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LA SICILIA NORMANNA

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ARTE PALEOCRISTIANA
Larte che si sviluppata nei primi secoli del cristianesimo sul territorio dellImpero Romano viene denominata arte paleocristiana. Larte romana era fortemente orientata alla propaganda di ideologie politiche e civili e influenz con ogni probabilit le espressioni artistiche paleocristiane proprio in relazione alle comuni esigenze del cristianesimo di trovare un modo di propagandare le proprie ideologie religiose ed etiche. Larte cristiana nasce con la consapevolezza del potere evocativo delle immagini, che erano considerate come portatrici di significati simbolici. Lutilizzo dellimmagine per diffondere i contenuti della nascente religione, azione consapevole, sin dallinizio della sua diffusione. La prima arte paleocristiana non differisce stilisticamente dallarte romana, ma anzi ne imita gli schemi compositivi, oltre che le tecniche esecutive. I cristiani, lo si gi visto, saranno gli unici eredi della vera mentalit romana. Daltra parte, gli artisti e gli artigiani che lavoravano per i cristiani e per i pagani erano gli stessi. Non c, quindi, discontinuit fra arte romana e arte cristiana.

Ges Buon Pastore,seconda met del III sec. Affresco. Roma, Catacombe di Priscilla.

Durante i primi due secoli dalla nascita di Cristo lunica differenza fra arte pagana e cristiana va colta nel diverso valore simbolico che i cristiani attribuivano a certe raffigurazioni. Infatti, se una qualunque scena di vendemmia, con la rappresentazione di viti e grappoli duva, per un pagano non

era altro da quello che mostrava di essere, per un cristiano, invece, si caricava di valori simbolici. In essa egli vedeva lallusione alla parabola evangelica in cui Ges paragonava se stesso alla vite e i cristiani ai tralci. Un pastore con le pecore , per un pagano, parte di una scena agreste, per un cristiano raffigura Ges Buon Pastore. Allo stesso modo la raffigurazione di un pesce per un pagano altro non era che quella di un animale acquatico (fig. a), mentre per il cristiano costituiva il simbolo stesso del Cristo (fig.b). In greco pesce si dice ichths, ma questa parola anche lacrstico formato dalle lettere greche iniziali della frase Iess Christs Theo Yis Sotr, cio: Ges Cristo Figlio di Dio Salvatore.

Decorazione pagana. (fig.a)

Simboli cristiani (Fig.b)

Con le precisazioni che finora abbiamo tratteggiato, pertanto, per arte paleocristiana intendiamo quella dei primi secoli dellera cristiana, dal greco palais, vecchio. Tale arte, comunque, pu essere ancora definita correttamente come tardo-antica. Gli scavi archeologici effettuati da Palermo a Siracusa hanno riportato alla luce interi cimiteri, situati intorno alle citt e utilizzati a partire dellantichit, quando la Sicilia viene cristianizzata dai Romani. Le catacombe conservano alcune tracce di decorazioni pittoriche e sono le prime testimonianze darte cristiana. Nel 535, la conquista dellisola da parte dei Bizantini segna il riavvicinamento della Chiesa di Sicilia allesarcato di Ravenna e, a partire dal 751, allimpero di Costantinopoli. E tuttavia la crisi iconoclasta che colpisce Bisanzio a dare la svolta decisiva alla storia della regione. I cristiani di Sicilia infatti, rimasti fedeli al culto delle figure sacre vietate dallimperatore nel 725, assistono allarrivo in massa di immigrati. Intere comunit monastiche e numerosi gruppi di artisti si rifugiano in Sicilia dove fanno mostra delle loro doti, specialmente nel campo dei mosaici. Questo florido periodo d origine da un lato allallestimento di numerosi santuari e alla costruzione di abitazioni rupestri scavate direttamente nella roccia, dallaltro alledificazione delle cube, chiesette a pianta centrata quadrata. (tipicamente bizantine) semplicemente formate da tre esedre che si affacciano su unarea centrale cubica, sormontata da una cupola, con un ingresso situato nellunico lato piatto (ad ovest).

Catacombe paleocristine di Porta d'Ossuna, Palermo

Fonti: Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto. Terza edizione. Versione gialla. Cricco, Di Teodoro. Zanichelli. Arte Paleocristiana in Sicilia Siciliano.it

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ARTE PALEOCRISTIANA La Basilica


Con arte paleocristiana si intendono le espressioni artistiche dei primi secoli del Cristianesimo: il prefisso paleo deriva infatti dal greco palais, vecchio. Pi esattamente larte paleocristiana comprende un insieme di opere che vanno dalle prime pitture e sculture di soggetto propriamente cristiano della fine del II secolo o degli inizi del III secolo fino alle architetture, alle sculture e alle pitture della met del VI secolo. Larte cristiana nasce con la consapevolezza del potere evocativo delle immagini, che erano considerate come portatrici di significati simbolici. Lutilizzo dellimmagine per diffondere i contenuti della nascente religione, azione consapevole, sin dallinizio della sua diffusione. La prima arte paleocristiana non differisce stilisticamente dallarte romana, ma anzi ne imita gli schemi compositivi, oltre che le tecniche esecutive. I cristiani, lo si gi visto, saranno gli unici eredi della vera mentalit romana. Daltra parte, gli artisti e gli artigiani che lavoravano per i cristiani e per i pagani erano gli stessi. Non c, quindi, discontinuit fra arte romana e arte cristiana.

Storie di Giona, particolare dell'affresco della volta delle catacombe dei Santi Pietro e Marcellino a Roma.

Contrariamente ai riti pagani che venivano celebrati allesterno dei templi, quelli cristiani si svolgevano al chiuso e alla presenza di tutta la comunit dei fedeli. I primi edifici adibiti al culto cristiano vennero costruiti avendo quale esempio le basiliche romane, le uniche costruzioni espressamente realizzate per contenere grandi moltitudini di persone. La basilica cristiana ha un andamento longitudinale e lingresso, a differenza di quanto avveniva nelle basiliche romane, sempre in uno dei lati minori. Essa preceduta da un quadriportico, cio da uno spazio di forma pressoch rettangolare, con un porticato posto su tutti e quattro i lati. La porzione di porticato che corrisponde alla facciata della basilica detta nartce. Linterno della basilica diviso in navate da due o pi serie di colonne. La navata centrale solitamente pi ampia e pi alta delle laterali, per permettere linserimento delle finestre, e termina con un abside. Questa si compone di un semi cilindro, innestato sulla parete di fondo, sormontato da un quarto di sfera che prende il nome di catino absidale. Talvolta il corpo longitudinale tagliato trasversalmente da una navata che prende il nome di transetto.

La basilica Paleocristiana.

La tavola si ispira alle forme della basilica di San Pietro a Roma in et costantiniana. La basilica venne completamente rifatta a partire dallinizio del XVI secolo, ma lacuni disegni e affreschi hanno tramandato il suo primitivo aspetto. Se i due bracci del transetto sono pi corti delle navate, la basilica si dice a croce latina, tipologia diffusa soprattutto in Occidente; se sono uguali e si innestano al centro delle navate, invece, si parla di edificio a croce greca,secondo una consuetudine diffusa soprattutto nellOriente cristiano. Se, infine, nella croce latina, il transetto posto a circa 2/3 del corpo longitudinale, si parla di croce immissa (dal latino immittere, mettere dentro, cio inserita allinterno); se in fondo, di croce commissa (dal latino committere, mettere insieme) o di pianta a T (tau). Chiamiamo presbiterio il luogo riservato al clero, posto in fondo alla navata principale di fronte al abside. Il presbiterio solitamente separato dalla navata da un recinto in marmo, intagliato o traforato, che viene pi propriamente detto transnna. Arco trionfale detto quello che congiunge la navata centrale al transetto, ovvero, in mancanza di questultimo, per arco trionfale si intende la porzione di parete che rimane attorno allinnesto dellabside. La basilica ha copertura composta da capriate lignee che, talvolta, sorreggono un soffitto piano composto da cassettoni in legno.

Basilica costantiniana di San Pietroa Roma, veduta dall'interno, affresco del XVII secolo.

Alla variet tipologica delle basiliche si affiancava una variet anche delle funzioni: le basiliche cattedrali erano quelle in cui celebrava il vescovo, le basiliche cimiteriali o martyria erano quelle destinate al culto dei martiri, meta di pellegrinaggi. Spesso queste ultime avevano un deambulatorio, a continuazione delle navate laterali dietro il presbiterio: ci consentiva laccesso dei fedeli alle reliquie, di solito conservate sotto laltare. Tipico edificio cristiano il battistero, che ospitava la vasca con lacqua per il rito del battesimo per immersione: per analogia con gli ambienti termali, la pianta assunse una forma circolare o poligonale.

Itinerario nellarte Dalla Preistoria a Giotto, Cricco, Di Teodoro, Zanichelli, Le basi dellarte Lantichit e il Medioevo a cura di M. Cadario e C.Fumarco, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori Arte. lasicilianormanna.blogspot.it

IL MOSAICO PALEOSCRISTIANO

Ravenna. Mausoleo di Galla Placidia. Particolare di un mosaico dell'interno

Nel periodo del trapasso dal tardo antico al paleocristiano, il mosaico si diffonde moltissimo. Esso viene comunemente impiegato a pavimento per poi passare, negli edifici cristiani soprattutto, a mirabili raffigurazioni parietali. Predominano ancora ad inizio secolo le scene mitologiche che lasciano poi il campo a raffigurazioni pi statiche, sovente di personaggi in atteggiamento frontale. Stilizzate appaiono anche le raffigurazioni di paesaggi ed alberi. I famosi mosaici di Piazza Armerina hanno alcuni brani da attribuire a questo periodo fra il III e il IV secolo. Ma allet paleocristiana risalgono i primi grandi mosaici parietali e a volta. Le tecniche che qui bisognava impiegare dovevano essere differenti sia per ragioni pratiche sia espressive. Il fondo di impasto non era omogeneo come quello a pavimento ma pi scabro e diseguale, scabra era anche la superficie delle tessere che acquistavano una diversa caratteristica determinata dalla rifrazione della luce sulle irregolarit delle pietre.

Grande caccia, particolare: Personificazione della Mauretania, mosaico pavimentale.

Nel IV e nel V secolo d.C. la tecnica del mosaico (o tecnica musiva) diventa quella pi diffusa per decorare pavimenti e pareti, sostituendo addirittura la pittura. E in questi secoli che il mosaico raggiunge il massimo delle sue potenzialit espressive, prevale comunque il mosaico policromo. Il termine mosaico viene dal latino medioevale musicus a sua volta derivante da Musa. Le Muse, infatti, venivano onorate in grotte artificiali (costruite nei giardini romani) che erano decorate, per lappunto, con motivi ornamentali costituiti da piccole pietre variamente accostate. I mosaicisti romani impiegavano soprattutto pietre dure, terra cotta (anche colorata) e ciottoli di forma parallelepipeda detti tessere. A cominciare dalla seconda met del I secolo a.C. si diffuse anche luso di tessere di vetro. Esse divennero preponderanti rispetto agli altri materiali dal III secolo d.C. in poi, imponendosi in special modo allinterno delle prime basiliche cristiane. I colori a disposizione aumentarono con luso del mosaico a pasta vitrea, perch era sufficiente aggiungere al vetro un pigmento colorante in qualit variabili per ottenere intensit diverse di una stessa tinta. Soprattutto limpiego di tessere a fondo dorato, ottenute con linterclusione di una sottilissima lamina doro fra due colate di vetro, dette luogo a profonde innovazioni nelleffetto totale della decorazione musiva. Le tessere si immergevano nellintonaco fresco che veniva via via applicato al di sopra di un sottofondo sul quale il soggetto da rappresentare era stato precedentemente disegnato o inciso. Poich spesso i mosaici erano situati in posizioni alquanto distanti dallocchio dellosservatore, lartista poteva sfruttare la posa in opera non uniformemente liscia delle tessere, al fine di ottenere particolari effetti di luce con riflessi variamente colorati e ombre. Al risultato finale partecipava

anche il piccolo vuoto che, a volte, veniva lasciato intenzionalmente fra una tessera e laltra. Spesso il mosaico si sovrapponeva a un dipinto vero e proprio. In quel caso le tessere doro erano collocate su un fondo rosso, colore che diveniva visibile negli interstizi fra una tessera e laltra rafforzando ed esaltando leffetto della doratura stessa.

Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore, 432-440. Mosaico della navata centrale

Dopo aver disegnato con piccole tessere i contorni delle figure, si riempivano gli spazi fra luna e laltra secondo filari pressoch orizzontali, ma, per ottenere effetti speciali, in alcune zone la disposizione delle tessere poteva anche seguire altre regole. Successivamente si iniziava a lavorare allinterno delle figure stesse. Le tessere impiegate non erano tutte delle stesse dimensioni. Ad esempio quelle destinate agli incarnati erano molto pi piccole delle altre. Ci consentiva di impiegarne un numero maggiore potendo contare, cos, anche su una gamma superiore di colori e di sfumature. Anche i dettagli, in tal modo, potevano esser pi curati. La forma delle tessere era di norma quadrangolare, ma talvolta si usavano tessere di forma circolare o ovale per rendere per esempio le pupille o dettagli di gioielli, come le perle.

Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. Le basi dellarteLantichit e il Medioevo, M.Cadario-C.Fumarco. Edizioni scolastiche Bruno Mondadori lasicilianormanna.blogspot.it

LARCHITETTURA ROMANICA IN SICILIA

Dopo lanno Mille tutta lEuropa occidentale conosce un periodo di straordinario fermento innovativo. Questa favorevole situazione determinata, in primo luogo, dal definitivo esaurirsi della pressione esercitata dalle popolazioni barbariche di provenienza nord-orientale e dallo stabilizzarsi della situazione politica generale. Il termine Romanico ha origine dalla parola inglese Romanesque(in francese Roman) utilizzata in ambito linguistico allinizio del XIX secolo per indicare le lingue romanze, cio le lingue europee derivate dal latino. In ambito artistico, il Romanico non fu un momento di cesura con larte classica n espressione della sua decadenza. Se nellantichit era luomo il centro del mondo e la vita terrena costituiva la dimensione pi importante, nel Medioevo questa prospettiva rovesciata: la realt terrena ha valore solo in virt del suo legame con il divino, la dimensione soprannaturale. Ne deriva un disinteresse per la rappresentazione naturalistica, a favore di quella simbolica, in cui il corpo non ha valore in s e il senso delle proporzioni non corrisponde ai canoni dellarte greco-romana. Alla fine dellXI secolo lItalia meridionale era divisa in principati longobardi, citt libere e potenti, zone abitate da coloni greci e piccole presenze arabe. Nel corso della prima met dellXI secolo i normannicominciarono ad acquisire il controllo di alcuni territori, finch, guidati da Roberto il Guiscardo, della famiglia degli Altavilla, e dal fratello Ruggero, conquistarono lintera Italia meridionale e la Sicilia musulmana.

L'Italia tra l'XI e XII secolo

Nel 1130 si costitu formalmente ilregno di Sicilia,quando Ruggero II venne consacrato re dal papa. Dinastia straniera, con legami in Francia e in Terrasanta e ottimi rapporti con labate di Montecassino Desiderio, i normanni favorirono lintreccio delle diverse componenti culturali del loro regno, nel quale nacque e si svilupp unarte estremamente raffinata.

Cristo incorona Ruggero II, met del XII secolo, mosaico. Palermo, La Martonarana.

Soggetta al dominio bizantino prima di cadere, alla met del IX secolo, nelle mani degli arabi che la trasformarono in una delle pi splendide citt del tempo, Palermo fu conquistata dai normanni nel 1072. La capitale del regno accrebbe dunque la sua bellezza e importanza quale strategico nodo commerciale tra lEuropa, lAsia e lAfrica. In Sicilia gli sviluppi dellarchitettura di questo periodo risentirono molto delle influenze bizantine, arabe e normanne, tanto che il romanico assunse nellIsola caratteri distintivi nettamente diversi da quelli di ogni altra regione. Le forme orientalizzanti, come le rosse cupole emisferiche, gli archi intrecciati, la sontuosa decorazione policroma musiva e marmorea sono le pi evidenti peculiarit della sintesi stilistica operata nellIsola tra XI e XII secolo.
Le Basi dellArte Lantichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. Art Dalla preistoria al Gotico, O. Calabrese, V. Giudici, Le Monnier Scuola lasicilianormanna.blogspot.it

La Sicilia Romanica
Larchitettura in Sicilia segnata da vicende politiche e culturali. Linsediamento degli Arabi per oltre due secoli, dal IX allXI, non poteva non lasciare tracce. I Normanni, poi, introdussero tecniche e strutture architettoniche evolute. Anche la cultura bizantina port un contributo importante al linguaggio architettonico siciliano. La sua raffinatezza e il suo splendore furono particolarmente graditi al gusto di sovrani mecenati come Ruggero II, amanti dello sfarzo e della ricercatezza. Diversi elementi, dunque, si mescolano nellarchitettura dellisola, che principalmente caratterizzata dal gusto orientale.

Ipotesi di ricostruzione della pianta originaria della Cattedrale di Cefal

Le chiese sono di impianto basilicale a tre navate, divise da colonnati classicheggianti, in gran parte realizzati reimpiegando marmi antichi, sui quali si impostano arcate di profilo ogivale; le navate sfociano in uno spazio detto santuario di derivazione bizantina, che fonde in s transetto (in quanto di larghezza maggiore rispetto allaula principale) e presbiterio (che ospita laltare e gli eventuali altri elementi dellarredo liturgico); nella parete di fondo del santuario si aprono le absidi, solitamente tre, delle quali la maggiore pi ampia e pi profonda.

Cefal. Cattedrale. Veduta della navata centrale dall'ingresso. La chiesa spesso preceduta da un nartece che pu essere affiancato, secondo una caratteristica tradizione costruttiva cluniacense, da due alte torri che ventono cos a rinserrare la facciata; allinterno il santuario si differenzia dallaula principale anche per la copertura, normalmente a volta a crociera su robusti pilastri, rispetto alla pi lineare copertura a capriate delle navate.

Cefal. Cattedrale. Veduta della facciata con il portico.

Gli interni sono sontuosi per la preziosit dei materiali (pavimenti a intarsi marmorei policromi, colonne e zoccoli delle pareti pure in marmi preziosi, intagli lignei dorati a rivestire le volte) e sfavillanti per le vastissime superfici coperte da mosaici a fondo oro; pi sobri i paramenti murari esterni, in conci di pietra, ma ugualmente connotati dal gusto per la policromia, con limpiego di pietre di diverse tipo e colore.

Monreale. Duomo. Veduta della navata centrale dall'ingresso.

http://www.guidasicilia.it/ita/main/storia/storiaNormanni. Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. eikon guida alla Storia dellArte, 1dalla preistoria al Trecento,E. Bernini, R. Rota, Editori Laterza. Larte italiana Dallalto medioevo allarte gotica, Piero Adorno, Volume primo Tomo secondo, Casa editrice G. DAnna. http://www.guidasicilia.it/ita/main/storia/storiaNormanni.htm lasicilianormanna.blogspot.it

Chiese in Sicilia La Cappella Palatina

Le dominazioni che si sono succedute nel territorio dellItalia meridionale e in Sicilia hanno impresso nellarchitettura dellXI e del XII secolo un carattere eclettico e composito che risente, con diversa intensit di influssi bizantini, arabi e normanni. A Palermo gli edifici presentano analogie con quelli arabi, a tal punto che un cronista che visit la citt nel 1183 la dichiar somigliante a Cordova.

La Cappella Palatina, annessa al Palazzo dei Normanni, fondata da Ruggero II nel 1132 e consacrata nel 1140, un capolavoro di perfette proporzioni e squisite decorazione dove si fondono felicemente motivi romanici, bizantini e arabi.

Il gusto arabo si avverte nelloriginale soffitto in legno a muquarnas (alveoli e stalattiti) e negli archi della navata.

Lornamentazione a mosaico, che ricopre interamente le pareti, invece di manifattura bizantina e, come un manto splendente, le riveste di affascinanti bagliori determinati dalle accorte aperture delle finestre.

La Cappella Palatina un altissimo esempio di raffinata integrazione fra architettura e arti decorative: il pavimento a tarsie marmoree, come pure alcuni elementi dellarredo liturgico: le

transenne, lambone, nonch il trono dal quale i sovrani assistevano alle celebrazioni; il Candelabro per il cero pasquale in marmo finemente scolpito con un intreccio di figure animali e umane tra fogliami.

La navata maggiore ha un soffitto ligneo di manifattura araba, a cassettoni a forma di ottagono stellato e stalattiti, dipinto a tempera con figure (scene di caccia, signori orientali che bevono, danzatrici, suonatori, animali esotici, giocatori di scacchi,) e iscrizioni in caratteri cufici; anche le travature dei due spioventi delle navate minori sono dipinte, venendo a costituire il pi vasto ciclo pittorico islamico sopravvissuto.

La Cappella Palatina una piccola basilica ispirata, non nelle forme ma negli ideali politici, alla cappella imperiale di Aquisgrana. Linterno ha tre navate su colonne romane di spoglio, archi acuti e soffitto ligneo arabo.

L'impianto basilicale a tre navate chiaro e misurato.

http://www.federicosecondo.org/it/cappella-palatina.html Le Basi dell'Arte L'antichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Art Dalla preistoria al Gotico, O. Calabrese, V. Giudici, Le Monnier Scuola eikon guida alla Storia dell'Arte, 1dalla preistoria al Trecento,E. Bernini, R. Rota, Editori Laterza.

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IL ROMANICO
Dopo lanno Mille tutta lEuropa occidentale conosce un periodo di straordinario fermento innovativo. Ci dovuto al definitivo esaurirsi della pressione esercitata dalle popolazioni barbariche di provenienza nord-orientale e al conseguente, relativo stabilizzarsi della situazione politica generale. In breve si giunge a una ripresa consistente e duratura delle attivit economiche, religiose e culturali. Questo rinnovato clima di ricerca, laboriosit e concretezza sar la premessa, nellItalia centro-settentrionale, per la nascita e lo sviluppo dei liberi Comuni e, in quella meridionale e in Sicilia, per laffermazione della nascente potenza normanna. Le numerosissime e variegate esperienze artistiche europee manifestatesi tra il Mille e la fine del XII secolo sono convenzionalmente definite Romaniche. Questaggettivo, utilizzato per la prima volta dagli storici dellarte dellOttocento, allude allorigine romana ancora individuabile in molti aspetti della nuova arte di quel periodo. Ma se larte romana, in quanto espressione dun potere centrale, era sostanzialmente unitaria in ogni parte dellimpero, quella romanica presenta caratteri assai regionalistici e differenziati. Larchitettura senza dubbio la manifestazione pi imponente del romanico, ed anche la pi complessa per la molteplicit delle soluzioni adottate nelle diverse aree dellOccidente cristiano, per gli innesti di diverso tipo con le culture precedenti, per la non sempre uguale disponibilit di mezzi e di maestranze. Il monumento principe di questo periodo la chiesa. Le chiese romaniche furono un elemento di primaria importanza nel paesaggio medievale.

Pianta del Duomo di Spira, Germania

Le tipologie adottate sono quelle basilicali consuete, a croce latina con tre o eccezionalmente cinque navate, transetto e cripta seminterrata. Ad esse si aggiunge anche il presbiterio rialzato, dovuto al fatto che le volte della cripta superano spesso il livello del pavimento della navata.

Sezione di una chiesa romanica con I quattro livelli di alzato

Nelle costruzioni romaniche il matroneo, che abbiamo visto essere stato gi ampiamente impiegato anche in alcune architetture paleocristiane, bizantine e alto medioevali, diventa un elemento distintivo e quasi sempre presente. Esso consiste, in genere, in una galleria collocata sopra le volte delle navate laterali, che affaccia sulla navata centrale mediante arconi a tutto sesto o altri tipi di aperture a bifora, a trfora o a quadrfora. Riservato inizialmente alle sole donne, come il nome stesso suggerisce, divent in seguito un elemento architettonico autonomo, la cui funzione era anche quella di innalzare la navata centrale e di contribuire a irrigidire lintero edificio.

Principali elementi architettonici di una chiesa romanica

Fra le innovazioni tecniche e le caratteristiche architettoniche pi significative del Romanico ricordiamo comunque: La volta a crociera, che sostituisce vantaggiosamente le pi deperibili strutture a capriate in legno e le troppo pesanti volte a botte in muratura. Il pilastro, che sostituisce o si affianca alla colonna. Il contrafforte esterno, che contrasta le spinte generate dalle volte a crociera. Il forte spessore delle murature perimetrali, che conferisce alla costruzioni la necessaria solidit. La volta a crociera un sistema di copertura in muratura che, anche se noto fin dallepoca romana, trova solo adesso la sua piena e sistematica applicazione costruttiva. Dal punto di vista geometrico, una volta a crociera generata da due volte a botte uguali che si intersecano, una perpendicolarmente allaltra. Lo spazio quadrato coperto da ciascuna crociera prende il nome di campata ed delimitato, ai quattro vertici, da altrettanti massicci pilastre in muratura. Le quattro porzioni di volte a botte risultanti dalla loro avvenuta intersezione prendono il nome di vele, in quanto la loro forma richiama proprio quella di una vela triangolare gonfiata dal vento.

Schema geometrico della costruzione di una volta a crociera

1. Prima volta a botte. 2. Seconda volta a botte perpendicolare. 3. Campata. 4. Vela.

La stabilit di una volta a crociera impone di adottare particolari accorgimenti costruttivi. Infatti, mentre la volta a botte scarica il proprio peso uniformemente lungo le due pareti continue che la sorreggono, la volta a crociera lo ripartisce, tramite i quattro archi a tutto sesto che la delimitano e i due archi diagonali che lattraversano, sui quattro pilastri della campata i quali, di conseguenza, ne ricevono la spinta. Questi devono quindi assumere proporzioni e forme adeguate a sopportare il carico degli archi e a contrastare efficacemente tali maggiori spinte. E per questo motivo che essi sono spesso compsiti, in quanto presentano sezioni mistilnee, date dalla varia combinazione di forme quadrate e tondeggianti. Pilastri cosiffatti, dunque, conseguono il doppio effetto di essere pi robusti senza per darne limpressione, poich il profilo spezzato ne ingentilisce laspetto. Nel caso di costruzioni a navata unica il problema statico di una volta a crociera generalmente risolvibile adottando murature esterne di grande spessore e riducendo al minimo lapertura di porte e finestre che, altrimenti, ne indebolirebbero la struttura. Le aperture oltre a costituire una privazione di materia, quindi una discontinuit nella struttura, sono sempre i luoghi pi critici di un edificio. Nelle chiese a tre o pi navate sono le volte a crociera delle navate minori a compensare la spinta esercitata sui pilastri della navata centrale dalle crociere principali. Le spinte diagonali che anche le volte delle navate minori esercitano verso lesterno, infine, vengono contrastate, oltre che dalla spessa muratura perimetrale, anche dai contrafforti. Questi elementi architettonici sono un ulteriore ringrossamento della sezione muraria, in pratica, degli ulteriori pilastri di rinforzo addossati alla parete esterna in corrispondenza dei pilastri interni, cio nei punti dove le spinte generate dalle volte a crociera sono maggiori e pi concentrate.

Cattedrale di San Geminiano, Modena

Ecco allora che i grandi spessori delle murature, la gran mole dei pilastri, il ritmico succedersi dei contrafforti, la piccola luce delle finestre rappresentano le conseguenze dellimpiego generalizzato delle volte a crociera, diventando al medesimo tempo il simbolo stesso dellarchitettura romanica.

Duomo di Modena, navata centrale

Le Basi dellArte Lantichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. Moduli di ARTE B Let medievale. Electa, Bruno Mondadori arteintornoanoi.blogspot.it lasicilianormanna.blogspot.it

Palazzo dei Normanni

Palazzo dei Normanni

Palazzo dei Normanni Il Palazzo Reale di Palermo, da antica fortezza araba, divenne una reggia senza riscontri altrove. Il nucleo centrale fu trasformato con una grande torre sullesempio normanno, le sale di rappresentanza furono rivestite di marmi, e maestri bizantini vi realizzarono mosaici con figure di animali e scene di caccia.

Sala di Ruggero II

Infine sotto Ruggero II sorse, fra il 1132 e il 1140, la Cappella Palatina, una piccola basilica a tre navate su colonne romane di spoglio, con archi acuti, soffitto con alveoli e stalattiti del tipo islamico e notevoli mosaici, eseguiti da maestranze bizantine, con storie del Vangelo e la rappresentazione del re incoronato da Cristo.

Cappella Palatina a Palermo, soffitto ligneo della navata centrale

Il Palazzo Reale oggi sede dellAssemblea Regionale Siciliana. Fu costruito dagli arabi nel IX secolo e poi ristrutturato dai normanni e successivamente dai vecer spagnoli nel 500. Costruito strategicamente sul punto pi alto della citt su preesistenze puniche, romane, bizantine e arabe poste a difesa delle mura e della porta urbica della citt, la reggia normanna costitu un centro plurifunzionale, simbolo del potere civile della monarchia. Il palazzo era costituito da edifici turriformi collegati da portici e da giardini che formavano un complesso unitario. La decadenza inizia gi con gli Svevi, in quanto Federico II non vi risiede. Il ruolo periferico assunto dalla citt si accentua con gli Angioini e gli Aragonesi, che privilegiarono altre sedi. La rinascita del palazzo si ha con i vicer spagnoli che nella seconda met del XVI secolo scelsero di risiedervi adeguandolo alle nuove esigenze difensive e di rappresentanza.

http://www.palermoweb.com/cittadelsole/monumenti/palazzo_normanni.htm Palermo citt darte. Guida ai monumenti di Palermo e Monreale, C.De Seta, M.A. Spadaro, S. Troisi, Kals Moduli di ARTE B Let medievale, rielaborazione di testi di Storia dellarte italiana a cura di C.Calza e E.Varini Electa, Bruno Mondadori lasicilianormanna.blogspot.it

LA SICILIA NORMANNA

Gli arabi, dopo la fondazione nel VII secolo, da parte di Maometto, dellIslam, la grande religione monoteista che si viene ad affiancare alla ebraica e alla cristiana, conquistarono, diffondendo la loro fede, un immenso impero che, fra il VII e lVIII secolo, si estendeva dal fiume Indo allOceano Atlantico, occupando tutta la costa meridionale del mare Mediterraneo. Non si tratta soltanto di conquiste militari; si tratta soprattutto dellespansione di una grande civilt che, nel medioevo, conosce pi dellOccidente il fiorire della cultura: si pensi soltanto alla filosofia e alle scienze, in particolare alla matematica. Si spiega facilmente, perci, perch i contatti commerciali con lOriente islamico si risolvano in contatti culturali.

Chiesa di San Cataldo a Palermo.

Se questo vero per alcune citt dellItalia centro-settentrionale, tanto pi lo per lItalia meridionale, sia perch pi vicina allarea di influenza musulmana, sia perch alcune zone sono state direttamente soggette al dominio degli arabi, come la Sicilia, che dopo aver fatto parte dal VI al IX secolo dellImpero bizantino, venne conquistata da essi nell826, restando in loro potere per oltre due secoli, fino al 1061, anno della successiva conquista dei normanni. Questi rimarranno in Sicilia e in gran parte dellItalia meridionale fino al XIII secolo, quando lo stato pass

per via ereditaria, a Federico II di Svevia. Il periodo romanico in Sicilia si svolge dunque sotto i normanni. Eppure, se anche vero che niente rimasto di ci che costruirono gli arabi, gli edifici siciliani di et normanna, non soltanto civili, ma anche religiosi, dedicati al culto cristiano fieramente avverso a quello islamico, hanno un prevalente carattere musulmano, congiunto talvolta a elementi di provenienza francese importati dai nuovi sovrani. Ci accade per la superiorit della civilt araba, che ha inciso pi durevolmente sulla cultura siciliana di quanto abbiano fatto i normanni, i quali, in gran parte, hanno adottato gli usi locali, unificando sotto il proprio dominio popoli di diversa stirpe, religione, costumi, come latini, bizantini, greci, arabi, ebrei, longobardi, servendosi degli uni o degli altri per le alte cariche dello stato, circondandosi del fasto dei sovrani bizantini e del lusso dei sultani musulmani.

Lavatoio arabo

Larte siciliana det romanica nasce dunque in questo clima culturale, cos diverso da quello dellItalia centro-settentrionale, coordinando mirabilmente elementi arabi e normanni e dando luogo quella tendenza artistica che detta arabo-normanna. Tralasciando di esaminare adesso i caratteri delle civilt classica e bizantina analizzati a suo tempo, sar opportuno riassumere invece quelli arabi e normanni.

San Giovanni degli Eremiti, Palermo.

Nellarte islamica larchitettura, allesterno, ha andamento orizzontale, tetti piani, forme geometriche collegabili allo spirito matematico degli arabi, cupole rialzate. Allinterno, come in tutte le civilt orientali, si libera invece la fantasia: la decorazione anicnica (priva cio di figurazioni), ricca e bidimensionale. Nellarte normanna prevale il verticalismo delle masse, comune a tutta lEuropa settentrionale.

Cattedrale di Cefal

Le Basi dellArte Lantichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Larte italiana Dallalto medioevo allarte gotica, Piero Adorno, Volume primo Tomo secondo, Casa editrice G. DAnna. lasicilianormanna.blogspot.it

La Cattedrale di Cefal
La Sicilia stata da sempre un fertile crocevia di popoli e di culture, alla cui dominazione si sono succeduti i Bizantini (che vi si insediarono fin dal 535), gli Arabi (che dopo varie vicissitudini la annetterono al loro impero a partire dall896) e, dopo el 1061, i Normanni.

Cattedrale di Cefal

La Cattedrale di Cefal riflette con evidenza la complessit di una tradizione architettonica fortemente condizionata da tecniche costruttive e motivi ornamentali fra loro molto diversi, ma che in essa, non meno che in moltre altre chiese romaniche dellisola, hanno saputo convivere fondendosi in modo creativo e armonioso. Nella notte di Natale del 1130 Ruggero II dAltavilla (figlio di Ruggero il Gran Conte) si fa incoronare primo Re di Sicilia. Viene creato il primo grande stato unitario italiano post-imperiale: il Regnum Siciliae. Egli ha capitale a Palermo e regna su parte dellAbruzzo, su Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, sulle coste dellIfriqiya (attuale Tunisia) ed ha, inoltre il controllo del canale dOtranto. La prima grande realizzazione dellepoca del Regno la costruzione della cattedrale di Cefal. La posa della prima pietra del gigantesco Duomo cefaludese avvenne il giorno di Pentecoste del 1131 -

per volere di Ruggero II - e si presume sia stato portato a termine soltanto fra il 1166 ed il 1170. Egli laveva concepito come mausoleo per s e, forse, per i suoi discendenti destinandolo ad accogliere le sepolture regali. Infatti, nel 1145, fece collocare nel coro della chiesa due sarcofagi in porfido, marmo riservato alla dignit degli Imperatori di Costantinopoli. Queste grandi arche - fra le pi pregevoli opere di scultura del XII secolo - non accolsero mai le sue spoglie che furono inumate, invece, nella cattedrale di Palermo. Successivamente, nel 1125, Federico II fece traslare i sarcofagi a Palermo. Il Duomo occupa una posizione isolata rispetto al centro urbano ed ha per sfondo la Rocca di Cefal - possente formazione rocciosa - che mette in evidenza la maestosit delle sue architetture.

Cefal

La chiesa preceduta da un ampio sagrato che si eleva sul livello della piazza ed al quale si accede per mezzo di una scalinata realizzata con blocchi squadrati di pietra calcarea (la cosiddetta lumachella, materiale proveniente dalla stessa Rocca). La facciata della Cattedrale incastonata tra due alti campanili che, per la loro mole, somigliano pi a torri di difesa, essendo costituiti da un alto blocco parallelepipedo a base quadrata - senza cornici intermedie - che continua con un blocco terminale pi piccolo, posto in rientranza e coronato da cuspide. Al centro, tra i due campanili e sotto il portico, si apre la Porta Regum, con un bellissimo portale a cinque ghiere concentriche riccamente scolpite.

Cattedrale di Cefal, veduta della facciata con il portico

Lesterno del Duomo denuncia gli elementi delle varie fasi di realizzazione; di grande rilievo storico-architettonico il prospetto absidale del Duomo; esso evidenzia le interruzioni, le riprese ed i mutamenti subiti dal progetto. Dal punto di vista volumetrico, la chiesa ed in particolare il transetto non mostrano le proporzioni spaziali che caratterizzano larchitettura siciliana del XII secolo, ma il netto contrasto delle masse crea un evidente richiamo allarchitettura anglo e franco normanna del XII secolo. La modifica del progetto originario, con la riduzione dellaltezza inizialmente prevista, provoc un cambiamento totale nella realizzazione del corpo longitudinale della basilica. Allinterno questo contrasto tra la pianta grandiosa del transetto ed il corpo longitudinale, tanto pi basso, chiaramente visibile in corrispondenza dellarco trionfale.

Sezione del Duomo di Cefal

Limponente costruzione, alta a dominare lintero abitato, a croce latina immissa e presenta una pianta basilicale a tre navate, scompartite da otto colonne per lato, con capitelli corinzi di spoglio risalenti al II secolo. Questi sorreggono archi a sesto acuto rialzati su alti piedritti. Tale soluzione conferisce alla navata una verticalit maggiore rispetto a quella che i fitti intercolunni avrebbero consentito in caso di utilizzo di semplici archi romanici a tutto sesto.

Cattedrale di Cefal, Pianta

Chi entra nel Duomo dal portale principale posto tra le due torri campanarie, si trova nella navata centrale di una basilica, divisa in tre navate da otto colonne di granito (eccezion fatta per la prima che di marmo cipollino), con capitelli classici e bizantini su cui si impostano, su alti piedritti, archi a sesto acuto.

Cattedrale di Cefal, Veduta della navata centrale dall'ingresso.

Da un lato e dallaltro della navata centrale, al di sopra degli archi, si eleva la liscia parete superiore, con le finestre ciascuna in asse con le sottostanti arcate. Sia la navata centrale che quelle laterali, hanno una copertura a tetto, con travature a vista; nelle travi, su di un fondale a stelle e disegni geometrici, sono dipinti, oltre a scene di danza, di musica e di lotta, animali ed esseri ibridi. Ma quando si arriva allampio transetto che sono chiaramente visibili i segni delle varianti apportate alla primitiva idea progettuale della chiesa; esso infatti presenta un doppio arco trionfale, di cui quello pi esterno fu concepito anteriormente per la basilica di dimensioni maggiori, ma mai realizzata. Proprio in questo punto si pu chiaramente notare il mancato nesso tra la navata principale e la parte absidale. E comunque certo che il transetto la parte pi importante di tutto lintero edificio, in quanto conserva la maestosa disposizione, originariamente progettata. Nelle due cappelle laterali che comunicano con il presbiterio, sono pochi gli elementi architettonici originari superstiti, in quanto ambedue in periodo barocco furono ricoperte da stucchi.

Cattedrale di Cefal, Veduta dell'abside

Il fulcro della spazialit interna rappresentato dalla parte sommitale dellabside; il dolce e divino sguardo del Cristo Pantocrator accoglie il visitatore della basilica (part. Mano destra part. Evangeliario). Alla stessa maniera che nella Cappella Palatina e nella Chiesa di S. Maria dellAmmiraglio, anche nellabside del Duomo di Cefal le figure che compongono la decorazione sono sistemate secondo i canoni di una gerarchia liturgica. In relazione con limpianto basilicale, il Pantocrator domina dallalto dellabside, gli angeli e gli arcangeli occupano la parte pi alta della decorazione della superficie absidale e la volta; i Profeti che annunziarono lavvento del Cristo, si trovano nelle parti pi alte delle pareti laterali, mentre gli Evangelisti e gli Apostoli, subito dopo la Vergine; negli ordini pi bassi della decorazione parietale vi sono i Santi ed i Dottori. Le figure dellabside e della volta sono accompagnate da iscrizioni in greco, e quelle delle pareti da iscrizioni in latino, ad eccezione della fascia pi bassa della parete destra dove i santi Nicol, Basilio, Giovanni Crisostomo e Gregorio hanno iscrizioni in greco.

Cattedrale di Cefal, Cristo Pantocrator

Dallinterno del Duomo, attraverso una porta che si apre allinizio della parete della navata sinistra, si scende al chiostro annesso al lato settentrionale della chiesa. Il chiostro quadrangolare era costituito originariamente da semplici file di colonne binate che sorreggevano archi ogivali e poggiavano su un basamento continuo. In esso, come poi sar ripreso nel chiostro di Monreale (il chiostro di Cefal stato anche nei dettagli modello e fonte di ispirazione per quello di Monreale) presente la soluzione della fonte angolare. I fusti delle colonne sono prevalentemente lisci, ma di tanto in tanto si incontrano anche esemplari diversi: fusti con decorazioni a zig-zag e fusti decorati con racemi ed elementi figurati.

Cattedrale di Cefal, chiostro.

Il Duomo di Cefal va dunque guardato alla luce del grande desiderio e della fervida devozione di Ruggero. Si tratta di un monumento dove confluiscono tutte le esperienze artistiche europee pi antiche e pi mature e che rimane come documento indiscusso dellaltezza e della forza espressiva della cultura medievale siciliana. La commistione degli stili in esso presente rispecchia la vera natura delledificio; Cefal, infatti, doveva rappresentare lautorit regia in riferimento a tutte le componenti del Regnum: quella latina, quella greca e quella magrebina. A partite dalla proclamazione del Regno i cantieri per la costruzione di edifici chiesastici e monastici si moltiplicano investendo lintero territorio dellIsola.

Le Basi dellArte Lantichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. http://www.mec-carmel.org/index.php/Arte-cristiana/il-duomo-di-cefalu.html lasicilianormanna.blogspot.it

Santa Maria dellAmmiraglio

Palermo, Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio, detta la Martorana, ca.1143-1151. Veduta esterna

La conquista normanna dellItalia meridionale culmina con la sconfitta dei Bizantini e dei Longobardi a Bari e a Salerno, nel 1071 e nel 1077, e con la presa di possesso della Sicilia, definitivamente strappata agli Arabi nel 1091. Lincoronazione di Ruggero II a re di Sicilia, da parte dellantipapa Anacleto II nel 1130, suggella di fatto il potere della dinastia degli Altavilla su tutta lItalia meridionale. Con Ruggero II si apre un entusiasmante periodo di committenze di carattere aulico e imperiale. Il nuovo sovrano sembra non resistere al fascino prezioso dellarte islamica e assume alle proprie dipendenze artisti arabi. Altro referente privilegiato delle committenze normanne in Sicilia il mondo costantinopolitano: maestranze orientali sono infatti chiamate a realizzare vasti mosaici. Il primo sfarzoso e cosmopolita delle costruzioni reali si riflette su quelle commissionate da personaggi della corte. Il grande ammiraglio del regno, Giorgio dAntinochia, fa costruire a

Palermo, forse gi entro il 1143, la Chiesa di Santa Maria dellAmmiraglio, detta Martorana, dal nome di una nobildonna, Eloisa Martorana, che vi fond accanto un monastero benedettino femminile. Lorigine greca del committente potrebbe essere alla base del modello tipicamente bizantino della pianta, oggi alterata da interventi cinque e seicenteschi, e del programma iconografico dei mosaici che ornano linterno, dove opera una bottega diversa rispetto alla Cappella Palatina.

Ricostruzione planimetrica della chiesa originaria di Santa Maria dell'Ammiraglio

Lo stile qui pi arioso e disteso, le scene sono meno affollate e i nessi logici tra le varie parti assai meno precisi e rigorosi. Ledificio presentava allora un semplice impianto a croce greca iscritto in un quadrato, con i quattro bracci coperti da volte a botte e una cupola centrale emisferica impostata un un alto tamburo ottagonale retto da quattro colonne. Le quattro campatelle quadrate risultanti agli angoli avevano unaltezza minore ed erano ricoperte con volte a crociera mentre, sulla parete orientale, si aprivano secondo la tradizione bizantina- tre absidi semicircolari, di cui quella centrale larga quasi il doppio delle altre. In seguito, tra il 1146 e il 1185 vennero aggiunti alla facciata occidentale anche un esonartece (1), un portico esterno (2) e, in asse con il portale dingresso, una torre campanaria (3) con tre ordini di ampie bifore arabeggianti e, in corrispondenza degli ultimi due piani, spigoli smussati ottenuti alleggerendo la muratura con una singolare soluzione di biforette angolari. Allesterno, La Martorana appare come una costruzione compiutamente araba, con le sue finestre aperte dentro unamplissima strombatura e la bassa calotta della cupola sopra un tamburo ottagonale. Lassetto originario, per, stato in parte compromesso dai pesanti rimaneggiamenti che a pi riprese, fra il 1588 e il 1686, hanno snaturato la ben proporzionata struttura normanna, abbattendo la facciata occidentale (4) e ricostruendone addirittura unaltra (5), ruotata di novanta gradi, sul fianco settentrionale.

Veduta dei mosaici della cupola centrale

Questi nuovi lavori, comunque, non hanno compromesso che in parte lo straordinario ciclo di decorazioni musive che ornava loriginario organismo a croce greca e che, nonostante i restauri e le varie integrazioni subiti, conserva ununitariet compositiva e una raffinatezza di esecuzione che lo pone a buon titolo fra i pi significativi di tutta larte romanica.

Il Pantocratore
Il complesso programma iconografico, eseguito da qualificate maestranze bizantine tra il 1143 e il 1151, si dipana a partire dalla cupola, al cui centro troneggia un grande Cristo Pantocratore immerso nelloro del fondo. Liconografia quella tipica dellarte bizantina, con la figura perfettamente frontale- maestosamente seduta sui cuscini di un trono privo di spalliera. Mentre la mano sinistra regge verticalmente un libro chiuso, simbolo delle Sacre Scritture, la destra levata in atto benedicente, con pollice e anulare uniti, secondo la tradizione greca.

Cristo Pantocratore, Mosaico centrale della cupola.

LAnnunciazione
Essendo la Martorana dedicata alla Vergine, larco trionfale accoglie la scena dellAnnunciazione, con lArcangelo Gabriele, sulla sinistra, che accenna a Maria con un ampio gesto dalla mano. Sul lato opposto la Vergine ruota lievemente la testa in senso contrario rispetto al busto, come per voltarsi. Essa indossa un ricco mantello purpureo su una lunga tunica dalle sfumature che vanno dallazzurro al violetto. Essa sorpresa mentre sta filando, come si capisce dal fuso appoggiato nel cestino che regge sulle gambe e dalla matassa da filare che tiene nella mano sinistra. I due sacri personaggi sono separati da un cielo rappresentato simbolicamente con mosaici a fasce concentriche. Da esso si protende la mano di Dio da cui discende lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, che si dirige verso la Vergine.

Annunciazione, Mosaico

Annunciazione, Mosaico. Particolare con Maria

Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli. ARTE 1 Dalla Preistoria al Tardogotico, V. Terraroli, Skira Bompiani lasicilianormanna.blogspot.it

SAN CATALDO

San Cataldo, interno La chiesa attualmente retta dai Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, fu eretta intorno al 1154 da Magone di Bari, grande ammiraglio e cancelliere del re Guglielmo I, come cappella privata.

Chiesa di San Cataldo, pianta. A pianta rettangolare, presenta un nudo interno a tre navate, divise da colonne di reimpiego dai bei capitelli provenienti da costruzioni antiche, e ha per pavimento un pregevole

mosaico normanno. Lo spoglio ambiente ben si armonizza con il nitido e arabeggiante esterno, percorso da arcatelle cieche a sesto acuto con un coronamento arabo mentre le tre calotte emisferiche che sormontano in fila la navata centrale si impostano stavolta su un tamburo cubico finestrato che consente una suggestiva illuminazione allinterno.

Chiesa di San Cataldo, met del XII secolo

Linflusso della cultura araba si avverte in modo esplicito in questa chiesa, in origine forse collegata con un palazzo. Il modo in cui vengono trattati le cupole, gli archi e i muri perimetrali

alleggeriti da arcate chieche- rievoca larchitettura orientale nellintento di dissimulare la dialettica tra struttura di contenimento e sostegno. Le squadrate e nitide forme dellesterno racchiudono un piccolo interno di 10 m. per 7, a pianta rettangolare. La navata centrale sormontata da tre cupolette impostate su nicchie angolari; tre absidiole movimentano la parte terminale della chiesa illuminata da suggestivi effetti di luce provenienti dalle finestre sapientemente posizionate. Allinterno la sensibilit geometrica tipica della cultura fatimita si concretizza nellinterazione dellelemento cubico cupolato nella navata centrale. Nichiette tripartite poste agli angoli del tamburo quadrato mediano il passaggio al cerchio di base delle cupolette costruite con piccoli conci di tufo. Le due navate laterali, divise da colonne con capitelli di spoglio, hanno campate rettangolari, coperte da volte a crociera. Le finestre ogivali nelle cupolette, nel tamburo rettangolare e nelle pareti laterali della cappella, dovevano essere schermate da transenne di gesso. Originale laltare in marmo.

http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/Sicilia/SanCataldoaPalermo.html La geografia dell'arte 1- Et antica e medievale, N. Frapiccini N. Giustozzi, Hoepli. eikon guida alla Storia dell'Arte, 1dalla preistoria al Trecento,E. Bernini, R. Rota, Editori Laterza. lasicilianormanna.blogspot.

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San Giovanni degli Eremiti

San Giovanni degli Eremiti, particolare delle cupole Si tratta di un complesso architettonico che comprende i resti di una moschea musulmana in prossimit della quale fu costruita, per volont di Ruggero II nel 1142-1248, una chiesa cui fu annesso un convento benedettino: ne sopravvive il piccolo chiostro con archi acuti sorretti da colonne binate che custodisce un delizioso giardino creando un ambiente di particolare suggestione.

San Giovanni degli Eremiti, chiesa e chiostro

San Giovanni degli Eremiti, chiostro

Orientata verso est, la chiesa ha un impianto a croce commissa e una rigorosa forma geometrica chiusa.

San Giovanni degli Eremiti, pianta

Il campanile, che si sviluppa sul braccio occidentale del transetto, ha tre ordini di finestre.

San Giovanni degli Eremiti, facciata Sulle pareti laterali della chiesa si aprono delle finestre ogivali, originariamente coperte da transenne di gesso arabescate (ne resta nel sito solo una copia).

San Giovanni degli Eremiti, particolare di una finestra Il modulo costruttivo interno della chiesa dato da una struttura cubica sormontata da una cupola. Tale modulo si ripete cinque volte: due nelle campate dellunica navata, tre nel transetto. Laccostamento del quadrato, che rappresenta la terra, al cerchio, che rappresenta il cielo, ricorre sia nella cultura islamica fatimita sia in quella bizantina. San Giovanni degli Eremiti, faciata. Nelle volte la struttura quadrata trapassa nella cupola semisferica per mezzo di nicchiette angolari, che sono il solo elemento decorativo di un interno lineare semplicissimo.

San Giovanni degli Eremiti, interno di una delle cupole La struttura architettonica della chiesa come delladiacente campanile rimane tipicamente araba con un esterno severo, dalla cubica e limpida volumetria ingentilita in alto dalle cinque cupole, colorate arbitrariamente di rosso nei restauri ottocenteschi, dal caratteristico rigonfiamento orientaleggiante. Mentre le aperture delle navate erano un tempo schermate da lastre di gesso traforate.

San Giovanni degli Eremiti, interno di una delle cupole La struttura architettonica della chiesa come delladiacente campanile rimane tipicamente araba con un esterno severo, dalla cubica e limpida volumetria ingentilita in alto dalle cinque cupole, colorate arbitrariamente di rosso nei restauri ottocenteschi, dal caratteristico rigonfiamento

orientaleggiante. Mentre le aperture delle navate erano un tempo schermate da lastre di gesso traforate.

San Giovanni degli Eremiti, struttura architettonica della chiesa La chiesa palermitana di San Giovanni degli Eremiti un piccolo edificio, nudo e geometrico, con finestrelle arcuate e un campanile squadrato, le cui aperture si allargano progressivamente dal basso verso lalto: lultima incorniciata da una triplice ghiera, lievemente archiacuta, che toglie peso alla spoglia massa costruttiva. Sui tetti si alzano cupole rosse estradossate, il cui colore si giustifica, come gi nei templi greci con lintensa luminosit meridionale.

San Giovanni degli Eremiti, particolare delle cupole

San Giovanni degli Eremiti, particolare

milocca.wordpress.com La geografia dellarte 1- Et antica e medievale, N. Frapiccini N. Giustozzi, Hoepli. Larte italiana Dallalto medioevo allarte gotica, Piero Adorno, Volume primo Tomo secondo, Casa editrice G. DAnna.
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http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp? ID=48&IdSito=58

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Cattedrale

Cattedrale di Palermo Summa della cultura artistica palermitana, costituisce il punto di arrivo dellesperienza fatimita valorizzata e arrcchita dalla capacit costruttiva normanna e, nello stesso tempo, un banco di prova per le culture successive che si misurarono con questo edificio-simbolo della citt, reinterpretandolo. La fama di luogo sacro, favorita anche dal vicino fiume Papireto, era consolidata da secoli.

Cattedrale di Palermo, pianta

La Cattedrale di Palermo fu eretta nel 1184 per volont del vescovo Gualtiero Offamilio. Le trasformazioni succedutesi nel corso del tempo hanno cancellato quasi del tutto limpianto architettonico originario: sono riconoscibili soltanto, al di sopra delle cappelle laterali settecentesche, la parte superiore della muratura esterna della navata maggiore e, nella parte

posteriore delledificio, la sommit dellabside, luna e laltra vivacizzate dai consueti motivi ad archi intrecciati arabeggianti in pietre a intarsio multicolore.

Palermo, Cattedrale, abside Delloriginaria costruzione normanna dedicata allAssunta la parte meglio conservata quella absidale percorsa dalla preziosa ornamentazione policroma e separata da due slanciate torri aperte da bifore che si ripropongono nella facciata collegata da archi acuti alloriginale campanile.

Cattedrale di Palermo, prospetto laterale

Molti sono allesterno i segni degli interventi gotico-catalani mentre linterno, ristrutturato a partire dal XV secolo fino al Settecento, ospita il suggestivo sacello con le tombe imperiali e reali, costituite da sarcofagi marmorei sormontati da baldacchini; qui riposano Ruggero II dAltavilla, il cui sarcofago in porfido ancora quello allestito provvisoriamente nel 1154, insieme a Federico II, scomparso nel 1250 ben ventotto anni dopo la moglie Costanza dAragona.

http://www.cattedrale.palermo.it/monumento/visita%20virtuale/visita%20inizio.htm http://www.youtube.com/watch?v=NtxABY0N1ls La geografia dell'arte 1- Et antica e medievale, N. Frapiccini N. Giustozzi, Hoepli. http://www.palermonelmedioevo.com/monumenti%20la %20cattedrale.htmhttp://www.astropa.unipa.it/indice_generale/meridiana_1.ht ml lasicilianormanna.blogspot.it

Duomo Di Monreale

Cristo Pantocratore

Il Duomo di Monreale si colloca al termine del percorso italiano dellarchitettura normanna anteriore allavvento di Federico II. Questo percorso si sviluppa attraverso tappe significative che vanno dagli esordi pugliesi, caratterizzati da influssi lombardi, alla contaminazione normanno-bizantina di Cefal, dal sincretismo degli edifici reali di Palermo spalancati agli influssi bizantini, arabi e persiani, alla sintesi estrema di Monreale. Componente significativa di questa sintesi sono i mosaici delle pareti interne della cattedrale realizzate da artisti veneziani. I rapporti di alleanza tra la dinastia degli Altavilla e il papato si guastarono ben presto per la concezione assoluta della monarchia maturata progressivamente dai sovrani normanni sul modello degli imperatori bizantini: per contrastare lautorit del vescovo di Palermo, che, al contrario, si adoperava per ribadire come la dignit regale fosse una concessione del papa agli Altavilla, Guglielmo fond una nuova diocesi a Monreale, con lintento di farne il nuovo cuore della vita religiosa dellisola, sotto stretto controllo regio. Sul luogo dove gi esisteva un monastero benedettino e che era incluso nel vastissimo Parco Reale, il sovrano promosse la costruzione di un grandioso complesso che comprendeva una nuova Abbazia, la nuova Cattedrale, il Palazzo Reale e quello arcivescovile. La Cattedrale riprende, sviluppandoli in chiave ancora pi solenne e maestosa (102 x 40 m), i modelli della Cappella Palatina e del Duomo di Cefal, dando spazio, sulle pareti delle navate, del santuario e delle absidi ad uno straordinario ciclo a mosaico, realizzato fra la fine del XIII secolo e i primi decenni di quello successivo, che comprende tutta la storia della salvezza, dallAntico al Nuovo Testamento.

Le successive trasformazioni non hanno infatti alterato il celebre duomo, che rimane il classico esempio del sincretismo normanno per la compresenza di elementi settentrionali (le torri di facciata), islamici (il cromatismo e gli intrecci degli straordinari archi absidiali esterni), bizantini (i mosaici che rivestono completamente gli interni). Situato sulle pendici di Monte Capto, nellimmediato entroterra palermitano, fu iniziato nel 1172, e venne consacrato gi nel 1185, a dimostrazione dellimpegno profuso da Guglielmo che, in questo modo, intendeva forse ricalcare le orme del nonno Ruggero, committente come s vistodella Cattedrale di Cefal.

Pianta del Duomo di Monreale

Il duomo presenta una pianta basilicale a croce latina commissa, divisa in tre navate. Quella centrale, larga pi del doppio delle laterali, ritmata da nove colonne per lato. Su di esse sono collocati alcuni capitelli romani di spoglio (forse provenienti dallAfrica settentrionale) e preziosi pulvini di gusto bizantino, interamente rivestiti in mosaico, sui quali si impostano archi a sesto acuto, con ghiere e intradossi egualmente mosaicati. I pulvini contribuiscono a rendere pu slanciato linterno.

Duomo di Monreale. Decorazione musiva della navata destra.

La mancanza di volte a crociera (la copertura a capriate), e la conseguente assenza di pilastri che le sorreggano, conferisce alle pareti laterali un senso di armoniosa continuit, interrotto soltanto dal doppio transetto continuo, oltre il quale si aprono tre absidi a pianta semicircolare. Al fluido scorrere dello spazio concorre la copertura a capriate.

Monreale, Duomo, Veduta della navata centrale dall'ingresso Navate, transetto e absidi sono rivestiti per intero da un apparato di decorazioni musive. La luce che penetra dalle finestre illumina le pareti che sembrano annullare il loro spessore nello scintillio delloro; i mosaici che ricoprono ogni parte delledificio lo rendono simile a uno scrigno prezioso.

Duomo di Monreale, Decorazione musiva

Vi si pu accedere da due eccezionali porte bronzee. Quella del bel portico rinascimentale laterale di Barisano da Trani, del 1179, con riquadri raffiguranti santi ed evangelisti di stampo orientale, simili a quelle del duomo della sua citt natale e di quello di Ravello. Il portale maggiore ospita invece i battenti con storie del Vecchio e Nuovo Testamento, importati via mare perch firmati nel 1186 da Bonanno Pisano, che supera le ascendenze bizantine nella solidit dei modellati dei personaggi essenziali intorno ai quali composta la scena. La facciata principale, molto rimaneggiata, anche con la successiva aggiunta di un portico (1770), stretta tra quanto resta di due massicci torrioni quadrangolari di tradizione normanna. La decorazione della parte superiore, affine a quelladella Cattedrale di Cefal, presenta un delicato intreccio di archetti ciechi a sesto acuto.

Duomo di Monreale. Veduta della facciata con il portico

Lo stesso motivo, del resto, di schietta derivazione araba, si dispiega con maggior vigore soprattutto nella zona absidiale.

Duomo di Monreale. Veduta esterna della zona absidaleee Le pareti esterne, infatti, conservano intatta la decorazione archiacuta (ripartita su tre registri sovrapposti nellabside mediana e su due in quelle laterali), ulteriormente impreziosita dalla ricercata policromia dei materiali impiegati soprattutto calcare bruno, laterizio rossastro e pomice lavica nera).

Duomo di Monreale. Particolare del chiostro

Araba, infine, anche limpostazione dellattiguo chiostro quadrato, aggiunto tra il 1176 e il 1189. Si trova sul lato destro del Duomo ed il pi grande e pittoresco fra tutti quelli del XII secolo. Esso unico resto delloriginario monastero- presenta 208 colonnette binate, di accuratissima e fantasiosa fattura. La richezza dellornamentazione di basi, tori, fusti e capitelli, variamente scolpiti o intarsiati con pietre policrome, offre uno straordinario panorama del raffinato cosmopolitismo raggiunto degli artisti della Sicilia normanna.

Duomo di Monreale. Particolare del colonnato del chiostro. Il chiostro, di forma quadrata di circa 50 metri di lato, tenuto a lussureggiante giardino e cinto da un quadriportico ad archetti acuti dalle doppie ghiere lavorate, sorretti da coppie di colonnine (incise, dipinte, intarsiate a mosaico policromo o ornate da ricchi bassorilievi) con capitelli fortemente differenziati, alcuni, come quello con lAcrobata, scolpiti sotto linflusso della scultura romanica francese.

Duomo di Monreale. Chiostro con fontana Duomo di Monreale.

Duomo di Monreale. Particolare di un capitello del chiostro.

Da tutto linsieme nasce un sottile movimento fantasioso che culmina, in un angolo, in un piccolo recinto quadrangolare, delimitato da tre arcate per lato: al centro una fontana, la cui acqua sgorga da una colonnina arabeggiante, a fusto con forma di tronco di palma, dal disegno

stilizzato, di incredibile bellezza e grazia. E come un piccolo chiostro, intimo, riservato, e, al tempo stesso, comunicante, attraverso gli archetti, con il chiostro maggiore. Si pu immaginare, qui pi che altrove, il significato dei giardini arabo-normanni nella fertile piana di Palermo, con i loro infiniti recessi e il mormorio delle acque in mezzo al rigoglio della vegetazione. Il ciclo di mosaici comprende tutta la storia della salvezza, dallAntico al Nuovo Testamento. Nel catino dellabside maggiore giganteggia la figura a mezzo busto di Cristo benedicente, nel registro mediano la Madonna col Bambino affiancata da Angeli e Apostoli, in quello inferiore figure di Santi.

Duomo di Monreale. Veduta della zona presbiteriale e absidale

Gli episodi narrativi, in cui hanno uno spazio particolare le Storie della Genesi e le Storie evangeliche, si snodano lungo la navata centrale mentre le due absidi laterali sono dedicate ai Santi Pietro e Paolo, rappresentati a figura nei due catini e accompagnati, sulle pareti contigue del santuario, da episodi delle rispettive vite. Infine sopra il trono regale una brano di dedica con Guglielmo II che riceve la corona da Cristo e sopra la cattedra episcopale Guglielmo II che offre la Cattedrale alla Vergine Maria.

http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/SIT_PORTALE/SIT_DIR_AREE_TEMATICHE/the %20infinite%20island/le%20principali%20mete%20turistiche/Monreale
http://www.duomomonreale.it/ http://www.arte.it/luogo/duomo-di-monreale-palermo-3160 Percorso di storia dellarte Dalla Preistoria al Gotico, M. Bona Castellotti, Einaudi Scuola Itinerario nellarte Dallarte paleocristiana a Giotto, Terza edizione, Versione gialla. Cricco-Di Teodoro. Zanichelli La geografia dellarte 1- Et antica e medievale, N. Frapiccini N. Giustozzi, Hoepli. eikon guida alla Storia dellArte, 1dalla preistoria al Trecento,E. Bernini, R. Rota, Editori Laterza. Larte italiana Dallalto medioevo allarte gotica, Piero Adorno, Volume primo Tomo secondo, Casa editrice G. DAnna. http://www.tour360.eu/panoramiche/monreale/ Le Basi dellArte Lantichit e il Medioevo, M. Cadario , C. Fumarco, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori. lasicilianormanna.blogspot.it

I LUOGHI DI DELIZIA DEI RE NORMANNI ZISA

Fin dallepoca del dominio arabo lintera Conca dOro circostante la citt di Palermo doveva presentarsi, come un interminabile parco, dove, tra la vegetazione lussureggiante e i giochi dacqua, si inserivano gli edifici utilizzati dai re siciliani come luoghi di diletto. Le residenze di delizia dei re normanni mantengono le forme architettoniche proprie della precedente civilt araba, come nel caso della Zisa, la Cuba e la Cubula.

La costruzione della Zisa, dal termine al-aziz, la splendente, venne iniziata durante il regno di Guglielmo I e poi continuata da Guglielmo II tra il 1165 e il 1180.

La Zisa un unicum in tutto il Mediterraneo poich dei similari palazzi nordafricani non rimasto che qualche rudere. Il giardino che circondava il palazzo e la peschiera, che conserva i resti di un padiglione composto da due stanze accessibile da un ponticello, propongono un insieme unitario che vuol far riferimento al paradiso coranico. Allesterno del palazzo, sviluppato in altezza e caratterizzato da un aspetto chiuso e bloccato, la continuit dellinvolucro murario veniva animata dal gioco grafico delle arcate cieche nelle quali si inserivano originariamente bifore o monofore, dai tre fornici daccesso e dai corpi sporgenti laterali. I tre piani sono sottolineati da sottili cornici.

E un fabbricato a pianta rettangolare, alto e compatto: la sua articolazione interna non riconoscibile allesterno se non per la presenza di tre ordini di arcate cieche a incorniciare le finestre quelle originali dovevano essere piccole monofore - che appena ne increspano la superficie, senza intaccare lermetica cubatura geometrica della massa muraria.

Si specchiava in origine in un vasto bacino dacqua antistante e altri giochi dacqua erano presenti allinterno, almeno nella principale sala di rappresentanza, destinata a feste e ricevimenti, detta appunto, sala della fontana. Ogni parte della sala era impreziosita da materiali pregiati: il pavimento in marmo, lo zoccolo delle pareti ricoperto di mosaici, le tre nicchie che movimentano la sala arricchite di decorazioni a stalattiti in legno dorato.

Nella Zisa la contraddizione fra la impenetrabilit dellesterno e lo spazio fluido e avvolgente dellinterno richiama la netta separazione tra sfera pubblica e privata del mondo orientale. Un principio geometrico di matrice culturale fatimita sovrintende a tutta la costruzione: al centro del palazzo vi sono due sale di rappresentanza, la Sala della Fontana e la Sala Belvedere in alto, qualificate da unaltezza maggiore e da un ricco apparato decorativo. Nelle due ali simmetriche laterali si trovano gli appartamenti privati del re.

Dal grande fornice daccesso, decorato da una costola bicroma nellintradosso dellarco e da colonnine negli stipiti con capitelli con uccelli beccanti, si accede al vestibolo e alla Sala della Fontana.

La Sala della Fontana, con pianta cruciforme (iwan), rappresenta un salsabil, un ambiente nobile in cui la presenza di una fonte ricorda uno dei corsi dacqua del paradiso coranico. Lacqua sgorgava al di sotto di unaquila musaicata, scivolava rifrangendosi negli zigzag di una lastra obliqua e scorreva in una canaletta, inframmezzata da due vaschette quadrangolari, che divideva in due lambiente, per poi confluire nella peschiera esterna. Arricchivano questo spazio colonnine angolari e tre splendide muqarnas in stucco.

Nel piano superiore, a cui si accede da una scala, vi la Sala Belvedere. Di forma quadrata e originariamente scoperta aveva al centro un impluvium in marmo per la raccolta delle acque piovane, con un mosaico dorato e geometrico.

Allo spazio estroverso delle sale di rappresentanza centrali aperte verso lesterno, si contrappone lintroversione dei sei appartamente privati del re, tre per ogni lato collegati da due scale simmetriche, composti di tre vani con muqarnas e nicchie rettangolari. Condotti scavati nel grosso dei muri delle due torrette laterali avevano il compito di far circolare laria e refrigerare tutti gli ambienti.

Palermo, citt darte, Guida ai monumenti di Palermo e Monreale, quarta edizione. Kals. http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/database/page_musei/pagina_musei.asp? ID=11&IdSito=56 http://it.wikipedia.org/wiki/La_Zisa

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CUBA

Costruita nel 1180 da Guglielmo II, la Cuba era uno dei sollazzi del sovrano normanno, espressione della sua cultura filorientale. Un grande giardino detto Genoardo, dallarabo il paradiso della terra, collegava questo palazzo suburbano agli edifici della Galca, il quartiere direzionale della citt normanna.

Piante da frutto e aromatiche, animali di qualsiasi specie, vialetti e piccoli chioschi costituivano gli attributi qualitativi di questo giardino. La fama di questo luogo, denominato Cuba gi dal XIII secolo, ispir Boccaccio che vi ambient una novella del Decamerone.

Il palazzo, circondato da ogni lato da un bacino artificiale, sembrava ergersi sullacqua, come si evince anche dai resti di intonaco idraulico nella parte basamentale. Un ponticello doveva facilitare laccesso allinterno. Luso dellacqua come piano di posa sembrava contraddire laspetto chiuso ed introverso delledificio, appena variato da torrette poste al centro di ogni lato.

Il parametro murario in conci di calcare ben squadrato animato da alte arcate cieche a doppia ghiera che contengono monofore, bifore o nicchiette sormontate da conccchiglie, secondo tipologie riscontrabili nella cultura fatimita nord-africana.

Linterno era caratterizzato da uno spazio centralizzante, un grande atrio scoperto tra arcate ogivali, sorrette da colonne e collegate al muro da volte a botte o archi, simile alla Sala dei Venti di Palazzo Reale. Al centro si trovava un impluvium stellare. Nelle nicchie rettangolari, due muqarnas con decorazioni geometriche che ripropongono la stella a otto punte, sovrastano delle fontane.

Le sale laterali del palazzo erano coperte. Il lato nord-orientale era composto da tre ambienti di cui quello centrale cruciforme con volta a crociera e possibili decorazioni alle pareti. Colonnine angolari decoravano tutti gli ambienti.
Palermo, citt darte, Guida ai monumenti di Palermo e Monreale. http://it.wikipedia.org/wiki/Cuba_Sottana equilibriarte.net http://palermodintorni.blogspot.it/2009/04/la-cuba-e-boccaccio.html lasicilianormanna.blogspot.it

Cuba Soprana
I giardini sono uno dei segni distintivi della concezione araba, ereditata dai normanni. Il giardino, con la sua verzura, con la variet coloristica dei fiori, con la bellezza degli alberi, simbolo del paradiso islamico descritto nel Corano, luogo di riposo, come loasi nei deserti arabici. Scomparso il parco arabo-normanno di Palermo, possiamo avere unidea del suo significato attraverso gli splendidi giardini del Genralife nellAlhambra di Granada, in Spagna, lunico palazzo musulmano medievale che esista ancora in Occidente. Nel Generalife tutto semplice, riservato, diviso in piccoli scomparti, umidi e ombreggiati; i vialetti possono contenere appena due persone affiancate; ovunque sono piante odorose, fitte boscaglie, fiori dai bei colori brillanti; lacqua sgorga da infinite fontanelle e scorre mormorando in stretti canali che si intersecano, mescolandosi alla vegetazione e agli edifici. Anche il parco di Palermo era ricco di fontane, vivai, chioschi, palazzi. Di queste costruzioni, oltra alla Zisa, restano oggi solo alcune vestigia, fra cui la Cuba, che ne ripete le forme, e la Cbula, unico sopravvisuto fra i molti chioschi.

I resti della Cuba Soprana (XII secolo) di cui parlano le fonti sono oggi inglobati nella settecentesca Villa Napoli. In et tardomedievale questo edificio per il soggiorno dei re normanni venne trasformato in torre agricola fortificata.

Oggi del palazzo normanno rimane solo un muro di conci ben connessi di tufo, in cui si apre ad una certa altezza unarcata ogivale con doppia ghiera affiancata da finestre. In basso vi unaltra arcata, forse posteriore e di dubbia funzione. Un bacino artificiale o una peschiera simile a quella antistante la Zisa doveva qualificare questo padiglione posto nel giardino regio del Genoardo. Il corpo rettangolare della villa settecentesca si protende con due ali verso lesterno e racchiude al centro un bessissimo scalone a doppia rampa, sormontato da un fastigio a balaustra.

Villa Napoli

Inserita allinterno del giardino della villa la Cubula, lunico rimasto dei molti chioschetti che arricchivano il Genoard. Costruita durante il regno di Guglielmo II (XII secolo) caratterizzata da una struttura cubica (m 6 x 6 circa) sormontata da una cupola rialzata su un tamburo cilindrico e rivestita da cocciopesto idraulico, il cui colore rosato fu accentuato durante i restauri ottocenteschi del Patricolo. Le aperture ogivali sui quattro lati, caratterizzate da una doppia ghiera liscia e una con bugne a guancialetto, favorivano il soffiare della brezza necessaria nella calura estiva.

Allinterno del padiglione, molto semplice, nicchiette tripartite agli angoli del quadrato modulano il passaggio al cerchio di base della cupola. Una piccola fontana ottocentesca arricchiva lambiente.

Palermo, citt darte, Guida ai monumenti di Palermo e Monreale. http://it.wikipedia.org/wiki/Cuba_Soprana L'arte italiana Dall'alto medioevo all'arte gotica, Piero Adorno, Volume primo Tomo secondo, Casa editrice G. D'Anna
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