Documentos de Académico
Documentos de Profesional
Documentos de Cultura
Presented io the
I-IBRARY of the
UNIVERSITY OF TORONTO
PROFESSOR BEATRICE
M. CORRIGAN
FEDRA TRAGEDIA
DI GABRIELE
DANNVNZIO
/^CM1X PRE5.SQ
FKATELLI TREVES
IN
MILANO-x
/f?02
H
PROPRIET LETTERARIA ED ARTISTICA.
/
diritti di
i
riproduzione
tutti
lot'i,
1909.
OKCHl
PERSONiE FABVLJB.
Fedra.
Ippolito.
Teseo.
Etra.
II
messo
e Taedo.
La La
II
nutrice Gorgo.
schiava tebana.
pirata fenicio.
supplici.
efebi.
fanti.
Le
Gli
Le
Gli aurighi.
I cavalcatori.
I canattieri.
*.-^<'Z^-<^
c^^^.^^^-c.-<J^~2^^_,
ANATE nAIAN.
^scH. Philoct.
REZENE
lope
il
luogo, **ve'
i?^'
do lineamento
che
gli
occhi
^on
ciano intero, sembrando il vano e la pietra spaziare pi oltre da ogni parte, con sublimi colonne, con profonde muraglie, con larghi aditi aperti fra alte ante. Per alcuno degli aditi >^ si scorge se non l'ignota ombra interna; ma l'ar' '^ ^^. dente luce occidua e il soffio salmastro entrano per alcun'^'^-f^-^-^-^ altro che guarda la pianura febea di Limna, il porto si- ,^,^^77^ --t^^-^^ nuoso di Celnderi, la faccia raggiante del Mare Sar-^^, -t-t^^^ > , nico e la cerula Caluria sacra all'ippico Re Poseidone'^^^ yRami d'ulivo involuti in liste di candida lana son^^^^^^v^^^, z^^C^^;^^ deposti su l'altare dedicato all'Erceo proteggitore delle
~
/X ^:/
..
'^^C^sdi; innanzi a cui s'apre la fossa circolare dei sacrifizi!^ .,^^^-n^^'^ [Kz(x>\\.^ son quivi le Madri dei sette Eroi atterrati su le ,^^7^^**^ porte di Tebe. E poggiata al lungo scettro eburno e "^""z ''la vedova di Egeo, la madre veneranda di Teseo, Etra Wdel sangue di Pelope, quivi con le Supplici dalla chioma tonduta e dal bruno peplo, fra la luce e l'ombra.
M^t.^
V/>7V^
t<?
ij^^-U^-:?^
^ ^,./0^^A
^-^z-
C^c^ j^^^^^^tP
/^^,
^/>^^^^-^'^
^y
^-^^^^^^^
ETRA.
Alzate
misere.
fi
FEDRA
capo, alzate
il
Attol
capo, o
donne
II
Dio
suo favore alterno. La volont del Dio splendere vidi nella tenebra, splendermi il presagio sul cuore affaticato da tante sorti. Contenete il gemito,
che
il
madri incolpabili z\ Sette uomini Eroi, toglietevi dal volto il nero lembo.
raso,
LE SUPPLICL
"
^_ O Etra,
"
messaggera
sei del
Dio giusto?
Etra, per i spplici rami d*oIivo involti nella bianca lana che ti stendemmo ad implorarti, qual mai nova parola
questa che
dei nostri
ci
rechi
"
Ebbe
piet
^
mali
il
Dio
giusto?
Che
sai?
Che
sai della
lontana guerra?
"
Teseo
torna?
Atto
FEDRA
^ II
tuo
figlio
ha
vinto^ per la
^
Legge
20
Ahi, giustizia del Dio, vittoria delFEroe, che mai potremo noi, che mai potremo noi se non rinnovellare il pianto?
ETRA.
^^v
Donne,
del navilio \
LE SUPPLICI.
"
Ricordati, ricordati,
^
o vedova d'Egeo!
Le
nere vele
ti
3o
furono fatali un'altra volta, sopra il Mare nomato dal tuo lutto.
L'istesso lino infausto, o vedova, traeva il tributo 6 carne al mostruoso fratello X colei ch' la tua nuora.
"
S'ode giungere per l'ombra degli aditi la voce ansiosa e foca 6x Gorgo che chiama la Cretese.
LA VOCE
DI
GORGO.
Fedra! Fedra!
FEDRA
LE SUPPLICI.
"
Atto
Le
vergini e
gli
efebi
incolumi raddusse
sette e sette^
il
ai focolari^
Teseo, " Ahi destinato numero possente alla vita e alla morte!
re
40 "
noi ricondurr le spoglie esangui^ i floridi figli ed insepolti, spenti i figli terribili che si precipitarono con chiuse pugna, fra tante grida, su dal nostro dolore, fuor del nostro
spenti
dilacerato
grembo!
"
Ah
perch mai
,^^^1.,^:*^
.-
noi
ed
5o fauci
generammo,
J^ ^^^^^A^A^
^^^.^^^^ ^^
^
^'l'^^e^-.
ETRA.
rattenete
il
^fT"" '-^^^
DonneX^
lamento, soffocate il gemito; che Tnato non ode, non ode il buio dmone, ma per lui solo tra gli Eterni vana
la persuasione,
IO
Atto
J-
FEDRA
e la preghiera vana,
60
ed vana TofiFerta; n le lacrime del pi puro e profondo occhio mortale mai varranno a raccendere una goccia i sangue nel pi caro volto estinto.
UNA DELLE
SUPPLICL
Etra, n la saggezza giova a domar la cieca doglia che morde. Gli insepolti figli attendiamo, che sgabbiano da noi la lor parte fuoco, i nudi corpi dati dalla forza tebana
ai lupi del 70 e
UN'ALTRA.
Ma
il
UN'ALTRA.
Consoli
il
II
Mare
t*
funesto,
ETRA.
II
fato
un mare senza
\\
lidi
FEDRA
ov* Etra sta
Atto
bianca.
Non
Mai
sua terra
80
palpitante;
fischiano
serpi.
Si rinnova per le
ambagi
della reggia
il
nome nomato
nel grido di Gorgo ; e vi si accompagna un fragore so^ bitaneo di bronzo percosso, e il clamore confuso delle
fanti sbigottite.
LA VOCE
DI
GORGO.
Fedra Fedra!
I
Affoca mirto! Affoca il mirto! " Percoti il bronzo! " Esaudi! Esaudi!
-
-'Liba
tre volte!
LA VOCE
DI
GORGO.
Fedra! Fedra!
J2*
Atto
e^t
FEDRA
al
AI f imbomtio e
mente
le
madri
LE SUPPLICI.
^
Odi
grido!
Odi
grido!
"
Chi percote
il
bronzo?
"
Qual
terrore
si
spande nelle
case^ o
Etra?
"
Invocano
90 la Cretese.
^
Odi
Io
il
nome!
Percotono
scudo
"
del Coribante.
Odi
il
nome!
"
Le
fanti
gridano.
"
Giunto
il
messo
6^.
sciagura^
o Etra, e tu non
sai!
^Le
Io Io
ICQ "
"
tu taci !
dalla
II
Venne messaggio
Tutto
nave fnebre?
ci
perduto?
Dio
schiaccia?
J3
FEDRA
anche tiene
odi
i
Atto
il
terrore, Etra!
"
Odi
cani,
^E morto
"
-'
Teseo!
!
Non riavremo gli insepolti figli E vero? E dunque vero? AnchVgli, anch'egli
Sette Porte? Tebe ha vkito due volte?
alle
cadde
no
"
Etfa si mtJove> silenziosa e intenta, contto al chiatote che raggia dall'occaso. La veggono le Supplici allonta^
narsi verso
il
propileo.
^^
^^
^^-rt^ j^^z^^ir^>-z^^
Dove
i
vai
/^ ^<^^
"
a te
vennero
mali,
ahi
vedova d'Egeo!
lacrime 6a
-^i4?^-,^-^*^,^^j^?^^TantIide, e le
Nobe
sono su
te!
"
-'-^^^C?
^
udite
il
Ate
la segue. Udite,
stridulo.
In una breve pattsa le Supplici ascoltano, tra ombra e lace, ancora alzate ; poi scomparsa la Pitteide, s'abban^
donano
al cordoglio.
^^^^
J4
Atto
J'
FEDRA
^A
terra!
A terra!
il
peplo,
petto,
e copriti di cenere,
ricomincia l'ululo!
-
Gli Iddii
non odono.
"
sopra noi si precipitano. " S' partita una Erinni dalle case di Edipo contra noi. Vedete rossa luce delle sue fiaccole! < L'oracolo x Lssia! " Adrasto! Adrasto
!
^ Figli,
figli
maceri !
"Argo
Le vcoAti
si
deserta!
"
morto Teseo
a
pfostrano^ con la
2.qjz-.2
manti, gemebonde. Ed ecco, foot dall'ombta dell'adito anelatamente ittompe la Minoide. Ode l'inatteso annunzio; s'attesta contta il ptono ingombto; e sta in si* lenzio, lampeggiandole sul pallote l'animo teptesso.
FEDRA.
Tnato,
J5
FEDRA
Prono nando
ai piedi della invocatrice
i
Atto
T ingombro
si
tace frc
T'offro
le
bende splendide
mitra e
il
il
crinale
i3o e la rete e la
velo.
Gorgo
dietro
lei^
nell'ombra.
Donne
ospiti, sollevate
bocca e rispondete a Fedra. Donne rispondetemi: Chi primo rec questa parola, questa parola della morte?
la
ospiti,
Sollevano il volto le Supplici, ma rimangono accosciate, taluna poggiandosi alle mani, taluna ai cubiti, attonite.
UNA DELLE
FEDRA. Vedeste
SUPPLICL
?
Che
Che
ci
^,
chiedi
e udiste
il
messo? Etra
l'accolse ?
LA
l,
SUPPLICE.
tu,
Non
140 di
non tu
Io vedesti e l'udisti
sangue
Elio?
FEDRA.
le
Atto
FEDRA
tue fanti
Le
LA
vostre grida.
SUPPLICE.
Il
nome
era.
di terrore
nomato
Di sbito
sobbalzammo.
FEDRA.
Le
folli
I
vostre grida^
femmine
LA SUPPLICE.
Perche Titnide?
t^adiri
contra noi,
FEDRA.
D ovver
Qui
era, Titnide.
Etra? dov*era?
LA
SUPPLICE.
FEDRA.
i5o
che disse?
SUPPLICE.
LA
Rest muta.
<
1/ J7
FEDRA
FEDRA,
ella
Atto
dov^
ora?
LA
SUPPLICE,
Escfta dalle case.
FEDRA.
Va,
Gorgo, e guarda.
La
nutrice s'avvia verso
il
propileo*
Voi dunque
sol dal
nome
nomato
o Spplici, Tevento lacrimevole? Masticare solete voi Tamara foglia del lauro delfico?
LA SUPPLICE.
Regina
ospite,
i6o se
La voce
implora*
GORGO.
Si fa
)8
Atto
FEDRA
incontro
al messo Etra; che sopraggiunge, ,c'?^^a^^^^J^i^ coronato con segno di vittoria. i^^:A^ ^y^^ ^
FEDRA,
^* fr'i^^ii^r^
gridatrici forsennate, udiste?
Torma tonduta
empiste
ex
^ c^-^^^^-^ lamento queste case / ^-^-^ e me d^angoscia, non farete ammenda? ,^i-e^ ^,^ -^^^^^ Immortale immortale il grande Egide; ^^,^^^_ -^^^^.^^^^^
170
non muore;
e voi
-^-vg
gemuto avete
il
nome
180
su la pietra ospitale! Ah non Taiutatore . Meleagro ha la sua forza avvinta al tizzo consumabile, che possa k sbito rimetterlo nel fuoco una man cruda; n prodotto ha il seme di Cadmo chi gli infranga col nodoso rovere Tosso delle tempie duro, com^egli a Bianre nel convito. No. Scegli varchi mai le sorde porte del Buio, non sar per render Tanimo ma per forzar Persfone.
LA SUPPLICE.
Regina
s<f
a.-^
2^-^--^
'^-^1^
^.
&.
^C-^T,
-^e^
^&-y-,ei>
^7^1
"^/^'4
^^"!W
/p
/'
^^^Uc^
2o^
>^.
VT"
FEDRA
ospite^ bello che tu paragoni
il
Atto
tuo sposo
magnanimo
perituro.
scegli
un
dio
non
perch
190
ha vinto e se ti torna^ tuo cuore senza gioia? e perch la tua bocca terribile come gli archi curvati nella tua Cnosso^ o Minide?
t^adiri nel
Ma perch^
FEDRA.
Li conosci tu i grandi archi cretesi? Tu che parli con la parola a doppio taglio ascosa nella guaina pallida^
non
sei la
madre
tu d^ Ippomedonte
alla
come Tiade
Porta
Onca?
LA
SUPPLICE.
Son
FEDRA.
quella.
Te
cadma di bronzo.
La madf e
Fedra s'inchina verso
Tuccise Tasta
il
volto.
20
Atto
FEDRA
200
non amava
ben connessi,
non
accumular
tessere per
la
210
le prede,
Ah
La madf e
dal lembo.
piange dentro
le
se palme velate
ancra!
lacrime!
Tu
Tu
GORGO.
O
FEDRA.
creatura!
lu
sei
paga,
'
^^^.^ P^^^
la
TOmbra,
2\
FEDRA
e udrai
220 dei
Atto
Sette centra Tebe, di te nato; e vivrai la vecchiezza tu conforme la legge degli Iddi; e il tuo cibo e il tuo sonno e il tuo silenzio avrai^ Tacqua per dissetarti, Tombra per temperar Tarsura, e nella tua memoria i d felici, e il tuo dolore dentro le tue mani come un^urna che reggi, che soppesi, che conosci, che poni nel tuo grembo 23o quasi a nutrir di te un^ altra volta il tuo caro; e non temi che ne balzino serpi, che n'esalino veleni, che ne sorga la pestilenza occulta e ti s*apprenda
e
ti
corrompa e
ti
consumi.
GORGO.
creatura!
^ U
JNe
1
mia
FEDRA,
anima tua
stride
240
penata in ogni stilla del tuo sangue; n il vento, che rinfresca Terba, strazia il tuo corpo deserto; n la notte affannata s* affanna del tuo soffio;
22
Atto
J'
FEDRA
il
ti
vincola
n tu odi dentro
il
di te
mugghiare
mostro
fraterno...
GORGO,
N on dir pi
Non
Tudite!
Smorta come la cenere, Fedra ha negli occhi divini Tima" gine vergognosa del labirinto dedlo. La rattiene e la
sostiene la nutrice sgomenta.
FEDRA.
Ma ^ Fedra,
,^
^
Fedra indimenticabile...
GORGO.
Non
25o
vedete ? Non ha pi colore sangue. Ugita, fatto il vespro, un^angoscia calda come il delirio. E parla in vano.
Non
la
triste
Sorge dal coro delle Supplici la madre d'Ippomedonte, con deterse le gote, con raffermate le labbra, voce per
tutte eloquente
come un
23
FEDRA
LA SUPPLICE.
Atto
O
Io
fn vano, e in
vano piange,
260
vano si rallegra; che Tevcnto trasmuta e la colpa Io scolora; e nessuno dir mai ch^egli vide, e nessuno dir mai ch*egli seppe^
e in
che su tutte le fronti diadema la cecit, n mai son certi i segni; e gli Immortali foggian per ognuno
un dolor novo
supplizio, n
si
il
un novo
cor
fallo e
un novo
crollano nelFopra.
O
ti
nutrice, e
mio
270
un catello deforme con obliquo dente ed occhio irretorto. Onde asciugo le lacrime pensando che il nostro par men truce, men misera la prole sferri illese Ombre su gli asfodli; che forse alFuomo il meglio non essere nato ma, se nato, varcar quanto pi presto alF Invisibile.
Compitita la trenoda pacata so la sorte dell' Efimero, subitamente si rischiara animosa la voce della Supplice a riscuotere le Argive ancor prone.
24
Atto
FEDRA
le
Asciugate
lagrime^ o nel lutto eguali. Sollevatevi. scolpite il dolore con man ferma
280
Da
con
la
Etra condotto sopraggiunge il messo navale, cinto fronda del pioppo cara all'Alcide e all'Egide.
IL
MESSO.
Madri
Titnide figlia del Re d^ isole, dei Sette Eroi rivendicati, grande novella reco:
la vittoria di
Teseo!
IL
il
MESSO.
ttfr
290
conduttor del carro di Capano percosso dalla folgore del Dio. Prigione fui, or son libero. Non mi riconosci,
Astinome
Mi
desti
d'oro.
omai
sacro
25
FEDRA
Gli
Io
si
ot
Atto
accosta trepida
Astinome
e,
sollevando
il
lembo,
LA
SUPPLICE.
Ti conosco
ai neri
ti
Non
colse
gli eri
allato?
Cantar
3oo
solevi^ Eurto^
.^f^
.^
/l4
presso i cavalli che pascean la spelta; e cantavi quel giorno aggiogando il leardo e il sauro al carro. Mi sovviene di te. Cadde di schianto? /^^*^^i^^<^ Non gitt grido? non chiam sua madre? Dimmi, oh dimmi almen Tultimo suo fiato!
^i*--*--3t,'Z^
^i^ y&^^^'^,^
f^^
.^^ ^
j^
^
/
'
IL
MESSO.
ti
Io
^ ^-"^^
/ ^^
'^^^
,
Porta Elettra. Non sul carro: disceso era. Forato ^^'^ a^vca, gi col rrassmo la gola
dir.
Era
alla
^ Polifonte.
c torri
tutte
erano un solo ululo d^uomini ^^y^y*.*^.^^^ su Teversore. E le trombe sonarono ^^y^ / / ,^ ^,^^,^^ ^11^ scalata. E super gli squilli la sua voce di bronzo. ^r^t^^.^ ^-^^ E
v-j^^^v^egli
Titano impresso
&
^.^^-
4'.
Atto!
FEDRA
E
320 la
**
Tebe
cinta di belle
se
mura,
gli Iddi;
io ti diroccher,
n, se
mi
percota,
sarai tu salva.
Fin dal cominciamento del racconto Fedra s'avanza verso Eurito come bevendo a na a ona le parole eroiche. Dai
precordii le
palpitante,
Ed ella ora, grande, che giubila all'inizio dell'Inno, con tutto il viso che ascolta, con tutto il soffio che inspira, quasi rattenendo l'impazienza di accelerare con l'urto del piede il numero.
erompe come
il
grido primo.
la
Musa
FEDRA.
IL
..
Ah, tu mi
sazii
MESSO.
il
^ E
casco.
tolse
e gitt lungi
FEDRA.
Mi
33o
sazii! Cosi disse? Questo, questo giur contra gli Iddii, uomo d^Argo? Sfid con la sua fronte
27
FEDRA
IL
j'
Atto
MESSO.
non ebbe
non
la
MESSO.
il
Inerme
FEDRA.
il
capo.
la
leone?
IL
MESSO.
Nel vento
gli
e nelFazzurro
rosseggiava alzata
hi
dardi
non
IL
Io
toccavano?
.
MESSO.
FEDRA.
IL
__
..
..
rslon pi gridava f
MESSO.
silenzioso.
Era
25
Atto
FEDRA
la sfida?
FEDRA.
Non
IL
rinnov
MESSO.
certo che
il
Era
Dio Taveva
udito.
FEDRA.
Egli e il Dio soli nel combattimento furono, allora, e gli uomini non valsero ?
IL
MESSO.
il
Egli e
Dio
soli.
FEDRA.
fa la
IL
MESSO.
il
Era
meriggio.
FEDRA.
IL
alcuna
-,
MESSO.
Quella del curvo scudo sopra lui; che coperto saliva 35o su per la scala apposta alla muraglia. Saliva senza crollo
sotto le pietre dei difenditori. crosciava la grandine sul ferro e crosciava sul cubito intronato,
29
FEDRA
.^
Atto
che non cedette. S cedette il cuore tebano; che su la muraglia sgombra, giunto in sommo, balz V Eroe tremendo.
36o
E E E
stette.
si
scoperse.
Teversore dall'Etere sublime. allo strido lev la faccia ardente d'inumana virt, simile a un nume.
E
E
la
voce
^^
di
bronzo
il
ton:
Adempio
giuro.
Espugno
Tebe.^,
Col gesto irrefrenabile e con le pupille alzate Ettrito compie Timagine dell'atto temerario. Ma subito si smar' risce e ondeggia. Gli rende il soffio l'ardente inspiratrice> che china verso la trasfigurazione della Madre.
370
Segui! Segui! Uomo, non tremare! Non perdere il respiro! Or tu devi cantar come l'aedo, come quando aggiogavi i due sonanti cavalli. II cuor terribile rinato entro il petto materno. II rombo vince la tua parola. Versagli la gloria!
Come
30
Atto
FEDRA
f
Alza
IL
la voce!
_
MESSO.
asta
non
ricadde.
sorrise
come non
sorride Tuonio.
Si chinava
egli gik^
FEDRA.
Madre, madre,
ti
Non
l'aedo!
Come
Folgorato?
Nel soffio che Io suscita, il conduttore di carri sotto la corona di pioppo nobile come un cantore di parole alate. Un ansito occulto gli scuote la voce ma non gliela rompe. Ed egli fiso al gruppo sublime; che la Titanide regge ancra tra le sue braccia la quercia palpitante.
IL
MESSO.
tutte le
L animo,
membra
Tanimo cement
3t*
FEDRA
centra Io schianto,
si
ot
Atto
che la percossa non le divelse, e pur Io scudo al cubito 390 rimase giunto e l'altra arme sul tronco;
ma
tutta la criniera
s'invol pel
con uno squasso fece riverso il corpo s che indietro cadde dalla muraglia: in dietro cadde, non sopra il ventre, non con Tonta d'aver morduto il fango sanguinoso, riverso cadde: di metallo e d'ossa, fumigante compagine rot;
400 urt la terra; rison; supino,
in
un
giacque con la non cancellata audacia su la sua fronte nera. E parea sacro.
fumigava come
gli
se la terra
giusta
fosse rogo.
la
Musa, ta"
come
la
Menade
riscossa dal
timpano cavo e
dall'estro ineffabile.
FEDRA.
Vittoria ignita! Giubila,
l'Empio!
Or
io ti
comando che
32
tu canti.
Atto
FEDRA
410
conduttore del carro^ che per questa vittoria appari coronato^ e non per Taltra. Io ti comando che tu canti. Dove
sono i flauti? La folgore del Dio senza baleno come clava o pungolo fu; ma qual sVbbe Tanimo baleno
in quel sorriso che
non
era
d^uomo!
420
Ch^io rabbia! Che dai miei mali io Tesprima, e dalla mia bellezza! Voglio condurre sino al Mare il coro fnebre p^er colui che scagli Tasta
contra l'tere
sommo
e poi sorrise.
ETRA.
Fedra vertiginosa^
divenuta
sei
tu dispregiatrice
degli Iddii
FEDRA.
^.
ETRA.
r^ t Qua!
T malvagia
33
FEDRA
43o erba fu
Atto
FEDRA.
Dalla supplice udii che ognuno Azi mortali parla in vano.
Una
una legge
Ma
me
non pu
Prepara
440 pel rogo,
vino e Tolio e il miele in copia o veneranda; e dona tutti i balsami che serbi neirarche. Io tagliere tutti i miei mirti.
Che
alla
Ella
si volge al messo e, come placata d'impfovviso ogni turbolenza, gli parla con accenti di melodiosa tristezza.
Uomo,
guida
le
degli insepolti,
d* Espero
IL
MESSO.
roghi.
34
Atto
FEDRA
il
Sembra che
pepli.
tigiti le
No, non
45o
fate
LE SUPPLICI.
^
Ah tu non
sai,
giovine, tu
"
non
sai
mai pi dunque
toccare
potremo
le
"
creature esangui?
Lavati furono i corpi con tiepida acqua? Avvolti nel lino? " Unti k balsamo?
-^
Chi
460
i
li
port sui
?
Ietti?
"
Chi costrusse
roghi
IL
MESSO,
attesto
che
man
di
z\ cadaveri.
Teseo
35
FEDRA
Atto
comp gli offici e vigil sinch non furon arsi i corpi; e poi trascelse il bianco ossame e scever le ceneri.
UNA DELLE
Onorato
SUPPLICL
da
tutti gli
egli sia
uomini Legge
Fedta in silenzio, addossata alla colonna Ittnga, tesplta verso il Mare. E i pensieri indicibili fanno il suo volto come il volto del pilota, sfolgorante d'wn segreto di stelle.
IL
MESSO.
Ora
che
di
m odi,
,
,.
Astinome
me
ti
rammenti.
tu dal volto inebriato e chiuso, che pi non taglierai tutti i tuoi mirti, odimi, cuor profondo. Io ti dir, Fedra, se m^odi, un^altra bella morte.
Due
TEgide. Sopra Tuna consum in fila i Capi; ma in disparte Taltra diede alla santit del Folgorato,
480 diede
Tahra
in disparte
all'eletto del
Fulmine.
La Rupe
era imminente.
Atto
FEDRA
le
Intorno eran
lunghe ombre
delibaste.
sono
doloti in ascolto.
Fedra
col passo
musicale s'avanza.
ti
dir,
Ruggivano
fiamme
nuvola
Erompe
5oo apparve...
dal cuore presago di
Astinome
il
grido, verso
l'apparizione volante.
LA
SUPPLICE.
Evadne! Evadne!
37
FEDRA
Atto
^
'-7r
.<<^
Onde venuta?
fanciullo Stnelo.
,^
V eduta
fu sopra
un
LA SUPPLICE,
Con
IL
lei
non
era
il
vecchio
Ifi
MESSO.
Era
FEDRA.
sola.
Era
5io pi bella
che
al telaio,
Non
la vedesti in
il
Lascia splendere
uomo.
Aedo, canta. Su
Novamente
ella
la
Rupe
la
apparve.
che, mentre accoglie,
come
Musa
dona. Ella segue e conduce i segni dell'azione magnanima. La guarda come per interrogarla il rivelato aedo. Nel rispondere, ella dimanda. Riceve il fuoco e Io sparge.
IL
MESSO.
la
Come
videro entro
le faville
38
Atto
FEDRA
innumerabflf alta sul vento e tutta ali\ gli Ateniesi brandirono le lunghe aste credendo apparita la Vergine cara a Pallade Atena. gli Argei 520 riconobbero Evadne; e la nomarono.
Ma
Ed
ella^ sul
**
ruggito delle
fiamme^
grid:
Evadne sono
ma la Vittoria meco. E me con essa pronta vedete al volo che va oltre. ^^ E si meravigli la moltitudine
dei guerrieri; e in
tumulto
spaccale
sotto la
Rupe;
e stette intenta.
Ed
ella,
avvolta
grid:
^*
di faville
innumerabili,
Una cenere sola innanzi Talba Evadne sia con TEroe ch^ Evadne
ama,
Porte del Buio una sola Ombra, per T Eliade una sola gloria!,, E si precipit dentro le fiamme.
alle
LA SUPPLICE.
Ahi,
ahi, Stnelo, Stnelo!
39
FEDRA
glorioso olocausto.
ot
Atto
Veramente Fedra percossa dal riverbero del rogo e mossa dair impeto dell'azione. Ella risuscita e celebra in
s
il
FEDRA.
Odo.
540
ma E
i
lauro,
IL
MESSO.
il
Guardavano
frementi
prodigio,
FEDRA.
Vedo.
Ed
ella s'alz,
nel rossore volubile, per farsi pi presso, ancor pi presso al corpo ardente.
IL
MESSO.
55o alte,
Senza
la
cintura.
sola,
o Amore!, sola
era su
40
Atto
FEDRA
il
IL
MESSO.
i
guerrieri intonarono
pene,
sommessi^
in cerchio.
FEDRA*
^ U
curv
Ed
il
ella si
come si fiamma
nozze! curva
combusta,
56o
come
il
che si che consuma e rifulge, e non cessa il suo canto. nozze, nozze d'Evadne! freddo Lete su l'arsura! rugiade sul rogo, .muto pianto dell'alba su la cenere! Abolito il servaggio degli Iddii Uomo, attesta che non col nero vino
estinta fu la bragia
570
FEDRA.
T- f . hi chi
raccolse
4J
FEDRA
la
II re
Atto
IL
MESSO.
il
Titnide,
re
Teseo.
FEDRA.
mirabile fato! Or chi pi degno ? chi ebbe mani pi monde di spergiuro e d'insidia? 58o Chi scernere poteva la portentosa cenere se non quegli che trasse a forza su la nave attica dalla nera vela le due sorelle figlie di Pasife per Tuna^ la pi docile^ Ariadne
di belle trecce
abbandonar
sul lido
il
giogo duro?
si
tace.
Alla
rampogna
trae
in
disparte
ETRA.
590
Fedra, Fedra
deliri
come Tiade
Atto
J-
notturna!
t* abita
morbo
nei precordii^
e tu non sai. Conducila, o Gorgo, alla dimora. Ospiti donne^ e voi meco venite ch^io compia il vto, poi che non in vano
\
;
600
rami spplici d^olivo ove Teseo. imberbe tolse i sandali e la spada di sotto il masso, e il fato suo mirabile.
recaste
i
nella terra
a voi nel nome del vendicatore, Madri, io dar le sette urne di bronzo.
Segaono Etra le Supplici in silenzio. E s'allontana la torma dolorosa lasciando l'ombra dietro s pi grave.
Riapre
gli occhi
Fedra e
il
si
volge.
la figlia del
sXzzzz.. Di nuovo i pensieri le fanno il volto simile al volto del pilota per istrane sirti, sfolgorante d'un se'^'^^ ^^^^^ greto di stelle. Trasognato il messo la guarda, come /' "^^^quegli che dal repentino volo ridisceso al suo viaggio pedestre.
j/^
^^1^^,
;?^'Z-^
^.^-^^Hi^^
FEDRA.
Uomo
ti
far
prima che tu
parta.
i
A
x
te che presso
i
amavi
Capano,
Re
d' isole
43
FEDRA
"'''^^^^
Atto
y.
y
_,
6io
^-r
^
Fedra di Pasife nata dal Sole donar vuole una cetera eburna, opra di Dedalo, che anch^ella
fornita
\
perch d'auriga tu diventi aedo ^^^^^^^^^^^^.^^^or che son arsi i grandi tuoi cavalli ^. e servire non puoi altro signore. ^ /
.
^ /
,,
.^^^*^
>^
giogo, e d'oro
il
giogo
vocale.
te la
dona
^^^^
IL
MESSO.
regina, tu
-^*v/^
^^ ;^^^^^Fedra
^
-S'-Z-T'l/S
mi
fai tal
dono
^^
-v^-e
'^
7^
^-
y
'
una
cetera bella,
ben costrutta,
il
giogo! Possa
^Q^
^^-^'^-^...^^ delle
'
un
fonte,
r^^-t^
'e
-z^^<^
' a guisa d'un elmetto rosseggiante y_ '^^^'^^ ^^^;^^^^^e vlto ha verso il tempo
p^^^
<y
troppo desiderabile
respiri.
FEDRA.
4?^^ 63o
quale, aedo,
il
tempo
44
*-j2?-
-^^^i^a.
'--^-^
Atto
FEDRA
il
troppo desiderabile?
forse?
IL
il
passato,
futuro?
Dimmi.
MESSO,
fu,
Quello che
donna, ritorner.
FEDRA.
Come
piet
ritorna la
materna colpa?
Lenta ha parlato, e torva. La donattice della cetera si Sprofonda nell'ombra procellosa. II fermento deiremsi risolleva nella figlia di Paslfae contro la neqwizia degli Iddi. Torva ella tace per alcuni attimi, con non insolito gesto premendo so la bocca il dorso
della
mano come
s piaga incotta.
Va.
Ma non t^accostare
airElicnide.
Bada che non t^accechi come accec Tamiri, e non ti storpii. Anche la Musa, come gli altri numi,
vende
640
suo bene a prezzo ! infiniti e mali. Ascolta il tuo cuore e apprendi Tarte /s^^^^^^^yr^ dalla tua pi profonda libert. ^^^
il
j^^
^:-,e<2^
.^.^ ^^
Cruore,
sia nel
canto.
**
scagli
il
talamo.
45
FEDRA
Narrami
MESSO.
il
j'
Atto
fuoco e
il
,,
sangue, e la bellezza
T'obbedir, Titnide.
FEDRA.
non dimenticare ne* tuoi canti, se la fama ti giunga dell'evento, quella che ti don l'opra dedla, onde gi le lodasti la sua chioma
che per elmetto dalle cinque gispidi ha la branca implacabile dall'unghie fulgide avvolta l dove dolora
la radice infernale zi capelli.
'r?^
La
660 e
squassata vacilla,
sotto
una nube
d' ira,
Rimane
fiscuote*
si
IL
MESSO.
potess'io donarti,
Oh
46
Atto
FEDRA
d^Argo.
II
FEDRA.
Va,
il
uomo
miele t^addolcisca
mio vino
MESSO.
ospitale.
IL
regina,
figlio
primogenito
di
Teseo,
670
il
domatore
ella
di cavalli Ippolito.?
Di nwovo
s* inceneri.
Con
nome tremendo.
FEDRA.
Ippolito!
Quasi irosa interroga.
Che vuoi
dal figlio
IL
deirAmzone?
c^^^^^^,..^?^^-^^^
^r
^?>^^-^^^^
MESSO.
gli ofFre
ella si
il
Tre doni
Forsennata
re Adrasto.
e l
^
se la
i^^^
muove qua
come
punga
l'assillo impatibile.
-^-^,<^^_^
FEDRA.
^ Gorgo, O^
il
J^---^^-^^^.^^^
^^ZT
-^-^^^^
non
udisti
^^^
/^
FEDRA
GORGO.
j^
Atto
Non
udii.
Come inferma si ostina la Cixteset con le mani vetso le tempie, con un penoso battito delle palpebre, e concitata e languente.
FEDRA.
oi,
si^
sempre
vento.
il
ode,
ovunque
s*ode.
s^ode,
Sempre
Non
anche torna
figlio dell'
Amzone ?
GORGO.
Caccia
680
il
Metna, traversato l'istmo. Torna a gran notte, con tutta la sua muta,
al
lume
al
suon dei
Ben
l'udrai,
o messo.
si riavvicina all'uomo d'Argo, contenendo il tu' multo, parlandogli con una voce che le resta e le riluce
Fedra
FEDRA.
Quali doni
doni?
IL
gli
MESSO.
Arione, o Fedra, nerazzurro cavallo di stirpe
il
48
Atto
FEDRA
^.,^-,^^-
690
sonora come crotalo di bronzo, dal vasto petto che un fumido cuore nasconde. L'ebbe Adrasto dal Tirntio, dopo l'eccidio . Cicno. Con esso
vinse ai giochi Nemi; per esso fu salvo dinanzi a Tebe dove caddero gli altri sette Capi 6k genti. II savio re or l'ofTre al figlio di colui che in Tebe riscatt gli insepohi. Com' bello, o Titnide!
FEDRA.
E
IL
700
dimmi:
MESSO.
l'altro dono.?
Un
cratre d'argento,
dal metallo
una
caccia X leoni,
opera d'un artefice sidonio, recato al porto argolico da mercanti fenicii. Pi bel vaso non vidi mai, Titnide.
FEDRA.
E dimmi:
il
terzo dono?
49
FEDRA
IL
.^
Atto
MESSO.
schiava altocinta, una Tebana 710 dai sandali vermigli^ fior delle prede, vergine regale, creata d'una delle cinque genti
Una
Cadmo
ebbero
nome
Sparti alla fonte Aria. Dicesi che una notte dalla madre lasciata per oblio fosse nel tempio deirismnio Apollo
e n'escisse al mattino j^/Z^ piena d ansia tatidica il suo petto X
720 e cerchiata
le
lAi^-^'^
^>^
-:r
^
.
,^
bellissima.^ ^^^^^^^n
sma* o^^-^^
Ricevuto sotto
la
mammella
il
j^/
FEDRA.
Voglio vederla! Voglio vederla! Dove Thai?
^^tC.r^^
^^^.^.^^
nave nera?
Gi
IL
nella
MESSO.
gi condotta nelle case e data
Fu
alle fanti
che apprestino
il
lavacro.
50
Atto
FEDRA
FEDRA.
Va^ uomo^ va. Ristorati. Va. Mangia^ hcvif dormi. Va!
Senza ritegno ella s'abbandona alla sa frenesia, mo" vendo verso il propileo d'onde entrano il vento marino
e l'altima luce.
Gorgo,
voglio vederla. S^ode 73o il latrato? Ritorna? Ascolta, ascolta!
s^ode.
_,. T inganni,
il
...
t
inganni.
Lo
clamore...
hai dentro te
_,
Conosci
rito?
Quando Rdia
la
dea
e torva
740
mi
la
Ma era
^^
Fedra! Fedra!,,
5J
FEDRA
E piangevano
le
.*
Atto
Teseo
vittima, una vittima,
Supplici!
Una
o Gorgo, non per quella ma per l'altra nemica, per Ecte che sale di sotterra
e chiede
il
il
gola.
Conosci
GORGO.
Tutto
entro
viso
ti
pulsa
capegli
del corritore.
creatura,
il
tuo male!
FEDRA.
Ah,
ecco,
760
volge e lambe profondamente la sua piaga e allevia il suo dolore. Prendimii, ponimi sopra un carro, e sferza, e portami verso Metna, portami al frangente del flutto, per la marina di Limna, ch'io beva
52
Atto
FEDRA
mi
ii
la
bagni! Dov' quella Tebana? nel lavacro? Voglio vederla, voglio vederla. Va, va, cercala. Ch'io Tabbia
nelle
schiuma, ch^io
Prendi
prendi
il
salso orzo, e
il
il
canestro,
e le corone.
Tu
conosci
rito.
Ella sospinge Gorgo, che s'allontana in silenzio Con gli occhi torbidi la segue verso il propileo, per ove penetra
nell'atrio oscurato
^/'
^,1-*"
/>
^.^^^^^^^-^^^^^^^ ^^z^
del crepuscolo* Sta vento con la bocca anelante Di subito sobbalza e si volge come se udisse nomato il suo nome; e vede riapparire la grande Afrodite seguace, nell'ombra della lunga colonna. Cammina verso l'apparizione, curvandosi innanzi con aspetto ferino, quasi che le branche pieghevoli e tacite della pantera portino in sogno la sua sete e la sua rabbia. Parla da prima soffocatamente, acre d'empiet, con un incerto gesto della mano che sembra tergere dalla bocca una schiuma penosa e poi alzarsi verso la nube dei capelli come a tentar l'ago crinale che la traversa.
il
il
lume violaceo
^^
j^
'^yC^-'t^
Dea, che vuoi tu dunque da Fedra? Dura belva, con la tua bassa fronte sotto il pesante oro scolpita,
predatrice famelica ^\
me,
con
la
mento
invitto
53
FEDRA
calda
Atto
come
la
bava
di
quel
mare
780
che ti gett negli uomini, o mille volte adultera del Cielo, con l'azzurro leto che ti vapora intorno al losco fascino degli occhi, ^,/J^^^^ o druda dell'Imberbe, con la macchia del bacio sopra il tuo collo forte come il collo
della cavalla tessala, e
di
rempiuta
involuta
s,
sangue come
x vino, e
^
^
^
onta
^ ^ ;^6^^
guardo, se t'appressi
X
790
m'appresso, disperata
Con
la
combattere.
il
mano
lungo ago
crinale.
M'irridi?
Se nemica
mi sei, ti son nemica. Armi non hai se non le tue micidiali mani molli.
Ti potessi trafiggere a vena a vena come nel della mia notte orrenda
travaglio
54
Atto
jt
FEDRA
ma
s'arresta di
Ebra
che il suo impeto si tronchi per il mezzo a gaisa della verga di frassino sforzata dalla corda. E
sbito, quasi
s'affioca, pallida
come
la cenere, lasciando
cadere l'ago
imbelle.
No. Ti
800 invitta sei.
cedo. Invitta,
snodi le ginocchia, mi dirompi la spina sol con Io sguardo. Sei come la morte,
Mi
^^
V^^',
^---^^-^ it^'-^^
^^
e morire
non
fai.
E
e
la
mente,
810
imploro, pel figlio i Mirra, per T insanguinato Adonis, pel nato dalla voglia nefanda, per l'Imberbe tuo caro che ti piangono
le
-^
femmine
di Frigia
^^>^
mi
perseguiti?
vinto
il
Invano attende la divina risposta. Le risorge l'orgoglio^^ il languore supplichevole; e lampeggia da tutt
volto.
Parlami!
Io posso udirti. l'animo possente. Io sono una Titnide. Mia madre
Ho
^^^^^>^
^^'*tfL
<>^.e^
FEDRA
.^
Atto
820
nacque dal Sole e dalI'Oceanina; e per ci sono anch'io piena di raggi e di flutti^ son piena di chiarori e di gorghi. Ardo. Ondeggio.
nutrire di
me
dovevi, o dea,
un amore pi bello un amore pi grande che Tamore di Evadne. Ah, perch mi perseguiti? Di che
vendichi sul sangue d'Elio? Non saziata sei di quell'altra preda?
ti
Uotrote della, materna infamia la riaffeffa, Vottote del congiungimento bestiale. E il bianco toro condotto dal boato alla falsa giovenca ella vede, e la lussuria ne' fanda, e il generato mostro bovino e umano, e il labi'
rinto vorace, in baleni di delirio*
83o
ahi, madre, mia madre miseranda! Ahi schiuma della frode sopra me! Ahi falsato furore
Ahi,
come
il
secco strame,
tetri...
Ahi madre,
quale
effigie
tremenda
56
Atto
>
FEDRA
il
toro
si
precipita
lambe,
Sole, fatta
alFurto
cieco
ove
il
mio
mio
fratello
informe!
Freme e sussulta ella in tutta la sua catne, come sen* tendo nelle sue ossa la calda midolla della colpa. Chiama la sorella delusa^ con la voce che s*arroca nell'odio del'
l'ospite perfido*
85o al
Ariadne, Ariadne, e tu sorridi rubatore Teseo. Con Tastuzia cretese egli Io coglie, con la spada cretese egli Io scanna. Tratto Io veggo per le mille vie, carname ambiguo...
Rabbrividisce
scaglia.
ella,
si
Non
ferale, generasti
ma
la
in
Amatunta piena
di metalli.
=^57.
^:
FEDRA
E perch
mi Con
dunque vivere
lasci, se
J^
Atto
t'impreco e ti disfido? le sue mani ancor d'eccidio calde 860 m'avesse egli sospinta dalla nave non sul lito deserto ma nel flutto^ ma nell'imo silenzio^
ma
e
nell'ultimo gelo,
fossi dagli Iddii
remota mi
ed
immune mi
e sola l'infinita
onda su le mie labbra e su le mie plpebre avessi, e solo sopra me e intorno a me non vinta
870 l'invincibile
Mare!
rosseggiare
eccome vede su la pietra repentino sprazzo della face recata dalla sopraggiunta Gorgo, sobbalza e si volge nel fremito.
il
GORGO.
Fedra!
FEDRA.
Sei
La
Gorgo o
sei
l'
Erinni ?
nutrice porta il canestro e la face conducendo la schiava tebana tutta avviluppata nel velo oblungo e coperta le gambe dalle pieghe del chitone cadente oltre l'apice del sandalo.
58
Atto
FEDRA
_
figlio
^
GORGO.
questa la
Fedra^
deirAmzone.
Ma
FEDRA.
L^hai tu veduta contra
la
colonna?
dileguata!
GORGO.
redra^
di
Ma
scolare.
FEDRA.
cerva persegue la sua brama 880 fin che dinanzi a s non trovi il fosco
la
palude mortifera.
nutrice la
la
chiama pi forte. Ed ella si riscuote. E preda ravvolta, avanzandosi verso di lei col suo passo di lunga pantera ma pi leggermente.
La
guarda
GORGO.
Odimi^ Fedra.
piena di presagi
"59
FEDRA
.*
Atto
la sera. Arde gran fuoco su FAcrpoIi presso il tempio di Paiade Stenade. E la carena che port le sette urne data alle fiamme d su Tncore, olocausto navale del re Teseo. L'Africo soffia da Galuria, ed eccita
La
lei,
prigioniera immobile e tacita. Chinandosi verso di Fedra ha nel bianco degli occhi tina scintilla che
di sorriso.
sembra
FEDRA.
di
Vergine
Tebe^
sei divinatrice?
La
prigioniera
non risponde n
si
cro'U.
Voce
non hai? Forse
alla fonte di
la perde chi sVbbevera Dirce? alla fonte che sa di supplizio?
La guarda pi da
miele.
presso.
Mescola
alla parola
un dubbio
Conosci bene
d'avvolgerti. Celata
sei nelle mille pieghe,
l'arte
tacita,
come un
fior
chiuso di mille
60
Atto
j^
FEDRA
petali.
900 la face.
Accosta, Gorgo,
vampa 6\
La
s
natrice pone la
Otti
Veggo Toro
lucere dentro i tuoi occhi notturni. Apriti. tremare. Ti sar
Non
dolce.
Preso n dei lembi, con n rapido gesto la disviluppa dai climma color di croco. E la vergine appare nel swo Iwngo chitone di lino altocinta, coi capelli in corimbi fasciati dalla benda di cwoio simile alla staffa della frombola.
Sei bella!
Subitamente inanimita la prigioniera rende un lieve tremito nella voce melodiosa.
la lode,
con
LA SCHIAVA TEBANA.
Come
grande
d^ isole!
bella,
come
sei tu,
Regina
FEDRA.
Parli.
alla parola,
il
Simile hai
fiato
la
bocca
tuo
nome?
^\
FEDRA
LA SCHIAVA TEBANA.
Ippone.
Atto
FEDRA.
Anche
910
nel
nome
il
giogo.
LA SCHIAVA TEBANA.
FEDRA.
Prigioniera^
il il
cipresso orna
il
il
giardino,
carro,
e la schiava orna
Ietto delFeroe.
LA SCHIAVA TEBANA.
Sar duro
il
suo giogo?
FEDRA.
Sei fragile.
e
si
La
rondine fugace
Tanmone
lieve
piacquero di te: Or come dunque resistere potrebbero le tue ossa alla prima stretta
920 del cacciatore?
LA SCHIAVA TEBANA.
s,
ma come
vibrante.
62
Atto
j-
FEDRA
Dici che sei forte?
FEDRA.
Ribalena l'atdimento nella creatura nata della stirpe
Z^e
e^"^'^-^ ^^:^>r-^z^-
pugnace che sorse dalla semenza di Cadmo. Illusa dai modi ambigui della Cretese T incauta ex parola in pa*
rola cresce nel vanto. Illumina
silenziosa.
il
^,^;^^^:-=^^
_^
-*>^^^^c-^^k-^gt^
^^ ^
^^
LA SCHIAVA TEBANA.
In riva
correvo a gara.
FEDRA.
che
sei
^ Dici
veloce?
la palla.
Non
la spola?
il
palo.
Non
il
fuso?
LA SCHIAVA TEBANA.
Altri giochi
63
-^t-f-^^'i^
FEDRA
io so,
.*
Atto
men
puerili
93o scagliare
la
<^^^^^
il
-/-/9
^i*^*^j5^
z^'
ciottolo.
FEDRA.
Cogliere
il
segno?
LA SCHIAVA TEBANA.
Etocle
mi
lod.
FEDRA.
Come
guerriera?
LA SCHIAVA TEBANA.
Di
le vergini
tutte
tebane
piansi,
sola
non
quando
carri e
irto di
bronzo
per Io stridor .
alala degli astati
940 contra le
per Io scroscio
Sette Porte.
FEDRA.
Sei
magnanima.
d'Astaco.
figlia
Atto
J-
FEDRA
regia.
FEDRA.
Vergine
Sparti^
FEDRA.
_ _
Non
temi
il
sangue.
FEDRA.
E
II
LA SCHIAVA TEBANA.
95o
FEDRA.
Uccise
il
figlio
d^Eneo?
LA SCHIAVA TEBANA.
Ma
E
cadde egli per Tasta d^Anfiaro. con questi occhi notturni sotto la porta Tdeo^ squarciato
io ^\x
65
FEDRA
il
Atto
FEDRA,
E
Lo
non piangesti ?
LA SCHIAVA TEBANA.
vendicai.
FEDRA,
Sul cadavere?
LA SCHIAVA TEBANA,
Usci
960 da*
FEDRA.
Per che modo?
LA SCHIAVA TEBANA.
Atterrando Ippomedonte.
FEDRA.
Due
dei Sette
dom
la forza
d'Astaco.
LA SCHIAVA TEBANA.
Tre dei Sette, o regina
66
Atto
FEDRA
d^ isole; che dal mio Anfdico fu spento Eteclo rifiade, con la spada a due tagli.
FEDRA.
970
Con
la
per nutrice, o
Cadma.
Rallgratf/ragratf!
-Lk.
SQYilKVK TEBANA.
ci,
^^^,.^
'^^-^^^^'^
-y^^^
E
il
per
fra tutte le
FEDRA.
Ma
980
rallegrati,
Alala,
prima nata
schiava,
Non
che
il
la
d^ Ippolito.
figlio faretrato
delFAmzone
67
FEDRA
teco partisca
il
Atto
talamo coperto
Pallade Fallace.
LA SCHIAVA TEBANA.
d'isole, e
M'accogli nella tua grazia, Regina mi proteggi? Pari a un'iddia tu splendi. persuaderai quegli che porta, com' fama, sul capo il teschio irto del lupo?
Ma
FEDRA,
II
opimo come
grappoli dell'uva che nereggia 1000 nelle vigne cidnie ov'io li colsi caldi con queste dita; e tu le tue
v'immergerai Ippone.
stillanti di
profumi,
so
Atto
FEDRA
Un
bagliore come d'incendio entra pel propileo, dalla patte del Mare; vince la face, agita le ombre, percote le mura e le colonne; irradia il volto della Titanide
vertiginosa,
FEDRA.
conile forte Todore
dei terebinti!
il
_
Senti, senti
quanto
disdegno
i
loio
pi
gli
ridono
li
occhi leonini.
una bocca
e gonfia, che di
sempre
come
dardi
non teme
Ippone.
di baciarla,
LA SCHIAVA TEBANA.
Come
t'accendi,
Regina
FEDRA.
forza,
I020
o
la cetera deliaca,
la
sua
come
i
varia
modi; che
tutti
li
conosce:
69
FEDRA
il
.^
Atto
modo onde
gli
Argci
si
curvano
il
modo
del pugilatore
fasciate
il
disco
un lungo
corritrice^
coturnato, e balzerai ^\ l dai torrenti pontando Tasta, e senza nsito inseguirai la fiera. come la Vittoria starai dritta sul cocchio,
con
la
mano
alla sbarra
medesima
LA SCHIAVA TEBANA.
1040
il
lui.
70
Atto
J^
FEDRA
il
FEDRA.
corpo gli balza e gli s^agita il suo sangue, dal pollice del piede certo alla fronte ostinata. Gli danza e gli canta e gli svampa la giovinezza per tutte le membra come su* monti 6i Tebe la rossa Bassride, Ippone.
Accesa dal desiderio
folle
Per tutto
impone
alla
'i
s palpitante
LA SCHIAVA TEBANA.
Regina, Regina, sopra te intorno a te cresce il fuoco!
io5o
_ Stanotte come TOrsa declini alFOccidente e dal mar sorga il grande mero d^Orione, o figlia d* Astaco, sino alle labbra ti rimbalzer il cuore udendo il suono del suo passo;
e sarai tutta gelo
FEDRA.
sino al fiore diviso del tuo petto, e tutta del colore della notte
-7J
FEDRA
la nube che si scioglie^ senza tue midolle, senza le tue vene; 1060 che spenta avrai la face; che men terribile fsare il volto di Tnato che il suo
le
d^
Atto
come
LA SCHIAVA TEBANA.
dietro a te
il
Tnato!
Fedra,
arde.
Pi
fanciullo nero!
Tutto intorno^^
y^^^^^i^^
^-*^
le si appressa Fedra col viso contra il viso, ponen* dole so gli meri le mani violente. Tutto l'atrio ros" seggia di volubili riverberi.
FEDRA.
Ti prender
fra le sue braccia ferree;
t^abbatter,
1070 ti
ti
premer su
velli
squasser,
ti
schianter...
LA SCHIAVA TEBANA.
Perduta
sei nel
fuoco!
La
reggia in
fiamme! Tutto
arde!
72
Atto
j-
FEDRA
Ofa
glande angoscia apollinea. Anela e geme; e poi sembra esanime; e poi riprende il clamore, come il vento che cade e risorge. Abbagliata dai riverberi, Fedra si scosta
e indietreggia.
GORGO.
E r incendio della nave fnebre. Tolocausto nautico. j^ ^ ^^^^^^^-^-^^^^^^^g. II riverbero passa pei propilei. ^y^^^^^ L'Africo soffia turbini
di faville.
FEDRA.
la facel
^^*p^
.s^t^/^
LA SCHIAVA TEBANA.
Adrasto, Adrasto, a chi
fui datai
1080 di
^^^ ^^^
fonte di Dirce! mia Tebe Sette Porte! Dove mi trascini, Ismnio? Lssia, che farai ^i me?
FEDRA.
Tu
gridi
verso
il
dio
che non
ama
il
lamento,
-73
y^- ^-^^^--^^^
6^^^^ y^^
^^
-^-<-*,.fc^-^.^^2:^
'^^^e^
<
^,
^^-^<^
FEDRA
con
la
Atto
come
colomba. Ti corono^
LA SCHIAVA TEBANA.
O
1090
si
lav,
I
dove io colsi i narcissi a coronarmi Fonte non v^, non fiume, non ocano
per quella, non divina non umana, che ricevuto ha in tutte Tossa la tabe ardente.
FEDRA,
Gola piena
per
di fato,
me
rpnda
lustrale.
FEDRA,
Mia madre
mia madre
iioo nei pascoli?
scopri tu
T^appare
il
simulacro?
Taci! Taci!
74
Atto
j-
FEDRA
';;/^^^^.^^ ^^'^^e^^^^/^
^^<z>i^^^^
LA SCHIAVA TEBANA,
dirco rinnovellato
su r imberbe! II cavallo gnito dallo stupro dell'Erinni ringhiava alFombra della vela nera con un fato nel torvo occhio materno. Tu non Io placherai con Forzo, n
^^
con
bile
la spelta.
^.
Stiper Fedra
il terrore. E il stio volto si fa pi inesorache quel della predatrice famelica dal mento invitto
-^^^'y^^y^^-^^s^
""^
"^'yT^^"^'*^^.
FEDRA.
Ma
come
il
Io placher? Si falsa
Ilio nella
vaticinio
gola servile. Cessa! Cessa! Bocca i schiava masticar non pu il lauro pitio. Cessa, per gli Iddi
inferni!
^.-^^^.^^
LA SCHIAVA TEBANA.
O
FEDRA.
che non
me?
dove mi traggi?
Cjridi verso lamento.
il
dio
ama
il
^^ v'
^c y^-t^
'
.--'-T^^-^^t^^^'-^^^^t,^
?^^^
FEDRA
LA SCHIAVA TEBANA. Nei turbini del fuoco?
nel furore d'Efesto?
I
ot
Atto
hanno un
vampe
vivaci,
la figlia
FEDRA,
Vieni
all'ara!
Gorgo, reca
il
canestro.
LA SCHIAVA TEBANA.
Con
mi
ghermisci.
artigli
FEDRA.
II20
Non
sei
dunque tu
forte
come
LA SCHIAVA TEBANA.
Irresistibile,
irresistibile,
Non
le
sei
nozze?
mio
fratello!
FEDRA.
T'ode, certo, se me odano gli Inferi. Gorgo, arde la reggia? Gorgo, tutta
76*
Atto
s^
FEDRA
Uafdote d*na smisurata fucina sembra soffiate nel pa lagio di Pitteo* S'ode a quando a quando il rugghio
confuso dell'incendio e
il
il
.<^^
fischio del
vento
libico
Posato
canestro.
Gorgo veloce
LA SCHIAVA TEBANA.
ii3o fuggi.
FEDRA.
di Edipo venne la cagna stigia? O schiava, odimi. Quella che il figlio X Laip ^,,^f^
Dalle case
teco
os guatar negli occhi spaventosi, quella fiera che striscia balza vola parla, bacia le bocche moribonde,
aquila, serpe, leonessa,
d'uomo,
1140
Musa
rivive.
^^\ Morti, in
me
LA SCHIAVA TEBANA,
Sei la Sfinge?
77
FEDRA
FEDRA.
j-
Atto
^ . ^ bono redra.
mento melodioso.
LA SCHIAVA TEBANA.
O pari a un'iddia,
Fedra, o folgorante,
ti
sovviene?)
simile al fiore della spicanardi. Deh, per quel fiore nella tua parola,
mi
non bevvi
alle
mie
chiare fonti.
FEDRA.
Sebevesti alla fonte Edipodia, -^^S^^^^ -fL Tebana, sciogli Tenigma di Fedra( ^.^,^^^<^
L'abbranca si curva su
ella, inesorabile; e,
lei
/^
iviaa,
/^
^^^^-v.
Atto
J^
FEDRA
LA SCHIAVA TEBANA.
it6o
Da
te
Vuu Perch
mi
struggi?
FEDRA.
per la divinit profonda^ sciogli
il
..
bciogli
nodo
inestricabile.
bianca.
FEDRA.
Ecte
pallida.
LA SCHIAVA TEBANA.
M'estorci.
Non
il
d'altri.
Come
cavallo e
il
cratre,
II 70
sono
al figlio
il
perch
mi
tu togli a lui ?
79
FEDRA
FEDRA.
.*
Atto
Sciogli V enigma.]
FEDRA.
rN Ur
chi,
dimmi, dom
col fuoco il fuoco? Or chi spense la face con la face? Or chi con Tarco fer Tarco?
LA SCHIAVA TEBANA.
1180
L'amore.
FEDRA.
o.
ponendole su la bocca la sinistra mano e ro" vesciandola nella fossa a pie dell'ara solenne. Brevemente quella si dibatte e geme.
Ricevi,
80
Atto
J'
FEDRA
il
divinit profonda,
di
sangue puro
al sacrifizio.
S'ode la voce affannosa di Gorgo che accorre seguita dai turbini del fumo e delle faville.
come
in*
GORGO.
Fedra, tutto il porto di Celnderi fiamme. Dalla nave nera s' propagato il fuoco a tutto il navilio su Tncore ed in secco, per Io sforzo dell'Africo che spinge.
in
1190
E E E
l'incendio
divampa,
irreparabile.
tutto
il
turbini di
fumo
il
e X faville
Odi
La
l'ululo e
mani cruente
e invoca.
FEDRA.
furore
d'Efesto divorante, sia la notte ultima! Evadne, Evadne, una cenere sola innanzi l'alba!
GORGO.
Purifica, purifica,
'81'
FEDRA
o sacrificatrice
I200
le
.^
Atto
tue mani.
bronzo.
il
China presso
mentre le Supplici dai neri pepli en* trano l'una dopo l'altra con lento passo in silenzio portando su le braccia le urne delle ceneri eroiche.
lustrale e la terge,
FEDRA.
Madri
tutte,
degli
che
serri
contra
il
Turna
A^ ;^^-^~ due ceneri sublimi, te sopra tutte onoro) udite, Madri.^^/ ^^^^^ Questa schiava tebana, cui pose Adrasto nella nave nera, ^^ -'-^^^^^^^"^^f^
delle
^^/^^L,A<^^
ond'esci Tuccisore
d'Ippomedonte,
I2IO e quello
e Tuccisor 6x Tideo,
delFIfade Eteclo. Si schiantano tre cuori contra il bronzo funereo ? Presso Taltare ingombro
'
^>^^^ei
vostri
/^^:^^^^
Forze
Atto
FEDRA
profonde e Dolore
alle
severe
Ombre e al
superstite
pausa
e alla
I220
Mana
O.
0ANATE
IIAIAJN.
IPINTO
a liste a rosette a meandri di color variato appare il peristilio che precede la dimora delle donne; intorno a coi per
vetro che
Fenicii colo-
immerso
vino o con Tocra azzurra di Cipro, Si scopre nel Iato orientale fra due ante Io splendore del Mare Saronico per mezzo alla selva degli antichi cipressi. Un mirto sacro sorge di tra le lastre del pavimento, ornato di bende con nodi singolari; e al tronco pendono zani, simulacri dedli di Afrodite
tagliati nel legno; e v' la colonnetta e v' l'altare; e sonvi su l'altare alcuni vasi d^unguenti, due colombe d'oro, e d'oro una bene attorta serpe fatta a ornare i malleoli del piede. Quasi al limitar dell'ombra prodotta dai cipressi un lungo giaciglio che tutto ricoprono le
pardlidi, stellati velli di pantere* Poco discosto l'alto telaio verticale formato da puntelli di piede aguzzo congiunti in sommo da
due una
87
FEDRA
Atto
II
traversa ove infissa ona specie di cavicchie come nel giogo della lira; e, pi sotto, a un'altra traversa av volta la parte dell'opra gi fornita e vi si mostra per il largo una banda intessuta i figure d'uomini e d'animali a imagine di caccia; e ne pendono i fili innumerevoli dell'ordito tenduti dalle forate pietruzze che pe-
sano ai capi. Seduta al telaio la nutrice; che, a s traendo alternamente il calamo annesso con cappii ai fili dispari dell'ordito e quello annesso ai fili pari, getta nell* intervallo con la spola il filo della trama e con la spate il tessuto rado serra. Distesa sul giaciglio Fedra coi piedi senza sandali, consunta dal male insonne, poggiata il cubito su i velli ferini e nella palma la gota smorta. Sospeso alla colonna sul suo capo il rotondo scudo sonoro del Coribante dicteo. Di contro, sopra uno sgabello, l'uomo d'Argo conduttore d'i carri divenuto aedo, in lunga tunica violetta.
Costui ha disgiunta dalla tracolla di cuoio la cetera d'avorio ben costrutta; e, sovrapposta l'una coscia all'altra, tiene sul ginocchio la cassa e tra le mani i due
bracci ricurvi.
dito, egli
Come
la tessitrice
davanti ai
fili
dell'or-
volto davanti alle corde e guarda per gli intervalli fisamente la Titanide. Sotto il portico, presso l'adito che conduce alle sedi recondite, due fanti filano in silenzio, avendo ai piedi i canestri l'un colmo di lana bianca, l'altro di lana nera.
il
ha
La
^^^/f J:^^^^
terza, Rodia, accosciata presso il lebete argenteo pre- ^^&-c<^.^ para coi semplici il beveraggio. La quarta e la quinta inginocchiate fanno il gioco degli astragali cautamente, ora gettando col bossolo i quattro ossicini, ora gettandone in alto tutti insieme cinque per riceverli poi sul dorso della mano. Compone la sesta una ghirlanda di dittamo eretico. La settima profuma la colomba diletta.
88
Atto
II
FEDRA
com^usano
L'AEDO.
eh* io
gli
erranti aedi
-,
^.
Teseo
m* indugi, Regina,
poi che
mi
i23o dal
eresse
Ardalo.
Un
sacerdote delFantica
anch*egli
stirpe, di
nome
Ardalo, quivi.
FEDRA.
la cetera di
Lasci
le
corde
il
'
89
'
12
FEDRA
UAEDO.
Atto
II
Ma
quella che
le
chiome
E meco
FEDRA.
sempre.
Alunno
sei della dea^
che t'insegn
la
lunga
arte
brevemente.
L'AEDO.
dea.
Non
dt quella
FEDRA.
Chi
L'AEDO.
teco
sempre?
Meco
laSo
sempre,
ma
sono
solo.
FEDRA.
L'AEDO.
Non
la
vedi ?
Dentro
il
mio
cuore.
90
Atto
II
FEDRA
Ti parla?
FEDRA,
L'AEDO,
Nel mio
Tascolto.
cuore
FEDRA,
Ma,
come
regoli
i
se
non
ti
mostra
arte,
cllabi all'accordo
sul giogo?
L'AEDO,
Non
so come,
FEDRA,
i
Come
trovi
modi?
L'AEDO,
Non
FEDRA,
so come.
mai
le
corde sonore
e le sferze fschianti.
L'AEDO,
quel che
dici.
FEDRA.
La mano
9J
FEDRA
1260
Atto
II
dura e grave.
Or come
L'AEDO.
Non
FEDRA.
il
so.
Come
canto
^{k^
senza
fallir le
accompagni tempre?
L'AEDO.
Non
so,
Regina.
FEDRA.
In sogno?
UAEDO.
In sogno.
FEDRA,
Sei
beato.
L'AEDO.
Posso
bearti.
FEDRA.
canto che
beato.
Non
mi
consoli.
v*
sei
Ma
tu
92
Atto
II
FEDRA
oltre la vita
L'AEDO.
Sono
mia
FEDRA,
Ebro
di
fiamma?
Ebro
del
L'AEDO.
mio
segreto.
FEDRA.
D*un
segreto di suoni?
L'AEDO.
1270 silente
_, D un
segreto
FEDRA.
Le
corde,
tua fa tremar
le corde.
L'AEDO.
Alcuna fronda
FEDRA
ond'era cinto il messo, di bianco pioppo, cara
1280 all'Alcide e all'Egide;
'^^
Atto
II
n d'alcuna
mi
cinger se
me
par dea.
FEDRA,
^ ^^ ^^ Alzi un
fj^/?
L'AEDO.
altare
novo? un tempio?
Aereo
^
y^ "^^/^^^-^ /
/^tempio
"^FEDRA.
l'Inno.
/C
Cantavi
,
,
""^^^il rapimento di
d'
Marpessa
il
folle
^ ^ .^^^^^^j^^^
-^
/y^
"^^^scludi
suo cruccio?
2^^
^^^^
^g^^
Io
ti
promisi d'obbedirti.
FEDRA.
>,-<?^<^^^^
et.. JtiSClUOI
I^^ te
..
.
<^
^>'
v'*^^
gli
Immortali?
L'AEDO.
/^^^^ /
/y
1290
m ebbi
,
...
il
94
'
^^.^/=<^
^^2^^
Atto
II
J-
FEDRA
ti
canto, se
^*
sovviene.
FEDRA.
Or ferve nel tuo cuore quel levarne che la folgore ingiusta non distrusse.
L'AEDO.
bellezza creata dalla folgore tu vuoi ch'io canti. Io t'obbedisco.
La
Ben
Capano
feci
il
mio
plettro.
FEDRA.
tu divenuto
[3oo
^ Or
sei
anche
dispregiatore
degli Iddii
L'AEDO.
Fuorch d'uno,, tu rispondesti ad Etra irreprensibile. Fuorch d'una ^ ti dico " fuorch d'una
^^
sola che scintill su le mie sorti pi bella che la stella Espero sul dolor del mare, e prese con un sbito grido tra le mani indicibili il mio cuore come la coppa del convito eterno.
95
FEDRA
e Talz nella luce
i3io fatta dagli invisibili sepolcri^
Atto
II
balsamo
il
levame,
e divenne la gioia, e la
morte
s*
imporpor
di
sangue
e divenne la vita.
di sbito fui
come
il
crepuscolo
pieno d'astri di nuvole di fiamme, mio pene; e le parole alate rombarono com*aquiIe nel vento; e non mi riconobbi. Alle tue mense ricche di pani e carni, o Titnide, non si riconobbe il conduttor del carro
di
Capano.
Ardentemente a tfavetso le corde egli la guarda, strin" gendo l'avorio fra le dita tremanti, in s contratto come
un che
si celi.
96
Atto
il
FEDRA
quella; e
FEDRA,
Dea non
i33o di Eterni,
pure consangunea
Salso
il
Non
Sole e non perdere gli occhi. E, quando senza sandali incede lungo il Mare, ella il suo pianto ode nel pianto delle Oceanine. E per ci sembra inferma di s, delle sue vene mescolate. E per ci sembra che deliri. dea non quella.
pesa.
fisare
il
ma
Pu
Ma
Subitamente
Aedo,
1840 tu parlavi di
Fedra,
una
crudele dolcezza.
Tu Tu Le
sai
dunque Tamore,
A
e
sai Tamore disperato e solo. corde non mi celano il tuo volto, traverso le corde
speri.
Non
97-
13
FEDRA
Io
ti
ot
Atto
II
i35o canti
mio
canto.
delle
Chiama una
astragali,
gli
Euna,
tessimi una corona di cipresso. Qual fu Tultimo getto degli astrgali?
LA FANTE,
li
getto d'Afrodite.
FEDRA,
E
LA FANTE,
del
innanzi?
II
getto
Cane.
Fedra si volge alla nutrice, ripresa dall'inquietudine sma' niosa; mentre la schiava esce e recide il ramo per la corona da un de* cipressi.
FEDRA,
Odi, nutrice? Va. Conducimi quel mercante fenicio, che mi porti Terbe ch'egli ha d'Egitto contra il male
insonne.
Si parte
si
Gorgo dal
telaio, e va.
Senza
riposo,
V inferma
agita.
Aedo,
me?
98
Atto
II
FEDRA
smorta
btagfia dietro le cotdc*
Faville
la
L'AEDO.
Io posso quello che non pu l'amore.
FEDRA.
i36o
Attingere dal fiume di sotterra un po' d'acqua sonnifera, ch'io chiuda quest'occhi e dorma? Eludere tu puoi il Cane stigio? Udii gi d'un aedo
che l'incant col suono della lira, per l'amor suo. D'un altro udii che l'assopiva con un'ofFa
papavero e 6x miele, per l'amor suo. Non puoi tu dare un sorso del nero fiume a me che sono il tuo
intrisa k
amore?
L'AEDO.
S,
1870
ti
Titnide.
FEDRA.
Non
dal bosco delle
lungi
Muse
rdalo
al
99
FEDRA
e concilia con l'inno e sacrifica.
il
Atto
II
taciturno,
L'AEDO.
FEDRA.
Ah,
con
le
s ei
premesse
sue dita lievi come il fiore della smilace il frutto della morte su' miei denti!
L'AEDO.
Stanotte dormirai.
FEDRA.
i38o S'ei
orecchi dolenti
la
mi
chiudesse
con
L'AEDO.
Dormirai.
FEDRA.
il latrato del Cane di sotterra '^-t't^^^y^'t^i^'^ quello che sempre s*ode, sempre s'ode? Agave, Stilbe, avete udito?
Si levano le fanti e
tendono
l'or ecchio.
JOO
Atto
II
FEDRA
"
LE FANTL
Latrano
f
molossi
d* Ippolito
sotto la Rupe.
" II figlio
deirAmzone
d^ Adrasto,
1890
fanno
"
S'ode
chiama.
FEDRA.
Fedra
d
il
cipresso alFamore.
Ti corona,
Tu
tremi ?
L'AEDO.
Anche
tu tremi.
LA VOCE D'IPPOLITO.
Eurto! Euritol
JOJ
FEDRA
jfc
Atto
II
Fedra come l'avida polvere che i venti alzano e ag* girano nel piano argolico. Sembra che twtto intorno per lei vanisca^ e che sola quella voce risuoni su la soa ver* tigine. Non distoglie da lei gli occhi il coronato
UAEDO,
Ippolito
Le
mi chiama.
LE FANTL
^
Uomo
d^Argo^
"
uomo
d^Argo^
rAmaznio
cerca di te.
Ippolito.
"
Ecco^ viene
fuccisore di lupi.
1400 ^
Viene pel
coi
cipresseto.
"
Ha
dietro s
Arpalo
"
color di ruggine!
Entrer con
lui ?
in guinzaglio.
'Arpalo, fermati!
scoppio di sibilante collera Fedra le scaccia di il suo cerchio d'angoscia, simile al vortice di polvere che si rovescia e si sparpaglia.
sbito
Con uno
J02
Atto
II
J'
FEDRA
Vial Ch^io non vi veda pi! Via! Via!
l'ette*
FEDRA,
Tacete,
strigi!
pi, eh* io
non v*oda
Rimani,
Rdia.
Della swa ira investe anche faedo.
Perch mi guardi
Insensato tu
sei?
cosi,
uomo?
^
LA VOCE
1410
D'IPPOLITO.
il
figlio
d'Antiope irfompe,
i
lombi
gli
pende.
L'AEDO.
eccomi.
O
Ho
Teside,
IPPOLITO.
il
L*ho
L'AEDO,
figlio del
Invitto
sei,
domatore
^\
Centauri.
"
J03
'
FEDRA
IPPOLITO.
Atto
II
Tra
la
Palude e
il
Mare, alI'OIeastro
FEDRA.
Chi t'ha
ferito?
Una mano
IPPOLITO.
ti
sanguina.
Come
1420
pallida sei!
Non
sbigottire.
Per immorsarlo; poi che contra i denti aveva il ferro e li serrava duri pi d'ogni ferro, ah con che rabbia!, messo
gli
il
FEDRA.
Ti
IPPOLITO.
gronda. Auriga, un aspro grandi e grevi e con rimboccatura acuta e lunghe le guarde, e con negli assi snodature diffcili; che m'ha battuto a freddo un fabbro di Metana 1480 ammirabile. Sostrato d^Euforbo;
Non
morso con
le rotelle
ma
'
J04-
Atto
II
FEDRA
Sentito ho una potenza di tempesta pulsare entro quel petto ampio e profondo come il petto d^un dio.
L'AEDO.
Divino
egli ^
lottar con
lui.
Blandiscilo.
IPPOLITO,
Perch
mi
resiste, se docile
Adrasto Tebbe?
L'AEDO.
ha nel Mare.
IPPOLITO.
Non
il
ti
disse
Adrasto
segno dell'origine?
L'AEDO.
Non
disse.
che fugavano
il
sonno
lunghi
ringhii.
J05^
J4
FEDRA
FEDRA,
j.
Atto
II
Odimi^ odimi^
Ippolito.
1460
Guardati dal cavallo bieco! Ho fatto un sogno, ho fatto un sogno x terrore. Ringhiava alFombra della vela nera. E una voce grid,
in un*afa d^ incendio, sopra
^^ il
Mare:
Tu non
Io placherai
,,
con
la spelta.
Rimandalo
Se ti fuggito, se per sette giorni tu rhai perseguitato in vano, segno che t' nemico e che repugna al tuo freno e che ti prepara un grande male. Gi conosce il sapore . tuo sangue. Ippolito, io ti prego. Odimi. Rendilo 1460 al donatore.
IPPOLITO.
Che mai dici, madre? Mi parli come a timido fanciullo. E m'ammonisci ch'io mi copra d'onta
^ y
<^,
^^
-^^/^
-^
^-^^
conspetto dell'Eliade i Corintii son per celebrare gli Istmii e mi turba i sonni la corona . pfnol Io voglio vincere il corsiere, e pel corsiere vincere nei Giuochi,
al
or che
^^^-2^-??'^?-^-^
^*'
'z-
^^/^-^C-" -^
e^-tJ^C^^-':>>-^ (P
Atto II
FEDRA
la spelta
non con
FEDRA.
1470
n con Torzo
ma
con ranimo.
_,
Guardasti
tu dentro
gif
occhi torvi?
_
.
IPPOLITO.
con
Li copersi
le mie mani, poi che messo gli ebbi morso; e gli soffiai nelle narici fumide il mio respiro d'uomo, che questo m'insegnava un Tessalo 6k Fere ad ammansire
il
f
parve men nemico. E si lasci condurre per la briglia. Or dove? Lo sai tu,
poliedri.
E mi
1480
guidatore X carro? Portatore i cetra. Io sai tu? Mi canterai un canto per la gloria,
s*io te Io dica?
UAEDO.
Un
ti
canter.
IPPOLITO.
Conosci tu r impresa
107
7^j,c
M
/
<s?-:5/^
/*
^'
//
FEDRA
il
Atto
II
^^?. /'
/
cavallo
di
Medusa?
IPPOLITO.
MaPallade
delFEroe cornti ^^, al fonte. Io non avea se non il morso di Metana. congegnato dal fabbro / ^^^^^^^^^.^^490 Io non avea se non la mia lacciaia Odimi, auriga.'^^;^.^*-***^^ i miei due polsi ignudi. "^^'^ Odimi, aedo. Era il settimo giorno
venne
in soccorso
^^^^^
4^^.^^
^.^.^^ della caccia alla belva solidunga, ,Wc.</i^.^ /' al Nerazzurro come T Ippocampo. ^^-iJ Tavea traverso i mon-^i ,,^^,^^^^ , ^ff^i cacciato io ""' '^^^^'^/^^verso Ermione, con la torma; gintolo ^^^^^^^^
.
^ ^<
'^^^^'^
-/
Demtra; ^^k^ v^gl I^^^t circa gitempiomartna --^/^ '^^^ _._ fiotta manna nella
il
:i
.^.,.
^^ -^^^
poi ricacciato
^j al
-,:a
.,,,^,j.,,^_^ ,,./,
-^
:<^^^,.-c,^^5^o
'
la
^^ ^:^^.^^,^.,^^^
'
^'^"^^^Inseguito
insino al
A ^^^^^
nutxo c^puia* flutto espulse ,..,,,^^^ figlia del re Niso che il tuo padre ^^aS^^,,ji^^ dall'alta nave, o Cressa; e quindi 4^;^,,^^
11 il
/^^.-^.A^^ "
^
,
Gentiio e di
Crisorre
in
^-^.^-^^^
catena-^/^4^^^
tt^^^e^ ^
j'
-^
'/\^y^
?, .Ci/I
-^^^^^^t-:
^ >4/^';^-^^--'*^/^'#--^^^
r
^.
^ ///un-n^t^^'fuiyrO
Jt-t^i^
.*i-'yt--lt.y^
Atto
II
FEDRA
con la mia torma io Io respingo verso la Palude Sarnide, Io serro tra la Palude e il Mare. E senza scampo.
S'interrompe come se gli risorga dai precordii il grande anelito. E sembra che la prodezza gli tenda novamente i muscoli infaticabili.
Udii forse
il
il
mio cuore? o
il
croscio del frangente? II mezzo d i5io avea raccolte Tombre delle cose; e l'altissimo Sole erami giudice.
1 cavalieri
chiusero l'angustia
la forza.
dietro k
me. Apparecchiai
Attanagliai con la mia forza il sauro, e m'avanzai girando sul mio capo Guizzavano il cappio come frombola. tra i miei ginocchi i muscoli del sauro
i52o
cauta arte del pardo. E la vita mi fu non so qual dmone pronto a scoccare l'attimo del getto.
agile
con
la
*'Arione! Arione!,,
Era
al
frangente.
Era una schiumeggiante onda crinita, con Io sguardo di un dio crudele; un'onda d*un negrore k gorgo, con un ansito e con un ringhio di cavallo; un'onda
gonfia d'un' ira belluina, avversa sbito su l'anche all'uomo avverso.
J09
FEDRA
si
Atto
II
rizz,
balen nella
falcata,
muso
il
groppa
1640
Sole, saltando com*ariete cappio scorrevole scagliato dalFacerrimo dmone stringeva forte tra la cervice e la mascella il prigioniero. Ben congiunti agli meri m*ebbi i nessi dei tendini se alcuno di quegli squassi non me li divelse. ^^Arione, sei mio!,, Negli atti come per entro a un velo flammeo di sogno io era. Con fulminea destrezza
folle. II
contra
compiuta era la presa. Gi nel pugno chiuse m^eran le redini infrangibili. pi non vidi se non una grande
nube di fumigante oro e nelForo impennata una vampa procellosa che trasparia per una mira forma
fatta di vene, di crini, di schiuma,
i55o
bava e forse d^ali; che nelForo fumigante e nelFtere senz^ombra l'impennata ebbe T impeto del volo. ** fratello di Pgaso, anche me
di
porta agli
astri
gridai alto su
piedi,
no
Atto
II
J^
FEDRA
e nel
alto nel
mio sudore
i
mio sangue.
un clangore
Rapita in
lu la Ctetese;
grido d'amote
FEDRA.
Bello
sei,
bello
come
il
pi bel dio!
IPPOLITO.
Or
i56o di
m*odi, portatore
di cetra.
di quella
Ippocrne, del nome che sgorg tra gli oleandri deir Elicona alFurto dello zoccolo i Pgaso.
L'AEDO.
Tu
ignota a me.
dici
meraviglia
IPPOLITO.
La
agli
se
FEDRA
L'AEDO.
Atto
II
E
1670
com' hanno
IPPOLITO.
Quando TEroe
venne
in
corintio fu bandito,
col cavallo alato
le
Trezne
nozze
d*
Etra.
L'AEDO.
IPPOLITO.
i58o
quasi notturna. Quivi condussi Arione. E, comVntr sotto Tombra, annitr verso il silenzio sacro. E Tabbeverai, tenendogli la mano sul garrese, vigile, attento al sibilo del sorso.
Poi Io
e tutto Io
il
grande riluceva nerazzurro come T ippocampo. Ma, non pi erto nella nube d'oro, pi non aveva Tali della gloria! Aedo, aedo, e che mi canterai ? te novo, che gik guidasti il carro
n2
>'>
Atto
F E
dXaS^^^^^^^
^^^
del combattente*
un eroe novo
E
in
cervia
numero
di cani e di cavalli
Ippolito Teside.
FEDRA.
Che
'^
vuoi
'^y^^^
z'
Che vuoi ?
IPPOI TTO
^^^^^'gJv^^^^
^^^^^^/^^
^
La
guerra. Vincere
f^^^
nato dell'Argonauta e delFAmzone; ^ poi che il suo padre^ sopra tutti gh uomini ^ ^^^i^neni oggi ammirabile, nel fiore cJti/ degli anni avea gi tolto
franto Scirone su gli scogli, mozzo ^ ^y^^ui.^, / Procuste, domo il Toro maratonio, ^*^'^'^: compiuto Io sterminio dei Pallntidi, (J^f^-^^;^' francato Atene dal tributo ertico, ;^^^t^^^^ navigato alla CJchide pel Vello,
^^^ , .
t.^-^^^,.,,,,
-^^^-^^^^^
4 ^^
^^>
^^^
alzAto s pi sfrande nell'aurora /^y^he dal rogo d brade rosseggiava Monte dell'ellboro e su l'Eliade.
4
-<%^
^^^-^^^J^
'c^-e^c^.^.-z^i^i^
/^
''\^'i'vWyJ
'^t-^^^fZ^^t^t^ e^
FEDRA
FEDRA,
1610 Figlio
ot
Atto
II
navi?
IPPOLITO,
Ben
FEDRA.
voglio.
d'ali,
IPPOLITO.
Dove
sono?
FEDRA.
d'isole?
essere
il
dell'asta di tre
punte?
IPPOLITO.
Tu
inferma.
deliri,
FEDRA.
Non
1620
deliro.
Offro.
U4
Atto
II
.^
FEDRA
sogni
?
IPPOLITO.
I tuoi
FEDRA.
I
miei
fati.
IPPOLITO.
Ma
quando?
FEDRA.
Quando
il
vento Euro
IPPOLITO.
Questo
FEDRA.
Toracolo?
E
Ippolito.
forse Toracolo,
IPPOLITO.
giova forse il Tracio per navigare verso la Mala^ e TEuro per doppiarla.
Mi
FEDRA.
IPPOLITO.
Non
ti
giova.
che il mio padre alfine mi conduce ad un* impresa non di fiere ma d'uomini ?
sai tu
Non
ns
FEDRA
FEDRA.
Atto
II
O
IPPOLITO.
3o Vestirmi ornai di bronzo
fanciullo!
mi
conviene,
non
'
di foglie.
-^:^ ^^-x^*^^^ O -^ .^^^Cf/- .IPPOLITO. '^'^^^^ oaro >^!^ ^ Sar compagno ^1^^^^
"
^^^ ^ ^
FEDRA.
fanciullo inconsapevole!
dell' Issibnde
if^^-i^,
^^e-^
s^?^
2^
che fece il tagliamento dei Biformi ''=^^su le sue mense quando primo Teseo schiacci sotto il metallo del cratre -^^"^ ^ ^rofFensor primo, come udrai dagli emuU^^^^^^.^^2J^ ^ ^^ cantori, o Argivo.
^^
^
't>^^-^C^
FEDRA.
Deirissbnde?
IPPOLITO.
x
Di
lui,
Tu
Todii?
FEDRA.
'^t-^f'
^^^^^
- II
^i^"?^ -^-^^^
^^^^^^ IPPOLITO.
^^r-^^'^^^'-fe^^r^^^^G
Non
egli
ma
il
mio padre
infaticabile.
^e-^^
IP
////
Atto
II
FEDRA
di
FEDRA.
Sette
IPPOLITO,
Pi pronto varia
i
non tu
le
pieghe
zi tuoi pepli
FEDRA.
Ma qual
da Tindaro
IPPOLITO.
di Sparta.
disegno? Ei va
AI rapimento.
FEDRA.
delubro impastoiato? d^Ares
rapire
il
-^
IPPOLITO.
La Tebana
tu
mi
La
rito^
Cressa.
lume
delle tede^
coronata
di
grumi
e 61 papaveri^
le
ah come
bella!
segrete cose
non
chiusi.
FEDRA
FEDRA. Che veduto t^aveano
senza mirarti
Atto
II
IPPOLITO.
Oscura, mi sei matrigna. E lamentai la vittima. E il mio padre mi disse ** Io ti dar la figlia d^un iddio. Non ti dolere. ,, La figlia d^un iddio, non ancor nubile, ^ ^ "^^i^^^^66o vive in Amicle su TEurota pieno
:
^
^
di cigni, bella
immortalmente.
^,
.
FEDRA,
la
"""^IPPOLITO.
^^^^^
g, per tutta la terra
di Pelope.
Corre rama
Ma
Chlubo,
'^^ ;/t^cAJ^:jJ^^^'
veduta in Lacedmone danzare intorno Tara d'Artemide Ortia, i^cc senza le vesti. Tu XwkVi^ Eurito. jyp E fu deliberato il rapimento. E avrem con noi cantore e mercatore ^'^^^"' ringanno.
Atto
II
FEDRA
andrai^
FEDRA.
Non
il
non andrai
T^ maestro
padre.
d'insidie e di perfidie
IPPOLITO,
FEDRA.
Non
IPPOLITO.
andrai.
Matrigna
mi
sei
sempre.
Tu
m*odii^
Cressa.
FEDRA.
Amatore
e
1680 e
della rettitudine
temente
tu^
gli
Iddii
t* appresti
ti dici
mentre
a frode
e a ingiuria!
Non
traligni.
IPPOLITO.
Trover
laggi sul Taigeto
la
Vergine spedita e
i
U9
FEDRA
FEDRA.
Atto
II
Combatteremo
-.^^^
tesio.
Entra
la nottice condticendo il Capo di nave; che se" guto da uno schiavo catico d'na balla ben legata.
FEDRA.
Gorgo,
straniero ?
Si avanza il mercante fenicio^ asciutto e adusto, audace e scaltro; che porta la berretta dalle gronde pendule e la bruna esmide dei marinai.
mi
conduci
Tuomo
Fatti innanzi,
ospite.
il
il
Rechi maraviglie? Rechi farmaco d' Egitto, nepente che d Toblio dei mali ?
IL
PIRATA FENICIO.
il
vetro,
il
bisso
J20
\tto II
J^
FEDRA
il
e la porpora,
legno
Anassa.
FEDRA,
Fa che
il
Io schiavo
deponga
vieni
Ma
dimmi:
di
Lacnia?
IL
PIRATA FENICIO.
Da
il
Tnaro.
FEDRA.
Anche
me
ora,
anche a
me
iiarra la maraviglia.
E
1710 la
IL
occhi mortali.
FEDRA.
Bella?
FEDRA
IL
J-
PIRATA FENICIO,
Che
FEDRA.
ti
dir?
e
Come
la luce
gli
onde vivranno
moriranno
uomini.
E
IL
giovinetta?
FEDRA.
Da
IL
PIRATA FENICIO.
Proferire
il
nome
non
lecito a
me.
FEDRA,
IL
^ Da
quale donna?
FEDRA.
che
IL
la vedesti
_ Ed
^
vero
ignuda?
PIRATA FENICIO.
Intorno
ali
ara
'
J22'
.tto II
FEDRA
il
1720 dicono^
umane.
li
delirio
consum.
quivi le sacrificano
Ed
era
suono
di
due
flauti,
il
pi candida che
solo era tinto
il
FEDRA,
IL
si
chiama?
PIRATA FENICIO,
Elena.
Fedra e Ippolito per alcuni attimi restano nel silenzio anche Taedo sogna Ctjrvo dinanzi alla Re* gina d'isole distesa sti le pardlidi stellate, il Fenicio discopre il suo diverso tesoro,
assorti; e
IPPOLITO.
Dimmi,
ospite:
quanto mare
navigheremo noi
per giungere alla bocca delFEurota?
J23
FEDRA
IL
jfc
Atto
I]
PIRATA FENICIO.
quattro giorni e quattro
Ma la
Mala
al
dair Arciplago
Mar
d'Occidente.
IPPOLITO.
E
IL
buono
il
vento Tracio?
Creta.
Egli mostta
Guarda
questa collana delle pietre verdi co* due fermagli a testa di sparviero, Anassa. Non la vale quella che ad Amatunta sta nel tempio di Adonis.
Prende Fedra
il
monile fra
le
Ad
IL
Egina, ad Elusi.
Atto
II
FEDRA
Guarda
1750
alate^ d^avoltoi.
rivolge al giovinetto cacciatore che inclina verso di so cuor selvaggio ove gi, si sveglia Va,uta, dell'av" ventura d'oltremare*
si
lui
il
Pur
belli
-^
^^^^-^^.^-^^
rapidi sopra
il
marel
^^f-^^/y^^^
IPPOLITO.
IL
sempre navighi
^^^//^
PIRATA FENICIO.
le
1760
le trombe non fug^ana -. ^--2^-^^^,^^^ :7 /^ -^^^^-^-^^ la spada d'Orione; che il mio padre ^. ^^^;^^^^ ^^ ^-^'^^^ arme lioh mi lasci bovi aratori ^< e n bestie con lane.
Sinch
Ecco uno
scettro.
FEDRA
Ma
ho
per
te,
j-
Atto
II
nella
un
1770 fatto
d^ugne ridotte in squamme e giunte con nervi equini, a mo' chiusa pigna, che non V intacca zanna n saetta.
IPPOLITO.
Mai non ne
IL
wk,
PIRATA FENiaO. Te
allettare la
Io porter.
le
Continua ad
swe
per ispargerlo agli orli delle plpebre come fanno le femmine ^. Memfi,
Anassa.
IPPOLITO.
Fosti sino a
IL
Memfi, Chlubo?
1780
PIRATA FENICIO. Che mai Memfi ? Quasi una citt di Fenicii. V^abbiamo noi un tempio
J26
Atto
II
J^
FEDRA
tempio d^Astarte
mirto sacro.
fatti
nostro,
il
come
quelli sospesi al
i
(N* hanno
col vecchio
Cadmo
nostro.)
Spiega egli on peplo splendido
Non mi
lasciare
E
1790 alla terra d*
Egitto?
IL
PIRATA FENICIO.
E
se tra le sabbie sirie e le scogliere libiche
il
che
faremmo
non
fosse
Delta? Grasso, immenso; d^ogni specie frutti; pecore, bovi; ricche genti; cumuli enormi di metalli; vasi,
coppe, canestri, cuoi,
i
Ietti
legni rari,
ottime schiave.
Ah,
le belle
FEDRA
1800
Atto
II
Guarda questo pugnale con sul manico quattro teste di donna in foglia d^oro
battuta sopra
il
legno.
col leone e
il
Guarda
la
lama,
toro.
Lo
guerra?
PIRATA FENICIO.
Sempre
a corsa e a guerra, a sforzo e a guasto siamo.
Tu
parlaci di navi
ben spalmate
e di lance
ben
lisce.
E
1810
e,
Tanimo pi
conviene avere, e buona lingua, e ancor migliore la man dritta che la lingua;
negli sbarchi, a volte
essere nudi
noi per sfuggire ad ogni presa. E usiamo non i cesti sul carpo delle mani ma certe correggiuole di corame bovino crudo, incrocicchiate al modo antico sotto il cavo delle palme s che n'abbiamo fuori i diti nudi
J28
Atto
II
Jt
FEDRA
1820
per dare un certo colpo sotto la plura con drizzate Tunghie, che rado falla.
Come
le
il navigatore ha il ginocchio a terra e si ctirva su sae robe, con puerile allegrezza gli salta addosso il giovinetto atleta e ne prova la forza stringendolo tra le
mani
indurite*
IPPOLITO.
per
tu
il
sei,
uomo
straniero, e levigato
di
quanto ginocchio
buon remo
attrito
E come
ma
degli acerrimi.
i83o lottar
con
il
te,
ben unto,
Si accosta
conduttor di carri*
IL
PIRATA FENICIO*
Ma
ti
so
Pure
non
con
J29
"
J7
FEDRA
Ah
cetra tu hai^ cantore!
Alza verso
la
Atto
II
che bella
Regina no specchio
egizio
manico d'avorio
Anche
libico questa.
si
d'avorio
Non
ne vidi alcuna
ben
costrutta.
UAEDO.
1840
di
mano
di
Dedalo
dono
della Titnide
Fedra.
IL
PIRATA FENICIO.
Ma t'accadr
che
pezzi all'alido
si disgiungano. Un olio ti dar usato nella Fcide per ungere i simulacri eburni. Quel d'Asclepio sta su l'orlo d'un pozzo^ in Epidauro; e credono cos che non risecchi.
IPPOLITO.
Tutto
sai.
J30
Atto
II
FEDRA
PIRATA FENICIO.
IL
i85o
sospendila che dicono i Bistonii essere amica d'acque commosse. E credo ch'io la vidi, sotto l'Ebro, nel mar di Tracia, a proravia, gi fatto il vespro, quella dell'aedo che fu tra gli Argonauti col tuo padre, o Teside.
Tu
sopra
fonti,
IPPOLITO.
tu per tutto conoscere,
uomo?
Tu dunque
IL
dici
che vedesti
sotto
l'Ebro.
^-^
Sul giogo
IL
il
teschio esangue?
PIRATA FENICIO.
.^
\Z\
^^^^^^t^
FEDRA
1860
Atto
II
famosa, come un gran viluppo d^alghe lunghe erratiche sopra una ceppaia
divelta
gi.
fu dilacerato dalle
femmine
1870
per ci tante vendette su i Cleoni, che meglio noi facciamo piaggia non v^ da rapinare in tutto il Mare Egeo. Taso con le miniere d^oro; nascondimenti per le navi nello stretto; e, di contro, il lido basso di Tracia, con le belle vigne d' Ismaro, col dolce vin di Marona, con ogni
dei Cleoni.
bene; e
il
delta del
Nesto
sul
mar
libero,
bonissimo all'approdo. E ci trovammo, Anassa, i tuoi Cretesi occupatori dell'aurea Taso; che dovunque terra
o confinata o attorneata d'acque
ivi
impone
tributo
il
re di Creta,
TAgenoride
Distoglie la
bido, e
di fenicia stirpe.
d'isole dallo specchio Io
si
Regina
sguardo
toril
superbamente
navigatore.
FEDRA.
1880 Digli, digli, straniero.
Odilo, Ippolito.
J32
Atto
II
FEDRA
T sole regnate
Uomo, annovera
IL
PIRATA FENICIO.
Innumerevoli, Gi dissi Taso, T isola delFOro; e TEuba dico, T isola dei Buoi; dico Schino, T isola del Vino; risola della Porpora, Citer; e risola del Marmo, Paro; e Nasso
ritonda, e tutto
il
1890
che conduce la sacra Delo; e tutti i porti su la via marina che da Rodi sale al Bosforo.
FEDRA.
Digli,
Capo
IL
PIRATA FENICIO.
di tutti gli agguati
E
il
Samo
sul
passo angusto!
Che
per noi
piano
sono piene
di torri e di vedette.
iZZ
FEDRA
1900
Atto
II
Ma Samo
FEDRA.
Odi
miei
sogni?
Intento il figlio dell' Afgonaota all'tiomo straniero esperto di tutte le acque, di tutti i perigli, di tutte le violenze, di tutte le frodi. E sente il fascino dell'Ignoto ondeggiare immenso intorno alla breve isola della sua propria vita.
di sogni,
specchio.
E
in
-*f
magico.
Lo
presi
Tebe
egizia, dalle
Cento Porte.
^^/>\^y
-^-^-i
-^^t--'e_-^
f^^-^
^ ^
/7
Se tu Io miri a lungo, vedi apparire gli indovinamenti de* tuoi sogni di dietro al viso tuo
trasfigurato.
'^10
^ -Xk^z^
^
a
^IPPOLITO.
Interprete di sogni
anche tu
sei,
Chlubo?
^
IL
PIRATA FENICIO.
Non
in ogni
luna.
Non
sempre
lecito.
134
Atto
II
FEDRA
IPPOLITO,
Interpretami questo, che m^ nel cuore.
IL
PIRATA FENICIO.
Anassa, mentre
ei dice,
tu spia
Tombre
IPPOLITO.
Non
odi,
il
ringhio
d'Arione.
L'AEDO.
Mi
IPPOLITO.
sembra
udire.
Chlubo,
tendi Torecchio.
IL
PIRATA FENICIO.
S'ode
cavallo nitrire, dalla parte
un
1920 dell'agora.
IPPOLITO.
Arione.
J35
FEDRA
IL
>
Atto
II
corsiero
L'ho veduto
condotto a
a guatarlo.
nell'agora, dianzi,
mano
dai cavalcatori;
Ercle
corazzato di rame.
improvvisa ansiet incalza il domatore di cavalli Oblia egli l'avventura d'oltremare e la potenza del Talassocrate cnossio, solo impaziente della sua impresa
equestre.
Una
IPPOLITO.
Auriga, va. condotto nell'Ippdromo di Limna e che gli sia cinghiato il vello del leone. E con te prendi Arpalo che chiami
di'
che
sia
1930
il
sacrificatore.
cedetti sotto
breve; e
mi
nel
primo m'apparve
disse:
mia grande
Artemide, e mi
i36
Atto
II
FEDRA
ti
*^Tu
1940
riposi, Ippolito.
Consacra al domatore Ennosigo z^^^'^-^'^?^^^^^-^ -^^^^^^^^..^^^ rasnrn morso, e sacrficafflt x:^^-^./'^^/ . ^ ^, ^^. .^.' i sacrificagli Taspro ^^-^^^^.<=^^^^^^>..^ un toro bianco, prima ^ -"^^^^^-^^^ ,
(
'
,,
^S^^
^*^^-^^.^^^^^^.
FEDRA.
Tu non
Io placherai.
IPPOLITO.
Infausta, infausta!
il
^^^ ../^. . . .^
Nqii
io^|;.ii3lltraggp^^^'^^/7^
il
pi bianco e
il
pi grande io
gli
sacrifico^-"^^''^^
FEDRA.
Perch
1950
-^^-^.^ ^^:^
mi mordi? Non
ti
dissi io g\k
^^^^^^^
IPPOLITO.
Udir mi giova
la
"
parola divina.
^^^t^;^^^^
-"^^'""^-^^^^
FEDRA.
Spesso
fallace.
'^^^
IPPOLITO.
Chlubo,
sii
giudice
^^^^^f^^^>
FEDRA
j^
Atto
II
dono?
IL
Io
don
dopo
valicato
TAspo
presso il bosco i Ptnia, air abbeveratoio del furore ove bevvero un giorno le cavalle >^ y^ pomellate che presero co* denti y^ ad isbranare Glauco ? J^ ^^ "^^^ corresti negli Istmii, vedesti t^^,^- ^ y/^^^ yf presso l'arginamento deirippdromo *^^^-g^-^^5^..'^^^^ il Tarassippo. Guardati dall'ombra
.
.
<:>^^^{
^^^'^^-^^^
Z'
1970
IPPOLITO.
Non hai risposto, o cauto dal mio padre appresi che tutto sai. ^ ^^ -'^^^.^^^c^c^^^^ che il presagio sinistro y^ /\^ mirra nella coppa dell'Eroe. /^=^z^^^ ,^,^^,^^,j^j^^7' E pi forte l'ebrezza quanto pi amaro il vino. E sotto elmo ^\ bronzo if^^i^^^^^^,^^^^^^^
/^^^
Ma
Atto
II
FEDRA
che rassembra
cose vedesti^ quante ancra e facesti e patisti pel selvaggio Mare, ospite facondo! Anch'io tutto conoscere vorr,
se
Quante
mi
Ma
famoso atleta, un sasso fatto come quegli zani, non disgiunte le gambe tra di loro
antico segno di
1990
2000
un tratto co' due piedi e insieme con le due mani Io gherm pel collo. Ricevendo le forze dalla morte colui gli pot frangere i malloli, ma fin strangolato. E per Io spasimo il vivo cadde prima dell'esanime gm nell'arena. Allora gli Eli tutti vincitore gridarono il cadvere e poi Io coronarono ancor caldo.
J39
FEDRA
Vivere voglio, o
Una volont
j.
Atto
II
uomo
di
tempeste,
Va,
auriga che ben sai come il carro con un ululo fra
si
i
spinga primi.
il
non
lasciar la cetra
sacrifcio.
UAEDO,
Cantar non posso Tinno all'Immortale
presso Tara, o Teside.
IPPOLITO.
20I0
veggo che sei cinto ^\ cipresso. Alcuno di tuo sangue and nell'Ade
e ne fai lutto?
Or
L'AEDO,
Or
anche tu
fai
nodo
di parole.
J40
Atto
II
FEDRA
dio, cantar posso,
L'AEDO
Te, non
il
o Teside.
IPPOLITO*
Togliti dai capelli quella fronda.
L'AEDO.
Chi
L'AEDO.
te la
don?
Un dmone
IPPOLITO.
ineffabile.
Tu
2020 ignoti
veneri
numi?
L'AEDO.
Un
IPPOLITO.
solo
nume.
Tnato?
L'AEDO.
Chi
di
Tnato
fece la
mia
luce.
IPPOLITO.
Non
pu Faedo renunciare
gli
e nell'inno tacer
1*1 Hi
"
FEDRA
L'AEDO.
.*
Atto
II
Io son colui ^I qual porta le parole che traggono pi presto il pianto agli uomini ma rempiono d'orgoglio il cuor nascosto e consacrano Tultima speranza.
IPPOLITO.
Iniziato dalla
Musa
ignota,
or va.
2o3o
Ben so il tuo luogo. Era nel sogno. In Limna, sul confino dell* Ippdromo,
lungi dalla via dei carri, dietro bosco sacro alla saronia Dea,
non
il
presso il sasso di Teseo, un^ara senza nome, vetustissima, nera pel fuoco degli immemorabili
olocausti, fra ceneri impietrate.
Niuno
Ma
poggia
il
le
palpebre
come
per
assopirsi.
L'AEDO.
Titnide, e tu che
mi comandi?
H2
Atto
II
FEDRA
Fedra l'accomiata con un sol gesto. E, come quegli triste s'allontana per l'ombra del nero bosco^ ella si china verso il Fenicio e sommessa e rapida gli parla, vigilando con l'occhio inquieto il sopore d'Ippolito,
FEDRA.
Uomo^
II
e
le
il
nepente? e Tacnito?
vaselli misteriosi*
Fenicio
d due
IL
PIRATA FENICIO,
FEDRA,
^ Dammi
il
e partiti.
Qui
ti
lascia
tutto.
Gorgo
/^^.^..^^^^^
^^/^t^
'Z^!^
conduce. Bisogno della nave rapida e del vento Tracio. Alla figlia delI'Agenorde
m^
/y'
^^^
tt^^-i
serbati,
^^,^
Spedito si parte Chehibo, condotto dalla nutrice pru dente che col cenno allontana anche Rodia, Ippolito immobile, socchiuso le labbra, lene respirante, poggiato la chioma alla lucida colonna. Gli s'avvicina Fedra col suo passo di lunga pantera; e tutto in lei pi \k&vz^7 dell'ombra, fuorch il terribile cuore gravato di morte, y J^a^/ che lei piega verso la terra,
^^^>^>c^
'^^:^ -^^
FEDRA,
Ippolito,
^;^^
t43
/^ U-J^
FEDRA
2o5o
Atto
II
tuo cuore? qualche grande ombra di gloria? o domato da peso dormi, infante, di sbita stanchezza? dismemorato con tutte le vene?
col
in
Con
verso
infinita levit
loi
le
nude
mani
il
bellissimo capo, e
suo
alito.
IPPOLITO.
Non
so,
tiene,
madre.
sognante, soave
voce del
FEDRA.
Ti preme
il
le
plpebre,
come
sonno?
IPPOLITO.
2060
Tra la vita e il sonno un breve istmo che forse non conosci, o uomo straniero, ove i papaveri son rosei come le rose. Quivi ora ho veduto
Iena.
FEDRA.
Donde
sale questa
voce
(44
Atto
II
FEDRA
alle tue labbra che abbandona il tuo crudele sangue effuso verso il vano
amore?
IPPOLITO.
nauta^ verso
rOccaso dove il mare senza rive navigheremo noi per rivederla. E v^ non so che fauce sotto il Tnaro,
ah tu Io sai, e v' sul limitare una che mi fa cenno ma non
2070
Elena.
FEDRA,
voce! labbra per la dolcezza, o ciglia per il pianto! Non sono le mie mani vive queste che reggono il tuo capo, ma son le mani senza vene e senza tendini che nel cavo delle palme hanno alfine quel sorso delFacqua di sotterra, il sorso attinto al nero fiume, che implorai pel mio
amore.
IPPOLITO.
il
bisso
"
U5 "
J9
FEDRA
2080 la
Atto
II
bianca lana e tutte le belle vesti, e il miele e il nardo e tutto quel che odora, e i canestri i vasi i serti e tutto quel che splende, o Chlubo, perch raddolcir voglio coi doni quella che rapita avr giovinetta divina con la mia forza, r nnuba dea che a Sparta ha nome Elena.
la
porpora e
FEDRA.
O
^
languisci
riverso
come
^^^<H^ ^^f^ ^"^ panato quand^ei dorme nelle braccia ^ della Notte col lieve suo germano, '/py
^ ^^"^^<^^ V^
//^AJ^ ^ /
^-^
tu^che m'eri
e
emendo,
prossimo
al respiro
mai mi
tosti
cosi
come mi
pesi
profondi ov^ nascosta Taspide ond'io mi muoio, baciarti non m^ardisco perch temo che la mia bocca ti devasti e non
coi grappoli
2100 si sazii.
Ma non
te bacio,
(46
Atto
II
J^
FEDRA
non te bado, non te. Bevo Io Stige, bevo il sorso che solo dato al mio
amore.
Ancor pi s'inclina verso l'efebo Fedra vertiginosa. E, tenendogli tuttavia tra le sue palme il capo riverso, pro' fondate le dita nei riccioli di viola distese dalla nuca alle tempie, con tutta la sete che le fa dura la bocca pesantemente in bocca Io bacia come chi prema e franga e mescoli nella morte il frutto d due vite. Sussulta Ippolito scotendo da s il torpore del fatidico sogno ; sembra per alcuni attimi dibattersi ancor nella caligine soffocato. Apre gli occhi, squassa il capoj afferra pei due polsi la donna, la disgiunge, da s la strappa, la respinge col gesto del lottatore sopraffatto. Si leva in piedi, la guarda; poi guarda intorno, attonito di non veder pi alcuno: n Gorgo n le fanti n l'uomo straniero. Una luce d'oro s'aduna nel silenzio, incupita dal bronzo dei cipressi che la rallenta, simile forse a quella che fumigava intorno al corsiero schiumante e impennato tra la Palude e il Mare. Ma dentro v' il fremito e l'anelito della Cretese ** involuta di carne come d'incendio ,,. Respinta, ella presso il mirto sacro onde pendono gli zani dedli di Afrodite. E le brillano ai piedi, sul pavimento sparse, le ricchezze del predatore maritimo, il bisso la porpora l'avorio il vetro il metallo, con le imagini delle terre sconosciute, dei golfi e delle foci.
IPPOLITO.
Dove
premeva
con
la
fui?
mia
me
solo!
da quando?
H7
FEDRA
J^
Atto
II
Ancor trasognato, egli si tocca le palpebre, poi le labbra impresse dal bacio terribile. Gli si riaccosta col suo passo di pantera, su i piedi senza sandali, la Cretese piegan' dosi come per strisciargli contro le ginocchia. Con un misto d'audacia e di spavento, gli parla in atto di circonvenirlo, calda e roca.
FEDRA.
Gelide sono
flu
21 IO
le
tue labbra.
Dove
tutto
il
tuo sangue
crudele?
IPPOLITO,
che bocca soffocato m^hai? Di che onta infetto m'hai, o Cressa? Non fu bacio i madre il tuo.
Con
FEDRA.
ti
-T
iNon
IO
sono madre.
Non mi
sei
tu
figlio,
non
sei
2I20
con Fedra. il tuo sangue contra il mio, nemico, vena contra vena. Ah no, non d'amore materno t'amo. Inferma, sono inferma di te, sono insonne d te, disperata di te che Vvf mentre io non vivo n muoio, n ho tregua nel sonno,
Ma
H8
Atto
II
e^fc
FEDRA
n ho tregua nel pianto, n ho bevanda alcuna che m^abbeverf, n ho farmaco alcuno che mi plachi,
ma
e
tutta
me consumo
in ogni lacrima,
;
tutta
fanima
ma
consanguinea
non m^ami,
!
tu pari
Ippolito
IPPOLITO.
il
morbo
Te anche dissenn
la
mostruosa
2140
strisci
Come
la
pantera
FEDRA
e
Atto
II
come
lui
chiomato
2i5o
con la bocca dell'ebrezza pugnace, e con la fronte delFariete, e con negli occhi il fascino ferino, e con Forgia che in cuor ti dorme; e pi profondamente maculata io sono della belva odorante, maculata di macchie,
costellata di stelle
e imberbe, e
indelebili, o tu che sei s terso; perch dentro mi stanno, pi antiche di me, la colpa e la divinit. Tonta e la gloria. E, se tu batti il tuo piede come quel dio, mi levo e splendo e trasfiguro, e sono la Titnide 2160 e son rOceanina, tutta raggi le pieghe de' miei pepli, tutta gorghi le vene del mio petto. Guardami, guarda come sono!
IPPOLITO.
Lasciami.
il
Lascia ch'io parta, ch'io non oda pi tuo grido insensato, che pi non mi contamini del tuo alito, o inferma.
J50
\tto II
FEDRA
No,
FEDRA.
no,
la 2170 se
non ti lascer, se non adopn mannaia lunata delFAmzone, non m'abbatti sul tuo passo. Prendi
d'Antiope ed abbattimi. Io gih da te bevuto ho il primo sorso del nero fiume. Pronta, eccomi, all'Ade; che non nell'Ade, non nelle tenarie fauci sono i castighi pi crudeli, ma l'infinito cuore solo il luogo
la sgari
dell'infinito strazio.
miei capelli se tu Io temi, e chinati una volta 2180 e baciami per entro l'intrecciato fuoco. Ah sii dolce, poi che dolce sei. T'ho veduto. Poi fendimi con tutta la tua forza, poi trattami qual fiera perseguitata dai tuoi cani, trattami quale preda raggiunta. Siimi dolce! T'ho veduto. Languivi. Avevi l'ombra dei tuoi cigli sul viso tuo riverso nel sogno. Avevi l'ombra delle cose invisibili 2190 su la tua voce triste. Ah tu non sai com'eri: dolce come infante,
il
i
Fasciami
viso con
J5J
FEDRA
J^
Atto
II
dismemorato con tutte le vene. Abbattimi e ricordati. II mio sangue maturo di te>
come
il
al cuore,
mia
bellezza e del mio male. Sono inferma, s; sono insonne, arsa; non posso pi
vivere.
2200
Ma la Terra porter
i
ancra
giorni e gli
uomini
il
e le biade
i
e l'opere e la guerra e
vino e
lutti
IPPOLITO.
O vivo orrore,
genitura del crimine, ignominia armata della brama che g, volse
l'adultera t pascoli all'astuta
libidine,
tu
II
nome
ed or poni da lodare
alla
tua colpa?
FEDRA.
22IO
Intemerato, figlio d'incolpabile padre, tu che t'accingi alla rapina, odimi. Non pi t'offro
J52
Atto
II
FEDRA
Fedra; t*ofFro
la
ramor
di
ti
di
potenza
Fedra.
Ora
la figlia del
Re
d'isole
^/^^^H^^-ii^
che sa le vie dell'acque, che conosce i segreti delle stelle. II mio padre declina. Due de' miei germani uccise Teseo. Se al novo aedo l'Eroe novo pronto, t'offro le mille navi; y^ ^^ /^^ t'offro il suolo che fu cuna al Cronde, J X^^M^-^^^ ricco in "dittamo in uve in miele in dardi, ^^^^;,_^^^^^ ^i./^^-^
^
J^
'^'^^'^^
in .in citt
hcn ben
accomodi: accomodi;
annoverate
^ ^^ ^^^^^
^.
//
dall'errante Fenicio,
la signoria del
il
^^^^-2,^^.^^^
^,^^^,
l'estremo ignoto regno; 223o e il mio riso qual fiore del pi florido flutto, e il mio sangue per minio della prora pi alta.
/^
0<^
.,y^ ^^-^^y^-^
'
y'
-
x^ ,^^ ^
IPPOLITO.
Mi
tenti in
vano
col
^^^^t^^^c^^T^^
^^-
pieno d'errore
Pasifaia
come
Labirinto,
>^ '^^^.
153
"
20
FEDRA
FEDRA.
Tra pareti cieche
Atto
II
tra
mura
di
IPPOLITO.
2240
L'uomo pu
se in
e la
Parsifaia.
FEDRA.
Ma,
fanciullo vano, io te Io dico,
il
tuo
fato
ho
in
pugno.
IPPOLITO.
Non
FEDRA.
temo.
Tu
fino
ad oggi
fosti
IPPOLITO.
Mettimi
a prova.
J54
Atto
II
FEDRA
Le
figlie
FEDRA.
225o di
IPPOLITO.
Sanno
FEDRA.
il
dolo
^.
Dedalo.
spurio dell'Egide^
o incauto! Per Tamor della regale Ariadne fu salvo ./p Ti padre tuo perduto nelle mille /^^^ il rubatore immune/ vie. Tu Io sai. ovunque uccise^ depred^ distrusse; e del bottino caric la nave, ^/^ ^^^^-^-^^ y^ 2260 e con la salvatrice prese me --^'-^^^^^'-'^-y^^^ ch'ero nel fiore della puerzia,
Ma
come
Lacedmone ^^^^^^v^^^^^^^^^,*^^^^^^
intorno al rosso aitante delI'Orta. E una notte sonarono le grida della sorella sopra il mio terrore; e gridava la misera il mio nome dalla rupe deserta, poi che Teseo
non
2270
l'udiva
ma
J55
/-^^^
-^v,^.
2^
'^h^^
'^-"^'^^
^^
^^
^^-^^^e^.
FEDRA
di turbini,
Atto
II
non sirte, non perdimento alcuno era in quel mare? non cozzo che frangesse la carena? non vortice vorace che sol rendesse bianco ossame al lido?
gurgite,
non
IPPOLITO,
Sei la donna di Tseo^
la
vergogna
ti
rattien la bocca.
FEDRA.
Non
la
la
donna
di
Teseo,
messa
con
gli otri;
poi nascosta in Declia per sett^anni, custodita nelFombra, candidezza illesa, unta d^unguenti, e cresciuta allo stupro, l sul Parnte opaco, tra le selve consumate dal fuoco dei pastori,
in giorni e notti eguali
talvolta
2290
udendo
il
rombo
il
frumento
deirEubea verso Atene famelica ma sempre udendo nell'immoto odio del cuore
J56
Atto
II
FEDRA
il
IPPOLITO.
che ti lagni tu se V Eroe tratt come l'armento le nate da colei ch'ai suo coperto connubio s'ebbe pronubo il boaro?
FEDRA.
O vituperatore
spietato^ tu che fosti
23oo la
^^ prima soma alla tua a dre e l'ultima^ ^^i^^i^ ^y^^^>^^^. dimmi: come tratt l'irreprensibile ^/^f^^-^. Eroe la femmina Amzone dalla mammella incesa^ che sul Termodonte rosso di strage e ingombro cadaveri^
per l'amore di Teseo, la porta invitta apr di Temiscira e lo chiam per dargli la citt
e la bellezza,
23io
ardentemente ignuda
rispondi
?
Lo
Te
era
sai tu
Non
al
lo dir colei
matura
IPPOLITO.
Alzata
sei
per mordere,
J57
z^^^^--- .>&^
-^^fei^"
-^=^^Z^.^i!>^
^^
.-^^^^"^^"i-^^r
FEDRA
Atto
II
o pantera schiumosa che strisciavi ai miei ginocchi. Non tentare il mio odio, che non precipiti.
FEDRA.
Com^ebbe
il
una
sola
primo
ov'entro
ruggente.
IPPOLITO.
No! Di
mentisci. Taci,
questo
i
taci,
capelli
FEDRA.
Trascinami. Fugg verso TEusino, alle sue navi, te portando in fasce una nutrice barbara dei Colchi. E, quando scesero nell'Attica 233o le maschie torme a vendicare Antiope, egli in Atene a Fob o, alla Paura, ^^ J^^.^..^.^
Atto
II
J^
FEDRA
Ma ti lasci per madre
amazonia.
sacrific.
la sgari
IPPOLITO,
Ah,
Eccola.
Accecato
pet
i si
tacerai.
dall' ita
impugna
egli la
mannaia^ e affetta
fa l'atto di colpitla
Itti,
capelli la
ma
tattiene.
Lo ptovoca
ella,
aggtappandosi a
frenetica.
FEDRA.
Si\ tra
Torner e
la gola,
colpiscimi! Con tutta la tua forza fendimi, sino alla cintura, ch^io ti mostri il cuore nudo, il mio cuore fumante, arso di te,
2340 insanabile,
consunto dalla peste nero deirobbrobrio materno, s colpiscimi] " nero della brama
^
mostruosa
"
colpiscimi,
non
che
la
esitare,
t*
tua mannaia e fendimi ^ perch ben io son quella che gridavi, sono
!
J59
FEDRA
Fedra
di Pasife^
Atto
II
Mostro d due forme, Cretese che il vizio della patria la arde e il suo vizio; e sono io la donna di Teseo, e t^ho baciato in bocca avidamente; n lambir vorranno il mio sangue i tuoi cani su la pietra,
n tergere la pietra potranno i servi. Ah, non ti basta? Ancra 'esiti? Mi discingo. Qui, tra Torner
236o e la gola, percoti obliquo,
il
petto
aprimi,
il
cuore vedimi
IPPOLITO.
Dite
io
di
Teseo.
'"'^^^^
su gli occhi. Mi protegge r inviolata Artemide. Punirti ^J^*^^ sapr dinanzi gli uomini e gli Iddii j^^ '^^^j^^fc.f^^^^ l'Eroe che vanamente sul Parnte virgineo "^ ^^,^ nell'ombra custod la tua bianchezza.
"^^ caligine
'
^^
^/^.
Atto
II
.^
FEDRA
cale degli
FEDRA.
2870
uomini e degli Iddii? Ma sanno gli Iddi che tu ben puoi essere pi crudele anche di
tu che parli
s
Che mi
loro,
lento.
IPPOLITO.
Lasciami.
FEDRA.
238o
No, non posso. Te Io dico, non odi?, con la voce di sotterra, non odi ? con la voce che non mia ma delF interna Erinni. Se t* cara la luce (e gi i cavalli del mio Sole percotono Io spazio
Ippolito,
andare
Ma non
se
non
IPPOLITO.
Lasciami,
Fedra.
ti
"
2.
FEDRA
FEDRA*
ot
Atto
II
Perch sol questo^ parlandoti per sogno^ dirti volle 2390 Artemide^ sol questo. Non parlano gli Iddii per chiari segni ma per arcani alFanima indovina. E la Saettatrice ti segn nel toro bianco la Cretese. Dirti volle: ^^Su Tara dello Stadio, abbatti
la sorella del
Mostro;
poi balza su la pelle del leone. ,, Questo il detto del sogno. Alcuna grazia ho nel Mare; e il mio sangue
2400 salso.
IPPOLITO.
Tu
I
deliri,
I
tu
deliri.
Gorgo Gorgo
FEDRA.
il
_.
1
1
attossica
Gorgo!
FEDRA.
Ho
J62
il
nepente per
te.
Atto
II
FEDRA
Ho per altri Tacnito che nella coppa di R^Tedea^est /-'^^^^Z^ su la mensa del vecchio Egeo. Per te ho il nettare degli uomini, il nepente! prendimi sul tuo carro, e discendimi a Limna, alla marina;
^ ^^^t^
Ma
2410 e flagella
^\
beva ancra il vento, eh* io mi sogni beverlo con te sotto la vela che ci tragitti alFIsoIa zi dardi, verso il Monte del dttamo! Con te,
ch'io
con
tei
IPPOLITO.
Ma quale delle
col tizzo inferno
Erinni, quale
t* affoc?
FEDRA.
Soave,
come t*ho veduto, sii! Finiscimi. T'ho baciata la bocca. Avevi il volto
ah,
X 2420
Tnato. Bisogna
che tu m'abbatta.
Non
ti
lascer.
torcimi.
(03
FEDRA
IPPOLITO.
t^ajflPorza?
j.
Atto
II
La Abbranchi come
gli Iddii
^,
.,
Cpride la pantera
lasciva.
veggono!
FEDRA.
Invincibile
6.
amore
Fedra, per Io Stige, ^u^.^-r^^ ^^4^^^*>^ ^*^ '^-i^ ov^io spenga la HT'^ ^^_^^^ -^ _^ per l'rebo t'esecro! 2480 Ah, non lasciarmi viva se vuoi vivere.
/^
^^ ^^
'
IPPOLITO.
o furente.
Se vuoi
vivere, soffocami
m'hai
sciolte.
La mia
vello
Squassami. Sbattimi su la pietra. Finiscimi, se vuoi vivere. Per Io stigio Fiume, supplico!
del cervo.
Vede a an
mano
tratto gocciolar nuovo sangue da quella domatore intromise nella mascella d'Arione per costringerla a ricevere il ferro.
che
il
Ti risnguina
Bada!
il
pollice.
(64
Atto
II
FEDRA
2440 la
Ho premuto
Accorre alfine la nutrice atterrita, mentre Ippolito con pi violenza si scrolla per liberarsi*
IPPOLITO.
Gorgo^ Gorgo^
tu strappala da me. Toglila!
GORGO.
Fedra!
FEDRA.
riga le gote.
Ti
Se implacabile
Bada!
sei^
perdi.
sono implacabile.
Ella non pu pi tenerlo. Sono eglino ornai sul limite deiradito, e Ippolito gi vi dispare. Si svincola questi alfine con uno squasso respingendola contro il pavimento,
Ippolito! Ippolito!
FEDRA
Si china a soccorrerla la nutrice tremante
j-
Atto
II
Ma balza
la
Titanide in piedi col movimento repentino del lottatore caduto che inarcando i muscoli evita di dare le spalle
all'arena.
Non mi
toccare^
Gorgo.
Ella in piedi, immobile e ferrea come il fato che per lei si manifesta, ma il seno seminudo le palpita come quel della Pitia quando pieno della procella divina.
GORGO.
O
e
creatura^
ti si
rompe
il
petto!
ti
me^ consenti
_ Gorgo,
ch'io
tocchi
consoli.
FEDRA.
2460
non gemere, non piangere. La cosa tra Fedra e le Dee. Tu non mi vali, n t^ho chiamata. Pi non pu nutrirmi
la
tua mammella stretta nelle tue unghie. Mi resta da votare un'altra coppa, a contesa con le Dee discordi; che, per la grande generazione ond'io son nata, posso guardarle in volto e starmi con la mia statura contra ognuna,
con
elle.
f6
Atto
II
FEDRA
l'efferata bellezza
il
Sembra fitalenate su
brill
sorriso
che gi
su
le
mura
di
Tebe.
io la berr.
gemere. Non mi si rompe il petto. Ti sovviene ? Fu quello scudo cavo del Coribante la mia prima culla; e dal bronzo dicto, che sa l'insania
sacra^ appresi a costringere nell'ossa
il
Perfettamente
Non
mio
il
cor furibondo.
io spandere Tanima nei vnti clangore del divin metallo mi cull! Io Fabbia sotto il freddo 2470 capo, nutrice, e intorno al capo il mirto che fu trafitto. Ma, sinch non sia stesa, non mi toccare; e non far pianto. Quello che apparecchiato ha Fedra un grande male. L'albero inciso dalla scure in dubbio da qual parte piombi, e d'ogni parte temuto. Gorgo,
Possa
con che
scoprire
cava
la
non tu
il
usi a condurre
la
filo della
trama
tesse
FEDRA
nel decimar del giorno paziente.
J^
Atto
II
Tutto
scorre.
La voce odo
di
Teseo.
Ella si volge e si getta sai giaciglio copetto di par dlidi. Vi s*accovaccia, quasi confusa coi velli stellati, aggfup' pandosi in se, ritirando i piedi scalzi, E nel tacito viluppo sfolgora lo sguardo selvaggio, fiso alla sgari ama* 2onia rimasta sul pavimento. La nutrice siede su la
'*^^^
scranna, dinanzi all'alto telaio ; riprende la spola ma non la getta. E sta china, col filo docile nella mano poggiata sul ginocchio. ^ Entra Teseo, di l ond' fuggito Ippolito. grande ma snello, e la sua potenza pieghevole come quella di colui che primo con l'arte dom nella lotta Cercione d'Arcadia. Ancor biondo e chiomato, con la corta barba a guisa di numeroso corimbo, con nell'arco della bocca la cupidigia del forzatore, con l'atrocit e la temerit per pupille degli occhi citrini, egli avvolto in un largo mantello oblungo d'un color d'indaco fosco. Immobile e torva dinanzi a lui rimane su i velli la captiva di Declia.
TESEO.
Fedra, che covi? Travagliata sei male o dal cruccio? Occhi tanto malvagi non ti vidi io mai, n bocca tanto veemente, 2490 se ripreso non abbia ossa e ferocia un di que^ velli dove t*accovacci.
dal tuo
Perch non
sei
mai
sazia
il
figliastro?
(68
Atto
II
FEDRA
La Cretese non mtita attitudine ma patla tenendo la gota sI cubito ripiegato, coti wna voce inflessibile che
sembra
rilucerle nei denti.
FEDRA.
Forse a te m^accus
il
figlio
deirAmzone?
TESEO.
Veduto
io
rho
partirsi
pallido e iroso. In
a nome. Sul suo carro 25oo d'un balzo, prese in pugno le redini, ha sferzato
i
cavalli spingendoli al
galoppo
per la china verso Limna, contra il vento, in mezzo a turbini di polvere. Che gli hai tu fatto ?
gi.
FEDRA.
La
e Tonta.
cosa tra
me
TESEO.
Ancra
forse
per la schiava tebana avete voi conteso? Tu glie la togliesti prima ch'ei la vedesse; e la sacrificasti
'
t69
'
22
FEDRA
25io
,^
Atto
II
senza osservare
delI'Erco.
il
rito,
innanzi Tara
FEDRA.
Quando
seppi
Eroi
quando
rotto
il
l'udii
menar vanto
l,
di
Tdeo
fegato,
sotto la Porta.
l'urne,
E
e
2520
le
sorgevano chiedendo
sacrifizio.
TESEO,
parve a Ippolito che niuna esser potesse pi bella d Iti morta.
Ma era bella. E
FEDRA.
E
la
della
concubina tolta
suo covile?
TESEO.
Atto
II
d^
FEDRA
?
innanzi
ai
suoi
La
come
nodo
Non
ti
rispondi.
Forse
sewa
ella
il
so nodo.
non rispondi
Gorgo^
qual fu r ingiuria?
FEDRA.
La
e la morte.
cosa tra
me
TESEO.
Sei
come un nodo
perfido.
eri
Ma io
ti
scioglier.
Gorgo^ non
testimone?
FEDRA.
Non Gorgo, Ate la zoppa con Io stridulo anelito che tu conosci per averlo udito
TESEO.
.
Apprendesti
7J
FEDRA
dalla
.*
Atto
II
Tebana^ prima
di sgozzarla,
tu l'industria di tessere ambagi di parole come quella belva che il figlio incesto di Laio vinse con Tacume senza
ferro ?
FEDRA.
255o
Anche Fedra ha il suo tebano enigma che non figlio incesto le solver, ma Tnato. Morire debbo, lavarmi nello Stige, Teseo, purificarmi gi nel nero fiume.
TESEO.
Tanto Todio
FEDRA.
t'infetta?
Quale
il
due mari,
labbri
e l'onta.
vento e rugge,
m'arde
l'odio tra la
morte
TESEO.
Non
Io vedrai, se vivere
non puoi
dov'ei respira.
Lo
trarr lontano,
in esilii di gloria;
172
^
Atto
II
.^
FEDRA
256o le
matrigna inesorabile. Gli appresto nozze con la figlia di un dio. La rapiremo nella reggia di Tindaro, alternando l'imeno con Talal di guerra.
FEDRA.
no. Ei
non
traligna.
^ Z' ^0,^r--^s^Aj^^c^^
Jt^a^^ .-^^?^-^^^-^^(^^^
sei di
forzamento?
grande
pallida bocca k
!
ma
^-^^^^^.^^^
mia
si si
fine)
coppa
^:^ ^-"^^
^r:^^
^ ^^ ^/^'^^^'^'^^
^^/
^yj?
me
^-t^^
non
sparge,
ma
votarla debbo.
^^^;y^-'''*<--->^-i^J^
..-^^^^
J^^^s^
G)me
l'Egide colpito dal baleno fa l'atto \ appressarsi rapido e torbido, ella gli mostra col grido la sgari
^'^jZ^'^^i-l^^l^
^^
^^. ,.^_^^_^
abbandonata.
^^ ^^^'^^^'"^^^^^
^-<^
FEDRA
258o
Atto
II
deirAmzone!
Teseo
s'arresta, si china, e riconosce
Tarme
lunata.
TESEO.
_ Ben
la riconosco,
la sgari d'Ippolito.
Gli cadde,
|
pone
la raccolse?
le
la
mano
su l'omero.
i
i^
Forse
':
il
volto.
FEDRA.
Ahi, tristo
tristo tacere.
dire,
TESEO.
Parla.
FEDRA.
Perch volle
il il
nome
miserabile?
TESEO.
n nomer V^ual
t
>
J74
Atto
II
FEDRA
il
FEDRA.
2590
Nomasti
TESEO.
figlio di
Laio.
Che
tu
dire^
vuoi
Fedra ?
FEDRA.
Luce,
ti
vegga!
TESEO.
Strapparti debbo i fra brandello che tu serri?
i
denti
il
rosso
FEDRA.
Lascia che
io sia
Non
compiuta
far questo!
di
morire.
TESEO.
Per
gli Iddii,
parla!
FEDRA.
Non
io gli
come
ma
gli sei
TESEO.
Ho
io
compreso ?
J75'
'
FEDRA
FEDRA.
Atto
II
La vergogna
mi
tien la bocca.
TESEO.
Tu
FEDRA.
a6oo
Taccusi ?
.
TESEO.
Non
hai tu foggiato
La
FEDRA.
Ah
foss'io
gi,
sotterra!
TESEO.
Per
gli Iddii,
dimmi
FEDRA.
per forza soperchi e presa pei capelli.
_,
Si,
me
disarmata
Atto
II
FEDRA
Dove ? dove ?
TESEO.
FEDRA.
Sul tuo talamo
TESEO.
Quando ?
FEDRA.
Nella notte
del sacrifizio^
2610
dopo
la
Tebana
Accosciata selvaggiamente^ ora patla vincendo il ite* mito che le scuote la mascella, mentre l'ombra del
sangue
le ricolofa
il
viso cinereo.
TESEO.
Ruppe
FEDRA.
Diede chiamasse voce ad inganno^ come s*ei te, come s^ei credesse anche te reduce con la nave salpata d^EIusi; che da tre giorni ei cacciava
nei boschi di
Metana.
Ed
io gli apersi,
M77 -
23
FEDRA
TESEO.
Sotto
il
Atto
II
Ed
T-i.
egli?
uimmif dimmi!
maschio volto convulso dal dolore e dall' impa" perversa ella s'accende come quando imponeva alla schiava atterrita l'imagine notturna di s palpitante nell'aspettazione.
zicnziif
FEDRA.
Avea
sangue
di
e della coppa.
era,
Ebro
forzamento
tornato allora lungo il Mare con le sue mute, al suono delle bccine. Rempiuto avea di vino il cratere d'Adrasto, e mesciuto ai satelliti, e saputo
263o
dall'uomo d'Argo il dono della schiava, e veduto la schiava nella fossa, e urlato di furore. Alla vendetta ei corse. Alta la notte. Tramontavano
le Pleiadi.
Ero ingombra
Mi
si
scagli
centra gridandomi: ^^O Pasifaia, o spietata noverca, se tolta m'hai la vergine altocinta, stanotte mi darai uso di te.,,
J78
Atto
II
FEDRA
E
m'afferr per i capelli^ e il pugno reluttavo mi pose entro la bocca. 2640 in vano^ che le sue braccia son ferree delle labbra escivanmi come le tue. le voci^ n del tramortito seno rotto dal peso delFimbestiata
forza.
E me
fredda,
me
venuta
sul tuo
meno
nell'orrore,
dom, contamin
talamo,
Vcfacemente ella ha nella catne un misto 6*ottotc e di volutt straziante, come se la menzogna le si trasformi in viva midolla* Quanto pi crudo appariva il tormento dell'uomo, tanto pi profondo era il fremito della finzione. Ora di nuovo ella si getta su i velli, s'aggruppa in se, s'avvolge, s'annoda intorno alla sua volont occulta. Raccoglie la sgari Teseo nell'impeto e la brandisce, pronto a percuotere*
TESEO*
Ippolito! Ippolito!
Si risolleva la
donna e
si
FEDRA*
il
Lo
J79
'
23'
FEDRA
265o
Atto
pur dianzi, e tratta pei capelli ancra^ e ancra oppressa! Fugge, egli forse gi fugge, lungo il Mare. In vano Io chiamasti a nome. Pallido
i cavalli per la china, verso Limna, con Tansia della fuga.
flagellava
Tu
Io dicesti.
la sgati^ e si volge,
Teseo getta
TESEO,
T^
Donna,
velli,
Fedra stende
le
FEDRA,
Gli Iddii del
2660
Fiume
stigio
ne sieno testimoni!
Allora Teseo di ttta la statura alzato scaglia l'imprecazione funesta; mentre la Titanide raccoglie di tra i tesori del Navigante Io specchio di bronzo dallo stelo di loto e s'affisa nell'orbe rigettando indietro con la manca le radici dolorose dei capelli che calca ** l'elmetto dalle cinque gispidi,. Nel crescere dell'imprecazione un ter" rore crescente le stravolge il viso e le dilata gli occhi e a poco a poco la solleva per l'arco delle reni, finch lascia ella cadere lo specchio e di schianto si rovescia sul
dorso.
J80
Atto
II
FEDRA
Mare, ippico Re,
TESEO*
Re
truce del
odimi, Asflio, Ennosigo, scettrato del tricuspide scettro, odimi tu che promettesti adempiere tre voti. Se alcuna grazia ho nelle tue vendette, oggi adempimi il primo contra il figlio. Che innanzi sera egli discenda alFOmbrel
ANATE nAIAN.
PPARE
fratto
nella
dromo e
la
radice della
rwpe trezenia sul cui ver* tice Fedra in opera d'amore costrasse il tempio sacro ad Afrodite Catascopia per guardar di las'
su l'efebo esercitarsi agli agoni ginnici ed ippici nel duplice terreno arginato lungo il litorale* Dietro l'argine il bosco di Artemide Saronia, tutto lentischi oleastri terebinti spineti^ folta bassa opaca macchia sotto il glauco cielo crepuscolare che l'arco del novilunio segna. In sommo dell'argine l'altare ove fu sacrificato a Poseidone il toro bianco dal Teseide pel divino ammonimento; e non anche le carni della vittima son consunte su la catasta, n il fuoco langue ma alto e sonoro illumina la rupe avversa, la nera fronda, gli scogli irti tra la via ci catti e
il
violaceo. in prossimit della rupe quell'ara indicata dal domatore di Arione all'aedo, l'ara " senza nome, vetustissima, nera pel fuoco degli innumerevoli olocausti, fra
mare
(85
24
FEDRA
anche
Atto
III
ceneri impietrite,, E presso v' Earito d'IIaco E poco discosto Teseo, seduto sopra un macigno, ravvolto
capo nel largo pharos, con in pugno il lungo immoto E il cadavere delI'Amazonio giace a terra, coperto dal vello del leone, E la veneranda Etra accosciata gli regge il capo su le sue ginocchia. E le schiave della Pit" teide sbigottite sono adunate in disparte, e guardano. E nel fondo sono due carri coi cavalli aggiogati, e gli aurighi stanno in piedi dinanzi al timone silenziosi. E i
il
scettro,
i canattieri sono quivi a stuolo, silenziosi ; e guardano, e piangono senza singulto. E sopraggiungono gli efebi trezenii, i compagni del bellissimo, taluni recando a mano per la briglia i lor ca* valli. E rattenuto il flutto del dolore innanzi alla lenta lamentazione dell'ava senza lacrime. E taluni s'appog-
cavalcatori e
giano
su
le
doppie lance.
alquanto pi innanzi, pi presso all'esanime suo caro; e, curvo su l'asta bina, piange senza singulto. E a quando a quando i corsieri tendono il collo verso il cadavere; e s'ode il fremito delle
di loro,
E un
nomato Prode,
froge,
il
E
il
le faville del
ETRA.
oh Ippolito pi caro che se t'avessi generato 2670 con grandi urla di strazio, invidio chi ti piange
Ippolito, a
me
186
Atto III
FEDRA
O Giovinezza^ piangi. E
2680
morto
Ippolito.
Eccoti spentOt eccoti spento, o Ippolito, primo fiore, il capo tuo posato su i ginocchi di quella cui tanto peso grava, che tanto piena d^anni e pi d*afFanni e pi . morte senza pur morire, non anche giunta al sommo del dolore, non anche giunta al limite zx mali, per che TAde ha il suo confino d^ombra ma confino di lutto 2690 non ha la vita breve. Piangete, Efebi. E spento il vostro principe.
nel
presagio nel grido delle Supplici per gli Insepolti e pel Vendicatore!
Lamentavano
figli le
floridi
donne d^Argo.
24*
'
J57
FEDRA
^^Non
Coi
invidia di
j^
Atto III
me
alle
vi tocchi,, io dissi.
madido
bevevi
fontane
2700 e,
si
cinge pi.
Doni
prezzo iniquo
Ultimo
lutto d'Etra!
resto.
Che
2710
posso omai, che mi dolga? Io ferrea Ed ecco, ecco, non altro che ferite
la bellezza
come la grande
in silenzio sa le
sembra biancheggiare in solitudine i canizie* E tutti gli Efebi lacrimano criniere dei lor cavalli o su le lor mani
il
congiunte intorno alle aste bine. Prode solleva capo chiomato, e rattiene il cordoglio.
bel
188
Atto
III
FEDRA
L'EFEBO,
2780
capo sanguinoso del principe nel sale del suo Mare e che, costrutto un fretro con rami d'oleastro, su questo e su la pelle del suo leone Io portiamo noi airAcrpoIi, quattro eletti a sorte, e dietro e in torno gli altri con le tede. Ma, se fu testimone della fine Tuomo d'Argo, colui che con la nave addusse il dono lgubre d'Adrasto, parli e narri. Concedi, Etra, conceda Teseo magnanimo che noi sappiamo l'ultima gloria del nostro principe, se vollero i fati che noi fossimo lontani, stanchi del lungo inseguimento e ignari del suo disegno, poi che infaticabile
il
J89
FEDRA
Atto
III
Eofito d'IIaco, ancora cinto d cipresso, nella sua langfa tonica di viola. Egli ha deposto la cetra dedalea su Tara senza nome*
L'AEDO.
Testimone
ardire.
fui del
grande
Sbito fremito corre nello stuolo deg;!! Efebi ; e balenano gli occhi tra le lacrime ; e spontaneo il piede si fa in* nanzi. E taluno dei corsieri, sentendo la mano inquieta, fa l'atto d* impennarsi. Odesi a quando acquando risonar sul lido Io scroscio d'un flutto pi vasto, e il latrato confuso che vicn dai canili posti all'altra estremit
dell'
Ippodromo.
GLI EFEBI.
"
Lo
vedesti
^
2740
Neirippdromo
eri?
"
Aveva
la
il
cavallo
?
mangiato
sua spelta
'A
o
bisdosso
mont?
gli
Atto
III
ot
FEDRA
L'AEDO.
Io era sul rialto delF Ippdromo^ 2760 lass, presso Taltare del sacrifizio, dove ancor la vittima non consunta.
GLI EFEBL
"
Si schiant la cinghia,
"
certo, se
il
vello fu trovato.
Ippolito
mano?
Fate che
dical
"
Narra.
^
Narra.
"
In Argo
Tratt
sempre
cavalli.
"
Narra, portatore
state a udire.
k cipresso?
2760 di cetera.
"
Compagni,
^Ma come
UAEDO.
11
coronato
^^^
FEDRA
a pie dell'argine, affinch presente
ot
Atto
III
fosse nel
e
scese a guardarlo, e Io palp sul collo; poi nelle campanelle dei voltoi
consider le fibbie delle redini che fossero ben salde, e strinse alquanto 2770 la catenella sotto la barbozza. Non disse verbo. Taciturno e crudo era, come in corruccio. Quando alFara fu tratto il toro bianco per TofFerta, il cavallo aombr. Mugghiava il toro e reluttava in salti e in lanci, irsuto
di
pino aspro
le
i
sbatteagli su
per reggerlo gli uomini pontavano tutta la forza a terra, e avean le vene
2780 delle braccia segate dalla fune.
arduo, con la criniera bipartita che scendea quasi a terra come duplice ala senza virt, non atta al volo.
i92
Atto
III
FEDRA
si
guatarono
N
li
volea morire
i
toro.
Quando Forba
peli svelse
di
su la fronte e
il
furibondo
sbalz traendo negli sbalzi gli uomini che impugnato Taveano per le corna^ cosi che Forba con la scure al primo colpo non l'abbatt ma sol l'incise su la collttola e^ iterando i colpi 2800 nelforror del presagio^ il sangue fumido sprizzava in torno ed arrossava gli uomini tutti d'irsuto pino incoronati
Asperso ne fu anche Ippolito. Grid Forba: *^ Ricusa r Ippio l'offerta. L'arderemo noi?,, *^ Ardila intera a Fobo, alla Paura! ,,
negli Istmii.
come
E E
s'udiva
il
cavallo gi rispondere
al
2810 col
lungo ringhio
Nel punto
dal swo
del
piedi
macigno Teseo con gtande fremito, memore suo sacrifizio alla divinit terrfica offerto prima
le
Amazoni
vindici.
"
i9Z
"
25
FEDRA
si
ot
Atto
III
volgono
all'
Eroe
pallidi
scia.
l'aedo interrompe
il
anche volgesi al figlio la vedova d'Egeo. E s'ode nella pausa rugghiare l'alta catasta ardente in cima al' l'argine, e s'ode il fragore del mare, e il latrato lontano.
ETRA,
Figlio,
ti
Nel mortale
m* dentro,
udito ho il subitaneo fremito delle vene per r immobilit del tuo dolore e del macigno; che non se n^avvide Tanimo? " tu seduto cri sul masso
-^
onde
2820
traesti
sandali e la spada
il
terribile
imberbe
a
di
allora
come
fanciullo che
gli
un
O
il
delle tue
vene ho colto
ti
Non
coi
vedo
TESEO.
-^ , , Madre, ascoltiamo
.
J94
Atto
III
FEDRA
deiruomo
il
dalle labbra
verr pi da presso, che tu mi veda. Parla, o annunciatore della mia vittoria che fu pur ieri e sembra gik nel cupo
masso fatale^ scoperto il capo. Efebi pendono anelanti dalla bocca dell'aedo.
L'AEDO.
2840
di sangue, pino incoronati, gli uomini. E s^apprestavano con Forba a gittare le carni su la fiamma, quantunque in tutti nereggiasse il cuore. Ippolito insensibile era volto verso il Mare ove i rapidi flagelli d* Euro un innumerevole galoppo di criniere schiumanti ricacciavano al lido, gik scendendo dalFopposta china del cielo verso il gorgo esperio
il
rosso carro del Titano Sole. Io non vedeva in lui alcuna cosa
si
385o
che
FEDRA
Pur
di
dissi: ^^E tardi.
,,
Atto
III
Non
oggi, o Teside.
Immerso
sogno; e non si mosse. Arpalo disse: ** E tardi. Scinger dunque il cavallo. ,, ** Arpalo, si ff rispose egli volgendosi con un sbito riso. E niun di noi veduto avealo mai cos divino.
Ei
e
2860
li
si
tolse la tunica e
le carni.
calzari,
con Tadipe
luce fu bello
e,
come
il
L^uomo
cuoio.
potente anch' ella fu ignuda, e pi si rivel divina. Raccolte le due redini nel pugno e alquanto di criniera, con un balzo
la bestia di lince egli fu sopra.
Ben
sedette,
il busto, cavallo facile part di passo, seguit la pesta sul destro Iato, and fino alla stoa.
piegando indietro
il
cede
le redini; e
Ora
e
attoniti
il
gli
la bestia e
dio, fatti
una bellezza
sola; che
commesso
J96
Atto III
r^
FEDRA
parve al pelame del cavallo fi liscio corpo dalla natura come in quei Tessali i. due forme cui, re Teseo,
2880 col
pedale di quercia disfacevi tu gomiti e garetti, meri e falci. di dietro la stoa, su dai canili, ulularono come di sotterra i molossi. II cavallo pavent. Una fiancata pronta del tallone Io rimise a galoppo su la pesta. Gir stretto la mta; giunto al varco d^egresso, con un lancio obliquo, come
Ma
Ippdromo
2890
il
cavaliere.
incominci la lotta.
Ondeggia Teseo e si protende, che mal contiene l'ansia ; arcato su Io scettro, s'affisa nell'aedo. E gli Efebi in palpito, avanzando ancor d'n passo, si protendono, con le lacrime disseccate ne' loro occhi ardenti come gli occhi dei bianchi e bai corsieri, con i lor volti pallidi presso le teste equine dal gran ciuffo intrecciato di liste cerule o purpuree* E l'arco della luna cala sul bosco sacro; e la zona marina rssica ancora; e nembi di faville dall'alta catasta svolano sul concilio funereo.
GLI EFEBI.
-
Prosegui, aedo.
'Su, prosegui!
"
Narra.
t97
FEDRA
-
Atto
III
Non
t^arrestare.
"
mcominci
la lotta.
L'AEDO.
Fu
e
Parve a un
tratto
che Tassillo pungesse Io stallone gli ponesse in cuore i ciechi stimoli e l'avvampasse d'un penace fuoco per tutti i membri errante come quello che divor sul monte le midolle d'ErcIe; che l'immane si gitt 2900 verso il frangente come per ispegnersi,
e tagli col torace
e
il
il il
primo
flutto,
salto, e contra
fumido su
la
sommit
del
Mare,
^910
e grondeggi del suo sudor ceruleo e della schiuma, come il rivai dfluo. Parve a un tratto converso dalI'Asflio in ippocampo dai palmati zoccoli, e il cavaliere un figlio d'Ocenide che l'inforcasse, bianco di salsedine, crinito anch'egli e turgido di muscoli guizzanti e pieno il petto del perpetuo anelito marino. E tra la polvere
198
Atto ni
FEDRA
tremolava d*oro occiduo il dio, fatti una doppia forza e una bellezza sola e una criniera sola e centra V Ignoto un sol furore,
salsa che
la bestia e
erti e
sospesi stettero su
il
Tombra
2920
lunga che
nel
lor
viluppo protendea
acuti stridi d^aquila
Mare.
E udimmo
scendere dalla rupe d'Afrodite. vinse i cavaliere, o forse parve; che l'ippocampo gi ricadde e, come se Io volgesse il freno, galopp verso il bosco d'Artemide Saronia cui sovrastava dal rialto il rogo del toro che pur arde al nostro lutto. ** Dea! Dea!,, grid l'Efebo. Con un orrido 2930 ringhio Arione l, contra la rupe sbattendo, franse a Ippolito il ginocchio (scendere udimmo ancra gridi d'aquila dalla cima: era Fedra!) e nello scrollo il corpo nudo scosse (non udire,
Ma
volgiti,
Sorge in piedi l'Egide come toccato dall'Erinni, e tre* mante si scosta, e guarda se il macigno della spada e dei sandali non sia rosso del sangue figliale. Ed Etra, stringendo fra le ceree dita il capo esangue su le sue
199
FEDRA
.4
Atto IH
ginocchia, si rivolge verso Teseo con tanta forza che le ciocche dei bianchi capelli le si scompongono so le corde tese del collo cavo e so la faccia arata dalle roghe, simile a qoella della filatrice Moira.
E smosse con le froge il semivivo, neirombra Io fiut; di bava intriso Taddent per il ventre, gli sbran
2940
gli
Il
inguini.
brivido dell'orrore e della piet interrompe coloi che narra, corre pei compagni d'Ippolito; che nascondono il volto nelle loro mani o contro il collo dei corsieri, e la' crimano, e scoppiano in singhiozzi. E le schiave, e i goi" datori dei carri, e gli oomini delle stalle e dei canili esalano l'angoscia onde son pieni.
Poi, per quegli scogli, fumido lontan come un turbine sul Mare.
Teseo sente sopra
s fiso l'inflessibile
sgoardo
di Etra.
Fa on passo verso di lei e le dice le doe prime parole con ona voce cos sommessa e cos tremante che non
sembra qoella del dorissimo castigatore.
TESEO.
S,
madre.
Madre,
come
la cieca
200
Atto
III
FEDRA
che tutto vede nel suo nero grembo^ ed giusta perch s sola ascolta. Tu hai veduto. Etra genitrice, o compagni d* Ippolito, o fiore di Trezene, e tu, aedo ospite che cantasti 2950 il canto senza cetra dell'Erinni, e voi, uomini servi che sapete
me, non con le mie mani che sono monde, ma col vto:
ucciso fu da
col
vto alzato
al
Re
truce del
Mare
per punire una colpa inespiabile. ^^Che innanzi sera egli discenda alFOmbrel, pregai nel vto. E Tademp TAsflio che avea promesso a Teseo
2960
io riporr per
sempre
la
mia spada
che tanto ha ucciso, i miei sandali che levato han tanta polvere, stampato di vestigia tante vie, varcato tutti i varchi della gloria,
20J
"
FEDRA
2970
Atto
III
rester deserto,
mola. E me forse anche seppellir sotto il macigno; perch ho ucciso quella che nessuno
alla
degli Iddii
speranza.
Percossi di stopof e e di tettot sacto, gli astanti son come sospesi nell'aspettazione di un fato imminente che sia per manifestarsi. E sembra che non possano distogliere Io sguardo dal volto di. Etra simile a quello della Moira, ove non patimento ma una conoscenza pi amara del
patimento.
ETRA.
O
mani
fedeli
il
tu,
Prode,
tue
voi, schiave,
capo
onde
il
immune
gi,
fu
202
Atto III
FEDRA
Egeo
gli
riconobbe
neirombra
GLI
AURIGHL
" II
carro di Fedra!
"
Ecco
il
carro
di
Fedra!
"
La
Cretese!
"
La
Cretesel
Sollevano Etra le f anti, mentre Prode con straziata dol" cezza pone l'una e l'altra asta in terra ai Iati del cadavere, e poi s^accoscia nel luogo dell'ava e prende nelle sue palme il capo amatissimo. Come appariscono su la via marina i cavalli, bianchi di sudore fumante, si fa
un
alto silenzio; in cui s'ode l'ansito dei corsieri, e il tintinno dei masticati freni, e il rugghio della catasta, e lo schianto della terza onda* L'arco della luna ora calato dietro il bosco sacro e, nel suo tramonto lento, s'in-
travede fra l'intrico folto dei lentischi e dei terebinti* Fedra scende dal carro* S'avanza come le Ombre s'avanzano sul prato asfodelo* E grande e libera* Porta un mero peplo di bisso e un lungo velo, e non ha ornamento alcuno fuorch l'esigua corona del trafitto mirto intorno
203
FEDRA
all'elmetto del crine che pi
gispidi. Stringe nella destra la sgari
Atto
III
non ingemmano
le
cinque
amazonia. Etra,
ETRA,
Figlia di Pasife,
Fedra vertiginosa^ vieni tu a satollare il tuo malvagio cuore nel sangue puro ? Chi vuoi tu colpire^ che scendi armata dal tuo carro? Teseo, guarda la bianca Sacrificatrice!
Fedra non risponde ne si volge. S'avanza fino vere, col suo passo d'Ombra; e la sua voce simile talora a una vampa candente che tremi.
al
cada-
spirtale,
FEDRA.
Prode, perch tu tocchi
3ooo
il
dio esanime?
Come
reggi
il
nelle tue
mani
Tamavi? Toccarlo dare ancra un nome
trasfigura? Prode,
capo d'Ippolito?
osi tu che
Tanto
osi,
guardarlo, e
si
a quel che gi
togliti.
il
capo
ei
s'abbia
la sgari
amazonia,
sia solo.
la
materna
arme, e
204
Atto
III
FEDRA
nelfatto di scostarsi l'efebo solleva il capo d'Ippo" piega e sotto gli pone la mannaia lanata. Poi Io vela col suo velo* E il cadavere giace coperto dal bisso tenue e dal grave cuoio leonino.
lito, ella si
Come
Togli le due lance^ Prode. Stanotte tu ti tonderai 3oio la chioma. Efebi di Trezene, voi che nelFaurora Io seguiste in caccia dietro la belva nerazzurra e udiste il grido della sua vittoriosa anima nel sudore delle sue forze anelante verso gli Astri^ voi stanotte tonderete le vostre chiome. E, se dolci sorelle son nelle vostre case, conducetele a tendersi le chiome 3o2o per offerirle a Ippolito su quelFara deserta ch^egli vide nel suo sogno. E le vergini gli cantino un canto in questa notte del Solstizio ch^ la pi bella e la pi breve, e ogni anno le vergini e gli efebi vengano all'ara e cantino il virgineo
canto; perch, o Teseo, Ippolito pi puro del libame sacro e dell'acqua lustrale, pi limpido
205
FEDRA
3o3o
Atto
III
il
tuo vto
TESEO.
Iddii! Iddiil
L'onfOfe e il farore Io soffocano. Sembra che a traverso il suo torace possente si scorga la sua anima aggirarsi come ruota precipite.
facesti
giuramento
mostruosa femmina
che dall' imbestiato grembo fosti espulsa ad infestarmi, t'avess'io 3040 percossa contra il bronzo delle cieche mura nel Labirinto ond'io divelsi il tuo fratello! Or qual vendetta mai trarr da te? Non da far con ferro questa vendetta, no; ma con alcuna cosa che possa vincerlo in supplizio e te possa eguagliare in crudelt.
jj
FEDRA.
Distruttore d'Antiope
-206
II
Atto
III
FEDRA
3o5o
e d^Ariadne^ tu non puoi colpirmi n pur toccare il lembo del mio peplo. Se saputo hanno e veduto hanno i tuoi dii, non io ti son causa ma ti sono causa i tuoi dii Se parli a me^ parlami come a una lontana
visitatrice della
Nera
Porta.
Se
esangue e tu potessi la punta della tua spegnermi, non spada scoperchierebbe le mie plpebre
gi
fossi
non
chiuse sul
Ma
3o6o del
Buio; e
vedi?, nelle
mie
per la Pasifaia, o Egide, il bianco adultero dei pascoli cretesi, arde nel fuoco puro e ancor non consunto l su Targine, vcdi^
e fa la luce dove fu la tenebra. tu, che hai tanto ucciso, 8070 non conosci Tabisso che talvolta tu s'apre in una divina piaga. che vissuto hai sempre nel rombo assiduo
207
FEDRA
come leon digiuno, tu non sai qual sapore le ceneri dei sogni abbiano, masticate con la bocca
arida soffocatamente in giorni
e in notti senza oblo.
3o8o
Atto
III
N mi giova che tu conosca e sappia. Non puoi nulla su me, tu che puoi tutto.
La
grande clava tolta a Perifte non doma il mio meraviglioso male.
'/
^
^ ^^ ^/^
i^^s^i^-^^^^^
z;^
"^
FEDRA.
'
^^^/^/^
^^ij(^
^^^^^
',-,.c^^/^
Etra della stirpe ^j Tantalo su cui le colpe turbinano come le fulve foglie degli autunni
ventosi, io ratterr le grida contra
y ^^'^'^1^^^^^^4f#?
-y^
3090 te
^
,
,
^-*t
vomere attrito, IO ratterr la mia rampogna contra te, pel cuore . Niobe
il
come
'a/:-^, ^^5^
che
di
Tantalo nacque.
-^^ ^
At
7
^^^^
Atto
III
FEDRA
O
Mi
parto.
Abbattuto sul macigno del suo fato l'Egide; ma Etra crudissima, addossata alla rupe del tempio, persiste nell'oltraggio. Non batte plpebra l'aedo, presso Tara in' nominata, fiso nell'apparizione sublime.
ETRA.
T^accompagna
dell' istessa
madre,
sibila
nel focolare.
FEDRA.
Aedo,
che deposta hai la cetera su Tara innominata, o messo dell'Ignoto, tu mi sii testimone. Altri non desfno. o , n S.. tu testimone, tu che sai come il dolore terga le sue lacrime e divenga la gioia, come la morte coprasi di sangue e divenga la vita. non cantare il canto ch'io ti chiesi, non rompere il silenzio sopra me.
. ,
3iio
Ma
209
27
/
'^
/
7"
FEDRA
j.
Atto
III
^a^t^-i^y ^^^-.^^^ II
-/^
^
^^
^-"^^
ETRA.
-^^na
il
'
tuo il nome ^^/^w,^ <^..,,,^ ^^! figurato fango cui per comandamento del Cronide ^^ '^ '^^^^'^^120 Erme die T impudenza della cagna <S..*->-ve^^.^^,^^^^^^^^Jatrante, la perfidia, Tempiet, ingordigia del sangue,
'-^^-^y'a^yu^i^^^^'^r^
,^^^^^
nome
w ^^ ,^
^
^r
^'
. '
*^"'"
"
j7^-^
^^-^
C-^^-^*-^
/w^.^ ^
y
Non
. .
,
IO parlo a te,
intra, che sei pi sorda delia rupe j/ 7.^>^f^^^^ cui t'addossi. Aedo, ricordati d'Evadne! II tristo amore, y'^ryL^^.^^^y^
'/^
^*"'*^
^
^^^"^^^
della colpa
il
-< a^^.2^.y^
l^
j^
^v^
^^^^^ che Tamore d' Evadne. E quella non umana non divina y^.
'C-^*t^-^
Atto
III
FEDRA
3140
consanguinea d'Eterni or sente in s una divinit che irraggia TAde. II Sole ha ritessuto i suoi capelli^ rOceanina Tha conversa in onda che non parla se non alF infinito. ^^Ah potessi io donarti, Fedra, una veste eterna!,, dicesti quando io ti donai la cetera.
ETRA.
3i5o
delirante, o invasa
d'Astarte, non Ippolito il cacciatore frigio dalla gota fucata. Se insanire intorno a un fretro
femmine
2n
FEDRA
FEDRA.
servo.
Atto
III
Non
airAdonfa
dalla bassa
La dea nemica
il pesante oro scolpita disdegno, e le sue molli mani ignave. dal pie della rupe,
se presente nel
grido le scaglio.
Leva
corre
ella
il
intomo
GLI EFEBL
Fedra! Fedra!
FEDRA.
tu
dea,
non hai pi potenza. Spenti sono i tuoi fuochi. Un fuoco bianco io porto air Ade. Ippolito io rho velato perch Tamo. E mio
3170 l
dove tu non
regni. Io vinco.
GLI EFEBL
Fedra!
FEDRA.
Ma
2J2
Atto
III
FEDRA
sarnidi^ uccisori
cerve coronati di dittamo, ma quella armata d^arco e di dardi infallibili, che Ippolito l, sul limite santo, con l'estrema
di
voce invoc n
valsegli,
Odimi, Artemide!
il bosco sacro^ per entro la cui spessa tenebra l'arco lunare brilla in tramonto, E chiama. Pi alto grido di orrore sorge dai petti,
GLI EFEBI,
3i8o ^
Fedra!
"
Fedra!
"
Empia!
-
Offendi
la
dea trezenia
la
^Etra!
"Re Teseo!
"
Cretese,
commetti l'empiet
bosco
che nella prima origine piant sopra Torlo del Mare limaccioso
2J3
FEDRA
z^//
5#d-
Atto
III
La
inesorabile.
pien d'orrore.
^Ha udito! Ha
"
udito!
^11
bosco
presente la dea.
"
''
Fedra!
"
Fedra!
"
T'appare?
"
come
quando appare
dea mortale.
la
?
Silenzio!
"Silenzio!
Non pi rugghia n rosseggia il rogo su l'argine; non pi s'ode il latrato lontano; ma solo s'ode l'immenso marino pianto, sotto il cielo che palpita di costellazioni. Tutti si tacciono, contro la sublime bianchezza della Titanide vedendo l'arco d'Arte" mide apparito. Con non umana voce ella parla, mentre sale e splende nelle sue vene la purit della morte.
Si fa altissimo silenzio.
2H
Atto in
FEDRA
FEDRA
udito, dea! Ti vedo bianca. sento in tutta me, ti sento 3200 gelida in tutta me, non pel terrore ; non pel terrore, che ti guardo. Guardo le tue pupille, crude come le tue saette. E tremo, s, ma d'un gelo che infuso m' da un'altra ombra, ch' pi profonda della tua
Ah, m'hai
Bianca
ti
ombra. Ippolito
Io
32IO Io
gli
meco.
ho posto
il
mio
Velato
all'Invisibile
ei si
credette amato, e
ti
chiam.
esser vile.
,/'
porre la saetta
A/ / A^^^^^^^
^(^// /^
^
^^^r^^^'^^- .^^>^^^^^
sangue umano,
non palpito. E giugnere col dardo^ non puoi l'altra mia vita. Ancra vinco!
Ippolito, son teco.
^^ .y^^
/
e-,
^^'-^^-J^'^A'c^.
Cade su
grido fievole
Ma,
ginocchi, plesso il cnda^vete, mettendo n come n anelito s dallo schianto del caof e. ptima di abbandonarsi spirante sopra il velato,
i
2J5
FEDRA
rialza ella
il
il
sorriso
trema con
l'ultima voce
Vf
Fedra indimenticabile.
sorride,
Notte,
28
LA MORTE DI CAPANEO L'OLOCAUSTO DI EVADNE LA CETRA DI DEDALO L'APPARIZIONE DI AFRODITE L'ENIGMA DI FEDRA IL NOVO AEDO IL FRATELLO DI PEGASO LA DANZA DI ELENA
IL
v.v.
306-405
495-571
603-650
702-870
1176-1179
t22M394
J412-I586
709-1734
TESCHIO D'ORFEO
I850-I865
1874-1903
1985-2001
MINOS
IL
IL
2770-2810
2837-2941
IPPOLITO E ARIONE
L'ARCO DI ARTEMIDE
3193-3218
>*
^ mjtr
^ IH lUllf
li/
mmm\mii!immm
fci*/*
1^