposta: non ho riconosciuto me stesso quando sul volo di ritorno
da Rio de Janeiro ho risposto ai giornalisti che mi facevano le do-
451
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
mande, mi dice. Ma vero: in questa intervista pi volte il Papa si
sentito libero di interrompere quel che stava dicendo rispondendo
a una domanda, per aggiungere qualcosa sulla precedente. Parlare
con Papa Francesco in realt una sorta di fusso vulcanico di idee
che si annodano tra loro. Persino prendere appunti mi d la spiace-
vole sensazione di interrompere un dialogo sorgivo. chiaro che
Papa Francesco abituato pi alla conversazione che alla lezione.
Chi Jorge Mario Bergoglio?
Ho la domanda pronta, ma decido di non seguire lo schema che
mi ero prefsso, e gli chiedo un po a bruciapelo: Chi Jorge Mario
Bergoglio?. Il Papa mi fssa in silenzio. Gli chiedo se una doman-
da che lecito porgli Lui fa cenno di accettare la domanda e mi
dice: non so quale possa essere la defnizione pi giusta Io sono
un peccatore. Questa la defnizione pi giusta. E non un modo
di dire, un genere letterario. Sono un peccatore.
Il Papa continua a rifettere, compreso, come se non si aspettasse
quella domanda, come se fosse costretto a una rifessione ulteriore.
S, posso forse dire che sono un po furbo, so muovermi, ma
vero che sono anche un po ingenuo. S, ma la sintesi migliore,
quella che mi viene pi da dentro e che sento pi vera, proprio
questa: sono un peccatore al quale il Signore ha guardato. E ripe-
te: io sono uno che guardato dal Signore. Il mio motto Miserando
atque eligendo lho sentito sempre come molto vero per me.
Il motto di Papa Francesco tratto dalle Omelie di san Beda il
Venerabile, il quale, commentando lepisodio evangelico della vo-
cazione di san Matteo, scrive: Vide Ges un pubblicano e, siccome
lo guard con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: Seguimi.
E aggiunge: il gerundio latino miserando mi sembra intraduci-
bile sia in italiano sia in spagnolo. A me piace tradurlo con un altro
gerundio che non esiste: misericordiando.
Papa Francesco continua nella sua rifessione e mi dice, facendo
un salto di cui sul momento non comprendo il senso: Io non cono-
sco Roma. Conosco poche cose. Tra queste Santa Maria Maggiore:
ci andavo sempre. Rido e gli dico: lo abbiamo capito tutti molto
bene, Santo Padre!. Ecco, s prosegue il Papa ,conosco Santa
INTERVISTA
452
Maria Maggiore, San Pietro ma venendo a Roma ho sempre abi-
tato in via della Scrofa. Da l visitavo spesso la chiesa di San Luigi
dei Francesi, e l andavo a contemplare il quadro della vocazione di
san Matteo di Caravaggio. Comincio a intuire cosa il Papa vuole
dirmi.
Quel dito di Ges cos verso Matteo. Cos sono io. Cos mi
sento. Come Matteo. E qui il Papa si fa deciso, come se avesse colto
limmagine di s che andava cercando: il gesto di Matteo che mi
colpisce: aferra i suoi soldi, come a dire: no, non me! No, questi
soldi sono miei!. Ecco, questo sono io: un peccatore al quale il Si-
gnore ha rivolto i suoi occhi. E questo quel che ho detto quando
mi hanno chiesto se accettavo la mia elezione a Pontefce. Quindi
sussurra: Peccator sum, sed super misericordia et infnita patientia Do-
mini nostri Jesu Christi confsus et in spiritu penitentiae accepto.
Perch si fatto gesuita?
Comprendo che questa formula di accettazione per Papa Fran-
cesco anche una carta di identit. Non cera pi altro da aggiungere.
Proseguo con quella che avevo scelto come prima domanda: Santo
Padre, che cosa lha spinta a scegliere di entrare nella Compagnia di
Ges? Che cosa lha colpita dellOrdine dei gesuiti?.
Io volevo qualcosa di pi. Ma non sapevo che cosa. Ero entrato
in seminario. I domenicani mi piacevano e avevo amici domenica-
ni. Ma poi ho scelto la Compagnia, che ho conosciuto bene perch
il seminario era afdato ai gesuiti. Della Compagnia mi hanno col-
pito tre cose: la missionariet, la comunit e la disciplina. Curioso
questo, perch io sono un indisciplinato nato, nato, nato. Ma la loro
disciplina, il modo di ordinare il tempo, mi ha colpito tanto.
E poi una cosa per me davvero fondamentale la comunit.
Cercavo sempre una comunit. Io non mi vedevo prete solo: ho
bisogno di comunit. E lo si capisce dal fatto che sono qui a Santa
Marta: quando sono stato eletto, abitavo per sorteggio nella stan-
za 207. Questa dove siamo adesso era una camera per gli ospiti.
Ho scelto di abitare qui, nella camera 201, perch quando ho preso
possesso dellappartamento pontifcio, dentro di me ho sentito di-
stintamente un no. Lappartamento pontifcio nel Palazzo Apo-
453
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
stolico non lussuoso. antico, fatto con buon gusto e grande,
non lussuoso. Ma alla fne come un imbuto al rovescio. grande
e spazioso, ma lingresso davvero stretto. Si entra col contagocce,
e io no, senza gente non posso vivere. Ho bisogno di vivere la mia
vita insieme agli altri.
Mentre il Papa parla di missione e di comunit, mi vengono in
mente tutti quei documenti della Compagnia di Ges in cui si parla
di comunit per la missione e li ritrovo nelle sue parole.
Che cosa significa per un gesuita essere Papa?
Voglio proseguire su questa linea e pongo al Papa una domanda
a partire dal fatto che lui il primo gesuita ad essere eletto Vescovo
di Roma: Come legge il servizio alla Chiesa universale che lei
stato chiamato a svolgere alla luce della spiritualit ignaziana? Che
cosa signifca per un gesuita essere eletto Papa? Quale punto della
spiritualit ignaziana la aiuta meglio a vivere il suo ministero?.
Il discernimento, risponde Papa Francesco. Il discernimen-
to una delle cose che pi ha lavorato interiormente santIgnazio.
Per lui uno strumento di lotta per conoscere meglio il Signore e
seguirlo pi da vicino. Mi ha sempre colpito una massima con la
quale viene descritta la visione di Ignazio: Non coerceri a maximo,
sed contineri a minimo divinum est. Ho molto rifettuto su questa
frase in ordine al governo, ad essere superiore: non essere ristretti
dallo spazio pi grande, ma essere in grado di stare nello spazio pi
ristretto. Questa virt del grande e del piccolo la magnanimit,
che dalla posizione in cui siamo ci fa guardare sempre lorizzonte.
fare le cose piccole di ogni giorno con un cuore grande e aperto
a Dio e agli altri. valorizzare le cose piccole allinterno di grandi
orizzonti, quelli del Regno di Dio.
Questa massima ofre i parametri per assumere una posizione
corretta per il discernimento, per sentire le cose di Dio a partire
dal suo punto di vista. Per santIgnazio i grandi princpi devono
essere incarnati nelle circostanze di luogo, di tempo e di persone.
A suo modo Giovanni XXIII si mise in questa posizione di gover-
no quando ripet la massima Omnia videre, multa dissimulare, pauca
corrigere, perch, pur vedendo omnia, la dimensione massima, rite-
INTERVISTA
454
neva di agire su pauca, su una dimensione minima. Si possono avere
grandi progetti e realizzarli agendo su poche minime cose. O si
possono usare mezzi deboli che risultano pi efcaci di quelli forti,
come dice anche san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi.
Questo discernimento richiede tempo. Molti, ad esempio,
pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in bre-
ve tempo. Io credo che ci sia sempre bisogno di tempo per porre
le basi di un cambiamento vero, efcace. E questo il tempo del
discernimento. E a volte il discernimento invece sprona a fare su-
bito quel che invece inizialmente si pensa di fare dopo. ci che
accaduto anche a me in questi mesi. Il discernimento si realizza
sempre alla presenza del Signore, guardando i segni, ascoltando le
cose che accadono, il sentire della gente, specialmente i poveri. Le
mie scelte, anche quelle legate alla normalit della vita, come lusare
una macchina modesta, sono legate a un discernimento spirituale
che risponde a una esigenza che nasce dalle cose, dalla gente, dalla
lettura dei segni dei tempi. Il discernimento nel Signore mi guida
nel mio modo di governare.
Ecco, invece difdo delle decisioni prese in maniera improvvi-
sa. Difdo sempre della prima decisione, cio della prima cosa che
mi viene in mente di fare se devo prendere una decisione. In genere
la cosa sbagliata. Devo attendere, valutare interiormente, pren-
dendo il tempo necessario. La sapienza del discernimento riscatta la
necessaria ambiguit della vita e fa trovare i mezzi pi opportuni,
che non sempre si identifcano con ci che sembra grande o forte.
La Compagnia di Ges
Il discernimento dunque un pilastro della spiritualit del Papa.
In questo si esprime in maniera peculiare la sua identit gesuitica.
Gli chiedo quindi come pensa che la Compagnia di Ges possa
servire la Chiesa oggi, quale sia la sua peculiarit, ma anche gli
eventuali rischi che corre.
La Compagnia unistituzione in tensione, sempre radical-
mente in tensione. Il gesuita un decentrato. La Compagnia in
se stessa decentrata: il suo centro Cristo e la sua Chiesa. Dunque:
se la Compagnia tiene Cristo e la Chiesa al centro, ha due punti
455
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
fondamentali di riferimento del suo equilibrio per vivere in peri-
feria. Se invece guarda troppo a se stessa, mette s al centro come
struttura ben solida, molto ben armata, allora corre il pericolo di
sentirsi sicura e sufciente. La Compagnia deve avere sempre da-
vanti a s il Deus semper maior, la ricerca della gloria di Dio sempre
maggiore, la Chiesa Vera Sposa di Cristo nostro Signore, Cristo Re
che ci conquista e al quale ofriamo tutta la nostra persona e tutta
la nostra fatica, anche se siamo vasi di argilla, inadeguati. Questa
tensione ci porta continuamente fuori da noi stessi. Lo strumento
che rende veramente forte la Compagnia decentrata poi quello,
insieme paterno e fraterno, del rendiconto di coscienza, proprio
perch la aiuta a uscire meglio in missione.
Qui il Papa si riferisce a un punto specifco delle Costituzioni
della Compagnia di Ges nel quale si legge che il gesuita deve ma-
nifestare la sua coscienza, cio la situazione interiore che vive, in
modo che il superiore possa essere pi consapevole e accorto nellin-
viare una persona alla sua missione.
Ma difcile parlare della Compagnia prosegue Papa Fran-
cesco . Quando si esplicita troppo, si corre il rischio di equivocare.
La Compagnia si pu dire solamente in forma narrativa. Solamente
nella narrazione si pu fare discernimento, non nella esplicazione
flosofca o teologica, nelle quali invece si pu discutere. Lo stile
della Compagnia non quello della discussione, ma quello del di-
scernimento, che ovviamente suppone la discussione nel processo.
Laura mistica non defnisce mai i suoi bordi, non completa il pen-
siero. Il gesuita deve essere una persona dal pensiero incompleto, dal
pensiero aperto. Ci sono state epoche nella Compagnia nelle quali
si vissuto un pensiero chiuso, rigido, pi istruttivo-ascetico che
mistico: questa deformazione ha generato lEpitome Instituti.
Qui il Papa si sta riferendo a una specie di riassunto pratico in
uso nella Compagnia e riformulato nel XX secolo, che venne visto
come un sostitutivo delle Costituzioni. La formazione dei gesuiti
sulla Compagnia per un certo tempo fu plasmata da questo testo,
a tal punto che qualcuno non lesse mai le Costituzioni, che invece
sono il testo fondativo. Per il Papa, durante questo periodo nella
Compagnia le regole hanno rischiato di soprafare lo spirito, e ha
vinto la tentazione di esplicitare e dichiarare troppo il carisma.
INTERVISTA
456
Prosegue: No, il gesuita pensa sempre, in continuazione, guar-
dando lorizzonte verso il quale deve andare, avendo Cristo al cen-
tro. Questa la sua vera forza. E questo spinge la Compagnia ad
essere in ricerca, creativa, generosa. Dunque, oggi pi che mai,
deve essere contemplativa nellazione; deve vivere una vicinanza
profonda a tutta la Chiesa, intesa come popolo di Dio e santa
madre Chiesa gerarchica. Questo richiede molta umilt, sacrif-
cio, coraggio, specialmente quando si vivono incomprensioni o si
oggetto di equivoci e calunnie, ma latteggiamento pi fecondo.
Pensiamo alle tensioni del passato sui riti cinesi, sui riti malabarici,
nelle riduzioni in Paraguay.
Io stesso sono testimone di incomprensioni e problemi che la
Compagnia ha vissuto anche di recente. Tra queste vi furono i tem-
pi difcili di quando si tratt della questione di estendere il quarto
voto di obbedienza al Papa a tutti i gesuiti. Quello che a me dava
sicurezza al tempo di padre Arrupe era il fatto che lui fosse un uomo
di preghiera, un uomo che passava molto tempo in preghiera. Lo
ricordo quando pregava seduto per terra, come fanno i giapponesi.
Per questo lui aveva latteggiamento giusto e prese le decisioni cor-
rette.
Il modello: Pietro Favre, prete riformato
A questo punto mi chiedo se tra i gesuiti ci siano fgure, dalle
origini della Compagnia ad oggi, che lo abbiano colpito in ma-
niera particolare. E cos chiedo al Pontefce se ci sono, quali sono
e perch. Il Papa comincia a citarmi Ignazio e Francesco Saverio,
ma poi si soferma su una fgura che i gesuiti conoscono, ma che
certo non molto nota in generale: il beato Pietro Favre (1506-
1546), savoiardo. uno dei primi compagni di santIgnazio, anzi
il primo, con il quale egli condivideva la stanza quando i due era-
no studenti alla Sorbona. Il terzo nella stessa stanza era Francesco
Saverio. Pio IX lo dichiar beato il 5 settembre 1872, ed in corso
il processo di canonizzazione.
Mi cita una edizione del suo Memoriale che lui fece curare da
due gesuiti specialisti, Miguel A. Fiorito e Jaime H. Amadeo, quan-
do era superiore provinciale. Una edizione che al Papa piace parti-
457
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
colarmente quella a cura di Michel de Certeau. Gli chiedo quindi
perch colpito proprio dal Favre, quali tratti della sua fgura lo
impressionano.
Il dialogo con tutti, anche i pi lontani e gli avversari; la piet
semplice, una certa ingenuit forse, la disponibilit immediata, il
suo attento discernimento interiore, il fatto di essere uomo di gran-
di e forti decisioni e insieme capace di essere cos dolce, dolce.
Mentre Papa Francesco fa questo elenco di caratteristiche per-
sonali del suo gesuita preferito, comprendo quanto questa fgura sia
stata davvero per lui un modello di vita. Michel de Certeau defni-
sce Favre semplicemente il prete riformato, per il quale lesperien-
za interiore, lespressione dogmatica e la riforma strutturale sono
intimamente indissociabili. Mi sembra di capire, dunque, che Papa
Francesco si ispiri proprio a questo genere di riforma. Quindi il
Papa prosegue con una rifessione sul vero volto del fundador.
Ignazio un mistico, non un asceta. Mi arrabbio molto quando
sento dire che gli Esercizi spirituali sono ignaziani solamente perch
sono fatti in silenzio. In realt gli Esercizi possono essere perfetta-
mente ignaziani anche nella vita corrente e senza il silenzio. Quella
che sottolinea lascetismo, il silenzio e la penitenza una corrente
deformata che si pure difusa nella Compagnia, specialmente in
ambito spagnolo. Io sono vicino invece alla corrente mistica, quella
di Louis Lallemant e di Jean-Joseph Surin. E Favre era un mistico.
Lesperienza di governo
Quale tipo di esperienza di governo pu far maturare la forma-
zione avuta da padre Bergoglio, che stato prima superiore e poi
superiore provinciale nella Compagnia di Ges? Lo stile di governo
della Compagnia implica la decisione da parte del superiore, ma an-
che il confronto con i suoi consultori. E cos chiedo al Papa: Pen-
sa che la sua esperienza di governo del passato possa servire alla sua
attuale azione di governo della Chiesa universale?. Papa Francesco
dopo una breve pausa di rifessione si fa serio, ma molto sereno.
Nella mia esperienza di superiore in Compagnia, a dire il vero,
io non mi sono sempre comportato cos, cio facendo le necessarie
consultazioni. E questa non stata una cosa buona. Il mio gover-
INTERVISTA
458
no come gesuita allinizio aveva molti difetti. Quello era un tempo
difcile per la Compagnia: era scomparsa una intera generazione
di gesuiti. Per questo mi son trovato Provinciale ancora molto gio-
vane. Avevo 36 anni: una pazzia. Bisognava afrontare situazioni
difcili, e io prendevo le mie decisioni in maniera brusca e per-
sonalista. S, devo aggiungere per una cosa: quando afdo una
cosa a una persona, mi fdo totalmente di quella persona. Deve fare
un errore davvero grande perch io la riprenda. Ma, nonostante
questo, alla fne la gente si stanca dellautoritarismo. Il mio modo
autoritario e rapido di prendere decisioni mi ha portato ad avere
seri problemi e ad essere accusato di essere ultraconservatore. Ho
vissuto un tempo di grande crisi interiore quando ero a Cordova.
Ecco, no, non sono stato certo come la Beata Imelda, ma non sono
mai stato di destra. stato il mio modo autoritario di prendere le
decisioni a creare problemi.
Dico queste cose come una esperienza di vita e per far capire
quali sono i pericoli. Col tempo ho imparato molte cose. Il Signore
ha permesso questa pedagogia di governo anche attraverso i miei
difetti e i miei peccati. Cos da arcivescovo di Buenos Aires ogni
quindici giorni facevo una riunione con i sei vescovi ausiliari, va-
rie volte lanno col Consiglio presbiterale. Si ponevano domande
e si apriva lo spazio alla discussione. Questo mi ha molto aiutato a
prendere le decisioni migliori. E adesso sento alcune persone che
mi dicono: non si consulti troppo, e decida. Credo invece che la
consultazione sia molto importante. I Concistori, i Sinodi sono, ad
esempio, luoghi importanti per rendere vera e attiva questa con-
sultazione. Bisogna renderli per meno rigidi nella forma. Voglio
consultazioni reali, non formali. La Consulta degli otto cardinali,
questo gruppo consultivo outsider, non una decisione solamente
mia, ma frutto della volont dei cardinali, cos come stata espres-
sa nelle Congregazioni Generali prima del Conclave. E voglio che
sia una Consulta reale, non formale.
Sentire con la Chiesa
Rimango sul tema della Chiesa e provo a capire che cosa signi-
fchi esattamente per Papa Francesco il sentire con la Chiesa di
459
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
cui scrive santIgnazio nei suoi Esercizi Spirituali. Il Papa risponde
senza esitazione partendo da unimmagine.
Limmagine della Chiesa che mi piace quella del santo po-
polo fedele di Dio. la defnizione che uso spesso, ed poi quella
della Lumen gentium al numero 12. Lappartenenza a un popolo ha
un forte valore teologico: Dio nella storia della salvezza ha salvato
un popolo. Non c identit piena senza appartenenza a un popolo.
Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae
considerando la complessa trama di relazioni interpersonali che si
realizzano nella comunit umana. Dio entra in questa dinamica po-
polare.
Il popolo soggetto. E la Chiesa il popolo di Dio in cammino
nella storia, con gioie e dolori. Sentire cum Ecclesia dunque per me
essere in questo popolo. E linsieme dei fedeli infallibile nel crede-
re, e manifesta questa sua infallibilitas in credendo mediante il senso
soprannaturale della fede di tutto il popolo che cammina. Ecco,
questo io intendo oggi come il sentire con la Chiesa di cui parla
santIgnazio. Quando il dialogo tra la gente e i Vescovi e il Papa va
su questa strada ed leale, allora assistito dallo Spirito Santo. Non
dunque un sentire riferito ai teologi.
come con Maria: se si vuol sapere chi , si chiede ai teologi;
se si vuol sapere come la si ama, bisogna chiederlo al popolo. A sua
volta, Maria am Ges con cuore di popolo, come leggiamo nel
Magnifcat. Non bisogna dunque neanche pensare che la compren-
sione del sentire con la Chiesa sia legata solamente al sentire con
la sua parte gerarchica.
E il Papa, dopo un momento di pausa, precisa in maniera secca,
per evitare fraintendimenti: E, ovviamente, bisogna star bene at-
tenti a non pensare che questa infallibilitas di tutti i fedeli di cui sto
parlando alla luce del Concilio sia una forma di populismo. No:
lesperienza della santa madre Chiesa gerarchica, come la chiama-
va santIgnazio, della Chiesa come popolo di Dio, pastori e popolo
insieme. La Chiesa la totalit del popolo di Dio.
Io vedo la santit nel popolo di Dio, la sua santit quotidiana.
C una classe media della santit di cui tutti possiamo far parte,
quella che di cui parla Malgue.
INTERVISTA
460
Il Papa si sta riferendo a Joseph Malgue, uno scrittore francese
a lui caro, nato nel 1876 e morto nel 1940. In particolare alla sua
trilogia incompiuta Pierres noires. Les Classes moyennes du Salut.
Alcuni critici francesi lo defnirono il Proust cattolico.
Io vedo la santit prosegue il Papa nel popolo di Dio pa-
ziente: una donna che fa crescere i fgli, un uomo che lavora per
portare a casa il pane, gli ammalati, i preti anziani che hanno tante
ferite ma che hanno il sorriso perch hanno servito il Signore, le
suore che lavorano tanto e che vivono una santit nascosta. Que-
sta per me la santit comune. La santit io la associo spesso alla
pazienza: non solo la pazienza come hypomon, il farsi carico degli
avvenimenti e delle circostanze della vita, ma anche come costanza
nellandare avanti, giorno per giorno. Questa la santit della Iglesia
militante di cui parla anche santIgnazio. Questa stata la santit
dei miei genitori: di mio pap, di mia mamma, di mia nonna Rosa
che mi ha fatto tanto bene. Nel breviario io ho il testamento di mia
nonna Rosa, e lo leggo spesso: per me come una preghiera. Lei
una santa che ha tanto soferto, anche moralmente, ed sempre
andata avanti con coraggio.
Questa Chiesa con la quale dobbiamo sentire la casa di tut-
ti, non una piccola cappella che pu contenere solo un gruppetto
di persone selezionate. Non dobbiamo ridurre il seno della Chiesa
universale a un nido protettore della nostra mediocrit. E la Chiesa
Madre prosegue . La Chiesa feconda, deve esserlo. Vedi,
quando io mi accorgo di comportamenti negativi di ministri della
Chiesa o di consacrati o consacrate, la prima cosa che mi viene
in mente : ecco uno scapolone, o ecco una zitella. Non sono
n padri, n madri. Non sono stati capaci di dare vita. Invece, per
esempio, quando leggo la vita dei missionari salesiani che sono an-
dati in Patagonia, leggo una storia di vita, di fecondit.
Un altro esempio di questi giorni: ho visto che stata molto
ripresa dai giornali la telefonata che ho fatto a un ragazzo che mi
aveva scritto una lettera. Io gli ho telefonato perch quella lettera
era tanto bella, tanto semplice. Per me questo stato un atto di fe-
condit. Mi sono reso conto che un giovane che sta crescendo, ha
riconosciuto un padre, e cos gli dice qualcosa della sua vita. Il padre
non pu dire me ne infschio. Questa fecondit mi fa tanto bene.
461
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
Chiese giovani e Chiese antiche
Rimango sul tema della Chiesa, ponendo al Papa una doman-
da anche alla luce della recente Giornata Mondiale della Giovent:
Questo grande evento ha acceso ulteriormente i rifettori sui gio-
vani, ma anche su quei polmoni spirituali che sono le Chiese di
pi recente istituzione. Quali le speranze per la Chiesa universale
che le sembrano provenire da queste Chiese?.
Le Chiese giovani sviluppano una sintesi di fede, cultura e vita
in divenire, e dunque diversa da quella sviluppata dalle Chiese pi
antiche. Per me, il rapporto tra le Chiese di pi antica istituzione e
quelle pi recenti simile al rapporto tra giovani e anziani in una
societ: costruiscono il futuro, ma gli uni con la loro forza e gli altri
con la loro saggezza. Si corrono sempre dei rischi, ovviamente; le
Chiese pi giovani rischiano di sentirsi autosufcienti, quelle pi
antiche rischiano di voler imporre alle pi giovani i loro modelli
culturali. Ma il futuro si costruisce insieme.
La Chiesa? Un ospedale da campo
Papa Benedetto XVI, annunciando la sua rinuncia al Pontifca-
to, ha ritratto il mondo di oggi come soggetto a rapidi mutamenti
e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede che
richiedono vigore sia del corpo, sia dellanima. Chiedo al Papa, an-
che alla luce di ci che mi ha appena detto: Di che cosa la Chiesa ha
pi bisogno in questo momento storico? Sono necessarie riforme?
Quali sono i suoi desideri sulla Chiesa dei prossimi anni? Quale
Chiesa sogna?.
Papa Francesco, cogliendo lincipit della mia domanda, comincia
col dire: Papa Benedetto ha fatto un atto di santit, di grandezza,
di umilt. un uomo di Dio, dimostrando un grande afetto e una
enorme stima per il suo predecessore.
Io vedo con chiarezza prosegue che la cosa di cui la Chiesa
ha pi bisogno oggi la capacit di curare le ferite e di riscaldare il
cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimit. Io vedo la Chiesa come
un ospedale da campo dopo una battaglia. inutile chiedere a un
ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare
INTERVISTA
462
le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto. Curare le ferite,
curare le ferite E bisogna cominciare dal basso.
La Chiesa a volte si fatta rinchiudere in piccole cose, in piccoli
precetti. La cosa pi importante invece il primo annuncio: Ges
Cristo ti ha salvato!. E i ministri della Chiesa devono innanzitut-
to essere ministri di misericordia. Il confessore, ad esempio, corre
sempre il pericolo di essere o troppo rigorista o troppo lasso. Nessu-
no dei due misericordioso, perch nessuno dei due si fa veramente
carico della persona. Il rigorista se ne lava le mani perch lo rimette
al comandamento. Il lasso se ne lava le mani dicendo semplicemente
questo non peccato o cose simili. Le persone vanno accompa-
gnate, le ferite vanno curate.
Come stiamo trattando il popolo di Dio? Sogno una Chiesa
Madre e Pastora. I ministri della Chiesa devono essere misericor-
diosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon
samaritano che lava, pulisce, solleva il suo prossimo. Questo Van-
gelo puro. Dio pi grande del peccato. Le riforme organizzative
e strutturali sono secondarie, cio vengono dopo. La prima rifor-
ma deve essere quella dellatteggiamento. I ministri del Vangelo
devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone,
di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di
scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. Il popolo di
Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato. I Vescovi,
particolarmente, devono essere uomini capaci di sostenere con pa-
zienza i passi di Dio nel suo popolo in modo che nessuno rimanga
indietro, ma anche per accompagnare il gregge che ha il futo per
trovare nuove strade.
Invece di essere solo una Chiesa che accoglie e che riceve te-
nendo le porte aperte, cerchiamo pure di essere una Chiesa che tro-
va nuove strade, che capace di uscire da se stessae andare verso
chi non la frequenta, chi se n andato o indiferente. Chi se n
andato, a volte lo ha fatto per ragioni che, se ben comprese e valu-
tate, possono portare a un ritorno. Ma ci vuole audacia, coraggio.
Raccolgo ci che il Santo Padre sta dicendo e faccio riferimento
al fatto che ci sono cristiani che vivono in situazioni non regolari
per la Chiesa o comunque in situazioni complesse, cristiani che,
in un modo o nellaltro, vivono ferite aperte. Penso a divorziati ri-
463
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
sposati, coppie omosessuali, altre situazioni difcili. Come fare una
pastorale missionaria in questi casi? Su che cosa far leva? Il Papa fa
cenno di aver compreso che cosa intendo dire e risponde.
Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada, predicando
la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predi-
cazione, ogni tipo di malattia e di ferita. A Buenos Aires ricevevo
lettere di persone omosessuali, che sono feriti sociali perch mi
dicono che sentono come la Chiesa li abbia sempre condannati. Ma
la Chiesa non vuole fare questo. Durante il volo di ritorno da Rio
de Janeiro ho detto che, se una persona omosessuale di buona
volont ed in cerca di Dio, io non sono nessuno per giudicarla.
Dicendo questo io ho detto quel che dice il Catechismo. La religione
ha il diritto di esprimere la propria opinione a servizio della gente,
ma Dio nella creazione ci ha resi liberi: lingerenza spirituale nella
vita personale non possibile. Una volta una persona, in maniera
provocatoria, mi chiese se approvavo lomosessualit. Io allora le ri-
sposi con unaltra domanda: Dimmi: Dio, quando guarda a una
persona omosessuale, ne approva lesistenza con afetto o la respinge
condannandola?. Bisogna sempre considerare la persona. Qui en-
triamo nel mistero delluomo. Nella vita Dio accompagna le perso-
ne, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione.
Bisogna accompagnare con misericordia. Quando questo accade,
lo Spirito Santo ispira il sacerdote a dire la cosa pi giusta.
Questa anche la grandezza della Confessione: il fatto di va-
lutare caso per caso, e di poter discernere qual la cosa migliore da
fare per una persona che cerca Dio e la sua grazia. Il confessionale
non una sala di tortura, ma il luogo della misericordia nel quale
il Signore ci stimola a fare meglio che possiamo. Penso anche alla
situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio
fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si risposata e
adesso serena con cinque fgli. Laborto le pesa enormemente ed
sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana.
Che cosa fa il confessore?.
Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto,
matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo
non possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi
stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in
INTERVISTA
464
un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono
fglio della Chiesa, ma non necessario parlarne in continuazione.
Gli insegnamenti, tanto dogmatici quanto morali, non sono
tutti equivalenti. Una pastorale missionaria non ossessionata dalla
trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre
con insistenza. Lannuncio di tipo missionario si concentra sulles-
senziale, sul necessario, che anche ci che appassiona e attira di
pi, ci che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus. Dob-
biamo quindi trovare un nuovo equilibrio, altrimenti anche ledif-
cio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte,
di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evan-
gelica deve essere pi semplice, profonda, irradiante. da questa
proposta che poi vengono le conseguenze morali.
Dico questo anche pensando alla predicazione e ai contenuti
della nostra predicazione. Una bella omelia, una vera omelia, deve
cominciare con il primo annuncio, con lannuncio della salvezza.
Non c niente di pi solido, profondo e sicuro di questo annun-
cio. Poi si deve fare una catechesi. Infne si pu tirare anche una
conseguenza morale. Ma lannuncio dellamore salvifco di Dio
previo allobbligazione morale e religiosa. Oggi a volte sembra che
prevalga lordine inverso. Lomelia la pietra di paragone per ca-
librare la vicinanza e la capacit di incontro di un pastore con il
suo popolo, perch chi predica deve riconoscere il cuore della sua
comunit per cercare dove vivo e ardente il desiderio di Dio. Il
messaggio evangelico non pu essere ridotto dunque ad alcuni suoi
aspetti che, seppure importanti, da soli non manifestano il cuore
dellinsegnamento di Ges.
Il primo Papa religioso dopo 182 anni
Papa Francesco il primo Pontefce a provenire da un Ordine
religioso dopo il camaldolese Gregorio XVI, eletto nel 1831, 182
anni fa. Chiedo dunque: Qual oggi nella Chiesa il posto specif-
co dei religiosi e delle religiose?.
I religiosi sono profeti. Sono coloro che hanno scelto una se-
quela di Ges che imita la sua vita con lobbedienza al Padre, la
povert, la vita di comunit e la castit. In questo senso i voti non
465
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
possono fnire per essere caricature, altrimenti, ad esempio, la vita
di comunit diventa un inferno e la castit un modo di vivere da
zitelloni. Il voto di castit deve essere un voto di fecondit. Nella
Chiesa i religiosi sono chiamati in particolare ad essere profeti che
testimoniano come Ges vissuto su questa terra, e che annuncia-
no come il Regno di Dio sar nella sua perfezione. Mai un religioso
deve rinunciare alla profezia. Questo non signifca contrapporsi alla
parte gerarchica della Chiesa, anche se la funzione profetica e la
struttura gerarchica non coincidono. Sto parlando di una proposta
sempre positiva, che per non deve essere timorosa. Pensiamo a ci
che hanno fatto tanti grandi santi monaci, religiosi e religiose, sin
da santAntonio abate. Essere profeti a volte pu signifcare fare ru-
ido, non so come dire La profezia fa rumore, chiasso, qualcuno
dice casino. Ma in realt il suo carisma quello di essere lievito: la
profezia annuncia lo spirito del Vangelo.
Dicasteri romani, sinodalit, ecumenismo
Considerando il riferimento alla gerarchia, chiedo a questo
punto al Papa: Che cosa pensa dei dicasteri romani?.
I dicasteri romani sono al servizio del Papa e dei Vescovi: de-
vono aiutare sia le Chiese particolari sia le Conferenze episcopali.
Sono meccanismi di aiuto. In alcuni casi, quando non sono bene
intesi, invece, corrono il rischio di diventare organismi di censu-
ra. impressionante vedere le denunce di mancanza di ortodossia
che arrivano a Roma. Credo che i casi debbano essere studiati dalle
Conferenze episcopali locali, alle quali pu arrivare un valido aiuto
da Roma. I casi, infatti, si trattano meglio sul posto. I dicasteri ro-
mani sono mediatori, non intermediari o gestori.
Ricordo al Papa che il 29 giugno scorso, durante la cerimonia
della benedizione e dellimposizione del pallio a 34 arcivescovi me-
tropoliti, aveva afermato la strada della sinodalit come la strada
che porta la Chiesa unita a crescere in armonia con il servizio del
primato. Ecco la mia domanda, dunque: Come conciliare in ar-
monia primato petrino e sinodalit? Quali strade sono praticabili,
anche in prospettiva ecumenica?.
INTERVISTA
466
Si deve camminare insieme: la gente, i Vescovi e il Papa. La
sinodalit va vissuta a vari livelli. Forse il tempo di mutare la me-
todologia del Sinodo, perch quella attuale mi sembra statica. Que-
sto potr anche avere valore ecumenico, specialmente con i nostri
fratelli Ortodossi. Da loro si pu imparare di pi sul senso della
collegialit episcopale e sulla tradizione della sinodalit. Lo sforzo
di rifessione comune, guardando a come si governava la Chiesa nei
primi secoli, prima della rottura tra Oriente e Occidente, dar frutti
a suo tempo. Nelle relazioni ecumeniche questo importante: non
solo conoscersi meglio, ma anche riconoscere ci che lo Spirito ha
seminato negli altri come un dono anche per noi. Voglio prosegui-
re la rifessione su come esercitare il primato petrino, gi iniziata
nel 2007 dalla Commissione Mista, e che ha portato alla frma del
Documento di Ravenna. Bisogna continuare su questa strada.
Cerco di capire come il Papa veda il futuro dellunit della Chie-
sa. Mi risponde: dobbiamo camminare uniti nelle diferenze: non
c altra strada per unirci. Questa la strada di Ges.
E il ruolo della donna nella Chiesa? Il Papa ha pi volte fatto
riferimento a questo tema in varie occasioni. In una intervista aveva
afermato che la presenza femminile nella Chiesa non emersa pi
di tanto, perch la tentazione del maschilismo non ha lasciato spazio
per rendere visibile il ruolo che spetta alle donne nella comunit.
Ha ripreso la questione durante il viaggio di ritorno da Rio de Ja-
neiro afermando che non stata fatta ancora una profonda teologia
della donna. Allora, chiedo: Quale deve essere il ruolo della donna
nella Chiesa? Come fare per renderlo oggi pi visibile?.
necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile pi
incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del machismo in gonnel-
la, perch in realt la donna ha una struttura diferente dalluomo.
E invece i discorsi che sento sul ruolo della donna sono spesso ispi-
rati proprio da una ideologia machista. Le donne stanno ponendo
domande profonde che vanno afrontate. La Chiesa non pu essere
se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa
imprescindibile. Maria, una donna, pi importante dei Vescovi.
Dico questo perch non bisogna confondere la funzione con la di-
gnit. Bisogna dunque approfondire meglio la fgura della donna
nella Chiesa. Bisogna lavorare di pi per fare una profonda teologia
467
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
della donna. Solo compiendo questo passaggio si potr rifettere
meglio sulla funzione della donna allinterno della Chiesa. Il genio
femminile necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni
importanti. La sfda oggi proprio questa: rifettere sul posto spe-
cifco della donna anche proprio l dove si esercita lautorit nei vari
ambiti della Chiesa.
Il Concilio Vaticano II
Che cosa ha realizzato il Concilio Vaticano II? Che cosa stato?,
gli chiedo alla luce delle sue afermazioni precedenti, immaginando
una risposta lunga e articolata. Ho invece come limpressione che il
Papa semplicemente consideri il Concilio come un fatto talmente in-
discutibile che non vale la pena parlarne troppo a lungo, come per
doverne ribadire limportanza.
Il Vaticano II stato una rilettura del Vangelo alla luce della cul-
tura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento
che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi.
Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica stato un
servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situa-
zione storica concreta. S, ci sono linee di ermeneutica di continuit
e di discontinuit, tuttavia una cosa chiara: la dinamica di lettura
del Vangelo attualizzata nelloggi che stata propria del Concilio
assolutamente irreversibile. Poi ci sono questioni particolari come la
liturgia secondo il Vetus Ordo. Penso che la scelta di Papa Benedetto
sia stata prudenziale, legata allaiuto ad alcune persone che hanno que-
sta particolare sensibilit. Considero invece preoccupante il rischio di
ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione.
Cercare e trovare Dio in tutte le cose
Il discorso di Papa Francesco molto sbilanciato sulle sfde
delloggi. Anni fa aveva scritto che per vedere la realt necessario
uno sguardo di fede, altrimenti si vede una realt a pezzi, frammen-
tata. questo anche uno dei temi dellenciclica Lumen fdei. Ho in
mente anche alcuni passaggi dei discorsi di Papa Francesco durante
la Giornata Mondiale della Giovent di Rio de Janeiro. Glieli cito:
INTERVISTA
468
Dio reale se si manifesta nelloggi; Dio sta da tutte le parti.
Sono frasi che riecheggiano lespressione ignaziana cercare e tro-
vare Dio in tutte le cose. Chiedo dunque al Papa: Santit, come si
fa a cercare e trovare Dio in tutte le cose?.
Quel che ho detto a Rio ha un valore temporale. C infatti la
tentazione di cercare Dio nel passato o nei futuribili. Dio certa-
mente nel passato, perch nelle impronte che ha lasciato. Ed an-
che nel futuro come promessa. Ma il Dio concreto, diciamo cos,
oggi. Per questo le lamentele mai mai ci aiutano a trovare Dio. Le
lamentele di oggi su come va il mondo barbaro fniscono a volte
per far nascere dentro la Chiesa desideri di ordine inteso come pura
conservazione, difesa. No: Dio va incontrato nelloggi.
Dio si manifesta in una rivelazione storica, nel tempo. Il tem-
po inizia i processi, lo spazio li cristallizza. Dio si trova nel tempo,
nei processi in corso. Non bisogna privilegiare gli spazi di potere
rispetto ai tempi, anche lunghi, dei processi. Noi dobbiamo avviare
processi, pi che occupare spazi. Dio si manifesta nel tempo ed
presente nei processi della storia. Questo fa privilegiare le azioni che
generano dinamiche nuove. E richiede pazienza, attesa.
Incontrare Dio in tutte le cose non un eureka empirico. In
fondo, quando desideriamo incontrare Dio, vorremmo constatarlo
subito con metodo empirico. Cos non si incontra Dio. Lo si in-
contra nella brezza leggera avverita da Elia. I sensi che constatano
Dio sono quelli che santIgnazio chiama i sensi spirituali. Ignazio
chiede di aprire la sensibilit spirituale per incontrare Dio al di l di
un approccio puramente empirico. necessario un atteggiamento
contemplativo: il sentire che si va per il buon cammino della com-
prensione e dellafetto nei confronti delle cose e delle situazioni. Il
segno che si in questo buon cammino quello della pace profon-
da, della consolazione spirituale, dellamore di Dio, e di vedere tutte
le cose in Dio.
Certezza ed errori
Se lincontro con Dio in tutte le cose non un eureka empiri-
co dico al Papa e se dunque si tratta di un cammino che legge
la storia, si possono anche commettere errori.
469
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
S, in questo cercare e trovare Dio in tutte le cose resta sempre
una zona di incertezza. Deve esserci. Se una persona dice che ha
incontrato Dio con certezza totale e non sforata da un margine
di incertezza, allora non va bene. Per me questa una chiave im-
portante. Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa
la prova che Dio non con lui. Vuol dire che un falso profeta,
che usa la religione per se stesso. Le grandi guide del popolo di Dio,
come Mos, hanno sempre lasciato spazio al dubbio. Si deve lasciare
spazio al Signore, non alle nostre certezze; bisogna essere umili.
Lincertezza si ha in ogni vero discernimento che aperto alla con-
ferma della consolazione spirituale.
Il rischio nel cercare e trovare Dio in tutte le cose dunque la
volont di esplicitare troppo, di dire con certezza umana e arro-
ganza: Dio qui. Troveremmo solamente un dio a nostra misu-
ra. Latteggiamento corretto quello agostiniano: cercare Dio per
trovarlo, e trovarlo per cercarlo sempre. E spesso si cerca a tentoni,
come si legge nella Bibbia. questa lesperienza dei grandi Padri
della fede, che sono il nostro modello. Bisogna rileggere il capitolo
11 della Lettera agli Ebrei. Abramo partito senza sapere dove an-
dava, per fede. Tutti i nostri antenati della fede morirono vedendo
i beni promessi, ma da lontano La nostra vita non ci data come
un libretto dopera in cui c tutto scritto, ma andare, camminare,
fare, cercare, vedere Si deve entrare nellavventura della ricerca
dellincontro e del lasciarsi cercare e lasciarsi incontrare da Dio.
Perch Dio sta prima, Dio sta prima sempre, Dio primerea. Dio
un po come il fore del mandorlo della tua Sicilia, Antonio, che
forisce sempre per primo. Lo leggiamo nei Profeti. Dunque, Dio lo
si incontra camminando, nel cammino. E a questo punto qualcuno
potrebbe dire che questo relativismo. relativismo? S, se inteso
male, come una specie di panteismo indistinto. No, se inteso in
senso biblico, per cui Dio sempre una sorpresa, e dunque non
sai mai dove e come lo trovi, non sei tu a fssare i tempi e i luoghi
dellincontro con Lui. Bisogna dunque discernere lincontro. Per
questo il discernimento fondamentale.
Se il cristiano restaurazionista, legalista, se vuole tutto chiaro
e sicuro, allora non trova niente. La tradizione e la memoria del pas-
sato devono aiutarci ad avere il coraggio di aprire nuovi spazi a Dio.
INTERVISTA
470
Chi oggi cerca sempre soluzioni disciplinari, chi tende in maniera
esagerata alla sicurezza dottrinale, chi cerca ostinatamente di re-
cuperare il passato perduto, ha una visione statica e involutiva. E in
questo modo la fede diventa una ideologia tra le tante. Io ho una
certezza dogmatica: Dio nella vita di ogni persona, Dio nella
vita di ciascuno. Anche se la vita di una persona stata un disastro,
se distrutta dai vizi, dalla droga o da qualunque altra cosa, Dio
nella sua vita. Lo si pu e lo si deve cercare in ogni vita umana. An-
che se la vita di una persona un terreno pieno di spine ed erbacce,
c sempre uno spazio in cui il seme buono pu crescere. Bisogna
fdarsi di Dio.
Dobbiamo essere ottimisti?
Queste parole del Papa mi ricordano alcune sue rifessioni del
passato, nelle quali lallora cardinal Bergoglio ha scritto che Dio
vive gi nella citt, vitalmente mescolato in mezzo a tutti e unito
a ciascuno. un altro modo, a mio avviso, per dire ci che santI-
gnazio scrisse negli Esercizi Spirituali, cio che Dio lavora e opera
nel nostro mondo. Gli chiedo dunque: dobbiamo essere ottimisti?
Quali sono i segni di speranza nel mondo doggi? Come si fa ad
essere ottimisti in un mondo in crisi?.
A me non piace usare la parola ottimismo, perch dice un at-
teggiamento psicologico. Mi piace invece usare la parola speranza
secondo ci che si legge nel capitolo 11 della Lettera agli Ebrei che
citavo prima. I Padri hanno continuato a camminare, attraversando
grandi difcolt. E la speranza non delude, come leggiamo nella
Lettera ai Romani. Pensa invece al primo indovinello della Turandot
di Puccini, mi chiede il Papa.
Sul momento ho ricordato un po a memoria i versi di quelle-
nigma della principessa che ha come risposta la speranza: Nella cupa
notte vola un fantasma iridescente. / Sale e spiega lale / sulla nera in-
fnita umanit. / Tutto il mondo linvoca / e tutto il mondo limplora. /
Ma il fantasma sparisce con laurora / per rinascere nel cuore. / Ed ogni
notte nasce / ed ogni giorno muore! Versi che rivelano il desiderio di
una speranza che qui per fantasma iridescente e che sparisce con
laurora.
471
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
Ecco prosegue Papa Francesco ,la speranza cristiana non
un fantasma e non inganna. una virt teologale e dunque, in
defnitiva, un regalo di Dio che non si pu ridurre allottimismo,
che solamente umano. Dio non defrauda la speranza, non pu
rinnegare se stesso. Dio tutto promessa.
Larte e la creativit
Rimango colpito dalla citazione della Turandot per parlare del
mistero della speranza. Vorrei capire meglio quali sono i riferimenti
artistici e letterari di Papa Francesco. Gli ricordo che nel 2006 ave-
va detto che i grandi artisti sanno presentare con bellezza le realt
tragiche e dolorose della vita. Chiedo dunque quali siano gli artisti
e gli scrittori che preferisce; se c qualcosa che li accomuna
Ho amato molto autori diversi tra loro. Amo moltissimo Do-
stoevskij e Hlderlin. Di Hlderlin voglio ricordare quella lirica per
il compleanno di sua nonna che di grande bellezza, e che a me
ha fatto anche tanto bene spiritualmente. quella che si chiude
con il verso Che luomo mantenga quel che il fanciullo ha promesso.
Mi ha colpito anche perch ho molto amato mia nonna Rosa, e l
Hlderlin accosta sua nonna a Maria che ha generato Ges, che per
lui lamico della terra che non ha considerato straniero nessuno.
Ho letto il libro I Promessi Sposi tre volte e ce lho adesso sul tavolo
per rileggerlo. Manzoni mi ha dato tanto. Mia nonna, quandero
bambino, mi ha insegnato a memoria linizio di questo libro: Quel
ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene
non interrotte di monti. Anche Gerard Manley Hopkins mi
piaciuto tanto.
In pittura ammiro Caravaggio: le sue tele mi parlano. Ma an-
che Chagall con la sua Crocifssione bianca.
In musica amo Mozart, ovviamente. QuellEt Incarnatus est
della sua Missa in Do insuperabile: ti porta a Dio! Amo Mozart
eseguito da ClaraHaskil. Mozart mi riempie: non posso pensarlo,
devo sentirlo. Beethoven mi piace ascoltarlo, ma prometeicamente.
E linterprete pi prometeico per me Furtwngler. E poi le Pas-
sioni di Bach. Il brano di Bach che amo tanto lErbarme Dich, il
pianto di Pietro della Passione secondo Matteo. Sublime. Poi, a un
INTERVISTA
472
livello diverso, non intimo allo stesso modo, amo Wagner. Mi pia-
ce ascoltarlo, ma non sempre. La Tetralogia dellAnello eseguita da
Furtwngler alla Scala nel 50 la cosa per me migliore. Ma anche
il Parsifal eseguito nel 62 da Knappertsbusch.
Dovremmo anche parlare del cinema. La strada di Fellini il
flm che forse ho amato di pi. Mi identifco con quel flm, nel
quale c un implicito riferimento a san Francesco. Credo poi di
aver visto tutti i flm con Anna Magnani e Aldo Fabrizi quando
avevo tra i 10 e 12 anni. Un altro flm che ho molto amato Roma
citt aperta. Devo la mia cultura cinematografca soprattutto ai miei
genitori che ci portavano spesso al cinema.
Comunque in generale io amo gli artisti tragici, specialmente
i pi classici. C una bella defnizione che Cervantes pone sulla
bocca del baccelliere Carrasco per fare lelogio della storia di Don
Chisciotte: i fanciulli lhanno tra le mani, i giovani la leggono, gli
adulti la intendono, i vecchi ne fanno lelogio. Questa per me pu
essere una buona defnizione per i classici.
Mi rendo conto di essere assorbito da questi suoi riferimenti, e
di avere il desiderio di entrare nella sua vita entrando per la porta
delle sue scelte artistiche. Sarebbe un percorso, immagino lungo, da
fare. E includerebbe anche il cinema, dal neorealismo italiano a Il
pranzo di Babette. Mi vengono in mente altri autori e altre opere che
lui ha citato in altre occasioni, anche minori o meno noti o locali:
dal Martn Fierro di Jos Hernndez alla poesia di Nino Costa, a Il
grande esodo di Luigi Orsenigo. Ma penso anche a Joseph Malgue
e Jos Mara Pemn. E ovviamente a Dante e Borges, ma anche a
Leopoldo Marechal, lautore di Adn Buenosayres, El Banquete de
Severo Arcngelo e Megafn o la guerra.
Penso in particolare proprio a Borges, perch di lui Bergoglio,
ventottenne professore di Letteratura a Santa F presso il Colegio de
la Inmaculada Concepcin, ebbe una conoscenza diretta. Bergoglio
insegnava agli ultimi due anni del Liceo e avvi i suoi ragazzi alla
scrittura creativa. Ho avuto una esperienza simile alla sua, quando
avevo la sua et, presso lIstituto Massimo di Roma, fondando Bom-
baCarta, e gliela racconto. Alla fne chiedo al Papa di raccontare la
sua esperienza.
473
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
stata una cosa un po rischiosa risponde . Dovevo fare
in modo che i miei alunni studiassero El Cid. Ma ai ragazzi non
piaceva. Chiedevano di leggere Garca Lorca. Allora ho deciso che
avrebbero studiato El Cid a casa, e durante le lezioni io avrei tratta-
to gli autori che piacevano di pi ai ragazzi. Ovviamente i giovani
volevano leggere le opere letterarie pi piccanti, contemporanee
come La casada infel, o classiche come La Celestina di Fernando
de Rojas. Ma leggendo queste cose che li attiravano sul momen-
to, prendevano gusto pi in generale alla letteratura, alla poesia, e
passavano ad altri autori. E per me stata una grande esperienza.
Ho completato il programma, ma in maniera destrutturata, cio
non ordinata secondo ci che era previsto, ma secondo un ordine
che veniva naturale nella lettura degli autori. E questa modalit mi
corrispondeva molto: non amavo fare una programmazione rigida,
ma semmai sapere dove arrivare pi o meno. Allora ho cominciato
anche a farli scrivere. Alla fne ho deciso di far leggere a Borges due
racconti scritti dai miei ragazzi. Conoscevo la sua segretaria, che era
stata la mia professoressa di pianoforte. A Borges piacquero moltis-
simo. E allora lui propose di scrivere lintroduzione a una raccolta.
Allora, Padre Santo, per la vita di una persona la creativit
importante?, gli chiedo. Lui ride e mi risponde: Per un gesuita
estremamente importante! Un gesuita deve essere creativo.
Frontiere e laboratori
Creativit, dunque: per un gesuita importante. Papa France-
sco, ricevendo i Padri e i collaboratori della Civilt Cattolica, aveva
scandito una triade di altre caratteristiche importanti per il lavoro
culturale dei gesuiti. Ritorno alla memoria a quel giorno, il 14 giu-
gno scorso. Ricordo che allora, nel colloquio previo allincontro con
tutto il nostro gruppo, mi aveva preannunciato la triade: dialogo,
discernimento, frontiera. E aveva insistito particolarmente sullul-
timo punto, citandomi Paolo VI, che in un famoso discorso aveva
detto dei gesuiti: Ovunque nella Chiesa, anche nei campi pi dif-
fcili e di punta, nei crocevia delle ideologie, nelle trincee sociali,
vi stato e vi il confronto tra le esigenze brucianti delluomo e il
perenne messaggio del Vangelo, l vi sono stati e vi sono i gesuiti.
INTERVISTA
474
Chiedo a Papa Francesco qualche chiarimento: Ci ha chiesto
di stare attenti a non cadere nella tentazione di addomesticare le
frontiere: si deve andare verso le frontiere e non portare le fron-
tiere a casa per verniciarle un po e addomesticarle. A che cosa si
riferiva? Che cosa intendeva dirci esattamente? Questa intervista
stata concordata tra un gruppo di riviste dirette dalla Compagnia
di Ges: quale invito desidera esprimere loro? Quali devono essere
le loro priorit?.
Le tre parole chiave che ho rivolto alla Civilt Cattolica pos-
sono essere estese a tutte le riviste della Compagnia, magari con
accentuazioni diverse sulla base della loro natura e dei loro obiettivi.
Quando insisto sulla frontiera, in maniera particolare mi riferisco
alla necessit per luomo che fa cultura di essere inserito nel contesto
nel quale opera e sul quale rifette. C sempre in agguato il pericolo
di vivere in un laboratorio. La nostra non una fede-laboratorio,
ma una fede-cammino, una fede storica. Dio si rivelato come sto-
ria, non come un compendio di verit astratte. Io temo i laboratori
perch nel laboratorio si prendono i problemi e li si portano a casa
propria per addomesticarli, per verniciarli, fuori dal loro contesto.
Non bisogna portarsi la frontiera a casa, ma vivere in frontiera ed
essere audaci.
Chiedo al Papa se pu fare qualche esempio sulla base della sua
esperienza personale.
Quando si parla di problemi sociali, una cosa riunirsi per stu-
diare il problema della droga in una villa miseria, e unaltra cosa
andare l, viverci e capire il problema dallinterno e studiarlo. C
una lettera geniale del padre Arrupe ai Centros de Investigacin y
Accin Social (CIAS) sulla povert, nella quale dice chiaramente che
non si pu parlare di povert se non la si sperimenta con una in-
serzione diretta nei luoghi nei quali la si vive. Questa parola inser-
zione pericolosa perch alcuni religiosi lhanno presa come una
moda, e sono accaduti dei disastri per mancanza di discernimento.
Ma davvero importante.
E le frontiere sono tante. Pensiamo alle suore che vivono negli
ospedali: loro vivono nelle frontiere. Io sono vivo grazie a una di
loro. Quando ho avuto il problema al polmone in ospedale, il me-
dico mi diede penicillina e strectomicina in certe dosi. La suora che
475
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
stava in corsia le triplic perch aveva futo, sapeva cosa fare, perch
stava con i malati tutto il giorno. Il medico, che era davvero bravo,
viveva nel suo laboratorio, la suora viveva nella frontiera e dialogava
con la frontiera tutti i giorni. Addomesticare le frontiere signifca
limitarsi a parlare da una posizione distante, chiudersi nei labora-
tori. Sono cose utili, ma la rifessione per noi deve sempre partire
dallesperienza.
Come luomo comprende se stesso
Chiedo allora al Papa se questo valga e come anche per una
frontiera culturale importante che quella della sfda antropologica.
Lantropologia a cui la Chiesa ha tradizionalmente fatto riferimento
e il linguaggio con la quale lha espressa restano un riferimento
solido, frutto di saggezza ed esperienza secolare. Tuttavia luomo a
cui la Chiesa si rivolge non sembra pi comprenderli o considerarli
sufcienti. Comincio a ragionare sul fatto che luomo si sta inter-
pretando in maniera diversa dal passato, con categorie diverse. E
questo anche a causa dei grandi cambiamenti nella societ e di un
pi ampio studio di se stesso
Il Papa a questo punto si alza e va a prendere sulla sua scrivania il
Breviario. un Breviario in latino, ormai logoro per luso. E lo apre
allUfcio delle Letture della Feria sexta, cio venerd, della XXVII
settimana. Mi legge un passaggio tratto dal Commonitrium Pri-
mum di san Vincenzo di Lerins: ita tiam christinae religinis dog-
ma sequtur has decet profctuum leges, ut annis sclicet consolidtur,
dilattur tmpore, sublimtur aette (Anche il dogma della religione
cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con
gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con let).
E cos il Papa prosegue: San Vincenzo di Lerins fa il paragone
tra lo sviluppo biologico delluomo e la trasmissione da unepoca
allaltra del depositum fdei, che cresce e si consolida con il passar del
tempo. Ecco, la comprensione delluomo muta col tempo, e cos an-
che la coscienza delluomo si approfondisce. Pensiamo a quando la
schiavit era ammessa o la pena di morte era ammessa senza alcun
problema. Dunque si cresce nella comprensione della verit. Gli
esegeti e i teologi aiutano la Chiesa a maturare il proprio giudizio.
INTERVISTA
476
Anche le altre scienze e la loro evoluzione aiutano la Chiesa in que-
sta crescita nella comprensione. Ci sono norme e precetti ecclesiali
secondari che una volta erano efcaci, ma che adesso hanno perso
di valore o signifcato. La visione della dottrina della Chiesa come
un monolite da difendere senza sfumature errata.
Del resto, in ogni epoca luomo cerca di comprendere ed espri-
mere meglio se stesso. E dunque luomo col tempo cambia il modo
di percepire se stesso: una cosa luomo che si esprime scolpen-
do la Nike di Samotracia, unaltra quella del Caravaggio, unaltra
quella di Chagall e ancora unaltra quella di Dal. Anche le forme
di espressione della verit possono essere multiformi, e questo anzi
necessario per la trasmissione del messaggio evangelico nel suo
signifcato immutabile.
Luomo alla ricerca di se stesso, e ovviamente in questa ricerca
pu anche commettere errori. La Chiesa ha vissuto tempi di genia-
lit, come ad esempio quello del tomismo. Ma vive anche tempi di
decadenza del pensiero. Ad esempio: non dobbiamo confondere la
genialit del tomismo con il tomismo decadente. Io, purtroppo, ho
studiato la flosofa con manuali di tomismo decadente. Nel pensare
luomo, dunque, la Chiesa dovrebbe tendere alla genialit, non alla
decadenza.
Quando una espressione del pensiero non valida? Quando
il pensiero perde di vista lumano o quando addirittura ha paura
dellumano o si lascia ingannare su se stesso. il pensiero ingannato
che pu essere rafgurato come Ulisse davanti al canto delle sirene,
o come Tannhuser, circondato in unorgia da satiri e baccanti, o
come Parsifal, nel secondo atto dellopera wagneriana, alla reggia di
Klingsor. Il pensiero della Chiesa deve recuperare genialit e capire
sempre meglio come luomo si comprende oggi per sviluppare e
approfondire il proprio insegnamento.
Pregare
Pongo al Papa unultima domanda sul suo modo di pregare pre-
ferito.
Prego lUfcio ogni mattina. Mi piace pregare con i Salmi.
Poi, a seguire, celebro la Messa. Prego il Rosario. Ci che davvero
477
INTERVISTA A PAPA FRANCESCO
preferisco lAdorazione serale, anche quando mi distraggo e penso
ad altro o addirittura mi addormento pregando. La sera quindi, tra
le sette e le otto, sto davanti al Santissimo per unora in adorazione.
Ma anche prego mentalmente quando aspetto dal dentista o in altri
momenti della giornata.
E la preghiera per me sempre una preghiera memoriosa,
piena di memoria, di ricordi, anche memoria della mia storia o di
quello che il Signore ha fatto nella sua Chiesa o in una parrocchia
particolare. Per me la memoria di cui santIgnazio parla nella Pri-
ma Settimana degli Esercizi nellincontro misericordioso con Cri-
sto Crocifsso. E mi chiedo: Che cosa ho fatto per Cristo? Che cosa
faccio per Cristo? Che cosa devo fare per Cristo?. la memoria di
cui Ignazio parla anche nella Contemplatio ad amorem, quando chie-
de di richiamare alla memoria i benefci ricevuti. Ma soprattutto io
so anche che il Signore ha memoria di me. Io posso dimenticarmi
di Lui, ma io so che Lui mai, mai si dimentica di me. La memoria
fonda radicalmente il cuore di un gesuita: la memoria della gra-
zia, la memoria di cui si parla nel Deuteronomio, la memoria delle
opere di Dio che sono alla base dellalleanza tra Dio e il suo popolo.
questa memoria che mi fa fglio e che mi fa essere anche padre.
* * *
Mi rendo conto che proseguirei ancora a lungo questo dialogo,
ma so che, come il Papa disse una volta, non bisogna maltrattare i
limiti. Complessivamente abbiamo dialogato per oltre sei ore, nel
corso di tre appuntamenti il 19, il 23 e il 29 agosto. Qui ho preferi-
to articolare il discorso senza segnalare gli stacchi per non perdere
la continuit. La nostra stata in realt una conversazione pi che
unintervista: le domande hanno fatto da sfondo, senza restringerla
in parametri predefniti e rigidi. Anche linguisticamente abbiamo
attraversato fuidamente litaliano e lo spagnolo, senza percepire di
volta in volta i passaggi. Non c stato nulla di meccanico, e le ri-
sposte sono nate nel dialogo e allinterno di un ragionamento che
qui ho cercato di rendere, in maniera sintetica, cos come ho potuto.
ARTICOLO
+S
IA -ICONDA BI\OIIZIONI
ICIZIANA DIII'I-TATI 201'
Ciovonni -olo -.I.
La Civilt Cattolica 2013 III 478-491 | 3918 (19 settembre 2013)
Dollo scco:Jo rivoluzio:c cgizio:o ol oi cruc:ti fotti Ji fcrrogosto
Le imponenti manilestazioni oi piazza oi hne giugno 2013 in
Lgitto, capeggiate oa movimenti oi matrice laica e oa altri opposi-
tori oella Iratellanza, noncLe la raccolta, promossa oal movimento
laico 1amaroo, oi circa 22 milioni oi hrme contro il Coverno in
carica, Lanno legittimato l`intervento oell`esercito contro l`ese-
cutivo islamista presieouto oa MoLameo Morsi, primo presioen-
te egiziano eletto oemocraticamente. In questo mooo l`esercito,
nella persona oel generale Aboel IattaL al-Sisi, e oiventato nuova-
mente, come nel recente passato, l`ago oella bilancia oella politica
egiziana. Il 3 luglio (alle 21,05), appena scaouto l`ultimatum oi 48
ore hssato oai militari al presioente Morsi per lasciare il suo inca-
rico, il generale certo oi interpretare il oesioerio oella maggio-
ranza oegli egiziani La oicLiarato in televisione a reti unihcate:
Le Iorze Armate Lanno capito le ricLieste oel popolo egiziano.
Fer questo la Costituzione e sospesa; presto saranno inoette nuove
elezioni presioenziali; il capo oell`Alta Corte Costituzionale reg-
gera il Faese hno a quel momento; verranno lormati un Cover-
no oi coalizione nazionale e una Commissione per emenoare la
Costituzione; i giovani saranno inclusi nel processo oecisionale
1
.
Fer rassicurare le cancellerie europee, sorprese e preoccupate per
gli sviluppi oella vicenoa (in particolare oopo l`arresto oel presi-
oente Morsi e oi altri oirigenti oella Iratellanza), ma ancLe per
guaoagnare il consenso oell`opinione pubblica interna, egli La poi
aggiunto cLe le Iorze Armate non vogliono il potere politico,
1. la Repubblica, 4 luglio 2013.
+9
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
ma soltanto aiutare il Faese in un momento oimcile: oicLiarazione
cLe non sembra aver convinto oel tutto ne le cancellerie occioen-
tali ne gli esperti oi problemi meoiorientali
2
.
Il 5 luglio il presioente ad interim, Mansour Aoly, La sciolto
il Farlamento, oove la Iratellanza aveva la maggioranza oei seg-
gi. Intanto nella capitale si sono svolti cortei in sostegno oell`ex-
Fresioente. Megli scontri tra manilestanti e Iorze oell`oroine sono
state uccise oecine oi persone: tale copione si e ripetuto per alcuni
giorni. Lopo lungLi eo estenuanti negoziati tra laici e militari, il
9 luglio e stato nominato il nuovo capo oel Coverno nella perso-
na oell`economista settantottenne Hazem el beblavi. La canoi-
oatura oi el baraoei, sostenuta oal lronte laico progressista, e stata
ostacolata oall`opposizione oei salahti, cLe in questo mooo si sono
latti portavoce oelle istanze oel lronte islamista. Il nuovo Coverno
provvisorio, lormato oi 33 ministri, lra cui tre oonne (una oelle
quali e una cristiana copta), La prestato giuramento il 1 luglio
nelle mani del Presidente ad interim. Il capo oell`esercito egiziano
al Sisi, cLe il 3 luglio aveva oeposto Morsi, La assunto la carica oi
vice-premier e oi ministro oella Lilesa. Inoltre, nessun rappresen-
tante oei partiti islamici e presente nel Coverno.
Mell`ultima settimana oi luglio lo scontro tra le oue lazioni si
e ulteriormente aggravato; l`esercito e intervenuto ripetutamente
contro i sostenitori oi Morsi e ci sono stati un centinaio oi morti e
molti leriti. Il generale al-Sisi il 2 luglio La lanciato ai sostenitori
oella Iratellanza un ultimatum per allinearsi e per cessare ogni
lorma oi resistenza e oi opposizione al nuovo oroine costituziona-
le, e nello stesso tempo La invitato gli egiziani a scenoere in piazza
contro i terroristi. uesto invito era sostanzialmente hnalizzato
a giustihcare, con il consenso popolare, i provveoimenti assunti
2. Lo stesso giorno sono apparsi in televisione, uno accanto all`altro, per
sostenere i provveoimenti gia assunti e per legittimarne in qualcLe mooo la loro
attuazione, le piu alte autorita religiose oel Faese e i maggiori leaoer oei movimenti
cLe Lanno mobilitato le piazze egiziane: il Cranoe imam oi Al AzLar, ALmeo al
1ayyeb; il capo religioso oei copti, papa 1avaoros; il rappresentante oel lronte laico,
il premio Mobel MoLammeo el baraoei; il leaoer oei giovani ribelli 1amaroo
MaLmouo baor; e perhno un rappresentante oel lronte salahta: tutti oicLiarati
oppositori oei Iratelli Musulmani e molto critici nei conlronti oel Fresioente appena
oeposto.
ARTICOLO
+S0
contro i Iratelli Musulmani
3
, e a preparare, inoltre, la loro estro-
missione oalla vita politica egiziana, come si era latto al tempo oi
MubaraL.
La situazione, nonostante il tatticismo oel primo momento, e
precipitata, la mattina oel 14 agosto, quanoo, su oroine oel gene-
rale al-Sisi, l`esercito, in assetto antisommossa, e intervenuto per
sgomberare i oue campi oi protesta (uno in piazza MaLoa a Ciza,
nei pressi oell`Lniversita oel Cairo, l`altro intorno alla moscLea oi
Rabaa al Aoaviya a Masr city), cioe i sit-in in cui oa circa oue mesi
si riunivano i sostenitori oell`ex-presioente Morsi, alcuni oi loro
armati e intenzionati a resistere a oltranza, ancLe a costo oella vita.
L`ultimatum oi sgombero hssato oal Coverno era scaouto oa
qualcLe giorno e sembrava cLe i tentativi oi meoiazione conootti
oa alcuni esponenti mooerati stessero anoanoo in porto. Il Co-
verno pero alla hne La oeciso oi sgomberare i oue campi con un
intervento oelle Iorze oell`oroine. Si sono avute granoi peroite oi
vite umane tra civili, polizia eo esercito: i morti sono stati piu oi
900 e i leriti oiverse migliaia. Le immagini oel massacro sono state
trasmesse dalle televisioni arabe Al Jazeera e Al Arabiya e oa quelle
occioentali, attiranoo cosI l`attenzione oell`opinione pubblica mon-
oiale e oella comunita internazionale sul oramma egiziano.
uesti eventi Lanno manoato in lrantumi il lragile equilibrio su
cui si reggeva il Coverno provvisorio, cLe avrebbe oovuto conourre il
Faese a nuove elezioni entro il prossimo anno. Il vicepresioente el ba-
raoei La immeoiatamente rassegnato le oimissioni, ahermanoo: Mon
posso continuare a portare il peso oi oecisioni cLe non conoivioo e
oi cui temo le conseguenze. Mon posso conoivioere la responsabilita
per una sola goccia oi sangue
4
. Il movimento oemocratico 1amaroo,
uno oei maggiori protagonisti oella rivoluzione, lo La accusato oi
opportunismo politico e oi oisertare le responsabilita assunte.
3. Ricoroiamo cLe l`ex-presioente Morsi e tenuto in custooia cautelare
in un luogo segreto con l`accusa oi presunta complicita criminale con Hamas.
Lopo i cruenti latti oi lerragosto la oetenzione e stata ulteriormente prorogata. Al
contrario, l`ex-presioente MubaraL il 21 agosto e stato scarcerato e tenuto agli arresti
oomiciliari a SLarm el-SLeiL.
4. Citato in C. C~iio, Colpo oi mano oei militari. In Lgitto e bagno oi
sangue, in La Stampa, 15 agosto 2013. Lopo aver rassegnato le oimissioni, el
baraoei La lasciato il Faese e La raggiunto Vienna.
+S1
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
Il 1 agosto i Iratelli Musulmani, in risposta alle violenze oei
giorni preceoenti, Lanno invitato i propri sostenitori a scenoere in
piazza per il veneroI oella collera. Megli scontri tra le Iorze Ar-
mate e i manilestanti, estesisi ormai ao altre importanti citta oell`L-
gitto, sono morte piu oi 200 persone. I militari il giorno successivo
Lanno attaccato, come azione oi rappresaglia, la moscLea oi Ll IatL
al Cairo, oove si era asserragliato un piccolo gruppo oi irrioucibili,
costringenooli alla resa
5
. Lurante i giorni piu caloi oell`intervento,
alcuni islamisti raoicali Lanno oato luoco a una cinquantina oi cLie-
se cristiane, soprattutto copte. uesti latti incioono negativamente
sulla lragile convivenza tra musulmani e cristiani in Lgitto, cLe negli
ultimi tempi (soprattutto oopo cLe i copti Lanno aoerito al nuovo
Coverno provvisorio) e oiventata piu oimcile. Le CLiese copte, sia
quella ortooossa sia quella cattolica, il 18 agosto Lanno oiramato oue
comunicati, sostanzialmente simili nel contenuto, per conoannare la
oistruzione oi cLiese e oi altre opere cristiane, e per sostenere l`o-
perato oel Coverno in carica. La CLiesa copta egiziana ribaoisce
oi stare lermamente al hanco oelle Iorze oell`oroine egiziane, oelle
Iorze Armate e oetto nel comunicato e oelle altre istituzioni oel
popolo egiziano contro i gruppi oi violenza armata e oel terrorismo
cLe opera all`interno oell`Lgitto e all`esterno, contro le aggregazioni
perpetrate ai oanni oello Stato e oelle CLiese, cLe vivono in pace,
contro gli atti terroristici ai oanni oei cittaoini, siano essi copti o mu-
sulmani, contrari alle religioni, all`etica e all`umanita

.
5. Mella notte tra il 19 e 20 agosto e stato arrestato, in un appartamento oel
Cairo oove si era rilugiato, MoLammeo baoie, guioa suprema oel movimento. Mel
giro oi pocLi giorni la oirigenza oella Iratellanza e stata annientata e gran parte oei
suoi capi sono stati incarcerati.
. vvv.asianevs.it. La oicLiarazione umciale oei copti cattolici, emessa
oal Fatriarca oi Alessanoria, mons. IbraLim Isaac (Fresioente oell`Assemblea oella
gerarcLia cattolica o`Lgitto), esprimeva il sostegno lermo, cosciente e libero a tutte
le istituzioni oel Faese e in particolare alla polizia egiziana e alle Iorze Armate
per tutti gli slorzi cLe stanno compienoo per proteggere la patria. Lsprimiamo il
nostro apprezzamento continuava per la posizione oei Faesi cLe comprenoono
la natura oel corso oegli avvenimenti e nello stesso tempo il nostro rihuto categorico
oi ogni intromissione negli ahari interni oell`Lgitto o oi ogni tentativo oi inhuenzare
le sue supreme oecisioni, oa qualsiasi parte provengano e per qualsiasi pretesto. La
oicLiarazione sottolineava inoltre cLe cio cLe stava avvenenoo in Lgitto non e un
conhitto politico tra lazioni oiverse, ma una lotta oi tutti gli egiziani al terrorismo.
Inhne, essa esprimeva riconoscenza nei conlronti oei musulmani rispettabili cLe ci
sono stati vicini (ivi) per oilenoere le CLiese e le altre istituzioni cristiane in Lgitto.
ARTICOLO
+S2
Cli eventi sanguinosi sono stati conoannati in vario mooo e con
oiversi accenti oa alcuni Faesi arabi, come la 1urcLia e il atar, e oa
quasi tutte le oiplomazie occioentali. Il segretario oi Stato statunitense
[oLn Kerry La cLiesto inoltre la revoca oello stato oi emergenza e il
ritorno alla normalita. Le cancellerie europee, prese alla sprovvista oai
latti, Lanno oenunciato in oroine sparso le azioni oel Coverno egiziano,
senza pero avanzare proposte concrete per una meoiazione politica tra
le parti coinvolte nel conhitto; eppure, scrive il politologo Lucio Carac-
ciolo, le onoe o`urto oello tsunami egiziano, apice oel sommovimento
cLe investe l`intero lronte suo oel Meoiterraneo, minacciano anzitutto
noi italiani e le nazioni europee piu esposte, per prossimita geograhca e
ampiezza oelle comunita musulmane emigrate
7
.
Oolc militorc o otto Jovuto: Oi:io:i o co:fro:to
Alcuni osservatori, commentanoo i latti oi hne giugno, Lanno par-
lato oi golpe autorizzato e oi svolta autoritaria (o antioemocratica) ma-
scLerata oi populismo; altri invece consioerano tale passaggio oi potere
come un male minore, o meglio come un male necessario sia per con-
trastare l`inoirizzo islamistico-illiberale oel Coverno Morsi, sia per porre
hne ai suoi lallimenti in ambito economico e sociale. Seconoo lo scrit-
tore egiziano Ala al-Asvani, convinto sostenitore oel movimento laico
1amaroo, non si e trattato oi un colpo oi Stato, ma oi una vera e propria
rivolta oi popolo: mentre egli commenta nei regimi preceoenti
erano le Iorze Armate a imporsi alla nazione, aoesso e stato il popolo
a spingere i militari oalla sua parte. AncLe i generali sono cambiati: si
sentono responsabili oel rinnovamento oel Faese. Froteggono la sua ri-
voluzione, ma non gli islamisti
8
. Lo scrittore e intellettuale maroccLino
1aLar ben [elloun, mettenoo a conlronto le oue rivoluzioni pacihcLe,
quella oel 2011 e quella oel 2013, La scritto cLe in quest`ultima non si
tratta piu oi rabbia transitoria o oi semplice rivolta come era stato oue
anni prima, ma oi una vera e propria rivoluzione oi popolo. La mag-
7. L. C~n~ccioio, L`incenoio globale, in la Repubblica, 17 agosto 2013.
Su questa materia si veoa l`eoitoriale Controrivoluzione o`Lgitto, in Limes, luglio
2013.
8. L. 1n~xv~iii, A colloquio con Ala al-Asvani. La nostra oignita ci la
resistere, in Il Sole 24 Ore, 14 luglio 2013, 22. Clr l`intervista concessa oallo scrittore
a la Repubblica, 27 luglio 2013, 15.
+S'
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
gioranza La constatato cLe il lonoamentalista Morsi non e piu oemocra-
tico o piu competente oi MubaraL. Fuo ancLe sbanoierare la legittimita
conleritagli oalle elezioni, ma il popolo La voluto la sua oestituzione
reclamanoo una via giusta e oignitosa. La gente La bisogno oi azioni
concrete cLe cambino la sua vita quotioiana
9
. In ogni caso, per molti
osservatori internazionali questo attivismo oelle lites militari era ap-
parso piuttosto sospetto, consioeranoo cLe esse, oal tempo oi MubaraL,
controllano buona parte oell`economia e oella hnanza nazionali e non
permetterebbero mai cLe sia gli attesi aiuti economici statunitensi, sia
quelli ancora piu generosi oei Faesi oel Collo hniscano in altre mani
10
.
Li latto, oicono i suooetti osservatori, piu cLe la piazza con i suoi
milioni oi sostenitori, i veri protagonisti oi questa nuova rivoluzione
sarebbero stati i militari. Cio non e nuovo per la recente storia egiziana
post-coloniale: nel 1952 lurono essi ao assicurare il passaggio oi poteri oa
MuLammao Meguib a Camel Aboel Masser, e nel 1970, oopo la morte
oi Masser, a lare in mooo cLe la presioenza losse assicurata a un loro
leoelissimo, Anvar al Saoat. uanoo questi nel 1981 lu assassinato oa
un commanoo islamista, lurono sempre i militari a spianare la straoa a
MubaraL. Va ancLe ricoroato cLe la loro collaborazione e stata impor-
tante nel lebbraio 2011 nel oeterminare la caouta oi MubaraL. Insomma
i militari, pur non essenoo arbitri imparziali, a partire oal periooo post-
coloniale Lanno avuto sempre in mano le sorti oel Faese oelle pirami-
oi. Mon va oimenticato inoltre cLe tutti i presioenti oell`Lgitto, a parte
Morsi, sono stati militari.
uesto ruolo oell`esercito nella vita politica egiziana pone certa-
mente qualcLe interrogativo. L pero ooveroso ricoroare cLe lo stesso
presioente Morsi, in oiverse occasioni, aveva accettato oi arrivare a un
compromesso con le Iorze Armate (cLe per oecenni avevano contrasta-
to, ancLe con la violenza e con il carcere, i Iratelli Musulmani), lascian-
oo loro il controllo oi una buona parte oell`economia egiziana e rinun-
cianoo alla supervisione oel bilancio oello Stato relativo alla Lilesa. In
cambio oella oestituzione oel generale MoLammeo Hussein 1antavi
e oel riconoscimento oel successo elettorale ottenuto oalla Iratellanza
nelle elezioni presioenziali e politicLe, il presioente Morsi La garantito
9. Ivi, 5 luglio 2013.
10. Cfr L. C~n~ccioio, Il rebus arabo, in la Repubblica, 5 luglio 2013.
ARTICOLO
+S+
alle Iorze Armate il mantenimento oello status sociale e oi casta, al
quale esse non intenoono assolutamente rinunciare. Li latto i milita-
ri Lanno continuato a gestire e a controllare alcuni importanti ambiti
oella vita economica nazionale, come il capillare sistema oi welfare, cLe
va oall`eoilizia abitativa oelle maggiori citta oell`Lgitto al servizio sani-
tario nazionale. Insomma, le Iorze Armate in Lgitto presioiano non
soltanto la sicurezza oello Stato, ma soprattutto i loro immensi interessi
economici.
Va inoltre sottolineato cLe, se quanto e accaouto risolve soltanto in
parte e in mooo anomalo, almeno per la sensibilita oegli occioentali, i
gravi problemi interni oell`Lgitto, provocati oa una lorte crisi econo-
mica cLe riscLiava oi manoare in bancarotta lo Stato, certamente ne
apre altri non soltanto in termini di dejc|t oi oemocrazia e, oopo i latti
oi lerragosto, oi svolta autoritaria oel regime, ma ancLe sotto il prohlo
internazionale, a cominciare oalla polveriera siriana. ui la Iratellanza
locale, meno malleabile e mooerata oi quella egiziana, e impegnata oa
tempo nella lotta contro il regime oi Assao e contro i suoi alleati ira-
niani, compreso lHezbollah. Mon e un caso cLe proprio Assao, con il
quale l`Lgitto oi Morsi aveva oehnitivamente tagliato i ponti [.| abbia
esultato all`annuncio oel generale Al Sisi. Se la Iratellanza non puo go-
vernare l`Lgitto, percLe mai potrebbe larlo in Siria?
11
.
La oeposizione oi Morsi, inoltre, potrebbe avere ehetti imprevisti
ancLe sulla 1unisia, governata oopo la Frimavera oel 2011 oal partito
Ennahda (lacente parte oella hliera oei Iratelli Musulmani): essa riscLia
oi essere travolta oalla ventata oi proteste cLe arrivano oall`Lgitto. An-
cLe in 1unisia, inlatti, una parte oella societa, oi cultura laica e oi spirito
nazionalista, sopporta male la svolta islamista recentemente imposta
oal partito oi Coverno. Ln oiscorso analogo potrebbe essere latto per
altri Faesi oel Meoio Criente, come la Falestina (ricoroiamo cLe Hamas
e il ramo palestinese oella Iratellanza) e la stessa 1urcLia oi Lroogan,
spesso agitata oa rivolte oi piazza capeggiate oa giovani, capaci oi
aggregare, attraverso la rete, un numero consistente oi persone, spesso
appartenenti alle classi piu abbienti oella societa , cLe cLieoono piu
oemocrazia e piu laicita nella slera pubblica. AncLe in questo importan-
11. A. Micni, Se l`esercito, rinuncia al ruolo oi arbitro, in Il Sole 24 Ore,
luglio 2013.
+S
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
te Faese, come in Lgitto, l`esercito e percepito oalla borgLesia cittaoina
come il garante oell`unita nazionale e oella laicita oello Stato turco
12
.
Appare ancLe sospetto ao alcuni analisti l`appoggio economico
molto consistente concesso, subito oopo la oeposizione oi Morsi, alla
nuova oirigenza egiziana oalle monarcLie oel Collo e oall`Arabia Sau-
oita (gia convinti sponsors oi Saoat e MubaraL), mentre preceoentemen-
te erano stati negati aiuti alla Iratellanza
13
. Cio sta a signihcare cLe la
posta in gioco non e soltanto oi carattere economico e politico e non
tocca soltanto i problemi egiziani, ma riguaroa la veccLia lotta tra la
Iratellanza e gli islamisti traoizionalisti oi obbeoienza vaLabita (legati
alla casa reale sauoita) per la leadership oel variegato universo sunnita.
uesto latto apre nuovi spazi oi azione e oi manovra politico-religiosa
alla oinastia sauoita (alla ricerca oi nuova legittimazione) e ai riccLi Faesi
oel Collo all`interno oel monoo islamico, e cio non e poca cosa.
I latti egiziani, soprattutto in seguito all`aoozione oa parte oel Co-
verno provvisorio oi misure repressive contro gli islamisti, Lanno pero
una ricaouta oi non poco conto all`interno oella stessa Iratellanza, cLe
come movimento (e ancLe come partito politico) e presente in oiversi
Faesi arabi, non soltanto riguaroo all`aoozione oella oemocrazia come
strumento oi partecipazione politica e all`uso oel jihad, ma ancLe per
gli equilibri interni tra esponenti oell`ala raoicale, capeggiata oa ulema
lormatisi nelle scuole religiose, eo esponenti oell`ala cosiooetta mooe-
rata, costituita oa giovani tecnocrati, lormatisi nelle universita laicLe (e
a volte ancLe in Cccioente), impegnati a conciliare gli insegnamenti
oella traoizione islamica con le conquiste oella cultura mooerna in am-
12. Si e parlato ancLe oi un aspetto transnazionale oelle rivolte e oella
rivenoicazione oei oiritti: cio e oovuto ancLe all`emergere in molti Faesi oel monoo
oi una classe sociale meoia piu istruita e piu incline ai nuovi bisogni. ueste
rivolte negli ultimi mesi Lanno agitato le piazze oi molti Faesi, e non solo arabi,
oalla 1urcLia all`Lgitto, oal brasile alla bulgaria, oall`Inoocina hno alla Russia oi
Futin. Mel monoo globalizzato, e oiventata globale ancLe la rivolta oi gruppi sociali
legati tra loro oa caratteristicLe comuni; siamo al cospetto oi una nuova lotta oi
classe cLe non La piu nulla oi marxista e coinvolge invece cLi, sentenoosi privo oi
rappresentanza politica o sinoacale, utilizza i mooerni social networks per esprimere
il suo oisagio e la sua protesta. Clr I. Vit:tniti, La rivolta oelle classi emergenti,
in Corriere della Sera La Lettura, 7 luglio 2013, 2.
13. Li lronte agli attesi aiuti statunitensi (1,5 miliaroi oei oollari), gia promessi
al presioente Morsi, l`Arabia Sauoita e gli Lmirati Arabi Lanno concesso al Cairo
8 miliaroi oi oollari; successivamente il Kuvait La assicurato altri 4 miliaroi. Cli
unici altri Faesi islamici cLe Lanno aiutato il Coverno Morsi sono stati il atar e la
1urcLia oi Lroogan.
ARTICOLO
+S6
bito sia politico, sia economico-sociale. I Iratelli cLe avevano accettato,
oopo lungo oibattito interno, l`ioea oel consenso elettorale come via per
governare e per essere presenti nella vita pubblica oovranno ora lare i
conti con le correnti piu raoicali, cLe sostengono la tesi oell`inconci-
liabilita tra oemocrazia rappresentativa e Stato islamico lonoato sulla
sharia. Insomma, il problema oella Iratellanza cLe non riconosce il Co-
verno provvisorio e oi mantenere sotto controllo le spinte centrilugLe,
e a volte iLaoiste, oei gruppi raoicali, oa sempre convinti oell`impossi-
bilita oi aoerire a un sistema politico, quello oemocratico-rappresenta-
tivo, ritenuto intrinsecamente sbagliato e contrario alla legge islamica.
Cli eventi oi lerragosto potrebbero lar oeragliare alcuni settori oella
Iratellanza, soprattutto gli attivisti recentemente arrestati o persegui-
tati oai militari, verso tenoenze iLaoiste, accoglienoo l`appello lanciato
oal meoico egiziano Ayman al-ZavaLiri, nuovo capo oi al aeoa, alla
guerra santa contro i nemici oell`islam e alla rilonoazione oi un calihato
sunnita
14
.
L`emergere sul piano pubblico oi questi gruppi, come e avvenuto
in passato, oarebbe ai militari l`occasione oi intervenire pesantemente
contro i leaoer oella Iratellanza come in parte e gia avvenuto e oi
impeoire cLe il movimento si presenti con lormazioni politicLe proprie
alle successive elezioni. uesto si e verihcato ancLe sotto i regimi pre-
ceoenti, quanoo si impeoiva alla Iratellanza oi agire sul piano politico-
oemocratico attraverso propri partiti politici, consioerati conlessiona-
li, e quinoi ritenuti contrari alla legge. Insomma, la pesante battuta
oi arresto oell`islam traoizionalista annuncia, almeno per l`Lgitto, una
stagione oi nuovi equilibri politico-istituzionali, cLe comunque non
puo permettersi oi riproporre veccLi scLemi, se vuole assicurare non
soltanto il luturo oemocratico oell`Lgitto, ma ancLe la stabilita oell`in-
tero Meoio Criente.
Quolc :uovo Jcmocrozio cr l`Egitto:
uanto e avvenuto in Lgitto nell`estate oel 2013 pone il proble-
ma oel valore oella oemocrazia rappresentativa, come e applicata in
14. Cfr R. Ctoio, La lratellanza a riscLio qaeoista, in la Repubblica, 19
agosto 2013, 25.
+S
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
Cccioente, e oel suo rapporto con la piazza, o meglio con alcuni
settori oella societa civile egiziana. Va inlatti ricoroato cLe i Ira-
telli Musulmani sono anoati al potere in seguito a elezioni oemo-
craticLe, tenutesi oopo la rivoluzione pacihca oel lebbraio 2011 e la
oestituzione oi MubaraL. Le elezioni si sono svolte in un clima oi
granoe partecipazione popolare e sotto il vigile controllo oella co-
munita internazionale, tanto cLe nessuno, ne all`interno oel Faese ne
all`esterno, ne La messo in oiscussione la valioita e la correttezza. Cra
le manilestazioni oi piazza oel giugno 2013, sebbene abbiano coin-
volto milioni oi persone, oi latto sovvertono il risultato elettorale oi
un anno prima, autorizzanoo cosI l`esercito (cLe assume oi nuovo il
ruolo oi garante e arbitro oella vita politica nazionale) a intervenire
contro un Fresioente e un Farlamento oemocraticamente eletti.
Seconoo alcuni osservatori, questo mooo oi agire sarebbe peri-
coloso e metterebbe in crisi quel minimo oi rappresentativita oe-
mocratica esistente in Faesi cLe per anni Lanno vissuto sotto regimi
autoritari e illiberali. In tal mooo si imporrebbe la logica per cui cLi
ottiene il manoato popolare non La oiritto oi esercitarlo per attuare
un programma hno alla scaoenza naturale, ma oeve risponoere oi
continuo alla piazza
15
, oelegittimanoo cosI il circuito tra elezioni le-
gittime e Coverno rappresentativo, base oi ogni corretta oemocrazia
parlamentare. Seconoo questi interpreti, si oovrebbe poi consioerare
cLe la piazza rappresenterebbe non la nazione nel suo insieme, ma
alcuni settori qualihcati oi essa: in particolare, in questo caso si tratta
oi giovani istruiti, oi estrazione meoio-borgLese (sebbene non anco-
ra inseriti nei processi proouttivi o oi comanoo), cLe Lanno granoe
oimesticLezza nell`uso oei social networks e sono cresciuti a contatto
oi una cultura globalizzata, cLe mette insieme valori e mitologie oi
oiversa provenienza, e spesso ancLe oi segno opposto. Il resto oella
societa egiziana (eo e la granoe maggioranza) e costituito oa persone
cLe vivono nelle campagne, legate a stili oi vita e a creoenze traoi-
zionali, cLe Lanno il loro elemento unihcante nella pratica religiosa e
consioerano l`imam oel luogo punto oi rilerimento per la vita sociale
e collettiva. Mon stupisce allora cLe, quanoo si va alle urne, i partiti
15. Corriere della Sera - La Lettura, 7 luglio 2013.
ARTICOLO
+SS
laici e mooernizzatori vengano sconhtti oa lorze oi matrice lonoa-
mentalista, come i Iratelli Musulmani
1
.
Inoltre, tra gli osservatori si oiscute se i manilestanti oell`estate 2013
siano gli stessi cLe Lanno riempito per giorni piazza 1aLrir nel gennaio-
lebbraio 2011; a tale proposito, piu volte nella stampa internazionale si
e parlato oi una rivoluzione a oue onoate, la piu recente oelle quali, cLe
pare abbia coinvolto un numero piu massiccio oi persone, completa e
amplia le ricLieste oi quella preceoente. Li latto l`ascesa al potere oei
Iratelli Musulmani nel 2011 e avvenuta in un contesto tutto particolare
e va compresa alla luce oella storia egiziana oi questi ultimi oecenni, ca-
ratterizzata oalla repressione oei movimenti e oelle lormazioni politicLe
hlo-islamicLe; essi, lo ripetiamo, non sono stati scelti per governare il
Faese oalla piazza in rivolta per lo piu capeggiata oa leaoer carisma-
tici laici oi lormazione hlo-occioentale , ma oal voto oegli egiziani
cLe, attraverso le elezioni, Lanno scelto i rappresentanti oella Iratellanza,
premianooli piu per la loro storia recente e la loro ramihcata presenza
sul territorio cLe per il loro progetto politico. A tale proposito, si e ancLe
oetto cLe la Iratellanza avrebbe scippato alla piazza la vittoria otte-
nuta, cioe la oestituzione oel oittatore e le sue prime conquiste in ambito
oemocratico, inserenoosi in un processo politico gia avviato e sovver-
tenoone, con la svolta islamista, lo spirito e il programma.
Va inlatti ricoroato cLe, nei primi tempi oella contestazione oel
2011, la Iratellanza scelse proprio oi tenere un prohlo basso e oi non as-
sumere la oirezione oel movimento oi protesta, per non attivare contro
oi essa, come era avvenuto in passato, la maccLina repressiva oello Sta-
to, la quale avrebbe potuto strumentalmente lare appello all`Cccioente
contro le lorze islamiste, riscLianoo cosI oi lar lallire la rivolta
17
. Soltanto
successivamente, quanoo il movimento oi piazza, trascinato oall`entu-
siasmo oei giovani e tenuto in vita oai collegamenti in rete e oai blogs,
si e esteso alla societa civile e alla piccola e meoia borgLesia, i Iratelli
Musulmani si sono uniti apertamente ai manilestanti, rilascianoo ancLe
sulla stampa oicLiarazioni lavorevoli al movimento anti-MubaraL. Ci
siamo uniti alle giuste proteste oella gente La oicLiarato il portavoce
oel movimento , percLe le aspirazioni oi tutti sono oi vivere in un vero
1. Ivi.
17. M. Minctni S. M. 1oniiii (eos), Lo r|movero orobo. Cr||n| ed eett|
delle rivolte che stanno cambiando il Medio Oriente, Milano, Vita e Fensiero, 2012, 77.
+S9
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
Stato oemocratico e non in una oittatura mascLerata oa oemocrazia
18
.
AncLe il murshid, cioe la guioa suprema oel movimento, MoLameo ba-
oie, e intervenuto per rassicurare le granoi potenze occioentali e Israele,
ahermanoo cLe il movimento intenoe lavorare per il bene oel Faese e
collaborare all`instaurazione oella oemocrazia in Lgitto.
Successivamente, come si e oetto, i Iratelli Musulmani, ancLe
senza aver guaoagnato le simpatie oella piazza, Lanno conquista-
to sia la presioenza oella Repubblica, sia la maggioranza oei seggi
nel nuovo Farlamento. Il neo-eletto presioente Morsi aveva inizia-
to il suo manoato promettenoo rilorme, in ambito sia economico
sia politico, in senso oemocratico e pluralista, come auspicavano le
cancellerie occioentali. Furtroppo i risultati ottenuti sono stati, hn
oalle prime battute, molto oeluoenti, a iniziare oalla Costituzio-
ne islamista prontamente preparata da esponenti vicini alla Fratel-
lanza e approvata con referendum oal 3,8 oei votanti. Solamente
il 32,9 oegli elettori aveva partecipato al voto. La Costituzione,
gia in lase oi reoazione, era stata criticata oalle opposizioni, cLe, in
segno oi protesta, avevano abbanoonato l`Assemblea Costituente.
uesta veniva oenunciata sia per il suo carattere apertamente isla-
mista, sia per il oisconoscimento oi alcuni oiritti lonoamentali oelle
persone (in particolare oelle oonne) in ambito lamiliare e sociale.
Fer tenere sotto controllo la magistratura, ritenuta non allineata al
nuovo oroine, il Fresioente si era attribuito poteri speciali, come in
passato avevano latto i suoi preoecessori, poi leggermente riootti in
seguito alle proteste oell`opposizione e alle criticLe oelle cancellerie
occidentali
19
.
Il vero punto oebole oella presioenza Morsi e stato pero il pro-
gressivo oeteriorarsi oella situazione economica, lavorito ancLe
oalla nelasta congiuntura internazionale, cLe La contribuito a im-
poverire le classi meoie e ao aumentare il numero, gia elevato, oi
oisoccupati. A questo si sono poi aggiunti l`aumento oell`inhazione
e oei prezzi, la scarsita, sul mercato interno, oi beni e oi servizi
essenziali, il collasso oell`inoustria oel turismo, cLe rappresentava
una oelle maggiori entrate oel Faese (e cLe oava lavoro a circa un
18. la Repubblica, 5 lebbraio 2011.
19. Cfr M. H~snixi, Lopo il golpe al Cairo, attenti al veleno oella
raoicalizzazione in Lgitto, in Reset-Doc, 19 luglio 2013.
ARTICOLO
+90
milione oi persone), il mancato pagamento oegli stipenoi oei oi-
penoenti pubblici e l`esaurimento oelle riserve auree, la mancanza
oi sicurezza, l`arroganza e l`inemcienza oei nuovi governanti. ue-
ste, in sintesi, sono le cause vere oella seconoa rivoluzione egiziana,
iniziata con le stesse ricLieste (liberta e lavoro), rimaste inascoltate,
oi oue anni prima.
1ale rivoluzione, ounque, cLe si e conclusa con cio cLe alcu-
ni consioerano un colpo oi Stato atipico, sconlessanoo il risultato
elettorale oel 2012, seconoo alcuni analisti oimostrerebbe cLe il si-
stema oemocratico-rappresentativo e inaoatto per i Faesi oi cultu-
ra islamica, cLe sono oestinati percio a essere governati oa regimi
autoritari o semi-militari. uesta ioea sembra aprioristica e in ogni
caso non conoivisibile: essa non tiene conto oella oimcile situazione
in cui si trovava il Faese, oel latto cLe circa 22 milioni oi egiziani
Lanno hrmato una petizione contro il governo Morsi e cLe, per
oiversi giorni, molti oi essi Lanno manilestato pacihcamente nelle
piazze. uesta meta oel popolo egiziano scrive Vittorio Lma-
nuele Farsi ci ricoroa cLe la oemocrazia non puo rioursi alla mera
espressione oel voto, ma e latta ancLe oi praticLe oi separazione
oei poteri, oi osservanza oelle oiverse competenze costituzionali e,
soprattutto, oi rispetto scrupoloso per quei oiritti inalienabili per
servire i quali le istituzioni oemocraticLe sono state inventate
20
.
Insomma, la oemocrazia non e un semplice leticcio, o una mera
pratica oi competizione regolata per la gestione oel potere, ma per
ahermarsi La bisogno oi consenso, oi progettualita politica e oi
conlronto con la realta. Cra, una concezione piu sostanziale e rea-
lista oella oemocrazia avrebbe oovuto spingere il presioente Morsi a
riveoere la propria linea politica, a oialogare con la piazza, a cerca-
re insieme ai laici una corretta e giusta soluzione oemocratica alla
crisi in atto, al hne oi bloccare il minacciato intervento oell`esercito.
Li latto cosI non e stato, e alla ourezza e irremovibilita oi Morsi,
cLe La ahermato oi oilenoere il suo manoato con la propria vita, si e
contrapposta la oeterminazione interventista oell`esercito, pronto
a riprenoere in mano, ancLe con la violenza, le sorti oel Faese.
20. V. L. F~nsi, Al Cairo La perso l`islam politico, in Il Sole 24 Ore, 10 luglio
2013, 10.
+91
SECONDA RIVOLUZIONE EGIZIANA
Soprattutto oopo i latti oi lerragosto, ci si cLieoe quale sara il
luturo oell`Lgitto, e cLe cosa intenoa ora lare il generale al Sisi. Se
al pugno oi lerro, come scrive un osservatore politico, non si al-
hancLera una mano tesa, la raoicalizzazione oei Iratelli proseguira
in un Faese cLe non e piu quello oi MubaraL e, invece oi una hnta
stabilita, avremo esplosioni ricorrenti oi guerra civile
21
. Inlatti, come
si e oetto, la raoicalizzazione oello scontro politico alla hne potrebbe
avvantaggiare, come e avvenuto in passato, le lrange estreme oell`i-
slamismo iLaoista, e cosI nuocere molto alla oemocrazia e alla con-
vivenza in Lgitto tra musulmani e cristiani copti, i quali cLieoono
oi non essere piu consioerati cittaoini oi seconoo oroine. Avviare un
oialogo tra Coverno provvisorio e l`ala piu mooerata oella Iratellan-
za, nonostante le oimcolta oel presente, e necessario per normaliz-
zare il Faese, per salvare l`economia, e non ultimo per evitare cLe il
contagio egiziano si estenoa pericolosamente ao altre regioni oel
Moro Alrica e oel Meoio Criente, lacenoo saltare il lragile equilibrio
politico e sociale oella sponoa Suo oel Meoiterraneo.
21. F. Vit:tniti, Moi cosI impotenti, in Corriere della Sera, 17 agosto 2013.
ARTICOLO
+92
II CINTINABIO DIIIA NA-CITA
DI IAII BICuIB
Ciovonni Cncci -.I.
La Civilt Cattolica 2013 III 492-505 | 3918 (19 settembre 2013)
Ricorre questanno il centenario della nascita di Paul Ricur, un
autore lonoamentale per la hlosoha (ma non solo) oel XX secolo
1
.
Lettore inlaticabile, autore estremamente prolihco, egli ahascina,
ma anche spaventa, chi intenda inoltrarsi nella mole immensa dei
suoi scritti (piu oi 30 libri e oltre 700 articoli, traootti in 35 lingue)
2
,
cLe toccano gli ambiti piu importanti oel sapere, oalla hlosoha alla
poetica, oall`ermeneutica alla letteratura, alla storia, all`esegesi bibli-
ca, alla teologia, alla simbolica, alla psicoanalisi, senza tralasciare la
biologia, la neurologia, il oiritto, l`economia, la sociologia, la politi-
ca, la semiotica e la linguistica.
In questo lungLissimo e articolato cammino, il granoe sapere
conseguito, insieme ai riconoscimenti pubblici, ancLe se talvolta
taroivi, non gli Lanno tolto la semplicita e l`umilta cLe l`Lanno sem-
pre caratterizzato come un autore alla mano, pronto a oialogare
con chiunque. F. Volpi, commemorando Ricur allindomani della
sua scomparsa, lo oescrive come un personaggio prolonoo senza
essere oscuro, animato oa granoi ambizioni eppure mai pretenzio-
so, impegnato ma sempre con misura eo equilibrio. Ricour La la-
sciato la scena al protagonismo oi altri, e La prelerito il rigoroso
lavoro oi una hlosoha cLe, pur rinuncianoo al sistema, si prehssa oi
abbracciare la complessa realta oell`uomo ooierno
3
.
1. Ricour e morto a Farigi il 21 maggio 2005, all`eta oi 92 anni, essenoo
nato a Valence il 27 febbraio 1913.
2. Il volume bibliograhco a lui oeoicato conta piu oi 00 pagine oi titoli (clr
I. L. V~tsit~ [ed.], P. Ricur. Bibliographie primaire et secondaire, 1935-2008, Leu-
ven, Leuven University Press, 2008).
3. F. Voiii, Aooio a Ricour hlosolo oel oialogo, in la Repubblica, 22 mag-
gio 2005, 43.
+9'
PAUL RICUR
uesta peculiare unita oi semplicita e complessita caratterizza
l`esistenza e la proouzione oi Ricour, oimostranoo la sua prolonoa
continuit tra pensiero e vita.
U:o filosofio riflcssivo
Cercanoo un possibile hlo conouttore oel suo percorso intel-
lettuale, si pu riassumere il contributo di Ricur attorno a tre te-
matiche di fondo: 1) l`elaborazione oi una hlosoha oella volonta,
correggenoo la oeriva speculativa oella lenomenologia oi Husserl;
2) la consioerazione oell`agire umano come luogo oi senso, a lron-
te oelle contestazioni oella lallibilita; 3) la rilevazione oell`elemento
simbolico e poetico come un luogo speculativo capace oi portare a
parola le situazioni oecisive oell`agire e oell`essere
4
.
Cio cLe accomuna questi tre interessi e il soggetto, consioerato
nella sua concretezza e capacita rihessiva oi mettersi a oistanza,
inoiviouanoo un oisegno piu granoe oi quanto concretamente spe-
rimentato e vissuto. uesta lunzione rihessiva, oel soggetto come
oella stessa hlosoha, si manilesta ancLe oal carattere oi parola se-
conoa cLe il hlosolo lrancese attribuisce a questo sapere, cLiamato
a riprenoere gli stimoli e gli interrogativi oella parola prima cLe
la preceoe, la parola propria oella narrazione, oel mito, oel simbolo
5
.
4. Ricour stesso presenta in questi termini il proprio percorso hlosohco:
Vorrei caratterizzare la traoizione hlosohca alla quale appartengo con tre elemen-
ti: e una traoizione posta nel solco oi una hlosoha r|jess|vo; resta nella prospettiva
della fenomenologia Lusserliana; vuole essere una variante ermeneutica di questa fe-
nomenologia, intenoenoo con ermeneutica il passaggio oa una lase ingenua oi
presenza immeoiata oel soggetto alla coscienza a un lase piu critica e laticosa oi tale
comprensione, cLe passa per la paziente lettura e interpretazione ao essa oherta ao
opera oei segni, simboli e testi (F. Ricutn, Lell`interpretazione, in Ii., Dal testo
allazione. Saggi di ermeneutica, Milano, [aca booL, 1989, 24; corsivo nel testo. Clr
anche 28).
5. La hlosoha non oa luogo ao alcun cominciamento assoluto: portata oal-
la non-hlosoha, essa vive sostanzialmente oi una realta cLe e stata gia compresa,
seppure non ancora attraverso la rihessione; ma se la hlosoha non e, per quanto
riguaroa le origini, un inizio raoicale, puo esserlo quanto al metooo (Ii., Finitudine
e colpa. I, bologna, il Mulino, 1970, 72 s.). L ancora, a conclusione oella Simbolica
del male, Ricour scrive: Il principio non e cio cLe si trova per primo; bisogna
raggiungere il punto oi partenza, conquistarlo [.|. ui l`illusione non e quella oi
cercare il punto oi partenza, ma oi cercarlo senza presupposti: una meoitazione sui
simboli parte oa un linguaggio gia esistente, nel quale tutto in qualcLe mooo e gia
stato oetto; la hlosoha e pensiero gia presupposto (ivi, 24 s).
ARTICOLO
+9+
uesta caratteristica oella hlosoha puo essere esemplihcata oalla
oescrizione compiuta oa Ricour oel quaoro oi Rembranot, Aristo-
tele che contempla il busto di Omero: Fer me e il simbolo oell`impresa
hlosohca, quale io la percepisco. Aristotele e il hlosolo, cosI come
veniva oetto nel Meoioevo, ma il hlosolo non comincia oa niente.
L, ugualmente, non comincia a partire oalla hlosoha, inizia a par-
tire dalla poesia. , daltra parte, evidente che la poesia rappresen-
tata dal poeta, come la hlosoha dal hlosolo, ma e il poeta a essere
immortalato nel marmo, mentre il hlosolo e vivo, cioe continua
sempre a interpretare [.|. Contrariamente al titolo, Aristotele non
guaroa il busto oi Cmero, lo tocca. Signihca cLe viene a contatto
con la poesia. La prosa concettuale oel hlosolo va a contatto con il
linguaggio ritmato oella poesia. Aristotele guaroa altro. CLe cosa?
Mon lo sappiamo. Ma guaroa altro oalla hlosoha

.
Alimentata oalla poesia, oal racconto e oal mito, la hlosoha ne
riprenoe gli interrogativi e le stimolazioni a un altro livello, cercan-
oo oi esplicitarne il linguaggio: cio viene riassunto con il celebre
motto pensare oi piu per oire altrimenti
7
. Lna prima conseguenza
immeoiata oi questa proposta oi pensiero, teso a garantire il piu,
e oi guaroarsi oal riouttivismo, in particolare oal tentativo oi esclu-
oere l`intrinseca apertura ao altro propria oel linguaggio. Mell`a-
oempiere a questo compito, la hlosoha non pretenoe oi essere una
superoisciplina cLe giuoica le altre oall`alto oel sapere supremo, ma
piuttosto oialoga con esse; il suo compito e ermeneutico, inoivioua
le oiherenti oimensioni oell`essere per conourle luori oalla hnitez-
za oel loro luogo oi origine
8
.
La via lunga oell`interpretazione (come Ricour ama oehnire
la sua proposta ermeneutica) diventa nello stesso tempo un itinera-
rio compiuto oal soggetto, cLiamato a leggere i segni posti sul suo
cammino, guaroanoosi oa possibili oistorsioni e scorciatoie a buon
mercato.
. Ii., Lunico e il singolare, Sotto il Monte (bg), Servitium, 2000, 47 s. Clr
C. Aixi, Senso ed essere. Lo jlosojo r|jess|vo d| Poul P|cur, Assisi (Fg), Cittaoella,
2007, 9 s. Su questa interpretazione oi Ricour, clr S. Scn~x~, Gli occhi di Rem-
brandt, Milano, Monoaoori, 2000, in particolare 39-47.
7. P. Ricutn, Tempo e racconto 3. Il tempo raccontato, Milano, Jaca Book,
1988, 413.
8. Ii., Lectures 3. Aux frontires de la philosophie, Faris, Seuil, 1994, 494.
+9
PAUL RICUR
Il co:fro:to co: lo sicoo:olisi
uesto carattere oialogico trova un esempio eloquente nelle
oocumentate inoagini oeoicate al maestro oel sospetto
9
. Come
sappiamo dallutob|orojo, il confronto con la psicoanalisi ha co-
stituito per Ricour un ulteriore passo in avanti nella oecilrazione
oei simboli oel male, in particolare circa la colpa psicologica; nel
corso oi questa rihessione, egli sara comunque oebitore a Ireuo oi
molti altri elementi, come il rapporto tra cogito e inconscio, colpa e
oesioerio, razionalita e istinto, arcLeologia e teleologia
10
.
La psicoanalisi si presenta oi latto come un granoe progetto ca-
pace oi rileggere le principali proouzioni oella civilta. In tal mooo,
con il Saggio su Freud, la rihessione oi Ricour si apre a ulteriori
ricerche sui temi sopra ricordati, che lo renderanno famoso, come
la metalora, il racconto, la narrazione
11
.
Ln seconoo aspetto oi questo conlronto e la shoa cLe questo
nuovo sapere lancia alla hlosoha. La psicoanalisi mette raoicalmen-
te in discussione le conclusioni di Finitudine e colpa circa la falli-
bilita umana. In quella seoe Ricour aveva rilevato la presenza oi
un orizzonte oi senso, oell`originaria bonta e sanita oi ogni essere,
che consente di riconoscere, insieme al male, anche le possibilit
oi riconciliazione: Lire cLe l`uomo e cosI malvagio cLe noi non
sappiamo piu cLe cosa sia la bonta, signihca non oire nulla; percLe,
se non comprendo il buono, non comprendo neppure il cattivo
9. Lespressione propria di Ricur (cfr Dellinterpretazione. Saggio su Freud,
Milano, Il Saggiatore, 197, 47).
10. Ho cercato oi caratterizzare la psicoanalisi per mezzo oi tre aspetti. In
primo luogo, il latto cLe l`inconscio parli: la psicoanalisi non sarebbe possibile se
non ci losse una specie oi prossimita lra il pulsionale umano e il linguaggio [...|. In
seconoo luogo, la pulsione e r|volto o: c`e in essa un carattere oi rimanoo [...|; il com-
plesso oi Loipo non sarebbe comprensibile se non ci losse immeoiatamente una sor-
ta oi relazione all`altro, cLe e veramente costitutiva. In terzo luogo, la componente
narrativa oell`esperienza analitica [...|; in certo senso, il compito oella psicoanalisi e
quello oi ricostruire, oi renoere intelligibile e accettabile una storia (Ii., La critica e
lo conv|n:|one. colloqu|o con |rono|s :ouv| e Morc de Lounoy, Jaca Book, Milano
1997, 109 s. Corsivi nel testo).
11. Cfr Ii., Lo metojoro v|vo, ivi, 1981; Ii., Tempo e racconto, voll. 1-3, ivi,
198-1988; Ii., Dal testo allazione, cit.
ARTICOLO
+96
[...|: per quanto originaria sia la malvagita, la bonta e ancora piu
originaria
12
.
L`inoagine psicoanalitica mira ancL`essa a oecilrare gli elementi
piu prolonoi e nascosti oell`agire umano, inoicanoo tuttavia nell`ir-
razionale la sua motivazione ultima. Cio cLe costituisce l`uomo va
infatti cercato, secondo Freud, nellinconscio, in quellelemento di
non razionalita cLe ama nasconoersi, ma cLe conoiziona in mooo
oeterminante l`agire, in tutte le sue componenti.
Le oirezioni oi ricerca, l`inoiviouazione oei motivi oi soherenza,
l`inoicazione oelle vie oi uscita, la valutazione oei segni culturali
realizzati, tutto appare qui in antitesi alla hlosoha rihessiva, almeno
a un primo sguaroo. L`opera oi Ireuo vuole essere un`applicazione
globale oi questo paraoigma alle piu varie manilestazioni oell`uo-
mo, artistiche, letterarie, mitiche, sociali, come pure a quelle ap-
parentemente piu oistanti oa tutto cio, come i sogni, la libioo, le
perversioni, le patologie
13
.
Sara soprattutto l`inoagine compiuta sulla parola prima e sul
carattere rihessivo oella hlosoha il vero luogo oi conlronto con la
psicoanalisi.
Il sc:so, ri:ciio :o: :cgoziolilc Jcll`csscrc umo:o
La proposta freudiana non pu darsi tuttavia come alternativa
alla razionalita e alla rilevazione oel senso. Mella rilettura oi Ricour,
essa La piuttosto il signihcato oi rimettere raoicalmente in oiscussio-
ne una concezione assoluta oella coscienza (come nella prospettiva
Legeliana) o, in termini piu analitici, una coscienza narcisista. Fer
questo, riprenoenoo la lezione oi Ireuo, egli parla oi Cogito ferito
14
,
spogliato oelle sue pretese oi onnipotenza, e tuttavia in graoo oi
riconoscere cio in seoe oi rihessione consapevole, aprenoosi all`altro.
12. Ii., Finitudine e colpa I, cit., 241; clr M. Cnioii, Il cammino della liber-
to. |enomenolo|o, ermeneut|co, ontolo|o dello l|berto nello r|cerco jlosojco d| Poul
Ricur, brescia, Morcelliana, 1990, 137-191; C. Ctcci - A. Moti~, Loro::o rove-
sciato. Lenigma del male, Assisi (Fg), Cittaoella, 2010, 17-35.
13. Per un approfondimento del tema, cfr C. Ctcci, Ricur oltre Freud. Letica
verso unestet|co, Assisi (Fg), Cittaoella, 2007, 93-17.
14. Cfr P. Ricutn, Dellinterpretazione., cit., 480 s.
+9
PAUL RICUR
Ma si puo giungere a questa conclusione sempre in seoe oi co-
scienza, interroganoosi circa la verita oel proprio conoscere. Senza
questo punto fermo nessun sapere sarebbe possibile, neppure quello
della psicoanalisi.
Ricur conferma la profonda frattura esistente fra lapproccio
psicoanalitico e quello lenomenologico su questo punto; essa pero h-
nisce per ritorcersi contro lo stesso maestro oel sospetto. La psicoa-
nalisi stessa, se vuole inoagare il lonoo remoto oell`io, in particolare le
malattie cLe lo ahiggono, oeve poterne oare un nome, riconoscerle
come un male, in altre parole come un luogo non originario oell`io.
Cio e inoispensabile per un cammino oi guarigione, cLe non puo
lare a meno oella parola, oell`interpretazione, oella presa oi coscien-
za, oell`insight
15
. uesto e lo stesso proceoimento utilizzato oa Ireuo
per interpretare i sogni. La psicoanalisi stessa rimanoa al lavoro oella
coscienza inteso come rilevazione oi un senso capace oi prevalere
sul non senso e sulla malattia in oroine a un ampliamento oella
propria consapevolezza. Ma soprattutto la psicoanalisi rimanoa a una
relazione, smentenoo l`immagine oell`homo homini lupus, presentata
da Freud ne Lovven|re d| un|llus|one e ne Il d|so|o dello c|v|lto.
Lesioerio, relazione analitica, messa in parola, interpretazione,
complesso oi Loipo, transfert, questi elementi fondamentali della psi-
coanalisi rimanoano ao altro oa se, sono oomanoe poste a un altro:
soltanto nella relazione vissuta all`insegna oella houcia si puo conosce-
re e amare se stessi
1
. La lezione lreuoiana va ounque colta in un`altra
oirezione, non oi un oiscorso squalihcante e alternativo alla coscienza,
ma semmai oi valorizzazione oi quanto ricLieoa un linguaggio oil-
lerente oa quello oella ragione e cLe appartiene al vissuto piu proprio
delluomo, anche se ci comporta una revisione radicale dei presup-
posti positivistici di Freud. Questo un altro punto di contatto, ma
ancLe oi prolonoa oiherenza, tra i oue approcci ermeneutici.
15. questo il percorso standard oel lavoro terapeutico; clr, tra i tantissimi la-
vori oi rilerimento generale, I. Viitin, Pr|nc|les oj Psychotheroy, Toronto, Wiley,
1998, 148-150; F. Liv~ii, The Suort|ve ond ct|ve Psychothero|es. Dynom|c
Approach, Lonoon, [ason Aronson, 1994, 244-247.293-300.
1. L nella relazione ouale oella parola cLe tutto giunge a esprimersi. Il campo
oell`analisi e intersoggettivo, e ancLe i orammi passati sono oi natura intersoggettiva; e
proprio per questo cLe il oramma oa svelare potra trasporsi nella relazione ouale oell`a-
nalisi attraverso il translert. La possibilita oel translert sta nella trama intersoggettiva
oel oesioerio (F. Ricutn, Dellinterpretazione, cit., 40; clr ancLe 523-525).
ARTICOLO
+9S
L`crmc:cutico Jcl tcsto, oroJigmo Jcll`ozio:c umo:o
Il conlronto con la psicoanalisi apre alla terza granoe temati-
ca oella hlosoha oi Ricour: l`ermeneutica, applicata al linguaggio,
all`azione umana e all`etica. Lo stuoio oel linguaggio nelle sue varie
mooalita oi espressione consente inlatti oi articolare testo e azione,
riscontranoo amnita e leggi comuni; in mooo particolare, inoivi-
oua in entrambe la presenza oel senso.
Ln`azione si puo raccontare percLe la vita stessa e racconta-
bile; essa presenta possibili percorsi narrativi cLe il soggetto, come
l`autore, mette in evioenza, escluoenoone altri. Racconto e azione
confermano inoltre la dimensione |ntersoett|vo dellessere umano:
l`azione puo essere narrata solo a un ascoltatore, cosI come un ro-
manzo puo oirsi concluso solo nel momento in cui giunge a con-
lrontarsi con l`orizzonte vissuto oel suo lettore, oiventanoo opera.
La vita umana merita di essere raccontata: questa per Ricur la
ragione o`essere oella narrativita e oel suo legame con la vita
17
.
Il legame lra testo, azione e intersoggettivita si comprenoe
maggiormente nel momento in cui si riconosce nel linguaggio la
presenza oi una comunita vivente; il conlronto tra culture e lingue
oiherenti costituisce oi latto una lorma oi ospitalita, come l`acco-
glienza oi altri racconti aiuta a una maggiore comprensione oi se e
dei valori presenti nella propria vita. Il racconto diventa in tal modo
il luogo etico per eccellenza: Il racconto, mai eticamente neutro, si
rivela come il primo laboratorio oel giuoizio morale
18
. Lsso renoe
ragione oell`intreccio cLe si compie tra le azioni oei personaggi messi
in campo, e mostra anche lo strutturale dislivello esistente tra co-
lui cLe compie e colui cLe subisce l`azione
19
, ponendo la possibilit
17. Cfr Ii., Tempo e racconto 1, cit., 125 s.
18. Ii., S come un altro, Milano, [aca booL, 1993, 231. Clr ancLe le osservazioni oi
C. Steiner: L`ermeneutica La una lrontiera comune con l`etica. Leggere Flatone o Fascal
o 1olsto in mooo classico signihca tentare oi conourre una vita oiversa; come Lante
postula esplicitamente, signihca entrare in una v|to novo [.|. Impercettibilmente, sembra,
cominciamo a capire cLe l`incontro con il testo La mooihcato la nostra esperienza oi testi
preceoenti; cLe non osserviamo piu come prima gli oggetti o i oipinti lamiliari; cLe la
musica La un altro suono. Se abbiamo in noi uno spazio sumciente per la maturazione,
un`apertura sumciente al possibile, queste mutazioni oell`ascolto, oella visione, oella cogni-
zione si traourranno in azione (Lrroto. |no v|to sotto esome, Milano, Carzanti, 2000, 32 s).
19. Il problema morale si innesta sul riconoscimento oi questa oissimmetria
essenziale lra colui cLe la e colui cLe subisce (F. Ricutn, S come un altro, cit., 23).
+99
PAUL RICUR
della v|olen:o e del male nell`agire umano, inoissociabile oal tema
oella liberta e oi ogni personaggio, caratterizzato nei racconti come
buono o cattivo in base a criteri che sono, appunto, etici. Il racconto
presenta inoltre in mooo compiuto i tre momenti oella rihessione
etica: descrivere, raccontare e prescrivere
20
.
uesti elementi Lanno lorti implicazioni sul piano ontologico.
Il racconto puo narrare un`azione, percLe riscontra una leggibilita
nell`essere, una presenza oi senso, cLe va pero colta a partire oa una
rielaborazione, oa cio cLe Ricour cLiama la conhgurazione oel te-
sto. Lssa tuttavia non sarebbe praticabile, se non losse gia presente
questa possibilita oi passaggio oa un livello all`altro, in una sorta oi
connaturalit reciproca.
Scrivere, leggere, proprio come vivere, sono inhne un continuo
esercizio oella propria libert e delle possibilit da essa mostrate: in
ogni racconto, come in ogni azione, non si potrebbe vivere senza
scegliere e selezionare. Fer questo poetica, azione e morale sono cosI
strettamente connesse tra loro cLe una e conoizione oi possibilita oel-
le altre, mostranoo quella oimensione oi circolarita ermeneutica,
cLe costituisce per Ricour la caratteristica propria oella hlosoha. 1ale
circolarit si mostra anche nel fatto che questo confronto suscita un
cambiamento nel lettore: egli proprio oi lronte al testo acquisisce una
propria ioentita narrativa, scoprenoo nuove possibilita oi azione. La
nozione oi ioentita narrativa a sua volta conhuisce in quello cLe il
hlosolo lrancese cLiama la piccola etica, scanoita oa tre elementi (il
cosiooetto tripooe etico): il oesioerio oi una vita compiuta, vissuta
con e per l`altro, e concretizzata in istituzioni giuste
21
.
Il termine utilizzato (la piccola etica) oice ancLe cLe questa
oisciplina, come l`ontologia e la poetica, pur costituenoo lo slonoo
oi ogni rihessione, stenta a trovare una trattazione esplicita. L`etica
inlatti manilesta la meoesima mooalita pratica oel hlosolare oi
Ricour, e scoperta nella rihessione eo e insieme la ripresa, a un
livello oiherente, oi inoagini preceoenti: questa tematica emerge
inlatti in relazione alla problematica oel male e oella colpa e nel
confronto critico con la psicoanalisi.
20. Ivi, 203.
21. Clr ivi, 2.275.342.
ARTICOLO
00
Lo rclozio:c, luogo Ji vcrit Jcl soggctto
Il punto oi arrivo oi questo lungo e articolato percorso e costi-
tuito dallopera S come un altro (vera e propria summa speculativa),
una raccolta oi oieci lezioni (tenute a Loimburgo, in occasione oelle
C|ord Lectures), in cui Ricour tira le hla oelle ricercLe oa lui svol-
te negli ambiti piu oiversi: linguistica, narrativa, storia, letteratura,
antropologia, etica, trageoia, lettura oella bibbia. L un punto oi ar-
rivo cLe tuttavia La inaugurato ulteriori piste oi inoagine in campo
storico (clr il pooeroso saggio La memoria, la storia, loblio) e relazio-
nale (testimoniata dallultimo suo libro Percorsi del riconoscimento).
La scelta del titolo, S come un altro, non e casuale. Fensare il sog-
getto come un se, in terza persona, come un ipse e non come un
idem, signihca parlare oel soggetto anzitutto in cLiave rihessiva, al
termine oi un percorso speculativo cLe non si limita all`immeoiatezza
oel oato (io), ma cLe rimanoa strutturalmente all`altro oa se cLe lo
riconosce e lo interpella
22
. Per questi motivi Ricur intende prendere
le oistanze oa una visione sostanzialista oell`essere, senza con cio
negare l`elemento oella permanenza nel tempo. uesta viene garan-
tita piuttosto sul piano oella responsabilita etica, come emerge, ao
esempio, dal tema della promessa, cLe e un impegno nei conlronti oel
futuro
23
. Se e ounque il momento interpersonale oell`azione a porre
in rilievo nella sua aoeguata importanza il se, si puo capire come il
momento etico oiventi centrale in questa inoagine
24
; non a caso il
cuore di S come un altro e oato oagli stuoi 7-9 (la piccola etica).
Il luogo oi attuazione oella oialettica se-altro e costituito oalla
Regola doro nella sua versione positiva
25
, espressa oal Vangelo oi
22. Lire s non signihca oire io. Lio si pone o deposto. Il s implicato
come rihessivo in quelle operazioni la cui analisi preceoe il ritorno verso esso stesso.
Su questa oialettica oell`analisi e oella rihessione si innesta quella oell`ipse e dellidem.
La oialettica oel meoesimo e oell`altro corona, inhne, le prime oue oialetticLe (ivi,
94; corsivi nel testo).
23. Ivi, 77.
24. Soltanto nei tre stuoi etici la oialettica oel medesimo e dellaltro trover il
suo sviluppo hlosohco appropriato (ivi, 94).
25. Come sappiamo, esistono oiverse lormulazioni oi quella cLe viene oenomina-
ta la Regola doro. Le versioni piu oihuse sono oue: una, in negativo, cLe proibisce oi lare
all`altro cio cLe si ritiene essere negativo per se stessi (Mon lare al tuo prossimo cio cLe
oetesteresti cLe ti losse latto: Talmud di Babilonia, SLabbat, 31a); l`altra, in positivo, cLe
invita a compiere nei conlronti oell`altro cio cLe si riconosce come buono per se (Come
volete cLe gli uomini lacciano a voi, cosI voi late a loro: Lc ,31; Mt 7,12).
01
PAUL RICUR
Matteo e oi Luca, eo e conseguenza oi cio cLe Ricour cLiama la
logica oella sovrabbonoanza. L`amore oei nemici, cLe inquaora
tale regola, puo essere compreso inlatti solo in una sovro-et|co di
unampia economia del dono, cLe oa un lato laccia rilerimento alla
bonta propria oella creazione, e oall`altro attinga alla speranza esca-
tologica oi un monoo nuovo
2
. La possibilit intrinseca del dono
risieoe nel latto cLe si e gia ricevuta ogni cosa oa un altro: Poich ti
e stato oonato, oona a tua volta. Seconoo questa lormula, e in lorza
di questo poich, il oono si rivela essere lonte oi obbligazione
27
. In
questo mooo ancLe l`amore entra nelle relazioni sociali e puo inse-
rirsi nelle istituzioni grazie alla meoiazione oella giustizia
28
.
Il tema oella giustizia come equita, conseguenza oella Regola
doro nella sua versione lorte, non costituisce comunque il punto
oi arrivo oella rihessione etica oi Ricour. Lsso piuttosto, portanoo a
conhuenza gli elementi teleologico e oeontologico (in altre parole,
oel valore e oel oovere), mette in evioenza un`ulteriore caratteristica
oell`agire etico, cLe lo oiherenzia oa ogni altro avvenimento hsico:
il suo carattere oi saggezza pratica posta oi lronte a un grave oilem-
ma, all`interno oi una situazione unica e irripetibile; e la conoizione
propria oel oilemma tragico. Fer questo in S come un altro la trage-
oia viene presa in consioerazione come il caso esemplare oel giuoi-
zio morale, mettenoo in oiscussione una saggezza etica universale.
La trageoia ahascina proprio percLe mostra emcacemente il con-
fronto tra punti di vista diversi e inconciliabili: il racconto di una
situazione strutturalmente conhittuale, una situazione tipica oell`a-
gire morale. Ln`attenta lettura oelle trageoie grecLe mostra come
un elemento fondamentale che le accomuna sia costituito da una
oomanoa oi lonoo cLe interpella tutti il protagonista, i personag-
gi, il coro, gli spettatori e i lettori , una oomanoa cui nessuno puo
sottrarsi. L questa oomanoa, a cui non e possibile sluggire ne oare
una soluzione in qualcLe maniera garantita, cLe caratterizza la oi-
mensione tragica; ao essa si puo risponoere soltanto lascianoosi coin-
volgere, giocanoo la propria liberta nella situazione cLe interpella.
2. P. Ricutn, Amore e giustizia, Brescia, Morcelliana, 2000, 33 s.
27. Ivi, 35.
28. Ivi, 43. Cfr G. Ctcci, Ricur oltre Freud, cit., 275-289.
ARTICOLO
02
Iilosofio c rcligio:c
Il rapporto tra hlosoha e non-hlosoha rimanoa ancLe alla rela-
zione complessa e oiversihcata tra questo sapere e la religione, e cio
non solo nella proouzione scritta, ma nella stessa vicenoa personale
oi Ricour. Lgli La esaminato piu volte nei suoi scritti la religione
nella sua mooalita trascenoentale, come conoizione oi possibilita,
senza entrare in merito alla varieta oei suoi contenuti, se non come
ermeneuta del testo biblico, escludendo una sua ripresa in termini
oi rapporti tra sapere hlosohco e sapere teologico. uesta scelta oi
campo escluoerebbe, seconoo alcuni, precise proposte hlosohcLe
29
.
La questione rimane aperta, ancLe percLe e stata lonte oi molte
soherenze oa parte oi Ricour, soprattutto in Irancia, essenoo stato
accusato oi traoire la hlosoha per la leoe
30
, mentre questa oimcolta
non si e mai presentata negli altri Faesi in cui La lavorato o collabo-
rato (come gli Stati Lniti), in cui e stato anzi apprezzato proprio per
questo conlronto interoisciplinare. Lppure questa, come si e visto,
e stata proprio una oelle granoi lezioni oel hlosolo lrancese: rico-
noscere cLe la hlosoha non La la prima parola, e nemmeno l`ultima,
circa le questioni lonoamentali oell`esistenza, ma e cLiamata a porsi
in ascolto di altri saperi.
La presenza sempre piu lrequente, nell`ultima lase oella sua pro-
ouzione, oi tematicLe oi raccoroo, come la Regola doro, il dono, la
promessa, il peroono, e una conlerma cLe quella relazione non e ve-
nuta meno con il tempo. Non a caso il dono alla base della visio-
29. La netta oistinzione oi hlosoha e religione non consente a Ricour oi
avvicinarsi ad altre proposte ermeneutiche, come quella di Pareyson, il quale propo-
ne la traslormazione oella hlosoha in interpretazione oell`esperienza religiosa. Col
tempo, oi armistizio in armistizio, lo iato e stato progressivamente sostituito oa
un`interlocuzione nell`alternanza oi conhitto e consenso (C. Aixi, Senso ed esse-
re, cit., 82).
30. Mella misura in cui [Ricour| non accetta il oato mooerno e non si risolve
a voler trovare nella cognitivita mooerna la sola legittimita riscontrabile per la hlo-
soha, come puo sperare, non losse cLe per un istante, oi convincere i suoi interlocu-
tori le cui oiscipline si sono costituite precisamente su questa cognitivita e sulle ca-
ratteristicLe postmetahsicLe cLe questa suppone? Come, su un postulato che non pu
che r|levore lo jede, Ricour puo sperare oi convincere con l`argomentazione? (Cn.
botcnitinoxxi, Limites et presuppose oe l`Lermeneutique oe Faul Ricour, in
Cn. botcnitinoxxi - R. Rocnii:z (eds), Temps et Rcit de Paul Ricur en dbat,
Paris, Cerf, 1990, 181 s. Corsivi nel testo).
0'
PAUL RICUR
ne oell`essere capace oi mettere in oialogo hlosoha e leoe biblica
31
,
mentre la promessa rivela la oimensione etica oel se cLe si impegna
per il futuro nei confronti dellaltro, latore della promessa
32
. Quanto
al peroono, il hlosolo lrancese vi ritorna con insistenza crescente a
partire oagli anni `90
33
.
Lel resto, proprio Ricour, rihettenoo sul pensiero oi KierLe-
gaaro, aveva costatato l`impossibilita oella messa tra parentesi oella
convinzione (cLe permette oi acceoere alla parola prima piu volte
ricordata), pendant irrinunciabile oella critica hlosohca, come ri-
corda daltronde il titolo stesso scelto per la sua intervista autobio-
grahca: La religione e quel luogo oel oiscorso hlosohco in cui puo
essere contemplata la necessita oi trascenoere le immagini, le rap-
presentazioni e i simboli e nello stesso tempo l`impossibilita oi oare
loro congeoo. La hlosoha e sempre in relazione con la non-hlosoha.
Se si taglia il legame vitale tra hlosoha e non-hlosoha, la hlosoha
corre il riscLio oi non essere piu cLe un semplice gioco oi parole e,
al limite, un puro nicLilismo linguistico
34
.
Iivo fi:o ollo mortc
Al oi la oegli interrogativi in sospeso, cLe caratterizzano la h-
losoha stessa come pensiero |n jer|, va comunque riconosciuto
come la ricca e ahascinante opera oi Ricour costituisca un sincero
omaggio nei conlronti oel senso e oel valore oella vita, un senso
inoiviouato e mantenuto nell`arco oel suo lungLissimo percorso oi
pensatore e oi uomo. Cio stupisce, se si consioerano le travagliate
vicenoe cLe Lanno caratterizzato la sua esistenza. Lgli La sperimen-
tato in prima persona la crisi e la tragicita proprie oel secolo XX,
dalla perdita precoce della madre e poi del padre (morto in batta-
glia ourante la prima guerra monoiale) all`esperienza oella seconoa
guerra monoiale, cLe lo La visto umciale sul lronte e poi internato
31. P. Ricutn, S come un altro, cit., 101; Ii., 1ra hlosoha e teologia: la Re-
gola doro in questione, in Humanitas 50 (1995) 274; Ii., Amore e giustizia, cit., 17.
32. Ii., La memoria, la storia, loblio, Milano, Rahaello Cortina, 2003, 51.
33. Cfr G. Ctcci, Il peroono seconoo Faul Ricour, in C|v. Cott. 2009 II
145-153.
34. Ii., Philosopher aprs Kierkegaard, in Ii., Lectures 2. La contre des philo-
sophes, Faris, Seuil, 1992, 43 s.
ARTICOLO
0+
per sei anni in un campo oi prigionia in Cermania. Sul versante
accaoemico, egli La patito la guerra oelle ioeologie, come i cruoeli
e ingiustihcati attaccLi ricevuti oal monoo culturale lrancese in se-
guito alla pubblicazione oel suo libro su Ireuo, per non parlare oei
oimcili anni oel oecanato a Manterre, in pieno clima oi contestazio-
ne stuoentesca. Inhne, sul versante oi nuovo lamiliare, La assistito
impotente alla crisi esistenziale oel hglio Clivier, culminata con il
suicioio oi quest`ultimo, seguito oalla morte oella moglie...
1uttavia queste vicenoe non Lanno mai spento nel hlosolo lran-
cese il gusto oi vivere. La sua e una testimonianza al valore oel
pensare e alla bonta oell`essere: Ricour La attuato un pensiero in
cui l`istanza oel negativo non La spazio o, se ce l`La, e molto limi-
tato, quasi seconoario. AncLe la lrequentazione oi oomanoe o temi
che potrebbero creare un qualche varco non arrivano mai a questo
risultato. La scuola oel sospetto e recepita senza alcun tratto oi pen-
siero negativo
35
.
Ci che pi colpisce chi lo ha conosciuto, o chi ha soltanto fre-
quentato, oa lettore, i suoi numerosi scritti, e il suo gusto oella vita,
oelle relazioni, oei momenti gioviali; caratteristicLe, queste, oa lui
stesso riconosciute: SI, vorrei cLe oi me un giorno si oicesse: era un
tipo molto gaio e non soltanto un austero prolessore
3
.
L questa e ancLe oi latto l`ultima sua parola cLe emerge oal libro
testamento !|vo jno ollo morte, in cui si intrecciano diverse tema-
ticLe legate alla hne: la oipartita oei propri cari, il conlronto con la
precarieta, il senso oella soherenza, l`esigenza oi raccontare propria
oel sopravvissuto. In quelle brevi, ma oense pagine, egli riporta au-
tori e testi accomunati dal confronto con la morte, dai sopravvissuti
al lager ai meoici cLiamati ao accompagnare gli ultimi istanti oi
vita oi un paziente. Rihettenoo su questa oiversita oi situazioni e
oi interpretazioni possibili, e sempre la vita a guioare la mente, il
cuore e la penna oi Ricour: uesto l`Lo imparato oalla Signora
Hacpille, ancora una mezz`ora prima oi morire. Ancora vivi, ecco la
parola importante. In seconoo luogo, ancLe questo: quel cLe occupa
la capacita oi pensiero ancora preservata non e la preoccupazione
35. C. Aixi, Senso ed essere, cit., 771.
3. P. Ricutn, Lo cr|t|co e lo conv|n:|one..., cit., 227.
0
PAUL RICUR
oi cosa ci sia oopo la morte, bensI la mobilitazione oelle risorse piu
prolonoe oella vita ao ahermarsi ancora
37
.
La morte viene vissuta come un atto di vita, un momento op-
portuno per ringraziare e congeoarsi oagli amici cLe lo Lanno ac-
compagnato con ahetto per tanti anni. uesto e un oato costante
rilevato oa autori oi correnti e concezioni oi vita molto oiverse tra
loro. In termini non oiherenti si esprimeva, ao esempio, M. bobbio
nel suo testamento: Mon Lo tratto le soooislazioni piu ourature
oella mia vita oai lrutti oel mio lavoro, nonostante gli onori, i pre-
mi, i pubblici riconoscimenti ricevuti, graoiti ma non ambiti e non
ricLiesti. Le Lo tratte oalla mia vita oi relazione, oai maestri cLe mi
hanno educato, dalle persone che ho amato e che mi hanno amato,
da tutti coloro che mi sono sempre stati vicini e ora mi accompa-
gnano nell`ultimo tratto oi straoa
38
.
Li lronte alla hne, e l`ahetto e la presenza (ancLe nella memoria)
oelle persone care cio cLe renoe l`esistenza oegna oi essere vissuta.
uesto stesso messaggio ci e stato consegnato oa Ricour sul
versante sia intellettuale sia oi vita vissuta come un oono par-
ticolarmente prezioso per il nostro tempo. Li lronte a una quasi
monotona e persistente proclamazione oi una crisi oihusa (a livello
economico, sociale, giurioico, speculativo, relazionale) e oell`inuti-
lita oi un impegno per contrastarla, la rihessione oi Ricour si pone
come una shoa accattivante, l`invito a riconoscere un orizzonte oi
senso, oa cui nasce un agire capace oi renoere bella e buona la
propria vita.
37. Ii., !|vo jno ollo morte, Cantalupa (1o), Lhata, 2008, 45.
38. N. bovvio, Il tempo perouto, in Ii., De senectute, 1orino, Linauoi,
199, 49.
FOCUS
06
I'OBDINI NAZIONAII DII CIOBNAII-TI
Ironco-co Occhotto -.I.
La Civilt Cattolica 2013 III 506-520 | 3918 (19 settembre 2013)
Ogni anniversario che merita di essere celebrato unocca-
sione per fare bilanci e guardare con speranza al futuro; lOrdi-
ne nazionale dei giornalisti questanno compie 50 anni. Istituito
oalla legge n. 9 oel 3 lebbraio 193, La conhgurato l`ioentita oi
una professione, ma anche la storia di uomini e donne che, pro-
prio grazie ad esso, hanno modellato il proprio lavoro rendendolo
autonomo oa altre hgure lavorative e autorevole a livello sociale.
Mezzo secolo di tante luci in particolare quella di avere custo-
dito e servito la democrazia , ma anche di molte ombre lega-
te allopportunit politica e giuridica di mantenerlo in vita. Cos,
oggi, il dibattito sullOrdine continua a esprimere i due modi di
concepire il giornalismo italiano: da una parte, considerarlo un
mestiere che deve vivere con le logiche di mercato proprie delle
aziende editoriali senza il bisogno di una protezione (corporativa);
dallaltra, ritenerlo una professione, in cui lOrdine il garante
della deontologia.
Nel dopoguerra i costituenti scelsero di non approvare listi-
tuzione di un Ordine dei giornalisti, perch non era una priorit
nellagenda politica, ma tracciarono la strada per la sua costituzio-
ne. Questa scelta per non era condivisa da autorevoli giornalisti
e uomini politici del tempo; a tale riguardo nota la posizione di
Luigi Einaudi: Giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da
dire o che semplicemente sentono di poter dire meglio o presentare
meglio la stessa idea che gli altri dicono o presentano male. Lalbo
un comico non-senso se, per mezzo di esso, si presume di dare
un giudizio sullattitudine tecnica, sulla capacit di esercitare larte,
sulla durata pi o meno lunga del tirocinio prestato []. Non esiste
0
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
un albo di poeti e non pu esistere un albo di giornalisti
1
. Addi-
rittura i gesuiti delle riviste italiane, soprattutto quelli del Centro di
Studi Sociali San Fedele di Milano, che diventarono poi tra i primi
giornalisti iscritti allalbo, si opposero allapprovazione dellOrdine:
Se rimangono in vigore le disposizioni a cui facciamo riferimento,
risultano gravemente compromesse e la libert di stampa e la libert
della cultura e la libert religiosa e la libert di associazione
2
.
Prima di formulare qualsiasi tipo di giudizio, ci sembra oppor-
tuno ricostruire alcune tappe della storia dellOrdine, le ragioni del-
la legge che lo ha istituito nel 1963, i punti della mini-riforma del
2012 per poter rispondere ad alcune domande: si diventa giornalisti
con liscrizione allalbo, o si pu esserlo per competenza e capacit?
Lesistenza dellOrdine utile per garantire il bene dellinformazio-
ne intesa come servizio pubblico? Le nuove forme di giornalismo
trovano difesa e protezione nellOrdine?
Lo situozio:c i: oltri Focsi. cc::i comorotivi
Attualmente sono iscritti allOrdine circa 103.000 giornalisti,
il triplo della Francia (circa 37.000), il doppio della Gran Bretagna
(50.000). Si tratta di una professione ancora molto ambita e sogna-
ta dai giovani; per aumentano solamente i giornalisti con lavoro
autonomo e parasubordinato (co.co.co), mentre diminuiscono quelli
dipendenti
3
. Il costo annuo delliscrizione, che varia da Regione a
Regione, si aggira intorno a 100 euro, ma solamente il 45% dei gior-
nalisti attivo; uno su cinque ha un contratto di lavoro dipendente.
Il lavoro subordinato continua a calare (dal 2008 si registra un 5,1%)
e let media degli attivi cresce. La categoria segnata anche da una
1. C. I~nitiiii - L. F~cc~ctiti - C. S~t:~xvnocio - A. Ii~ Viii~, Storia del
giornalismo italiano. Dalle origini ai nostri giorni, Torino, Utet, 2002, 323. Luigi Einaudi
espresse la sua posizione nelle colonne di Risorgimento liberale il 12 dicembre 1945. Egli
si ispirava al modello di giornalismo inglese, in cui comitati di garanti concordavano la
politica editoriale tra editore e direttore.
2. L. Ros~, Ordine dei giornalisti e libert di stampa, in Aggiornamenti Sociali16
(1965) 549-574.
3. basti rihettere su un oato: oal 2007 al 2011 i gruppi Rsc, Lspresso e Monoaoori
hanno ridotto il personale di circa 3.300 giornalisti, il 21% del loro totale. I dati sono
tratti dallultimo Rapporto Lsdi, La fabbrica dei giornalisti, http://www.lsdi.it/2012/
la-fabbrica-dei-giornalisti/
FOCUS
0S
forte disuguaglianza interna: mentre un giornalista dipendente gua-
dagna mediamente circa 62.000 euro lanno, il reddito degli autono-
mi nel 2011 ammontava a 12.400 euro e quello dei parasubordinati
a 9.700 euro lanno. Un lavoratore autonomo su quattro dichiara di
non riuscire a guadagnare pi di 1.500 euro al mese; cos il reddito
medio dei giornalisti dipendenti cinque volte superiore a quello
degli autonomi. C un dato ancora pi preoccupante: il numero dei
rapporti di lavoro cala dell1% ogni anno.
Stabilito questo scenario, lOrdine si pone come una sorta di cor-
nice che va per considerata come un unicum (con qualche analogia
con il Portogallo e la regione della Catalogna); nella maggioranza dei
Paesi europei la professione giornalistica non neppure disciplinata
per legge. La professione in Gran Bretagna e in Irlanda non gode
nemmeno di un riconoscimento legale, laccesso completamente
libero e la oilesa oei giornalisti e amoata ai sinoacati, cLe rilasciano
carte o`ioentita prolessionali, specihcanoone l`uso. In Irlanoa si oi-
venta giornalisti solamente attraverso il tirocinio in una redazione,
perch la professione pu essere trasmessa solamente da chi la pratica.
Anche in Germania sono i sindacati a confrontarsi con gli editori,
ma questi non sono obbligati ad assumere i giornalisti, la cui forma-
zione e certihcata oal sinoacato attraverso una tessera stampa. In
Danimarca e in Olanda la professione regolata con lo stesso spirito:
i giornalisti danesi, pur non godendo di nessuna protezione legale,
oevono lrequentare un corso oi laurea specihco e ottenere una tessera
rilasciata dal sindacato; la legge olandese invece riconosce il giornali-
sta, ma rimanda la protezione della professione al sindacato.
In Francia il giornalismo disciplinato dalla legge, e vi accede
colui la cui occupazione principale regolarmente retribuita leser-
cizio della professione. Laccesso valutato da una Commissione
composta da editori e sindacati, che rilascia la Carta didentit profes-
sionale annuale, rinnovabile solamente se si continua a esercitare la
professione. Per la legge francese non sono necessari n titoli speciali
ne qualihcLe: e sumciente oimostrare cLe il proprio reooito oeriva
dallesercizio della professione, dopo un apprendistato di tre anni in
un luogo di lavoro, oppure dopo aver studiato in una scuola di gior-
nalismo. Negli anni Settanta, si distinguevano i giornalisti regolar-
mente assunti da quelli pagati a cottimo; oggi invece la legislazione
09
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
francese, per arginare il fenomeno dei precari e dei giornalisti sotto-
pagati, prevede solamente regolari contratti di lavoro.
In Belgio e in Lussemburgo, per esercitare la professione, lor-
dinamento richiede due anni di esercizio e una formazione univer-
sitaria specihca. L`elenco oei giornalisti, istituito nello stesso anno
di quello italiano, tenuto da un apposito servizio della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, mentre il riconoscimento fatto da una
Commissione del Ministero dellInterno.
In Spagna esiste la Federacin de Asociaciones de la Prensa, or-
ganismo privato a cui aderiscono quasi tutti i giornalisti; per essere
iscritti, occorre la laurea di giornalismo o due anni di pratica, se si
ha una laurea diversa. Per accedere, non sono previsti esami. Il Por-
togallo il Paese che pi assomiglia allItalia per la Corporazione
Stampa-Arti grahcLe e 1ipograh, voluta oa A. Salazar. Lal 1979 i
giornalisti sono regolati con una legge attraverso uno status profes-
sionale. Questo quadro comparativo fa s che sullOrdine italiano
penda una sorta di spada di Damocle: lEuropa potrebbe chiedere
allItalia di uniformarsi al modello di giornalismo europeo.
L`OrJi:c. u:`iJco o:tico :cllo storio itolio:o
Lidea di istituire un Ordine e un albo di giornalisti viene da
lontano: nel 1877 nasce lAssociazione della Stampa Periodica Ita-
liana, cLe oehnisce il giornalismo come prestazione intellettuale
a carattere professionale; nel 1908 la professione giornalistica vie-
ne riconosciuta a livello giuridico con listituzione del primo albo
4
.
1uttavia quello oei giornalisti non e hglio oella cultura oegli Croi-
ni professionali liberali, che nascevano come garanzia per lordina-
mento e indipendenza delle professioni. La sua nascita nel periodo
fascista ha portato lOrdine a essere considerato come una sorta di
brutto anatroccolo degli Ordini professionali. Quando nel 1925 il
ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Rocco lo istituisce, la vita del
giornalismo subisce una virata: lalbo inteso non come garanzia
di indipendenza, ma come strumento di controllo dello Stato sulla
4. Si trattava di un riconoscimento funzionale dato dalle Ferrovie, che
concedeva 8 scontrini ferroviari con la riduzione del 75% sulle tarihe a coloro cLe lanno
del giornalismo la professione abituale, unica e retribuita (legge n. 406, 9 luglio 1908).
FOCUS
10
stampa. Per questa ragione la prima preoccupazione della legge n.
2307 del 31 dicembre 1925 era di stabilire che ogni giornale o pe-
riodico avesse un direttore responsabile iscritto allalbo professiona-
le dei giornalisti, per poterlo controllare. Albo e Ordine iniziano a
non essere concepiti come due rami dello stesso albero. vero che la
legge istituisce lOrdine e dispone che lesercizio della professione
giornalistica sia consentito solo a coloro che siano iscritti negli albi
stessi, ma soltanto tre anni dopo il Regio decreto del 26 febbraio
1928, n. 384, bloccher le funzioni dellOrdine dei giornalisti. La
gestione dellalbo passer allora a un Comitato nominato dal Mini-
stero oi Crazia e Ciustizia, cLe ourera hno al 1944.
Caduto il fascismo, il gruppo dirigente della Federazione della
Stampa aveva davanti a s tre diverse scelte per regolare lOrdine:
abolire lordinamento professionale; disciplinare ex novo lOrdine
con una serie di decreti; apportare correttivi alla legislazione del
1928. Fu scelta questultima soluzione, istituendo una Commissio-
ne unica con sede a Roma, che controllasse gli undici albi regionali
e potesse fare da ponte con il nuovo ordinamento
5
.
Una prima formula di autogoverno della categoria i suoi
componenti erano designati dal sindacato dei giornalisti italiani
inizia con listituzione della Federazione della Stampa (26 luglio
1943), nata presso il Circolo della Stampa di Palazzo Marignoli a
Roma
6
. In breve tempo la categoria diventa protagonista di una
nuova stagione democratica. La prima assemblea dei giornalisti ita-
liani, tenutasi a Palermo dal 5 al 9 ottobre di quellanno, chiede di
istituire lalbo e di disciplinare giuridicamente la professione. Ri-
mangono ancora ispirativi alcuni passaggi del documento che fu
approvato quasi allunanimit: La difesa della libert di stampa e
della indipendenza della categoria non in contrasto con un Ordi-
ne dei giornalisti, giuridicamente riconosciuto, che anzi ritenuto
una garanzia di stabilit professionale, uno strumento di difesa de-
5. Il Decreto luogotenenziale del 23 ottobre 1944, istitutivo della Commissione
Lnica, rimase in vigore hno al 193. Lal 1944 al 1957 la Commissione e stata presieouta
da Guido Gonella.
6. Il sindacato ottenne dal Governo la formazione di una Commissione Unica,
alla quale venivano amoate la tenuta oegli 11 albi regionali e interregionali e la oisciplina
oegli iscritti (L.L.L. 23.10.1944), e cLe e rimasta hno all`approvazione oella legge nel
1963.
11
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
gli interessi dei giornalisti, un mezzo per moralizzare la categoria;
per questa ragione lassemblea propose il divieto legale per gli edi-
tori di assumere, e per i non professionisti di prestare la loro opera
redazionale nei giornali
7
.
Nel frattempo il governo De Gasperi aveva presentato al Par-
lamento un disegno di legge per la stampa; il testo non prevedeva
un albo, ma il 12 gennaio 1948 lassemblea ritenne lOrdine com-
patibile con il dettato dellart. 21 della Costituzione che discipli-
na la libert di stampa
8
. La mediazione fu portata avanti dallon.
Andreotti, il quale, il 15 gennaio 1948, propose un emendamento
risolutivo, che caratterizzer la legge sulla stampa. Il dato politico
rilevante la volont dei padri costituenti, che permetter alla giu-
rispruoenza oi ahermare la compatibilita costituzionale tra l`art.
21 della Costituzione e lalbo professionale, essendo stata la stessa
assemblea costituente a riconoscere il principio dellalbo
9
.
In questo lavoro di mediazione anche la Federazione appoggia
la maggioranza dei costituenti democristiani e impone a uno dei
pi autorevoli giornalisti, lon. Luigi Einaudi, di non esprimere in
assemblea il proprio parere contrario. A favore dellOrdine, inve-
ce, si esprimono altre grandi personalit, come Enrico Mattei e,
soprattutto, Enrico De Nicola, il quale riferisce a Gonella questa
conhoenza oi Le Casperi: Abbiamo il oovere gli oisse Le Ca-
speri di ripristinare uno status che, prima ancora di essere pro-
fessionale, politico. Parlare di leggi che garantiscono la libert di
stampa ha un senso soltanto se si d vita a un Ordine che, tra laltro,
non potr ignorare n il titolo di studio, n una pratica. Meglio
ancora, se avremo un esame al termine di questa pratica
10
.
7. A. Vi~ii, Giornalista. La professione, le regole, la giurisprudenza, Roma, Centro
documentazione giornalistica, 2001, 24.
8. Lemendamento che prevedeva un documento dal quale risulti liscrizione (del
direttore responsabile) nellalbo dei giornalisti, nei casi in cui questa sia richiesta dalla
legge sullordinamento professionale, entrer nel terzo comma dellart. 5 della legge n.
47/1948, nella quale si introduce il problema del direttore responsabile delliscrizione al
tribunale, che va considerata una comunicazione, e la responsabilit diretta del Direttore,
sia penale sia civile, nellinteresse pubblico.
9. A. Vi~ii, Giornalista..., cit., 26. Il Parlamento cerc di abolire il r.d. 26 febbraio
1928, n. 384, che istituiva lalbo, ma la Federazione della stampa riusc a far bloccare la
legge.
10. Da uno scritto inedito di Angiolo Berti, in A. Vi~ii, Giornalista..., cit. 28.
FOCUS
12
A::o 1968. :oscc l`OrJi:c Jci gior:olisti
Riahermare il principio giurioico oell`albo, nella legge sulla stam-
pa del 1948, apre il dibattito sullidentit, i compiti e il ruolo dellOrdi-
ne. I Congressi di San Remo (1948) e di Riccione (1950) portano alla
presentazione di alcune proposte di legge che saranno coordinate e
sintetizzate da Gonella, ministro di Grazia e Giustizia, nel disegno di
legge n. 1.563 sullordinamento della professione giornalistica. I lavori
nella Commissione parlamentare durano quasi due anni, dal maggio
del 1960 al maggio 1962; lo scontro si polarizza tra la struttura degli
albi e il modo di regolare la posizione dei pubblicisti. Il 12 dicembre
1962 il testo viene votato alla Camera, a scrutinio segreto, dalla Com-
missione Giustizia, e il 24 gennaio 1963 viene votato al Senato dalla
Commissione Giustizia riunita in sede deliberante. Soltanto Umberto
Terracini si dice assai sorpreso e umiliato di sapere che i giornalisti
italiani vogliano un Ordine, ma non vota contro. La legge acquista i
suoi ehetti oue anni oopo con il Lpr n. 115/195.
I compiti cLe la legge amoa all`Croine sono anzitutto la custooia
degli albi e lesercizio del potere disciplinare sugli iscritti (art. 1), ma
anche la cura dellosservanza della legge professionale; la vigilanza per
la tutela del titolo di giornalista; lamministrazione dei beni dellOr-
dine; la redazione dei bilanci consuntivi e preventivi da approvare in
assemblea; la vigilanza sulla condotta degli iscritti; la determinazione
delle quote di iscrizione annuale. Un solo albo quindi con due elenchi:
quello dei professionisti e quello dei pubblicisti
11
. Mentre gli organi
dellOrdine sono: lAssemblea, il Consiglio, il Presidente, il Collegio
dei revisori dei conti
12
.
A livello teoretico, la legge si basa su due princpi: riconosce il
giornalista come un professionista capace di svolgere unattivit in-
11. Rimane fondamentale una distinzione: sono professionisti coloro che
esercitano in modo esclusivo e continuativo la professione di giornalista; sono pubblicisti
coloro che svolgono attivit giornalistica non occasionale e retribuita, anche se
esercitano altre professioni o impieghi (art. 1). Entrambe le categorie devono svolgere la
prolessione in lorma continuata; l`aspetto cLe le oiherenzia e l`esclusivita oell`esercizio.
Il riconoscimento del ruolo dei pubblicisti stato fatto anche dalla Corte Costituzionale
con la sentenza n. 256 del 2 aprile 1971.
12. LAssemblea composta da tutti gli iscritti allalbo, si riunisce ogni anno per
approvare il bilancio e ogni tre anni per eleggere il Consiglio, che a sua volta elegge
il presidente, un vicepresidente, un tesoriere e un segretario. I Consigli regionali sono
composti da sei professionisti e tre pubblicisti.
1'
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
tellettuale a carattere professionale di natura creativa; attribuisce al
giornalismo una rilevanza sociale attraverso liscrizione in un albo.
La categoria chiamata dal legislatore ad autogovernarsi e a gestire
lalbo; lOrdine un ente pubblico con natura giuridica e con poteri
di autorit propri della pubblica amministrazione, dovendo vigilare
sullo svolgimento dellattivit giornalistica
13
. Il legislatore distingue
tra informazione e libere manifestazioni di pensiero. Si tratta di un
dato che nella discussione attuale sul giornalismo non scontato. Lin-
formazione, oltre a essere un diritto per tutti, diventa un dovere per
i giornalisti. Nellart. 2 sono precisati i diritti dei giornalisti, cio la
libert dellinformazione e di critica, mentre loro obbligo il rispetto
della verit sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla
lealt e dalla buona fede. Rimane rilevante un altro dato che stato
molto ridotto nella portata del suo principio dalla giurisprudenza, che
lo ha limitato ai soli professionisti: Giornalisti ed editori sono tenuti
a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando
cio sia ricLiesto oal carattere houciario oelle notizie. Ma c`e oi piu.
La legge introduce come novit di quel tempo lesame di idoneit, da
svolgere dopo i 18 mesi di praticantato, attraverso un esame di Stato.
Oltre alla tenuta dellalbo, lOrdine chiamato a vigilare sulla
condotta e sul decoro degli iscritti, e pu adottare provvedimenti di-
sciplinari
14
. L`emcacia oelle sanzioni pero penalizza, come spesso ca-
pita, i pi deboli. Ultimamente, dopo una sospensione, Feltri ha con-
tinuato a scrivere, cos come Socci, in seguito a unespulsione; Farina
ha continuato a scrivere sotto pseudonimo; Branchin ha violato regole
elementari contro il giudice Misiano. Inoltre, stupiscono alcune vo-
tazioni segrete del Consiglio nazionale che hanno assolto giornalisti i
quali hanno palesemente violato le norme del divieto di pubblicit. In
generale per la legge ha garantito la tutela della libert e dellautono-
mia del giornalista
15
.
13. La natura di ente pubblico lo fa appartenere alla pubblica amministrazione
(Decreto Legge 29/1993).
14. Le sanzioni previste sono: 1) lavvertimento, per abusi o mancanze lievi; 2) la
censura, per abusi e mancanze gravi; 3) la sospensione dallesercizio della professione
da due mesi a un anno, quando si compromette la propria dignit professionale; 4) la
radiazione dallalbo. La legge prevede il reintegro solamente dopo 5 anni dal giorno
oella raoiazione, su ricLiesta oell`interessato. L`Croine La avuto hnora nove Fresioenti.
15. Cfr C. M~i~viti~ - C. Miizi L`Lnii - C. Lti~ Viciv~ti, Le regole dei
giornalisti. Istruzioni per un mestiere pericoloso, Bologna, il Mulino, 2012.
FOCUS
1+
Dottri:o c giurisruJc:zo
Subito oopo la sua approvazione, un coro oi voci ahermo: La
legge nata vecchia. Cos, nel corso degli anni la giurisprudenza
stata costretta ad apportare una serie di rammendi, il primo dei quali
e la oehnizione oi prolessione giornalistica, cLe il legislatore aveva
omesso. giornalista, secondo la Corte di Cassazione (23 novem-
bre 1983, n. 7.007), colui che con attivit tipicamente, anche se non
esclusivamente intellettuale provvede alla ricerca, raccolta, elabora-
zione o commento oi notizie oestinate a essere oihuse tramite organi
oi inlormazione. uesta oehnizione cLiarisce, ancLe per il oibattito
attuale, che il giornalista svolge unattivit non semplicemente di dif-
fusione, come in genere compie un comunicatore, ma di mediazio-
ne intellettuale e di elaborazione di notizie
16
. Ci chiediamo: la notizia
si limita a essere solo ci che i giornalisti elaborano e decidono come
tale
17
?
In pi di una occasione la Corte ha ribadito la legittimit dellesi-
stenza di un Ordine che ha il compito di salvaguardare, erga omnes e
nellinteresse della collettivit, la dignit professionale e la libert di in-
formazione e di critica dei propri iscritti (sentenza n. 71/1991). La tesi
convincente? La realt potrebbe spingerci a dire il contrario, sia per lesi-
stenza del sindacato, sia per le funzioni corporative che lOrdine esercita.
Invece, secondo la Corte, la legittimit dellOrdine in relazione allart.
21 Cost. nasce dallattivit professionale giornalistica e non dal diritto
alluso dei media come mezzi di libera manifestazione del pensiero. Esso
sarebbe violato se la legge avesse imposto ai soli giornalisti di scrivere.
Rimane un punto di non ritorno nellordinamento: con la sentenza n.
11/1968 la Corte stabilisce che quella dei giornalisti una professione e non
16. C. C~niiti, Le regole dellinformazione. Principi giuridici, strumenti, casi.,
Milano, Monoaoori, 2005, 109. uesta oehnizione permettera oi incluoere nella
categoria oei giornalisti i lotoreporter, gli operatori televisivi, i vignettisti ecc. hno ai
comunicatori del web.
17. La giurisprudenza tende a essere ambigua su questo punto. Nella sentenza del
9 maggio 1990, n. 4.547, la Cassazione aherma cLe il giornalista e colui cLe con opera
intellettuale provvede alla raccolta, elaborazione o commento delle notizie destinate a
formare oggetto di comunicazione interpersonale attraverso gli organi di informazione,
meoianoo tra il latto oi cui acquisisce la conoscenza e la oihusione oi esso attraverso un
messaggio (scritto, verbale, grahco o visivo) necessariamente inhuenzato oalla personale
sensibilit e dalla particolare formazione culturale e ideologica.
1
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
un mestiere
18
. Il dibattito tuttaltro che chiuso. LOrdine ha dovuto resistere
a forti attacchi; tra questi ricordiamo la proposta di abolizione attraverso il re-
ferendum del 15 giugno 1997, che non ha raggiunto il quorum dei votanti
19
.
La dottrina contraria allOrdine ritiene che le logiche corporative
dellOrdine contrastino con la libert di espressione e che il giornalismo
non sia una professione che richiede conoscenze tecniche imprescindibi-
li. Secondo il costituzionalista Paolo Barile, la professione non si presenta
come sapere specihco, ma come l`esercizio continuativo, esclusivo e re-
tribuito, della libert di pensiero a favore di unimpresa editoriale. Secondo
parte della dottrina, il giornalismo non una professione che tutela un pre-
ciso interesse pubblico, come avviene per i medici, gli avvocati, gli inge-
gneri, gli architetti ecc. I giornalisti stessi dipendono da aziende editoriali
in cui esiste un potere gerarchico che vincola lattivit del dipendente
20
.
Lo mi:i-riformo
La recente riforma dellOrdine, iniziata nel 2011, va inquadrata nel
processo di liberalizzazione delle professioni deciso dallallora ministro
18. Nella sentenza n. 11 del 21-23 marzo 1968 la Corte ritiene che i giornalisti
vengano associati in un organismo che, nei confronti del contrapposto potere economico
dei datori di lavoro, possa contribuire a garantire il rispetto della loro personalit e,
quindi, della loro libert: compito, questo, che supera di gran lunga la tutela sindacale
dei diritti di categoria e che perci pu essere assunto solo da un Ordine a struttura
democratica, che, con i suoi poteri di ente pubblico, vigili, nei confronti di tutti e
nellinteresse della collettivit, sulla rigorosa osservanza di quella dignit professionale
che si traduce, anzitutto e soprattutto, nel non abdicare mai alla libert di informazione
e di critica e nel non cedere a sollecitazioni che possano comprometterla. La stessa
posizione della Corte stata confermata nelle sentenze n. 71/1991 e n. 38/1997. Cfr G.
I~nitiiii - L. F~cc~ctiti - C. S~t:~xvnocio - A. I. Viii~, Storia del giornalismo
italiano. Dalle origini ai nostri giorni, Torino, Utet, 2002, 326.
19. Il quesito stato votato dal 30,1% degli aventi diritto, dei quali il 65% era
in favore dellabrogazione dellOrdine, il 34,5% per il mantenimento. La Consulta ha
dichiarato ammissibile il referendum, ritenendo che lOrdine dei giornalisti non sia
essenziale alla tutela della libert di espressione sancita dallart. 21 della Costituzione,
ma ha anche aggiunto: Non pu sorgere il dubbio che, con leventuale esito abrogativo
del referendum, possano venir meno lattivit giornalistica professionale, la disciplina
contrattuale del rapporto di lavoro, o i canoni deontologici inerenti a tali attivit. La
Corte ha cos rimandato alla responsabilit del legislatore di dirimere la tensione tra
professione e mestiere.
20. Cfr F. b~niii, VeccLi e nuovi motivi oi incostituzionalita oell`Croine oei
giornalisti, in Problemi dellinformazione 14 (1989) 7-17. Anche la Corte Europea dei
diritti dellUomo, con la sentenza del 27 novembre 2012 ha dichiarato che nessun
giornalista puo appellarsi, se La pubblicato latti non veri, non verihcati, o in mala leoe.
FOCUS
16
dellEconomia Tremonti
21
. I suoi criteri ispirativi riguardavano la for-
mazione continua, la divisione tra deontologia e attivit amministrati-
va degli enti, lassicurazione obbligatoria, le regole di accesso, la libert
di pubblicit informativa. Nel 2011 sembrava che i pubblicisti che non
accedono allalbo attraverso lesame di Stato venissero esclusi dalla ca-
tegoria. In realt i problemi che sono emersi erano altri e, al momento
dellapplicazione, la composizione del Consiglio nazionale e laccesso alla
professione non hanno avuto una soluzione adeguata.
condivisibile lanalisi del direttore del Consiglio nazionale dellOr-
oine, Lnnio bartolotta, sulla rilorma: L`ehetto innovativo oella rilor-
ma degli ordinamenti professionali ha investito due aspetti principali: la
novit della formazione permanente continua e la revisione del sistema
disciplinare. Restano sempre aperte due importanti questioni che sono al
centro delle iniziative riformatrici dellOrdine dei giornalisti da tempo
perseguite. Una la questione del titolo di studio di accesso, la laurea,
e laltra loperativit del Consiglio nazionale, le cui norme vigenti sulla
rappresentanza hanno determinato un ampliamento eccessivo della sua
composizione
22
.
I cambiamenti sono due: la gestione della giustizia deontologica
non verr pi esercitata dai Consigli regionali e nazionale, ma da
un Collegio territoriale oi oisciplina, la cui nomina e oehnita oal
Presidente del tribunale sulla base di una rosa fornita dal Consi-
glio regionale. Il Consiglio sar composto da 9 membri, il Collegio
giudicante sar formato da tre. Il Collegio di disciplina nazionale,
nominato per la prima volta dal Consiglio nazionale lo scorso 14
dicembre 2012, formato da 12 membri, eletti tra i consiglieri in
carica che hanno cessato le funzioni amministrative e rimarranno
consiglieri di disciplina. Finora, invece, il Consiglio giudicante era
composto dallintero Consiglio nazionale (150 giornalisti: 73 pub-
blicisti a 77 professionisti).
21. Liter della riforma si basa su alcuni passaggi legislativi: il decreto legge n.
138/2011; la legge n. 148 del 14 settembre 2011; il D.L. n. 1/2012 convertito nella legge
n. 27/2012. In quasi ogni legislatura in Parlamento viene presentato un progetto di
riforma dellOrdine. Per approfondire largomento, cfr C. Ztccniiii, Ordine dei
giornalisti: una riforma dopo il referendum, in Aggiornamenti Sociali, 2/1988, 133-145.
22. L. b~n:oio::~, LOrdine dei giornalisti, in corso di pubblicazione.
Lo scritto integra lo studio del medesimo autore: La legge e il regolamento, in M.
F~n:iiiio - S. M~:oii, La professione del giornalista, Roma, Centro documentazione
giornalistica, 2010, 411-434.
1
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
Laltra novit riguarda la formazione permanente: tutti gli iscritti
allalbo, a partire dal 2014, avranno lobbligo e lopportunit ag-
giungiamo noi di acquisire in un triennio 60 crediti (ogni ora vale
due crediti), attraverso attivit riconosciute come aggiornamento
dallOrdine o da soggetti autorizzati. Ci sar la possibilit di cono-
scere nuove mooalita lavorative, materia oeontologica, aspetti hscali,
di economia, ma anche aspetti culturali e tecnologici (nuovi media,
internet...) che richiedono un continuo aggiornamento.
Va riconosciuto lo slorzo oel legislatore oi oistinguere le lun-
zioni amministrative da quelle disciplinari, che restano pur sempre
amoate, nel caso oell`Croine oei giornalisti, ai soli iscritti all`albo,
e di assicurare la terziet di divisione di ruoli, ma la riforma non
colma la crisi della gestione interna dellOrdine; non si disciplina-
no n laccesso n le regole di rappresentativit e composizione del
Consiglio nazionale
23
. Pu funzionare, ed essere utile per la vita
dellOrdine, un Consiglio nazionale di 150 membri (quasi la met
sono giornalisti pubblicisti) che si riunisce a Roma, dovendo sop-
portare un costo ingente per la sola organizzazione?
Alcu:c co:siJcrozio:i fi:oli
LOrdine ha una triplice funzione: tutela il diritto costituzionale
della libert di stampa; controlla losservanza delle norme deontolo-
giche professionali; si occupa della formazione permanente dei suoi
iscritti. 1uttavia queste hnalita sono rimesse in oiscussione oagli stessi
iscritti. Se ci si limita a contestare un comportamento etico, perch
non pu essere giudicato dal pubblico che pu cambiare testata, o dal
direttore? Inoltre, in questione c il modo in cui le norme si applicano.
I giornalisti nel 1963 erano pochi e tutti assunti come dipendenti dalle
varie testate. I pubblicisti (avvocati, commercialisti, sacerdoti, politici
ecc.) erano giornalisti cLe portavano opinioni specihcLe come esper-
ti. A partire dalla met degli anni Settanta il mondo del giornalismo
23. Una possibile riforma organica dellOrdine rimane il Documento di indirizzo
per la riforma dellOrdine dei giornalisti, Positano, 16 e 17 ottobre 2008. Il Consiglio
nazionale ha proposto di superare la divisione professionisti/pubblicisti, permettendo a
tutti oi arrivare all`esame oi Stato e alla oehnizione oi giornalista come cLi svolge la
professione e vive di quel lavoro. Ma la proposta di riforma non stata mai approvata
dal Parlamento, n fatta propria dal Ministro.
FOCUS
1S
cambia la sua identit; nascono radio libere e televisioni private. Il caso
di Lotta continua rimane nella storia come emblematico: decide di na-
scere senza direttore responsabile. un caso estremo che indica come
il modo di fare giornalismo rivendichi indipendenza dallOrdine, che
a sua volta fatica ad accompagnare i nuovi processi di giornalismo,
resiste alle radio che chiedono laccesso dei loro collaboratori e insegue
le conseguenze della rivoluzione tecnologica. Tra gli anni Settanta e
Ottanta molti giornali e radio libere non riescono a garantire occupa-
zione stabile, e nasce il precariato. Ci si vuole esprimere, ma mancano
i mezzi e i soldi; le testate nascono e muoiono velocemente.
A met degli anni Settanta, nasce un pubblicismo diverso da quello
pensato dalla legge: esso costituito dai giornalisti che svolgono in
modo esclusivo la professione, ma non vengono remunerati come i
professionisti
24
. Sorge un problema legato al principio di giustizia: tra
pubblicisti storici, quelli obbligati, i primi precari e i professionisti con
una retribuzione regolare (piuttosto alta) con la possibilit di chiedere
a 55 anni il prepensionamento e a 60 di andare in pensione
25
. Sono gli
anni dei privilegi assistenza medica integrativa, sconti su aerei e tre-
ni, accesso agli spettacoli ecc. che fanno perdere allinterno dellOr-
dine il senso della solidariet e producono vere e proprie classi diverse.
LOrdine costretto a trovare rimedi. Negli anni Novanta, no-
nostante il riconoscimento oel praticantato o`umcio, oelle scuole oi
giornalismo e lestensione dellaccesso allOrdine, le tensioni, invece
di placarsi, si aggravano. Oltre il 70% dei neo-giornalisti professio-
nisti arriva oa un praticantato o`umcio; il praticantato traoizionale
(art. 35) giunge al suo capolinea. Le aziende editoriali scelgono di
favorire la precarizzazione, di non far entrare quasi pi nessuno in
redazione e di estendere larea dei contratti atipici. La scelta di sfrut-
24. I due possibili contratti per i professionisti sono il Fieg-Fnsi e lAeranti
Corallo. I rapporti di lavoro regolati dal contratto nazionale dei giornalisti (Fieg-Fnsi)
sono passati dai 18.051 del 2011 ai 17.983 del 2012 (-0,38%). Sono cos cresciuti i ricorsi
agli ammortizzatori sociali e ai contratti di solidariet.
25. La delicata condizione dei pubblicisti pone una questione di libert, come
ha precisato uno dei pubblicisti del Consiglio nazionale: Per la legge sulla stampa
solo gli iscritti agli albi possono dirigere i giornali e ogni altra pubblicazione. Se si
limita eccessivamente lesistenza dei pubblicisti [], chi diriger tante pubblicazioni,
in particolare nel mondo del volontariato o dellassociazionismo, garantendo che non
scivolino nella stampa clandestina? (L. Covisi, La riforma dellOrdine. Cosa potrebbe
cambiare soprattutto per i pubblicisti, 23 gennaio 2012, in www.ucsi.it sezione Toscana).
19
ORDINE NAZIONALE DEI GIORNALISTI
tare la manovalanza giornalistica si rivela economicamente vantag-
giosa, ma editorialmente, professionalmente e moralmente discuti-
bile.
Ogni anno circa mille persone sostengono lesame per diventare
giornalisti professionisti; soltanto il 10% dei candidati proviene da
un contratto di praticantato, e il 20% dalle scuole di giornalismo. La
maggior parte oei praticanti sono o`umcio. L`orientamento e qua-
si univoco: fare in modo che laccesso passi solamente dalle scuole
di giornalismo, le quali per ogni anno costano da 5.000 a 9.000
euro
26
. Ci chiediamo: una famiglia di livello basso pu permettersi
un costo cos alto? Non c il rischio che laccesso sar permesso
soltanto a coloro che hanno mezzi economici? Come si risolve que-
sta situazione? E le nuove forme di giornalismo potranno avere un
certo tipo di riconoscimento?
27
. importante non vendere sogni
irrealizzabili ai ragazzi. Le borse di studio sono poche, i posti da
occupare molto pochi; in pi, la professione non si impara, ma si
trasmette da maestro ad allievo, come in una bottega artigiana.
Stabilire che le scuole diventino la corsia privilegiata per accedere
allesame, perch le redazioni non riconoscono loro i mesi di pra-
ticantato, e iniquo. Va vista invece come una conquista la recente
legge sullequo compenso che lattuale presidente dellOrdine, Enzo
Iacopino, ha voluto insieme al sindacato.
Ma, pi in generale, lOrdine con gli organismi di categoria
(Fnsi, sindacato, Inpgi, Istituto nazionale di previdenza) chiamato
a gestire un cambiamento epocale del sistema editoriale, che so-
prattutto culturale ed etico; al suo interno coesistono professionisti
di vecchio stampo, professionisti che sono diventati tali attraverso i
nuovi settori del giornalismo, come gli addetti stampa, o i freelance
cLe si ohrono sul mercato, le varie nature oi pubblicisti cLe Lanno
un peso determinante per lelezione delle cariche. Il diritto-dove-
re sancito dalla legge del 1963 del rispetto della verit sostanziale
oei latti e un argine cLe salvaguaroa l`inhazione oagli eoitori e
26. Nellordinamento universitario i corsi di laurea di giornalismo sono nati a
partire dal 1996. Ogni anno ne sono riconosciuti circa 1.000/1.200; dalle 12 scuole
escono circa 300 laureati; le scuole sono a Salerno, Urbino, Bari, Perugia, Bologna,
Torino, Milano Statale, Milano Cattolica, Milano Iulm, Suor Orsola Benincasa di
Napoli, Luiss di Roma, Lumsa di Roma.
27. Cfr www.repubblicadeglistagisti.it
FOCUS
20
dai gruppi di potere. Il principio richiede che la retribuzione sia
adeguata; il precariato sottopagato render utopico il principio di
autonomia. Davanti a questo scenario, la categoria pu ripensarsi
soltanto riacquistando lo spirito delle professioni liberali. Il lavo-
ro va cercato, come ao esempio per gli umci stampa, i giornalisti
invitati per eventi ad hoc ecc. Rilormarsi signihca aoeguarsi alle
forme moderne di associazionismo europeo e riacquistare la credi-
bilita oavanti a un`opinione pubblica cLe La poca houcia nella cate-
goria. Questo nuovo cambio di paradigma richiede dai giornalisti
che non esercitano, pensionati compresi, di lasciare lOrdine, op-
pure di diventare emeriti e di non incidere nel governo
28
. Rimane
poi lesercito dei pubblicisti il cui accesso andrebbe riportato allo
spirito della legge del 1963. Recentemente il Consiglio nazionale
dellOrdine ha approvato un regolamento provvisorio per ricono-
scere come professionisti tutti quei pubblicisti che lavorano da anni
in modo esclusivo e continuo; questa condizione permetter loro
di accedere allesame.
La tessera non indica uno status, deve semplicemente essere il
mezzo che rende pubblica lattivit di guardiano della democrazia.
Ci auguriamo che il compimento della riforma avviata nel 2012
si basi su oue punti qualihcanti: a) subordinare liscrizione allalbo
all`ehettivo esercizio oella prolessione; b) creare un albo speciale de-
gli emeriti che hanno smesso di esercitare senza diritto di voto.
Insomma, a nostro parere, solamente liberalizzando laccesso
(soprattutto per i giovani) e operando le necessarie potature dellat-
tuale sistema, lOrdine potr arrestare la lenta implosione che anti-
cipa qualsiasi tipo di scioglimento formale.
28. Un esercito di circa 46.200 giornalisti iscritti, che dal 1 ottobre 2012 non ha
nessuna posizione Inpgi: si tratta del 46% dei giornalisti italiani. Inoltre, molti giovani
aspettano un riconoscimento, soprattutto per quelli che lavorano nellonline.
21
I'ACINDA CIOBAII
IIB IO -\IIIIIO IO-T 201
Inciono Iorivoro -.I.
Il 17 settembre si aperta la 68
a
sessione dellAssemblea Generale
dellOnu. Il Meeting di Alto Livello, nella settimana appena inizia-
ta, partir dalla discussione sul conseguimento degli otto obiettivi
di sviluppo del millennio (Mdg, Millennium Development Goals).
Per oltre un decennio essi sono stati i fari per la lotta contro varie
dimensioni della povert estrema e per gli aiuti internazionali
1
.
Gli Mdg, ognuno con sub-obiettivi (targets) e indicatori di mi-
sura (riformulati dal 2008), sono operativi dal 2003 e scadono nel
2015. Che cosa avverr dopo, soprattutto per gli obiettivi non rag-
giunti? Saranno confermati? o, meglio, aggiornati? Essi infatti non
toccano i temi della pace, della sicurezza dalla violenza, del disarmo,
del buon governo. E cos hanno dato unapplicazione parziale, sep-
pure molto ampia, della Dichiarazione del Millennio dell8 settem-
bre 2000.
Per questo, gi la Plenaria di Alto Livello dellAssemblea Gene-
rale sugli Mdg del 2010 aveva chiesto al Segretario generale, Ban
Ki-moon, di lanciare lAgenda globale post 2015 dello sviluppo
sostenibile (non soltanto ecologicamente) alla scadenza degli otto
Mog. A tal hne il Segretario generale oell`Cnu La avviato oiverse
iniziative, come la nomina di un suo consigliere speciale sulla pia-
nihcazione oello sviluppo post 2015.
1. Gli Mdg sono: 1) sradicare la povert estrema e la fame, con tre targets
(dimezzare, tra il 1990 e il 2005, la proporzione di chi vive con meno di 1,25 dollari
al giorno; occupazione piena e produttiva e lavoro dignitoso per tutti, inclusi donne
e giovani; oimezzare, tra il 1990 e il 2015, la proporzione oi cLi sohre la lame); 2)
rendere universale listruzione primaria; 3) promuovere la parit dei sessi e lautono-
mia delle donne; 4) ridurre la mortalit infantile; 5) migliorare la salute materna; 6)
combattere Hiv/Aids, malaria e altre malattie; 7) garantire la sostenibilit ambienta-
le; 8) sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.
La Civilt Cattolica 2013 III 521-533 | 3918 (19 settembre 2013)
FOCUS
22
Agc:Jo glololc cr lo sviluo ost 201
La oehnizione oi obiettivi globali e misurabili in aiuto ai Faesi
poveri era stata ritenuta utile, dagli Stati membri dellOnu, perch
guidasse e focalizzasse le politiche delle autorit locali, degli Sta-
ti benefattori e delle organizzazioni multilaterali; perch la societ
civile potesse cLieoere il perseguimento oi hni cLiari, vincolanti e
lunzionali a uscire oalla poverta; e inhne percLe i media potessero
vigilare e informare sul loro perseguimento concreto e trasparente.
Lo scorso 1 luglio il Segretario generale dellOnu, presentando
il Rapporto 2013 sullavanzamento degli Mdg, ha dichiarato che
essi sono stati la spinta contro la povert di maggior successo nella
storia. Adesso il numero di Stati a basso reddito sceso a 35, dai
75 nel 2000. Tuttavia 870 milioni di persone, al 70% in aree rurali,
sono denutrite, con oltre 100 milioni di bambini sottopeso. Nel
2010, rispetto al 1990, 700 milioni di persone in meno avevano
un reddito inferiore a 1,25 dollari al giorno. Ma sono ancora 1,2
miliardi, e 2,4 sotto i 2,5 dollari: al 65% nei Paesi a reddito medio;
mentre i disoccupati nel mondo sono 200 milioni.
A hne 2012 le persone cLe avevano abbanoonato la casa, per
guerre o persecuzioni, erano 45,1 milioni, delle quali 15,4 milioni
rifugiati allestero. Poi ci sono le vittime dei disastri naturali, che per
il 2030 si spera possano essere 220 milioni in meno. Due miliardi
di persone in pi hanno un accesso migliore allacqua potabile; ma
altri 2,5 non godono di servizi igienico-sanitari dignitosi. Si dra-
sticamente ridotta la mortalit dei bambini sotto i cinque anni
ancora 19.000 al giorno , e quella delle madri ancora 350.000
lanno durante la gravidanza e il parto; ma non si raggiunge-
ranno i targets del 2015. calata la popolazione che vive in aree
insalubri, e pure lincidenza di diverse malattie; tuttavia ogni anno
2,5 milioni di persone si infettano con lHiv, 660.000 muoiono di
malaria e 1,4 milioni di tubercolosi. E laccesso alle terapie per le
patologie gravi non contagiose, come il cancro, possibile soltanto
a una parte della popolazione mondiale.
Ogni anno un miliardo di donne, che gi hanno un minore ac-
cesso a lavori dignitosi e servizi sociali, subiscono violenza sessuale o
hsica (inclusi omicioi oi onore, mutilazioni genitali, matrimoni lorzati
2'
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
e di bambine). E, in una media mondiale, soltanto il 21% dei parla-
mentari sono donne. Ma entro il 2015 sar possibile a tutti i bambini e
a tutte le bambine l`accesso all`eoucazione primaria, cLe non signihca
ancora escludere labbandono scolastico, soprattutto femminile, n as-
sicurare l`accesso universale a un`istruzione superiore e qualihcante per
il mondo del lavoro e per una vita culturale e politica attiva.
Nel frattempo, scompaiono foreste vergini e specie animali, gli
oceani si acioihcano, le emissioni oi gas serra aumentano; mentre
gli aiuti umciali allo sviluppo non crescono come promesso. Soltan-
to il 40% della popolazione mondiale pu connettersi a internet, ma
6,8 miliardi di persone usano la telefonia mobile; mentre laccesso ai
servizi hnanziari e assicurativi e ben lontano oall`essere universale.
Senza le autonome politiche nazionali di crescita, in particolare
della Cina (e di inclusione sociale nei Paesi pi lungimiranti, come il
Brasile e il Messico), la multiforme povert estrema e la disoccupa-
zione sarebbero ben piu oihuse, ancLe per ehetto oell`aumento oei
prezzi alimentari eo energetici, oella crisi hnanziaria post-Lehman
Brothers e di quella economica europea. Purtroppo gli attuali mo-
delli di produzione e consumo, anche dei Paesi emergenti, stanno
inquinando il pianeta ed esaurendo molte sue ricchezze naturali.
Inoltre, con la crescente disuguaglianza nellesercizio dei diritti
umani, non assicurata la tenuta politica di numerosi Stati e della
comunit internazionale. I cittadini del mondo aspettano la rifor-
ma della governance globale e il rahorzamento oelle sue istituzioni in
chiave democratica, anche per prepararsi al 2050, quando ci saranno
9,6 miliardi di persone, secondo le ultime proiezioni del rapporto
World Population Prospects oell`Cnu, con crescenti hussi migratori.
Oli olicttivi cr lo costruzio:c Jcllo occ c Jcgli Stoti Fsg,
Lottavo Mdg consiste nel perseguimento di un partenariato glo-
bale per lo sviluppo. Esso riguarda, fra laltro, gli aiuti umanitari, quelli
per sviluppare il commercio estero dei Paesi poveri, la riduzione dei
loro debiti pubblici, il trasferimento di tecnologie e di infrastrutture,
soprattutto farmaceutiche, dellinformazione e comunicazione.
Il IV Iorum oi Alto Livello sull`emcacia oegli aiuti allo svilup-
po (29 novembre - 1 dicembre 2011), a Busan in Corea del Sud,
FOCUS
2+
assunse numerosi impegni nel quadro del Mdg8, tra cui laccounta-
bility e la trasparenza, ossia tutti gli attori devono rendere conto
della loro azione a tutti. A Busan stato indicato, come principio
ispiratore, l`emcacia oello sviluppo e non piu l`emcacia oegli aiu-
ti. Ed stata istituita la Clobol Portnersh| jor Lect|ve Develoment
Co-operation (per porre attenzione allottavo Mdg e su come andr
rielaborato nellAgenda dello sviluppo post 2015), che ha individua-
to oieci inoicatori per come promuovere l`emcacia oello sviluppo.
A busan si e oehnitivamente preso atto cLe i 45 Stati istituzional-
mente lragili o sottoposti a conhitti armati non Lanno conseguito
nessun Mdg. Mancano loro le basi su cui innestare lo sviluppo. sta-
to quindi accolto il New Deal promosso dallInternational Dialogue on
Peacebuilding and State Building, che include il gruppo g7+ di Stati
lragili e colpiti oa conhitti. Il New Deal presenta cinque Peacebuild-
ing and State Building Goals (Psg) con targets e indicatori.
Questi obiettivi per la costruzione della pace e degli Stati sono:
1) politiche legittimate (rappresentanza e partecipazione, relazioni
sociali inclusive); 2) sicurezza; 3) giustizia; 4) fondamenti economici
(accesso ai servizi di trasporto, di telecomunicazione ed energetici;
prezzi alimentari; riduzione del lavoro minorile ecc.); 5) buona ge-
stione oel gettito hscale (inclusi il contrasto a corruzione e luga oei
capitali, ancLe con elusione-evasione hscale) e servizi pubblici
2
.
Oli olicttivi Ji sviluo sostc:ililc SJg,
Il Vertice Onu sullo sviluppo sostenibile del 20-22 giugno 2012
(Rio+20), che focalizza il settimo Mdg di assicurare la sostenibilit
ambientale, si occupato anche degli altri sette Mdg e delle disu-
guaglianze. Mel oocumento hnale, The Future We Want, si indivi-
2. Il Dialogue nacque nel 2005 con la Dichiarazione di Parigi del II Forum
oi Alto Livello sull`emcacia oegli aiuti, quanoo si riconobbe la necessita oi in-
terventi mirati per migliorare l`emcacia oegli aiuti nelle situazioni oi conhitto e
lragilita statuale. Mel 2007 l`Ccse propose oieci inoicazioni per un emcace coin-
volgimento dei Paesi benefattori (Dac Fragile States Principles). Per larticolazio-
ne integrale del New Deal con focus e tasks, cfr www.pbsbdialogue.org, www.
newdeal4peace.org; www.g7plus.org/ A tale proposito, si rimanda anche alle 19
Raccomandazioni di Bolzano sulle minoranze e sulle relazioni interstatali, pre-
sentate dallOsce nel 2009; e agli gli otto Pilasti della Pace (Pillars of Peace) in
http://economicsandpeace.org/
2
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
duano 26 temi su cui elaborare globalmente gli obiettivi di svilup-
po sostenibile (Sdg, Sustainable Development Goals). Si sollecita che
lindividuazione dei goals del millennio per il dopo 2015 converga
sugli Sdg, per evitare duplicazioni disfunzionali. Rispetto agli Mdg,
pi attenti alla povert estrema, gli Sdg dovranno considerare in
modo integrato i tre pilastri della sostenibilit: benessere economi-
co, eguaglianza socio-politica-culturale, tutela ambientale.
Rio+20 ha istituito un Comitato inter-governativo (Open Wor-
king Group), che a settembre si dovrebbe trasformare in High Level
Panel, anche per ripensare le istituzioni di vertice dellOnu che si oc-
cupano di sviluppo e ambiente. LOpen Working Group on Sustainable
Development Goals, lo scorso 19 giugno, ha presentato le sue osserva-
zioni. Lobiettivo principale resta lo sradicamento della povert estre-
ma, fattibile entro il 2030 dal punto di vista tecnico-economico, in
termini di reddito, cibo, salute e infrastrutture di base. Si chiedono
per tutti: apprendimento scolastico, cure sanitarie, protezione sociale
e lavoro dignitoso. Inoltre, essenziale misurare i progressi con dati e
statistiche disaggregate per contrastare le diseguaglianze (inequalities)
inaccettabili tra Stati, dentro la stessa nazione, di genere, tra gruppi
etnici, fasce di et, verso disabili e future generazioni. Esse sono da
combattere in base allavversione morale per liniquit (inequity).
Al Vertice Onu in corso, lOpen Working Group ohrira oelle pro-
poste di Sdg. A sostegno della loro elaborazione, Ban Ki-moon ha
creato lUn Sustainable Development Solution Network, un organismo
con competenze scientihcLe e operative (imprese e societa civile). Il
suo Consiglio direttivo, il 6 giugno, ha presentato il rapporto An
Action Agenda for Sustainable Development, secondo il quale la coope-
razione globale deve basarsi su quattro valori (normative concepts) in-
terrelati: diritto allo sviluppo, diritti umani e inclusione sociale, con-
vergenza di stili di vita, condivisione di responsabilit e opportunit.
Si riconosce che non tutte le grandi questioni sono ben formu-
labili in termini di obiettivi (goalable), n sono globali (globable), nel
senso che molti Paesi hanno problemi identici a quelli di altri (com-
mon problems), ma necessitano soprattutto di interventi a livello na-
zionale; mentre ci sono problemi condivisi da tutta lumanit (shared
problems), come l`acioihcazione oegli oceani, cLe ricLieoono azioni
internazionali comuni, ma oiherenziate a seconoa oelle capacita.
FOCUS
26
Icrso i :cgozioti cr Agc:Jo glololc ost-201
Innumerevoli attori politici e accademici interni ed esterni alla ga-
lassia Onu e pure la Santa Sede stanno portando un contributo
al dibattito mondiale sullo sviluppo sostenibile dopo il 2015 e su come
integrarvi in modo coerente Mdg non raggiunti, Psg e Sdg. LUe
intervenuta in varie occasioni; cos pure lUnione Africana, il G8, il
G20, anche nel recente Summit del 5-6 settembre a San Pietroburgo.
Numerose organizzazioni della societ civile adesso arrivate a
800 in 100 Stati hanno dato vita a un sito web di discussione globa-
le, www.beyond2015.org, dove la Cafod (Catholic Agency for Overseas
Development) assolve un ruolo guioa per una rihessione rigorosa.
Da parte sua, lOnu ha lanciato www.worldwewant2015.org,
per raccogliere rihessioni oa cLiunque, e vvv.myvorlo2015.org,
dove chiunque pu votare sei priorit post 2015 tra le sedici proposte
(o suggerirne altre). Secondo il principio della multi-stakeholdership,
sono coinvolti i rappresentanti di istituzioni politiche, societ civile,
monoo accaoemico e oegli ahari, lonoazioni hlantropicLe, gruppi oi
emarginati (donne, giovani, disabili, minoranze etniche, gruppi in-
digeni) e singole persone. Cos, tramite media digitali (crowdsourcing),
in corso una conversazione mondiale, che ha gi coinvolto pi di
1.000.000 di persone di 194 Paesi e intende superare il limite della
selezione di Mdg e targets 2000-15, amoata a pocLi esperti.
Un altro organismo ad hoc voluto da Ban Ki-moon nel 2012
lUN System Task Team on the Post 2015 Agenda. Esso ha coordina-
to i contributi di decine di organismi della costellazione dellOnu,
ma pure Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e Orga-
nizzazione Mondiale del Commercio. E ha pubblicato due rapporti:
Realizing the Future We Want for All (giugno 2012) e A Renewed
Global Partnership for Development (marzo 2013). Nel primo docu-
mento si aherma cLe la globalizzazione oiventera una lorza positiva
per le persone di oggi e delle future generazioni soltanto se non si
prosegue secondo lapproccio attuale (business as usual) allo sviluppo.
Occorre invece un approccio olistico. In tale visione i valori centrali
sono: diritti umani, uguaglianza e sostenibilit. Non esiste unagenda
identica per ogni Paese, ma tutti se ne devono dare una coerente con
la visione mondiale, nella quale gli obiettivi globali non dovranno
2
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
essere troppi, troppo prescrittivi o vaghi, centrati sul punto di vi-
sta dei donatori. Serve, inoltre, che il commercio internazionale, gli
investimenti oiretti esteri, la stabilizzazione oei mercati hnanziari, i
protocolli ambientali siano coerenti con Agenda post 2015.
Al Summit dellOnu in corso, Ban Ki-moon interverr allE-
vento Speciale (25 settembre) con un discorso sul valore degli Mdg.
Il Segretario generale lancer pure una piattaforma di discussione
sullagenda globale per lo sviluppo sostenibile dal 2016 e, forse, per
una road map amncLe, entro la hne oel 2015, l`Assemblea Cenerale
hssi le linee guioa e i nuovi obiettivi, articolanooli con una serie oi
traguardi (targets) e indicatori per misurarne il conseguimento.
LAssemblea Generale, a conclusione dello Special Event, potreb-
be votare una Risoluzione per oehnire il modus procedendi e la data
in cui i negoziati si chiuderanno con lapprovazione di una nuova
Agenda per lo sviluppo sostenibile, che potrebbe avere un orizzonte
temporale diverso dal 2030.
Servir una novit di visione, di metodologie e di impegni, per-
ch il mondo mutato in 15 anni con il boom dei Paesi emergenti, i
trend oemograhci, i cambiamenti climatici, le migrazioni, internet,
telefonia cellulare, tecnologie verdi. Inoltre cresciuto il ruolo de-
gli altri attori, oltre a quelli statali e multilaterali (ossia le imprese, la
societa civile, il monoo accaoemico, le lonoazioni hlantropicLe), e
dei nuovi strumenti, oltre alla cooperazione inter-statale Nord-Sud,
per la promozione del benessere economico, sociale ed ecologico.
Ao esempio, 215 milioni oi persone vivono luori oai conhni
della loro nazione; le loro rimesse, con gli interventi opportuni per
laccesso a moderni sistemi bancari in patria, potrebbero generare 30
miliardi di dollari lanno di investimenti nelle aree rurali. Anche in-
telligenti politiche socio-economiche per la raccolta e la gestione dei
rihuti potrebbero oare un lavoro oignitoso a milioni oi emarginati.
Tuttavia non si pu escludere che il negoziato per la Post-2015
Agenda for Sustainable Development non si chiuda (o avvenga ben
oltre il 2015); oppure hssi goals non intelligenti, ad esempio non
signihcativi per la gente povera, oppure nella lorma oi una lunga
lista di pii desideri. Tutto dipender dallimpegno dei grandi leader
politici mondiali, ma pure del G77 (131 Stati soprattutto in via di
sviluppo). 1utti loro sono, inoltre, gia coinvolti nel oehnire il nuo-
FOCUS
2S
vo trattato sui cambiamenti climatici, che dovr nascere entro il
2015 e valere dal 2020; e nel rilanciare il Doha Development Round
dellOrganizzazione Mondiale del Commercio. Entrambi questi
negoziati sono cruciali per attuare una qualsiasi Post-2015 Agenda.
Non sar facile scegliere soltanto pochi goals per lo sviluppo
sostenibile, e veramente shoanti per la classe politica e imprenoi-
toriale. Ln ruolo signihcativo nelle trattative potrebbe essere svolto
dallItalia, che nel secondo semestre 2014 avr la presidenza a rota-
zione dellUnione europea e nel 2015 ospiter lEsposizione Uni-
versale con il tema Nutrire il pianeta. Energie per la vita. Ma la
sua credibilit dipender anche dalla riforma della legge sulla coo-
perazione internazionale e dallaumento dei suoi aiuti allo sviluppo.
In sintesi, dal 2016 larchitettura dellOnu per lo sviluppo so-
stenibile incaroinata su obiettivi risultera oalla conhuenza oi
due percorsi istituzionali: quello inter-governativo dellOpen Wor-
king Group (tra breve High Level Panel) di Rio+20 sugli obiettivi
di sviluppo sostenibile (Sdg), e la Post-2015 Agenda promossa dal
Segretario generale. Vi convergeranno necessariamente gli obiet-
tivi per la costruzione della pace e degli Stati (Psg), come pure le
due campagne mondiali Energia Sostenibile per Tutti e, soprattut-
to, Fame Zero, che lUnione Africana ha espresso con lo scopo di
annullare fame e denutrizione nel continente entro il 2025
3
.
Lultima parola sullAgenda spetter allAssemblea Generale,
quindi ai negoziati tra gli Stati. Nessuno di essi per vuole veder-
si imporre obiettivi. Ci ne svilirebbe la sovranit e luguaglianza
giuridica. La sovranit statale esige tuttavia, come sua fonte di le-
gittimazione, la conoivisione, in base alle oiherenti capacita, oella
comune responsabilit di proteggere ogni persona che non gode dei
3. In tale sintesi globale per lo sviluppo sostenibile post 2015 dovrebbero
quindi essere rappresentati (o messi in collegamento): le convenzioni dellOrganiz-
zazione Internazionale del Lavoro e la sua campagna per il lavoro dignitoso (decent
work); ma pure i 20 Aichi targets sulla biodiversit (cfr Civ. Catt. 2012 IV 398-407);
lobiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra, per contenere linnalzamento
della temperatura media del pianeta entro i due gradi Celsius nel XXI secolo, e
quelli di impedire il superamento delle soglie dei nove limiti planetari (planetary
boundaries) che garantiscono la sicurezza operativa del pianeta per la specie umana
(cambiamenti climatici, acioihcazione oegli oceani, riouzione oella lascia oi ozo-
no nella stratoslera, mooihcazione oel ciclo biogeocLimico oi azoto e losloro, uso
oell`acqua oolce, cambiamenti nell`utilizzo oel suolo, peroita oi biooiversita, oihu-
sione di aerosol atmosferici, inquinamento da prodotti chimici).
29
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
diritti umani fondamentali, a partire dalla libert dal bisogno estre-
mo e dalla paura della violenza. Perch la globalizzazione dellin-
oiherenza verso cLi e nel bisogno usanoo il concetto espresso oa
Papa Francesco lo scorso 8 luglio a Lampedusa uccide la comune
umanit e la speranza nello sviluppo sostenibile.
Il Fo:cl Ji Alto Livcllo Ji Emi:c:ti Fcrso:olit
Alla base dellimminente relazione di Ban Ki-moon sullAgenda
post 2015 ci dovrebbero essere anche considerazioni metodologi-
che. stato infatti ampio e intenso il dibattito tra esperti inter-
nazionali sull`emcacia politica oegli otto Mog; sui limiti oella loro
formulazione; sulla necessit o meno di deciderne di nuovi e con
quali scadenze temporali; sulla loro corretta enunciazione, perch
abbiano valenza globale e rilevanza nazionale; su come motivare gli
Stati a un accordo vincolante, non solo politicamente, con nuove
norme e organismi di diritto internazionale; su come integrare in
modo coerente gli obiettivi economici, sociali, ambientali, di si-
curezza e buona governance; sui migliori indici di felicit o buon
vivere, anche soggettivi (cfr i 134 indicatori, raggruppati in 12
domini, del Bes/Benessere equo e sostenibile, presentato da Istat e
Cnel lo scorso 11 marzo); su che cos la green economy, che esclude
una semplice spennellata di verde sulle vecchie pratiche di pro-
duzione e consumo; su come selezionare e coordinare: gli obiettivi
hnali (goals), quelli cLe li specihcano (targets), gli indicatori anche
qualitativi che ne misurano lavanzamento, e gli obiettivi strumen-
tali o enablers, cio le politiche per realizzare le condizioni prelimi-
nari allo sviluppo, ossia la fornitura di beni pubblici globali come
la gestione degli oceani, il contrasto ai cambiamenti climatici, alle
epioemie, all`instabilita hnanziaria, al terrorismo ecc.
Il oocumento umciale oi sintesi oell`intero oibattito monoiale
sullAgenda post 2015 quello redatto dal Panel di Alto Livello, isti-
tuito da Ban Ki-moon nel luglio 2012, di 27 Personalit Eminenti
(High-Level Panel of Eminent Persons on the Post-2015 Development
Agenda), i cui co-presidenti sono il premier del Regno Unito e i
presidenti di Indonesia e Liberia (cfr www.post2015hlp.org).
FOCUS
'0
Il Rapporto, pubblicato il 30 maggio scorso, si intitola A New Glo-
bal Partnership: Eradicate Poverty and Transform Economies through Su-
stainable Development. Esso evidenzia cinque cambiamenti indispen-
sabili per sradicare la povert estrema: 1) non lasciare nessuno indietro;
2) mettere lo sviluppo sostenibile al centro; 3) trasformare le economie
per la crescita delloccupazione e dellinclusione; 4) costruire pace e
istituzioni emcaci, aperte e accountable (cio che rendano universal-
mente conto del loro operato); 5) forgiare una nuova global partnership.
A ci si aggiunge la necessit di una data revolution per potenziare,
tramite nuove tecnologie e crowdsourcing, la raccolta e lelaborazione
dei dati statistici e meglio orientare lo sviluppo sostenibile
4
.
LHigh-Level Panel propone la formulazione di obiettivi per il
2016-30, che siano, secondo lacronimo smart (intelligenti): specihci,
misurabili, attainable (conseguibili), rilevanti e tempihcati. Cgni Fae-
se dovr poi incorporare lAgenda post 2015 in piani, obiettivi, targets
nazionali, che siano i veri cardini della propria azione di governo
5
.
Il rapporto A New Global Parnership sottopone alla discussione
12 obiettivi, ognuno con quattro-sei targets. Invita a trovare gli in-
dici di misurazione appropriati, considerando quelli suggeriti. E i
goals ben ioentihcano i sintomi, cLe sono pure le cause, oella miseria.
Chiede inoltre di farsi carico dei problemi trasversali non esplicitati
dai 12 obiettivi. Si tratta di pace, disuguaglianza, cambiamento cli-
4. Il Panel raccomanda la creazione di una Global Partnership on Development
Data, allopera dal 1 gennaio 2016, e lelaborazione di un singolo rapporto dellOnu,
a partire del 2015, denominato Global Sustainable Development Outlook. Sar, quin-
di, essenziale disaggregare i dati per distinguere realt locali, giovani, donne, disa-
bili, gruppi minoritari; altrimenti i valori medi nazionali nascondono, come spesso
avvenuto per i Mdg, le diseguaglianze inique. Inoltre il monitoraggio globale e la
valutazione sui singoli casi non oevono essere oall`alto e umilianti; ma vanno ehet-
tuati tra Paesi della medesima area regionale con meccanismi di peer review, cio di
analisi alla pari e in termini collaborativi tra Stati vicini come un tuttuno.
5. Occorre impedire che i goals siano troppi, non orientati al futuro, pura-
mente utopici (cio politicamente impossibili), intellettualmente coerenti ma non
compelling, troppo localizzati su temi specihci, peroenoo le connessioni con i gravi
problemi dellumanit. Essi devono essere facili da comprendere e da comunicare;
misurabili con indicatori credibili e comparabili a livello internazionale; applicabili
in tutti i Faesi, al oi la oelle loro notevoli oiherenze; raoicati nella voce oella gente
eo espressivi oelle priorita ioentihcate nelle conversazioni con bambini, giovani,
donne, disabili e gruppi emarginati; basati sul consenso degli Stati; possibilmente
costruiti sugli accordi esistenti dellOnu, ma promuovendone di ulteriori per mi-
gliorare la vita della gente; personalizzabili a livello nazionale e locale per conside-
rare le diverse circostanze, capacit, storie, punti di partenza.
'1
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
matico, citt, giovani, ragazze e donne, modelli di consumo e pro-
duzione sostenibili. E sollecita la cooperazione tra i vari forum, quali
g7+, G20, Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), Global Part-
nersh| jor Lect|ve Develoment Co-oerot|on, piattaforme regionali.
Mel complesso oovranno essere mobilizzati risorse hnanziarie e
investimenti inauditi. Quindi, per sostenerne linderogabilit, in-
oispensabile un`etica globale per un monoo globalizzato aherma
lHigh Level Panel basata, sulla nostra comune umanit. Cio,
una conversione, oltre che intellettuale, anche morale. Perch siglare
un accordo multilaterale per lAgenda post 2015, veramente globale
e credibile, richieder uno sforzo negoziale immenso e un grande
investimento di capitale politico da parte dei leader mondiali. Anche
per questo il premier britannico, David Cameron, nella lettera a Papa
Francesco, lo scorso 5 luglio per loccasione del G8 (Oss. Rom., 17-18
giugno, 6) ha scritto: Spero che lei possa leggere il Rapporto [del
Fanel oi Alto Livello| e ohrire sostegno ai suoi messaggi centrali
6
.
Lo visio:c cottolico
Le tecnicLe scientihca, economico-hnanziaria, negoziale, giu-
ridica e organizzativa non bastano, se non si riprende in chiave an-
tropologica e religiosa (non necessariamente confessionale) la que-
stione dello sviluppo umano integrale. Riguardo allAgenda post
2015, la diplomazia vaticana intervenuta di recente, come gi a
Rio+20, in vari forum, come la Fao, e soprattutto allOnu di New
York (cfr, nel 2013, Oss. Rom., 20 giugno; 3, 4, 5, 7, 9 luglio).
6. Il quarto obiettivo (garantire la salute) proposto dal Panel, al target 4.2, indi-
ca: assicurare luniversale realizzazione dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva
(Srhr, sexual and reproductive health and rights). Il Report (p. 39) aherma: Ci sono
ancora 222 milioni di donne nel mondo che vogliono prevenire la gravidanza ma
non stanno usanoo metooi emcaci e mooerni oi contraccezione. La cio risultano,
ogni anno: 80 milioni oi gravioanze e 30 milioni oi nascite non pianihcate, e 20
milioni di aborti compiuti in condizioni sanitarie non sicure. Circa 340 milioni di
persone lanno sono infettati da malattie trasmesse sessualmente. Ogni dollaro speso
per una moderna contraccezione farebbe risparmiare 1,4 dollari di spesa sanitaria per
le madri e i neonati. Ma laccesso a Srhr, specialmente per gli adolescenti, basso. La
qualit di tali servizi generalmente scarsa. La questione di salute pubblica chiara:
garantire questi benehci oei oiritti non soltanto agli inoivioui, ma a comunita piu
ampie.

La Santa Sede non sostiene la dizione Srhr, considerandola ambigua e non
olistica, come gia ahermato a Rio+20 (cfr Civ. Catt. 2012 III 316-325).
FOCUS
'2
La Santa Seoe aherma il oiritto lonoamentale per ogni inoivi-
duo di essere libero dalla fame e dalla violenza, e quello di avere ac-
cesso equo, sicuro e adeguato allacqua e ai servizi igienico-sanitari;
ogni persona umana una risorsa per lo sviluppo sostenibile e non
un ostacolo; i princpi di diritto naturale devono guidare le politiche
per lo sradicamento della povert; occorre promuovere un modello
dinclusione incentrato sulluomo, avviato dal basso, collaborativo e
capace oi trarre prohtto oall`esperienza e oalla saggezza oi cLi ogni
giorno oeve ahrontare con coraggio e pazienza le oure realta e le
shoe oella poverta; vanno rahorzate le istituzioni regionali e inter-
nazionali responsabili dei vari elementi dello sviluppo sostenibile.
La Santa Sede invita a superare la logica stanca, stereotipata e fatale
della mera salute sessuale e riproduttiva. unossessione neo-mal-
thusiana che maschera un disfattismo nichilista.
In precedenza, il 1 ottobre 2012, larcivescovo Dominique
Mamberti, Segretario per i Rapporti con gli Stati, si era rivolto allAs-
semblea Generale dellOnu (cfr www.vatican.va). Riprendendo il
pensiero di Benedetto XVI, espresso nella Caritas in veritate, invitava
a domandarsi se le crisi che sconvolgono il pianeta non siano lega-
te a una profonda crisi antropologica, cio a una mancanza di una
comune intesa su che cosa sia in verit luomo, ossia a una debole
convinzione della suprema dignit di ogni persona umana, anche se
appena concepita o in stato vegetativo o terminale.
illusorio proseguiva voler creare una vera armonia tra i
popoli, voler garantire una convivenza pacihca e una cooperazione
ehettiva tra gli Stati a partire oa una visione antropologica in cui,
pur senza negare in teoria la dignit e i diritti fondamentali della
persona, si relega la dimensione profonda di questultima e la sua
unicit al rango di fattori secondari, e fa prevalere concetti collet-
tivi vaghi, riducendo la persona a mera categoria di consumatore
o agente di produzione del mercato. La persona umana non un
mero numero nella massa della popolazione globale, e questulti-
ma non pu essere considerata con freddezza o sospetto come un
pericolo che minaccia gli equilibri sociali e lambiente: si tratti di
uomini e di donne, ciascuno con la propria dignit e i propri diritti,
e le visioni ideologiche che non ne tengono conto conducono ine-
vitabilmente alla oisintegrazione sociale e al conhitto.
''
GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENIO
In tal senso aggiungeva mons. Mamberti bisogna rihu-
tare i tentativi di concepire gli Obiettivi di sviluppo del Millennio
e lagenda per lo sviluppo dopo il 2015, nonch linterpretazione
dei trattati sui diritti umani, secondo una visione riduttrice e rela-
tivistica delluomo, che, usando in modo abile espressioni ambigue,
minaccia il diritto alla vita e tende alla decostruzione del modello
della famiglia, fondata sullunione di un uomo e una donna, orien-
tata alla procreazione e alleducazione dei bambini. Tali tentativi
riscLiano, alla hne, oi inoebolire irrimeoiabilmente la creoibilita e
la legittimit dellOrganizzazione delle Nazioni Unite quale stru-
mento universale per una cooperazione e una pace durature.
Menzioniamo, inhne, la lettera oel 15 giugno cLe Fapa Irance-
sco ha inviato al Primo ministro inglese (cfr Oss. Rom., 17-18 giu-
gno 2013). , in estrema sintesi, la visione cattolica. Etica e lega-
lit non sono estranei, ma parte integrale del pensiero e dellazione
economica. I Coverni Lanno l`obbligo oi evitare l`evasione hscale,
assicurare la trasparenza e promuovere la soluzione politica dei con-
hitti armati. Cgni teoria o azione economica e politica scrive il
Fontehce oeve aooperarsi per lornire ao ogni abitante oella terra
quel minimo benessere che consenta di vivere con dignit, nella
liberta, con la possibilita oi sostenere una lamiglia, oi eoucare i hgli,
di lodare Dio e di sviluppare le proprie capacit umane. Quindi il
commercio internazionale e il denaro sono soltanto mezzi. Il loro
hne e il servizio oegli uomini, a cominciare oai piu oeboli, ancLe
nel grembo materno, tenendo presente che la solidariet gratuita e
disinteressata , in modo apparentemente paradossale, la chiave del
buon funzionamento economico globale.
Tuttavia Papa Francesco, nella recente lettera al presidente russo
V. Futin per il C20, La ricoroato: Le guerre costituiscono il rihuto
pratico a impegnarsi per raggiungere quelle grandi mete econo-
miche e sociali che la comunit internazionale si data, quali sono,
per esempio, i Millennium Development Goals. Purtroppo, i molti
conhitti armati cLe ancora oggi ahiggono il monoo ci presentano,
ogni giorno, una drammatica immagine di miseria, fame, malattie
e morte. Infatti, senza pace non c alcun tipo di sviluppo economi-
co. La violenza non porta mai alla pace, condizione necessaria per
tale sviluppo.
RUBRICA DELLO SPETTACOLO
'+
IIAB AND DI-IBI.
IN IIIV BITBO\ATO DI -TANII\ KIBBICK
\irilio Iontnzzi -.I.
La Civilt Cattolica 2013 III 534-537 | 3918 (19 settembre 2013)
La macchina da presa, con
immagini in smagliante bianco e
nero, plana sui dorsi selvosi delle
San Gabriel Mountains della Ca-
lifornia. Una voce fuori campo
enuncia, con tono solenne, il tema
oel hlm: C`e la guerra in questa
loresta: non una guerra cLe e stata
gi combattuta, n una che lo sar
in luturo, ma una qualsiasi guerra.
L i nemici cLe lottano qui tra loro
non esistono a meno che noi non
li facciamo esistere... Solo le forme
sempre uguali della paura, del dub-
bio e della morte provengono dal
nostro mondo. I soldati che vedete
parlano la nostra lingua e sembra-
no nostri contemporanei, ma il loro
solo Faese e la mente.
Frcistorio Ji u: outorc
Inizia cos Fear and Desire (pau-
re e desiderio), il primo breve (68
minuti) lungometraggio a soggetto
girato nel 1953 oal venticinquenne
Stanley Kubrick. Il giovane regista
newyorkese, dopo aver lavorato a
lungo come lotogralo oi straoa,
aveva gi realizzato alcuni docu-
mentari. Il primo, oel 1951, e Day
of the Fight (Il giorno del combatti-
mento), un diretto prolungamento
del precedente lavoro di fotografo,
basato su una fotostoria dello stes-
so Kubrick, dedicata al pugile peso
medio Walter Cartier. Un altro,
stesso anno, e Flying Padre (Il pa-
dre volante). Tratta di un sacerdote
cattolico responsabile di una par-
roccLia oi 400 miglia quaorate nel
Nuovo Messico, che teneva i con-
tatti con i fedeli spostandosi con un
piccolo aeroplano.
Diecimila dollari racimolati tra
parenti e amici (ma il hlm ne co-
stera quarantamila per imprevisti
nella post-sincronizzazione) ser-
vono a hnanziare Fear and Desire,
che segna il vero e proprio debut-
to oi KubricL come autore oi hlm.
Opera scarsamente conosciuta,
in parte disconosciuta dallo stes-
so autore, il quale, oiventato una
celebrita internazionale con i hlm
successivi, stentava a riconoscersi,
UN FILM DI S. KUBRICK
'
nelle incertezze tecniche e stilisti-
che, nella palese ingenuit tema-
tica e nella pretenziosit letteraria
oei oialogLi oi questo hlm girato
in stretta economia. Quando Ku-
brick era in vita, mentre tutti gli al-
tri suoi hlm (compresi i corti oelle
origini) giravano e rigiravano per i
cineclub di tutto il mondo, riuniti
poi in eleganti cofanetti home, solo
Fear and Desire mancava all`appello
e continuava a tentare, con la sua
assenza, la curiosit dei kubrickiani
pi accaniti.
Rimasto irreperibile per molti
anni, anche a causa del severo giu-
dizio critico del suo autore, che lo
considerava come una sorta di eser-
citazione scolastica compiuta da
uno studente di cinema, nel 2008
Fear and Desire e uscito in ovo an-
che in Italia, in versione originale
con sottotitoli in italiano. A hne
luglio 2013 e stato proiettato nelle
sale cinematograhcLe italiane oopo
essere stato restaurato dalla Library
of Congress e doppiato in italiano.
L`interesse oella pellicola e notevo-
le, perch, al di fuori di ogni possi-
bile oubbio, KubricL e un granoe e,
quanoo si tratta oei granoi, e natu-
rale cercare di conoscere assoluta-
mente tutto. Se ne ricava, tra l`altro,
la convinzione che molte delle idee
che il regista svilupper nelle opere
maggiori erano gi presenti nella
sua mente, sia pure in forma em-
brionale, prima che la sua carriera
prendesse corpo nei modi che tutti
conosciamo.
Torniamo nella foresta di cui si
parlava all`inizio. Fer un errore oi
calcolo del tenente Colby (Kenneth
Harp), un aereo con quattro soloati
a bordo, appartenenti a un esercito
non ioentihcato, viene abbattuto
dalla contraerea avversaria. I mili-
tari si ritrovano paracadutati in una
localit imprecisata dietro le linee
oi un nemico inoehnito. Siamo
nel cuore di una foresta dove scor-
re un hume cLe attraversa il lron-
te nemico. Per ritornare nelle loro
unita militari, i quattro oecioono
oi slruttare la corrente oel hume
servendosi di una zattera costruita
con troncLi o`albero ricavati oalla
foresta.
Mentre si accingono a prepa-
rare il mezzo con cui fuggire, sco-
prono con il binocolo un casolare
sperduto con dentro due soldati
nemici. Attratti dai fucili presenti
nella rastrelliera, i quattro assaltano
all`improvviso i oue soloati, mentre
stanno mangiando il loro rancio, e
li uccidono. Impadronitisi dei fuci-
li, si ahrettanto a tornare al loro po-
sto di lavoro. Per via, scorgono una
bella ragazza (Virginia Leith) che
ritorna oal hume oove La appena
pescato alcuni pesci in compagnia
di altre donne. I militari si nascon-
dono tra i cespugli, ma la donna,
RUBRICA DELLO SPETTACOLO
'6
insospettita dal rumore di un ramo
spezzato, li scopre. I quattro sono
costretti a legarla a un albero con
cinghie militari per imperdirle
ogni contatto con il nemico.
Iioggio :cllo mc:tc
Lno oei quattro soloati, Syoney
(Paul Mazursky), il pi giovane e
impacciato, viene messo di guar-
dia alla ragazza. Ma lui teme che i
suoi compagni non ritornino pi e
si lascia vincere dalla paura di es-
sere abbandonato. Nella sua mente
ritornano confuse le immagini del
precedente assalto con i due nemici
trucidati tra i resti del loro rancio.
La realt che lo circonda assume
ai suoi occLi connotati oihormi e
spaventosi. Anche la ragazza che
deve sorvegliare diventa, nella sua
mente eccitata, una hgura mater-
na e protettiva che si confonde, allo
stesso tempo, con quella oi un`ami-
ca ioeale o oi un`amante occasiona-
le. Senza rendersi del tutto conto di
quello cLe sta lacenoo, Syoney oa
da bere alla ragazza e la slega. La
ragazza tenta di fuggire. Sydney la
uccide. Inorridito per il tragico ge-
sto, il giovane militare impazzisce
del tutto e vaga senza meta per la
foresta.
Il sergente Mac (Frank Silvera),
dopo aver rimuginato sulle frusta-
zioni subite nella precedente vita
militare ed extramilitare, convince
il tenente Corby a riscattare con
un`azione gloriosa le rispettive poco
soddisfacenti esperienze. Si tratta di
uccidere un generale nemico il cui
comanoo e stato localizzato nei pa-
raggi. L`impresa preveoe cLe Mac
arrivi via hume con la zattera hn
oietro le spalle oell`avversario. La
lI avrebbe attirato su oi se l`atten-
zione dei soldati posti a difesa del
generale. Corby e Fletcher (Steve
Coit) avrebbero cos potuto attac-
care dalla parte opposta il generale
e il suo assistente, rimasti indifesi, e
ucciderli.
Tutto procede come previsto,
ma, rimasti soli, Corby e Fletcher,
puntando il binocolo sul generale e
il suo assistente, si accorgono che i
due hanno le loro stesse facce (sono
interpretati in realt dagli stessi at-
tori). il gioco del doppio, che tor-
nera nei hlm piu maturi oi KubricL,
e cLe in questo caso sta a inoicare la
disumanit della guerra, dove la me-
oesima lerocia si rihette sul volto oi
cLi sta al oi qua o al oi la oalla linea
oi combattimento. L`impresa riesce.
Nel momento in cui uccide il gene-
rale, Corby vede nel volto del mo-
rente un altro se stesso che lo guarda
con aria interrogativa.
Dopo aver compiuto la loro azio-
ne, Corby e Fletcher si impadroni-
scono di un aereo a due posti, fermo
sulla pista della zona nemica e rie-
UN FILM DI S. KUBRICK
'
scono a ritornare sani e salvi alla loro
base. Qua giunti, si recano sulla riva
oel hume per cercare oi capire qua-
le possa essere stata la hne oegli altri
oue. Mella nebbia htta si intravveoe
la zattera, trasportata dalla corrente.
Su di essa giace il corpo di Mac, feri-
to a morte e vegliato da Sydney, che
e uscito completamente oi senno.
La cosa che fa maggiormen-
te impressione nel hlm e la quali-
ta oelle immagini. La lotograha
e hrmata oallo stesso KubricL. Si
nota la continuit tra il precedente
lavoro oi lotogralo e questo esoroio
cinematograhco in granoe stile.
Lna lotograha basata su vigorosi
contrasti di bianco e nero, che fa
pensare a quella oei granoi espres-
sionisti tedeschi degli anni Venti.
Ln`altra caratteristica e oata oalla
mobilit della macchina da presa,
cLe ohre una granoe varieta nei
mooi in cui la hgura umana, inse-
rita nel contesto naturale, compone
immagini fortemente caratterizza-
te. Si capisce che, pur disponendo
di mezzi limitati, colui che in se-
guito diventer un perfezionista tra
i piu esigenti, parte gia con un`ioea
precisa del cinema come arte.
In alcune sequenze amorano
immagini di grande forza espres-
siva, come il viaggio sulla zattera
di Mac, per aggirare la postazione
nemica. L`uomo in pieoi, con in
mano un palo con il quale con-
trolla i movimenti della zattera,
assume, nell`immagine cLe il hlm
ne ohre, una oimensione monu-
mentale a misura del delirio da
onnipotenza cLe lo anima. Ln`al-
tra immagine oi uguale potenza e
quella oell`arrivo oella zattera alla
base, con Mac ferito e Sydney che,
seduto accanto a lui, mugola una
melodia delirante.
L`aspetto centrale oella pelli-
cola, oltre che nel suo accentuato
antimilitarismo, consiste in un in-
tento, dichiarato dal regista nelle
parole della voce fuori campo che
oanno il via al hlm, e cLe abbiamo
ricoroato all`inizio, quanoo oice, a
proposito oei quattro soloati cLe si
sono perouti nella loresta: Il loro
solo Faese e la mente. L un inten-
to che Kubrick perseguir, con un
accanimento senza pari, in tutti gli
altri suoi hlm, quello oi collocare la
maccLina oa presa all`interno oella
mente oell`uomo.
'S
ANTONIO SPADARO
D
A BENEDETTO A FRANCESCO. CRONACA
DI UNA SUCCESSIONE AL PONTIFICATO
Torino, Lindau, 2013, 134, 13,00.
Tra voi, nel collegio cardinalizio, c il futuro papa al quale prometto la
mia incondizionata reverenza e obbedienza: con queste parole in semplicit
umile terminava lultimo discorso di Benedetto XVI e anche lultimo giorno
da papa. Erano passate poco pi di due settimane dallannuncio delle dimissio-
ni: un fatto nuovo, anche se nel 1415, seicento anni prima, Gregorio XII si era
dimesso e, prima ancora, nel 1294, Celestino V. Qui ha inizio una nuova pagi-
na della storia della Chiesa, non solo per il gesto rivoluzionario e coraggioso
di Benedetto, ma anche perch il nuovo papa, il cardinale Bergoglio, il primo
dellepoca moderna a provenire dallAmerica Latina, il primo papa gesuita della
storia, il primo cLe La scelto il nome Irancesco. Ma le novita non hniscono
qui... Stiamo vivendo un tempo fecondo di doni dello Spirito, linizio di una
riforma irreversibile nella Chiesa che si apre a unattenzione nuova al mondo.
Il saggio di Antonio Spadaro, direttore della nostra rivista, ripercorre in
mooo suggestivo i giorni oella successione al pontihcato: un susseguirsi oi
eventi straordinari, imprevedibili, commoventi, che segnano un passaggio
epocale nella vita della Chiesa cattolica. Le parole del Papa, colorite dallaccento
argentino, e i suoi gesti semplici evocano hn oalla prima apparizione in piazza
San Pietro limmagine di una Chiesa umile e povera, bisognosa della preghiera
e della benedizione dei fedeli, ricca di misericordia, chiamata a svolgere la sua
missione nel mondo e a trasmettere speranza.
LA. mette in luce lo stile di Papa Francesco, un modo di annunciare il
Vangelo sobrio e immediato, la grande carica comunicativa, la tensione a pen-
sare una Chiesa di popolo e non di lite, una Chiesa in cui il vescovo cammini
insieme ai suoi fedeli. Inoltre egli sottolinea la formazione del gesuita, nutrito
della spiritualit ignaziana; essa vede il mondo come un cantiere di un Dio
La Civilt Cattolica 2013 III 538-548 | 3918 (19 settembre 2013)
BA--ICNA BIBIIOCBAIICA
'9
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
vitalmente mescolato in mezzo a tutti e unito a ciascuno (p. 15). Inhne il
nome, Francesco: unaltra scelta gesuitica, perch Ignazio di Loyola ha avuto
come modello spirituale il Santo di Assisi, per essere pi vicino ai fratelli indi-
genti ed emarginati; ma anche un scelta che conferma lo stile di povert che
ha caratterizzato il ministero di Bergoglio in Argentina, vicino alle persone e
a contatto diretto con la loro vita.
Mei primi giorni oel pontihcato La oestato meraviglia la beneoizione si-
lenziosa data ai giornalisti, un segno della delicatezza del Papa nei confronti
di chi non crede. Egli ha elogiato il compito di chi deve raccogliere e formula-
re le attese e le esigenze oel nostro tempo, ohrire gli elementi per una lettura
della realt (p. 99). Leggere la realt quale che sia il credo del giornalista
signihca cogliere il senso oella storia e oiscernere la verita cLe e nel cuore:
vi e sottesa la convinzione cLe nulla puo cancellare la oimensione oi inhnito
nellanimo umano.
Papa Bergoglio raccoglie il testimone di Benedetto XVI. Si detto che
Ratzinger stato un papa teologo e Bergoglio sar un papa pastore, ma
beneoetto e Irancesco sono oue hgure oi altissima spiritualita, il cui centro e
Cristo: Cristo il riferimento fondamentale, il cuore della Chiesa. Senza di
lui, Pietro e la Chiesa non esisterebbero, n avrebbero ragion dessere (p. 103).
Ambedue insistono sulla missionariet della Chiesa, sul confronto con gli uo-
mini e la storia, sulla vita come testimonianza, in consonanza con lAnno della
fede. In entrambi torna linsistenza a censurare il carrierismo nella Chiesa,
l`esigenza oi rilormare la Curia e oi intensihcare la lotta contro la corruzione.
Il Dio di Papa Bergoglio, conclude Spadaro, il Deus semper maior igna-
ziano, il Lio oelle sorprese, cLe non hnisce mai oi stupire, ma cLe si conler-
ma il Dio che padre e ci ama: questo lo stigma di Papa Francesco.
G. Pani
ALBERTO FABIO AMBROSIO
D
ANZA COI SUFI. UN INCONTRO
CON LISLAM MISTICO
Cinisello Balsamo (Mi), San Paolo, 2013, 165, 9,90.
L`A. ci ohre oue libretti cLe costituiscono l`occasione oi un`unica recensio-
ne: si tratta in ehetti oi un testo in italiano e oella sua traouzione in lrancese.
Bench non siano opere dello stesso genere, luna, si potrebbe dire, completa
la lettura dellaltra. Infatti, la Petite mystique du dialogue (tr. francese ampliata),
breve mistica oel oialogo, ohre al lettore un percorso interiore costruito sulla
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
+0
personale esperienza oi vita a Istanbul a contatto con l`islam turco e il suhsmo,
di cui Ambrosio specialista. Si tratta di una testimonianza personale, certo,
ma, proprio perch legata a unesperienza concreta e vissuta, diventa leggibile
da parte del lettore curioso e in cerca di profondit spirituale e di apertura alla
vita e al dialogo interreligioso.
La seconda sezione del testo si apre con la marge interreligieuse, cio il margine
oell`interreligioso. ui l`A. ohre alcuni quaori oi esperienza vissuta a contatto con
i suh oi Istanbul e oella 1urcLia. ueste istantanee sono accompagnate oa alcune
immagini a matita colorate, frutto di esperienza interiore. Questa lettura grade-
vole si propone di elevare linterlocutore alla Grandezza del Creatore e dellOpera
del Salvatore che si cela nella pi semplice quotidianit. Da qui anche il titolo di
Breve o Piccola mistica del dialogo: per descrivere una mistica non sono necessari i
momenti estatici, che si celano invece nella esistenza pi ordinaria.
Si ha limpressione del medesimo approccio nel secondo libro, in italiano,
Don:o co| suj. |n |ncontro con lslom m|st|co. Si tratta oi un`introouzione al suh-
smo chiara e accessibile a un vasto pubblico, ma che non solo una presentazione.
L oi piu oi un manuale ao uso oei corsi cLe l`A. tiene specialmente alla Fontih-
cia Universit Gregoriana (Roma), perch vi si legge un tentativo di integrare il
suhsmo, o mistica musulmana, in una lettura teologica cristiana. Il suo capitolo
sull`amore oi Lio nel cristianesimo e nel suhsmo, inlatti, costituisce un passo in
avanti nella comprensione dellamore divino sospeso tra eros e unione mistica.
Prendendo le mosse dallenciclica Caritas in veritate di Benedetto XVI, il dome-
nicano cLe lavora a Istanbul si lancia in consioerazioni tanto aroite quanto hni
sulle oiherenze teologicLe tra carita cristiana eo erotica oivina oel suhsmo. 1utto
il libro una introduzione, non solo storica ma soprattutto teologica, a quanto li-
slm sia riuscito a fecondare. La lettura di entrambi i libri presenta uno studioso di
suhsmo ottomano, ma aperto alla sincera comprensione oialogica oelle religioni.
G. Sale
MAURO FORNO
I
NFORMAZIONE E POTERE.
STORIA DEL GIORNALISMO ITALIANO
Roma - Bari, Laterza, 2012, 295, 22,00.
una stampa monca quella che emerge dalla ricostruzione storica di
Mauro Forno, soggetta agli umori dei politici ed esageratamente sensibile
alle contingenze storiche ed economiche. Una stampa che nei primi 150 anni
dellunit dItalia ha vissuto pochi momenti di dinamismo a fronte di lun-
+1
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
ghi periodi di stallo. Questa alternanza, secondo lA., sarebbe da attribuire
alla presenza di normative talvolta vaghe e talvolta persino troppo rigide,
entrambe responsabili di aver consolidato malsane consuetudini allinterno
delle redazioni.
Il risultato? Una netta preferenza per le questioni legate al funzionamento
delle strutture di controllo sullinformazione [] e una inevitabile limitazione
dellinteresse per altri temi, pure di indubbio rilievo, come ad esempio quelli con-
nessi ai percorsi prolessionali oi molte autorevoli hrme oel giornalismo nazionale.
Il suo momento di gloria, per, il giornalismo italiano lo ha avuto. stato
quanoo le innovazioni tecnologicLe (il rotocalco, l`ohset ecc.) introootte nell`Ct-
tocento si sono oihuse su larga scala e quanoo l`ahermazione oei princIpi liberali
ha avviato la democratizzazione del fare informazione. Non certo perch agli
inizi del Novecento le testate fossero libere dalle pressioni provenienti dalle pro-
priet impure, dalla politica o dalla Chiesa, ma perch vi era una qualche traspa-
renza della partigianeria.
Dallepoca giolittiana allascesa del fascismo, la stampa stata invece sempre
piu protesa ao accogliere le ricLieste oi gruppi inoustriali, hnanziari, bancari e
assicurativi oecisi a recuperare spazi oi inhuenza nello Stato. Il suhragio univer-
sale maschile, sancito nel 1913, minacciava infatti di far entrare nella dirigenza
nuovi soggetti politici privi di prestigio personale e, soprattutto, esterni alle di-
namiche dei poteri consolidati: poteri che avevano bisogno di essere protetti al
hne oi mantenere nei posti oi comanoo le classi privilegiate. Lrano gli anni in
cui il socialismo laceva presa sulle masse, e seguire un`ioeologia signihcava essere
disposti a morire e ad uccidere; da qui la necessit di contenerne con ogni mezzo
lespansione.
Il giornalismo italiano dunque passato dallessere un servitore della po-
litica a fare il tutore di interessi terzi: un percorso certamente poco favorevole
allo sviluppo oella oemocrazia, il cui epilogo si e verihcato nella prima guerra
monoiale. Fer sostenere il conhitto, inlatti, tutte le testate lurono cLiamate
a raccolta e i proprietari, pur oi continuare a trarre prohtto oalle commesse
militari, acconsentirono a produrre propaganda invece che informazione.
La grave degenerazione del sistema dellinformazione, avvenuta durante
il Ventennio, non fu quindi improvvisa, conclude lA., e i segnali di resistenza
si poterono scorgere solo nel Corriere della Sera, La Stampa, e ovviamente
nelle edizioni clandestine. Un caso anomalo, invece, fu quello delle testate
cattoliche, che non solo sopravvissero alla falcidia fascista, ma continuarono
anche a farsi portavoce di valori non sempre in linea con quelli del Regime.
Il racconto percLe e ancLe cosI cLe questo saggio puo essere letto
prosegue con la descrizione puntuale degli eventi che vanno dalla caduta di
Mussolini agli anni oi piombo, hno ao arrivare all`era oella televisione e oi
internet. L un testo ricco oi note puntuali e oi una ramnata bibliograha
inoispensabili per ahrontare l`argomento spinoso oella relazione tra inlorma-
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
+2
zione e potere , in cui lA. ha per spesso solo osservato le anomalie della
stampa italiana, anzich intervenire con una fruttuosa critica.
M. Ferri
CARLO MANUNZA
I
APOCALISSE
COME ACTIO LITURGICA CRISTIANA.
STUDIO ESEGETICO-TEOLOGICO
DI AP 1,9-16; 3,14-22; 13,9-10; 19,1-8
Roma, Gregorian & Biblical Press, 2012, 602, 45,00.
Ci sono libri che incutono rispetto e anche un certo timore. I motivi
possono essere i pi disparati: il prestigio dellautore, la mole del volume, il
tema ahrontato, la complessita oella trattazione e cosI via. A prima vista, il
testo di Carlo Manunza potrebbe rientrare nella accennata categoria, se non
altro per le pi di seicento pagine che lo compongono, e anche per il titolo,
che pu apparire complesso e preludere a una lettura impegnativa. Dopo la
lettura del volume, per, questa prima impressione viene in parte corretta,
in parte confermata. Il volume nasce infatti come dissertazione dottorale,
quindi appartiene a un genere letterario che prevede luso di un linguaggio
tecnico e la pratica di metodologie complesse. Daltro canto, lA. si esprime in
modo chiaro, e la sua argomentazione procede in maniera lineare, e questo,
naturalmente, facilita il compito del lettore.
L`obiettivo cLe Manunza si prehgge e ambizioso: egli concentra la sua at-
tenzione sul libro dellApocalisse, in particolare analizzando dal punto di vista
esegetico alcuni brani al suo interno, ma manifesta anche un vivo interesse
per la liturgia, senza disdegnare unapertura di carattere attualizzante. LA.
inlatti oicLiara, nell`Introouzione: Si e pensato oi poter ohrire un contributo
sia a quanti studiano lApocalisse, sia a quanti studiano la liturgia, sia, pur
forse soltanto in seconda battuta, anche a quanti intendono accostarsi alla
Bibbia con lintento di vivere la conspiratio con lo Spirito di chi lha scritta.
LA. si propone dunque lobiettivo di studiare il libro dellApocalisse con-
siderandolo come unazione liturgica cristiana, anzi, come il libro che con-
tiene la maggiore concentrazione di elementi di questo tipo, come emerge
dallanalisi degli oggetti con i quali si celebra il culto ad esempio, il tempio,
laltare, gli incensi , nonch dalla descrizione delle celebrazioni che fanno
uso degli oggetti cultuali, tra cui menzioniamo latto di incensare e quello di
prostrarsi. Mon va inhne oimenticato l`uso oi un ampio vocabolario oi carat-
tere cultuale (si pensi a termini come alleluia, amen, o ad espressioni caratte-
+'
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
ristiche: Grazia a voi e pace; Vieni, Signore Ges; Santo, Santo, Santo).
Oltre al vocabolario e allo stile cultuale, nel libro si trovano veri e propri inni,
dossologie, suppliche e altre forme letterarie tipiche dellinnologia liturgica, e
deve ricordare anche che la cornice del libro (Ap 1,4-8 e 22,6-21) presenta due
oialogLi liturgici. A partire oa questi (e oa altri) elementi sembra giustihcata
lipotesi dellA. che considera lintero libro dellApocalisse come una grande li-
turgia che coinvolge lascoltatore (cfr p. 32 s).
La tesi viene proposta e argomentata nellIntroduzione del volume, cui se-
gue lanalisi esegetica di alcuni passi emblematici tratti dallApocalisse, cui sono
dedicati i quattro capitoli che compongono la parte principale del libro. Non
potendo analizzare il testo biblico in forma integrale, lA. prende in esame in
primo luogo la visione inaugurale di Ap 1,9-16, tratta dalla sezione del saluto. Il
secondo brano, scelto dalla sezione penitenziale, la nota lettera alla Chiesa di
Laodicea (3,14-22). Dalla sezione della Parola stato preso in seguito il testo di
13,9-10, che costituisce una parte del capitolo delle due bestie e che viene spie-
gato in forma integrale senza limitare lanalisi unicamente ai due versetti sopra
menzionati. Il quarto e ultimo esempio, Ap 19,1-8, e tratto oal hnale innico,
cio dalla dossologia dellalleluia.
Come fa notare il card. Vanhoye nella Prefazione, i vari capitoli corri-
spondono alle diverse parti della celebrazione eucaristica: saluto, liturgia peni-
tenziale, liturgia oella Farola e parte sacrihcale (clr pp. 385-389). Mella sintesi
conclusiva viene ricoroato brevemente il percorso latto, ohrenoo nel contempo
alcune considerazioni che aprono nuove strade di ricerca sul rapporto fra Bibbia,
liturgia, vita extraliturgica, oltre che sulla stessa liturgia e sul suo svolgimento.
Mell`ampia bibliograha hnale (pp. 553-585) il lettore puo eventualmente trovare
ulteriori testi di approfondimento, ma anche apprezzare la base documentaria a
partire dalla quale stato elaborato il lavoro esegetico e teologico.
In conclusione, il volume di Manunza si presenta ricco e impegnativo; ri-
chiede una lettura paziente, ma ripaga ampiamente gli sforzi del lettore.
D. Scaiola
FILIPPO RIZZI

UELLI CHE FECERO IL CONCILIO


Bologna, Edb, 2012
121, 9,90.
Come osserva il padre GianPaolo Salvini nella premessa: Scopo del libro non
[] quello di rileggere il Concilio, quanto di farlo rivivere attraverso la voce
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
++
dei suoi testimoni. Ecco la parola chiave: rivivere. Il Vaticano II infatti anco-
ra tanto valido da non aver trovato compiuta realizzazione. Esso, certo, va visto
come un latto oella storia; quinoi, per cosI oire, non creoiamo cLe occorra ancora
accapigliarsi su di esso come se fosse ancora in corso, come se un Concilio fosse
equiparabile a una Commissione permanente. Questo, soprattutto, ci sentiamo di
dire ai tanti che si accalorano sia contro i classici temi conciliari, sia contro questa
alba oi nuovo pontihcato. Il testo oi Rizzi e prezioso percLe, nella sua qualita oi
testo giornalistico ma che lo storico accademico non pu non considerare come
fonte, raccoglie testimonianze vive, diremmo manifestazioni di schiettezza in-
teriore. LA. parla, appunto, di emozioni e aspettative, di critiche e scontri, di
testimonianze, che si susseguono, come egli dice, in una carrellata di ricordi.
A questo punto non possiamo non segnalare la rilevanza documentaria di
quanto si legge nei testi del cardinale Carlo Maria Martini riguardo ai due do-
cumenti cLe abbiamo sempre visto come signihcativi oel Concilio, la Gaudium
et spes e la Dignitatis humanae, nel libro richiamati dai cardinali Tucci e Cottier.
Certo, c un prima e un dopo. Ma il dopo-Concilio non annulla la tradizione. In
altre parole, con il Concilio lo si vede molto bene in questo libro non nasce
una nuova Chiesa cattolica plasmata dagli uomini (soltanto dagli uomini) che
con un colpo di spugna nega i secoli precedenti. Questo falso. C stato, invece,
quello cLe oehniremmo usanoo le parole oi Carlo Maria Martini in una sua
intervista di qualche anno fa un impulso di libert e creativit. Certo, nessuna
idolatria, n del Concilio n di altro, ma cerchiamo di discutere anche in modo
vigoroso concordando su un elemento: il Concilio un fatto storico.
V. Alberti
DAVID FOSTER WALLACE
I
L TL^^S
CCML LSPLPL^Z PLLCCS
Torino, Einaudi, 2012, 96, 10,00.
CARLO MAGNANI
I
ILOSOFIA DEL TENNIS. PROFILO
IDEOLOGICO DEL TENNIS MODERNO
M|lono - |d|ne, M|mes|s, 2011, 128, C 14,00.
Il successo dei giochi con la palla e la loro istituzionalizzazione in sport
professionistici hanno spiegazioni di ordine psico-sociologico: sono modelli
simulativi pedagogicamente utili, riti di civilizzazione incruenti, momen-
ti di libert immaginativa, di emancipazione dalla routine mercantile e dal
+
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
determinismo cieco della natura. Vi per unipotesi interpretativa pi ge-
nerale. Luomo cacciatore e belligerante esercita la sua forza in nome di una
sopravvivenza non piu hsica, ma morale. Cerca una liturgia cLe oia senso ai
giorni neri, disperati, senza gioco. Riconosce, nei gesti atletici, una verit non
lontana oa quella cLe il pensiero e le immagini oei granoi hlosoh rincorrono.
Scrisse Barthes: Quello che vince una certa idea delluomo e del mon-
do, delluomo nel mondo (Lo sport e gli uomini, Torino, Einaudi, 2007, 35), e
il giurista-hlosolo Carlo Magnani accosta lo stile oi granoi campioni oel ten-
nis alla visione ontologica di maestri del pensiero: Agassi a Rorty, McEnroe
a Nietzsche, Panatta a Giordano Bruno, Borg a Spinoza. Sotto la pressione
degli eventi storici e del perfezionamento tecnico (si pensi allevoluzione del
materiale e delle dimensioni delle racchette), vengono proposti atteggiamenti
di gioco, virt agonistiche, qualit relazionali, idee della corsa, che struttu-
rano vere e proprie ideologie e simboleggiano modelli di vita, di resistenza
al male, di decisione morale. Il servizio un mettersi in gioco; il tie-break
la cruoele pretesa oi cLiuoere il tempo, oi ahrettare la hne; colpire la palla e
lanciare un messaggio e amministrare un vantaggio, inventare una tattica di
liberazione; i tennisti esercitano una dialettica di riconoscimento che ricorda
lhegeliana fenomenologia dello spirito.
Nel suo saggio, Magnani dialoga con Foster Wallace (1962-2008), noto
narratore e buon tennista, purtroppo morto suicida, il quale, nei due saggi rac-
colti da Einaudi, delinea una fenomenologia del tennis moderno (Democrazia
e commercio agli US Open) e, in particolare, dello stile di Roger Federer, il
campione svizzero oehnito oa alcuni il piu granoe tennista oi tutti i tempi.
Segue una postfazione Solipsismo e trascendenza: il tennis come arte di Luca
Briasco. Che cosa c di superiore in questo atleta, che ha superato problemi
iniziali di carattere e che mostra una modestia insolita e una delicatezza rela-
zionale? Il suo corpo si muove in azioni incantevoli e spiritualmente attraenti
per la capacita oi governare la casualita e contrastare l`inerzia e la gravita hsica
in nome di una dignit aerea e sublime.
Lo spettatore resta ipnotizzato (sono i cosiddetti momenti Federer, miraco-
losi e incredibili) nel realizzare limpossibilit di quello che ha appena visto fare al
campione. Anche Federer sa picchiare, ma ha lintelligenza di fare anche altro; la
sua grazia sconhgge la brutale aggressivita e riconcilia con una vita liberata, ancLe
se mortale. Se la velocit e la potenza del gioco professionistico odierno sono sem-
plicemente lo scheletro, non la carne (p. 74), la bellezza del gesto a ridare senso
alla tecnologia, al calcolo, al progetto, alla competizione, allinesorabile business.
Laccostamento dello sport allesperienza religiosa non deve stupire. Due
saggi oel 1978 e 1982, scritti oal hlosolo oella religione bernLaro Velte,
tradotti e raccolti nel 2010 come ||losojo del colc|o dalleditrice Morcelliana,
aprono in direzione teologica: se la partita simbolo della vita, il calcio se-
gno escatologico. Il settimo giorno si gioca, si gode un mondo liberato, dove
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
+6
regnano (dovrebbero regnare) la giustizia, lordine, la pace, mentre si cerca il
principio della speranza. Un principio (come scriveva Moltmann, Sul gioco,
Queriniana, 1971) che crea, giocando e rallegrandosi di ci che viene alla
vita. La perfezione geometrica di una sfera, fatta rimbalzare tra i corpi, allude
alla sacralit di un tempo, quello della gara, in cui non ci sono pi nemici,
ma soltanto leali avversari, impegnati in uno scontro miticamente ripetuto
contro il oestino, il caso, l`irrazionale. Spingersi al limite oelle abilita signihca
addomesticare il pericolo, instaurare regole di gioco laddove regnava lassur-
oo, traslormare il conhitto in un oialogo oemocratico.
P. M. Cattorini
MARIA TERESA GIUFFR
I
A RIFLESSIONE LETTERARIA.
SCRITTRICI, SCRITTORI, PERSONAGGI
Caltanissetta - Roma, Sciascia, 2012, 290, 22,00.
Nota per la sua narrativa (La veglia di Adrasto, Locch|o s|n|stro del c|elo,
Foglie), lA. anche saggista attenta, documentata e perspicace. Nel presente
volume raccoglie diciotto letture critiche, in cui presenta altrettanti scrittori
e scrittrici, suddividendole in quattro parti. Nella prima La sola cosa che
conta scrivere troviamo Dante Troisi, Toni OBrien, Francesca San-
vitale, KatLerine Manshelo, Marlen HausLoler, Clarice Lispector; nella se-
conda Al crocevia tra leterno e il tempo Mary Flannery OConnor,
Maria Zambrano, Etty Hillesum, Cristina Campo; nella terza La notte
oscura Giovanni Testori, Giorgio Manganelli, Thomas Bernhard, Hector
Bianciotti; nella quarta Solo la santit pu salvarmi Angelina Lanza
Damiani, Mario Pomilio, Italo Alighiero Chiusano, Gianni Giorgianni.
Come si veoe, ci e oherta una panoramica polilonica e suggestiva cLe
attraversa il Movecento, oel quale rihette le conquiste, gli umori, le ioee sia sul
versante letterario sia su quello umano, spirituale e religioso. questa variet
di registri che caratterizza il volume e gli conferisce interesse e originalit.
Si nota subito che lA. ha letto con attenzione le opere degli scrittori presi
in esame, cogliendone lelemento ispiratore e analizzandolo nelle sue diverse
espressioni. Un volume pertanto non di puro ordine accademico ma di scavo
interiore, cLe non si soherma sulla trama, ma punta sulle ioee oi lonoo. Fer la
Ciuhre, la scrittura e creazione oi vita (p. 45). Fiu cLiaramente, le parole oi-
stanti dalla vita sono morte; lopera letteraria deve cercare parole che formino
metafore di vita, per parteciparne, per esprimerla (ivi).
+
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
La scelta degli autori analizzati corrisponde a questa concezione della lette-
ratura. Tra di essi abbiamo incontrato con piacere Dante Troisi, scrittore ricco
di anima e dinquietudine, autore del Diario di un giudice che suscit vivo interesse.
Suggestiva la seconda parte, dedicata a quattro donne, interessanti e di sentimen-
ti forti, certamente. Ma perch dimenticare mettiamo Alda Merini, Elena
Bono, Antonia Pozzi e...? Allinterrogativo risponde la stessa A. nella premessa:
Lna scelta oel genere aherma e oimcile e oolorosa, ma necessaria ancLe
quanoo ingiustihcabile. Iorse un suo prossimo volume colmera la nostra attesa.
F. Castelli
JEAN-PIERRE SONNET
I
ALLEANZA DELLA LETTURA.
QUESTIONI DI POETICA NARRATIVA
NELLA BIBBIA EBRAICA
Roma - Cinisello Balsamo (Mi)
Gregorian & Biblical Press - San Paolo, 2011, 432, 54,00.
Chi ha spesso a che fare con i libri, per amore, per professione, o per entrambi
i motivi, sa cLe e oimcile imbattersi in un testo veramente sorprenoente, origi-
nale, e quando ci avviene, levento suscita unemozione particolare. In estrema
sintesi, si potrebbe dire che questa lesperienza di cui godr il lettore del presente
volume, impegnativo da tanti punti di vista. In primo luogo, quello pi banale,
il testo piuttosto corposo (432 pagine!); ma, in seconda battuta, complesso il
modo di procedere dellA., che ci invita a intraprendere insieme a lui un viaggio
attraverso strade raramente percorse.
Il libro raccoglie una serie di saggi, sedici per lesattezza, che ruotano attorno
al tema della narrazione, sottolineando soprattutto le strategie di coinvolgimento
del lettore che il testo attiva. Tale coinvolgimento, come recita il titolo del volu-
me, assume la lorma oi un`alleanza: L`alleanza non e soltanto un tema ahrontato
nella Bibbia ebraica o un evento narrato nel suo racconto; anche un fenomeno
connesso allatto della sua lettura (p. 8). Il patto stipulato col lettore non vale
soltanto per la Bibbia, ma attiene ad ogni comunicazione di tipo letterario, come
si evince dal succinto status quaestionis sullargomento, ricostruito dallA. nellIn-
troduzione al volume. Individuiamo qui un elemento di originalit e insieme di
oimcolta oel testo: gli AA. oei contributi lonoatori menzionati oa Sonnet sono
per alcuni soltanto nomi, per altri evocano alcune reminiscenze, ma non sono,
in genere, veramente conosciuti. Il lettore percepisce dunque la sua ignoranza e
contemporaneamente prova il desiderio di entrare in un mondo di cui avverte
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
+S
l`inoubitabile lascino. Abbiamo cosI inoicato i oue motivi cLe, a nostro avviso,
costituiscono loriginalit e linteresse del volume: in esso lA. propone infatti lo
studio di una serie di testi e temi biblici, utilizzando una metodologia di carattere
narrativo, in costante dialogo con il mondo della letteratura.
I saggi raccolti nel volume, gi apparsi in contesti precedenti, vengono qui
articolati in tre parti, ulteriormente suddivise al loro interno. La prima parte, pi
ampia (uestioni oi poetica narrativa), comprenoe unoici saggi cLe ahron-
tano vari aspetti dellanalisi narrativa: viene innanzitutto presentato il partico-
lare mooello narrativo biblico, poi si ahrontano questioni relative all`intreccio,
ai personaggi, al punto di vista, terminando con uno studio sul fenomeno, tipi-
camente biblico, della ripetizione, che generalmente spiazza il lettore moderno.
La ripetizione infatti un elemento caratteristico della Scrittura, che si gioca su
vari piani o livelli. Essa ha il suo paradigma fondamentale nel fenomeno delle
parole-cLiave, ma si verihca ancLe a un altro livello, quello oell`analogia tra i
personaggi: Nel grande racconto della Bibbia, i personaggi si comprendono
sequenzialmente e cumulativamente, con alcuni personaggi precedenti che as-
sillano i personaggi posteriori. Salomone e cosI un nuovo Aoamo; spetta pero al
lettore cogliere le similituoini e le oiherenze tra l`Aoamo regale oel giaroino (Gn
2-3) e quel re nuovo-Adamo che Salomone nella sua reggia (1 Re 3-11) (p. 19).
I problemi oi poetica narrativa ahrontati nella prima parte slociano in altre
problematiche di carattere ermeneutico, alle quali dedicata la seconda parte
(Racconto biblico e teologia narrativa). In questa parte vengono proposte con-
sioerazioni relative al rapporto tra hnzione e storiograha a livello oi macro-narra-
zione, oltre cLe rihessioni sul problema oella verita in termini narrativi, partenoo
dal racconto emblematico della destituzione di Saul (1 Sam 15). La terza e ultima
parte (Frospettive storicLe e letterarie), inhne, raccoglie oue saggi storici: uno
legato alla continuit della lettura ebraica, tra midrash ed esegesi narrativa, laltro
al rapporto tra Bibbia e letteratura dellOccidente.
Tra i pregi del volume va menzionato il fatto di poter accedere, in lingua
italiana, a una serie di saggi gi apparsi altrove, come si diceva in precedenza,
ma oimcilmente accessibili al lettore meoio. Lo svantaggio, lieve, e costituito
oa alcune inevitabili ripetizioni o sovrapposizioni tra un capitolo e l`altro. Inhne
si segnala la preoccupazione di carattere metodologico (e didattico) che muove
lA., il quale ha concepito il presente volume come completamento di un altro
testo (Monuole d| esees| dellnt|co Testomento), allinterno del quale ha redatto
un capitolo sullanalisi narrativa. Nel Manuale, Sonnet presenta i vari fenomeni
oell`analisi narrativa, mentre nella presente opera ohre saggi cLe approlonoi-
scono i lenomeni in questione, specialmente partenoo oa testi biblici specihci.
D. Scaiola
INDICI \OIIVI III 201'
Editoriale
- Liiitz~ ii F~i~ In~tcisco ~ L~ Civii:\ C~::oiic~ 3
- L`tiiitz~ iii F~i~ ~ii~ Civii:\ C~::oiic~:
ii~ioco, iiscintixit:o, inot:iin~ 105
- L`itciciic~ stii~ itci iiii~ iiii ii F~i~ In~tcisco 209
Batlogg Andreas S.I. - Klein Nikolaus S.I.
- L~ scoiin:~ iiii~ vini:\ ~i Cotciiio V~:ic~to II.
Lt`is:~t:~ti~ ii K~ni R~ntin S.I. 8
Castelli Ferdinando S.I.
- L~ :~t~ iiii`oiio, ii Ciov~tti L`Aiiss~tino 80
- Ln~ Lio 186
- Ccti ~tciio i :nixitio, ii Sts~tt~ 1~x~no 418
Cucci Giovanni S.I.
- Ii iisiiinio ii tt~ vi:~ viii~.
Fin tt~ niinoios:~ iiii`i:ic~ 37
- Cotvinsioti i ~t:ostccis:ioti 357
- Ii cit:it~nio iiii~ t~sci:~ ii F~ti Rictn 492
De Bertolis Ottavio S.I.
- Li i~noii iiii~ iicci 22
Di Luccio Pino S.I.
- Snti~x: i i~ s~x~ni:~t~ 123
Fantuzzi Virgilio S.I.
- t~ictto i~ ~x~ni. Lt Iiix ii Avv~s Ki~nos:~xi 86
- L`~tix~ ~::is~, tt iiix ii Lio~nio Vitsii~ni iiiic~:o ~ iot
1otito biiio 193
- Axinic~ Axinic~ 316
- Lt cionto iivi ~ti~ni, tt iiix ii Cioncio Lini::i 427
- Ii~n ~ti iisini, tt Iiix ni:nov~:o ii S:~tiiv Ktvnick 534
Imperatori Mario S.I.
- Ltxit iiiii, tt isoio i~ii`io ~i toi 345
Larivera Luciano S.I.
- I ticozi~:i iin i`~cconio ii iivino sc~xvio Li-Ls~ 141
- L`Aciti~ ciov~ii iin io sviitiio ios: 2015 521
Madelin Henri S.I.
- bitiii::o XVI, :ioioco soci~ii 408
Moeo Sob|no S..
- M~ni~ Liis~vi::~ Hissiivi~i i i cisti:i 397
Melloni Javier S.I.
- L~ cnisi coxi c~:iconi~ ~t:noioiocic~ i siini:t~ii 213
Mucci Giandomenico S.I.
- Lt itt:o itcoxiniso iiii~ siini:t~ii:\
iii S~cno Ctoni 75
- Ii ii~voio: xi:o, ioicioni o ni~i:\. 178
- 1it:~zioti, ossissioti, iossissioti ii~voiic~ 303
Occhetta Francesco S.I.
- Lot Fito Ftciisi, ii x~n:ini ii bn~tc~ccio 66
- L~ :n~::~ iiiii iinsoti. L~ scni~vi:t iii XXI sicoio 225
- L`oniiti t~ziot~ii iii ciont~iis:i 506
Rizzo Paolo Francesco S.I.
- F. At:otio Iinnt~ i L~ Civii:\ C~::oiic~ 164
Sale Giovanni S.I.
- Lti:\ i`I:~ii~ i Mizzocionto 111
- Lini::i iiii`toxo tiii`isi\x 372
- L~ sicoti~ nivoitzioti icizi~t~ iiii`is:~:i 2013 478
Salvini GianPaolo S.I.
- L~ niiiciosi:\ iicii i:~ii~ti 56
- L`ixiicto iiii~ Cniis~ tiii~ socii:\ i:~ii~t~ 153
Simone Michele S.I.
- Li cotsiiin~zioti iii Covint~:oni
iiii~ b~tc~ i`I:~ii~ (31 x~ccio 2013) 50
- Ii c~n~t:i iin i~ ino:izioti iii i~:i iinsot~ii 135
- Minc~:i ii ctinn~ 310
Spadaro Antonio S.I.
- Vivini ~i A:iti tii 2013. It:invis:~ ~i iini::oni
iiii~ nivis:~ Cnizot:is 296
- Ii voi:o it:tno iiii~ Cniis~. L~ XXVIII Ciont~:~ Motii~ii
iiii~ Ciovit:t 387
- It:invis:~ ~ F~i~ In~tcisco 449
Zonta Claudio S.I.
- Citti Rtsso: tt~ vi:~ it xtsic~ 283
Documento
- Li::in~ itciciic~ Ltxit Iiiii
iii Soxxo Fot:iiici In~tcisco 235
* * *
It xixoni~ ii i. Citii~to R~IIo S.I. 413
RLCLMSICMI: 91, 197, 331, 432, 549
Aiici L. 98 - Ai:in R. 341 - Axvnosio A. I. 539 - bit~t:i F. 33 -
bint~niiti M. C. 20 - biittov A. H. 442 - biotiii M. 331 - bosco
L. 331 - bo::o L. 443 - btss~cii M. 20 - Cincii Cn: V. 99 - C~nio::i
F. 33 - CIO CHE BENE PER LA SOCIET BENE PER LIMPRESA 339 - Coxtti:\
ii s~t Lioiito 437 - Coniioti I. 101 - L~cos M. 44 - DELITTO (IL) DELLA
PENA 101 - Li Ci~coxo S. 43 - L`Ctcni~ M. 197 - Ltitv A. 439 - Iii~i:o
C. 103 - FIORE (IL) AZZURRO 437 - Ionto M. 540 - Ios:in V~ii~ci L. 544 -
Io:i~ M. 334 - C~iio M. 94 - C~niciio b. 444 - Ci~ni::~ R. 9 - CitIIn
M. 1. 54 - Hois: biittov A. 442 - L~ biii~ C. 338 - Lit:~to M. 440
- M~ccioiiti F. 339 - M~ct~ti C. 544 - M~i~viti~ C. 201 - M~tttz~
C. 542 - Miizi i`Lnii C. 201 - Mitt:oii C. S. 43 - NEL MONDO, PERCH
CRISTIANI 443 - Fizzixit:i R. 91 - Fots S. 435 - Fot:iIic~i (1ni) Ac~iixv
oi Soci~i Sciitcis 205 - Ftcio::o A. 101 - R~xinis C. 43 - Ricni::o R.
204 - Rizzi I. 543 - RINASCIMENTO (IL) A ROMA 20 - Rov F. [. 432 - S~i~ R.
198 - II (LA) REPBLICA Y LA GUERRA CIVIL EN EL ARCHIVIO SECRETO VATICANO 99
- Sotti: [.-F. 547 - Si~i~no A. 538 - Sviiincoscni C. I. 200 - 1~tz~niii~
S. 9 - TEOLOGIA MORALE E SCIENZE EMIPIRICHE 33 - 1tiii S. S. 332 - V~i~iiin
F. 203 - V~iii A. M. 97 - Viniot 1. 342 - Viciv~ti C. L. 201 - Viiitskv-
L~tioni b. 433 - Voiii 1. 93
LRRA1A CCRRICL
- . 3904, p. 35, 14 rigo oal lonoo
694/2 964/2
- . 3907, p. 4, 21 rigo
regge legge
- p. 11, 13 rigo
1963 1962
- . 3912, p. 570, 17 rigo
Ryad RiyaoL
- . 3913, ultima pagina oel Sommario
Rivista della stampa Rubrica oello spettacolo
- . 3914, p. 1, 9 rigo oal lonoo
Ghetti Apollon CLetti
MC1A. Mon e possibile oar conto oelle molte opere cLe ci pervengono. Me oiamo intanto un annuncio
sommario, cLe non comporta alcun giuoizio, e ci riserviamo oi tornarvi sopra seconoo le possibilita e lo
spazio oisponibile.
OPERE PERVENUTE
VARIE
bALMAM Z., !|to l|qu|do, Roma - bari,
Laterza, 2012, XXIII-188, 455, C 9,00.
bLMLLL11C XVI, Lo cor|to ol|t|co.
D|scors| ol| uom|n| e olle donne |menot| nelle
|st|tu:|on| c|v|l|, Citta oel Vaticano, 2012, 47, C
4,00.
IL., Test|mon| del messo|o cr|st|ono (C.
VICIMI), Milano, Monoaoori, 2012, X-15, C

1,00.
bLMVLML1I F., n soeculo seoculorum. l
temo dello js|co e |l temo dello s|r|to, Livorno,
FLarus, 2012, 110, C 10,00.
bLRL11A C. - MCLLA F., Lettere (L. e
CLLRRILRC), Cinisello balsamo (Mi), San
Faolo, 2012, 302, C 15,00.
bIAMCHI L., Le tento:|on| d| Cesu Cr|sto,
ivi, 2012, 57, C 5,00.
bCYARIM L., l !onelo ebro|co. Le vere
or||n| del cr|st|ones|mo, Roma, CastelveccLi, 2012,
18, C 22,00.
Colle:|one (Lo) dorte dello |ondo:|one
Cor|ch|et| e dello Cor|ch|et| S.P.. |n otr|mon|o
culturole er lo collett|v|to, 1orino, Allemanoi,
2012, 102, C 20,00.
Comun|core l|mm|ro:|one. Cu|do rot|co er
l| oerotor| dell|njormo:|one, Roma, Ioos, 2012,
10, s.i.p.
Lconom|o come sc|en:o soc|ole. Teor|o,
|st|tu:|on|, stor|o, bologna, il Mulino, 2012, 80, C
50,00.
Lro (L) dello consoevole::o. Lo resonsob|l|to
|nd|retto: un nuovo r|nc||o er comb|ore |l mondo
(F. bLCCLCA1C), Faoova, Messaggero, 2012,

135, C 10,00.
Lt|co (L) dello comun|co:|one nellero d||tole
(I. SAMMA), Roma, Stuoium, 2012, 25, C 20,50.

IAIVRL A., Lesoter|smo occ|dentole.


Metod|, tem|, |mmo|n| (I. bARCMI), brescia, |
Morcelliana, 2012, 225, C 20,00.
IAMZACA L., Pod|o Mor|o un m|rocolo d|
volontor|oto. Cr||n|, stor|o, ottuol|to dellem|ttente
cottol|co |u oscoltoto nel mondo, Milano, SugarCo,
2012, 223, C 18,50.
|ore ltol|o, jore l| |tol|on| (M. 1RLIILLLI),
Roma, Ave, 2012, 27, C 12,00.
IILA M. C.,, Lducore ollo oce. Lo v|o d| don
M|lon|, Milano, Faoline, 2012, 82, C 11,00.
IRAMCHIM C., Lorte del volto. Per
unontroolo|o dell|mmo|ne, Milano, Vita e
Fensiero, 2011, 178, C 18,00.
IRAMCK S., Pel||one come l|berto. Lettero
o ]ohonnes Comonus (M. VAMMIMI), brescia

Morcelliana, 2012, 9, C 10,00.


CIACCbbL I., Sulle trocce d| un D|o om|co.
!ott|mo e |l cr|st|ones|mo, Montespertoli (Ii),
AlepL, 2012, C 14,00.
CICRLLLC C. - bRIAM1L L., Lutero e
Colv|no: cosc|en:o e |st|tu:|one, Milano, booL
1ime, 2012, 44, 219, C ,50.
CMILKA [., no:oren| e |l Corono, brescia,
Faioeia, 2012, 152, C 1,50.
CRICCRI1A C., Loutonom|e eccles|ost|que
selon lo le|slot|on conon|que octuelle de lLl|se
q
orthodoe et de lLl|se cotol|que. Ltude conon|que
q q
comorot|ve, Roma, Fontihcia Lniv. Cregoriana,
2011, 02, C 37,00.
HALIK 1., !|c|no o| lonton|. Lo o:|en:o
dello jede nel d|oloo con lote|smo, Citta oel
Vaticano, Libr. Lo. Vaticana, 2012, C 19,00.
L|bro (l) nero de| esu|t|. Mon|to r|voto~ o
stru:|on| serete dello Comon|o d| Cesu. Lo scr|tto
che ho |s|roto lo jols|jco:|one de| Protocoll| de| Sov|
d| S|on, Milano, Res Cestae, 2012, 72, C 8,00.
LC FRLS1I C., Lvolu:|on|smo o conjronto,
Acireale (Ct) - Roma, bonanno, 2012, 259, C
j
24,00.
Mo che centro Dorw|n? |n d|oloo
om|chevole sullevolu:|one (R. C. MLVMAM

e
- [. L. VLIS1LR - [. [. MCMLYMAKLR),
Caltanissetta - Cinisello balsamo (Mi), Alla &
[ [ [
Cmega - Aiso, 2012, 153, C 12,50.
MARLCHAL [.,
g
Ps|colo|o e m|st|co. Stud|
sullo s|colo|o de| m|st|c| (L. bCSCC), brescia,

|
Morcelliana, 2012, 495, C 35,00.
Promesso (Lo) |mmo|noto. Prooste er uno
teolo|o estet|co jondomentole (S. KMALSS - L.

e
ZCRLAM), bologna, Lob, 2011, 400, C 28,00.
j
Promot|on (The) oj humon r|hts ond ]ohn Poul
gg
. Lo romot|on des dro|ts de lhomme et ]eon-Poul
. ]on Powel romoter row c:lw|elo, Citta oel
Vaticano, Libr. Lo. Vaticana, 2011, 214, C 1,00.
RACHLLI S., ^on |ud|cote e non sorete
|ud|cot|, Cinisello balsamo (Mi), San Faolo, 2011,

102, C 10,00.
RIFA bLSCHL11I LI MLAMA F., Serv|re
lo Ch|eso. !|cor|o e|scoole er lo v|to consocroto o
Tor|no do trentonn|, Cantalupa (1o), Lhata, 2011,

374, C 25,00.
P|volu:|on| (Le) orobe. Lo trons|:|one
med|terroneo (I. M. CARRAC), Milano,
Monoaoori, 2011, 225, C 19,00.
BI\I-TA IINDICINAII DI CIITIBA DIIIA COVIACNIA DI CI-I. IONDATA NII 1S0
ABBONAVINTI 201'
ITALIA
1 anno 80,00; 2 anni 145,00; 3 anni 210,00; 1 quaderno 7,00
ZONA EURO
1 anno 120,00; 2 anni 210,00; 3 anni 320,00; 1 quaderno 9,00
ALTRI PAESI
1 anno 180,00; 2 anni 290,00; 3 anni 420,00; 1 quaderno 13,00
laciviltacattolica.it
n. 588004
intestato a La Civilt Cattolica,
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-poo. in o. p. DI ''j0'
conv. I. +6j0+, ort. 1 c. 1
DCB Bomo

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